DOPO LA MORTE DI CARLO MAGNO

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DOPO LA MORTE DI CARLO MAGNO
Alla morte di Carlo Magno, l’Italia rimane associata al titolo imperiale, detenuto dal
ramo imperiale della dinastia carolingia. Dopo l’887, con la deposizione di Carlo il
Grosso, le corone italiane e imperiali divengono oggetto di contesa. Le lotte durarono
per quasi un secolo (887-962) e provocarono grande instabilità. L’aristocrazia
romana, poi, è in pratica padrona dell’elezione papale, mentre i grandi feudatari
divengono un ostacolo ad ogni forma di governo centralizzato.
FRANCIA
La Francia si divide in signorie feudali: nel IX sec. Sono circa trenta, nel X sec.
divengono cinquanta; si torna in altre parole alla frammentazione esistente prima
dell’unificazione della Gallia da parte dei Franchi. Questa situazione continua fino a
Ugo Capeto da cui ha origine la dinastia capetingia che regnerà per otto secoli e
porterà la Francia a divenire una monarchia nazionale.
GERMANIA
In Germania la dinastia carolingia mantiene il potere fino al 911 e anche in questo
paese si verifica il fenomeno della frammentazione del potere in sei dinastie
autonome (Sassonia, Svevia, Baviera, Franconia, Turingia e Lorena). In realtà i re di
Germania riescono a mantenere un certo ascendente sugli altri territori feudali,
perché il re è eletto da un’assemblea di duchi e di vescovi tedeschi. Il primo che
riesce a imporsi è il ducato di Sassonia da cui proviene Enrico I, promotore della
tregua settennale con gli ungari.
OTTONE I (936-973)
Nel 936 ad Enrico I l’Uccellatore succede il figlio Ottone I, restauratore del Sacro
Romano Impero Germanico. Ecco quali saranno i tre obiettivi principali della politica
ottoniana:
1. le relazioni tra potere imperiale laico e potere papale spirituale
2. l’unificazione territoriale dell’Italia con l’annessione della parte meridionale
3. la difesa dei confini dagli attacchi delle popolazioni slave e degli Ungari.
I rapporti tra Ottone I e il papato si inseriscono nel quadro generale della politica
italiana del sovrano tedesco:
dopo aver deposto Berengario II nel 951, Ottone sposa la vedova di Lotario
(avversario di Berengario) Adelaide che aveva chiesto il suo intervento e si fa
incoronare re d’Italia a Pavia. Dieci anni dopo, nel 961 Ottone I ritorna in Italia ed è
incoronato imperatore dal papa Giovanni XIII, l’incoronazione conferisce ad Ottone
l’occasione per stilare un documento il Privilegium Othonis, con cui l’imperatore si
impegna a riconoscere tutte le donazioni elargite alla Chiesa e si erge a difensore
della Cristianità.
Nel “Privilegium Othonis è, poi, affermata la dipendenza della Chiesa
dall’imperatore che deve approvare l’elezione del papa e, quando necessario, anche
eleggerlo.
Ottone I mette subito in pratica questi principi destituendo Giovanni XIII e
sostituendolo con un suo segretario, che assume il nome di Leone VIII. Nel 961
rinasce l’antico Sacro Romano Impero che, a differenza di quello carolingia, ha il suo
centro in Germania.
Ad Ottone I va anche attribuito il merito di importanti e vittoriose campagne militari
contro gli Ungari e gli Slavi.
OTTONE II (973-983)
Alla morte di Ottone I, la corona imperiale passa ad Ottone II. Durante il suo regno
(soli dieci anni di governo) l’imperatore affronta la ribellione dei duchi tedeschi, seda
la rivolta della nobiltà romana e combatte contro gli arabi che a Stilo (in Calabria)
annientarono l’esercito imperiale nel 982.
OTTONE III (983-1002)
Il successore di Ottone II è il figlio Ottone III che, finchè non raggiunge la maggior
età, è quindi sottoposto alla tutela della madre Teofane (principessa bizantina) e della
nonna (la duchessa Adelaide). Tutta la sua azione politica mira alla Renovatio
Imperii: non a caso la capitale dell’impero è spostata a Roma, dove c’è la possibilità
di controllare più da vicino le vicende della Chiesa.
Ottone III sceglie come papa il suo maestro Gerberto d’Aurille con il nome di
Silvestro II.
Ma i suoi sogni di restaurazione si infrangono contro l’opposizione dei tedeschi e
degli stessi Italiani. Per i primi il nuovo imperatore è troppo legato all’Italia per cui
finisce col trascurare altri obiettivi primari come la lotta agli Slavi; per i secondi,
soprattutto nell’ambito dell’aristocrazia romana, egli è pur sempre un barbaro.
ENRICO II (1002-1024)
Quest’ultimo eredita una situazione molto complessa. Proprio durante il regno di
Enrico II iniziano a manifestarsi i primi sintomi del risveglio cittadino. Pavia e Roma
si ribellano all’incoronazione del nuovo imperatore, che ha usurpato il potere di
Andrino, marchese d’Ivrea, eletto re d’Italia dai feudatari nel 1002.
