Il metabolismo è l’insieme delle trasformazioni chimiche che avvengono all’interno di un organismo e che sostengono i processi vitali. L’insieme delle reazioni, catalizzate da enzimi, permette all’organismo di crescere, riprodursi, autoripararsi e rispondere alle necessità ambientali. Il metabolismo di un individuo riflette le trasformazioni di materia ed energia che sono attuate sia per il mantenimento di strutture esistenti che per la produzione di nuova biomassa. Tra i gruppi tassonomici e funzionali, gli organismi allocano una frazione relativamente costante del metabolismo alla produzione (Ernest et al., 2003). IL metabolismo si basa su due classi di energie biologicamente importanti: • L’energia chimica-potenziale, liberata dalla ossidazione di composti a base di carbonio o idrogeno, e • l’energia cinetica a livello molecolare. Questi tipi di energia sono correlati negli animali in maniera complessa. Tutto il lavoro ottenuto dalla conversione dell’energia chimica-potenziale è necessariamente inefficiente e produce calore metabolico. Tutte le reazioni chimiche, comprese le reazioni biochimiche cataboliche e di biosintesi, producono variazioni nel contenuto calorico di un sistema. A sua volta la performance metabolica è proporzionale alla temperatura dell’organismo. Quindi è impossibile separare nettamente i problemi di bilancio termico con quelli collegati all’acquisizione e all’allocazione di energia chimica potenziale. Il metabolismo è solitamente suddiviso in due categorie Insieme delle vie metaboliche che utilizzano energia per produrre composti cellulari come proteine ed acidi nucleici Insieme delle vie metaboliche che liberano energia dalla rottura di legami molecolari ad alta energia mediante la respirazione Oltre il 70% della spesa energetica totale umana è dovuta al metabolismo basale . Circa il 20% della spesa energetica viene consumato nell’attività fisica e un altro 10% per la termogenesi o la digestione. Per il metabolismo basale la maggior parte dell’energia viene consumata per mantenere costante i livelli dei fluidi mediante l’osmoregolazione e solo 1/10 viene consumata per il lavoro meccanico come digestione, contrazione cardiaca e respirazione. I tassi metabolici non sono costanti ma possono variare a seconda dell’esposizione a diverse condizioni ambientali. I meccanismi di variazione sono: • Acclimatamento • Plasticità fenotipica • Evoluzione Acclimatamento è il processo attraverso il quale gli organismi regolano il proprio metabolismo per mantenere costante la performance in presenza di variazioni graduali ambientali (temperatura, umidità, fotoperiodo, pH…) . L’acclimatamento avviene in periodi di tempo brevi ed è un processo individuale. Può essere discreto o ciclico. Può riguardare tratti generalmente fisiologici, comportamentali o biochimici. Plasticità fenotipica è la capacità di un organismo di cambiare il proprio fenotipo in risposta a variazioni ambientali. Le variazioni possono essere morfologiche, fisiologiche comportamentali e biochimiche e possono essere (o no) permanenti. In alcuni casi è dovuta a modifiche dell’espressione genica in risposta a stimoli ambientali e possono essere mutazioni epigenetiche Evoluzione è la capacità della specie di adattarsi a variazioni dell’ambiente di lungo periodo con possibilità di speciazione Risposta dei tassi metabolici alle perturbazioni Fattori che influenzano il metabolismo Endogeni Esogeni Taglia corporea Temperatura Attività Concentrazione di O2 Stato di salute e stress Disponibilità di cibo Luce, salinità, corrente Attività e tasso metabolico Taglia corporea: già analizzata con la Teoria Metabolica dell’Ecologia Attività: Routine MR Field MR Standard MR Maximum MR Active MR Metabolismo standard (standard metabolic rate, SMR): energia richiesta per mantenere le funzioni biologiche di base indipendentemente dall’attività, dalla digestione e dagli stress ambientali Metabolismo basale (basal metabolic rate, BMR): energia richiesta da un omeotermo per mantenere le funzioni biologiche di base indipendentemente dall’attività, dalla digestione e dagli stress ambientali in condizioni di termoneutralità Metabolismo totale (routine metabolic rate RMR o field metabolic rate, FMR): energia richiesta dall’organismo