[(x − x0 ) + x0 ]n e ∞ X ∞ X n X n n−k f (x) = an [(x − x0 ) + x0 ] = an · x0 (x − x0 )k = k n=0 n=0 k=0 n (poiché la somma è estesa agli indici (k, n) ∈ N2 con n ≥ k) "∞ # ∞ X X n n−k = an x0 (x − x0 )k = k k=0 n=k " # ∞ ∞ X X n−k = n(n − 1) · . . . · (n − k + 1)an x0 (x − x0 )k = k=0 n=k (per il teorema 4.6.5) ∞ X 1 (k) f (x0 )(x − x0 )k . = k! k=0 Occorre però verificare la validità della terza uguaglianza: cioè, bisogna verificare che se {ank : n, k ∈ N, n ≥ k} è una famiglia di numeri reali o complessi tali che " n # ∞ X X |ank | = L < +∞, n=0 k=0 allora le serie ∞ X ank per ogni k ∈ N, "∞ ∞ X X n=0 n=k # ank , k=0 "∞ ∞ X X k=0 # ank n=k sono assolutamente convergenti e si ha "∞ # "∞ # ∞ ∞ X X X X ank = ank . n=0 k=0 k=0 n=k A questo scopo si utilizzi l’esercizio 2.8.4.] 4.7 Confronto di infinitesimi e infiniti Nel calcolo di limiti di funzioni di una variabile, il più delle volte ci si trova a dover determinare l’effettivo comportamento di una forma indeterminata 290 del tipo 0/0 oppure ∞/∞. A questo scopo è utile la seguente terminologia. Siano f, g funzioni definite in un intorno di x0 , ove x0 ∈ R oppure x0 = ±∞, e infinitesime per x → x0 , cioè (definizione 3.3.1) tali che lim f (x) = lim g(x) = 0. x→x0 x→x0 Supporremo, per semplicità, che f e g siano diverse da 0 in un intorno di x0 (salvo al più x0 ). Diremo che f è un infinitesimo di ordine superiore a g per x → x0 (oppure, equivalentemente, che g è un infinitesimo di ordine inferiore a f per x → x0 ) se f (x) = 0; lim x→x0 g(x) in tal caso useremo la scrittura f (x) = o(g(x)) per x → x0 , che si legge “f è o-piccolo di g per x → x0 ”. Diciamo che f e g sono infinitesimi dello stesso ordine per x → x0 se esiste λ ∈ R \ {0} tale che f (x) = λ. lim x→x0 g(x) Esempi 4.7.1 (1) sin2 x è un infinitesimo per x → 0 di ordine superiore a x, dello stesso ordine di x2 , e di ordine inferiore a x3 , in quanto sin2 x = 0, x→0 x lim sin2 x = 1, x→0 x2 lim x3 = 0. x→0 sin2 x lim (2) e−x è un infinitesimo per x → +∞ di ordine superiore a x−n qualunque sia n ∈ N+ , in quanto lim e−x xn = 0 x→+∞ ∀n ∈ N+ . (3) 1/ ln x è un infinitesimo per x → 0+ di ordine inferiore a xε qualunque sia ε > 0, in quanto lim+ xε ln x = 0 ∀ε > 0. x→0 (4) Se f è derivabile in x0 , allora l’osservazione 4.1.2 (2) ci dice che f (x) − f (x0 ) − f 0 (x0 )(x − x0 ) = o(x − x0 ) 291 per x → x0 . (5) Dire che f (x) = o(1) per x → x0 significa semplicemente che f (x) è un infinitesimo per x → x0 . (6) È facile costruire due infinitesimi non confrontabili fra loro: tali sono ad esempio, per x → 0, le funzioni f (x) = x e g(x) = x(2 + sin x1 ). Osservazione 4.7.2 Accanto alla notazione “o-piccolo” esiste anche la scrittura “O-grande”: se f e g sono infinitesimi per x → x0 , dire f (x) = O(g(x)) per x → x0 (che si legge “f (x) è O-grande di g(x) per x → x0 ”) significa che esiste K > 0 tale che |f (x)| ≤ K|g(x)| in un intorno di x0 . Dunque f (x) = o(g(x)) per x → x0 =⇒ f (x) = O(g(x)) per x → x0 , ma il viceversa è falso: basta pensare a due infinitesimi dello stesso ordine. Il risultato che segue aiuta a semplificare il calcolo del limite di una forma indeterminata 0/0. Proposizione 4.7.3 (principio di sostituzione degli infinitesimi) Siano f , g, ϕ, ψ funzioni infinitesime per x → x0 , diverse da 0 per x 6= x0 (con x0 ∈ R oppure x0 = ±∞). Se ϕ(x) = o(f (x)) e per x → x0 , ψ(x) = o(g(x)) e se esiste (finito o infinito) il limite lim x→x0 f (x) , g(x) allora si ha anche ∃ lim x→x0 f (x) + ϕ(x) f (x) = lim . g(x) + ψ(x) x→x0 g(x) Dimostrazione Basta osservare che f (x) + ϕ(x) f (x) 1 + = · g(x) + ψ(x) g(x) 1 + e che il secondo fattore tende a 1 per x → x0 . 