Bari insorge contro i Bizantini, mentre Pisa e Genova liberano la Sdegna dagli arabi.
Nonostante la vittoria riportata contro Andreino, Enrico II rappresenta l’epigono di
una dinastia che ha gettato i presupposti di una nuova società.
I NORMANNI CONQUISTARONO L’ITALIA
MERIDIONALE
ORIGINE DEI NORMANNI
Provenienti dalla penisola scandinava e per questo chiamati uomini del nord
(normanni), sono detti anche Vichinghi o Vareghi.
VAREGHI
Tra il IV sec. e il IX sec. si suddividono in tre gruppi:
Danesi, Svedesi,e Norvegesi; Tra l’VII e il X sec. compiono una serie di scorrerie
che terrorizza le popolazioni di mezza Europa.
I Normanni si spostano in gruppi e si avvalgono di imbarcazioni leggere, strette e
lunghe azionate da remi e vele quadrate.
Le loro incursioni colpiscono dapprima l’Inghilterra e L’Irlanda e, successivamente le
popolazioni della Spagna, della Francia, della Germania e le coste dell’Islanda e della
Groenlandia. Tra il X e l’XI sec. si verificarono tre mutamenti che determinarono
un’evoluzione nelle incursioni normanne:
1. I Vichinghi abbandonarono l’originaria razzia fatta attraverso il saccheggio e
iniziarono a stanziarsi in alcuni territori (Normandia, Francia e Inghilterra)
2. Si danno un’organizzazione monarchica e feudale
3. Oltre alle razzie, divenute meno violente, cominciano a praticare il commercio
Un gruppo di normanni, i Vareghi, nel IX sec. fonda i principati di Novgorod e di
Kiev, da cui partono le direttrici commerciale verso il mar Nero e il Mar Caspio.
Nel 1009 i mercenari normanni giungono nell’Italia Meridionale e combattono
contro l’esercito bizantino, a fianco delle truppe di Melo, un nobile longobardo che
guida a Bari la rivolta contro l’Impero d’Oriente.
Una nuova occasione di penetrazione nel Meridione si presenta al normanno Rainulfo
di Drengot nel 1027, egli interviene infatti nella lotta tra il ducato di Napoli e il
principato longobardo di Capua, ottenendo, in cambio dei servigi offerti al duca di
Napoli, la contea di Aversa.
Nel 1034 uno degli undici fratelli della famiglia normanna di Altavilla, Ottiene
da Guaimario, signore di Salerno, come ricompensa per l’aiuto offerto contro Capua
e Benevento, la contea di Melfi.
Ad un altro fratello degli Altavilla, Roberto il Guiscardo, detto l’Astuto, si
deve la prima legittimazione della presenza normanna nell’Italia Meridionale.
Il papa Leone IX interviene per difendere Benevento, ma viene sconfitto a Civitate e
fatto prigioniero nel 1053.
Roberto il Guiscardo, tuttavia, subito si riconcilia con il papa e nel 1059 stipula con il
nuovo papa Niccolò II l’accordo di Melfi. L’accordo prevede:
1. Il riconoscimento delle conquiste fatte dai Normanni nell’Italia Meridionale
2. Il conferimento del titolo di duca di Calabria e di Puglia a Roberto il
Guiscardo e la promessa di una nomina successiva di duca di Sicilia.
3. La sottomissione dei Normanni all’autorità papale di cui divengono i
difensori ufficiali.
A questo punto le ambizioni normanne si fanno concrete: Roberto il Guiscardo
strappa ai Bizantini tutta la parte peninsulare dell’Italia Meridionale, mentre il
fratello Ruggero I tra il 1061 e il 1091 porta a termine la conquista della Sicilia.
L’unificazione di tutti i territori sottratti ai Bizantini e agli Arabi avviene con
Ruggero II che nel 1130 ottiene dal papa Onorio II il titolo di re di Sicilia e duca di
Puglia e di Calabria.
GLI
ALTAVILLA
TANCREDI
ROBERTO IL GUISCARDO
Duca di Calabria e di Puglia
RUGGERO I
Conte di Sicilia
BOEMONDO
RUGGERO II
Principe di Antiochia
1° re di Sicilia, duca di Calabria e Puglia
GUGLIELMO I IL MALO
2° re di Sicilia
COSTANZA
Moglie di Enrico IV di Svevia
GUGLIELMO II IL BUONO
3° re di Sicilia
FEDERICO II
Imperatore
LE CROCIATE
CONQUISTE DEI TURCHI
Nel corso dell’XI sec. una nuova andata di invasori si abbatte sull’Europa orientale.
Si tratta dei Turchi Selgiuchidi, una popolazione di razza mongola proveniente dal
Turkestan e così chiamati dal nome del loro capo Selgiuk.
