1 EDIZIONI TECNICHE NUOVE - MILANO REDAZIONE DE “L’ERBORISTA” ARGOMENTO: ERBORISTERIA TRADIZIONALE ARTICOLO: COMMENTO AL “DE ALIMENTORUM FACULTATIBUS” DI GALENO PRIMA PARTE DATA: 10 GENNAIO 1999 Tra gli obiettivi che ci siamo dati, c’è quello di riportare in vita i testi classici della Medicina antica dell’area mediterranea e testi relativi ad argomenti affini, come il Regime alimentare, agli esercizi fisici, e così via. Un’opera che ci è parsa particolarmente interessante ed appropriata è “Le virtù degli Alimenti” di Claudio Galeno. Certo, per ovvie ragioni di spazio non saremo in grado di riportarlo integralmente, ma di mostrarne gli elementi caratterizzanti e di restituire ai lettori alcune stupende descrizioni sulle proprietà degli alimenti realizzate da uno dei più grandi geni (Galeno) del mondo antico. Molto importante è anche offrire agli Erboristi che seguono l’antica medicina mediterranea il rapporto tra cura erboristica ed adeguato Regime alimentare. L’indiscussa autorevolezza di Galeno dà al testo un valore documentario enorme. In un altro nostro intervento (“L’antica cucina mediterranea” - “L’Erborista” n° 5 Anno III°, Settembre 1994), abbiamo inquadrato il Regime alimentare secondo la visione antica mediterranea, nell’ambito della Dottrina Umorale, di origine Ippocratica. Per la stesura di questo articolo abbiamo fatto largo uso del testo in questione, unitamente ad altre opere connesse con lo stesso tema di epoca tardo-rinascimentale (che spesso servono a chiarire passi che ci appaiono oscuri dell’opera galenica). Allora facemmo un chiaro riferimento al sistema macrobiotico, che tanta importanza ha avuto nella formazione di molti di noi Erboristi dell’ “epoca di mezzo” (cioè chi ha iniziato ad operare nel decennio 1975-85). Abbiamo fatto subito notare la singolare convergenza di punti di vista, che supera le differenze di epoca, area geografica d’origine e cultura. Galeno, nel comporre l’opera, tiene conto di vari fattori: 1 - la tradizione che potremmo definire “gastronomica; 2 - la tradizione dell’uso terapeutico di sostanze abitualmente impiegate in campo specificamente alimentare (come l’Orzo, i Ceci, i Fichi, ad esempio); 3 - la propria personale esperienza di Medico pratico. Inoltre, nella valutazione di una materia alimentare si tien conto di una varietà di qualità inerenti l’alimento stesso; tra queste fondamentali sono: A - le Qualità (Caldo, Freddo, Secco, Umido); B - la capacità di far formare buoni o cattivi Umori (Euchimia e Cacochimia); C - la “Sostanza”, che indica sia il potere nutritivo che la digeribilità di un alimento (ad esempio, dice che il << Grano è di “sostanza grossa”>>, vale a dire che è di digestione laboriosa ma impartisce grande nutrimento; altri cibi, come molti ortaggi, sono di << “sostanza sottile” ma danno scarso nutrimento >>); 1 2 Questi concetti si trovano, in forma molto schematica e sicuramente più rudimentale nel “De Medicina” di Aulo Cornelio Celso, vissuto a Roma nel secolo precedente a Galeno. Galeno ci interessa in particolar modo poichè il suo riferimento alla Dottrina Umorale è organico e radicale ed il sistema interpretativo molto più coerente e profondo, anche se a volte come abbiamo già accennato - ci dovremo servire di autori più recenti per una più corretta interpretazione del testo. Ma, come al solito, passiamo all’analisi ed al commento del testo in esame. Fonti: 1 - C. Galeno “De Alimentorum facultatibus” trad. 2 - C. Galeno “Della Natura e Virtù dei Cibi” trad. Gerolamo Sacchetto - Venezia 1562 3 - C. Durante “Il Tesoro della Sanità” - Roma 1586 Struttura dell’opera Essa consta di tre parti, dette all’ antica “Libri”; nel primo libro si trova una introduzione di Galeno stesso, di carattere generale sul ruolo del Regime alimentare nella salvaguardia della salute umana con molte note polemiche (come è sua consuetudine) nei confronti di altri medici coevi o precedenti e con la definizione degli schemi di classificazione e individuazione della qualità degli alimenti stessi. Ma l’aspetto veramente singolare e di straordinaria importanza per noi moderni è quello del raggruppamento dei cibi in tre grandi gruppi, descritti nei tre “Libri”; occorre tenere conto della impostazione “gerarchica”, utilizzata dagli antichi autori, per la quale ciò che viene descritto per primo è più importante di ciò che viene descritto successivamente. Nel primo “Libro”, dopo l’introduzione, in 36 Capitoli, vengono descritti Cereali, Legumi ed alcuni semi oleaginosi; nel secondo “Libro” in ben 70 Capitoli vengono descritti Ortaggi, Frutta coltivata e selvatica e tutte le possibili verdure, mangiate ai suoi tempi nell’area mediterranea; nel terzo “Libro”, nel corso di 41 Capitoli vengono descritti i cibi di origine animale, sia gli animali stessi suddivisi in terrestri, volatili ed acquatici; nella parte dedicata agli animali terrestri si trova anche il Latte ed i Latticini; alla fine del terzo “Libro” si trovano gli alimenti definiti come “speciali”, come il Miele, il Vino e gli alimenti conservati sotto-Sale. Ogni categoria è preceduta da una breve introduzione sulla sotto-serie. Sembrerebbe quasi che Galeno avesse seguito una impostazione di tipo “Macrobiotico”; in realtà il grande medico si rende conto che la massa dell’umanità civile trae la maggior parte del nutrimento dal gruppo di alimenti descritti nel primo libro e questo è vero anche oggi ed è così fin dal Neolitico, quando nella Mezzaluna fertile iniziò la “domesticazione” dei primi cereali e dei primi legumi (Grano e suoi antenati, Orzo, Ceci, Lenticchie, Piselli); dall’ area occidentale del mediterraneo venne l’uso del Papavero sonnifero (che, a parte l’ Oppio, produce una bella quantità di semi oleaginosi). Gli altri gruppi, come frutta, ortaggi, cibi animali, etc., sono sostanze - globalmente accessorie al sostentamento. Introduzione (desunta da quella originale di Galeno stesso). Nell’ introduzione Galeno precisa che nel dare un giudizio salutistico-nutrizionale di un determinato alimento, occorre 2 3 valutare anche le caratteristiche costituzionali di chi lo mangerà; c’è chi digerisce bene certi cibi, chi altri, chi possiede più Calore, chi meno, e così via. Ad esempio, chi ha uno stomaco troppo Caldo, riesce facilmente a digerire cibi che in genere sono pesanti e duri da trasformare, ma se la stessa persona mangia cibi facilmente digeribili (che sono nel contempo anche facilmente “corruttibili”), il suo stomaco facilita la loro trasformazione perversa, “corrotta”. Inoltre (dice sempre Galeno) i vari cibi, anche presi singolarmente possono possedere proprietà contrastanti, che si evidenziano in modo diverso nelle varie persone e/o secondo le varie tecniche di cottura. L’ esempio classico è quello dato dai cibi che provocano contrazioni intestinali (più o meno gravi e più o meno dolorose): in questo caso, il cibo contiene sia la proprietà lassativa che quella astringente; essendo esse contrastanti tra di loro e nessuna delle due prevalendo, si hanno questi spasmi. Con la cottura, attraverso la quale si possono separare le due “virtù”, si può mangiare il cibo senza danno. Inoltre ad alcuni il disturbo è causato prevalentemente dal cibo stesso, altre volte prevalentemente dagli Umori del paziente. Inoltre, il regime alimentare può avere una importante influenza nella ricerca dell’equilibrio degli organismi squilibrati (i temperamenti Freddi dovranno usare alimenti Caldi in misura tale da compensare la Freddezza costituzionale, quelli Secchi dovranno alimentarsi in modo da assorbire la necessaria Umidità con la quale compensare questa Secchezza e così via). Galeno fa poi anche esempi di azione specifica di alcuni alimenti: ad alcuni temperamenti (come i Biliosi) il Miele nuocerà, ad altri, come i Flemmatici, invece trarranno vantaggio dal nutrirsene. Finalmente, Galeno, dopo aver ribadito che molti singoli alimenti possono avere proprietà contrastanti e che esistono metodi di cottura e di abbinamento di alimenti diversi che possono essere utilizzati per la compensazione di vari squilibri organici, passa alla descrizione delle varie materie alimentari. Dal I° Libro selezioneremo quelli che ci parranno più interessanti e utili, anche in vista di una moderna riscoperta ed applicazione di un Regime alimentare equilibrante, secondo la Dottrina Umorale. Capitolo I° Il Frumento. Secondo l’Autore quasi tutti i medici si sono occupati di questo cereale, che è tra i più salubri ed utilizzati, non solo dai popoli civili ma anche dai barbari. Dopo la descrizione dei vari tipi di Grano si trova una interessante nota sulla crusca (che si ritrova anche nel pane, se viene preparato con farina non o poco setacciata e da grani ricchi di essa); questa materia è di poco nutrimento e produce molte scorie, quindi viene facilmente espulsa per via intestinale; per questo motivo si può affermare che la crusca possiede natura “mondificativa” (=ripulente). Presso le varie civiltà soggette all’Impero Romano esistono varie categorie di pane: 1 - pane fatto con farina raffinatissima, privo del tutto di crusca, detto “siligineo” (da “siligo”); 2 - pane di qualità inferiore, detto “similaceo”, cioè “che viene dopo”; 3 - pane mediocre; 4 - pane “sporco” (fatto con farina molto ricca di crusca); 5 - tutti i pani di infima qualità, per i poveri, fatti quasi completamente di crusca. Come ci possiamo immaginare, i pani ricchi di crusca rimangono poco in corpo e generano scarso nutrimento, mentre i pani fatti con farina più raffinata, generano più ricco nutrimento. Nota sui lottatori: questi atleti non fanno uso di cibi di facile trasformazione, ma pesanti e collosi e difficili da elaborare e smaltire; dato tuttavia che essi passano il loro tempo ad allenarsi per le 3 4 gare di lotta, hanno bisogno di cibi duri e difficili da elaborare, ma anche a corrompersi ed a dissolversi. I cibi più adatti a loro, dato che sono pesanti e viscosi, sono il pane e la carne di maiale. Se un individuo più sedentario si cibasse come loro, alla fine si ammalerebbe da eccesso di materia (“pletora”), come del resto anche i nostri robusti lottatori si ammalerebbero di consunzione se gli cibassimo solo di erbe e di decotto d’Orzo (cibi di facile e leggera digestione, ma di poca materia nutritiva). In conclusione, il Grano ed il pane sono generatori di Umori pesanti, umidi e freddi (definibili solo in parte come Flemmatici, dato che la Flemma rimane un umore fluente ed abbastanza leggero), dal punto di vista della Sostanza, mentre dal punto di vista della Qualità, assunti dalle persone giuste, a queste generano nutrimento e Calore. Castore Durante, nel “Tesoro della Sanità”, ed. Roma 1586, definisce i principali frumenti (Farro e Grano) di grande nutrimento; il Grano <<...notrisce grandemente, e il suo notrimento è sodo e valororosamente corrobora......[ma] è cibo grave e difficile da digerire, genera Umori grossi e viscosi...>> Riguardo al pane, il Durante (op.cit.) afferma che <<...è Caldo e Secco nel primo grado.....fatto di buon Grano, ben fermentato e ben cotto, con un poco di Sale, fatto di fior di farina, è perfettissimo.........nutrisce il pane ben fatto gagliardamente ..........quando contiene semola (crusca) presto si digerisce (anche nel senso che si smaltisce rapidamente-ndr)...>>. Capitolo VIII° - L’ Orzo Anche questo è un cereale largamente usato dall’umanità, ma di caratteristiche ben diverse dal Grano; come il Grano manifestamente genera Calore per coloro che ne possono fare un uso continuato, così l’Orzo ed i cibi (o pane o decotto) con esso preparati, manifestamente generano Freddezza. Per quanto riguarda invece la “Chimia”, se il Grano genera Umore pesante e colloso, così l’Orzo genera Umore leggero, fluidificante e leggermente asciugante. In ogni caso, qualsiasi sia il modo con il quale verrà preparato, esso mai genererà Calore; semmai in certe condizioni oltre a generare Freddezza potrà Umidificare o Disseccare, a seconda del preparato. La vera Tisana (Orzo cotto secondo Ippocrate), si prepara facendo macerare l’Orzo crudo in Acqua, poi si sfrega per togliere le glume, si cuoce il cereale e si pesta nel mortaio in modo da ”). Essa, come dice Ippocrate, gioverà ai sani ed agli ottenere la perfetta Tisana (“ ammalati, dato che la sua viscosità è lubrificante e moderatamente Umida, toglie la sete, è adatta a purgare se ce ne fosse bisogno, non è astringente e non provoca spasmi intestinali; gonfia un po’ la pancia, dato che il seme è rigonfiato ed ammorbidito al massimo durante il procedimento. Dice il Castore Durante (op.cit.): <<...Qualità: l’ Orzo è Freddo e Secco nel primo grado, oltre ad aver dell’ astersivo e del mondificativo...nutrisce molto meno del Grano.....nutrisce l’Orzo e facilmente si converte in carne e si usa in medicina; apre le ostruzioni della vescica con la sua virtù astersiva, e mitiga con le altre sua qualità l’ acredine degli Umori....Il suo decotto è Umido e detergente, si dà con successo ai febbricitanti ed estingue loro la sete, giova nelle malattie polmonari ed è ottimo rimedio agli etici (2), dato che è di buono e copioso nutrimento; quantunque sia Freddo, è di facile digestione, lenisce le vie respiratorie, favorisce l’espettorazione, ripulisce i bronchi ed i polmoni e calma la tosse; se si si vuole che prevalga l’azione “di pulizia”, si cuocia l’Orzo mondo, se si vuole raffreddare ed asciugare, si usi l’ Orzo perlato...>>. 4 5 Capitolo XIII° - L’ Avena. Questo cereale nasce abbondantemente [anche] in Asia (Galeno per Asia intende l’area che oggi va dalla Turchia a tutto il Medio-Oriente-ndr), ma è cibo più da Cavalli che da Uomini; giusto in tempo di carestia se ne potrà fare del pane. Fuori dalla carestia si può mangiare lessata in Acqua con aggiunta di Vino dolce, Mosto o Mosto concentrato. Genera abbastanza Calore ed è piuttosto leggera; non dà molto nutrimento. Capitolo XIV° - Il Miglio. Quando se ne fà del pane, esso genera poco nutrimento, dato che contiene una minima parte di pesantezza e viscosità; per questo motivo - facendone uso - asciuga i corpi troppo Umidi. I contadini lo riducono in farina e lo cuociono con grasso di Maiale o Olio e lo mangiano. Il Miglio è gradevole da mangiare, facile da digerire, è poco astringente ed abbastanza nutritivo. I contadini lo cuociono anche nel Latte; le proprietà di questo (dolcezza, piacevolezza, buona “chimia”) si sommano a quelle del cereale. Durante (op.cit.):<<...è Freddo nel primo grado e Secco all’inizio del terzo.......se ne fanno le torte da i nostri contadini, che le mangiano il verno con molto gusto. Ferma il ventre.........è cibo molto ventoso e di cattivo nutrimento, nutrisce e nuoce allo stomaco.......cotto in brodo o latte è meno nocivo, soprattutto se vi si aggiungono delle spezie.....>>. Capitolo XV° - I Legumi. Per Legumi si intendono quei semi con i quali non si usa fare pane, ma si mangiano interi; tra questi Galeno cita anche il Riso, insieme alle Lenticchie, alle Fave, ai Ceci, etc. Capitolo XVI° - Il Riso. Questo seme è comunemente usato per astringere il ventre, cotto tal quale; è duro da digerire, dà poco nutrimento e non è nemmeno tanto buono (chissà che tipo di Riso si trovava al tempo di Galeno nell’area dell’Impero Romano?