NURSING < ALLEVIARE LE TENSIONI Come favorire lo star bene con una bambola > di IVO CILESI * QUESTA TERAPIA CHE VADO A DESCRIVERE È UTILIZZATA IN DIFFERENTI SITUAZIONI PROBLEMATICHE. CON PERSONE CHE PRESENTANO GRAVI PROBLEMI COMPORTAMENTALI. UNA COMPONENTE FONDAMENTALE DELLA TERAPIA È LA BAMBOLA CHE PRESENTA DELLE CARATTERISTICHE PARTICOLARI , (PESO, MATERIALI, POSIZIONE DEGLI ARTI, COMPONENTI FISIONOMICHE, ) CHE FACILITANO L’ATTIVAZIONE DI RELAZIONI, O IN ALTRE SITUAZIONI AGEVOLANO LA DIMINUZIONE DI TENSIONI E STATI DI AGITAZIONE. NEGLI ultimi anni stiamo assistendo da parte dei servizi a richieste sempre più numerose di interventi che impieghino le terapie espressive, le terapie non farmacologiche, nelle loro diverse modalità, in progetti preventivi, riabilitativi e terapeutici. Dato l’accento su modalità di relazione prevalentemente pre-verbali e non-verbali, tali terapie sono fortemente indicate per la prevenzione e la cura delle problematiche e dei disturbi che insorgono in età avanzata collegate a demenze senili, Alzheimer, disturbi del comportamento, patologie psichiatriche ed altre dove un intervento mirato favorisce quei processi terapeutici atti a riabilitare a livello cognitivo la persona e a miglio- rarne la qualità di vita. Allo stesso tempo le terapie non farmacologiche, come dice la parola stessa, favoriscono sensibili diminuzioni del carico farmacologico che viene somministrato al paziente. L’attenzione rivolta alla lettura dei parametri non-verbali dell’interazione consente alle terapie non farmacologiche la messa a fuoco di elementi correlati agli stati mentali più arcaici e ai relativi meccanismi di difesa; tutto ciò può costituire un punto di osservazione ulteriore, che si è spesso rivelato utile ad altre figure professionali, anche ai fini della formulazione diagnostica. Le terapie non farmacologiche sono approcci che necessitano di una dinamica combinazione di discipline diverse attinenti a varie aree con una effettiva ricaduta sulle potenzialità occupazionali e relazionali del paziente. Questo terapie sono rivolte a persone che presentano decadimento cognitivo e disturbi del comportamento (depressione, ansia, agitazione, etc…). Le terapie non farmacologiche, in sinergia con le terapie che prevedono l’utilizzo di farmaci, migliorano in modo concreto la qualità di vita dei pazienti. Spesso si parla a livello teorico di migliore qualità di vita, di migliorare lo stato psicofisico delle persone, senza collegamenti concreti con gli aspetti sociali e relazionali dell’accudimento La cura inizia dal saper ascoltare e il saper ascoltare è la base di partenza delle terapie non farmacologiche e della relazione d’aiuto. Le terapie non farmacologiche sono applicate in diversi ambiti con efficacia riconosciuta a livello scientifico e sicuramente con risultati concreti. E’ importante considerare che l’utilizzo delle terapie non farmacologiche in situazioni di deficit cognitivo e importanti problematiche comportamentali, deve essere di supporto e non sostituire le terapie farmacologiche. Le TNF (terapie non farmacologiche) sono utili se tutte le componenti operative (area socio assistenziale, area sanitaria) collaborano in modo sinergico, inoltre le terapie non farmacologiche assumono una forte valenza di intervento preventivo. La terapia della bambola Bisogna considerare il ruolo che occuperà l’oggetto bambola all’interno di una relazione affettiva con la paziente. Le prospettive possono riguardare 3 possibilità. 1. La paziente riconosce solo come oggetto inanimato la bambola e quindi lo manipola inizialmente per poi dimenticarlo non considerandolo come elemento relazionale. APR MAG 09 ASSISTENZA ANZIANI 55 NURSING < 2. La paziente accudisce l’oggetto bambola riconoscendolo come bambino a tutti gli effetti e accudendolo più o meno intensamente duranti i vari momenti della giornata. 