Università degli studi di Teramo Management e Comunicazione d’Impresa BRANDMANAGEMENT Conoscere e gestire la Marca Prof. Lorenzo Amadio Dott. Alessio Lossano FONTE: BRAND DESIGN, Bassani e Sbalchiero, Alinea Editrice INTRO Per una nuova marca è indispensabile individuare la fascia di prezzo a cui il consumatore sarà disposto ad acquistarla; ¢ I distributori rappresentano al tempo stesso una minaccia e un’opportunità per una marca che scende per la prima volta sul mercato; ¢ Se non si portano i valori di marca all’interno dell’impresa, è difficile assicurare che ogni singola espressione dell’impresa rafforzi la percezione di marca. ¢ Illustreremo come portare con successo la marca sul mercato FONTE: BRAND DESIGN, Bassani e Sbalchiero, Alinea Editrice COME PORTARE CON SUCCESSO LA MARCA SUL MERCATO Una definizione: “Il successo di una marca è il frutto di un giusto prezzo, di una giusta distribuzione e di una giusta cultura aziendale.” FONTE: BRAND DESIGN, Bassani e Sbalchiero, Alinea Editrice COME PORTARE CON SUCCESSO LA MARCA SUL MERCATO ¢ Il prezzo come fattore chiave del successo di marca ¢ Come trasformare la distribuzione in un potente alleato ¢ Come creare una cultura d’impresa che lavora per la marca FONTE: BRAND DESIGN, Bassani e Sbalchiero, Alinea Editrice 1. IL PREZZO COME FATTORE CHIAVE DEL SUCCESSO DI MARCA Per una marca che tenta di introdursi nel mercato è di vitale importanza definire il giusto prezzo. Per giusto prezzo si intende quello che il consumatore sarà disposto a pagare per assicurarsi le caratteristiche della marca, confrontandole con le offerte della concorrenza. Come per la percezione di marca, il prezzo non deve essere mai una conseguenza, mai il punto di partenza per le scelte produttive e distributive: prima va definito il prezzo, poi si valutano le caratteristiche sostenibili in base a quel prezzo! FONTE: BRAND DESIGN, Bassani e Sbalchiero, Alinea Editrice 1. IL PREZZO COME FATTORE CHIAVE DEL SUCCESSO DI MARCA Definizione della brand perception Definizione del prezzo Definizione delle caratteristiche sostenibili Per prima cosa si stabilisce il tipo di percezione che dovrà giungere al consumatore. Poi si definisce il prezzo che il consumatore sarà disposto a spendere per assicurarsi quella percezione. Infine si calcola se a quel prezzo l’impresa è in grado di sostenere la ricerca, la produzione, la distribuzione e la comunicazione e, infine ma non meno importante, fare profitto. FONTE: BRAND DESIGN, Bassani e Sbalchiero, Alinea Editrice 1. IL PREZZO COME FATTORE CHIAVE DEL SUCCESSO DI MARCA Ma come si calcola il giusto prezzo di un prodotto? Per stabilire il prezzo che psicologicamente il consumatore è disposto a spendere per una marca, occorre considerare tre aspetti: la forza effettiva della marca sul mercato q il prezzo psicologico ottimale q i fattori psicologici che influenzano la valutazione del prezzo q 1. IL PREZZO COME FATTORE CHIAVE DEL SUCCESSO DI MARCA La forza della marca sul mercato All’inizio, quando la marca deve guadagnare la fiducia del pubblico e dei distributori, è estremamente importante capire quanto può arrivare a chiedere. Rispetto alla concorrenza e al mercato, la marca può attestarsi su 4 fasce di prezzo. 1. IL PREZZO COME FATTORE CHIAVE DEL SUCCESSO DI MARCA Fascia bassa: quando un’impresa produce un prodotto che non si differenzia dalla concorrenza e non ha particolari valori aggiunti in termini di innovazione ed immagine. É il caso tipico delle commodity, dei b-to-b, ecc. q Fascia medio-alta: quando un nuovo marchio si introduce sul mercato, seppur innovativo, farà bene inizialmente a mantenersi allineato ai prezzi della concorrenza. Offrirà così caratteristiche superiori a un prezzo pari alla concorrenza. Eleverà il prezzo progressivamente nel tempo. É il caso delle marche di un’azienda ben conosciuta dalla distribuzione ma sconosciute al pubblico. q 1. IL PREZZO COME FATTORE CHIAVE DEL SUCCESSO DI MARCA Fascia alta: una marca può cominciare a praticare prezzi superiori alla media (premium price) quando è affermata e offre un prodotto con delle caratteristiche di assoluto rilievo. Il premium price produce