-ndr). Capitolo XVII° - Le Lenticchie crude. (Probabilmente si riferisce all’uso diretto delle lenticchie fresche). La sua parte mangiabile è di “chimia” pesante e qualità Freddo-Secca, è astringente. Ma se se ne beve il decotto in Acqua con l’aggiunta di Sale o Garum (1), esso possiede proprietà purgativa. Capitolo XVIII° - Le Lenticchie cotte. La minestra preparata cuocendo il legume, gettando l’Acqua due volte, ha proprietà disseccante sulla diarrea, rinforza lo stomaco e gli intestini e tutto il corpo in generale. E’ cibo adatto ai colitici ed ai diarroici. La minestra preparata con la Lenticchia monda, non è più astringente, dà maggior nutrimento di quella che ha ancora il tegumento esterno; genera Umori densi, pesanti e perversi, è difficile da smaltire ma non prosciuga la diarrea come la integrale. Quelli che le consumano in eccesso e sistematicamente vanno incontro a malattie edemigene (“elefantiasi”) e malattie come il cancro (?). I cibi di sostanza Secca e pesante sono adatti a generare molta Malinconia e le malattie che sono ad essa connesse (con l’ eccesso di FreddoSecco); perciò questa minestra è utile soprattutto per coloro che hanno una costituzione 5 6 “Acquosa” (Freddo-Umida, Flemmatica), ma per coloro che sono asciutti e debilitati è sicuramente dannosa. Offusca la vista con il suo eccesso di secchezza, ma agisce al contrario, rischiarandola, quando la vista diminuisce con l’ Umidità. Le Lenticchie sono dannose per le donne durante le mestruazioni, dato che - per la loro sostanza disseccante - generano Sangue denso e poco scorrevole; giovano invece quando le mestruazioni sono troppo abbondanti e c’è rischio di metrorragia. Dato che il decotto d’Orzo e la pappa d’Orzo possiedono virtù opposte a quelle delle Lenticchie, mangiate insieme costituiscono un cibo di eccellente potere nutritivo; tale alimento è chiamato nel nostro ambiente (quello di Galeno-ndr) “Phacoptisana”, preparato mescolando parti uguali di Orzo e Lenticchie (ma è meglio con meno Orzo, dato che esso rigonfia molto più delle Lenticchie). La preparazione è la solita della “Ptisana” (Orzo lungamente bollito per ottenere o un denso decotto o una pappa, a seconda dei tempi di cottura e del rapporto tra Acqua e cereale-ndr), aggiungendovi Santoreggia e Menta Pulegio. La “Ptisana” tal quale non necessita di aggiunte, dato che spesso la si prepara con Aneto e Porri. Le Lenticchie vengono spesso cucinate in modo pessimo da certi cuochi delle case dei potenti e dei ricchi con Sapa (Mosto concentrato); ciò è un errore, dato che le Lenticchie andrebbero cucinate con ingredienti che diluiscano e dissolvano la loro densità, viscosità e pesantezza, come le materie Umide e fluidificanti. Cuocendo invece questi legumi con Sapa, si possono causare ostruzioni epatiche e si possono aumentare le infiammazioni del fegato e della milza. Solo aggiungendo del Miele si può migliorare la situazione (3). Non solo ma cucinate così malamente aumentano la durezza alla palpazione di questi due organi (4). Per salare si aggiunge o il Sale tal quale o la carne di Porco salata recente; in questo modo, Maiale salato cucinato con “Phacoptisana”, si ottiene un alimento ben equilibrato, sia dal punto di vista gastronomico che da quello salutare e nutrizionale (5). Ma occorre tenere conto che le Lenticchie cucinate con carni salate, aumentano la produzione di Umori densi e pesanti. Anche il Sangue diviene meno scorrevole e ricco di Bile nera (Melanconia)(6): quindi vanno consumate con parsimonia, soprattutto nei soggetti che per natura producono maggior quantità di Bile nera. In conclusione, ove questo Umore abbonda, anche in relazione al clima, alla stagione ed ai luoghi ove si abita, occorre tenere conto del debito regime alimentare. Quindi attenzione ai cibi pesanti e Melanconici in Autunno, meglio usarli d’ Inverno, come d’ Estate è meglio usare quelli Freddo-Umidi. In Primavera, che è la stagione più equilibrata si debbono assumere cibi anche essi equilibrati. I cibi equilibrati non sono però solo di un tipo, l’equilibrio può essere dovuto a varie cause: - l’alimento non possiede gli estremi delle Qualità (Caldo o Freddo, Secco o Umido); - queste Qualità sono tutte presenti e ben mescolate tra di loro; - l’equilibrio viene raggiunto artificialmente grazie alla cucina, come abbiamo detto per la “Phacoptisana”, Orzo cotto con Lenticchie ed aromi. Per fare un altro esempio di cibo cucinato in modo da ottenere un buon equilibrio, ricordiamo che il medico Eraclide di Taranto consigliava il “Thenthlophace” (Bietole e Lenticchie), non solo ai sani ma anche agli ammalati, dato che questo cibo è preparato in modo equilibrato, mescolando gli opposti: la Bietola viene trattenuta di più e le Lenticchie di meno. In questo modo gli Umori prodotti grazie a questo alimento sono generati e diffusi per l’organismo in modo equilibrato. 6 7 Durante (op.cit.)<<...Le Lenticchie...sono moderatamente Calde e Secche nel secondo grado. Non costituiscono buon cibo per coloro che producono molta Bile gialla e molta Bile nera; giovano invece ai Flemmatici e nei tempi Umidi e Freddi (ad es. d’Inverno).....estinguono gli appetiti venerei e lo sperma, diminuendo l’acredine de il furore del Sangue; per questo motivo le Lenticchie sono alimento conveniente a quelli che vogliono vivere castamente. Rafforzano l’esofago. Se esse vengono mangiate con la loro acqua di cottura hanno azione lassativa; se invece, mentre si cuociono si getta una volta l’acqua, hanno una azione astringente; quando addirittura si cambia l’acqua di cottura un’altra volta ancora, esse sono in grado di fermare i vari “flussi”, dalle diarree alle metrorragie. L’ acqua di cottura del legume si somministra utilmente ai fanciulli che soffrono del morbillo e rafforza l’intestino..... .....Le Lenticchie nuocciono alla vista ed all’attività sessuale, sono nemiche dello stomaco e dell’intestino; sono di difficile digestione e distribuzione. Divengono pessime se cucinate con carne salata. Nuocciono ai Malinconici, fanno vedere sogni orribili. Inspessiscono il Sangue, ostruiscono ed impediscono il flusso dell’orina e dei mestrui; riempiono la testa di spesse “Fumosità”, nuocciono anche ai nervi ed ai polmoni... ...si rimedia cucinandole con Menta, che le rende meno “ventose”; danneggiano meno se cucinate con Bietola o Spinaci o Miele. La stagione più adatta a mangiarle è l’Inverno...>>. Capitolo XIX° - Le Fave Le Fave si cucinano in vari modi, sia in forma di crema, più o meno densa, liquida come minestra nella pentola, più spessa nel tegame o ancora come densa zuppa, tipo “Ptisana”. Questo cibo viene mangiato dai nostri gladiatori(7), detti “monomachi” (“che combattono da soli”, in realtà gli specialisti di duelli, nelle varie forme e con varie armi-ndr), in gran quantità e quotidianamente per dare una certa consistenza alla propria muscolatura; essi cercano di ottenere una muscolatura più spugnosa e non densa e compatta come quella del Maiale. E’ però un alimento che genera molta flatulenza, in qualunque modo lo si cucini, anche a lungo; ad esempio l’ Orzo, cotto a lungo, depone ogni ventosità(8). Osservando attentamente le modifiche fisiologiche stimolate dai vari cibi, si percepiscono in determinati distretti dell’organismo (ad esempio a livello intestinale) come una tensione causata da vapori densi e spessi, soprattutto quando non si è abituati a quel cibo oppure quando questo non sia stato adeguatamente stagionato o comunque preparato. Ma le Fave non hanno sostanza densa e pesante, ma leggera e spugnosa; possiede anche virtù astersiva, “pulente”, simile a quella del decotto o pappa d’Orzo; è noto che la loro farina toglie le macchie della pelle, come sanno benissimo gli addetti alla pulizia degli uomini (9) e le donne che ogni giorno usano la farina di Fave nel bagno allo stesso modo del Nitro o Schiuma di Nitro o altre materie pulenti (10). Inoltre questa farina rende più bella la pelle del viso, come con il decotto di Orzo, dato che schiarisce le lentiggini e le efelidi. In relazione a questa virtù, tale legume scende rapidamente attraverso l’intestino - cosa che non fanno i cibi che producono Umori pesanti ed appiccicosi e che non possiedono alcuna virtù astersiva, come le farine di frumento più raffinate. Ma essendo la pappa di Fave cotte “ventosa”, a maggior ragione lo saranno le Fave cotte intere e non a lungo; se però saranno fritte, come si usa consumarle nelle “seconde mense” (11) al posto della frutta (fresca o secca), esse perderanno sì la loro “ventosità”, ma divengono più indigeste, più difficili da eliminare e generano Umori densi e pesanti. 7 8 Mangiate acerbe e crude (o comunque prima della maturazione) o comunque non essiccate, agiscono come tutti i frutti crudi, i quali mangiati prima che siano completamente maturi, conferiscono all’organismo Umidità e molte scorie, non solamente eliminabili dall’intestino ma che si distribuiscono per tutto l’organismo stesso. Le Fave verdi e crude nutrono meno ma vengono rapidamente eliminate. Molti mangiano queste Fave ancora immature cotte con carne di Maiale come si farebbe con altri ortaggi; in campagna esse vengono cotte anche con carni di Capra o di Pecora; i cuochi che hanno presente la “ventosità” di questi legumi, le cucinano con Cipolle, quando ne fanno le dense polente al tegame; altri ancora vi aggiungono Cipolle crude, senza cucinarle insieme; ciò si può fare, in quanto i cibi “ventosi” sono corretti da aromi o altri alimenti riscaldanti (12). Durante (op.cit.):<<...Fave.....sono Fredde e Secche nel primo grado; quelle verdi sono Fredde e Umide, ma non così lontane dalla Secchezza; raffreddando astringono, fluidificano, asciugano e disseccano, puliscono ingrassano e sono “ventose”. Esse sono adatte ai tempi Freddi, soprattutto per i lavoratori delle campagne; quelle fresche sono adatte a coloro che hanno lo stomaco Caldo..... .....E’ di gran nutrimento, ingrassa il corpo, ripulisce il petto ed il polmone, giova alla tosse e rende la voce chiara. Il suo decotto evita che si formino calcoli renali e vescicali, devia le flussioni che andrebbero nell’apparato polmonare ove ecciterebbero gran tosse; provoca il sonno e giova nell’emicrania .........generano carne molle e spugnosa, fecendo come il fermento per la pasta del pane, gonfiano il corpo, danno dolori colici e flatulenze, turbano la mente, riducono l’intelligenza e la sensibilità, causano sogni turbolenti ed incubi. Quelle verdi fanno formare molte scorie e nutrono meno, danneggiano coloro che soffrono di mal di testa e provocano ostruzioni, “ventosità” ed Umori densi e pesanti......... ......triturate sono più sicure e meno “ventose”. La Favetta che si fa fritta di Quaresima è anche essa meno ventosa. Le Fave cotte con Sale, Origano o Finocchio e Olio sono meno nocive e così cucindole con le Cipolle o mangiandole insieme crude (le Cipolle-ndr); oppure si cucinano sbucciate con soffritto di Porri, aggiungendovi poi Zafferano, Pepe e Cannella o Cumino, che così si toglie loro la “Ventosità”, non gonfiano e si digeriscono più facilmente. Le fresche, se ben sbucciate, mangiate con un pizzico di Sale alla fine dei pasti, danno miglior nutrimento, non generano Sangue cattivo e non sono nemmeno tanto “ventose”; son legumi, insomma, che van corretti con aromi o altre materie che riscaldino e assottiglinoalleggeriscano.>>. Capitolo XXII - I Ceci. In città non si usa molto cucinare in forma di polenta o pappa i Ceci, ma ho visto che le genti di campagna spesso lo fanno, come anche cuocere la loro farina nel Latte......... .........Molti popoli usano mangiare i Ceci cotti interi nell’Acqua, in parte tal quali, in parte conditi con Sale; in alcune zone vi mettono sopra del formaggio grattugiato. Non sono meno “ventosi” delle Fave, ma sono molto più nutrienti. Favoriscono l’eccitazione sessuale e si crede che favoriscano la produzione di sperma; per questo motivo li danno a mangiare agli stalloni da riproduzione. Essi possiedono anche una più potente virtù astersiva delle Fave e grazie a questa possono favorire la disgregazione dei calcoli renali. I più attivi per questo scopo sono quelli piccoli e neri che vengono prodotti soprattutto nella Bithinia e sono detti “Arietini”. E’ meglio però bere il loro decotto in Acqua [per l’uso terapeutico]. Si usano anche i Ceci verdi ed immaturi, come le Fave: per essi vale lo stesso discorso fatto per le Fave, come del resto anche per i Ceci fritti. Tutti i 8 9 cibi, grazie alla frittura, perdono la loro parte “ventosa” ma divengono più difficili da digerire, più astringenti e generano un nutrimento più denso e pesante. Durante (op.cit.):<<...sono Caldi e Secchi nel primo grado .....diffondono, fluidificano, puliscono e favoriscono l’espulsione delle scorie................... ...............sono i Ceci di copioso nutrimento, atti a muovere il ventre, a provocare l’orina, a generare il Latte e lo sperma, onde eccitano Venere e provocano i mestrui; gli Arietini sono più diuretici ed il loro decotto pulisce il fegato, toglie l’ostruzione della milza, disgrega i calcoli, fa buon colore, giova ai polmoni, elimina i catarri bronchiali, chiarifica la voce e facilita il parto....... .....pur dando copioso nutrimento, sono ventosi e mangiati freschi o poco cotti, generano molte scorie nello stomaco e nell’intestino e danneggiano reni e vescica. .....risultano men nocivi se si tengono una notte a mollo e cuocendoli con Rosmarino, Salvia, Aglio e radici di Prezzemolo; è più salutare consumare il brodo così ottenuto che mangiare i Ceci stessi; è opportuno aggiungere a questo alimento del Mosto cotto e della Cannella e mangiarne con parsimonia (13).>>. Capitolo XXX° - Il Sesamo. Il seme del Sesamo è grasso e quindi riposto troppo presto diviene Umido. Per questo motivo dà senso di pienezza molto rapidamente a quelli che lo mangiano, disturba lo stomaco e rallenta la digestione; conferisce all’organismo un nutrimento grasso e spesso. Per questo motivo si chiarisce perchè non si può rafforzare lo stomaco con cibi e sostanze grasse. Il Sesamo è di “Chimia” pesante e poco scorrevole, quindi si diffonde e si distribuisce con lentezza. Si usa poco tal quale, a volte lo si mescola con Miele crudo, facendone un alimento detto “Sessamida”; lo si sparge sopra il Pane [prima o durante la cottura]..... .....