3. La paziente può alternare momenti di forte accudimento nei confronti dell’oggetto bambola e momenti di disattenzione o indifferenza o rifiuto. Quando si parla di affettività si deve prendere in considerazione in quale modo una persona si mette in relazione con l’altro. Con grave deterioramento cognitivo si ha una non riconoscibilità effettiva dell’evento reale dall’evento immaginario. Una incapacità di comprendere il vero dal falso, ma con una propensione a ricordare ed a emo- zionarsi per situazioni e/o oggetti fissati nella memoria remota. In questi termini l’oggetto è costituito dalla persona (bambola) sulla quale la paziente riversa la prima forma d’affetto. La bambola terapia è una terapia che tramite una bambola con caratteristiche particolari (peso, posizione delle braccia e delle gambe, dimensioni e tratti somatici) favorisce la diminuzione di alcuni disturbi comportamentali. Tramite l’accudimento la persona attiva relazioni tattili e di maternage che favoriscono la gestione e in alcuni la diminuzione di disturbi del comportamento quali agitazione, aggressività, apatia, comportamento motorio non adeguato. La bambola: alcune considerazioni Una bambola che sveglia i sentimenti ed incentiva interazioni. Offrire conforto, possibilità di identificazione, ed un modello per ruolo-dramma. Come ha scritto Jürgen Fritz: "Le bambole offrono la possibilità di ripetere le loro proprie esperienze in un modo simbolico, come i bambini: le ansie, conflitti, desideri. Il bambino si sforza di guadagnare un certo grado dell'indipendenza dal suo ambiente con l'aiuto della bambola. La bambola è una figura di contatto con la quale il bambino può discutere sue proprie esperienze, i sentimenti e le aspirazioni. Le bambole possono essere un collegamento che connette con la madre del bambino, padre o fratelli e sorelle per parlare di sentimenti che appena potrebbero essere espressi direttamente. La bambola è anche, finalmente un obiettivo per aggressione. Deve provvedere di cuscini l'impatto della sofferenza esperimentato dal bambino attraverso il suo ambiente." (Jürgen Fritz: Giocattolo Mondi. 1992, p. 24) Winnicot descrisse dramma come quell'attività fisica o mentale che collega lo spazio della realtà interna di uno al mondo esterno. Lui formulò una teoria dramma come una parte essenziale dello sviluppo conoscitivo del bambino, lo spazio creativo che ha abilitato individuazione e facilitò la realizzazione del bambino della sua esistenza di separazione all'interno del mondo. Lui descrisse gioco come una forma di fare quello collega la realtà interna al APR MAG 09 ASSISTENZA ANZIANI 57 > NURSING mondo di fuori che si avvicina a quello che Winnicot definisce col termine di "spazio di transizione"; questo spazio è azione in comune dove le azioni del bambino devono trovare le azioni dell'adulto. La bambola come oggetto intermediario che è uno strumento di comunicazione in grado di agire terapeuticamente sul paziente in seno alla relazione, senza dar vita a stati di allarme intensi. Lo è la bambola nella quale si traspongono i propri vissuti senza la censura della relazione diretta, lo sono i distrattori, ovvero gli espedienti gradevoli che depistano l’attenzione verso compiti che mettono in secondo piano la relazione diretta (giochi a comando, danze con facili regole che mettono in gioco la relazione senza evidenziarla). Proprietà dell’oggetto intermediario è: innocuo, concreto, malleabile, è trasmettitore di comunicazione ma a distanza, è prolungamento del soggetto, è immediatamente riconoscibile, è strumento di relazione in grado di creare canali comunicativi extrapsichici e di fluidificare quelli stereotipati e irrigiditi. Quando osserviamo la comunicazione tra la madre e il suo neonato, scopriamo elementi che vanno a favorire il passaggio di queste energie dall'ISO in interazione da un lato all'altro. Il primo elemento che favorisce questo è proprio il corpo 58 APR MAG 09 ASSISTENZA ANZIANI della madre che attraverso i suoi movimenti le tensioni e le distensioni della sua muscolatura, i suoi contatti, le sue carezze le sue labbra,le sue mani e la sua voce, l'odore la temperatura e la carnagione della sua pelle, la percezione del polso ritmico, si manifesta, si libera, si comunica. Tutto questo fluidifica i canali di comunicazione non verbale con il suo bambino. Lentamente la madre cerca oggetti inanimati che sostituiscano tutte queste parti del corpo, come prolungamento dello stesso e con funzioni simili. Usa sonaglietti, un fazzoletto, le foglie di un ramo, toccherà ripetutamente qualche oggetto della quotidianità alla sua portata in quel momento. Con questi oggetti cercherà di imitare come un'eco gli stessi suoni e movimenti del suo bambino. E' come se la madre stesse dicendo: sono qui! ti capisco e te lo dimostro imitando esattamente ciò che tu mi hai comunicato! Questi primi elementi di comunicazione li chiamo oggetti