l’effetto di sostenere la percezione di qualità della marca, ma è un’arma a doppio taglio. Finché non possono contare su una distribuzione capillare e non hanno una immagine affermata, le marche giovani dovrebbero evitare il premium price. q Fascia altissima: è la nicchia presidiata dalle marche superstar come Prada, Gucci, Armani. In questo caso il prezzo elevato di questi prodotti viene utilizzato come segnale per rinforzare la percezione del valore della marca. q 1. IL PREZZO COME FATTORE CHIAVE DEL SUCCESSO DI MARCA La determinazione del prezzo psicologico ottimale Il consumatore valuta il prezzo di un prodotto in base a tre punti di riferimento: il prezzo di riferimento (valore medio nello spettro dei prezzi e dei prodotti similari) q il prezzo-soglia minimo (il prezzo minimo accettabile al di sotto del quale il consumatore sospetterebbe un’assenza di qualità) q il prezzo soglia-massimo (il prezzo massimo che il consumatore è disposto a spendere per un prodotto) q 1. IL PREZZO COME FATTORE CHIAVE DEL SUCCESSO DI MARCA Attraverso una ricerca di mercato è possibile determinare i prezzi-soglia inferiore e superiore e poi, all’interno di questo spettro, il prezzo di vendita ottimale. Il prezzo di vendita più giusto sarà sempre quello che permette di massimizzare lo sviluppo della domanda (vedi tabella pagina 153 libro) 1. IL PREZZO COME FATTORE CHIAVE DEL SUCCESSO DI MARCA Fattori psicologici che influenzano la sensibilità al prezzo. Thomas T. Nagle, un esperto di pricing, ha individuato una serie di fattori che influenzano la sensibilità al prezzo. 1. IL PREZZO COME FATTORE CHIAVE DEL SUCCESSO DI MARCA 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. Unicità del prodotto Consapevolezza dell’esistenza di prodotti sostitutivi Scarsa confrontabilità Entità della spesa Composizione dell’acquisto Condivisione della spesa Prodotti complementari Rapporto qualità/prezzo Conservabilità 1. IL PREZZO COME FATTORE CHIAVE DEL SUCCESSO DI MARCA Tattiche di prezzo. Una volta definito il prezzo ottimale, è possibile correggerlo ulteriormente attraverso una serie di tattiche che contribuiscono a predisporre positivamente l’atteggiamento dei clienti. 1. IL PREZZO COME FATTORE CHIAVE DEL SUCCESSO DI MARCA Tattiche di prezzo. q Il prezzo approssimato q Il prezzo “consolidato” q Il prezzo di prestigio q Il prezzo di richiamo q Il line-pricing q Le promozioni q Finanziamento all’acquisto 2. COME TRASFORMARE LA DISTRIBUZIONE IN UN POTENTE ALLEATO Le marche leader godono di un forte potere nei confronti della distribuzione. Il richiamo che esercitano verso il cliente finale permette alle marche affermate di imporre ai dettaglianti le proprie condizioni. Al contrario, le marche in via d’affermazione devono sostenere una dura lotta per entrare nel negozio ma, d’altra parte, per una marca agli inizi il negoziante può essere il suo migliore alleato. 2. COME TRASFORMARE LA DISTRIBUZIONE IN UN POTENTE ALLEATO Il segreto per schierare il dettagliante dalla propria parte è coinvolgerlo! Un dettagliante coinvolto si sente responsabile del successo della marca e farà di tutto per sostenerla! Per coinvolgerlo bisogna dimostrargli che la marca è fondata su presupposti concreti ed ha progetti ed obiettivi precisi. Allo stesso tempo bisogna familiarizzarlo all’immagine di marca. 2. COME TRASFORMARE LA DISTRIBUZIONE IN UN POTENTE ALLEATO Da un lato il coinvolgimento, dall’altro la familiarizzazione all’immagine di marca: quando queste due strategie lavorano in sinergia, possono ottenere grandi risultati. Analizziamo, a tal riguardo, l’esempio di Giorgio Grande, un piccolo marchio orafo che grazie ad un accorta politica di distribuzione e immagine è riuscito a raddoppiare il fatturato nel giro di un anno. 2. COME TRASFORMARE LA DISTRIBUZIONE IN UN POTENTE ALLEATO Coinvolgere il dettagliante Per coinvolgere il dettagliante bisogna dimostrargli che gli assicureremo dei guadagni. La presentazione di una marca si sviluppa attraverso una serie di passi. 