Sviluppo economico e organizzazioni internazionali Lezione 11 Milica Uvalic Facoltà di Scienze Politiche AA 2013-2014 1 La transizione in Serbia Libro Serbia’s Transition: Towards a Better Future, 2010 (UK: Palgrave, Macmillan, USA: St. Martin’s Press) Traduzione serba (Belgrado, 2012) Caso molto specifico di transizione verso una economia di mercato 2 Repubblica Federale Socialista della Jugoslavia (SFRY), 1991 3 Motivazioni Perché la Serbia? Ancora oggi si sa poco sulla Serbia Molte questioni controverse Quando inizia la transizione? Nel 1989 o 2000? E’ stata realizzata con successo? Valutazioni e interpretazioni molto diverse, contrasto fra la letteratura economica e politica Il libro esamina i 20 anni di transizione economica della Serbia, ma dentro una cornice storico-politica (impossibile capire fatti economici senza la storia) 4 Motivazioni Obiettivo Spiegare perché un paese che aveva fra le migliori condizioni di partenza (1989) è diventato uno dei principali ritardatari Cause del ritardo Fattori interni (disintegrazione, regime nondemocratico, nazionalismo, guerre …) In 20 anni la Serbia ha cambiato il suo ordinamento politico dello stato ben 5 volte! Ma anche esterni (sanzioni, intervento NATO, politiche dell’UE tardive o non appropriate) Misure internazionali non sempre hanno dato risultati positivi, talvolta sono state perfino controproducenti, in questo modo contribuendo a ritardi ancora maggiori della transizione in Serbia 5 Motivazioni Orizzonte temporale Il periodo di 20 anni: 1989-2009 La transizione anche in Serbia inizia nel 1989 Dicembre 1990: le prime elezioni multipartitiche 1988-90: le prime riforme economiche radicali dell’ultimo governo federale Con la fine del regime di Milosevic (ottobre 2001), la Serbia non incomincia la sua transizione da capo, ma con molti problemi ereditati dagli anni novanta Le condizioni in Serbia nel 2000 erano molto peggiori che negli altri paesi est-europei nel 1989 6 Struttura Introduzione Anni ‘90: La transizione ritardata Cap. 2. Serbia all’inizio della transizione (1989) Cap. 3. Primi anni ‘90: instabilità politica e economica Cap. 4. Risultati dopo il 1995 (Accordi di Dayton) Periodo post-2000 Cap. 5. La svolta dell’ottobre 2000 Cap. 6. Risultati delle riforme economiche (2000-08) Cap. 7. Le lacune della strategia economica Cap. 8. I rapporti con l’Unione Europea Cap. 9. Le sfide attuali 7 Cap. 2 Condizioni iniziali (1989) Serbia aveva delle condizioni di partenza favorevoli Vantaggi (Jugoslavia) Lunga esperienza con riforme economiche volte a introdurre elementi di mercato… Rapporti esterni: non era membro del COMECON o del Patto di Varsavia ma un paese non-allineato, rapporti privilegiati con la CEE (dal 1971 …) Serbia: la più grande repubblica jugoslava, peso maggiore in termini di diversi indicatori Svantaggi Crisi politica all’interno della federazione jugoslava disintegrazione del paese (giugno 1991) 8 Condizioni iniziali (1989) 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 Territory Population Bosnia Croatia Employees Investment Macedonia Montenegro GSP Exports Slovenia Imports Serbia total 9 Cap. 3 Primi anni novanta: estrema instabilità politica ed economica Eventi politici: disintegrazione, conflitti armati (Croazia, Bosnia), dure sanzioni internazionali, non-adesione alle organizzazioni internazioni Serbia: alle prime elezioni vince il Partito Socialista Serbo di Milosevic, nato dalla poco riformata Lega dei comunisti della Serbia (continuità politica con il regime precedente) Conseguenze economiche: Guerre politiche economiche espansive, portano ad una delle iperinflazioni più alte della storia economica: nel 1993, un tasso di inflazione del 116.5 trilioni % (a 15 cifre) Caduta estrema del PIL (del 80% nel 1990-93) Rapida svalutazione del dinaro, scompare come mezzo di pagamento 10 Iperinflazione (1992-93) 1.000e+09 La terza più alta (dopo Ungheria 1945, Zimbabwe 2008) La seconda più lunga - 24 mesi (dopo Russia anni ‘20) 1993 50 1000 1000000 1992 0 5 10 15 20 25 month 11 Politica del tasso di cambio Inadeguata! Regime di cambi fissi 12 Primi anni novanta Programma di stabilizzazione di Avramovic (gen. 1994): Riforma monetaria e regime monetario rigido (currency board) L’iperinflazione eliminata, graduale