durante una «normale» attività fisica e in assenza di stress ambientali Metabolismo attivo (active metabolic rate, AMR): energia richiesta dall’organismo durante una attività fisica specifica Metabolismo massimo (maximum metabolic rate, MMR): energia richiesta dall’organismo durante la massima attività fisica Attività e tasso metabolico Metabolic scope: la differenza tra metabolismo massimo e metabolismo standard Fattori che influenzano il metabolismo Endogeni Esogeni Taglia corporea Temperatura Attività Concentrazione di O2 Stato di salute e stress Disponibilità di cibo Luce, salinità, corrente Temperatura e tasso metabolico La temperatura influenza tutte le reazioni chimiche comprese quelle che avvengono nei sistemi biologici e catalizzate da enzimi. Quindi sia le reazioni biochimiche singole che il metabolismo dell’intero organismo sono dipendenti dalla temperatura. Curve di performance termiche endotermici thermal neutral zone ectotermici Ectotermici mobili L’effetto della temperatura sul metabolismo viene generalmente espresso dal Q10. A k1 B A temperatura T+10°C A temperatura T K1= costante di velocità della reazione K2= costante di velocità della reazione V1=k1 [A] V2=k2 [A] ๐10 = ๐2(๐+10°๐ถ) ๐1(๐ °๐ถ) L’effetto della temperatura sul metabolismo viene generalmente espresso dal Q10. Per i tassi respiratori ๐ 2 ๐10 = ๐ 1 10 ๐2 −๐1 Il Q10 non è un valore costante ma varia a sua volta a diverse latitudini Nielsen et al 1999 stagionalmente L’endotermia si è evoluta nei mammiferi e negli uccelli allo scopo di tenere la temperatura corporea entro uno stretto intervallo prefissato di temperatura. Il complesso degli enzimi in questi organismi funziona in maniera più efficiente alle temperature corporee normali. Costi/benefici dell’endotermia 1. Gli ectotermi hanno generalmente tassi metabolici più bassi degli endotermi, per cui richiedono meno energia. Una maggior quantità di energia può contribuire alla creascita e alla riproduzione. 2. Gli ectotermi che controllano la temperatura corporea non sempre possono incontrare le condizioni ambientali adatte per farlo. Il corredo enzimatico lavora spesso in condizioni non ottimali 3. Gli endotermi hanno bisogno di un alto apporto energetico per sostenere i propri tassi metabolici e sono sfavoriti quando le dimensioni corporee sono piccole. 4. Gli alti tassi respiratori negli endotermi inducono alti tassi di evaporazione d’acqua. 5. Gli endotermi hanno l’opportunità di occupare gli habitat a climi più freddi, mentre gli ectotermi sono più adatti ai climi tropicali. Non ci sono ectotermi nelle regioni polari. Fattori che influenzano il metabolismo Endogeni Esogeni Taglia corporea Temperatura Attività Concentrazione di O2 Stato di salute e stress Disponibilità di cibo Luce, salinità, corrente Concentrazione di O2 e tasso metabolico In generale gli organismi possono rispondere alla riduzione della concentrazione di ossigeno ambientale in due modi: Gli organismi regolatori mantengono il tasso respiratorio costante fino al raggiungimento di una pressione critica; quando l’ossigeno è al di sotto del valore critico il tasso respiratorio declina rapidamente (Prosser 1973) Gli organismi conformi hanno tassi respiratori proporzionali alla concentrazione ambientale di ossigeno con scarse possibilità di regolazione. A basse concentrazioni di ossigeno essi passano ad un metabolismo anaerobio prima che l’ossigeno vengano consumato completamente (Mangum & Van Winkle 1973). Concentrazione di O2 e tasso metabolico Differenze notevoli possono essere osservate anche tra specie filogeneticamente vicine; Heisey & Porter (1977) hanno osservato come Daphnia galeata si comporti da conformer, mentre Daphnia magna da regolatore. Questo dipenderebbe dalle differenze di habitat. Daphnia magna vive in sistemi spesso esposti ad ipossia mentre Daphnia galeata vive in sistemi solitamente ben ossigenati. L’effetto viene ottenuto aumentando la concentrazione di emoglobina nel sangue in condizioni di ipossia (Fox & Phear 1953). Fattori che influenzano il metabolismo Endogeni Esogeni Taglia corporea Temperatura Attività Concentrazione di O2 Stato di salute e stress Disponibilità di cibo Luce, salinità, corrente Disponibilità di cibo e tasso metabolico Il cibo può influenzare