IMPIEGO DI SOSTANZE NATURALI NELL`ALLEVAMENTO DEL

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Large Animals Review, Anno 8, n. 6, Dicembre 2002
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IMPIEGO DI SOSTANZE NATURALI NELL’ALLEVAMENTO
DEL BOVINO DA CARNE: EFFETTI DELLA
SOMMINISTRAZIONE NELLA DIETA DI UN FITODERIVATO
SULL’ASSUNZIONE ALIMENTARE E SULL’INCIDENZA
DI CORNA FRATTURATE E DI PATOLOGIE ARTICOLARI
DI ORIGINE TRAUMATICA IN BOVINI DI RAZZA BLONDE
D’AQUITAINE IMPORTATI DALLA FRANCIA
A UN PESO PROSSIMO A QUELLO DI MACELLAZIONE
CARLO ANGELO SGOIFO ROSSI*, GIOVANNI GALMOZZI**,
GUIDO POTENZA**, ANDREA LUCA BASSINI*,
FRANCO TANZI***, VITTORIO DELL’ORTO*
* Dipartimento di Scienze e Tecnologie Veterinarie per la Sicurezza Alimentare, Università degli Studi, via Celoria 10, 20133 Milano
** Medico Veterinario Libero Professionista
*** Medico Veterinario, Biorama (Lecco)
Riassunto
Sono stati studiati gli effetti dell’impiego di un fitoderivato contenente estratto di Salicacee, Tiliacee e Ninfeacee ad azione
principalmente calmante sull’assunzione alimentare e la manifestazione di atteggiamenti di competizione nel corso della fase
di adattamento di bovini da carne importati a un peso prossimo a quello di macellazione (peso medio 580 kg). A tale scopo
sono stati utilizzati 800 bovini di razza Blonde D’Aquitaine importati dalla Francia, divisi in due gruppi, trattato e controllo. Il
trattamento ha migliorato l’assunzione di alimento (10.32 kg gruppo trattato vs 9.27 kg s.s./capo/d gruppo controllo) e ridotto
la manifestazione di atteggiamenti di competizione, valutati attraverso la rilevazione dell’incidenza di bovini con fratture alle
corna (2% gruppo trattato vs 15% gruppo controllo) e di bovini con patologie articolari di origine traumatica (0.5 gruppo trattato vs 6% gruppo controllo). I risultati ottenuti evidenziano che il trattamento effettuato facilita l’adattamento dei soggetti di
nuovo arrivo alle nuove condizioni ambientali e sociali.
Summary
Administration effects of phytoderivate product (extract of Salix, Tilia, and Nymphaea) on feed intake and fighting behaviour during receiving period were assessed in imported heavy beef cattle (580 kg average live weight). Therefore, 800 Blonde
D’Aquitaine breed bullock imported from France, were divided into two groups, control and treated. Treatment improved feed
intake (10.32 kg treated group vs 9.27 kg DM/head/d control group) and lowered fighting behaviour between animals, evaluating incidence of horn fractures (2% treated group vs 15% control group) and traumatic joint pathologies (0.5% treated
group vs 6% control group). These results suggest that phytoderivate administration during receiving period could improve
bullocks adaptation to new environment and social interactions.
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Impiego di sostanze naturali nell’allevamento del bovino da carne
PREMESSA
L’interesse nei confronti dell’impiego di sostanze naturali, pur avendo origini antiche nella cura dell’uomo può essere certamente considerato “innovativo” per gli animali da
reddito, è fondamentalmente dovuto ai risultati positivi,
anche se molto limitati, riscontrati a seguito della loro applicazione e alla continua e crescente necessità di allevare
e produrre rispettando il più possibile il benessere dell’animale e la sicurezza e salubrità del prodotto finale.
