SINTESI DI M. A. BESA BEVILACQUA DOPO LA PRIMA GUERRA MONDIALE IN EUROPA: gli stati sconfitti AUSTRIA: muore l’imperatore Francesco Giuseppe nel 1919. L’impero decade, Austria diventa repubblica, divisa in 2 partiti, uno socialdemocratico, l’altro cristiano-sociale; c’è molta instabilità, rivolte, si diffondono gruppi squadristi estremisti. UNGHERIA: prima diventa repubblica parlamentare, poi sovietica, guidata da Bela Kun, quindi è invasa dalle truppe del rumeno Miklos Horty che impone un regime autoritario. GERMANIA: da Weimar al terzo Reich. Il kaiser Guglielmo II abdica e si rifugia in Olanda; viene firmata la resa. Nel Paese vi sono molti partiti politici: i Socialdemocratici, i Socialisti indipendenti, gli Spartachisti (estrema sinistra), gruppi militari conservatori formano i Freikorps (paramilitari) di destra. Avvengono scontri, insurrezioni e vari tentativi di presa del potere. Il 18 gennaio 1919 inizia la Conferenza di Versailles, nella quale si stabilisce il trattato di pace imposto alla Germania – che non è ammessa alla trattativa- (vedi territori, limitazioni militari e indennità). Questo trattato provoca nei cittadini tedeschi un pesante senso di ingiustizia e di umiliazione e, successivamente, un forte desiderio di rivincita, anzi di vendetta, su cui farà presa il futuro partito NSDAP – Vedi Hitler. Nasce intanto lo stato parlamentare, chiamato Repubblica di Weimar (città dell’assemblea costituente; 1919- 1933) Nel 1923 Francia e Belgio occupano anche la zona industriale tedesca della Ruhr, provocando un ulteriore danno economico. Accadono vari colpi di stato. Tra questi, il putsch di Monaco - organizzato da Adolf Hitler e Rudolf Hess a Monaco di Baviera nel 1923 -, che fallisce. I due finiscono in prigione, dove Hitler scrive il libro Mein Kampf, la mia battaglia, in cui espone la sua ideologia che rimarrà il programma del suo piano politico. La repubblica si presenta subito molto instabile per le gravissime difficoltà economiche e sociali (svalutazione della moneta, forte inflazione, malcontento della borghesia) e per gli scontri tra le diverse componenti politiche. Comunque si arriva ad un certa stabilità per i seguenti motivi: a) compromesso tra parti politiche, esercito e capitalisti b) prestiti dagli USA, piano Dawes, che favorisce una ripresa economica c) ingresso nella Società delle Nazioni. Ma tutto cambia dopo il crollo di Wall Street nel 1929. La Germania, privata degli aiuti economici, ricade in una grave crisi, con aumento dell’inflazione e della disoccupazione. Così il partito fondato da Hitler nel 1920, NSDAP (partito nazionalsocialista del popolo tedesco) destra popolare (base operaia), comincia ad avere molto seguito, fino al novembre del 1932, 1 quando ottiene il 33% dei voti. Nel gennaio 1933 il presidente della repubblica Hindenburg nomina Adolf Hitler Cancelliere. Da quel momento resterà al potere fino alla sua morte, il 30 aprile del 1945. Il terzo Reich Termina la repubblica di Weimar. Infatti successivamente e rapidamente avvengono i seguenti fatti e provvedimenti: incendio del Parlamento (accusa ai comunisti) febbraio 1932 sospensione delle libertà costituzionali istituzione dei primi lager – campi di concentramento per dissidenti politici (Dachau 1933) pieni poteri al governo con la legge Dei pieni poteri, marzo 1933 scioglimento dei sindacati e di tutti i partiti, ad esclusione del NSDAP controllo del territorio per mezzo di governatori nazisti formazione della polizia segreta Gestapo (aprile 1933) eliminazione delle S A, guidate da Rohm, giugno 1934; Notte dei lunghi coltelli più potere alle S S (squadre di protezione), guidate da Himmler leggi razziali di Norimberga settembre 1935 IDEOLOGIA HITLERIANA NAZIONALSOCIALISTA Concetti di base, già presenti nel Mein Kampf: lo spazio vitale = il popolo tedesco deve espandersi in territori oltre il confine statale verso est per esprimere le sue potenzialità; il “pangermanesimo” = tutti coloro che parlano tedesco, sono tedeschi e il loro territorio appartiene alla Germania; il risentimento contro il trattato di pace la volontà di cambiarlo; nazionalismo = unione della comunità del popolo tedesco, l’individuo è sotto al popolo (Volk) socialismo = rifiuto del liberalismo ; lo stato forte dà giustizia e unità alla nazione; razzismo = superiorità della razza germanica ariana, inferiorità della razza slava, che deve servire la nazione germanica; antisemitismo = odio contro gli ebrei perché di razza inferiore (ebrei orientali) e si sono arricchiti a scapito del popolo tedesco (ebrei ricchi) o sono fautori del comunismo (il complotto giudaico – bolscevico). Sono il capro espiatorio di tutti i problemi dei tedeschi Consensi: Hitler ottiene l’appoggio da un elettorato eterogeneo, all’inizio gli operai disoccupati, i ceti medi, l’élite aristocratica, i burocrati, i militari; punta molto sul culto del capo, organizza il NSDAP in modo gerarchico, con struttura militare Nel 1934 realizza lo stato totalitario nazista TERZO REICH (III impero, I Ottoni, II Guglielmo I), comandato dal Fuhrer, capo assoluto, carismatico, quasi religioso, della razza e popolo tedeschi 2 Viene istituito il Fronte del Lavoro = la vita produttiva è controllata e divisa in corporazioni Sono controllate le scuole, la cultura, la scienza. Per mantenere il consenso si opera sulla manipolazione delle coscienze con la propaganda, le adunate oceaniche sotto il simbolo della svastica, l’uso della violenza e della repressione politica, anche contro la popolazione più debole – definita subumana, o asociale – minorati fisici o psichici, omossessuali, vagabondi prostitute, alcolisti vengono eliminati con l’operazione autanasia. Contro gli ebrei, dopo leggi di Norimberga, viene indetta la notte dei Cristalli nel 1938: requisizione di tutti i beni, arresti, deportazioni, uccisioni e obbligo di esporre la stella gialla sugli abiti, infine dal 1942, il piano di totale genocidio, chiamato dagli ebrei Olocausto o Shoah. L’economia della Germania si basa sulla saldatura tra potere e gruppi industriali, su scelte di tipo autarchico, su forti investimenti in opere pubbliche e in ambito militare che portano ad un alto livello di occupazione, anche se con salari compressi, e al rapido superamento della crisi economica. Tutta l’economia si sviluppa sotto il controllo dello stato nazista. 3