La Rivoluzione Francese Alle origini della rivoluzione • Illuminismo: dottrine politiche che propugnano riforme, uguaglianza e libertà, ma… la Francia non attua riforme. • Esempio della rivoluzione americana. • Malcontento dei ceti produttivi penalizzati dalla politica economica e fiscale. • Cattiva congiuntura agricola e conseguenti difficoltà alimentari per la popolazione. • Difficoltà finanziarie dello stato. Re Luigi XVI (1774-1792) e la Regina Maria Antonietta d’Asburgo Lorena Maria Antonietta di Asburgo-Lorena Nel corso del Settecento la monarchia francese non attua le riforme del Dispotismo illuminato. Anche la politica accentratrice e anti-nobiliare del Re Sole viene abbandonata: l’aristocrazia, approfittando della debolezza dei re Luigi XV e Luigi XI, recupera potere politico e privilegi economici e sociali. In particolare: posti di comando nell’esercito e nel governo, esenzione dalle tasse, diritti di signoria (oneri feudali) cioè tributi e corvées che i contadini debbono fornire ai nobili, sulla base delle consuetudini medievali (oltre alle tasse pagate allo Stato). La società francese resta una società d’Ancien Régime: Monarchia assoluta (fondata sulla teoria dell’origine divina del potere monarchico), divisione della società in tre ordini o ceti: Nobiltà, Clero, Terzo Stato, caratterizzati da ruoli e diritti diversi. Situazione economica: lungo il secolo progresso economico e demografico della nazione francese, ma negli anni Ottanta cattivi raccolti e crisi economica. Forte indebitamento dello Stato a causa delle guerre e delle spese di corte. Il problema fiscale • Per risanare le finanze statali Necker (1778-81) ministro delle finanze propone: – Riduzione delle spese di corte a Versailles – Riforma fiscale che estenda la tassazione anche agli aristocratici. • La nobiltà difende i suoi privilegi. • Luigi XVI (1774-92) è spinto dalla nobiltà a convocare gli Stati Generali (1788) Gli Stati Generali Gli Stati generali erano un’assemblea consultiva costituita dai rappresentanti della nobiltà, del clero e del Terzo Stato. Il numero dei rappresentanti era uguale per ogni ordine. Non si riunivano da più di cent’anni, perché Luigi XIV non li aveva mai convocati per non esserne condizionato. La nobiltà crede di poter usare gli Stati generali per i propri fini, contando sull’alleanza con il clero, ma anche il Terzo Stato si aspetta riforme e diritti dagli Stati generali Ordini e classi sociali • La Nobiltà (< 400.000 = 1,5% - detiene il 25% delle terre): rafforzata nel XVIII secolo, gode di esenzione fiscale, di privilegi sociali, detiene le cariche politiche e militari, esige oneri feudali (tributi e corveés) dalla popolazione rurale, si aspetta dagli Stati generali il consolidamento del proprio potere e dei propri privilegi • Il clero (130.000 = 0,5%) detiene il 10% delle terre: • diviso tra alto clero (prelati quasi sempre provenienti dalla nobiltà) • e basso clero (sacerdoti solidali con il Terzo Stato). Il Terzo Stato (25 milioni) • Alta Borghesia (banchieri, proprietari, ) e media borghesia (intellettuali, professionisti, imprenditori, mercanti ) nemici dell’assolutismo e dei privilegi nobiliari. Chiedono: partecipazione alla vita politica, eguaglianza giuridica e fiscale. • Contadini (piccoli proprietari, affittuari, mezzadri, braccianti) : chiedono soprattutto l’abolizione degli oneri feudali e dei privilegi nobiliari. • Sanculotti (ceti popolari urbani): chiedono interventi politici contro il caro-viveri, abolizione dei privilegi nobiliari Il Partito Nazionale • Al di là delle divisioni sociali e degli interessi di classe, influiscono sugli orientamenti politici dei francesi le idee illuministiche: • Anche membri del clero e della nobiltà condividono l’esigenza di una radicale riforma dello Stato e solidarizzano con le richieste del Terzo Stato perché sono influenzati dalle teorie politiche degli Illuministi (Montesquieu, Rousseau ecc.) • il “Partito Nazionale” è il movimento che raccoglie i fautori della riforma sociale e politica Verso gli