Nel caso specifico del bovino da carne da ristallo oltre agli aspetti relativi al miglioramento dello stato nutrizionale, metabolico e sanitario del soggetto, l’impiego
di sostanze naturali risulta interessante anche per altri
motivi quali la possibilità di attuare un approccio di tipo preventivo a costi contenuti e l’assenza di tempi di
sospensione, registrazione, ricettazione oltre che di limiti di impiego.
PROBLEMATICHE CONNESSE ALL’ARRIVO
DEI BOVINI IN ALLEVAMENTO
Nell’animale, come anche nell’uomo, l’adattamento a
nuove condizioni ambientali e sociali rappresenta un notevole stress a cui spesso conseguono reazioni fisiologiche e
psichiche di entità tale da compromettere la salute del soggetto.
Già nel 1936 Selye evidenziava la stretta relazione esistente tra lo stress e la capacità di risposta immunitaria
dell’organismo e, conseguentemente, la sua suscettibilità
alle malattie.
Ovviamente la manifestazione e l’entità delle problematiche non dipendono solamente dall’intensità dei fattori
stressogeni di tipo ambientale cui il soggetto è sottoposto,
quali le diverse condizioni di temperatura, di umidità ecc.,
sia il diverso microbismo ambientale e le nuove interazioni
sociali, ma un ruolo fondamentale viene svolto anche dallo
stress conseguente al trasporto, alle operazioni effettuate
sugli animali prima della partenza e dopo il loro arrivo, al
cambiamento di alimentazione, ecc. (Dell’Orto e Sgoifo
Rossi et al., 1998). Proprio per tali motivi, il miglioramento delle tecniche di allevamento adottate sia per il ricevimento che per la gestione sanitaria e nutrizionale dei soggetti all’arrivo, verificatosi negli ultimi anni, ha ridotto solo limitatamente l’incidenza delle problematiche durante
la fase di adattamento e tra queste quelle che destano maggiore preoccupazione sono certamente le affezioni respiratorie e quelle articolari.
Fattori stressogeni
Quando gli animali si trovano di fronte a situazioni ambientali avverse, mettono in atto una serie di modificazioni
con lo scopo di attuare un adattamento alle nuove condizioni. La maggiore o minore intensità della reazione non
dipende solamente dall’intensità dei fattori stressogeni, ma
anche da numerosi fattori soggettivi (Sgoifo Rossi et al.,
1998), tra i quali il temperamento dell’animale, fattori legati ad una precedente sensibilizzazione con situazioni
analoghe, nonché il sesso, il peso e l’età degli animali
(Grandin, 1997; Santoro, 1996). In seguito a situazioni di
paura o di stress, l’organismo reagisce con un’alterazione
della secrezione ormonale, con liberazione di epinefrina e
norepinefrina; se poi lo stimolo persiste, si ha l’alterazione
dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene con secrezione di glucocorticoidi. Queste variazioni nei titoli ormonali determinano delle alterazioni di alcune popolazioni cellulari, tra
cui anche quelle del sistema immunitario. Sembra ormai
accertato, infatti, che gli ormoni che influiscono sulle cellule del sistema immunitario siano i glucocorticoidi, le catecolamine e le β-endorfine, regolati nella loro secrezione
da complessi meccanismi.
Gli animali sottoposti ad uno stato di stress acuto rispondono con la reazione cosiddetta di “lotta e fuga”,
ovvero un’attivazione del sistema simpatico con liberazione di catecolamine. Oltre a tutte le reazioni sistemiche (alterazioni della frequenza cardiaca, della pressione sistolica, della vascolarizzazione dei vari distretti,
ecc.), tipiche della risposta ortosimpatica, mediate per
lo più da epinefrina e norepinefrina, si ha in questi casi
anche un coinvolgimento delle cellule del sistema immunitario (Santoro, 1996). Queste infatti presentano
sulla loro superficie dei recettori β-adrenergici con funzione inibitoria analoga a quella che verrà descritta di
seguito per il mecccanismo di regolazione della secrezione dei glucocorticoidi (Kelley, 1988).
