LA CRISI DELLA DOTTRINA PLATONICA DELLE IDEE

LA
CRISI DELLA DOTTRINA PLATONICA DELLE
IDEE
Prima difficoltà: di quali oggetti e realtà esistono le IDEE ?
PLA è convinto che esistano Idee dei Valori e delle Virtù Morali, prima tra tutte la GIUSTIZIA, e
delle Idee Matematiche, come l’Idea di UGUAGLIANZA, ma è dubbioso sull’esistenza di Idee
corrispondenti alle realtà empiriche, come l’Idea di Albero, l’Idea di Casa ecc….
Infatti, se si ammettono IDEE corrispondenti alle realtà empiriche, bisognerà spiegare la relazione
per es. tra l’Idea di Albero, come realtà Universale che unifica la totalità degli Alberi, privo di
qualità, e il singolo Albero individuale che incontriamo nell’esperienza. Come può essere che
l’Individuo empirico, nella sua materialità, sia l’incarnazione di una realtà Forma Universale, fatta
di Pensiero e trascendente la realtà empirica ? Come può sussistere una identità della Parte con il
Tutto, che le Idee Morali e Matematiche accuratamente evitavano? E se anche esistesse questa
identità, non sarebbero allora le Idee stesse dei semplici doppioni delle realtà empiriche, come
appunto affermerà Aristotele ?
Seconda difficoltà: come spiegare la relazione tra le Idee e le corrispondenti realtà empiriche?
PLA tenta di spiegare questo rapporto in due modi, senza però trovare una soluzione
soddisfacente.
Prima soluzione: gli INDIVIDUI molteplici sono in una relazione di Partecipazione o METESSI con
l’unità dell’ Idea; ma come si realizza tale Partecipazione ?
A. Se l’Idea è partecipata da molteplici Individui, nel senso che ciascun Individuo ne realizza una
Parte, con ciò andrebbe perduta l’Unità dell’Idea, in quanto frammentata nella totalità degli
Individui da essa unificati, risultando così al tempo stesso, e in maniera contraddittoria, UNA e
MOLTEPLICE;
B. Se invece l’Idea, per non essere frammentata nelle Parti presenti in ciascun Individuo, fosse
presente nella sua interezza in ogni Individuo, anche in questo caso l’Idea si ritroverebbe ad essere
contemporaneamente UNA, come unificazione della totalità degli Individui, e MOLTEPLICE, in
quanto moltiplicata per il numero degli Individui.
Seconda soluzione: invece che un rapporto di Partecipazione o METESSI, si può pensare che tra le
Idee e gli Individui ci sia un rapporto di Imitazione o MIMESI; ma a questo tentativo di spiegazione
PLA stesso oppone il famoso argomento del Terzo Uomo, che sarà poi utilizzato anche da ARI
contro PLA:
se l’Individuo Uomo, nella sua singolarità in carne ed ossa, è una Imitazione (o Copia) dell’Idea di
Uomo, che è di tutt’altra natura in quanto è il concetto Universale della totalità degli Uomini, tale
imitazione sarà possibile solo in virtù di un Terzo Uomo che sia al contempo Individuale e
Universale, così da comprendere come sue Parti il primo e il secondo Uomo; ma in questo Terzo
Uomo si riproduce il dualismo tra il suo essere un Individuo e al contempo l’Universale che unifica
il primo e il secondo uomo; servirà quindi un Quarto Uomo come l’Individuo che è insieme
Universale perché unifica i primi tre, e così via all’infinito…… ; come si vede, ogni nuova Unità
riproduce la distinzione tra Universale ed Individuale, rendendo necessario il ricorso ad una Unità
antecedente, ma lasciando comunque inspiegato come possa sussistere l’Idea come realtà
contemporaneamente UNA e MOLTEPLICE.
Terza difficoltà: quale rapporto esiste tra l’Unità dell’Idea e la Molteplicità dei Concetti che
possono pensarla nella Conoscenza umana ?
Se l’Idea è UNA, come potremo averne il Concetto nella nostra mente se già questa conoscenza è
una sua duplicazione, come pure accade nella Molteplicità dell’Idea pensata e conosciuta
potenzialmente nella mente di tutti gli uomini?
PLA conclude che considerare l’Idea come l’Unità di una realtà Assoluta, senza alcuna relazione ad
altro, vorrebbe dire ritenerla Inconoscibile, ridotta alla tautologia di ciò che è sempre identico a sé
stesso, come l’Essere di Parmenide.
Se invece ne riconosciamo la Molteplicità in quanto riproducibile nei Concetti delle menti di tutti
gli uomini, ecco che si ripropongono i medesimi problemi della Metessi e della Mimesi visti nel
rapporto tra Idee e Individui, con il risultato di togliere ogni valore Universale e oggettivo alle Idee,
riducendo i nostri Concetti a parzialità soggettive, al livello delle mere Opinioni a cui i Sofisti
riducevano tutta la conoscenza umana.
Di fronte a questo dilemma rischia di vanificarsi la pretesa platonica di una Filosofia che innalzi il
Sapere a Scienza, cioè ad un sapere oggettivo e condiviso, oltre il soggettivismo dei Sofisti.
Quarta difficoltà: come pensare il rapporto tra le Idee stesse, considerate come oggetti molteplici
della Conoscenza umana?
Se è vero che è la visione dell’Idea di BENE, simboleggiato dal Sole del Mito della Caverna, a
distinguere un’Idea dall’altra, e che i nostri Concetti ne sono il riflesso, non accadrà forse che la
pensabilità di un’ Idea in un Concetto sia possibile solo relegando nel non pensato e nel NON
ESSERE tutte le altre Idee?.....cosicchè la conoscibilità di un’Idea implicherebbe necessariamente
la sua distinzione e il NON ESSERE di tutte le altre ?
PLA si scontra così con il divieto parmenideo secondo cui l’ESSERE sempre E’ e non può NON
ESSERE, mentre il NULLA, il NIENTE dell’ESSERE, non può essere pensato. Il rapporto tra le Idee,
nella conoscibilità che ne abbiamo attraverso i Concetti, sembra implicare invece la pensabilità del
NULLA, del NON ESSERE, contro il divieto assoluto imposto dal venerato Parmenide. Questo
divieto è l’ostacolo che PLA deve affrontare se vuole superare tutte le difficoltà che sono emerse
sulla realtà delle Idee e poter comprendere come l’Idea possa essere contemporaneamente UNA e
MOLTEPLICE.