I tassi metabolici in diversi modi: • La ricerca del cibo in molti caso induce un aumento dei tassi respiratori • es.1 Il cladocero Polyphemus pediculus aumenta i tassi respiratori appena individua la preda, (Butorina et al 1979). • es.2 Molti filtratori bentonici riducono i movimenti delle appendici quando aumenta la disponibililtà di cibo • L’ingestione di cibo comporta sempre un consumo energetico che viene definito Azione Dinamico-specifica che può comportare un aumento fino al 50% dei valori di metabolismo standard Azione dinamico-specifica ADS, aumento del tasso metabolico standard causato dall'ingestione di cibo. Il suo valore varia a seconda della composizione del cibo ingerito, proteine, grassi o carboidrati, inizia con la fase digestiva e dura da poche ore ad alcuni giorni. Azione dinamico-specifica E’ composta da più fasi temporali: • Preassorbitiva (ingestione, peristalsi, secrezione,…) • Assorbitiva (Assorbimento, trasporti, ormoni…) • Postassorbitiva (Sintesi proteica, amminazioni, escrezioni…) Varia in intensità e durata a seconda delle dimensioni del cibo Fattori che influenzano il metabolismo Endogeni Esogeni Taglia corporea Temperatura Attività Concentrazione di O2 Stato di salute e stress Disponibilità di cibo Luce, salinità, corrente Altri fattori ambientali e sperimentali e tasso metabolico Luce: Alcuni eufausiacei aumentano il tasso respiratorio in presenza di luce (Summers 2004) Effetti fototassici Corrente: Velocità della corrente nei filtratori Diaptomus (copepode)Byron 1981 Effetti sperimentali Effetto confinamento Stress osmotici Pressione idrostatica Unità di misura in ecologia energetica Unità di misura dell’energia calorie cal Energia richiesta per elevare di 1°C un ml di acqua (4,18 J) chilocalorie Kcal Energia richiesta per elevare di 1°C un litro di acqua British thermal unit BTU Energia richiesta per elevare di 1°F un pound (0,454 Kg) di acqua Joule J Lavoro richiesto per elevare di 10cm il peso di 1 Kg opp Lavoro richiesto per esercitare una forza di un newton per una distanza di un metro (0,24 cal) Foot-pound chilowattora Lavoro richiesto per elevare di 1 piede (30,48 cm) il peso di 1 pound KWh Quantità di energia elettrica prodotta in un ora da una potenza costante di 1000 Watt (=3,6 x 106 Joule o 859,8 kcal) Unità di potenza (lavoro applicato nel tempo o velocità di trasformazione di energia) Watt W 1 Joule /secondo o 0,239 cal/sec Cavallo-vapore Hp 745,7 watts Approssimazioni ecologiche utili costituente Peso secco (Kcal/g) AFDW (Kcal/g) carboidrati 4.5 proteine 5.5 lipidi 9.2 piante terrestri 4.5 4.6 semi 5.2 5.3 alghe 4.9 5.1 invertebrati (esclusi insetti) 5.0 5.5 insetti 5.4 5.7 vertebrati 5.6 6.3 Misura del metabolismo CALORIMETRIA • DIRETTA • INDIRETTA RESPIROMETRIA • STATO STAZIONARIO • FLUSSO CONTINUO SVILUPPO DI CO2 TRACCIANTI RADIOISOTOPICI • DOPPIA MARCATURA • ACQUA A DOPPIA MARCATURA METABOLOMICA AMBIENTALE Calorimetria • La calorimetria è l’unico metodo che permette misure dirette di quantità termodinamiche. • Consiste di un insieme di tecniche che consentono di misurare la quantità di calore cedute o assorbite durante le reazioni chimiche indipendentemente dal fatto che siano reazione aerobie o anaerobie • Si basa sull'accettazione del principio di conservazione dell'energia e della completa equivalenza tra calore e lavoro meccanico. • La calorimetria permette di studiare l’energetica dai livelli biomolecolari (macromolecole biologiche, legami, interazioni tra macromolecole, cinetiche enzimatiche, ormoni) fino a livelli di intere comunità biologiche Calorimetria diretta misura lo scambio diretto di calore • Adiabatica • Per gradiente Calorimetria indiretta misura il consumo di gas respiratori • A circuito chiuso • A circuito aperto Calorimetria diretta La calorimetria misura direttamente il rilascio di calore da parte di un organismo o di un tessuto. E’ suddivisa fondamentalmente in tre grandi classi: • Bomba calorimetrica • Calorimetria a scansione differenziale (Differential Scanning calorimetry , DSC), • Calorimetria isotermica di titolazione(Isothermal Titration Calorimetry ITC) Calorimetria diretta. 