La stimolazione da parte di agenti stressogeni determina, mediante una connessione nervosa, la secrezione ipotalamica di un fattore rilasciante la corticotropina (CRF).
Questo peptide ha l’effetto di favorire il rilascio dell’ormone adrenocorticotropo (ACTH), di origine ipofisaria che
ha come cellule bersaglio le cellule della corticale surrenale che, a loro volta, rilasciano nel sangue i glucocorticoidi.
È stato dimostrato che il trasporto favorisce un marcato
incremento nei tassi ematici di questi ormoni che raggiungono il livello di picco in ventiquattro ore rimanendo a
questi livelli per un giorno, per tornare a valori normali
entro sette giorni.
È stato ipotizzato che l’azione immunodepressiva dei
glucocorticoidi e delle catecolamine abbia il significato di
modulare la risposta anticorpale inibendo la continua proliferazione dei linfociti-T attivati dagli antigeni con lo scopo di impedire eventuali reazioni autoimmuni. La presenza degli antigeni, infatti, determinerebbe un incremento
nel tasso ematico del cortisolo; inoltre il numero di recettori per questi ormoni sulla superficie cellulare dei linfociti
e di tutte le cellule della serie bianca tenderebbe ad aumentare nel corso dell’infezione. Il primo effetto del cortisolo sulla modulazione del sistema immunitario si esplica
mediante l’inibizione della sintesi dell’interleuchina 1, dell’interleuchina 2 e del recettore per quest’ultima (Blecha,
1986). Tali acquisizioni sono importanti poiché la cascata
dell’interleuchina può modulare la secrezione del fattore
rilasciante la corticotropina e quindi dei glucocorticoidi.
L’interleuchina 1, rilasciata dai macrofagi o dai linfociti attivati, agisce su recettori specifici a livello cerebrale, in
particolare a livello dell’asse ipotalamo-ipofisi.
Altri ormoni che potrebbero essere implicati nella modulazione della risposta immunitaria sono l’ormone della
crescita, la tiroxina e la prolattina. Negli animali adulti, infatti, si verifica l’involuzione del timo in relazione alla caduta dei livelli del GH. Oltre a questo viene portato come
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prova il fatto che questi tre ormoni hanno, in vitro, la capacità di incrementare numerose funzioni delle cellule del
sistema immunitario.
L’immunodepressione si manifesta con una riduzione
della capacità blastogenetica dei linfociti nonostante venga
comunemente registrato uno stato di leucocitosi, probabilmente effetto della mobilizzazione del pool marginale in
risposta alla stimolazione del sistema ortosimpatico. Queste alterazioni durano per molto tempo dopo la cessazione
degli stimoli stressanti (fino a dieci giorni). In particolare
le cellule interessate da questa alterazione sono i linfocitiT, elementi chiave della risposta immunitaria. (Axelrod et
al., 1984; Blecha et al., 1983; Crookshank et al., 1979; Kelley, 1988; Murata, 1989).
Trasporto
In tutto il mondo, nonostante le differenze esistenti
tra le tecniche di allevamento dei vari Paesi, gli animali
vengono trasportati dai pascoli alle strutture di ingrasso
mediante camion o vagoni ferroviari appositi. Il viaggio
dura nella maggior parte dei casi dalle 12 alle 36 ore in
relazione alle differenti distanze tra luogo di partenza e
quello di arrivo.
Prima del trasporto, gli animali normalmente vengono raggruppati in stalle di raccolta, sottostando a diversi eventi stressanti, come la movimentazione, il rimescolamento con altri soggetti a loro ignoti, l’affollamento,
la restrizione alimentare. In tali situazioni certamente si
verificano le condizioni ottimali per la presenza e persistenza di microrganismi diversi con un incremento progressivo della carica infettante ambientale.
