Filariosi cardiopolmonare del cane

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Filariosi cardiopolmonare del cane
La filariosi cardiopolmonare è una grave malattia parassitaria sostenuta da un nematode, Dirofilaria
immitis, che allo stadio adulto si localizza nel circolo arterioso polmonare, nelle camere cardiache
destre e nei grossi vasi ad esse afferenti (vena cava craniale e caudale). L’ospite naturale di D.
immitis è il cane, ma l’infestazione può interessare altre trenta specie di mammiferi selvatici e
domestici tra cui il gatto
DIFFUSIONE
Il ciclo vitale del parassita prevede un ospite intermedio, (numerose specie di zanzare sono in grado
di trasmettere l’infestazione, tra cui Aedes albopictus, la cosiddetta “zanzara tigre” che si
differenzia dalle altre specie per l’abitudine ad effettuare il pasto di sangue nelle ore diurne), la cui
abbondante diffusione fa sì che la malattia sia ormai endemica in molte aree distribuite in tutto il
mondo. Il fatto che il numero di cani di proprietà sottoposti a profilassi in zone endemiche sia
effettivamente molto alto non deve indurre a credere che il problema della filariosi cardiopolmonare
sia ormai risolto e sotto controllo si è infatti riscontrata recentemente un diffusione delle aree
endemiche sia verso il nord sia verso il meridione.
ASPETTI CLINICI
Nel cane la parassitosi presenta un decorso tipicamente cronico durante il quale solo
occasionalmente si possono riscontrare acuzie (sindrome della vena cava, tromboembolismo
spontaneo). La tosse rappresenta normalmente il primo sintomo riscontrabile in associazione a
lesioni infiammatorie del parenchima polmonare. L’eventuale successiva insorgenza di una grave e
progressiva ipertensione polmonare rappresenta sicuramente la fase centrale della patogenesi e
trova la sua causa nell’incremento delle resistenze arteriose polmonari. La presenza dei parassiti
adulti determina un danno progressivo cronico che è causa sia di riduzione del lume vascolare
(danno proliferativo tromboembolico) sia di alterazione strutturale della parete vasale
L’ipertensione polmonare è quindi l’evoluzione naturale del progressivo aumento delle resistenze
polmonarie si esprime dal punto di vista clinico con episodi sincopali particolarmente durante
l’esercizio fisico. Tutto ciò pone il ventricolo destro in una situazione di notevole difficoltà che
porta in tempi medio-lunghi ad una sua dilatazione e gravi alterazioni dell’apparato valvolare
(segnatamente valvola tricuspide) che dal punto di vista clinico possono riflettersi in episodi
sincopali, inizialmente sotto sforzo e successivamente a riposo o a sincopi situazionali (dopo tosse
persistente). Nel cane l’insufficienza cardiaca congestizia destra, va considerata come ultima,
naturale e nella maggior parte dei casi irreversibile tappa della patogenesi della malattia.
DIAGNOSI
La diagnosi di malattia avviene tramite l’utilizzo di alcuni test e procedure diagnostiche. È
importante ricordare che tra il momento della trasmissione da parte dell’ospite intermedio e la
comparsa di antigeni rilevabili nell’ospite definitivo intercorre un intervallo di tempo di circa
cinque mesi. Lo stesso vale per la comparsa della microfilariemia (periodo di prepatenza, valutato
intorno ai sei mesi e mezzo). Perciò il test diagnostico dovrebbe essere eseguito non prima di sette
mesi a partire dal termine del periodo a rischio per la trasmissione del parassita
Il test antigenico è considerato il gold standard per la specie canina in quanto abbina una
sensibilità ed una specificità molto elevate. Esso rileva gli antigeni prodotti dal parassita femmina
adulto e consente una diagnosi certa di malattia. Risultati falsi negativi sono possibili in caso di
infestazioni lievi, o sostenute da soli parassiti adulti maschi (queste ultime diagnosticabili solo ad
esame necroscopico) comunque infrequenti e di scarso rilievo clinico. L’esame clinico, sempre
eseguito prima di successivi approfondimenti diagnostici, sarà molto utile nell’interpretazione di
questi risultati.
La valutazione della microfilariemia è una procedura di rapida e semplice esecuzione che
consente l’individuazione delle microfilarie nel sangue circolante. Esso garantisce una specificità
molto elevata, in quanto il rilievo del parassita immaturo nel sangue è prova certa di infestazione, ed
una buona sensibilità in quanto nel cane la microfilariemia è un elemento molto frequente. Occorre
tuttavia ricordare che non sono rari casi di filariosi occulta, in cui il parassita è presente
nell’organismo ma le microfilarie non sono rilevabili: in questi casi il test antigenico darà un
risultato positivo. Quindi la valutazione della sola microfilariemia può essere fuorviante e portare ad
emettere una diagnosi errata nel caso il test sia negativo. E’ comunque non infrequente il rilievo di
test antigenici negativi in soggetti microfilariemici. Per questo motivo l’esecuzione di entrambi i
test sopracitati consente di incrementare la sensibilità diagnostica.
PROFILASSI
Dati i rischi insiti nella patologia e nel suo nel trattamento, sia medico che chirurgico, è fortemente
consigliabile attuare misure di prevenzione che proteggano il paziente dall’infestazione. Il
trattamento preventivo consiste nella somministrazione di lattoni macrociclici: Ivermectina,
Moxidectina, Milbemicina Ossima, per via orale mensilmente oppure Selamectin o Moxidectina
spot on [21] o Moxidectina in formulazione long acting. La chemioprofilassi resta la prima scelta
per garantire la protezione da una malattia estremamente grave, il cui trattamento risulta complesso
e con possibili complicanze anche fatali. Non offrono invece protezione sufficiente i prodotti
cosiddetti repellenti o anti-feeding (permetrine).
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