1. bomba calorimetrica La bomba calorimetrica viene usata per misurare il contenuto energetico complessivo all’interno di un tessuto o di un organismo Il principio su cui si basa è: Q= c m DT Q = calore scambiato DT = temperatura finale- temperatura iniziale c = calore specifico m=massa La capacità termica di un corpo si determina misurando il calore fornito al corpo e determinando la sua variazione di temperatura: C = Q/ΔT Il calore specifico di un corpo si determina dividendo la capacità termica per la massa del corpo c = C/m Un calorimetro è fondamentalmente una camera a contatto con camera termicamente schermata e riempita con acqua. Quando un corpo caldo viene inserito nella camera la temperatura del sistema aumenta. Misurando l’aumento di temperatura nel calorimetro si può calcolare il calore specifico del corpo (cioè la quantità di calore perso per unità di grammo) Un’altra applicazione della calorimetria è la determinazione del contenuto calorico (la quantità di energia ottenibile dalla combustione) Lavoisier inventò un calorimetro a ghiaccio e dimostrò che la presenza di un animale aumentava la quantità di acqua formatasi, per fusione del ghiaccio, nell’unità di tempo Nel calorimetro una parte della biomassa viene bruciata in presenza di ossigeno puro e il calore rilasciato viene assorbito dall’acqua che circonda la cella di combustione. Il calore prodotto viene misurato in calorie(cal), chilocalorie (kilocal) o Joule tempo Il calore prodotto dalla combustione viene quantificato dall’aumento di temperatura misurato nell’acqua che circonda da cella di ignizione. Per convertire la variazione di temperatura in energia liberata è necessario procedere alla calibrazione del calorimetro mediante standard di massa nota e potere calorico noto (tradizionalmente acido benzoico che ha un potere calorico di 26.43 kJ g–1) e le opportune correzione per il calore sviluppato dal filo fusibile Es di Termogramma postperiodo ignizione preperiodo Calorimetria diretta. 2. calorimetria differenziale a scansione La calorimetria differenziale a scansione, ( DSC differential scanning calorimetry) è la principale tecnica di analisi termica utilizzabile per caratterizzare molti tipi di processi a livello molecolare come lo svolgimento della struttura dei polinucleotidi, la stabilità dei complessi proteine-acidi nucleici (ribosomi) o la transizione di fase di strutture lipidiche come le membrane Il principio di base di queste tecnica consiste nel ricavare informazioni sul materiale riscaldandolo o raffreddandolo in maniera controllata a pressione costante. In particolare il DSC si basa sulla misura della differenza di flusso termico tra il campione in esame e uno di riferimento mentre i due sono vincolati ad una temperatura variabile definita da un programma prestabilito. Funzionamento La macchina viene predisposta mettendo sugli alloggiamenti due crogioli identici scelti in modo da resistere alle temperature di prova senza interagire con il campione in esame. Uno dei due crogioli rimarrà vuoto in quanto servirà come riferimento per la misura differenziale. Tramite l'unità di controllo si chiude ermeticamente la fornace in modo da isolare l'ambiente di prova dall'esterno. Una volta inserito il programma termico (solitamente una rampa lineare di temperatura), all'interno della fornace contenente il materiale da analizzare viene creata un'atmosfera inerte con un flusso continuo ed uniforme di Ar o N2. Una volta iniziata la prova, il calore ceduto dalla fornace riscalda sia il campione che il provino di riferimento in egual modo. Ogni variazione di temperatura tra i due è dovuta a fenomeni che insorgono nel materiale da analizzare: una reazione esotermica innalzerà la temperatura del campione mentre una endotermica farà l'opposto. Durante tutto l'arco dell'esperimento un sistema di termocoppie raccoglie i dati di temperatura e li invia ad un elaboratore che mediante un apposito software li elabora per generare l'output per l'utente. Una volta terminata la prova il sistema di raffreddamento permette all'operatore di aprire la macchina e rimuovere i crogioli. Introducendo delle opportune approssimazioni, è possibile analizzare quantitativamente il meccanismo di funzionamento del calorimetro dimostrando che il flusso termico differenziale (dato dalla differenza tra il flusso di calore che dovrebbe essere erogato dallo strumento al campione ed al provino di riferimento in modo da mantenerli in equilibrio termico secondo lo schema di temperature impostato per la prova) è direttamente proporzionale alla differenza di temperatura tra campione di riferimento e campione in analisi. È quindi giustificato il principio di funzionamento dello strumento che misura tramite termocoppie la differenza di temperatura tra il campione e il riferimento per stimare il flusso termico delle reazioni che avvengono all'interno del materiale in quanto direttamente proporzionali tra loro. Calorimetria diretta. 