Il trasporto è uno dei principali eventi stressanti che intervengono nel condizionare la fase di adattamento dei bovini di nuovo arrivo. All’interno dei camion o dei vagoni
ferroviari gli animali si trovano infatti in situazioni estremamente disagiate, tra le più importanti il digiuno, la difficoltà
di abbeverarsi, e lo stato di paura che spesso esita nel panico, conseguente ai movimenti del mezzo di trasporto, al rumore, all’improvviso contatto con le novità, alle condizioni
ambientali avverse, agli spazi ristretti e al contatto con altri
animali sconosciuti. La durata del trasporto influisce sull’entità dello stress per il protrarsi di tali condizioni disagiate. La morbilità della patologia respiratoria risulta infatti
correlata con la distanza (Church et al., 1981) e con la stagione (Camp et al., 1981).
L’interazione sociale
Diversi sono pertanto i fattori ad azione stressante che rivestono un ruolo determinante nel condizionare lo stato sanitario del bovino e, mentre su alcuni di essi risulta difficile
o impossibile intervenire per altri l’applicazione di specifici
accorgimenti consente di limitare gli effetti negativi da essi
esercitati. Diversi studi evidenziano infatti i positivi effetti
conseguenti all’applicazione di specifiche strategie sia nutrizionali ma anche gestionali, quali la costituzione di gruppi
di animali omogenei per peso, sesso e razza e di adeguata
numerosità, nel migliorare la risposta immunitaria, l’attività
digestiva e lo stato metabolico del soggetto.
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A tale riguardo limitate risultano invece le indagini inerenti l’applicazione di strategie che agiscano direttamente
sulla manifestazione, intensità e durata dell’evento stressante quale ad esempio l’interazione di un soggetto con altri bovini (competizione) o con l’uomo. È noto infatti che
gli atteggiamenti di competizione tipicamente presenti tra
soggetti di nuovo arrivo nel corso delle prime fasi dell’adattamento, rappresentano un aspetto in grado di influenzare ampiamente lo stato sanitario, inteso sia come incideza di affezioni respiratorie che di patologie all’apparato locomotore, e le performance produttive. La competizione è
inoltre stimolata dalle nuove condizioni climatiche, gestionali e nutrizionali presenti nell’allevamento di destinazione
che rappresentano per i bovini di nuovo arrivo motivo di
agitazione e nervosismo.
Proprio in considerazione di tali aspetti frequenti sono
le situazioni in cui risulterebbe necessario o quantomeno
utile sedare gli animali di nuovo arrivo al fine di limitare la
morbilità e gli eventi traumatici. Tale necessità si scontra
però con la difficoltà di reperire prodotti specifici che siano efficaci, registrati e liberamente impiegabili.
In considerazione di quanto accennato e con l’intento
di approfondire le informazioni riguardanti l’impiego di
prodotti fitoderivati nell’allevamento del bovino da carne
sono stati indagati gli effetti della somministrazione nella
dieta di un fitoderivato contenente un estratto di Salicacee, Tiliacee e Ninfeacee ad azione principalmente calmante, sull’assunzione alimentare e sull’incidenza di fratture alle corna e di patologie articolari di origine traumatica in bovini di razza Blonde D’Aquitaine importati dalla
Francia.
MATERIALI E METODI
Lo studio è stato effettuato su 800 bovini di razza
Blonde D’Aquitaine importati dalla Francia a un peso
prossimo a quello di macellazione (peso medio di 580 kg)
e, pertanto, con un periodo di permanenza in allevamento ridotto, risultato mediamente pari a 67 giorni. La scelta si è orientata verso tale tipo genetico proprio per il
temperamento nervoso che caratterizza la razza e per gli
aspetti deleteri ad esso conseguenti particolarmente
quando il periodo intercorrente tra l’arrivo e la macellazione dei soggetti non è tale da consentire l’instaurarsi di
un adeguato equilibrio sociale all’interno dei gruppi. Dopo l’arrivo i bovini sono stati divisi in due gruppi omogenei per peso e fenotipo, controllo e trattato. I soggetti sono stati stabulati in due strutture monofalda, di 40 box
ognuna, con lettiera permanente e con una presenza di
10 capi per box.