292 ϕ(x) f (x) ψ(x) g(x) , Esempi 4.7.4 (1) Si ha, in base al principio di sostituzione, sin x − x2 sin x √ = lim = 1. x→0 x + x x x→0 x lim (2) Calcoliamo (se esiste) il limite sin x − x + ln(1 + x2 ) . x→0 x2 lim La funzione ln(1 + x2 ) è un infinitesimo per x → 0 di ordine superiore sia rispetto a sin x, sia rispetto a x; tuttavia essa non è un infinitesimo di ordine superiore a h(x) = sin x − x, in quanto h(x) è dello stesso ordine di x3 (esercizio 3.3.12) mentre ln(1 + x2 ) è dello stesso ordine di x2 . Sarebbe perciò sbagliato concludere che il limite proposto coincide con sin x − x = 0; x→0 x2 lim esso invece coincide con ln(1 + x2 ) = 1. x→0 x2 Discorsi analoghi, come ora vedremo, valgono per gli infiniti per x → x0 , cioè 1 per le funzioni f definite in un intorno di x0 (salvo al più x0 ) e tali che f (x) sia infinitesimo per x → x0 . Siano f, g due infiniti per x → x0 : diciamo che f è un infinito di ordine superiore a g per x → x0 , ovvero che g è un infinito di ordine inferiore a f per x → x0 , se g(x) = 0; lim x→x0 f (x) in tal caso useremo ancora la scrittura lim g(x) = o(f (x)) per x → x0 . Diciamo che f e g sono infiniti dello stesso ordine per x → x0 se esiste un numero reale λ 6= 0 tale che lim x→x0 g(x) = λ. f (x) Si noti che, in conseguenza delle definizioni di “o-piccolo” e “O-grande”, f è un infinito di ordine superiore a g per x → x0 se e solo se 1/f è un infinitesimo di ordine superiore a 1/g per x → x0 . 293 Esempi 4.7.5 (1) +∞, in quanto √ 1 + x3 è un infinito di ordine superiore a x per x → x = 0. lim √ 1 + x3 x→+∞ (2) tan x è un infinito dello stesso ordine di per x → − π2 + , in quanto sin x = x→−π/2 2 cos x π +x 2 sin x = −2. = lim 2 x→−π/2+ sin π + x 2 lim + (π + 2x) tan x = x→−π/2 (3) Le funzioni 1 π+2x 1 x lim 2 + π +x e x1 (2 + sin x1 ) sono infiniti non confrontabili per x → 0. Proposizione 4.7.6 (principio di sostituzione degli infiniti) Siano f , g, ϕ, ψ funzioni infinite per x → x0 , ove x0 ∈ R oppure x0 = ±∞. Se ϕ(x) = o(f (x)) e ψ(x) = o(g(x)) per x → x0 , e se esiste (finito o infinito) il limite lim x→x0 f (x) , g(x) allora si ha anche ∃ lim x→x0 f (x) + ϕ(x) f (x) = lim . g(x) + ψ(x) x→x0 g(x) Dimostrazione Analoga a quella del principio di sostituzione degli infinitesimi. Un utile strumento per lo studio delle forme indeterminate (non il più importante, però: spesso è più utile la formula di Taylor, come mostreranno l’esempio 4.8.4 (2) e l’esercizio 4.8.7) è il seguente Teorema 4.7.7 (di de l’Hôpital) Sia x0 ∈ [a, b] e siano f, g funzioni derivabili in ]a, b[ \{x0 }. Se: (i) f, g sono entrambe infinitesimi, oppure infiniti, per x → x0 , (ii) g 0 6= 0 in un intorno di x0 (salvo al più in x0 ), 294 (iii) esiste, finito o infinito, il limite lim x→x0 allora ∃ lim x→x0 f 0 (x) , g 0 (x) f (x) f 0 (x) = lim 0 . g(x) x→x0 g (x) Dimostrazione Anzitutto, prolunghiamo oppure ri-definiamo f e g nel punto x0 ponendo f (x0 ) = g(x0 ) = 0. (Ciò è necessario se f e g non sono x nel punto 0, oppure se f e g definite in x0 , come ad esempio nel caso di 1−cos x sono definite in x0 con valori reali non nulli e quindi, per (i), sono discontinue in tale punto.) In questo modo, f e g risultano continue in ]a, b[ e derivabili in ]a, b[ \{x0 }. 