è di natura Calda e genera sete (14). Capitolo XXXI° - I semi di Papavero. I semi del Papavero domestico (Papaver somniferum) sono utili come condimento del Pane, come abbiamo detto per il Sesamo. E’ più forte quello bianco di quello nero. Ha il potere di Raffreddare e quindi è anche sonnifero. Assunto in grande quantità è non solo sonnifero ma narcotico e inibisce la digestione. Per la stessa causa impedisce l’espettorazione dei catarri bronchiali. Giova però ai catarri della testa, troppo Caldi e fluidi. All’organismo in generale dà poco nutrimento. Conclusioni di questa prima parte. E’ singolare osservare come certi usi e certi gusti siano così radicalmente cambiati dai tempi di Galeno (ma anche del Durante, e siamo già nel XVI° secolo) ed invece come alcune operazioni gastronomiche siano ancora tenacemente riprodotte dopo decine di secoli; ad esempio l’uso di spargere sul Pane in cottura semi di Sesamo o di Papavero è pratica ancor oggi conservata. Ma le riflessioni gastronomiche, pur estremamente interessanti e degne di ben altra considerazione, in questa occasione acquistano un significato accessorio, rispetto a quello fisiologico e farmacologico secondo la Dottrina Umorale. Abbiamo avuto modo di rilevare i seguenti punti salienti: 9 10 1 - che cereali e legumi rappresentano una importante fonte di nutrimento, ricco e di facile reperimento; sono quindi cibo popolare, adatto - secondo la visione aristocratica antica per le classi subalterne; ma anche i ricchi ed i potenti possono indulgere nel loro consumo, purchè i cibi vengano correttamente preparati; 2 - pur costituendo un cibo ricco e nutriente, in genere, sono dotati di due aspetti negativi: la pesantezza e la difficile digestione; alcuni di essi sono addirittura “cacochimici” e vanno consumati con parsimonia (almeno da parte di quelli che possono permettersi altri cibi); 3 - tutti o quasi gli aspetti negativi possono essere adeguatamente compensati o addirittura eliminati con una attenta e diligente tecnica culinaria, che diviene in parte arte del gusto (ed entra in gioco l’aspetto gastronomico) ed in parte l’arte della ricerca dell’ equilibrio tra le varie forze e qualità che si trovano nella sostanze alimentari stesse che per questo scopo vengono tra di loro combinate. Solo il consumo sistematico di cibi composti da forze in buon equilibrio tra di loro può garantire una salute durevole; invece con il consumo quotidiano di cibi squilibrati, pieni di “cattivi succhi” e che quindi generano Umori perversi, oppure di cibi non adatti alla costituzione di chi li mangia, si gettano le basi per la perdita dell’equilibrio e quindi si procede verso la malattia. _______________________________________________________________ 1) Garum: salsa ottenuta dalla fermentazione in presenza di poco Sale di interiora di pesci, soprattutto dei selaci; il più pregiato era ottenuto dagli Sgombri. Detto anche “Liquamen”. Questo tipo di salsa era un tempo diffuso in tutto il mondo (se ne trova una varietà nell’area delle Filippine e dell’Indocina). I missionari buddisti per l’ applicazione della “Aimsa” (non-violenza) convinsero i Cinesi a produrre una specie di Garum a partire da un vegetale (la Soja) invece che dai pesci; nacquero così le varie Salse di Soja, sia Cinesi che Giapponesi (come il Tamari e lo Shoju). 2) Etici: sinonimi di tisici; nell’ antichità per “tisi” si poteva intendere anche una malattia che provocava consunzione, quindi anche di origine diversa dalla vera e propria tubercolosi (poteva derivare anche da semplice malnutrizione). 3) I gusti “gastronomici” dell’ epoca di Galeno sono ovviamente molto diversi dai nostri; vedi anche i capitoli dedicati alla cena di Trimalcione nel “Satiricon” di Petronio o il “De arte coquinaria” di Apicio. 4) La sensazione di durezza alla palpazione è sempre (per gli antichi) sinonimo di patologia in atto. 5) Per Galeno la carne di Maiale (allevato allo stato semi-selvatico) costituisce uno dei cibi più equilibrati e salubri. 6) Interessante relazione con il punto di vista moderno, ove l’uso sistematico di salumi (e di derivati animali in generale) può condurre a stati alterati del metabolismo che portano a stati patologici sull’apparato cardio-circolatorio. 7) Ricordiamo che Galeno iniziò la sua “carriera” come medico presso una importante Scuola di Gladiatori di Pergamo, sua città natale. 8) Molte sostanze perdono in parte o del tutto certe loro “virtù” se sottoposte a riscaldamento o cottura; ad esempio l’Aglio e la Cipolla, cotti (quindi sottoposti a Calore) perdono l’eccesso del loro Calore-Secchezza per dispersione, così certi legumi e cereali perdono la loro “ventosità”; la maggior parte delle verdure Freddo-Umide o Freddo-Secche, sottoposte a cottura perdono parte della loro Freddezza o della loro Umidità; il Caldo-Secco, l’ Umidità e la “ventosità” vengono perdute per dispersione, la Freddezza per compensazione. 10 11 9) Figura professionale presente presso le terme e le palestre, tipica dell’ epoca di Galeno 10) Il Nitro e la Schiuma del Nitro erano costituiti, a seconda delle zone d’origine, di materie alcaline, come il Carbonato di Sodio o il Borato di Sodio, che si trovavano tal quali, come giacimento minerario, nei luoghi a basso tenore di precipitazioni (essendo questi sali solubili in Acqua e quindi impossibili da trovare in luoghi piovosi). Le materie alcaline anzidette, avendo la capacità di saponificare i grassi (presenti sulla cute o per naturale secrezione o per i frequenti massaggi con olio), servivano a produrre - direttamente a contatto con il corpo una sorta di “sapone spontaneo” ad azione tensioattiva e detergente. 11) Una delle fasi del banchetto per le classi elevate all’epoca della Roma Imperiale. 12) Le Cipolle (soprattutto crude) sono Caldo e Secche in alto grado; la dispersione del “Vento” grazie alla loro presenza è descritta nella nota (8); certamente il piatto è più equilibrato cucinando insieme i due cibi (Cipolle e Fave). Grazie alla cottura ed al Caldo-Secco delle Cipolle, non solo si disperde il “Vento”, ma l’eccesso dello stesso Caldo-Secco. 13) Vedi anche nota 3); i gusti gastronomici variano da epoca in epoca. 14) La sete è segno di eccesso di Calore-Secchezza o meglio di Bile gialla perversa o non circolante fisiologicamente. _______________________________________________________________ BIBLIOGRAFIA C. Galeno - “Della natura e virtù dei cibi” - traduzione Gerolamo Sacchetto-Venezia 1562 C. Galeno - “De Alimentorum Facultatibus” - Lione/Venezia 1556 Castore Durante - “Il Tesoro della Sanità” - Roma 1586 ristampa Serra & Riva Editori - Milano 1982 C. Galeno - “De Bonis malisque sucis” - D’Auria Editore - Napoli 1987 Petronio Arbitro - “Il Satiricon” - Epoca!/Arnoldo Mondadori Editore - Milano 1969 Apicio - “L’Arte culinaria” (“De Re Coquinaria”) Tascabili Bompiani - Milano 1990 Apicio - “La Cucina dell’Antica Roma”(“De Re Coquinaria”) Newton Compton - Roma 1994 B. Castelli - “Lexicon Medicum Graeco-Latinum” - Padova 1762 P.B.Cristini - “Pratica Medicinale et Osservationi” - Bologna 1680 C. Masino - “Voci di Spezieria dei secoli XIV-XVIII” - Accademia Italiana di Storia della Farmacia - Piacenza 1988 AA.VV.* - “Una farmacia preindustriale in Val D’Elsa” - Comune di S. Gimignano 1980 AA.VV.* - “Pietro Andrea Mattioli” - QuattroEmme-Perugia 1997 * tra i quali lo scrivente. ______________________________________________________________________ RINGRAZIAMENTI Si ringrazia: l’amica e collega Carla Mattei, Erborista romana, che ha procurato l’edizione italiana dell’ opera di Galeno. _________________________________________________________________ 11 12 EDIZIONI TECNICHE NUOVE - MILANO REDAZIONE DE “L’ERBORISTA” ARGOMENTO: ERBORISTERIA TRADIZIONALE ARTICOLO: COMMENTO AL “DE ALIMENTORUM FACULTATIBUS” DI GALENO SECONDA PARTE DATA: 29 MARZO 1999 Del testo di Galeno “De Alimentorum Facultatibus”, il secondo volume è sicuramente il più ricco e complesso; consta di ben 70 capitoli (praticamente il doppio delle voci presenti in ciascuno degli altri due) e prende in esame tutti gli alimenti di origine vegetale, diversi da cereali e legumi; in pratica vi si trovano ortaggi, frutta coltivata e frutti selvatici, la frutta che può essere essiccata (come l’Uva ed i Fichi) ed alcuni semi oleaginosi che sono sfuggiti al primo Libro (nel quale se ne trovano alcuni). Dal nostro punto di vista moderno, sembrano messi giù abbastanza alla rinfusa, ma in realtà la sequenza segue una logica che in parte ci sfugge; certamente all’inizio si trovano frutti di difficile conservabilità e sostanzialmente Freddi e Umidi, mentre alla fine si descrivono ortaggi Caldi e Secchi, ma anche quest’ ordine non è sempre rispettato. Ma noi, in ogni caso, ci rifacciamo al testo originale e riportiamo anche le introduzioni di Galeno stesso ai vari Libri, che sono spesso illuminanti anche su altri aspetti della Dottrina Umorale. Quando potremo riporteremo anche le parti del testo del Durante, “Il Tesoro della Sanità”, che servono spesso a comprendere meglio il testo galenico. Introduzione al secondo Libro del “De Alimentorum facultatibus”. Vari autori hanno iniziato a descrivere gli alimenti a partire da cereali e legumi, che sono gli alimenti più sostanziosi...... .............. Proseguiremo parlando di alimenti vegetali che non sono semi ma frutti e ortaggi che per gli uomini possono essere utili....... ......... (Galeno mostra, in vari passi del testo, di riconoscere la differenza - anche in senso botanico moderno - tra seme e frutto; dedica di fatto questo Libro ai cibi ottenuti soprattutto da frutti, dato che sembrano a lui il necessario corollario al primo). Capitolo I°- I Frutti “fugaci”. In pratica, Galeno prosegue quanto andava dicendo nell’ Introduzione, affermando che ci sono materie alimentari che già al momento giusto del raccolto (come i cereali ed i legumi) conservano perfettamente le loro proprietà originarie senza altre manipolazioni o modifiche, a parte la trebbiatura e la mondatura. Ad esempio, la Zucca o anche la la carne di vari animali, possono essere essiccate, ma solo a prezzo di modificarne in parte le proprietà che esse possiedono da fresche. Ma perchè i cereali conservano la loro sostanza così come è stata prodotta all’inizio dell’ estate? 12 13 E’ chiaro (dice Galeno): essi - i cereali - sono di consistenza compatta e pesante, che conferisce loro la durevolezza; inoltre possiedono una materia dura e terrestre, che di conseguenza conferisce loro il grande potere nutritivo. Invece i cibi Umidi vanno facilmente a male, danno scarso nutrimento e rimangono per breve tempo nell’organismo. Perciò essi più facilmente dei duri e solidi si smaltiscono, soprattutto quando contengono sostanze “nitrose” (alcaline, riferimento alla ricchezza di sali minerali-ndr) e astersive. Alcuni di questi frutti fanno produrre cattivi Umori, pur possedendo tali qualità. Essi in realtà sono peggiori di quelli che non hanno sapore, come di Acqua (1). Tutti questi frutti, molto più di quelli che si mangiano ben maturi, generano flatulenza, ma si eliminano rapidamente. Come tutti i frutti che generano Umori leggeri, si distribuiscono con rapidità nell’ organismo; gli Umori prodotti sono perversi e giovano solo a coloro che si stancano molto, durante i lunghi viaggi o nel gran Caldo (dell’ Estate-ndr) (2). In questo caso fanno bene, dato che umidificano il corpo troppo prosciugato e rinfrescano moderatamente, soprattutto se previamente refrigerati (3). Essi possiedono le proprietà di Raffreddare e Umidificare e giovano a coloro che ne hanno bisogno. Questi frutti non sono però così Freddi da raffreddare lo stomaco, se assunti Caldi (4); invece vanno raffreddati o solo rinfrescati per compensare il Calore dello stomaco e del fegato. Capitolo II°; Della Zucca. Cruda è sgradevole, nuoce allo stomaco ed è difficilissima da digerire. Se qualcuno per necessità fosse costretto a mangiarne, come fece un tale, esso sentirà nello stomaco un peso Freddo, lo stomaco si ribellerà e sarà costretto a vomitare, non essendovi metodo più urgente per liberarsi. In genere essa viene mangiata cotta in vari modi: bollita, fritta o arrostita (come si fa del resto con altri frutti del genere)e - attenzione! - ricorda che questo sistema va usato con TUTTI i cibi che vanno trasformati grazie al Calore e/o al Fuoco. La Zucca lessata non manifesta alcun sapore particolare, nè acre/piccante, nè salato, nè amaro (dominio del Caldo-Secco), nè aspro (dominio del Freddo-Secco), che rappresenti altra qualità che quella dell’ Acqua (Freddo-Umido ben equilibrato). Tutti i cibi di questo tipo vengono chiamati “Apia”, ovvero “insapori”. Essendo la Zucca di questo genere, sostanzialmente equilibrata, in mezzo agli estremi, la si cucina in molti modi e la si può condurre verso qualsiasi estremo. Altre sostanze invece, che possiedono una qualità estrema, sarà molto difficile portarle verso l’ estremo opposto (5). La Zucca, per sua natura, conferisce all’organismo un nutrimento Freddo e Umido (e scarso); perciò, per quanto poco, contiene un “succo” (6) Acquoso e leggero (cotta-ndr). Esso facilmente scorre attraverso l’intestino, essendo di sostanza lubrificante - comune a tutti i cibi Umidi che non contengono sostanze astringenti e la si digerisce abbastanza alla svelta, purchè nel frattempo non si corrompa; essa si corrompe nello stomaco se è stata raccolta troppo matura o troppo acerba o se già nello stomaco già si trovano cattivi Umori; certe volte per sua natura genera nello stomaco Umori perversi, come tutti i frutti “fugaci” e pieni di Umidità. Tali materie si corrompono nello stomaco, quando non si riesce a farli uscire rapidamente da esso. Questo ortaggio, dunque, contiene un “succo” umorale di qualità poco rilevabile (dato lo scarso sapore) e si diffonde per tutto l’organismo; quando vi si mescolano sostanze che possiedono qualità molto potenti (ad esempio la Senape - Caldo-Secca nel 4° 13 14 grado), il “succo umorale” misto che si forma, attraverserà tutto il corpo, portando con sè le virtù acri, piccanti ed un evidente Calore dovuti alla Senape. Allo stesso modo, se verrà preparata con materie salate, come fanno alcuni che le cucinano con pezzi di salumi o di pesci conservati mediante salatura, l’ortaggio si porterà dietro un “succo umorale” salato. Così cucinata è cibo molto salubre, soprattutto se vi saranno mescolate materie salate o di gusto “pontico” (gusto complesso salato-astringente con note acidule ed amarognole-ndr) (7). Lessata con Mele Cotogne ed opportunamente candita, trasporterà del “succo” astringente. Arrostita o fritta, essa perde moltissima della sua Umidità e cio che ne rimane non possiede alcuna evidente qualità e lo stesso succede se venisse bollita con del semplice brodo (di carne-ndr). Per la sua natura originaria Acquosa (Freddo-Umida) le si confà l’ Origano (Caldo-Secco). Gli alimenti di questo tipo, per riuscire gradevoli e non nauseare chi li mangia, vanno addizionati di aromi o materie dal “succo” piccante o salato o acido o astringente. Castore Durante “Il Tesoro della Sanità”: <<...Zucca...è Fredda e Umida nel 2° grado...giova ai Biliosi, smorzando la sete, rinfresca il fegato e solve piacevolmente il corpo...fritte sono molto più sane che lessate, dato che nel friggere lasciano gran parte del loro Acquoso Umore e così danno migliore e più abbondante nutrimento.......... .......di base è di cattivo nutrimento e si corrompe, trasformandosi in qualsiasi Umore perverso che ristagna nello stomaco ed essenso insipida, prende le qualità di questo Umore. Nuoce alle costituzioni Fredde e Flemmatiche, genera ventosità e quindi indebolisce lo stomaco, nuoce all’intestino, genera spasmi colici e contrazioni. Rimedi: è meno nociva se cucinata con aromi aciduli, come l’Agresto (8) e simili e parimenti con aromi salati e Caldi, come la Senape, il Pepe, la Cipolla ed il Prezzemolo; è adatta nella stagione Calda, per i giovani e per i Biliosi (ove prevale la Bile gialla/Fuoco).