ripresa I risultati positivi durano poco per la mancanza di volontà di realizzare riforme economiche radicali Conseguenze sociali profonde Povertà, differenziazione sociale, criminalità, contrabbando (facilitati dalle guerre e dalle sanzioni) Redistribuzione del redito a favore dell’elite politica e economica, anche tramite le piramidi finanziarie 13 Cap. 4 La Serbia dopo il 1995 Accordi di Dayton (dic. 1995), fine della guerra in Bosnia, speranze di un miglioramento Ma al posto dei cambiamenti radicali, si ha la continuazione dell’instabilità … Le sanzioni internazionali tolte, ma rimane il “muro esterno” delle sanzioni (Milosevic ancora al potere) Conseguenze economiche status non regolarizzato nelle organizzazioni internazionali, alto rischio politico, investimenti esteri quasi inesistenti Qualche miglioramento nell’andamento economico, una nuova legge di privatizzazione, ma progressi lenti 14 La Serbia dopo il 1995 Disordini sociali e politici Proteste massicce contro il regime (inverno 1996-97) dopo il non-riconoscimento della vittoria del Partito Democratico alle elezioni in alcune città serbe Kossovo: Peggioramento progressivo, i primi scontri fra UCK e forze armate serbe Marzo 1998: imposte nuove sanzioni internazionali contro RFJ, rafforzate a marzo 1999, nessun accordo con Milosevic Bombardamenti NATO (24 marzo 1999) per 11 settimane con lo scopo di prevenire la pulizia etnica (senza l’autorizzazione del Consiglio di Sicurezza ONU) Conseguenze economiche gravi distruzione delle infrastrutture, fabbriche, nel 1999 caduta del PIL del 19% e delle esportazioni del 50% … 15 Cap. 5 La svolta del 2000 Ottobre 2000: fine del regime di Milosevic, ma una situazione estremamente complessa Governo democratico (a livello federale, in Serbia a gen. 2001), ma vari problemi e i compiti sull’agenda numerosi Entrata del paese nelle principali organizzazioni internazionali Rapporti difficili fra la Serbia e Montenegro all’interno del governo federale (dal 1997 Montenegro spinge verso l’indipendenza) Condizionalità politiche delle organizzazioni internazionali, ma mancanza di consenso politico sulla consegna di Milosevic al Tribunale dell’Aia (consegnato solo a giugno 2001, la sera prima della conferenza dei donatori per la Jugoslavia a Bruxelles) Forte dipendenza dagli aiuti internazionali, ma condizionati dalla collaborazione politica Stato disastroso dell’economia e della pubblica amministrazione ... La svolta politica ha comunque permesso una forte accelerazione delle riforme economiche della transizione 16 Cap. 6 Le riforme economiche Risultati principali (2000-2008): importanti conquiste Stabilizzazione macroeconomica Forte crescita del PIL: media del 5% annuo (2001-08) Influsso degli IDE (stock di circa $20 miliardi), $ 2,900/cap. Riforme istituzionali: Liberalizzazione dei prezzi e del commercio estero Privatizzazione delle imprese (nuova legge del 2001) Privatizzazione delle banche (dopo il 2003) 80% delle attività bancarie sono oggi di proprietà estera (Banca Intesa al primo posto, Unicredito al sesto) Aumento del tenore di vita: salari netti aumentano di 4 volte (da €90 nel 2001 a €400 nel 2008), il PIL/cap. arriva a $ 6,900 (2008) 17 Forte crescita del PIL & inflazione in diminuzione 18 Investimenti Diretti Esteri, 2001-08 40000 C E E & B altic s 35000 30000 Million US $ C IS 25000 20000 B ulg aria & R omania 15000 10000 We s te rn B alkans 5000 S e rbia 0 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 19 Riforme economiche dopo il 2000 Fallimenti Diminuzione dell’occupazione e crescente disoccupazione Recupero dello sviluppo molto lento 2010: il PIL reale a solo il 70% del suo livello nel 1989 2009: il PIL/cap. della Serbia a 37% della media UE-27 Crescenti squilibri esterni: disavanzi sul conto corrente e sulla bilancia commerciale 20 Crescita senza nuovi posti lavoro (“jobless growth”) 21 Crescita del PIL reale in Serbia/Balcani, 19902008 (1989=100) 180 Albania 160 140 120 Croatia Macedonia 100 Montenegro BiH 80 60 Serbia 40 20 0 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Albania BiH Croatia Macedonia Serbia Montenegro 22 Crescenti squilibri esterni 23 Cap. 7 Le lacune della nuova strategia economica Alle radici di questi fallimenti Debolezze strutturali nel settore