2. COME TRASFORMARE LA DISTRIBUZIONE IN UN POTENTE ALLEATO Contestualizzare il marchio nel mercato Ogni nuova iniziativa di mercato parte da un’approfondita analisi e mette in luce l’esistenza di opportunità e il modo in cui il prodotto può rispondervi. L’obiettivo è quello di fargli capire su basi oggettive come il marchio sia stato concepito per rispondere ai bisogni suoi e dei suoi clienti. 2. COME TRASFORMARE LA DISTRIBUZIONE IN UN POTENTE ALLEATO Contestualizzare il marchio nel mercato Quando nel 1999 venne lanciato il marchio Giorgio Grande, un piccolo marchio di gioielleria, il mondo della gioielleria era in piena crisi. Giorgio Grande si presenta come una marca piccola ma agguerrita, che offre un prodotto studiato ad hoc per i consumatori e che consente ai gioiellieri di ordinare quantitativi affatto pesanti rispetto a quelli richiesti dai marchi leader. 2. COME TRASFORMARE LA DISTRIBUZIONE IN UN POTENTE ALLEATO Contestualizzare il marchio nel mercato Le argomentazioni di sell-in vengono raccolte in un folder che espone sinteticamente le argomentazioni di vendita. Ed include anche il “contratto di marca”. Il folder deve illustrare tutte le scelte fatte dal brand, gli obiettivi e le strategie che utilizzerà per raggiungerli. 2. COME TRASFORMARE LA DISTRIBUZIONE IN UN POTENTE ALLEATO Il contratto di marca Il “contratto di marca” esplicita la strategia dell’impresa attraverso una serie di promesse. Il nucleo centrale della promessa di Giorgio Grande è offrire al mercato un prodotto in linea con le nuove tendenze e ai gioiellieri un marchio distintivo rispetto alla concorrenza. 2. COME TRASFORMARE LA DISTRIBUZIONE IN UN POTENTE ALLEATO Il contratto di marca Tale promessa si sviluppa in 6 punti: u Un prodotto che risponde alle esigenze del pubblico u Immagine u Prezzo equo u Programma di rinnovo delle collezioni u Esclusiva u Servizio 2. COME TRASFORMARE LA DISTRIBUZIONE IN UN POTENTE ALLEATO L’accordo economico Punto centrale del “contratto di marca” riguarda il guadagno del negoziante. Quest’aspetto può essere trattato in due modi: evidenziando il guadagno che ricaverà dalle vendite e sottolineando come la marca lo aiuti a minimizzare i rischi. 2. COME TRASFORMARE LA DISTRIBUZIONE IN UN POTENTE ALLEATO L’accordo economico Evidenziare il guadagno. Per una marca in fase di lancio l’invenduto costituisce un’incognita che rende impossibili le previsioni. E’ invece possibile evidenziare il guadagno “psicologico”. I marchi affermati impongono margini ristretti. Per un marchio in fase di lancio si evidenzieranno margini maggiori, minori quantità imposte e il fatto che il prodotto è dotato di un ricco di set di strumenti pubblicitari a supporto della vendita. 2. COME TRASFORMARE LA DISTRIBUZIONE IN UN POTENTE ALLEATO L’accordo economico Minimizzare i rischi Una marca in fase di lancio rappresenta un rischio per il venditore. Per questo il venditore tenderà, all’inizio, ad acquistare quantità minime. Ma concedere al negoziante quantità minime o concedergli la merce in conto vendita è un circolo vizioso. Il dettagliante deve impegnarsi a spingere la marca. Per questo è importante imporre tetti minimi, aiutando il negoziante a minimizzare i rischi, ad esempio tramite il ritiro o cambio merce, oppure offrendogli sistemi di finanziamento sugli acquisti. 2. COME TRASFORMARE LA DISTRIBUZIONE IN UN POTENTE ALLEATO Creare familiarità con l’immagine di marca Uno dei maggiori ostacoli per le nuove marche consta nella scarsa o totale assenza di notorietà. La mancanza di notorietà costituisce il principale ostacolo all’ingresso di nuovi brand nella distribuzione. Per questo è importante che l’impresa prepari il terreno al rivenditore familiarizzando i negozianti alla marca. L’impresa deve sfruttare tutte le occasioni di contatto con il trade per riproporre la sua immagine e creare familiarità attraverso una ampia riconoscibilità. 2. COME TRASFORMARE LA DISTRIBUZIONE IN UN POTENTE ALLEATO Puntare su un’immagine facilmente riconoscibile Creare familiarità significa fissare nella mente del dettagliante l’immagine di marca. Per essere efficaci in comunicazione occorre essere realisti. E bisogna farlo non con argomentazioni dettagliate ma concentrandosi su un messaggio semplice ed una immagine memorabile. Il messaggio deve essere incisivo, puntare su un unico vantaggio del prodotto e deve mostrare una immagine semplice e memorabile. 