>>. Capitolo VIII° - Dei Fichi. Questi frutti fanno parte del gruppo detto degli “autunnali”, ma rimangono tra quelli che si definiscono “fugaci”, non avendo essi potuto sfuggire al fenomeno di contenere dei “succhi umorali” tendenzialmente perversi, pur in modesta quantità; di positivo hanno che vengono rapidamente eliminati e contengono una evidente componente “astersiva” (“che depura asciugando”-ndr). Difatti si osserva che coloro che soffrono di renella la espellono tutta per mezzo della diuresi; essi possiedono anche il maggior potere nutritivo tra i frutti autunnali, pur essendo minimo rispetto agli alimenti descritti nel I° Libro (Cereali e Legumi); questo nutrimento non è però denso e pesante come quello conferito dal pane di Grano e dalla carne di Maiale, ma semmai esso è Umido e rarefatto, simile a quello generato dalle Fave. Sono ventosi e potrebbero generare spasmi colici se non fossero rapidamente smaltiti attraverso il tratto intestinale; per cui, grazie alla loro veloce espulsione non fanno in tempo a nuocere. ..... Essiccati sono molto salutari ed utili, anche se possono creare danni a coloro che ne mangiano troppi, dato che non generano del Sangue del tutto equilibrato; infatti, i grandi mangiatori di Fichi secchi, sovente sono infestati dai pidocchi (9). Possiedono la virtù di fluidificare e disciogliere per mezzo della quale sono lassativi, diuretici e ripuliscono le reni. Nuocciono a coloro che hanno infiammazione/eccesso di Calore al fegato ed alla milza, ma non tanto per loro specifica proprietà ma dato che questo effetto è generato da tutti gli alimenti dolci. 14 15 Possono invece giovare nelle ostruzioni di questi organi, ma non da soli, ma mescolati a materie che accentuano il potere fluidificante, dissolvente ed astersivo. Alcuni medici li fanno quindi assumere in questi disturbi molto prima dei pasti, mescolati a droghe acri/piccanti e che possiedano virtù fluidificanti e dissolventi, come il Pepe, lo Zenzero, la Menta Pulegio, la Santoreggia, la Calaminta (Nepitellandr), l’Origano, l’Issopo; i Fichi secchi aggiunti a droghe come queste giovano sia agli ammalati che ai sani, purchè le vene per le quali passano gli alimenti al fegato siano aperte. Molte persone assumono i Fichi preparati con Sale o con Aceto e “Garum”, sapendo per esperienza che in questo modo rappresentano un alimento salutare, magari consigliati da qualche medico competente. Invece coloro che mangiano i Fichi freschi con cibi di “succo umorale” denso e pesante, provocano gravi danni alla propria salute (10). Castore Durante (op.cit.): <<...Fichi...Qualità - freschi sono Caldi nel 1° grado e Umidi nel 2°; secchi sono meno Umidi................ ....... i migliori sono i bianchi, poi vengono i rossi ed infine i neri; quelli con la buccia più sottile si digeriscono meglio; vanno mangiati ben maturi e sbucciati... ...nutrono bene, ripuliscono le reni dalla renella, preservano dai veleni e danno maggior nutrimento delle altre frutta, tolgono la sete, sono espettoranti, ingrassano, conferiscono buon colorito, sono afrodisiaci e - se ben maturi - sono assolutamente salubri. Essiccati giovano nella tosse, durante la peste vengono mangiati insieme a Noci, Ruta e Sale (11). Si possono mangiare sempre ma sono utili soprattutto d’Autunno a tutte le costituzioni, salvo che ai troppo vecchi... ...generano ventosità, se se ne mangiano troppi, nuocciono allo stomaco di coloro che soffrono di spasmi colici, a coloro che sono pieni di “Umori crudi” e che hanno le reni ulcerate; essiccati fanno venire sete, nuocciono al fegato ed alla milza, fanno venire la rogna, generano moltitudini di pidocchi e provocano ostruzioni. ...Quando sono freschi, occorre bervi dietro dell’Acqua fresca, in modo che discendano più rapidamente al fondo dello stomaco ed anche perchè riduce parte del loro Calore; oppure vi si mangia insieme delle Melagrane o altri cibi preparati con succo d’Arance o di Acetosa (Rumex acetosa-ndr).>>. Capitolo XXII° - Le Mele Cotogne. Questi frutti sono tra tutti i più evidenziati, sono astringenti e contengono un succo durevole (nel senso che non imputridisce - ndr), se lo si conserva con Miele; il succo delle altre Mele si inacidisce facilmente, essendo troppo forte la componente Fredda. Una volta noi stessi trovammo un medicamento preparato con Mele Cotogne che pur essendo vecchio di sette anni, era ancora inalterato e utilizzabile....... ....... Castore Durante (op.cit.): <<...Cotogni...Qualità - sono le Mele Cotogne Fredde nel 1° grado e Secche nel 2° e sono astringenti.......... 15 16 ........si mangiano nelle “secundae mensae” (nella parte finale del banchetto triclinare Romanondr), dato che sigillano lo stomaco, aiutano la “Cozione” e sono lassative se si mangiano in abbondanza (12); se si vuole che prevalga l’effetto astringente sull’intestino, occorre mangiarle all’inizio del pasto; in questo modo evitano anche che l’ubriachezza arrivi alla testa. Sono gradevoli, risvegliano l’appetito, rallegrano e confortano il cuore, rafforzano la bocca dello stomaco, bloccano i flussi, sistemano gli stomachi rovinati, fermano il vomito, tengono in basso i vapori che altrimenti salirebbero alla testa; benchè siano astringenti, incidentalmente sono anche diuretiche. Mangiate crude fermano le diarree e gli sputi sanguigni. Frenano l’effetto dei veleni mortali; le Cotognate, fatte con Miele o Zucchero, sono utili ai sani ed agli ammalati; se ne prepara anche un ottimo sciroppo, con il quale si fanno varie preparazioni gastronomiche (anche salate-ndr), detto “Miva di Cotogni”... .....Mangiate crude generano ventosità, provocano dolore pungitivo al ventre, nuocciono ai nervi e risvegliano i dolori colici, si digeriscono con difficoltà ed odorate troppo spesso offendono la testa..........nel Miele si conservano a lungo..... .....sono meno nocive se sono ben mature; cotte nel Miele o prima lessate e poi cosparse abbondantemente di Zucchero...o preparate in forma di Cotognata, sono cibo abbastanza salubre. Si cuociono anche nel Mosto ed il modo più facile e rapido per cucinarle è metterle in una pignatta nuova, chiuderla con il coperchio e porvi della bracie sotto e sopra.>>. Capitolo XXXIX° - La Lattuga. (Celebre brano, nel quale Galeno parla di esperienze molto personali e curiose). Molti medici hanno preferito questo ortaggio tra gli altri, un po’ come i Fichi rispetto agli altri frutti autunnali. Rispetto agli altri cibi è degno di somma lode; essa non solamente è superiore agli altri ortaggi, ma è pari agli alimenti di ottimo “succo umorale” e di perfetto nutrimento, dato che si dice che fa produrre Sangue. Sbagliano coloro che le attribuiscono la virtù di produrne molto di Sangue e ne condannano l’uso dicendo che tale Sangue, oltre che abbondante è pure non del tutto buono........ .........e se è vero che fa produrre Sangue in abbondanza, occorre consumarla con parsimonia e fare molto esercizio per poterla facilmente smaltire............ ......... Ma noi sappiamo bene che erbe e ortaggi, in generale, non sono in grado di produrre molto nutrimento e quindi generano POCO Sangue e pieno di scorie (13); la Lattuga invece fa produrre si poco Sangue, ma buono ed equilibrato e privo di scorie. La si mangia prevalentemente cruda, ma verso l’Estate quando inizia a produrre prima i fiori e poi i semi, va prima cotta e poi condita con Olio di Oliva, “Garum”, Aceto e altri condimenti contenenti Sale; una volta cotta certuni la condiscono anche con il Formaggio; altri la mangiano lessata anche quando è tenera. Io stesso ho cominciato a mangiarla cotta, dato che ora mi fanno male i denti e mi è venuto spontaneo fare così, appena ho avuto difficoltà nella masticazione. Da giovane la mangiavo cruda e mi era utile per spegnere la Bile gialla/Fuoco, mentre una volta giunto alla maturità mi è servita per combattere l’insonnia; difatti nell’età matura l’insonnia mi dà molto fastidio, come al contrario da giovane la ricercavo; quindi oggi la Lattuga mi serve per conciliare il sonno; è peraltro naturale che ai vecchi necessiti meno sonno, ma sono i giovani che possono più facilmente abituarsi a poco dormire. In ogni caso mangiata alla sera, la Lattuga è un rimedio pronto ed efficace (14). ........ 16 17 Per concludere, la Lattuga domestica che tutti conosciamo e mangiamo, ricordatevi bene, contiene un “succo umorale” Freddo e Umido ma non perverso; perciò è ben digeribile, al contrario di altri ortaggi, non astringe l’intestino nè lo stimola rilassandolo, poichè non è nè astringente, nè aspra, che sono virtù per mezzo delle quali il ventre si costipa, nè acre/piccante o salata, sapori che mostrano virtù astersive, grazie alle quali l’intestino viene stimolato. Castore Durante (op.cit.): <<...Lattuca...Qualità - è Fredda e Umida nel 2° grado.... ......è facile da digerire, è superiore a tutti gli ortaggi, poichè genera Latte e modera i bruciori dello stomaco, estingue la sete, concilia il sonno, riduce la produzione dello sperma, frena l’acredine della Bile gialla/Fuoco, eccita l’appetito cura i disturbi dello stomaco e lo rafforza. Modera l’ eccitazione sessuale e giova a varie affezioni... ...se usata in modo sistematico, nuoce alla vista, indebolisce il Calor naturale, distrugge lo sperma e rende sterili o comunque se vengono dei figli, essi saranno insensati e balordi. Rende l’uomo pigro e nuoce allo stomaco Freddo e perciò non giova ai vecchi... ...la si rende meno dannosa se la si mangia cotta invece che cruda e se la si cucina con piante aromatiche come Menta, Dragoncello, Aglio o Cipolla e se ci si beve insieme del buon Vino bianco aromatico; non se ne deve fare un uso continuato e sistematico. Non va lavata, poichè l’Acqua le toglie la parte migliore che si trova sulla superficie delle foglie e così trattata nuoce alla vista, come del resto farebbe se le si togliessero le cimette (15).>>. Capitolo XLII° - La Bietola. ................... La Bietola non esiste selvatica e tra le piante selvatiche quello che più le somiglia è il Romice. Il “succo umorale” della Bietola è astersivo in modo palese, ed ha azione lassativa; a volte irrita lo stomaco, soprattutto a coloro che lo hanno molto sensibile e nuoce allo stomaco se mangiata in abbondanza. Come tutti gli ortaggi conferisce scarso nutrimento. E’ indicata nelle ostruzioni epatiche, se cucinata insieme a Malva o Senape o almeno con Aceto (16). E’ medicina ottima anche per chi ha la milza ostruita e congestionata e và consumata con le sopraddette sostanze; in questo caso è più un medicamento che un alimento...... Castore Durante (op. cit.): <<...Bietola...Qualità - è Calda e Secca nel 1° grado; quella nera è la migliore... ...giova nelle ostruzioni del fegato e della milza........ ........è astersiva............nutre poco, nuoce allo stomaco per essere un po’ irritante e per la qualità “nitrosa” che possiede.. ...se la si mangia con Borragine o Senape o Aceto è migliore.>>. (17). Capitolo XLIII° - Il Cavolo o Brassica. Si usa sia come alimento che come medicina, come abbiamo visto nella nostra opera sui Semplici (vedi Bibliografia-ndr). .......... 17 18 Il suo “succo umorale” ha virtù dissolvente e fluidificante, quindi lassativo, ma la sua sostanza asciuga e astringe. Quindi se vorrai usarlo come lassativo e purgativo dell’intestino, una volta cotto lo dovrai condire con con Olio e “Garum” o Sale. Se invece, grazie ad esso, vorrai asciugare l’Umidità dell’ intestino, quando sarà cotto a metà, getterai l’acqua di cottura e vi metterai altra acqua ben bollente e completerai così la cottura. Con il primo metodo, il Cavolo conserva il suo “succo umorale” ed il suo potere lassativo, con il secondo metodo l’ortaggio perde questo “succo” e diviene astringente. Queste tecniche di cottura e questi accorgimenti si usano anche per certi legumi (come le Lenticchie - vedi numero precedente - ndr) ed altri ortaggi (come le Cipolle, l’Aglio, i Porri, etc.); si applicarenno queste tecniche tutte le volte che vorrai separare in un cibo virtù tra loro contrastanti. Ma, attenzione, quando si sottopone un alimento alla doppia cottura, occorre proteggerlo dall’aria e non aggiungervi acqua fredda (durante la seconda fase della cottura-ndr)... ... ...Come le Lenticchie, così il Cavolo dissecca eccessivamente e può nuocere alla vista, tranne che nei casi nei quali l’occhio soffre per eccesso di Umidità. Se le Lenticchie conferiscono all’organismo un abbondante nutrimento, ma denso, pesante e malinconico, il Cavolo ne dà poco un po’ più Umido, non denso ma fluido; tuttavia il suo “succo umorale” non è del tutto salutare, come invece è quello della Lattuga, un po’ perverso e di odore sgradevole. L’ apparato urinario risente poco della sua azione. C. Durante (op. cit.): <<...Cavoli...Qualità - sono Caldi e Secchi nel 1° grado..... ........... ...mangiati poco cotti lubrificano e muovono il ventre, mentre cotti a lungo lo astringono. Sono purgativi. Mangiati crudi prima di cena con Aceto impediscono di ubriacarsi, mangiati alla fine evitano i fastidi della crapula ed i danni del Vino. Il loro decotto, derivante da una breve cottura, giova a chi orina poco. Sono i Cavoli da alcuni tanto celebrati che par che bastino a guarir tutti i mali, che giovano al mal di testa, alle cataratte degli occhi e recano beneficio ai Malinconici, nelle ostruzioni della milza, alle forti emozioni ed ai disturbi del cuore, dei polmoni e di tutte le viscere..... .....nuocciono ai denti, alle gengive, allo stomaco, sono di poco nutrimento, gonfiano, fan puzzare il fiato e generano eccesso di Malinconia/Bile nera/Terra, soprattutto d’Estate. In Primavera si lodano solamente i Broccoli..... .....sono meno nocivi se vengono lessati e se si getta la prima acqua e vi si mette subito dell’altra acqua bollente, senza che vengano a contatto con l’aria; oppure si cucinano in brodo di carne grassa, con Finocchio, Pepe o Coriandolo o Cinnamomo (Canella Ceylon-ndr).>>. Capitolo L - Il Carciofo. ........ E’ cibo di “succo umorale” perverso, soprattutto le coste che son divenute già dure. Il suo “succo” genera Bile gialla/Fuoco, mentre la sua sostanza genera Sangue pieno di 18 19 Malinconia/Bile nera/Terra; in pratica la parte liquida genera Bile gialla e sottile, le sue fibre Bile nera. E’ quindi opportuno mangiarlo lessato e condito con Olio di Oliva, “Garum”, Vino ed anche Coriandolo. Cucinato stufato o saltato in padella, non occorre nemmeno condirlo. Molti mangiano le loro teste, dette “Spondyli” (ciò che noi oggi comunemente mangiamo-ndr) C. Durante (op. cit.): <<...Carciofi...Qualità - sono i Cardi e i Carciofi Caldi e Secchi nel 1° grado e sono aperitivi (nel senso che aprono, oltre a stimolare l’appetito-ndr).......... ........sono grati al gusto i Cardoni ed i Carciofi, provocano l’orina ma puzzolente, muovono la ventosità, aprono le ostruzioni e accrescono il coito.................i Cardoni, fatti bianchi per arte sotterrandoli l’Autunno in terra teneri, si danno alla fine della cena, con Pepe e Sale per ultimo cibo si mangiano per sigillare e corroborare lo stomaco...... .......generano Bile nera/Melanconia/Terra. Sono molto ventosi, nuocciono alla testa, pesano sullo stomaco e rallentano la digestione........... ..........cotti nel brodo e mangiati con Pepe e Sale a fine pasto, sono meno nocivi e più grati allo stomaco.