0 (x) (x) Dobbiamo calcolare il limite di fg(x) per x → x0 . Detto λ il limite di fg0 (x) per x → x0 , e supposto per fissare le idee λ ∈ R, per ogni ε > 0 esiste δ > 0 tale che 0 f (x) < ε. − λ 0 < |x − x0 | < δ =⇒ g 0 (x) Sia x ∈ ]a, b[ tale che 0 < |x − x0 | < δ, e supponiamo ad esempio x < x0 : allora f e g soddisfano le ipotesi del teorema di Cauchy (teorema 4.3.2) nell’intervallo [x, x0 ]; quindi esiste ξ ∈ ]x, x0 [ tale che f (x) − f (x0 ) f 0 (ξ) f (x) = = 0 . g(x) g(x) − g(x0 ) g (ξ) Ma |ξ − x0 | < |x − x0 | < δ e dunque 0 f (x) f (ξ) = < ε. − λ − λ g(x) g 0 (ξ) Ciò prova che se x > x0 . f (x) g(x) converge a λ per x → x0 . Discorso analogo se λ = ±∞ e Passiamo ora a considerare il caso in cui f e g sono infiniti per x → x0 . In questo caso la dimostrazione è meno semplice. Proveremo la tesi solamente nel caso in cui λ ∈ R; per il caso λ = ±∞ si rimanda all’esercizio 4.7.5. Fissati due punti distinti x, η ∈ ]a, b[ \{x0 }, entrambi minori o entrambi maggiori di x0 , per il teorema di Cauchy possiamo scrivere f (x) − f (η) f 0 (ξ) = 0 , g(x) − g(η) g (ξ) 295 con ξ opportuno punto intermedio fra x e η. Questa scrittura ha senso se i punti x, η sono sufficientemente vicini a x0 , poiché in tal caso vale l’ipotesi (ii), che assicura l’iniettività di g. La relazione sopra scritta equivale, con facili calcoli, a g(η) 1 − g(x) f 0 (ξ) f (x) = , (η) g 0 (ξ) g(x) 1 − ff (x) scrittura che a sua volta ha senso per x sufficientemente vicino a x0 , visto che f e g tendono a ±∞ per x → x0 . Sia ora ε > 0 e sia ε0 ∈ ]0, 1[ un altro numero, che fisseremo in seguito. Per l’ipotesi (iii), esiste δ > 0 tale che 0 f (u) < ε0 − λ per u ∈ ]a, b[ , 0 < |u − u0 | < δ. g 0 (u) Scegliamo η = x0 ± 2δ , a seconda che sia x > x0 oppure x < x0 . Allora quando 0 < |x − x0 | < δ si avrà anche 0 < |ξ − x0 | < δ e dunque 0 f (ξ) 0 g 0 (ξ) − λ < ε . Adesso osserviamo che, con la nostra scelta di η, si ha 1− lim x→x0 e dunque esiste σ ∈ ]0, δ[ tale che 1 − g(η) g(x) − 1 < ε0 1 − f (η) f (x) 1− g(η) g(x) f (η) f (x) = 1, per 0 < |x − x0 | < σ. (x) Valutiamo allora la quantità fg(x) − λ quando 0 < |x − x0 | < σ: si ha 1 − g(η) f 0 (ξ) f (x) g(x) − λ ≤ g(x) − λ = f (η) g 0 (ξ) 1 − f (x) f 0 (ξ) f 0 (ξ) 1 − g(η) g(x) + ≤ ε0 (|λ| + ε0 ) + ε0 . ≤ − 1 − λ g 0 (ξ) g 0 (ξ) 1 − f (η) f (x) 296 Essendo ε0 < 1, deduciamo f (x) < (|λ| + 2)ε0 − λ g(x) per 0 < |x − x0 | < σ, ε e scegliendo infine ε0 < |λ|+2 si conclude che f (x) <ε − λ per 0 < |x − x0 | < σ, g(x) che ‘e la tesi. Osservazioni 4.7.8 (1) Il teorema di de L’Hôpital vale anche nel caso di − rapporti di infinitesimi, o di infiniti, per x → x+ 0 , o per x → x0 , o anche per x → ±∞. Le dimostrazioni sono essenzialmente analoghe (esercizio 4.7.5). (2) La soppressione di una qualunque delle tre ipotesi rende falso il teorema: si vedano gli esercizi 4.7.2 e 4.7.3. 