3. calorimetria isotermica di titolazione La calorimetría isotermica di titolazione (ITC Isothermal Titration Calorimetry, ) è una tecnica calorimetrica usata negli studi di biochimica fisica e di farmacologia, che permette di determinare quantitativamente in maniera diretta l'entalpia di unione di una molecola o di un complesso molecolare, in genere semplici, senza necessità di modelli o ipotesi aggiuntive, mediante la misura del calore liberato e assorbito a pressione costante durante una reazione disegnata specificamente per l'esperimento. La tecnica ITC offre una misura diretta a partire dalla stechiometria, dall'entalpia di formazione e dalla costante di unione dei legami molecolari in maniera che è possibile calcolare l'energia libera di Gibbs della formazione dei legami, rappresentata da ΔG, e di conseguenza l'entropia del processo: ΔG = -RTlnK = ΔH-TΔS dove Ka è la misura diretta dell'affinità di legame, R è la costante dei gas, T la temperatura in kelvin, ΔH l'entalpia e ΔS l'entropia. Calorimetria indiretta Si basa sul principio della Termochimica respiratoria: L’organismo ricava energia mediante l’ossidazione di substrati energetici contenuti negli alimenti in reazioni stechiometriche conosciute in cui è consumato ossigeno e prodotta anidride carbonica. Permette di stimare la spesa energetica a partire: dal consumo di ossigeno dalla produzione di anidride carbonica dall’escrezione urinaria di azoto Calorimetria indiretta E’ una misura utile quando il campione non è sacrificabile o le misure devono essere ripetute nel tempo sullo stesso organismo Si basa sull’equazione di Weir M=3.941 VO + 1.106 VCO -2.17 uN2 2 2 M= dispendio energetico in Kcal/min uN2=escrezione urinaria di azoto VO2 e VCO2 flussi misurati in litri/min La Calorimetria indiretta consente la misurazione del metabolismo basale mediante misura degli scambi gassosi polmonari a riposo su soggetto a respirazione spontanea, mediante il metodo della diluizione (casco canopy) La Calorimetria indiretta consente la misurazione del metabolismo attivo mediante misura degli scambi gassosi polmonari su soggetto in attività a respirazione spontanea, mediante sistemi di fornitura di gas respiratori adeguati Respirometria La respirometria è un complesso di metodi atti a misurare il consumo di ossigeno in un sistema biologico. La respirazione è un importante indice dell’attività enzimatico metabolica ed è stata tradizionalmente utilizzata per ricavare informazioni sul metabolismo Poiché l’ossigeno viene consumato a livello subcellulare nella catena di trasporto degli elettroni il consumo di ossigeno rappresenta una misura corretta del metabolismo aerobico, ma non tiene conto delle reazioni metaboliche che non comportano consumo di ossigeno. In alcuni casi le misure di respirometria possono essere integrate con misure di emissione di CO2 Respirometria Misura il tasso di consumo di ossigeno • A volume o a pressione costante • Warburg • Gilson • Divers Cartesiani • Coulometrica • Elettrometrica • Stato stazionario • Flusso continuo Respirometria a volume costante o a pressione costante E’ una misura respirometrica indiretta perchè misura la variazione di volume o di pressione indotta dalla variazione di concentrazione di O2 in contenitori sigillati. Può essere realizzata: • mantenendo il volume costante e misurando la variazione di pressione mediante un manometro • variando continuamente il volume mantenendo costante la pressione sul manometro Respirometro a volume costante (Warburg) • La CO2 prodotta viene adsorbita da una soluzione di KOH • La densità del liquido colorato nel manometro deve essere bassa • Il volume della camera deve essere proporzionato