intermediari. Chiamo oggetto intermediario ogni elemento che favorisca il passaggio delle energie corporee sonore e musicali con intenzionalità di comunicazione da un essere umano all'altro. L'oggetto intermediario ha precisamente lo scopo di fluidificare i canali di comunicazione. Quando un oggetto intermediario consente la comunicazione tra più di due persone lo chiamo oggetto integratore. Le diverse sperimentazioni della terapia della bambola attivate presso alcuni nuclei Alzheimer hanno evidenziato alcuni parametri a mio parere interessanti. Sicuramente le bambole terapeutiche hanno dimostrato di essere maggiormente effi- NURSING < caci con pazienti che evidenziavano disturbi del comportamento quali l’agitazione, l’ansia, wandering, disturbi del sonno. E questo miglioramento si presenta con modalità differenti a seconda del disturbo e dell’obbiettivo da perseguire. Ad esempio nei disturbi d’ansia l’intervento con la bambola, anche al bisogno, agisce come una qualunque terapia farmacologia interessa varie dinamiche emozionali. La bambola, abbiamo verificato nei disturbi d’ansia, favorisce il rilassamento e questo è collegato più all’aspetto non verbale che all’aspetto verbale e si attiva soprattutto con il contatto stretto con la bambola–bambino ( abbraccio). Nel disturbo del wandering si è evidenziato un sensibile incremento dei momenti di pausa. Per accudire e curare il bambino- bambola è necessario fermarsi, per cambiarla è necessario fermarsi, per abbracciarla e coccolarla è necessario fermarsi. Quindi nelle sperimentazione collegate al disturbo wandering abbiamo verificato un sensibile aumento dei momenti di pausa collegate ad una diminuzione dei metri-chilometri percorsi da paziente nella giornata. Per quanto riguarda lo stato di agitazione l’intervento riguarda una continuata sommistrazione della bambola nei momenti indicati dal protocollo, con la possibilità di intervenire al bisogno se il momento collegato all’intensità del disturbo lo consiglia. Nei disturbi del sonno la terapia della bambola è utile per il ripristino del ritmo sonno-veglia. Quindi favorisce il rilassamento in vari momenti e situazioni. E’ interessante rilevare come la somministrazione della bambola terapeutica ha portato ad una diminuzione della terapia farmacologia nei pazienti trattati, con una significativa diminuzione anche delle terapie al bisogno. Inoltre è dimostrata l’efficacia nella stimolazione della memoria procedurale, grazie alla vestizione della bambola che il paziente collega alle sue capacità, riattivando le sue capacità procedurali di vestizione. Devo rilevare che è molto importante che la consegna della bambola al paziente segua una codificata metodologia di approccio, questo per rafforzare l’impatto emozionale con l’oggetto- bambola. Inoltre è fondamentale come è accaduto che il LA FUNZIONE TERAPEUTICA DELLA BAMBOLA Analisi dei possibili obiettivi • Diminuzione dello stato di agitazione. • Diminuzione del wandering. • Stimolare l’attenzione e la concentrazione. • Diminuzione dei momenti di inattività. razione con La Tena Sca, una multinazionale svedese che promuove la diffusione delle terapie non farmacologiche. Con questa azienda si è iniziato una serie di sperimentazioni relative all’applicazione della terapia della bambola negli interventi assistenziali quotidiani. I risultati sono positivi; infatti, durante i diversi interventi assistenziali, la bambola diventa uno strumento che facilita gli atti assistenziali ( igiene, cambio dei presidi, il momento del bagno, il posizionamento delle protesi dentarie, etc..). Durante questi momenti la bambola terapeutica favorisce la diminuzione dei disturbi del comportamento come agitazione, ansia aggressività, comportamento motorio aberrante, irritabilità ed altri migliorando così la qualità di vita degli ospiti e degli operatori. Negli ultimi tempi ho attivato sperimentazioni in varie strutture italiane in collabo- * Responsabile terapie non farmacologiche Fondazione Cardinal Gusmini progetto di inserimento della terapia della bambola sia condiviso da tutto lo staff operativo. Progetto inserimento bambola terapeutica Noi dobbiamo considerare i tempi della relazione paziente/bambola, verificare i tempi di attesa e tempi di ricerca dell’oggetto bambola testificando i tempi di accudimento il tutto in base a degli obiettivi concreti. APR MAG 09 ASSISTENZA ANZIANI 59