0 (3) In pratica la sostituzione di fg con fg0 porta sovente ad un’ulteriore forma indeterminata. In questi casi, se le tre ipotesi (i)-(ii)-(iii) sono ancora soddisfatte, si può applicare il teorema di de L’Hôpital alle funzioni f 0 e g 0 , e (3) 00 considerare i limiti per x → x0 di fg00 , poi di fg(3) , eccetera, finché non si trova un n ∈ N+ tale che f (n) (x) ∃ lim (n) = λ; x→x0 g (x) si avrà allora (e solo allora, cioè solo quando tale limite esiste) lim x→x0 f (n−1) (x) f (n−2) (x) f (x) = lim = . . . = lim = λ. x→x0 g(x) g (n−1) (x) x→x0 g (n−2) (x) Esempio 4.7.9 Si ha, usando due volte il teorema di de L’Hôpital, cos 2x − cos x −2 sin 2x + sin x −4 cos 2x + cos x 3 = lim = lim =− . 2 x→0 x→0 x→0 x 2x 2 2 lim Esercizi 4.7 1. Nell’enunciato del teorema di de L’Hôpital, nel caso del confronto di due infinitesimi, non si fa l’ipotesi che la funzione g sia diversa da 0 in un intorno di x0 (salvo al più x0 ): si provi che ciò è conseguenza delle altre ipotesi del teorema. 297 2. Posto f (x) = ln x e g(x) = x, si verifichi che lim+ x→0 f (x) f 0 (x) 6= lim+ 0 . g(x) x→0 g (x) Come mai? 3. Calcolare, se esistono, i limiti x + sin x , x→+∞ x (a) lim x2 sin 1/x . x→0 sin x (b) lim 4. Posto f (x) = x + cos2 π4 − x e g(x) = esin x (x + sin x cos x), si verifichi che f 0 (x) f (x) lim 0 = 0, lim non esiste. x→+∞ g (x) x→+∞ g(x) Come mai? 0 (x) 5. Dimostrare il teorema di de L’Hôpital nel caso in cui fg0 (x) → ±∞ per x → x0 , e nel caso di forme indeterminate 0/0 e ∞/∞ per x → ±∞. 6. Sia f : [a, b] → R una funzione continua, sia x0 ∈ ]a, b[ e supponiamo che f sia derivabile in ]a, b[ \{x0 }. Si provi che se esiste limx→x0 f 0 (x) = α ∈ R, allora f è derivabile anche nel punto x0 , con f 0 (x0 ) = α. 7. Calcolare, se esistono, i seguenti limiti: √ (iii) lim+ logx (ex − 1); 2 − sin x − cos x ; x→π/4 ln sin 2x ln(1 + 2ex ) (iv) lim √ ; x→+∞ 1 + x2 x − xx (v) lim ; x→1 1 − x − ln x tan x 1 (vii) lim ; x→0 x (vi) lim tan x · ln sin x; x→0 1 2 ; (viii) lim − x→0 1 − cos x x2 tan x (i) lim+ (arctan x) ; (ii) lim x→0 x→0 298 arcsin x − x ; (x) lim+ (ln x) ln ln x; x→0 x − arctan x x→1 1 1 1/x (xi) lim+ (tan x)e ; (xii) lim ; − x→0 x→0 x2 tan2 x √ (1 + x)1/x 1 + x − e 2 sin12 x (xiii) lim (1 + x ) ; (xiv) lim ; x→0 x→0 x2 x ln x πx (xv) lim+ ; (xvi) lim (1 − x) tan ; x→1 x→0 x 2 (ix) lim (xvii) lim+ (ex − 1)x ; (xviii) lim− x→0 (xix) lim x→0 4.8 tan x x x→1 1/x (ln x)2/3 + (1 − x2 )3/4 (sin(x − 1))2/3 ; ln(1 + x + x2 ) + ln(1 − x + x2 ) . x→0 sin2 x ; (xx) lim Formula di Taylor Consideriamo una funzione f : ]a, b[ → R e fissiamo un punto x0 ∈ ]a, b[ . Come sappiamo, se f è continua allora f (x) − f (x0 ) = o(1) per x → x0 , mentre se f è derivabile allora f (x) − f (x0 ) − f 0 (x0 )(x − x0 ) = o(x − x0 ) per x → x0 . Il risultato che segue generalizza questa proprietà di approssimabilità. Teorema 4.8.1 (formula di Taylor) Sia f una funzione derivabile k volte in ]a, b[ , ove k ∈ N, e sia x0 ∈ ]a, b[ . Allora esiste un unico polinomio Pk (x) di grado al più k, tale che f (x) − Pk (x) = o (x − x0 )k per x → x0 ; tale polinomio è dato da k X 1 (n) Pk (x) = f (x0 )(x − x0 )n n! n=0 e si chiama k-simo polinomio di Taylor di f di centro x0 . 299