Entrano in un primo momento pacificamente tanto da essere reclutati come mercenari
dai califfi abassidi. Successivamente approfittando delle divisioni interne che
dilaniavano il califfato occupano Baghdad nel 1055.
Comincia l’espansione turca verso l’Asia Minore, dove sconfiggono nel 1071 a
Menzikert l’esercito bizantino e occupano l’Asia Minore la Siria e la Palestina. Nel
1070 Gerusalemme, il cuore del mondo Cristiano, cade nelle mani dei Turchi.
L’imperatore bizantino Alessio I Comneno, salito al trono nel 1081 rivolge un
appello al papa, perché mobiliti il mondo cattolico con la liberazione di Gerusalemme
e con la difesa dell’impero
MOTIVAZIONI DELLA I CROCIATA
Il papa Urbano II raccoglie l’invito e conferisce all’impresa il carattere di “Guerra
Santa”.
Al di là del movente religioso ai “difensori del Santo Sepolcro” il papa addita anche
ricompense materiali:
1. In nome di Dio egli autorizza i Cristiani a impossessarsi delle terre
conquistate, perché l’Europa è divenuta troppo angusta e insufficienti per le
esigenze della popolazione
2. La promessa di indulgenze plenarie, cioè della remissione completa dei
peccati
3. La moratoria per debiti
4. La dilazione dei procedimenti giudiziari pendenti a carico di chi partirà.
CROCIATA POPOLARE
Mentre si mette a punto l’organizzazione della prima crociata nel 1096, parte verso
la Terra Santa un gruppo di nullatenenti guidati dal predicatore Pietro l’Eremita e da
Gualtiero di Passy, ma non giungeranno mai a destinazione, superato il Bosforo
procedono verso Nicea dove vengono sterminati dai Turchi.
I CROCIATA
Parte nel 1097, Costantinopoli è il centro di raccolta e qui giungono le truppe di
piccoli e medi feudatari, cadetti e gente avida di prede, provenienti dalla Francia,
dalle Fiandre, dalla Normandia e dall’Inghilterra.
I signori feudatari più importanti che guidano l’impresa sono:
Goffredo di Buglione, Baldovino di Fiandra, Boermando di Taranto (figlio di
Roberto il Guiscardo) e Tancredi d’Altavilla (nipote di R. il Guiscardo), Raimondo
di Tolosa.
Dopo aver attraversato il Bosforo, i crociati espugnano Nicea e, battuti i Turchi a
Darileo, giungono ad Antiochia dove, dopo mesi di assedio espugnano la città.
La marcia verso Gerusalemme riprende nel 1099 (perché nel frattempo la fame e la
peste aveva fermato l’esercito).
Fra il 13 e il 15 luglio 1099 Gerusalemme viene liberata.
I territori riconquistati non vengono tutti restituiti all’impero bizantino perché quelli
posti a sud della penisola anatolica sono organizzati secondo il sistema feudale e
sono affidati ai signori feudali, a Goffredo di Buglione in particolare spetta il Regno
di Gerusalemme e il titolo di Avvocato del Sacro Sepolcro.
Nascono anche ordini monastico-cavallereschi per difendere questi territori:
Ordine dei Templari, Cavalieri di S. Giovanni, Ordine di Malta.
II CROCIATA
La liberazione di Gerusalemme non dura a lungo, i Turchi approfittano delle
debolezze degli stati feudali e nel 1144 occupano Edessa. In seguito alle
sollecitazioni religiose si effettua la seconda crociata, guidata da Corrado III,
imperatore di Germania e da Luigi VII re di Francia. L’esito è fallimentare.
Nel 1187 Gerusalemme è sottratta agli occidentali perché conquistata dal Sultano
d’Egitto Saladino.
III CROCIATA
Nel 1189 una terza spedizione si dirige verso Oriente. Parteciperanno l’imperatore di
Germania Federico Barbarossa, il re di Francia Filippo II Augusto e il re
d’Inghilterra Riccardo Cuor di Leone. Federico Barbarossa muore nel 1190 mentre
attraversa il fiume di Selek. Gli altri due re riescono a liberare S. Giovanni d’Acri nel
1191.
Nel 1192 l’accordo tra i due sovrani si rompe, Riccardo Cuor di Leone stringe un
patto con Saladino in base al quale i cristiani rinunciano a Gerusalemme e
mantengono il possesso della zona costiera della Palestina.
LE CROCIATE SUCCESSIVE
La IV la V (a cui partecipa Federico II, il quale riesce ad ottenere per vie
diplomatiche la liberazione del Sacro Sepolcro) la VI e la VII crociata di religioso
non hanno neanche la motivazione, tanto che saranno dirette verso Oriente da
motivazioni di tipo politico-economiche. In particolare diventa uno strumento per
l’affermazione economica di Venezia.
Nel 1291 dopo la VII crociata anche S. Giovanni d’Acri, ultimo baluardo cristiano,
cade.
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