DALLA SOCIALIZZAZIONE ALL’INTEGRAZIONE SOCIALE Un’esperienza dell’ITCS “CARLO ROSSELLI” di Genova L’integrazione dell’adolescente. Conquista, certo, la possibilità di frequentare la scuola con i propri coetanei, di instaurare rapporti e imparare stili di convivenza nel normale ambiente che, fortunatamente, connota in modo generalizzato il percorso di sviluppo dei giovani (italiani e non) presenti nel nostro Paese. Dalla sentenza della corte costituzionale del 19871, la strada per le pari opportunità di offerta formativa ha acquistato piena cittadinanza nella coscienza sociale e nella normalità dell’opera educativa dei giovani nella fascia di studi al di fuori dell’obbligo, ovvero la strada che porta a raggiungere qualifiche e diplomi terminali. Limiti: i dati oggettivi. Ci sono dei limiti che potremmo definire oggettivi, ma sono proprio quelli che vanno sconfitti. Passi avanti notevoli sono stati fatti nel campo dell’abbattimento delle barriere architettoniche, nel lavoro di ricerca per gli ausili più diversi, nella fornitura di servizi adeguati per la mobilità, nell’obbligo dell’accessibilità alle nuove tecnologie, ma rimane un problema: come sconfiggere il diffuso senso di abbandono all’assistenza che (come qui indicato) costituisce comunque una realtà di alta conquista civile? Ci sono dei limiti ‘ambientali’ che l’hinterland di appartenenza, la comunità familiare, gli aggregati di frequentazione creano. Barriere invisibili e, spesso, non percepibili dato che sono costruite in modo non violento, sovente proprio in virtù di una speciale protezione, un tipo di accoglienza che viene anche lodata, un desiderio di aiutare. Sono le barriere che tutti noi costruiamo con le nostre buone intenzioni. L’innovazione normativa che affidava alla scuola il compito dell’integrazione dei soggetti più deboli e fragili, venne accompagnato dal c.d. documento “Falcucci”2 che, come ricorda nella citazione che qui riprendiamo Francesco Scrima3, segretario CISL Scuola, su ItaliaOggi dell’8 maggio 2007, ben segnalava nella premessa che: “I soggetti con difficoltà di sviluppo, di apprendimento e di adattamento devono essere considerati protagonisti della propria crescita. In essi infatti esistono potenzialità conoscitive e relazionali spesso bloccate dagli schemi e dalle richieste della cultura corrente e del costume sociale.” Limiti all’integrazione. Si tratta di quei limiti che attengono alla condizione della realtà. Una realtà che, di fatto, nega quanto ormai accettato da tutti gli operatori, ovvero la necessità di una assistenza integrata continuativa, come si evince dagli studi del SSN di cui, ad esempio, al Progetto n. 64 del 2006 che vede l’esigenza di una “integrazione socio-sanitaria con particolare riferimento alla prevenzione dei rischi di emarginazione ed alla tutela dei soggetti fragili (anziani non autosufficienti, disabili, adolescenti,soggetti in stato di poverta’). Questo studio pone l’accento, in particolare, su quelle “condizioni socioeconomiche che possono produrre effetti dannosi per la salute: limitato accesso al mondo del lavoro.” 1 Sentenza della Corte costituzionale del 3 giugno 1987, n. 215 Ministro, all’epoca, della Pubblica Istruzione 3 Francesco Scrima, La fragilità degli alunni, la forza della scuola, pag. 49 del quotidiano citato 4 Tematica 6 2 Da qui una problematica spesso non ben intesa né valutata nel processo educativo che accompagna lo sviluppo del giovane portatore di handicap. La scuola, sinora, è stata invitata a porsi come agenzia della ‘socializzazione’ considerata la via maestra per l’integrazione sociale. Il compito, all’interno delle attività di insegnamento/apprendimento, appare coerente con il parere dei sanitari fornito in occasione del ricorso che ha permesso la famosa sentenza della Corte Costituzionale, ovvero che, pur di fronte ad un tipo di handicap neuropsichico non grave, “aveva sottolineato che la giovane poteva trarre dalla frequenza un beneficio che, se relativo quanto all'apprendimento, era viceversa notevole sul terreno della socializzazione e dell'integrazione, si da far ritenere fondamentale la riammissione della giovane, per la quale l'isolamento avrebbe contribuito in maniera assolutamente negativa alla formazione del carattere”.5 E l’attività di aiuto al pieno sviluppo della personalità si è, di fatto, fermato qui, quasi che la vita reale, quella dei ‘normali’ fosse un percorso votato alla socializzazione e non all’esplicazioni delle proprie capacità per cui, guadagnate le opportune competenze, si diventa cittadini attivi partecipando col proprio lavoro e, anzi, con una tutela assoluta