Stati generali • La leadership del terzo stato (borghesia intellettuale e imprenditoriale) vede negli Stati generali un’occasione per una riforma globale del regno di Francia. • Il terzo stato ottiene una rappresentanza doppia rispetto a clero e nobiltà . Nel terzo stato vengono eletti soprattutto borghesi. • Nelle assemblee in cui si eleggono i delegati la discussione va ben al di là dei problemi fiscali. • Cahiers de Doleances (quaderni di rimostranze) Opuscolo “Che cos’è il Terzo Stato” dell’abte Sieyes (1789) Un Cahier de Doleances La prima riunione degli Stati generale Dagli Stati generali all’ Assemblea Nazionale Costituente • Gli Stati Generali si aprono a Versailles (5/5/1789); il Terzo stato chiede che si voti per testa e non per stato (con il voto per stato ogni ordine avrebbe un voto e Nobiltà e Clero prevarrebbero sul terzo stato – con il voto per testa il terzo stato potrebbe avere la maggioranza) • Di fronte alla resistenza del re e della nobiltà , la borghesia (con alcuni esponenti di clero e nobiltà) si proclama Assemblea Nazionale Costituente (Giuramento della Pallacorda 20/5). • Luigi XIV finisce con l’accettare l’Assemblea Nazionale a cui si unisce anche il resto della nobiltà e del clero. J.L. David: L’Assemblea Nazionale, riunita nella sala della pallacorda giura di non sciogliersi prima di aver dato una costituzione alla Francia. s Il 14 luglio 1789: la Bastiglia • Il popolo di Parigi, in seguito a notizie di movimenti di truppe contro l’Assemblea, e al licenziamento di Necker , si arma e assalta la prigione della Bastiglia. • I parigini costituiscono un organo di rappresentanza cittadino (la Comune). • Si forma una forza armata popolare (borghese), la Guardia Nazionale, guidata da La Fayette. SIGNIFICATO: alleanza di fatto tra la borghesia dell’Assemblea nazionale e i Sanculotti parigini La “grande paura”: la rivoluzione dei contadini • Nelle campagne, colpite dalla crisi agraria, si diffonde la suggestione di un complotto aristocratico che avrebbe armato bande di briganti > I contadini assaltano e saccheggiano i castelli (bruciano gli archivi…) • L’assemblea nazionale proclama l’abolizione dell’Ancien Régime, degli oneri feudali (4-5 agosto), l’eguaglianza dei cittadini . ALLEANZA tra Borghesia, Sanculotti, Contadini contro l’Ancien Regime . Inizia l’emigrazione dei nobili La Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino • Il 26 agosto 1789 l’assemblea approva la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino. – Ispirata a Locke, alla rivoluzione americana, ma anche a Rousseau. – Sancisce l’uguaglianza e il diritto alla libertà (espressione e opinione), alla proprietà, alla sicurezza e alla resistenza all’oppressione. – Nonché il diritto di concorrere a formare le leggi, espressione della “volontà generale”. I Sanculotti (le donne) difendono la rivoluzione • Mentre molti nobili fuggono all’estero (e progettano la controrivoluzione contando sull’aiuto degli Stati confinanti), il Re fa resistenza, rifiutandosi di firmare i decreti dell’Assemblea. • Il 5 ottobre 1789 entra di nuovo in azione il popolo parigino: una folla (soprattutto donne) e la Guardia Nazionale invadono Versailles e costringono il re e l’Assemblea a trasferirsi a Parigi (sotto il controllo del popolo): il re cede e firma i decreti. La marcia delle donne su Versailles 5 ottobre 1789 •Protesta popolare contro il caro-viveri, la scarsità di pane, e contro l’opposizione del re ai decreti. Il Significato dell’’89 • Nell’ ‘89 si è realizzata un’alleanza tra Borghesia, Ceti popolari urbani e contadini. • Le rivolte dei Sanculotti a Parigi e dei contadini nelle campagne hanno spaventato il re e la nobiltà e hanno dato alla Borghesia la forza per trasformare gli Stati generali in Assemblea Nazionale Costituente e per avviare le riforme. • La Borghesia raccoglie le richieste di contadini e ceti popolari abolendo gli oneri feudali e proclamando l’eguaglianza (giuridica, fiscale, politica) dei cittadini Ma dal ’90 inizia un’altra storia… • La borghesia (proprietari, imprenditori, mercanti e finanzieri) vuole tenere ai margini i ceti popolari, teme la violenza dei sanculotti, i loro programmi rivoluzionari, vuole mantenere la guida della rivoluzione, indirizzandola verso un regime liberale (monarchico costituzionale), in cui il potere politico sia riservato alla parte istruita e agiata della popolazione. Vuole una politica economica ispirata ai principi del liberismo. I provvedimenti presi dall’Assemblea dopo la Dichiarazione dei diritti manifestano la fine dell’alleanza tra borghesia, contadini, sanculotti. Emergenza finanziaria e Politica ecclesiatica • Per risolvere le difficoltà finanziarie dello Stato l’Assemblea decide di requisire i beni ecclesiastici (poiché sono stati dati alla Chiesa dalla nazione devono ritornare alla nazione) > “beni nazionali” (a cui si aggiungeranno quelli requisiti ai nobili controrivoluzionari). • L’Assemblea avrebbe potuto cancellare il debito dello Stato, ma non la fa, perché ciò danneggerebbe la borghesia, principale creditrice dello Stato. •In attesa di venderli lo stato emette titoli (gli “assegnati”) garantiti da tali fondi. •Gli Assegnati provocano inflazione e favoriscono speculazioni •Le proprietà vengono comperate da contadini o da borghesi Assegnato da 50 lire emesso il 19 giugno 1791. Politica ecclesiastica • La notte del 4/5 agosto aveva abolito anche i privilegi ecclesiastici e le decime. • Con la Costituzione Civile del clero (1790) si riprende il “gallicanesimo”: – I voti religiosi vengono vietati, gli ordini religiosi sono sciolti; vescovi e parroci sono eletti dai cittadini, stipendiati dallo stato e obbligati a giurare fedeltà allo Stato. • Il Papa Pio VI la rifiuta. Alla richiesta di un giuramento di fedeltà allo Stato il clero si divide a metà tra “refrattari” e “costituzionali” La Costituzione del 1791 • Tra l’ottobre 1789 e il settembre 1791 l’Assemblea Nazionale Costituente assolve il suo compito di dare una costituzione alla Francia. • Monarchia costituzionale: Viene smantellato l’assolutismo – Il potere legislativo va ad una Assemblea Legislativa , eletta dal popolo, con voto censitario. – Il Re, sottomesso alla legge, conserva il potere esecutivo (nomina i ministri senza “fiducia” parlamentare) e un diritto di veto sospensivo sulle leggi approvate dall’Assemblea. Égalité? • La maggioranza borghese della costituente intende difendere i propri privilegi politici e sociali: – Il voto e l’eleggibilità sono limitati sulla base del censo (i cittadini sono distinti in “attivi” e “passivi”). – I cittadini maschi elettori sono il , gli eleggibili – Nel 1791 la Legge Chapelier abolisce le corporazioni e proibisce lo sciopero e le associazioni operaie . Égalité? • La maggioranza aristocratico-borghese della costituente intende difendere i propri privilegi politici e sociali: Il voto e l’eleggibilità sono limitati sulla base del censo (i cittadini sono distinti in “attivi” e “passivi”). Si aboliscono le corporazioni e si proibisce lo sciopero e le associazioni operaie (legge Chapelier). Amministrazione • Il territorio francese, tutto sottoposto alle medesime leggi, è suddiviso in 83 dipartimenti che cancellano gli antichi confini feudali. • Si attua il decentramento: le funzioni amministrative passano ad organi eletti localmente • che sostituiscono nobiltà e intendenti. L’atteggiamento del re • Per funzionare, il nuovo regime richiedeva la collaborazione del re. • Ma Luigi XVI mantiene un atteggiamento ambiguo: Sembra cedere alla Costituente, ma non trascura tentativi controrivoluzionari (una sua fuga viene sventata a Varennes il 20/6/1791), indebolendo la posizione dei filomonarchici di fronte ai repubblicani (giacobini, cordiglieri) I Girondini e la guerra • Nel parlamento del 1791 in maggioranza sono i “Girondini” (repubblicani moderati) • che propongono la guerra contro Austria e Prussia (sostenitrici del vecchio regime) come mezzo per rafforzare la rivoluzione. • Il re li appoggia sperando nella sconfitta e nella restaurazione. • Solo i Giacobini si oppongono.