alla taglia dell’animale Divers cartesiani Respirometro a pressione costante (Gilson) • La CO2 prodotta viene adsorbita da una soluzione di KOH • Il volume della camera deve essere proporzionato alla taglia dell’animale • Richiede continui aggiustamenti di pressione Vantaggi: Non è necessario conoscere esattamente il volume della camera respirometrica Svantaggi: Azione continua dell’operatore Respirometria coulometrica • Misura la differenza di pressione tra la camera respirometrica e la camera di riferimento con termobarometro • Quando la pressione nel respirometro scende sotto un valore minimo si attiva una coppia di elettrodi che liberano O2 per elettrolisi da una soluzione di CuSO4 2CuSO4 + 2H2O -> 2H2SO4 + 2Cu + O2 • Il processo si ripete fino ad ottenere valori costanti di consumo di O2 Respirometria elettrometrica E’ una misura respirometrica diretta perchè misura la variazione di concentrazione di O2 con elettrodi specifici. -0.6 -0.8 mV Catodo Pt e- Anodo Ag Ag O2 2H2O Ag+ 4OH- Respirometria elettrometrica Il segnale generato è proporzionale al flusso di molecole di ossigeno, che a sua volta, è proporzionale a: • Pressione parziale di ossigeno • Permeabilità della membrana • Temperatura dell’acqua • Superficie di reazione del catodo Gli elettrodi devono avere: • Bassi consumi di ossigeno al catodo • Alte velocità di risposta • Alte precisioni Respirometria elettrometrica In stato stazionario A flusso continuo Respirometria in stato stazionario L’animale viene rinchiuso in un sistema chiuso. La concentrazione di O2 viene misurata continuamente. Il tasso respiratorio viene calcolato dalle pendenza del consumo di O2 nel tempo e corretto per il volume del contenitore e la massa dell’animale. Rappresenta in un certo senso l’inverso del metodo della bottiglia chiara e scura. Respirometria a flusso continuo L’animale viene rinchiuso in un sistema a flusso continuo di acqua o aria. La concentrazione di O2 viene misurata continuamente. Il tasso respiratorio viene calcolato dalla differenza di concentrazione in ingresso e in uscita dalla camera respirometrica tenendo conto • del volume della camera, • del flusso di ricambio e • della massa dell’animale Respirometria a flusso continuo L’animale viene rinchiuso in un sistema a flusso continuo di acqua o aria. La concentrazione di O2 viene misurata continuamente. [O2] tempo Confronto tra respirometria in stato stazionario e respirometria a flusso continuo Stato stazionario Flusso continuo L’aumento del tasso respiratorio dovuto allo stress iniziale abbassa la concentrazione di O2 e deve essere corretto L’aumento del tasso respiratorio dovuto allo stress iniziale può essere ignorato L’O2 viene gradualmente consumato, l’animale può shiftare verso un metabolismo anaerobio La concentrazione di O2 viene mantenuta costante I prodotti di escrezione si accumulano I prodotti di escrezione vengono allontanati Non c’è possibilità di misure a concentrazioni di O2 costanti Sono possibili misure a concentrazioni di O2 costanti Il volume può essere grande Il volume va mantenuto minimo per le condizioni di misura Calcoli semplici Maggior numero di fattori di variazione da controllare Misura dei tassi metabolici sul campo Tecniche di tracciatura isotopica: • Doppia marcatura radioattiva (due risorse diverse, due vie metaboliche diverse…) • Isotopi stabili dC, dN, dO, dS… • Acqua a doppia marcatura isotopica Camere bentiche Metabolomica Flow-Through Respirometry Il quoziente respiratorio Il rapporto tra anidride prodotta ed ossigeno consumato (VCO2/VO2) è il quoziente respiratorio (Respiratory quotient, o RQ). Il RQ differisce a seconda dei diversi substrati energetici ossidati: RQ dei lipidi RQ dei carboidrati RQ delle proteine RQ dell'alcool 0.71 1,00 0.83 0.66 Acqua a doppia marcatura La maggior parte degli studi attuali sul campo attualmente utilizza acqua marcata con deuterio e ossigeno-18 (D218O; a volte detto deuterossido) Si somministra al soggetto da analizzare l’acqua a doppia marcatura e si misurano i tassi di eliminazione del deuterio e dell’ 18O nel tempo campionandone i liquidi corporei (saliva, urine, sangue…) La tecnica consiste nel misurare la produzione di CO2 durante diversi intervalli di tempo. La CO2 contiene 2 atomi di O e uno di