>>. Capitolo LXVIII° - I Funghi. Tra i Funghi, soprattutto i POrcini, se mangiati lessati, fanno parte dei cibi detti “insipidi” (“Apia”, come la Zucca - ndr.). Non si mangiano mai così da soli, ma solamente ben conditi come tutti gli alimenti di questo tipo. Il loro nutrimento è Flemmatico e manifestamente Freddo; mangiati in abbondanza, esso genera Umori perversi. Attenzione a ben scegliere i Funghi mangerecci da quelli velenosi come le Amanite................. .................... .........Un tale che aveva mangiato dei Porcini poco cotti, accusò appesantiomento e costrizione dello stomaco, difficoltà nel respiro, collasso e sudore Freddo: fu salvato assumendo dell’ Oximele (18), medicina che fluidifica e dissolve gli Umori condensati (soprattutto la Flemma-ndr) e pesanti, con aggiuntovi Maggiorana, Issopo e Origano, polverizzati e bolliti in esso. Una volta assunto il medicamento, il paziente vomitò i Funghi che si erano già trasformati in Flemma Fredda e viscosa. C. Durante (op. cit.): <<...Fonghi...Qualità - son Freddi vicino al 4° grado e Umidi nel 2°............son grati allo stomaco, dato che fanno venire appetito e ricevono tutti i sapori. Quelli che nascono nelle pietre, essiccati all’ombra e polverizzati, presi al peso di uno scropolo (circa 1 grammo, ma il peso varia da epoca ad epoca e da zona a zona-ndr) con Vino o brodo, mitigano i dolori colici e renali, provocando l’orina e cacciando fuori calcoli e renella; ma vanno assunti quattro ore prima di mangiare........ ........causano perdita di sensibilità, l’apoplessia e soffocano .............salati divengono più sicuri, come del resto ben puliti e ben cotti ed ancora di più se cucinati con Pere acerbe, Basilico, Pane, Aglio e Nepitella (19), ma la cosa migliore è mangiarne pochi e bervi insieme Vino buono.>>. 19 20 Capitolo LXX° - Le Cipolle, l’Aglio, i Porri. Di queste piante si mangiano soprattutto i bulbi sotterranei, raramente le parti aeree, anche se esse possiedono virtù molto acri/piccanti. Danno Calore al corpo, fluidificano gli Umori viscosi e rendono leggeri quelli densi e pesanti (anche in questo caso Galeno si riferisce soprattutto a quelli Flemmatici-ndr). Lessati due volte perdono la loro acredine, ma nonostante questo trattamento rendono gli Umori più leggeri ed in ogni caso danno scarso nutrimento; crudi non ne darebbero alcuno. L’Aglio lo si mangia sia come condimento che come medicamento. E’ salutare per la sua virtù di aprire le ostruzioni e di dissolvere; poco cotto, in modo da perdere la sua acredine, rimane meno attivo, ma perde la sua parte perversa; i Porri e le Cipolle rispondono meno a questo trattamento......... .................... .........condite con Aceto anche le Cipolle sono più gradevoli da mangiare ed il loro “succo umorale” diviene meno perverso. Bisogna ricordarsi però di non fare un uso continuato di aliemnti acri/piccanti, soprattutto i Biliosi (le costituzioni governate dalla Bile gialla/Fuoco-ndr); sono utili soprattutto a coloro che producono per costituzione molta Flemma, sia cruda che densa e appiccicosa. C. Durante (op.cit.): <<...Aglio...Qualità - è Caldo e Secco nel 4° grado, è piccante ed irritante, dissolve, apre e fluidifica...... ......è rimedio contro tutti i veleni e quindi è detto “Teriaca dei villani”, è vermifugo,......antiedematoso, giova contro la tosse cronicizzata e fa buona voce. Ripara ai danni dovuti alla corruzione delle Acque e dell’ Aria. Corregge il Freddo e l’ Umidità delle insalate. E’ utile ai naviganti, dato che si oppone all’aria corrotta delle sentine delle navi ed evita il mal di mare. Con Aglio, Noci e fronde di Salvia si fa l’Agliata che si spalma sul Pane, è grata al palato, allo stomaco ed eccita l’appetito...... .....Eccita Venere, nuoce alla virtù espulsiva, al cervello, alla vista, alla testa, nuoce nella gravidanza, rinnova i dolori cronici, fa bruciare il Sangue, aggrava le emorroidi ed alle donne che allattano. Fa alito cattivo, è cibo acre e danneggia il fegato, che è principal fondamento della sanità; se è germogliato è ancora più nocivo, essendo il germinare segno di putredine... .....Cotto perde la malignità, ma le sue virtù si fanno più deboli; se si mangia con Olio e Aceto e altri cibi, anche crudo è meno nocivo. Conviene ai vecchi e nell’Inverno, ma è contrario ai giovani, soprattutto d’Estate. L’alito cattivo lo si elimina mangiandovi dopo Fave crude o Sedano o Ruta freschi.>>. <<...Cipolla...Qualità - è Calda nel 3° grado e Secca nel 2°... ...Fa venir buon appetito, fluidifica gli Umori (la Flemma, i catarri-ndr), fa buon colore, accresce la virtù genitale..... ......mangiata cruda ed in abbondanza fa dolere la testa, infiamma il Sangue, offusca la vista e nuoce all’intelletto, accresce la libidine, apre (fa sanguinare-ndr) le emorroidi ed induce al sonno profondo....... 20 21 .........cotta perde ogni malizia e diviene buonissima, soprattutto se vi si aggiunge del Prezzemolo; per mangiarla cruda, occorre tenerla tagliata in Acqua fresca ed allora diviene dolce. E’ cibo da contadini e per coloro che molto si affaticano; è adatta nelle stagioni, nelle età ed alle costituzioni Fredde, ma nuoce a quelle Calde.>>. <<...Porro...Qualità - è Caldo nel 3° grado e Secco nel 2°.... ......provoca l’orina e i mestrui, dissolve le ventosità, incita al coito e, cotto con Miele, ripulisce i polmoni [dai catarri] e mangiato con Sale, elimina la Flemma dallo stomaco;........... .........cotto sotto la cenere, si oppone al veleno dei Funghi, all’indigestione ed all’ubriachezza, sana i dolori colici, giova agli asmatici, con Acqua di Orzo o Miele. Sana la tosse, fa buona voce, fa le donne feconde.......... .........mangiato crudo genera ventosità, offende la testa, fa fare sogni orribili, offusca la vista e nuoce alle ulcerazioni dei reni e della vescica. Fa dolere la testa, genera cattivi Umori, corrompe le gengive ed i denti....... .........i suoi nocumenti si levano lessandolo due volte, mettendolo in Acqua fresca e si condisce con Olio di Mandorle dolci, mangiandovi insieme Lattuga, Indivia, Porcellana (20); è cibo da villani e da chi molto fatica; è pessimo il Porro in tutte le stagioni, per tutte le età e le costituzioni e va mangiato alla fine dei pasti.>>. Conclusioni e considerazioni finali della seconda parte. Abbiamo voluto dare maggior spazio agli ortaggi rispetto alla frutta vera e propria, poichè gli antichi non vedevano di buon occhio il consumo sistematico della frutta fresca: essa essendo generalmente acquosa e acidula, secondo la Dotrina Umorale porta nell’ organismo Freddezza, Umidità perversa ed insieme anche la parte Freddo-Secca, sempre perversa; la maggior parte della frutta fresca genera eccessi di Flemma e/o di Malinconia, che sono gli Umori più difficili da utilizzare e da smaltire. Quasi tutta la frutta è poi “cacochimica” (genera perversità e gli Umori prodotti sono pieni di scorie) ed in ogni caso il nutrimento conferito è molto scarso. Solo in alcune stagioni e per alcune costituzioni ci si può permettere un uso sistematico di questi cibi. E’ chiaro che questo punto di vista contrasta con molti moderni, che tengono conto di un apporto di vitamine e sali minerali indispensabili; non dobbiamo dimenticare però che: 1) nell’antichità gli esseri umani avevano a disposizione una superiore varietà di cibi e potevano permettersi di fare un uso moderato e/o occasionale di ognuno di essi; 2) si potrebbe dimostrare che alcuni disturbi, oggi frequenti, derivano dall’eccessivo consumo di frutta e verdure crude. Altra interessante considerazione è quella che ci viene dalla descrizione degli effetti delle tre liliacee alimentari descritte per ultime (Aglio, Cipolla, Porro); sappiamo che erano rigorosamente evitate nell’ambito delle alte caste degli antichi egizi ed anche oggi dagli Induisti di stretta osservanza; per gli Indù (di tutte le scuole, Bramaniche, Visnuite, Sivaite e Tantriche, etc) sono considerati “Tamasik”, ovvero “generatori di Tamas”, essendo “Tamas” uno dei tre “Guna” che conduce all’oscurità, all’ignoranza, all’allontanamento dall’ Assoluto; per il Castore Durante, fanno male alla testa, offendono l’intelletto, la sensibilità, la vista e provocano eccesso di lussuria. Facendo le dovute distinzioni, legate anche all’epoca ed al clima Controriformista (siamo nel XVI° secolo!) - infatti a Galeno, Romano e Pagano, non importa nulla che “incitino al coito” - possiamo rilevare la singolare identità di vedute tra l’autore europeo tardo cinquecentesco e la visione tradizionale Indù. 21 22 _______________________________________________________________ 1) Ci si riferisce a quelli che hanno un sapore ben definito, e soprattutto a quelli che si mangiano abbastanza acerbi, di gusto dolce-acidulo o leggermente astringente e quindi governati dal Freddo-Secco, ovvero dall’ elemento Terra; quelli “insapori”, che sanno di Acqua sono invece ad esempio i frutti delle Cucurbitacee - come vedremo in seguito - che sono governati dal Freddo-Umido e quindi dall’ elemento Acqua. Il Secco accentua i sapori e l’Umido li attutisce. 2) Ci si riferisce allo smaltimento degli Umori peggiori grazie all’ attività fisica intensa o al soggiorno in climi o stagioni o paesi molto caldi; è chiaro che i frutti crudi conferiscono sempre (o quasi) una certa dose di Freddo e di Umidità. 3) Galeno in questo caso pensa sicuramente all’uso della neve in estate nei paesi caldi o durante l’estate; i ricchi ed i potenti dell’epoca - come abbiamo ricordato anche in altre occasioni potevano contare su grandi depositi sotterranei ove veniva stipata neve compressa, prelevata da cime montane incontaminate durante l’inverno, trasportata in queste grotte (naturali o artificiali) scavate nel tufo o altro terreno impermeabile, ridotta in blocchi compatti e separati da strati di paglia; si tratta di ghiacciaie “ante-litteram”, ove grazie alle particolari condizioni la neve poteva conservarsi per mesi. In una altra opera (“De Bonis malisque sucis”), Galeno lancia un avvertimento a chi fa uso sistematico della neve d’Estate: poi si ritroverà ad avere disturbi, soprattutto osteo-articolari. 4) Lo stomaco, sede della “Prima Cozione” è - per la Medicina Umorale - il crocevia della produzione di tutti gli Umori; raffreddarlo può voler dire provocare una incompleta “Prima Cozione” che dà luogo a quelle che gli antichi chiamavano “crudità”, ovvero complessi Umorali perversi e malamente separati (“eterogenei”) dovuti ad un difetto di alterazione e trasformazione. Inoltre, con questa affermazione si dà un ruolo fondamentale alle tecniche di cottura dei cibi, intese come tecniche di compensazione di determinati eccessi. 5) Vedi nota (1); le sostanze alimentari dominate dalla Secchezza, unita al Calore o al Freddo, sono dotate di forti sapori (le Caldo-Secche anche odori), mentre l’ Umido conferisce sapori più delicati o addirittura l’insipienza assoluta. 6) “Succo” è la traduzione impropria del termine greco “Kymia”, con la quale Galeno intende la materia prima che - nell’organismo umano - si trasformerà in Umori. Lo potremo chiamare “succo umorale” come proposto dal traduttore moderno del “De bonis malisque sucis”. 7) “Pontico” indica un sapore che ricorda quello dell’Acqua di Mare (“Pontus”), generalmente associato all’area del Freddo-Secco equilibrato, dato che contiene sia gli elementi del Freddo-Secco (l’aspro-astringente) che quelli del Caldo-Secco (salato-amarognolo). 8) Agresto: succo condensato di Uva acerba, spesso mescolato a poco Sale; dovrebbe costituire la variante occidentale delle Prugne “Umeboshi”. 9) Interessante osservazione di una possibile relazione tra regime alimentare e reazioni cutanee. 10) Pensare all’ uso moderno di mangiare insieme Fichi freschi e prosciutto suino, cibo sicuramente “denso e pesante”, secondo la Dottrina Umorale. 11) Fichi secchi, Noci, Ruta e Sale costituiscono il celebre “Mitridato”, contro-veleno che si dice inventato da Mitridate, re del Ponto (ma quale? Tutti i re del Ponto si chiamavano Mitridate!). 12) L’effetto delle pectine prevale su quello dei tannini. 13) Soprattutto scorie Flemmatiche e Melanconiche (Freddo-Umide e/o Freddo-Secche). 14) Curiosa dimostrazione di confidenza, considerando lo spirito aristocratico, polemico e riservato di Galeno, che fu peraltro medico personale di vari Imperatori, come Marco Aurelio, Lucio Vero, Commodo e Settimio Severo. 22 23 15) Pur condividendo la preoccupazione del Durante, non dimentichiamoci che oggi viviamo in altri tempi, con l’inquinamento, l’impossibilità di controllare gran parte di ciò che mangiamo e così via (a meno che non la si coltivi e la si raccolga personalmente in luoghi sperduti!). 16) Alimenti e aromi diversissimi tra di loro come qualità (la Malva è Umida ed equilibrata tra il Caldo ed il Freddo, la Senape è Calda e Secca al massimo grado, l’ Aceto è Freddo e Secco ma volatile e leggero), ma hanno in comune la virtù di aprire e deostruire o di accentuarla quando - come in questo caso - già presente. 17) “Nitrosa” vuol dire che possiede come un eccesso di alcalinità irritante, simile al “Nitro” (Soda/Carbonato di Sodio naturale); quanto alle piante ed aromi da associare, il Durante ha sostituito la Malva con la Borragine (Calda e Umida nel 1° grado), dato che nel XVI° secolo, probabilmente non si mangiava più la Malva (che all’epoca dei Romani veniva coltivata come ortaggio), ma si mangiava la Borragine, con la quale ancor oggi si fanno - occasionalmente certe preparazioni gastronomiche (tipo tortelli alla Borragine, sformati, etc.). 18) Oximele: Miele ed Aceto bolliti insieme (con Acqua) fino a tornare alla consistenza del Miele; veicolo e base di molti antichi medicamenti. 19) Ancor oggi, nel Sud della Toscana, si usa cucinare i Funghi in padella o sulla graticola con un trito di Aglio e Nepitella. 20) Piante Freddo-Umide. _______________________________________________________________ BIBLIOGRAFIA C. Galeno - “Della natura e virtù dei cibi” - Venezia 1562 traduzione G. Sacchetto C. Galeno - “De Alimentorum Facultatibus” - Lione/Venezia 1556 traduzione M. Gregorio C. Galeno - “De Simplicium Medicamentorum facultatibus” - Lione 1547 - traduzione T. Gaudano C. Galeno - “De Bonis malisque sucis” - D’Auria Editore Napoli 1987 - traduzione A.M. Ieraci Bio Petronio Arbitro - “Il Satiricon” - Epoca!/Arnoldo Mondadori Editore - Milano 1969 - traduzione P. Chiara Apicio - “L’Arte culinaria” (“De Re Coquinaria”) Tascabili Bompiani - Milano 1990 - Traduzione G. Carazzali Apicio - “La Cucina dell’Antica Roma”(“De Re COquinaria”) Tascabili Economici Newton Newton Compton Editori - Roma 1994 traduzione C. Vesco C.Castore Durante - “Il Tesoro della Sanità” - Roma 1586 ristampa Serra & Riva Editori - Milano 1982 B. Sacchi (detto “il Platina”) - “Il piacere onesto e la buona salute” - Einaudi - Torino 1985 (l’ opera originale, “De honesta voluptate et valetudine” fu data in origine alle stampe a Roma nel 1475 circa) - Traduzione E. Faccioli. B. Castelli - “Lexicon Medicum Graeco-Latinum” - Padova 1762 P.B.Cristini - “Pratica Medicinale et Osservationi” - Bologna 1680 AA.VV. - “L’arte della cucina in Italia” - Einaudi - Torino 1987 23 24 a cura di E. Faccioli C. Masino - “Voci di Spezieria dei secoli XIV-XVIII” - Accademia Italiana di Storia della Farmacia - Piacenza 1988 AA.VV.* - “Una farmacia preindustriale in Val D’Elsa” - Comune di S. Gimignano 1980 AA.VV.