LA LEZIONE Tra le tante immagini, più o meno retoriche, che nei due secoli che ci separano dal 1789 hanno illustrato la Rivoluzione francese abbiamo scelto le due che, a nostro avviso, meglio rappresentano la grande rottura con il passato, il vecchio regime feudale, l’Ancien Régime, come dicono gli storici francesi. La prima è la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, che nel 1789 dà inizio a quel percorso dei diritti contro i privilegi che arriverà alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948 e alla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea del 2000. La seconda è la rappresentazione dei simboli che attraverseranno in lungo e in largo l’Europa nei secoli a venire, portando ovunque lo spirito e gli ideali della Rivoluzione: - il motto “Liberté – Égalité – Fraternité”, che sintetizza l’abolizione dei privilegi feudali; - la Repubblica, come forma democratica dello Stato contro la monarchia ereditaria; - il Tricolore, da cui erano stati tolti i gigli della dinastia borbonica e aggiunti i colori della municipalità di Parigi. “I Rappresentanti del Popolo Francese, costituiti in Assemblea Nazionale, considerando che l’ignoranza, l’oblio o il disprezzo dei diritti dell’uomo sono le uniche cause delle sciagure pubbliche e della corruzione dei governi, hanno stabilito di esporre, in una solenne dichiarazione, i diritti naturali, inalienabili e sacri dell’uomo, affinché questa dichiarazione, costantemente 1 presente a tutti i membri del corpo sociale, rammenti loro incessantemente i loro diritti e i loro doveri; affinché maggior rispetto ritraggano gli atti del potere legislativo e quelli del potere esecutivo dal poter essere in ogni istanza paragonati con il fine di ogni istituzione politica; affinché i reclami dei cittadini, fondati da ora innanzi su dei principi semplici ed incontestabili, abbiano sempre per risultato il mantenimento della Costituzione e la felicità di tutti. In conseguenza, l’Assemblea Nazionale riconosce e dichiara, in presenza e sotto gli auspici dell’Essere Supremo, i seguenti diritti dell’uomo e del cittadino: Art. 1. Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti. Le distinzioni sociali non possono essere fondate che sull’utilità comune.” Così inizia la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, che è alla base di tutte le moderne democrazie europee. Gli eventi Era il 26 agosto 1789. La Francia era un regno feudale basato sul potere assoluto del Re e sui privilegi delle caste della nobiltà e del clero, che rappresentavano il 2% della popolazione, ma che detenevano tutto il potere. Una gravissima crisi economica costrinse il re Luigi XVI a imporre nuove tasse sul resto della popolazione, essendo per legge nobili e clero esenti da tributi. Non solo, siccome anch’essi risentivano della crisi, pretesero di rimettere in vigore gli antichi privilegi feudali che diventarono ulteriori vessazioni sulle spalle dei poveri. Fu allora che, sotto la pressione della parte più avanzata dei non-nobili (avvocati, notai, medici, imprenditori, intellettuali) il Re convocò per maggio 1789 l’assemblea, caduta in disuso (l’ultima convocazione era del 1614!), degli Stati Generali, in rappresentanza delle tre classi (“Stati”) sociali: nobiltà, clero e terzo Stato (non ancora chiamato “borghesia”). Il Terzo Stato era quello maggiormente rappresentato e maggiormente influenzato dalle idee illuministe che propugnavano l’abolizione dell’assolutismo, la separazione dei poteri, la Costituzione. Dopo varie settimane trascorse in dibattiti procedurali (voto per ordine o per testa, per esempio), il Terzo Stato si autoconvocò in Assemblea Nazionale Costituente, cui aderì il clero e una parte della nobiltà, per dare alla Francia una nuova Costituzione. Intanto in tutta Parigi c’erano sommovimenti e rivolte della gente che assaliva i magazzini con la richiesta al Re di togliere le tasse sul pane. Il 14 luglio 1789, una rivolta popolare assalì la fortezza