Lo studio ha indagato gli effetti della sola somministrazione del fitoderivato composto da estratti di Ninfeacee
(2%), Salicacee (3%) e Tiliacee (2%) ad azione principalmente calmante attraverso la sua inclusione nella dieta per
un periodo di 30 giorni a partire dal momento dell’arrivo
dei bovini in allevamento.
I soggetti sono stati alimentati mediante tecnica unifeed,
con una distribuzione della dieta (Tab. 1) ripetuta nell’arco della giornata in modo che gli animali disponessero costantemente di alimento fresco ed ad libitum.
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Impiego di sostanze naturali nell’allevamento del bovino da carne
Tabella 1
Composizione (%) e caratteristiche nutrizionali della razione (% sulla s.s.)
Composizione
Silomais, 33% s.s.
Mais pastone di granella
Mais farina
Paglia
Saponi di calcio
Mangime composto integrato*
%
Caratteristiche
%
20.0
25.0
25.0
5.0
5.0
20.0
s.s.
Proteina grezza
Estratto etereo
NSC
FG
UFC/kg s.s.
71.80
16.00
5.60
49.80
10.20
1.10
*s.s. 88%, PG 33.0 %, EE 3.5%, Ceneri 6.5%, UFC 1.03.
I parametri indagati hanno riguardato la morbilità, l’assunzione giornaliera di alimento e il numero di bovini con
fratture al corno e di bovini con patologie articolari di origine traumatica, parametri questi utilizzati come indicatori
della presenza e gravità di competizione tra i soggetti. L’elaborazione dei dati è stata effettuata con la procedura
GLM-SAS (2001).
RISULTATI E DISCUSSIONE
Tabella 2
Effetto del trattamento sull’assunzione di alimento e sul numero
di bovini con artropatie di origine traumatica e con frattura delle
corna in soggetti di razza Blonde D’Aquitaine importati dalla Francia
a un peso prossimo (580 kg) a quello di macellazione
PARAMETRI
1
Assunzione, kg s.s./capo/d
Bovini con fratture delle corna, n2
Bovini con artropatie traum., n2
1
2
La somministrazione del fitoderivato nel corso dei primi 30
giorni successivi all’arrivo dei bovini in allevamento, ha determinato un aumento significativo dell’assunzione alimentare
nei soggetti trattati rispetto a quelli di controllo (Tab. 2).
Pur non essendo stato rilevato l’incremento ponderale medio giornaliero dei bovini oggetto di studio si può comunque
ipotizzare che la maggiore assunzione di alimento osservata
nei soggetti che ricevevano il fitoderivato si sia riflessa in un
corrispondente miglioramento delle performance di crescita,
relazione ampiamente riportata da numerosi altri autori (Hutcheson e Cummins, 1984; Laval e Remy, 1994).
Diverse indagini sottolineano come l’affollamento e,
conseguentemente, l’incidenza dei fenomeni di competizione e l’entità e durata dello stress rappresentano fattori
in grado di condizionare l’assunzione di alimento, le
performance di crescita e l’indice di conversione alimentare (Sowell et al., 1999; Loerch and Fluharty, 1999;
Galyean et al., 1999). Nel presente studio pur avendo
operato in condizioni ottimali relativamente alla densità
di soggetti per box, il temperamento nervoso, la spiccata
propensione alla competizione e la facile irascibilità che
caratterizza i bovini di razza Blonde D’Acquitaine sono
risultati fattori in grado di condizionare l’assunzione alimentare e sui quali il trattamento ha agito efficacemente e
rapidamente. Analizzando l’assunzione alimentare nel
corso dell’intero periodo sperimentale (Fig. 1) si osserva
infatti come i bovini supplementati con il fitoderivato siano stati caratterizzati da un progressivo aumento e da un
andamento costante del consumo di alimento, contrariamente a quanto invece riscontrato nei soggetti del gruppo
di controllo. Tali differenze non possono essere certamente imputate a condizioni sanitarie diverse, in particolare
per quanto riguarda la morbilità da patologia respiratoria,
tra i soggetti appartenenti ai due gruppi sperimentali, dal
momento che nessuna affezione di tipo polmonare è stata
rilevata nel corso dell’intero periodo di studio. Tale dato è
in accordo sia con quanto atteso, in rapporto alla catego-
Controllo
Trattato
ES
P
9.27
60
24
10.32
8
2
0.27
4.20
3.08
0.001
0.020
0.031
P<.001
P<.005
FIGURA 1 - Effetto del fitoderivato sull’assunzione di alimento in bovini
di razza Blonde D’Aquitaine importati dalla Francia a un peso prossimo
a quello di macellazione (kg 580).