reale dell’economia serba, dovute alla insufficiente ristrutturazione microeconomica La strategia adottata in Serbia nel 2001: in linea con le raccomandazioni del “consenso di Washington” (priorità data alla liberalizzazione, stabilizzazione macroeconomica, privatizzazione) Si aspettava che la ristrutturazione delle imprese sarebbe avvenuta semplicemente come conseguenza della liberalizzazione e della privatizzazione Le lezioni degli anni ‘90 degli altri paesi in transizione non sono state sufficientemente prese in considerazione 24 Le lacune … Mancata ristrutturazione vari errori (riforme microeconomiche) Privatizzazione: la nuova legge (2001) basata esclusivamente sul metodo di vendita non ha portato i risultati previsti A metà 2009 il 23% delle imprese non è stato venduto + molti contratti di vendita cancellati Investimenti Diretti Esteri: aspettative troppo ottimistiche Maggior parte arrivati con le privatizzazioni, pochi investimenti greenfield 2/3 nel settore dei servizi (banche, telecomunicazioni, immobili, commercio) settori che non producono beni da esportazioni Altre riforme rimandate o lente: ristrutturazione delle imprese pubbliche (550 imprese di importanza strategica), ambiente imprenditoriale, leggi e istituzioni anti-trust,controllo societario… 25 Le lacune … 2 conseguenze 1. Crescita lenta del settore privato 2009: Il settore privato contribuiva solo il 60% del PIL serbo (una delle più basse percentuali fra tutti i paesi in transizione) 2. Ristrutturazione delle capacità produttive Cambiamenti strutturali hanno favorito l’espansione soprattutto del settore dei servizi, nel 2008 contribuisce già il 64% del valore aggiunto Industria: forte processo di deindustrializzazione e ripresa minima dopo il 2001, un parallelo declino in agricoltura I beni commerciabili internazionalmente (tradables) hanno visto diminuire il proprio peso dal 41% del PIL (2000) al 24.6% nel 2007! 26 Cap. 8 Rapporti con l’Unione Europea Nuovo approccio dell’UE per i Balcani: Il Processo di Stabilizzazione e Associazione (1999)anche Serbia inclusa dopo novembre 2000 Accordo di Stabilizzazione e Associazione fra Serbia e UE firmato, ma tardi (aprile 2008), principalmente per l’insufficiente collaborazione con il Tribunale dell’Aja, solo da giugno 2010 è in corso la ratifica dell’Accordo Risultati positivi in molti campi, in questi 10 anni: Assistenza finanziaria di oltre € 3 miliardi Armonizzazione legale: leggi in conformità con l’acquis communautaire Integrazione economica: commercio, IDE, sistema finanziario e bancario UE principale partner commerciale (2008): 54% EXP e 53% IMP serbe Ampio sostegno del processo d’integrazione con l’UE: circa 70% della popolazione serba è favorevole all’entrata del paese nell’UE Visti per l’UE: finalmente aboliti per i cittadini serbi (a dic. 2009) Status di candidato? Serbia ha consegnato la domanda di adesione all’UE (dicembre 2009) negoziati sull’adesione gennaio 2014 (?) 27 Cap. 9 Le sfide attuali Quale modello di crescita dopo la crisi economica globale? Serbia colpita dalla crisi, ma meno di molti altri paesi dell’Europa dell’Est (nel 2009, PIL del -3%) Investimenti esteri sono in declino, la Serbia non può contare sull’arrivo di molti investitori esteri, deve pensare da sola a ristrutturare le proprie industrie Alcune proposte: Una politica industriale più attiva per promuovere gli investimenti, l’innovazione, R&S, facilitare la modernizzazione, diversificazione della base industriale … Risultati complessivi della transizione economica comunque positivi, considerando la situazione grave nel 2000 28 Sfide attuali Problemi politici molto più difficili Questione del Kossovo (dichiarazione dell’indipendenza a febbraio 2008) Kossovo non è stato riconosciuto dalla Serbia, ma nemmeno da 5 stati membri UE (Cipro, Grecia, Romania, Slovacchia, Spagna) Nessun paese rinuncia volontariamente ad una parte del suo territorio, ma Kossovo oggi è de facto indipendente Serbia dovrebbe portare avanti la sua agenda d’integrazione con l’UE e guardare soprattutto verso il futuro ... Aprile 2013: Accordo Belgrado – Pristina con mediazione dell’UE, ha aperto le porte ai negoziati con l’UE sull’adesione Queste tensioni saranno molto minori una volta che tutti i paesi entreranno nell’UE 29