2. COME TRASFORMARE LA DISTRIBUZIONE IN UN POTENTE ALLEATO Creare sequenze lineari di riproposizione dell’immagine Per essere assimilata l’immagine di marca deve essere vista ripetutamente dal dettagliante. Una sequenza lineare di riproposizione dell’immagine è una tecnica attraverso cui si sottopone il cliente ad un contatto ripetuto e pianificato: u Il direct mailing u Le fiere u La pubblicità u Strumenti collaterali (+ immagine coordinata) 2. COME TRASFORMARE LA DISTRIBUZIONE IN UN POTENTE ALLEATO Costruire una percezione con il belowthe-line: Giorgio Grande L’immagine di Giorgio Grande è concentrata sul volto pulito ed elegante di una modella. La foto è di un beige che permea ogni aspetto della comunicazione a 360°. Il volto della modella, il tono caldo del beige e il marchio diventano le tre coordinate dell’immagine di Giorgio Grande che viene ripetuta ad ogni occasione di contatto con il pubblico. 2. COME TRASFORMARE LA DISTRIBUZIONE IN UN POTENTE ALLEATO Costruire una percezione con il below-theline: Giorgio Grande Il gioielliere entra a contatto con l’immagine di marca Giorgio Grande in ogni dove. Così quando i rappresentanti entrano nei negozi mostrando il folder con l’immagine della modella, vengono immediatamente riconosciuti. La pianificazione pubblicitaria nel periodo del lancio del prodotto su mezzi considerati dai gioiellieri come prestigiosi e attendibili è stata una delle strategie di Giorgio Grande. 2. COME TRASFORMARE LA DISTRIBUZIONE IN UN POTENTE ALLEATO Costruire una percezione con il belowthe-line: Giorgio Grande Attraverso la ripetizione coerente e continua della sua immagine, Giorgio Grande, è riuscito a costruire una forte familiarità con i gioiellieri e ad entrare agevolmente nei negozi, raddoppiando in un anno il fatturato! 3. COME CREARE UN CULTURA D’IMPRESA CHE LAVORA PER LA MARCA Il successo di una marca dipende dalla partecipazione di tutta l’impresa. Per una impresa brand-oriented i valori di marca devono diventare patrimonio interno dell’impresa pari al know-how professionale e produttivo. Bisogna impregnare della visione di marca ogni aspetto della vita aziendale. I dipendenti di imprese come Disney, Armani, Coca Cola, sono orgogliosi di lavorare per la marca. L’orgoglio produce senso di responsabilità. Il senso di responsabilità genera impegno. E l’impegno produce risultati concreti! 3. COME CREARE UN CULTURA D’IMPRESA CHE LAVORA PER LA MARCA L’errore più comune che fanno le imprese nei confronti della marca è considerarla un lifting dell’immagine. Per rendere viva ed operante la cultura di marca all’interno dell’azienda, bisogna riorganizzare le risorse interne in modo che lavorino sinergicamente intorno ad obiettivi comuni. Il modo migliore è la creazione di una struttura trasversale di manager che fanno da collante tra le varie divisioni. 3. COME CREARE UN CULTURA D’IMPRESA CHE LAVORA PER LA MARCA L’impegno del top management è essenziale per sviluppare una mentalità aziendale realmente orientata alla marca. I manager dovranno essere una fonte di ispirazione per i dipendenti e, allo stesso tempo, assicurarsi che essi ottengano risultati concreti nei tempi e nei modi desiderati. A sua volta il management di controllo fungerà da filtro degli input che provengono dal basso. I manager rappresentano una cerniera indispensabile per diffondere e sostenere la cultura di marca, per assecondarne la crescita e garantire il raggiungimento dei risultati. 3. COME CREARE UN CULTURA D’IMPRESA CHE LAVORA PER LA MARCA Far penetrare la cultura di marca all’interno dell’impresa è un compito che richiede un impegno senza sosta. Per diffondere la cultura di marca all’interno dell’impresa, occorre innanzitutto farne capire lo spirito. Ma diffondere la cultura di marca non è sufficiente, se questa non si traduce in risultati concreti. Per questo è necessario far capire perché la marca è stata creata e con quali obiettivi. Bisogna assicurarsi che i dipendenti sappiano cosa ci si aspetta da loro e che il loro impegno sarà misurato. Manager compresi. 