rispetto al miglioramento continuo che il codice civile, con l’articolo 20876, garantisce a tutti gli occupati. Eppure proprio a chi si trova in particolari condizioni di difficoltà si aggiunge, oltre alla tutela dell’art. 34 Cost.7, grazie alla quale l’istruzione superiore non è più indicata come percorso da favorire bensì come percorso da assicurare, la Costituzione detta l’art. 388 che al terzo comma recita che "gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione ed all'avviamento professionale". Tale previsione normativa è stata portata a rinforzo dalla sentenza di cui sopra, che ha compiutamente delineato la fattispecie giuridica per dare, comunque, risposta al caso specifico ivi prospettato, ovvero la frequenza in una classe regolare della scuola secondaria di secondo grado. La conquista del riconoscimento dell’effettiva parità con la cancellazione dell’isolamento che, da sempre, colpisce i diversi cammini della diversità, si è, però, concretata solo parzialmente. La scuola, che mette i giovani in grado di divenire cittadini attivi, non sempre ha dato rilevanza a quel segmento di operatività che sono le iniziative di contatto scuola-lavoro. Eppure, come per le uscite sul territorio, questo è uno dei campi di effettività di quegli interventi che la sentenza di cui sopra identifica come atti ad "assicurare il completo inserimento nell'attività formativa e favorirne l'integrazione sociale": art. 3, lett. m,) l, n. 845 del 1978. E sono queste vie che portano al superamento dei limiti oggettivi comportando la reale consapevolezza della propria dignità di utile membro della società. Il superamento: un percorso comune con i propri compagni. Vero. La decisione è partita dai docenti della classe che, analizzata la situazione, hanno investito della richiesta di inserimento nel progetto di Orientamento al lavoro di uno studente portatore di 5 v. nota n. 1 6 Codice civile, art. 2087 - TUTELA DELLE CONDIZIONI DI LAVORO L'imprenditore e` tenuto ad adottare nell'esercizio dell'impresa le misure che, secondo la particolarita` del lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l'integrita` fisica e la personalita` morale dei prestatori di lavoro 7 Cost. art. 34 - La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso. 8 Cost. art. 38 Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria. Gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale. Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato. L'assistenza privata è libera. handicap frequentante la classe IV Igea (corso di istruzione per il diploma di ragioniere), con indice di gravità. Il docente curatore del Progetto Alternanza Scuola Lavoro individuava in un ente pubblico l’ente giusto per questa prima esperienza. Successo. Nuova esperienza nel periodo estivo presso una catena di vendita di livello nazionale. Ancora meglio. I servizi sociali, per il resto dell’estate, trovano autonomamente un altro impegno lavorativo. Classe V (questo anno scolastico). Il grado di autonomia e di socializzazione è tale che lo studente richiede personalmente di poter partecipare al viaggio di istruzione a Parigi (e non solo lui non era mai stato in aereo) senza che vi sia il contemporaneo appoggio (a cui era da sempre abituato) dei genitori. Bellissimo per lui, per i suoi insegnanti e, soprattutto, anche per i suoi compagni. La cultura trasmessa, questa volta, ha ottenuto il vero risultato: un’integrazione sociale e non solo delimitata all’ambito scolastico. La riflessione Ma quest’anno un’altra (duplice) vittoria. Prima vittoria: la cultura dell’integrazione ha compiuto il suo salto di qualità con l’attivazione spontanea di percorsi che non sono i PEI. Il docente curatore del Progetto Alternanza Scuola Lavoro propone l’esperienza di uno stage di lavoro a una studentessa9 e, di nuovo, si preoccupa della giusta localizzazione. Biblioteca comunale. Successo. 9 SCHEDA PROFILO ALUNNA DIVERSAMENTE ABILE CLASSE IV IGEA Punti positivi: Autonomia personale: discreta capacità di contenimento delle sue ansie di fronte a situazioni nuove o alla richiesta di prestazioni scolastiche Indipendenza sia nell’organizzare il lavoro che nel portare a termine le consegne date Consapevolezza dei propri limiti Buon rapporto con se stessa Funzionalità visive, uditive e tattili nella norma Buono l’aspetto psico motorio Capacità di mantenere l’attenzione e la concentrazione per tempi medi Capacità mnemoniche sufficienti a medio e lungo termine Puntualità, rispetto delle regole e delle persone Senso di responsabilità Percorso di miglioramento: Situazione iniziale : Presenza di un certo senso di sfiducia