ria di bovini oggetto di indagine, sia con quanto riportato
in bibliografia, in funzione della fase di crescita considerata. Diversi Autori riportano infatti un’assenza o una limitata presenza di problematiche sanitarie in bovini da
carne d’importazione quando il peso medio dei soggetti
all’arrivo risulta superiore ai 450-500 kg (Dell’Orto e
Sgoifo Rossi, 1998; Sgoifo Rossi et al., 2001). A fronte di
tali considerazioni, le differenze riscontrate sia in termini
di assunzione che di andamento dei consumi di alimento
nell’arco del periodo di studio, possono trovare un’esauriente spiegazione nel diverso equilibrio sociale presente
all’interno dei box dei bovini trattati e dei controlli e,
conseguentemente, nella differente frequenza e violenza
degli atteggiamenti di competizione, come evidenziato
chiaramente dall’incidenza di affezioni articolari di origine traumatica e fratture delle corna osservata nei due
gruppi sperimentali (Tab. 2; Figg. 2 e 3).
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ti con una minore incidenza di affezioni all’apparato locomotore di origine traumatica e di fratture alle corna. Nelle
presenti condizioni sperimentali, l’impiego di tale prodotto si è rivelato pertanto una strategia da tenere in stretta
considerazione al fine sia di facilitare l’adattamento dei
bovini da carne d’importazione alle nuove condizioni ambientali e sociali sia di ridurre l’incidenza delle problematiche sanitarie e dei costi ad esse connessi.
Parole chiave
FIGURA 2 - Effetto del fitoderivato sull’incidenza di soggetti con frattura
della corna in bovini da carne di razza Blonde D’Aquitaine importati dalla Francia a un peso prossimo a quello di macellazione (kg 580).
Sostanze naturali, adattamento, bovino da carne.
Key words
Natural products, receiving period, beef cattle.
Bibliografia
FIGURA 3 - Effetto del fitoderivato sull’incidenza di traumatismi articolari in bovini da carne di razza Blonde D’Aquitaine importati dalla Francia a un peso prossimo a quello di macellazione (kg 580).
Il miglioramento degli equilibri sociali all’interno di un
gruppo di bovini rappresenta pertanto un aspetto da considerare con grande attenzione al fine di elevare il benessere animale e limitare l’incidenza delle problematiche sanitarie. Nel caso specifico e cioè in presenza di soggetti
prossimi alla macellazione, la riduzione degli atteggiamenti
di competizione e del nervosismo dei soggetti in generale,
assume inoltre un ruolo ancor più importante per i riflessi
che tali aspetti esercitano sulla qualità tecnologica, organolettica e sensoriale della carne.
CONCLUSIONI
L’indagine condotta evidenzia che la somministrazione
di un fitoderivato ad azione principalmente calmante contenente estratto di Salicacee, Tiliacee e Ninfeacee, determina un aumento significativo dell’assunzione di alimento
nei bovini di nuovo arrivo. Gli effetti positivi riscontrati
sono da ascrivere alla riduzione degli atteggiamenti di
competizione sociale osservati a seguito del trattamento. È
stata infatti evidenziata una drastica riduzione delle manifestazioni gerarchiche all’interno dei box dei bovini tratta-
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