3. COME CREARE UN CULTURA D’IMPRESA CHE LAVORA PER LA MARCA Per diffondere e mantenere viva questa cultura occorre creare un comitato di controllo che vede in prima persona l’impegno della dirigenza. Il comitato di controllo della marca include tutti i rappresentanti di tutti i settori-chiave dell’azienda ed in particolare i reparti marketing, commerciale, ricerca e sviluppo, produttivo e del personale. Il suo coinvolgimento dovrebbe partire nel momento stesso della progettazione della marca, quando si definiscono il posizionamento e le strategie di marketing. 3. COME CREARE UN CULTURA D’IMPRESA CHE LAVORA PER LA MARCA I compiti del comitato consistono in: q Promuovere e ispirare la cultura di marca nell’azienda q Motivare e addestrare i dipendenti q Fissare gli obiettivi dei dipendenti, fissarne le modalità di raggiungimento e monitorarne i risultati q Trasmettere gli input alla direzione e aggiornarla sui progressi della marca q Raccogliere input dalla loro area funzionale secondo richieste precise 3. COME CREARE UN CULTURA D’IMPRESA CHE LAVORA PER LA MARCA Un’impresa brand-oriented dovrebbe respirare quotidianamente i valori a cui si ispira. Per fare questo bisogna prevedere momenti di formazione e strumenti di comunicazione interna per tenere aggiornati i dipendenti sui progressi della marca. La prima cosa da fare è approntare un documento, il folder di marca, che costituisce il punto di riferimento essenziale della marca all’interno dell’impresa. 3. COME CREARE UN CULTURA D’IMPRESA CHE LAVORA PER LA MARCA Il folder di marca è la “bibbia” della marca. Il suo scopo è trasmettere lo spirito di marca, facendo capire a quali valori si ispira, qual è la sua personalità, quale è la sua immagine, quali obiettivi intende raggiungere, come intende raggiungerli ed in quanto tempo. Il folder di marca, per molti aspetti simile al folder di vendita prima accennato, dovrebbe essere dettagliato, ma sintetico: un unico concetto per pagina, descritto con poche e semplici frasi e illustrato per immagini. 3. COME CREARE UN CULTURA D’IMPRESA CHE LAVORA PER LA MARCA Altrettanto importante è la formazione. L’addestramento del personale comporta due fasi: per prima cosa occorre diffondere la visione di marca e assicurarsi che sia ben compresa da tutti; poi occorre spiegare ad ogni componente dell’organizzazione cosa ci si aspetta dal suo lavoro. Non si tratta solo di un’adesione formale, ma di raggiungere un cambiamento del comportamento. I momenti di formazione dovrebbero essere ripetuti nel tempo, in modo da rafforzare la consapevolezza dei dipendenti e da tenerli aggiornati sui loro ruoli. 3. COME CREARE UN CULTURA D’IMPRESA CHE LAVORA PER LA MARCA Per rafforzare lo spirito dell’azienda e tenere aggiornati i dipendenti sui loro compiti, l’impresa può attivare due mezzi: un house-organ e un sito intranet. L’house-organ è il giornale interno che parla della marca, dei suoi progressi, delle novità che la riguardano e della sua visione del mercato. L’house-organ dovrebbe essere incentrato sui contenuti dell’azienda, ma dovrebbe proporre anche temi di alto respiro riguardanti argomenti di marketing di interesse comune. In questo modo può essere interessato anche ai distributori. 3. COME CREARE UN CULTURA D’IMPRESA CHE LAVORA PER LA MARCA Il sito intranet viene invece utilizzato per le comunicazioni interne. Tra i principali vantaggi che offre: Permette di comunicare velocemente e con la sicurezza che il messaggio arriverà al destinatario q Permette ai dipendenti dei diversi reparti di comunicare tra loro e facilita la comunicazione verso l’alto q Permette di condurre iniziative di formazione online, senza spostare i dipendenti dalla loro postazione q 3. COME CREARE UN CULTURA D’IMPRESA CHE LAVORA PER LA MARCA Altra fase importante è costituita dal lancio della marca. L’occasione per il lancio potrebbe essere una festa dove vengono invitati i dipendenti con le loro famiglie. Durante la festa l’amministratore delegato presenta il nuovo corso della marca. Una manifestazione di questo genere produce l’effetto di sottolineare una rottura con il passato e la conversione dell’azienda ad una nuova fase!