Il superuomo: così parlò Zarathustra

CSTG
Centro Studi di
Terapia della Gestalt
a cura Sara Bergomi
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Il superuomo: così parlò Zarathustra
di Friedrich Nietzsche
Così parlò Zarathushtra:
Io vi insegno il superuomo. L'uomo è qualcosa che deve essere superato. Che avete fatto
per superarlo? Avete percorso il cammino dal verme all'uomo, e molto in voi ha ancora del
verme. In passato foste scimmie, e ancor oggi l'uomo è più scimmia di qualsiasi scimmia.
Ecco, io vi insegno il superuomo!
Il superuomo è il senso della terra. Dica la vostra volontà: sia il superuomo il senso della
terra!
Vi scongiuro, fratelli, rimanete fedeli alla terra e non credete a quelli che vi parlano di
sovraterrene speranze! Lo sappiano o no: costoro esercitano il veneficio.
Dispregiatori della vita essi sono, moribondi e avvelenati essi stessi, hanno stancato la
terra: possano scomparire! Un tempo il sacrilegio contro Dio era il massimo sacrilegio, ma
Dio è morto, e così sono morti anche tutti questi sacrilegi.
Commettere il sacrilegio contro la terra, questa oggi è la cosa più orribile.
Zarathustra guardò meravigliato la folla. Poi parlò così:
L'uomo è un cavo teso tra la bestia e il superuomo, un cavo al di sopra di un abisso. Un
passaggio periglioso, un periglioso essere in cammino, un periglioso guardarsi indietro e
un periglioso rabbrividire e fermarsi.
La grandezza dell'uomo è di essere un ponte e non uno scopo: nell'uomo si può amare
che egli sia una transizione e un tramonto.
Io amo coloro che non sanno vivere se non tramontando, poiché essi sono una
transizione. Io amo colui che vive per la conoscenza e vuole conoscere, affinché un giorno
viva il superuomo. E così egli vuole il proprio tramonto.
Io amo colui l'anima del quale trabocca da fargli dimenticare se stesso, e tutte le cose
sono dentro di lui: tutte le cose divengono così il SUO tramonto. Io amo colui che è di
spirito libero e di libero cuore: il SUO cervello, in tal modo, non è altro che le viscere del
cuore, ma il suo cuore lo spinge a tramontare. Io amo tutti coloro che sono come gocce
grevi, cadenti una ad una dall'oscura nube incombente sugli uomini: essi preannunciano il
fulmine e come messaggeri periscono.
Ecco, io sono un messaggero del fulmine e una goccia greve cadente dalla nube: ma il
fulmine si chiama superuomo.
E' tempo che l'uomo fissi la propria meta. E' tempo che l'uomo pianti il seme della
speranza più alta.
Io vi dico: bisogna avere ancora un caos dentro di sé per partorire una stella danzante. Io
vi dico: voi avete ancora del caos dentro di voi.
E così parlò al suo cuore:
Una nuova luce è sorta al mio orizzonte: compagni di viaggio mi occorrono e vivi, non
compagni morti e cadaveri, da trascinare dove io voglio.
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Centro Studi di
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a cura Sara Bergomi
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A portar via molti dal gregge - per questo io sono venuto. Pieni di collera verso di me,
hanno da essere il popolo ed il gregge: predone vuol essere chiamato dai pastori,
Zarathustra.
Guarda i credenti di tutte le fedi! Chi odiano essi massimamente? Colui che spezza le loro
tavole dei valori, il distruttore, il delinquente - ma questi è il creatore.
Compagni per il suo viaggio cerca il creatore e non cadaveri, e neppure greggi e fedeli.
Compagni nella creazione cerca il creatore, che scrivano nuovi valori, su tavole nuove.
Compagni cerca il creatore, tali che sappiano affilare le falci. Distruttori li chiameranno e
dispregiatori del bene e del male. Essi invece sono i mietitori che celebrano la festa.
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