* - “Pietro Andrea Mattioli” - QuattroEmme-Perugia 1997 * tra i quali lo scrivente. ______________________________________________________________________ RINGRAZIAMENTI Si ringrazia: l’amica e collega Carla Mattei, Erborista romana, che ha procurato l’edizione italiana dell’ opera di Galeno. _________________________________________________________________ ARTICOLO PER RIVISTA “L’ ERBORISTA” EDIZIONI TECNICHE NUOVE SpA - via Ciro Menotti, 14 MILANO ALL’ ATTENZIONE DEL DR. MALAGUTTI AUTORE: DR. LUIGI GIANNELLI SEZIONE: ERBORISTERIA TRADIZIONALE ARGOMENTO ARTICOLO: COMMENTARIO E TRADUZIONE IN TERMINI MODERNI DEL “LE VIRTU’ DEGLI ALIMENTI” DI C. GALENO - PARTE III.A Come abbiamo già accennato nei precedenti interventi, Galeno dedica il III° ed ultimo libro del “De Alimentorum facultatibus” ai cibi di origine animale (tra i quali è compreso anche il Miele) ed al Vino. Dato che chi scrive è vegetariano ma anche spirito laico, cercheremo di riportare le parti rilevanti del testo, adatte alla migliore comprensione della Dottrina Umorale e del complesso della medicina antica dell’ Occidente, evitando tuttavia di soffermarci sui capitoli dedicati agli specifici alimenti ottenuti uccidendo animali. Ci interessa cogliere il significato della posizione galenica, ma evitando di accentuare la sua dichiarata preferenza per il consumo sistematico delle carni dei vari animali (suddivisi in terrestri, volatili e acquatici). Al solito Galeno inizia con una parte introduttiva, che è sempre estremamente interessante. Quando potremo, riporteremo alla fine di ogni capitolo anche le parti corrispondenti tratte da “Il Tesoro della Sanità” di Castore Durante. Terzo Libro della Natura dei Cibi. << Ci resta lo studio degli alimenti che traiamo dagli animali, i quali possiedono differenti virtù, e di materie che dagli animali sono prodotte, come le Uova, il Latte, il Formaggio, il Burro, e il Sangue. Capitolo I° - Degli alimenti provenienti dagli animali che camminano (o terrestri). 24 25 Le varie parti degli animali non possiedono le stesse qualità e proprietà; la carne ben cotta genera ottimo Sangue e soprattutto quella di Maiale. I nervi, i tendini e le cartilagini, generano Flemma. La carne di Maiale è superiore a tutti gli altri alimenti. I nostri atleti dimostrano questa affermazione (1) e tutti coloro che compiono intensi esercizi fisici. Questi atleti, se un giorno si nutrono con la corrispondente quantità di altri cibi, diversi da questa carne, il giorno seguente si sentiranno più deboli e sfiniti. Potrai sentire questo discorso anche dai ragazzi che si allenano in palestra e dagli scavatori di fosse e da tutti coloro che, nelle varie città, compiono lavori molto faticosi. Anche la carne bovina conferisce non poco nutrimento, ma è difficile da dissolvere e rende il Sangue più denso e pesante della norma. Nei soggetti che già sono Freddi e Secchi/Malinconici per costituzione, consumando sistematicamente questa carne, tenderanno ad ammalarsi delle affezioni dovute alla Bile nera/Malinconia, come il cancro, l’elefantiasi, la rogna, la lebbra, la quartana (febbre ricorrente di tipo malarico-ndr) e per quella che è definita Melanconia vera e propria (probabilmente forme maniaco-depressive - ndr). A causa di questo Umore (la Bile nera prodotta in eccesso-ndr), la Milza si rigonfia e spesso in questi casi ne consegue la “cacochimia”, ovvero la perversione di tutti gli Umori, e la idropisia (2). Ma se per densità/pesantezza la carne bovina vince quella suina, così per viscosità/collosità quella porcina vince quella bovina., Tra i vari tipi di carne di Maiale, quella proveniente da animali giovani è facilmente digeribile dagli uomini giovani, forti e che compiono intensa attività fisica. Così, se la carne di Maiali giovani giova alle persone giovani, quella di Bue giova di più alle persone in età matura. Il Bue è di natura più Secco del Porco, così come l’uomo maturo è più Secco del giovane. Quindi gli esemplari giovani degli animali più Secchi sono più equilibrati (nel senso che sono meno Secchi - ndr) di quelli di età più avanzata, mentre gli animali più Umidi divengono più equilibrati con l’età più avanzata. Non solamente la carne del Vitello è migliore di quella del Bue adulto, per la digestione e la distribuzione, ma anche quella di Capretto è migliore di quella di Capra adulta. Per la verità, la Capra è di temperamento meno Secco del Bue, ma rispetto all’ Uomo ed al Maiale è sicuramente più Secca. Che la carne di Maiale sia simile a quella umana, lo possono testimoniare coloro che, senza saperlo, hanno mangiato carne umana in luogo di quella suina: nè per l’odore nè per il sapore si sono accorti di nulla. Pare che questi “scherzi” siano stati fatti da osti criminali o simili personaggi. Ragionevolmente si può prevedere che i Maiali giovani diano un nutrimento più ricco di scorie di quelli di età matura, in quanto sono più ricchi di Umidità e quindi meno nutrienti. In effetti, l’alimento più Umido si distribuisce e si dissolve più rapidamente nell’ organismo e quindi lascia “depositare” un nutrimento minore; inoltre permette la formazione di una maggiore quantità di scorie da eliminare. La carne di Agnello è Umidissima e Flemmatica; quella di Pecora adulta è però più ricca di scorie e di “succo umorale” peggiore. La carne di Capra è di “succo umorale” pessimo e acre (3). Dopo di essa vengono quella di Montone e quella di Toro. 25 26 Ma tra tutte le carni, le migliori sono quelle provenienti da animali castrati. Le carni degli animali vecchi sono cattivissime, difficilissime da digerire e stentano a dare buon Sangue e nutrimento; perfino i Maiali, pur essendo di temperamento Umido, quando invecchiano la loro carne diviene Secca e dura da digerire e dissolvere............... .................. [ Galeno continua la sua dissertazione su vari tipi di animali “che camminano” e del tipo di nutrimento che danno; prende in esame la Lepre, l’ Asino, il Cavallo, il Cammello, l’ Orso e perfino il Leone ed il Leopardo! Ricorda che alcuni popoli usano con profitto la carne di Cani giovani, grassi e castrati; in generale sono giovevoli le carni di animali ben nutriti; le carni degli animali selvatici vanno consumate nelle epoche dell’ anno quando il loro cibo è più abbondante; rammenta anche i Conigli ed i Ghiri, che venivano sia catturati selvatici che allevati in cattività e fatti ingrassare ] .................prosegue il testo: In generale le varie carni, se consumate arrostite o fritte in padella, hanno il potere di Disseccare; se esse vengono lessate, Umidificano; quando sono stufate, le loro proprietà sono intermedie. Il condimento e le tecniche di cottura influiscono notevolmente sulla qualità finale dell’ alimento. Quelle cotte con Vino e “Garum” (4) sono più Secche di quelle che vengono cucinate in altro modo; le carni lessate con Mosto cotto o con semplice brodo sono molto più Umide; quelle lessate in Acqua pura sono ancora più Umide. Tra gli aromi ci sono quelli che conferiscono ai cibi il potere di Disseccare: l’ Aneto, il Sedano, il Carvi (detto oggi anche “Kummel”-ndr), il Levistico, il Cumino ed altri simili dei quali si usano i semi; potere Disseccante è conferito anche da Porri, Cipolle, Aneto (come pianta intera frescandr), Timo, Santoreggia, Menta Pulegio, Menta comune, Origano e tutte le altre sostanze delle quali tratteremo in altra opera specifica (Galeno si riferisce sicuramente al “De Simplicium medicamentorum facultatibus”, dedicato specificamente alle proprietà medicamentose delle singole droghe-ndr).>>. .............................. Capitolo X° - Della Sugna e del Sego. [ Galeno in questo Capitolo dà una ulteriore spiegazione delle qualità alimentari e medicamentose degli animali che producono grassi in quantità sufficiente da essere estratti dai loro tessuti; la Sugna, ovvero il grasso di Maiale è Umida (oltre che Calda) e simile all’ Olio di Oliva vecchio, mentre il Sego, grasso bovino, è più Secco, dato che una volta fuso, tende a rapprendersi di nuovo molto rapidamente. Sostiene inoltre che ambedue i grassi conferiscono scarso nutrimento e che vanno impiegati come condimento ma non come alimento primario; tali annotazioni sono molto utili soprattutto per la comprensione e la giustificazione del largo uso antico e popolare moderno di certi grassi animali come eccipienti e basi di unguenti e pomate curativi ] Capitolo XIII° - Differenze tra gli animali domestici e quelli selvatici. [ Altra interessante osservazione che ci serve per capire anche altri aspetti della Dottrina Umorale applicata: gli animali domestici e “oziosi” sono più Umidi e più ricchi di scorie; quelli selvatici (a parità di specie) sono più Secchi e più poveri di sia di grassi che di scorie. Tuttavia la carne degli animali selvatici è più dura, nutre di meno e si conserva meglio. Se correttamente nutriti e correttamente fatti esercitare (vale a dire allevati all’aperto), gli animali domestici danno un nutrimento abbondante ed un “succo umorale” ottimo. 26 27 Vediamo come Galeno tenga sempre d’occhio l’equilibrio finale e le varie condizioni di gestione del corpo, sia umano che animale; in pratica - banalizzando - ci dice che ogni aliemento ha i suoi pro e si suoi contro e che per ogni squilibrio - in atto o tendenziale - c’è sempre un rimedio di compensazione ] Capitolo XIV° - Il Latte. << Tra gli alimenti che si traggono dagli animali, il Latte è quello che risente maggiormente delle differenze dovute al momento dell’anno nel quale si effettua la mungitura. Quello di Mucca è il più denso, pesante e grasso di tutti; quello di Cammella è Umidissimo e molto poco grasso e pesante. Quelli di Cavalla, di Asina e di Capra, hanno proprietà e qualità intermedie. Quello di Pecora è un po’ più grasso e pesante (di quelli intermedi-ndr), ma varia molto a seconda e delle particolari circostanze nelle quali avviene la mungitura. Dopo il parto della Pecora è Umidissimo, ma con il passare del tempo diviene più denso e pesante; a metà Estate è più equilibrato e tende, con il trascorrere della stagione a divenire più spesso, finchè non viene più prodotto. A Primavera, arricchendosi di molta Umidità, torna ad essere prodotto in gran copia (5). La differenza tra i vari tipi di Latte la si vede benissimo soprattutto se se ne produce del formaggio. Il Latte molto liquido dà moltissimo Siero, mentre quello più denso dà moltissimo coagulo; quindi quello più liquido è più solutivo (lassativo-ndr) a livello intestinale, mentre il più denso assai meno; in compenso, quello più denso nutre di più mentre il più tenue e leggero nutre di meno. Se il Latte verrà cotto fino alla consumazione di tutto il Siero, perderà l’azione lassativa. Cotto con pietre infuocate, sempre in maniera da consumare tutto il Siero, non solo non sarà più purgativo, ma diverrà addirittura astringente. Il prodotto derivante da questo tipo di cottura lo si somministra a coloro i quali soffrono di bruciori intestinali, causati da Umori acri (governati cioè dalla Bile gialla surriscaldata e perversa-ndr). L’ operazione viene accentuata se in luogo delle pietre si usa il Ferro arroventato; questo Latte tuttavia si rapprende nel ventre e per evitare ciò occorre mescolarlo con Miele e Sale. Alcuni medici, per evitare una troppo rapida coagulazione del Latte nel tratto gastroenterico, se trattato con queste tecniche di cottura, consigliano di diluirlo con Acqua pura. Ciò non deve meravigliare, dato che con queste operazioni ove si consuma il Siero, esse non consumano la sua Umidità (che con la diluizione viene ripristinatandr) ma la sua acredine (6), a causa della quale ogni Latte possiede un maggiore o minore potere purgativo. I vari tipi di Latte sono composti da almeno tre parti: il coagulo (il potenziale formaggio-ndr), il Siero e la parte grassa e densa che è particolarmente abbondante nel Latte di Mucca. Dalla parte grassa e densa del Latte di Mucca si estrae il Burro, il quale nel gusto e nell’aspetto manifesta queste qualità di grassezza e densità (7). Se il Burro verrà spalmato e massaggiato sul corpo, esso si ungerà come con l’Olio e lo stesso effetto farà sul cuoio delle calzature, delle cinghie dei finimenti dei Cavalli e così via. I popoli che vivono nei climi Freddi, dove non si produce l’Olio, si ungono con esso. Gettato nella brace, si incendia come tutte le altre materie grasse e oleose; inoltre i popoli delle regioni Fredde lo usano come eccipiente per unguenti e cataplasmi. Come dicevamo, il Latte di Mucca è molto denso e grasso; quelli di Pecora e di Capra sono abbastanza densi ma molto meno del precedente. Il Latte di Asina è leggerissimo è quasi privo di “succo umorale” denso. Difficilmente esso si coagula nello stomaco di coloro che lo bevono 27 28 caldo e appena munto. Aggiungendovi Sale e Miele, esso non riuscirà a coagularsi affatto ed una volta bevuto verrà rapidamente eliminato; questo fenomeno è dovuto alla sua particolare ricchezza in parte Sierosa. A causa della frazione sierosa, ogni Latte partecipa di una maggiore o minore virtù purgativa, come del resto a causa della sua componente che si coagula, esso possiede anche la virtù astringente. Quando la parte sierosa di un Latte prevale su quella caseosa, esso tenderà ad essere lassativo e per questo scopo è usato fin dall’antichità. In relazione all’uso del Latte come purgante, è opportuno aggiungere ad esso del Miele, sia per renderlo più gradevole sia per non disturbare la normale attività dello stomaco (8); è utile anche l’aggiunta di una piccola quantità di Sale, quanto basta per accentuare l’azione purgativa ma evitando di rendere il prodotto sgradevole e/o nocivo. Invece per avere al massimo grado l’azione purgativa , occorrerà aggiungere molto Sale. Ma stiamo andando “fuori tema”, in quanto non del Latte come medicamento volevamo parlare in questa sede, ma come fonte di nutrimento e di piacere gastronomico. Tornando al tema principale (in questa, come in altre occasioni, Galeno tende a rinviare all’altra sua importante opera, il “De simplicium medicamentorum facultatibus”, ove vengono illustrate le proprietà medicamentose delle varie sostanze-ndr), possiamo dire che la principale virtù del Latte è quella di possedere un “succo umorale” perfettamente equilibrato. Non dimentichiamoci però che vanno usati solo quei tipi di Latte che possiedano davvero il perfetto equilibrio, dato che i tipi che non lo possiedono fanno produrre Umori pessimi e perversi. [ Galeno - in questa parte dell’opera - chiarisce altri aspetti relativi alle differenze tra i vari tipi di Latte e che non solo la specie dell’animale, ma le circostanze particolari della produzione del Latte e della sua assunzione ne fanno un alimento ottimale o perverso e dannoso ] Ad esempio voglio rammentare di quel bambino al quale morì la balia che lo alimentava con il suo ottimo Latte; essa fu sostituita da un’altra nutrice che produceva del Latte di “succo umorale” perverso; dopo poco tempo, la pelle del bimbo si coprì di ulcerazioni. Quest’ultima balia in Primavera si nutriva di erbe selvatiche - a causa di una carestia c’era scarsità di cereali - ed anche essa si era coperta di dermatosi ulcerate; anche altri abitanti di quella contrada, sempre a causa della carestia e del pessimo vitto sostitutivo, accusavano gli stessi disturbi (9). Così tutte le donne che allattavano in quel periodo ed in quella zona soffrivano di dermatosi ulcerative che venivano trasmesse ai fanciulli allattati. Inoltre occorre tenere conto di un altro aspetto del problema: se qualcuno, invece che del cibo ordinario, assumerà del Latte di Capra o di altro animale che abbia mangiato della Scammonea o del Titimalo (10), facilmente potrà avere delle scariche diarroiche. A noi interessa solo l’uso del Latte perfetto, dato che quello che è stato prodotto in condizioni di squilibrio, esso trasferirà questo squilibrio a chi se ne nutrirà. I tipi di Latte che contengono la parte sierosa in prevalenza saranno più utili e salutari anche se assunti in modo sistematico. Invece i tipi di Latte contenenti meno Umidità e con prevalente frazione caseosa e densa sono i più pericolosi, soprattutto per coloro che ne fanno un uso quotidiano. Difatti il Latte ricco di parti pesanti e caseose nuoce a coloro che hanno i reni con la tendenza costituzionale a produrre calcoli; esso inoltre ostruisce il fegato a coloro che già all’ostruzione sono predisposti. In particolare sono soggetti all’ostruzione i vasi - costituzionalmente più stretti - che portano il flusso umorale dall’interno all’esterno dell’organo. 