essi deriva dall’acqua nel corpo. Se l’O dell’acqua è marcato allora alcune delle molecole di CO2 saranno marcate con 18O. Inoltre l’18O, viaggiando attraverso il flusso sanguigno si trasforma in bicarbonato (anidrasi carbonica) equilibrandosi sia con il bicarbonato corporeo che con la CO2 disciolta. Quindi l’ 18O viene perso dal corpo con l’esalazione della CO2 e con le perdite attraverso le urine e l’evaporazione. Il deuterio viene perso solo con l’acqua corporea, quindi la perdita di deuterio attraverso l’acqua può essere usata per compensare matematicamente l’ 18O perso attraverso l’acqua. In questo modo si calcola la perdita netta 18O con la CO2. Questa misura è un’eccellente misura della produzione di CO2. Da questa si può stimare il tasso metabolico totale con delle semplici assunzioni relative al rapporto tra ossigeno utilizzato nel metabolismo e CO2 eliminata mediante il quoziente respiratorio. Questo quoziente può essere misurato in altri modi e si aggira quasi sempre tra 0.7 e 1 per una dieta mista con valori medi intorno a 0.8. Il metabolismo può essere calcolato dal rapporto O2 in /CO2 out Il D viene perso solo attraverso • l’acqua persa con urine, saliva ed evapotraspirazione Acqua marcata persa come acqua L’ 18O viene perso dal corpo in due vie : • CO2 esalata • Acqua persa con urine, saliva ed evapotraspirazione Correzione per la perdita di acqua e stima della CO2 prodotta Il rapporto del deuterio sull 18O nel corpo è fisso per cui la perdita complessiva di deuterio moltiplicata per questo rapporto da immediatamente la perdita di 18O in acqua. La misura della diluizione di 18O nel tempo da la perdita complessiva dell’isotopo attraverso tutte le vie. Poichè il rapporto del 18O sull’ossigeno totale nell’acqua corporea viene misurato, è possibile convertire la perdita di 18O in respirazione dall’ ossigeno che ha lasciato il corpo sottoforma di CO2 possiamo calcolare il metabolismo. La perdita di CO2 ci permette di misurare l’energia prodotta se conosciamo il quoziente respiratorio (rapporto tra CO2 prodotta e O2 utilizzato). K.A. Nagi, 2005 J. Exp.Biol. Le camere bentiche La metabolomica ambientale La metabolomica è lo studio sistematico dei metaboliti a basso peso molecolare che derivano da specifici processi cellulari. Si realizza su cellule, biofluidi o tessuti. Il Metaboloma rappresenta l'insieme di tutti i metaboliti di un organismo biologico, che sono i prodotti finali della sua espressione genica. Mentre i dati dell'espressione genica dell'mRNA e delle analisi proteomiche non spiegano esaurientemente ciò che potrebbe succedere in una cellula, il profilo metabolico può fornire un'istantanea della fisiologia di quella cellula. Una delle sfide della biologia sistemica è di integrare la proteomica, la trascrittomica e le informazioni metabolomiche per avere una visione d'insieme più completa del bilancio energetico degli organismi viventi. Applicazioni della metabolomica La metabolomica basata essenzialmente sull’ NMR-based (ma anche HPLC e Spettrometria di massa) può essere un valido mezzo per espandere le ricerche sugli impatti di stress ambientali sugli organismi viventi. Attualmente è stata già utilizzata con successo per: Monitoraggio ambientale su specie “sentinella” vertebrati o invertebrati (pesci, mammiferi o lombrichi) per l’esposizione ad inquinanti e tossici ambientali Valutazione del rischio chimico e biologico di farmaci, pesticidi e prodotti chimici industriali Studi di impatto ambientale Ambiti di applicazione dell’ecologia energetica • Ecotossicologia . Studio degli effetti di xenobiotici su organismi ed effetti a breve e medio termine sugli individui e sulla dinamica di popolazione • Ecofisiologia: Gli ecofisiologi studiano l’effetto degli eventi stressogeni ambientali sugli organismi. Quali variazioni ambientali, impatti, effetti nutritivi malattie ed esposizione a tossine • Fisiologia evolutiva lo studio delle evoluzione fisiologica cioè il modo in cui le caratteristiche funzionali degli individui di una popolazione hanno risposto alla selezione durante la storia della popolazione stessa • Studio della struttura e funzione di ecosistemi • Ecologia applicata • La maggior parte degli ambiti in cui si articola la vostra ricerca! Misura dell’ATP