nelle sue capacità e bassa autostima Situazione dopo quattro anni di scuola superiore : Buon livello di fiducia in se stessa e nelle sue capacità di poter ottenere miglioramenti; Aumento dei rapporti e della collaborazione con i coetanei e conseguente significativa riduzione della sua dipendenza dagli adulti di riferimento Capacità di affrontare con maggiore sicurezza le situazioni nuove o impreviste Potenziamento delle conoscenze e delle competenze concretizzatosi nel raggiungimento degli obiettivi didattico-educativi minimi previsti per il biennio del suo corso di studi .Partecipazione ad uno stage di una settimana presso la Biblioteca De Amicis di Genova nell’ambito del Progetto di Orientamento ARIOS. Il Consiglio di classe, analizzata la situazione, ha ritenuto importante per la crescita personale dell’alunna, la possibilità di provare ad operare in una realtà lavorativa. L’esperienza, portata a termine con successo, ha consentito un miglioramento delle capacità relazionali (comunque ancora un po’ limitate) in un nuovo ambito e un primo approccio con il mondo del lavoro. Grazie ai buoni risultati ottenuti il tutor delle Biblioteca ha proposto l’effettuazione di un’ulteriore settimana di stage e l’avvio, il prossimo anno scolastico, di un progetto personalizzato di alternanza scuola – lavoro con la realizzazione di più periodi di stage lavorativi che andranno ad integrare il percorso scolastico. Istruzione come modello di socializzazione e non di isolamento : L’inserimento in un gruppo classe che si è sempre dimostrato molto collaborativo ha contribuito in modo positivo ad aumentare il livello di socializzazione dell’alunna che ha sempre evidenziato il suo gradimento per il lavoro a piccoli gruppi. Negli ultimi tempi i rapporti con i compagni si sono consolidati manifestandosi anche al di fuori del contesto scolastico. Integrazione sociale Attraverso il percorso scolastico e il progetto ARIOS si auspica che il processo di integrazione sociale già avviato possa consolidarsi fornendo alla ragazza quegli strumenti utili al futuro inserimento nel mondo del lavoro Alto. La biblioteca ha proposto alla discussione collegiale un percorso integrato (per la maturazione delle competenze da certificare in sede di esame finale) con periodi di stage per imparare bene le mansioni che, un domani, potrebbero essere spendibili in tale collocamento di lavoro. Si tratta della constatazione della lungimiranza del dettato costituzionale, che qui viene provato attraverso fatti. Il legislatore, in quella sede, aveva, infatti, già individuato in modo peculiare come il diritto al lavoro, quel lavoro su cui si fonda la Repubblica Italiana, doveva venire assicurato, talché l’art. 38, che sostiene e amplia la tutela allo sviluppo della persona di cui all’art. 34, si trova collocato nel titolo dedicato ai rapporti economici. 10 Conclusione Per inverare in capo ad ogni soggetto la condizione di una cittadinanza attiva e consapevole, per non annientare principi di solidarietà e cooperazione, per accogliere la diversità come un diritto individuale ed una ricchezza collettiva, occorre dare concretezza al percorso di una integrazione entro la società dell’oggi, favorire l’apporto attivo, partire, quindi, dai processi di socializzazione per fondare su di essi il cammino che porta all’integrazione sociale come pieno sviluppo dell’individuo.Quindi, come per tutti, l’avvio alla normalità della vita per perseguire quello che è il fine di tutte le iniziative, ovvero un cammino di consapevolmente condotto nella certezza che “il modo migliore per parlare della diversità sia cercare di escogitare le strategie per eliminarla”. 11 Gruppo di lavoro per l’integrazione: prof.a Lorenza Garbarono e prof. Marco Oliveti (docenti di sostegno); prof.a Graziella Gaia (docente di Economia Aziendale e coordinatore del progetto Alternanza Scuola-Lavoro); prof. Paolo Repetto (docente di Economia Aziendale). Sintesi finale Dirigente scolastico dell’ITCS “CARLO ROSSELLI” di Genova Elsa Cirlini Sentenza Corte Cost. cit. “Sotto quest'aspetto, dunque, la disposizione in discorso integra e specifica quella contenuta nell'art. 34, per quanto concerne l'istruzione che va garantita ai minorati: e la sua collocazione nel III, anziché nel II titolo della I parte della Costituzione ben si giustifica coll'essere l'istruzione in questione finalizzata anche all'inserimento di tali soggetti nel mondo del lavoro.” 10 Da: www.francoangeli.it/ricerca dove si presenta il libro a cura di Paola Maria Fiocco, Luca Mori, “La disabilità tra costruzione dell’identità e cittadinanza” Franco Angeli ed. 11