28 29 I vari tipi di Latte giovano ai bronchi ed ai polmoni; nuocciono invece alla testa ed ai precordi, che si tumefanno; nello stomaco provocano flatulenza e pochi se ne salvano. Se il Latte verrà cotto con cibi densi e pesanti, esso perderà la parte che genera flatulenza, ma aumenterà quella ostruttiva epatica e che genera più facilmente i calcoli renali. Tali cibi sono stati descritti nel I° Libro della presente opera: l’Amido, la farina di Frumento raffinata, i vari tipi di Frumento ed il Farro, il Riso, i cibi conditi chiamati dai Greci “Lachana” e “Rhyemita” (11), il Pane poco cotto o male impastato o fatto poco fermentare o con poco Sale. Il Latte, in base a ciò che viene cotto o mescolato con esso, vedrà ridotte o accentuate certe sue proprietà. In conclusione, vediamo quali sono sue virtù principali: • possiede un buon “succo umorale”; • è molto nutriente; • vi si trovano proprietà opposte e complementari (quella di aprire e quella di ostruire, quella fluidificante ed alleggerente congiunta con quella astringente e appesantente; la sua parte sierosa fluidifica gli Umori densi e viscosi e purga l’intestino; la sua parte caseosa invece costipa l’intestino, genera un “succo umorale” denso e pesante che ostruisce il fegato e genera calcoli renali). Il suo consumo sistematico nuoce ai denti ed alle gengive; la sua esorbitante Umidità impregna ed imbibisce i tessuti e li rende predisposti alla putrefazione ed alla corrosione; quindi dopo averlo bevuto conviene sciacquarsi la bocca con Vino annacquato o meglio ancora con Vino annacquato misto a Miele, in maniera da eliminare la parte escrementizia dovuta alla frazione caseosa che nuoce ai denti ed alle gengive. Il Vino ed il Miele mescolati rafforzano vicendevolmente le proprie virtù; questa miscela rappresenta il rimedio specifico per i danni stomatologici dovuti al Latte. Dopo aver bevuto il Latte, si fanno sciacqui con Melicrato (Vino, Miele e Acqua mescolati e bolliti insieme-ndr) e successivamente con Vino astringente.>>. ”) (12). Capitolo XV° - Il Latte acido (“Oxigala” - “ <<L’ Oxigala non nuoce ai denti, anche se predisposti ad ammalarsi, come farebbe il Latte tal quale. Ne subiscono danni stomatologici solo coloro che per innata debolezza soffrono dall’uso di cose troppo Fredde, come sono le materie acide e aspre, tipo le More acerbe. Semmai è lo stomaco, se già di per sè squilibrato per il Freddo, riesce a mal digerire l’Oxigala; invece se uno stomaco tende ad avere un eccesso di Calore, digerisce molto bene l’Oxigala, anche refrigerato con Neve (13), anzi ne trae beneficio per compensazione. .......................... Noi comunque non la pensiamo come certi medici che dicono quali sono i cibi che fanno bene e quali fanno male, quali Raffreddano e quali Riscaldano, quali generano buoni Umori e quali cattivi Umori, quali ben si digeriscono e quali mal si digeriscono e così via in generale, indipendentemente dal temperamento di coloro che li consumano; noi riteniamo che ogni cibo va valutato caso per caso, in relazione al tipo di equilibrio Umorale di ciascuno. Occorre sempre confrontare l’equilibrio specifico di ogni alimento con l’equilibrio specifico di chi ne fa uso. Così il Latte, una volta stabilito che possiede una doppia natura (siero - lassativo - leggero aprente e coagulo - astringente - pesante - occlusivo), tale natura si esprimerà in maniera diversa a seconda dei particolari equilibri Umorali delle persone che lo consumeranno, se esse avranno uno stomaco Caldo o Freddo, etc. 29 30 Nello stomaco di alcuni si inacidirà, in quello di altri si avranno flatulenze “nitrose” e fumose, dato che ognuno ha un suo specifico equilibrio (o squilibrio-ndr). L’eccesso di Freddezza genera l’acidità, l’eccesso di Calore la flatulenza e la “nitrosità” (14). Il Latte è in grado di far produrre ambedue, uno con il siero (la “nitrosità”), una con il coagulo (l’acidità). L’Oxigala, invece, benchè mal si digerisca, non darà mai luogo alla parte “nitrosa”, nemmeno in contatto con uno stomaco Caldissimo e pieno di Fuoco/Bile gialla. Ciò avviene poichè, trasformandosi il Latte in Oxigala, esso perde sia la parte molto Calda, ignea e acre dovuta al siero che quella tiepida dovuta al grasso; rimane solo quella dovuta al coagulo caseoso, che tende esclusivamente alla Freddezza ed è di “succo umorale” denso e pesante. Per gli organismi ben equilibrati è comunque indigesto. Questo alimento è quindi indicato esclusivamente per coloro che hanno uno stomaco eccessivamente Caldo, ma è nemico degli stomachi Freddi o anche solo equilibrati. A qualunque alimento si aggiunge l’Oxigala, esso farà sempre generare un “succo umorale” denso e pesante e nei soggetti predisposti renderà facile la produzione di calcoli renali...................... ........................ ........................Le costituzioni organiche squilibrate sono caratterizzate da organi dotati di squilibri diversi ed anche opposti. Ad esempio possiamo avere lo stomaco molto Caldo ma il cervello molto Freddo (15) , così come il polmone. A volte capita che lo stomaco sia Caldo e tutto il petto Freddo; può succedere anche il contrario, cioè che si abbia uno stomaco molto Freddo circondato da organi eccessivamente Caldi. La Dottrina degli Alimenti è utilissima quando si è in grado di verificarne con esattezza le loro Qualità, come l’Umidità o la Secchezza, il loro Calore o la loro Freddezza; subito dopo vanno valutati il loro grado di viscosità e densità della loro sostanza.>>. Capitolo XVI° - Il Formaggio. << Abbiamo gia fatto cenno alla natura del Formaggio nel Capitolo dedicato al Latte, tuttavia sarà opportuno presentarne un breve approfondimento. Durante il processo di fabbricazione, acquisisce dal caglio dell’acredine e perde l’Umidità, soprattutto quello di Mucca, che diviene particolarmente acre, Caldo e ardente; il prodotto risulta di peggiore digeribilità e di “succo umorale” perverso. In effetti il Formaggio in generale non può essere assunto senza danno, dato che proviene dalla commistione di una parte densa e pesante (il coagulo del Latte) mista ad una parte acre e leggera. I danni maggiori sono dovuti all’aspetto perverso del suo “succo umorale” e dal suo Calore ardente, che prevalgono sull’aspetto positivo legato alle parti leggere che compensano quelle dense e pesanti. Gli Umori prodotti sono particolarmente idonei alla formazione dei calcoli renali, anche se grazie alla parte che genera il Calore ardente tali calcoli tendono poi a disgregarsi, dato che tale Calore dissolve gli Umori addensati. In ogni caso è da evitare questo Formaggio, che è inadatto alla digestione, alla distribuzione, al nutrimento, alla espulsione, a generare del buon “succo umorale”; detto ciò è quindi da valutare come cattivo alimento, soprattutto quello vecchio e piccante; se ne può salvare quello fresco, appena fabbricato, come lo si trova da noi a Pergamo, nella Mysia superiore, chiamato dai pastori “Oxigalactino”; esso è gradevolissimo per lo stomaco ed innocentissimo (16) nella digestione e nel transito attraverso le viscere, meno di tutti gli altri crea difficoltà ed ostruzioni, non è di “succo umorale” troppo perverso nè troppo denso e pesante, che sono difetti comuni a tutti i tipi di formaggio. Particolarmente buono è il tipo particolarmente apprezzato a Roma dai poeti, che lo chiamano “bathys” cioè “elevato” e con nomi simili in altri luoghi. 30 31 Non dobbiamo però dimenticare che per definire un formaggio occorre tenere conto di molti particolari, che determinano non piccole differenze tra un tipo ed un altro: ad esempio la specie dell’animale che fornisce la materia prima, la tecnica di preparazione ed il tempo di stagionatura; cercheremo, per sommi capi, di disporre di alcuni termini di valutazione in modo che risulti facile giudicare qual’è il prodotto per noi migliore. In generale gli aspetti da considerare sono due: la consistenza del prodotto, che permette la valutazione della “Sostanza”: se è più tenero o più duro, se più compatto o spugnoso, se più viscoso e colloso o più solubile; • il gusto, che permette la valutazione della “Qualità”: se prevale la parte acida o quella acre e piccante o quella grassa o quella dolce o la mescolanza di più gusti o un equilibrio tra tutti loro. Secondo questa prima rilevazione possiamo dire che: • il tenero è migliore del duro; lo spugnoso è migliore del denso e compatto; quello intermedio tra viscosità e solubilità, essendo i troppo viscosi e i troppo solubili perversi; • per il gusto, quello che più si avvicina alla perfezione è quello che ha un sapore delicato e che semmai tende decisamente al gusto dolce; • il gradevole è migliore dello sgradevole (sembra una banalità, ma gli antichi raffinati - come sicuramente è Galeno - rifuggivano dai prodotti dal gusto forte e dagli aromi troppo decisi ndr); • il moderatamente salato è migliore sia del troppo salato che dell’insipido. Per proseguire la procedura di valutazione, occorrerà osservare alcuni fenomeni che avvengono nel nostro organismo una volta che il Formaggio è stato mangiato: • • • • se il sapore ti “tornerà in sù”, con abbondanti flatulenze ed a lungo, il prodotto sarà peggiore di quello che produrrà questo fenomeno in misura molto ridotta e per tempo brevissimo; il primo tipo è quello che si digerisce peggio e che provoca i disagi prima menzionati in grado più elevato.>>. Concetto di “succo umorale” o “Kymia”. Alla fine della dissertazione galenica, oltre alle note in calce (importanti per chi non vuol “perdere il filo” con i nostri precedenti lavori), ci pare opportuno chiarire il concetto di “succo umorale”, concetto che in questo intervento e nei precedenti abbiamo riportato con grande frequenza. Riporteremo inoltre alcuni interventi desunti dagli autori tardo-cinquecenteschi Castore Durante e Bartolomeo Sacchi, che in larga parte confermano e precisano l’opera del grande Maestro di Pergamo, quando non la copiano addirittura. Quello che noi definiamo “succo umorale” è il traslato in italiano moderno del Greco “Kymia” (“ ”), con il quale i medici antichi di Scuola Ippocratica definivano la capacità di un determinato alimento (o anche di una droga medicamentosa) di produrre Umori in modo ottimale o perverso; si trovano difatti alimenti e sostanze “Euchimiche” o “Cacochimiche”; le prime permettono la formazioni di Umori ottimi e funzionali, le seconde favoriscono la formazione di Umori perversi e capaci di indurre patologie. La “Kymia” non dipende dalle qualità, ma fa parte dell’intima natura di una sostanza; ad esempio, la Lattuga ed il Cetriolo sono ambedue Freddi e Umidi, ma la prima è “Euchimica” mentre il secondo è “Cacochimico”; vale a dire che la prima 31 32 può essere consumata anche in modo sistematico (purchè chi la consuma non sia già troppo squilibrato verso il Freddo-Umido o sia ammalato per causa Freddo-Umida), mentre il secondo va consumato solo occasionalmente e con grande moderazione. Noi al termine “Kymia” abbiamo sostituito quello di “succo umorale” di più facile (anche se non immediata) comprensione. Passiamo ora al Castore Durante (dal “Il Tesoro della Sanità” - vedi Bibliografia): <<...Il Latte...è Umido nel II° grado, ma tra il Caldo ed il Freddo equilibrato; è composto di tre sostanze, l’una acquosa, detta siero, che è Fredda e Umida, nitrosa e solutiva (come abbiamo visto alla nota 6, esiste l’autorevolissima opinione di Mesuè che definisce il siero come Caldo e Secco tra il I° ed il II° grado e che ci pare risponda meglio alle proprietà della sostanza; probabilmente si tratta di una contraddizione legata alla prospettiva di valutazione; per Mesuè prevale l’aspetto acre = Calore-Secchezza, per il Durante prevale l’aspetto Umidità = Acqua = Freddo-Umidità - ndr), nitroso e solutivo (anche questi sono aspetti connessi con il Caldo ed il Secco; sono una ulteriore conferma dell’ipotesi del grande medico di Bagdad-ndr); la seconda è densa ed è detta “Burro” ed è equilibrata tra le qualità; la terza è ancora più densa e pesante, appiccicosa e Flemmatica............................. ...............il più pregiato è quello Umano, il secondo è il Bovino, il terzo è il Pecorino, il quarto il Caprino e ultimo è il Bufalino.............. ...............accresce il cervello, ingrassa il corpo, giova ai tisici ed ai debilitati, leva l’ardore dell’orina, nutre assai, fa bello il colore del corpo, accresce il coito, leva la tosse, allarga il petto e ristora i convalescenti e i tisici e debilitati, bevendone alla quantità di 3 once (circa 100 gr.), con un po’ di Zucchero dentro e non si mangi e non si beva nulla e non ci si muova e non si dorma finchè non sia digerito........................ ...............nuoce a chi ha la febbre, a chi ha mal di capo, a chi soffre di dolori colici, a chi ha male agli occhi, ai catarrosi, a chi ha i calcoli, a chi ha ostruzioni, a chi soffre per i denti e le gengive.................... ...............nuoce meno se, prima di berlo, vi si mette del Sale o dello Zucchero o del Miele, affinchè nello stomaco non si coaguli e lo si consumi a digiuno. E’ adatto per le stagioni Calde e per i giovani e per chi ha buono stomaco; non va bene per i vecchi. >>. <<...Il Burro.......è Caldo e Umido all’inizio del I° grado.................. .........................purga valentemente e mangiasi con Zucchero e con Miele per far maturare i catarri densi, dato che tira fuori le superfluità che sono raccolte nel petto e nei polmoni per causa Fredda, sana l’asma e la tosse, soprattutto mangiato con Miele e Mandorle amare, mitiga i dolori, nutre assai bene................ .........................rilassa lo stomaco e lo indebolisce; a chi molto lo usa induce la nausea e dispone alla rogna ed alla lebbra (17)............................... ........................si riducono i danni mangiando appresso quei cibi rafforzanti (lo stomaco), astringenti e tonificanti, come è lo Zucchero Rosato ben stagionato; è buono in ogni tempo e fa bene a giovani e a vecchi, dato che purga loro il catarro; cuocesi, per conservarlo con Sale e mantiene la sua virtù di aprire e pulire il petto. >>. <<...Il Formaggio........il fresco è Freddo e Umido nel II° grado, il vecchio è Caldo e Secco.......................... 