di Parigi simbolo del potere feudale del sovrano, la Bastiglia, liberando tutti i prigionieri e impossessandosi delle armi della guarnigione. Quest’evento è poi stato assunto dalla tradizione democratica come quello che diede inizio allo smantellamento del regime feudale e all’instaurazione della democrazia in Francia e, nei successivi due secoli, nel resto d’Europa. Ancora oggi il 14 luglio è la festa nazionale della Repubblica Francese. L’Assemblea Costituente, dopo aver approvato la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, abolì i privilegi feudali e diede inizio a un profondo rinnovamento delle istituzioni e dell’economia francese. 2 La Repubblica Il Re tentò in ogni modo, anche con alleanze segrete con le corti europee, di riprendersi il potere assoluto che deteneva prima della Costituzione. Nel giugno del 1791 tentò perfino di fuggire da Parigi, ma fu riconosciuto e ricondotto in città. Così, da allora, il tentativo di fuga gli fu rinfacciato come tradimento. Intanto, si procedette a una revisione della Costituzione in senso molto più progressista, fondata esplicitamente sulla “sovranità popolare” (non del Re!) propugnata da Rousseau e sulla “separazione dei poteri” teorizzata da Montesquieu. Il potere legislativo fu affidato a un’Assemblea Legislativa, il potere esecutivo formalmente al Re. Gli eventi, tuttavia, precipitarono. Le corti europee, sobillate dai nobili francesi emigrati e preoccupate dal possibile contagio della rivoluzione francese, causarono una guerra contro la Francia, appoggiata in segreto dallo stesso Re. Il popolo, guidato da capi carismatici come Danton, Robespierre, Marat, sostituì il governo legittimo con una “Comune Insurrezionale” costringendo l’Assemblea Legislativa a convocare un’altra assemblea costituente per una nuova Costituzione. Fu quest’assemblea, chiamata “Convenzione” che il 21 settembre 1792 proclamò per la prima volta la Repubblica in Europa. La guerra La guerra contro le corti europee intanto continuava; dopo qualche sconfitta, la Francia riuscì a conseguire un’importante vittoria a Valmy, con un esercito popolare e non professionale che conquistò anche territori oltre i propri confini, esportando gli ideali rivoluzionari, seppur contraddicendoli nella misura in cui continuava la politica imperialista dei precedenti Re di Francia. In questo clima, Luigi XVI fu processato per alto tradimento dalla Convenzione e condannato alla pena di morte. Il 21 gennaio 1793 fu ghigliottinato. Il Comitato di Salute Pubblica Dopo la decapitazione del Re si formò una coalizione di Stati europei guidata dall’Inghilterra che mosse guerra alla Repubblica Francese. La Francia era in pericolo. La Convenzione sospese le garanzie costituzionali e assegnò a un Comitato di Salute Pubblica i pieni poteri. Il Comitato, presieduto da Robespierre, instaurò il regime del “Terrore” secondo cui chiunque fosse sospettato di cospirare contro la Rivoluzione era messo a morte. Il Direttorio Il 28 luglio 1794, un colpo di Stato pose fine al governo di Robespierre e al regime del “Terrore” e instaurò, con una nuova Costituzione, una nuova Repubblica, governata da un Direttorio di 5 membri, che deteneva il potere esecutivo, e un Parlamento bicamerale depositario del potere legislativo. Tale regime durò fino al 1799 quando con un altro colpo di Stato andò al 3 potere Napoleone Bonaparte, un generale che nel 1796 aveva iniziato la propria carriera militare e politica con le vittorie nelle battaglie della campagna d’Italia. Ma questa è un’altra storia, la sua storia. Nella storia dell’Europa, di tutti gli innumerevoli piccoli e grandi eventi che costituiscono il racconto della Rivoluzione francese, restano i principi della Dichiarazione dei Diritti e l’instaurazione della prima Repubblica. I primi li troviamo riconfermati della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948, la seconda nelle numerosissime Repubbliche democratiche presenti oggi tra i 193 Stati dell’ONU. 4