32 33 ..........................il fresco mollifica e ingrassa il corpo, è gratissimo alla bocca e non nuoce allo stomaco e di tutti gli altri è il più digestibile, ma che non sia troppo compatto e deve essere mangiato lo stesso giorno che viene prodotto. Il Pecorino è migliore degli altri, il vecchio fa molti danni e per questo si mangia in poca quantità, che serva per sigillo allo stomaco, perchè: Caseus est sanus, quem dat avara manus (il Formaggio è sano se dato da avara mano) ................................. ..........................il vecchio difficilmente si digerisce, induce la sete, infiamma il Sangue, genera calcoli renali, ostruisce il fegato, passa tardi e offende le reni, soprattutto a chi ha lo stomaco debole............................. ..........................mangiandosi seco in compagnia Noci, Mandorle, Pere e Mele, è meno nocivo; non s’ha da usare troppo, è pasto di dura digestione e ricerca un gagliardo stomaco, e si conviene a giovani fatiganti e non a’ vecchi e oziosi. >>. Il Castore Durante, sempre ne “Il Tesoro della Sanità” descrive altri tipi di latticini, probabilmente desunti dalla complessa gastronomia delle corti tardo-rinascimentali e che qui descriveremo per pura curiosità, anche per non appesantire la struttura generale del testo; alcuni di questi prodotti sono di largo uso anche oggi: • • • “Capi di Latte”, definiti come “fiore del Latte” e poco differenti al Burro; dovrebbe trattarsi della Panna o Crema di Latte; sono definiti Caldi e Umidi al I° grado (come tutte le materie grasse); sono gradevoli e pettorali, ma di difficile digestione e di nutrimento grossolano; offendono la testa con i loro vapori; vanno ben zuccherati e sono più adatti ai giovani, pieni di Bile gialla e dallo “stomaco gagliardo” ma non per gli anziani. “Gioncata”; dovrebbe corrispondere al toscano “Raviggiolo”, ovvero formaggio appena cagliato e che assume il nome dall’impronta dei giunchi, nei quali veniva fatto scolare; è Freddo nel II° grado e moderatamente Umido; nuoce al petto ed alla testa ed è adatto a chi ha lo stomaco Caldo e potente ed in grado di digerirlo; nel qual caso compensa l’eccesso di Calore e estingue la sete. “Ricotta”, che non ha bisogno di ulteriori spiegazioni; è Fredda e Secca nel I° grado, giova alle persone di costituzione Calda, a chi ha eccesso di Bile gialla/Fuoco, estingue la sete e favorisce il sonno; nuoce allo stomaco ed ai nervi, è troppo astringente, dà pessimo nutrimento, favorisce la formazione di calcoli renali e di renella. La tollerano solo coloro che faticano molto, che la mangiano calda ed appena fatta e ben zuccherata. Riportiamo anche il punto di vista di Bartolomeo Sacchi, detto “Platina”, intellettuale attivo presso la corte pontificia verso la fine del ‘400; la sua biografia è complessa e interessante, ma esula dal tema dell’articolo; il testo di riferimento è un opera di cucina e gastronomia, intitolata “De honesta voluptate et valetudine”(vedi Bibliografia): <<38...Il Latte..........Dicono che la virtù del Latte è moderata e che inclina piuttosto al Freddo ed all’Umido. Perciò tutti i medici convengono nell’opinione che il Latte sia molto nutriente e generi molto Sangue - quasi fosse un Sangue spremuto dalle mammelle - alimenti il cervello, giovi allo stomaco e ai polmoni, faccia aumentare lo sperma. Non da tutti gli animali tuttavia si munge la medesima qualità di Latte........... ...................il Latte ha le stesse proprietà dell’animale da cui viene munto: si reputa ottimo quello di Capra perchè aiuta lo stomaco, elimina le occlusioni di fegato, lubrifica l’intestino; per 33 34 secondo viene quello di Pecora, per terzo quello di Mucca. Il Latte è più buono di Primavera che d’Estate, più d’Estate che d’Autunno e d’Inverno. E’ opportuno berlo appena munto e tiepido, ed asteneresi da ogni altro alimento fino a quando sta nello stomaco. Se come primo piatto si prende del Latte coagulato, di Primavera e d’Estate fa meno male, mentre dopo che si è mangiato, come di solito succede, o subito si corrompe oppure porta con sè verso il basso altri cibi non ancora digeriti. Dopo averne bevuto è bene star quieti, perchè se si fa del moto, inacidisce nello stomaco; mescolato con Miele o con Zucchero non inacidisce.......................... .........................L’uso eccessivo del Latte non è consigliabile: indebolisce infatti l’acutezza della vista e produce calcoli ai reni ed alla vescica. Si usa come medicina il siero del Latte di Capra, che resta dopo aver fatto il formaggio, dato che rinfresca il fegato e il Sangue e serve a purgare per l’intestino. 39. Il Formaggio.................I cuochi adoperano il formaggio anche per la preparazione di molte vivande. Si fa coagulare il Latte la minima quantità di caglio possibile, in maniera che non prenda un gusto acre o acido, come invece spesso succede. Poi la mano del casaro - non una mano magra e calda, ma piuttosto grassa e tiepida - lo riduce in forma di palla. Si toglie infine dalla caldaia e si ripone in stampi o in cestelli o in panieri di giunco, dove si lascia scolare fino a quando ne sia uscito tutto il siero. Dopo di che si sala e si mette in luogo un po’ esposto al fumo; quando ha preso il Sale ed è arrivato ad una certa stagionatura, si può mangiare con profitto. Il pregio del Formaggio è connesso alla località e agli animali dai quali proviene, come già detto a proposito del Latte. Attualmente due sono le varietà di Formaggio che si contendono il primato: il “marzolino”, come lo chiamano i Toscani, che si fa in toscana nel mese di Marzo; e il Parmigiano delle regioni cisalpine, che si può chiamare anche “maggengo” dal mese di Maggio. La qualità del Formaggio varia a seconda dell’età: quello fresco è Freddo e Umido, quello salato e stagionato è Caldo e Secco. Il Formaggio fresco nutre molto ed in maniera efficace, calma l’infiammazione dello stomaco e giova agli ammalati di tisi/consunzione. Nuoce invece molto a chi soffre di catarro. Quello stagionato è pesante da digerire, nutre mediocremente, non fa bene allo stomaco ed all’intestino, genera Bile gialla (perversa-ndr), fa venire la gotta, dolore ai reni, renella e calcoli renali. Si ritiene che giovi se mangiato dopo il pasto, in piccola dose, perchè sigilla la bocca dello stomaco e toglie la nausea provocata dai cibi grassi. Dicono che favorisca la digestione e dia sollievo alla testa. 40.....La Ricotta...................E’ meno salutare del Formaggio fresco o di mezza stagionatura, ma le donne lo preferiscono a quello vecchio e troppo salato. I cuochi usano la Ricotta mescolandola soprattutto a parecchi piatti di verdura. 41.....Il Burro.......................Viene usato per lo più da chi abita le regioni occidentali e settentrionali, che difettano di Olio, mentre quest’ultimo abbonda nelle zone Calde e temperate. Il Burro è Caldo e Umido, nutre e fa ingrassare. Facendone un uso esagerato nuoce allo stomaco ma cura invece le malattie dovute alla Pituita (=Flemma-ndr). Mangiato insieme con Mandorle pelate e con Zucchero elimina infatti il catarro e guarisce la tosse Fredda e Secca......................>>. Riportiamo del “Platina” una battuta finale sul Formaggio fritto: <<316......Mangiale (le fette di pane tostato con sopra fette di formaggio, il tutto aromatizzato con spezie e zucchero-ndr) subito, se hai voglia di star male, perchè sono pesantissime da digerire, non sono nutrienti e possono provocare occlusioni e calcoli.>>. Il Capitolo XXI° del III° Libro de “Natura e Virtù degli Alimenti” di Galeno è dedicato alle Uova; l’argomento ci pare importante, ma forse non lo era così per Galeno stesso, che lo liquida 34 35 in poche righe; in pratica, riassumendo anche noi in maniera sbrigativa, il potere nutritivo e la salubrità delle Uova (egli dice che le migliori sono quelle di Gallina e di Fagiana, mentre le peggiori sono quelle di Struzzo) è legato alla loro freschezza ed alla tecnica di cottura; il miglior modo di cucinarle è con Acqua e poco (“in camicia”, “bazzotte”, “a la coque” sono le possibilità moderne di riprodurre quelle descritte da Galeno); è tollerabile anche il consumo da crude, “da bere”; il peggior modo e quello di farle fritte con Olio, soprattutto come frittata, che è il modo peggiore per cucinare le Uova, che così generano “Umori tristissimi”; intermedi, come salubrità, sono dei sistemi di arrostimento in recipiente coperto, desueti ed improponibili oggi; anche le Uova sode, ottenute per lunga cottura, non vanno bene. Il Durante, ne “Il Tesoro della Sanità” dice che sono Calde e Umide moderatamente, che l’albume è Freddo, il tuorlo è Caldo, tutti e due sono Umidi ed insieme tendono a bilanciarsi; riporta anche dei versi, forse desunti da una delle varie edizioni del “Regimen Sanitatis” della Scuola Salernitana: Regula doctorum debet pro lege teneri Quod bona sint ova, parvula, longa, nova Insomma le Uova (di Galline! che si siano accoppiate con il Gallo e siano ben nutrite e non maltrattate!) migliori devono essere piccole, lunghe (ciò indica la potenza del Calore naturale dell’animale) e fresche. Secondo questo autore sono di buon nutrimento e rapido assorbimento, favoriscono il sonno, giovano agli anziani, alle vie respiratorie e sono perfino afrodisiache; le migliori sono quelle crude da bere o comunque cotte poco. Anche lui condanna l’uso di mangiarle fritte o lungamente cotte; inoltre è meglio mangiarle lontano da altri cibi ed il tuorlo è la parte migliore. Il “Platina”, nel “De honesta voluptate et valetudine”, sostiene che le Uova migliori sono si quelle di Gallina, sempre alle stesse condizioni descritte dal Durante; tutto il resto corrisponde ed in più sostiene che <<.....rafforzano il cuore e nutrono le membra trasformandosi in Sangue puro e Caldo...............giovano contro la tosse, contro le infiammazioni delle prime vie respiratorie e contro la tisi e la debilitazione.......cotte in Aceto acquisiscono un potente effetto astringente, leniscono le infiammazioni delle vie urinarie in modo pronto e le lesioni di reni e vescica........>>. Nella seconda parte dell’opera citata, il “Platina” riporta varie ricette per cucinare le Uova, a volte molto complesse e raffinate, secondo i gusti delle Corti rinascimentali, ma non manca quasi mai di concludere con <<340.....danno luogo a gravi infiammazioni.....>>, <<341......fanno più male che bene.>>, <<346....bada che non diventino troppo dure: le Uova dure sono considerate un alimento nocivo e quanto mai indigesto.>>. Proseguiamo con il testo di Galeno: Capitolo XXXVIII° - Il Miele. (In questa occasione il Maestro mostra di considerare l’origine del Miele nè vegetale nè animale, ma “celeste”, dato che ritiene sia della stessa natura della rugiada; è un mito comune alla sua epoca; riportato anche in Plinio “Naturalis historia” e da altri-ndr). << La materia descritta in questa opera è relativa ad alimenti che possono avere due origini: o dalle piante o dagli animali; il Miele invece non proviene da nessuna delle due, dato che si forma sulle foglie delle piante, ma non è un loro succo o un loro frutto o un’ altra parte, ma è della stessa natura della Rugiada. Essa però non si forma in ogni luogo ne così abbondantemente come questa. 35 36 Mi ricordo di una volta, d’Estate, esser stata ritrovata tanta abbondanza di Miele sulle foglie degli alberi, degli arbusti e di molte erbe, che i contadini, scherzando, dicevano: < Giove ha fatto piovere Miele! >. Era successo che la notte precedente era stata molto Fredda, almeno quanto può essere fredda una notte d’Estate, mentre la giornata precedente era stata decisamente Calda e Secca. Secondo i sapienti delle cose naturali, il Sole aveva tratto i vapori dalla Terra e dalle Acque e li aveva poi perfettamente assottigliati ed elaborati, quindi il Freddo della notte seguente li aveva fatti condensare; questo fenomeno accade raramente dalle nostre parti, ma molto spesso sui monti del Libano; per cui, in quella zona, si stendono degli strati di cuoio per terra e poi si scrollano gli alberi; la sostanza che cade sul cuoio viene raccolta e posta in vari tipi di recipienti e viene denominata “Miele rugiadoso” o anche “aerio”; da ciò si capisce come la natura del Miele sia affine a quella della Rugiada. Esso acquisisce pregi o difetti a seconda del tipo di alberi o foglie sui quali si condensa; pertanto è ottimo quello che si forma sulle foglie di alberi, arbusti o erbe di natura Calda e Secca. Per questo motivo, se viene consumato da coloro che hanno il corpo di costituzione Calda e leggera, esso si trasforma quasi completamente in Bile gialla ma per quelli che hanno un temperamento Freddo, per costituzione o per età avanzata o per malattia da squilibrio Freddo è molto salutare ed è molto adatto come nutrimento; nei temperamenti Freddi esso si trasforma prevalentemente in Sangue. Nei temperamenti Caldi, questo alimento prima viene trasformato in Bile gialla e successivamente in Sangue; questo Sangue però, essendo di sostanza sottile e leggera (18), necessariemente tende all’ acredine, grazie alla quale stimola l’intestino all’espulsione. [ A questo punto Galeno descrive la tecnica della cottura e deschiumatura del Miele, che viene mescolato con Acqua, fatto bollire e via via schiumato; in tal maniera, dice, esso “depone l’acredine” e favorisce la permanenza nell’organismo, il suo assorbimento e la sua “distribuzione” come nutrimento; inoltre, grazie alla cottura, esso “depone” anche la capacità di generare flatulenza nello stomaco, come invece ha da crudo ] .............................................. In conclusione, il Miele giova ai vecchi ed a coloro che hanno una costituzione Fredda; invece nelle persone giovani, robuste e Calde, esso si converte in Bile gialla. La Bile gialla può presentarsi in tutte le sue varianti, pallida, porracea e vitellina; in ogni caso non si forma mai della Bile nera, dal Miele. I vari tipi di Bile gialla, per quanto perversi, sono tuttavia facili da eliminare, sia attraverso il vomito che per via intestinale.>>. B. Sacchi, dal “De Honesta voluptate et valetudine”. Il “Platina”, parlando del Miele, si attarda a dissertare sulle Api: dice che sono industriose e amanti della pulizia e dell’ordine e che detestano i luoghi e le persone maleodoranti e contaminati, sia dal punto di vista fisico che morale e che “hanno le loro leggi ed un ottimo Principe al quale vengono commesse tutte le decisioni”. Chissà se, visto che siamo nell’ambiente della Curia pontificia e della nobiltà romana, i Barberini non abbiano scelto l’Ape come loro arme per questo motivo? Ma noi ci sbrigheremo a saltare alla parte che più ci interessa in questa occasione: <<...Il Miele migliore è quello fatto con il Timo (19): perciò il Miele della Sicilia e dell’Attica (20), per la copiosità e la dolcezza del Timo di quelle regioni, meritano la palma........................................... ..................................................... 36 37 Il Miele è l’unica sostanza che sospinga la feccia verso l’alto: quanto più è denso, tanto è migliore. Al contrario del Vino, che è tenuto in maggior pregio più è invecchiato e Umido, il Miele è stimato migliore se recente e Caldo. Si ritiene che il Miele cotto sia preferibile a quello crudo, in quanto in tal modo non gonfia, non acuisce i dolori ai precordi e non aumenta la Bile gialla. Inoltre è più buono quello estivo di quello invernale (?!), giova agli organi Freddi e Umidi, cura molte malattie ed evita la corruzione e la putrefazione dei corpi. E’ ottimo per fare canditi di Mele, Zucche, Limoni e Noci, soddisfa i desideri del gusto e rende più gradevoli molte vivande. Con il Miele si fa l’Oximele e l’Idromele, detto anche “Aqua mulsa”, molto efficace contro la tosse (21) . Credo che anche con Vino e Miele si possa fare il “Mulsum”, come ho letto in Plinio.>>. Prosegue Galeno. Capitolo XXXIX° - Il Vino. << Che il Vino sia un nutrimento ognuno lo capisce, e perfino un alimento. Alcuni medici invece vogliono distinguere il cibo vero e proprio dalle bevande. Tuttavia anche essi riconoscono che esso conferisce nutrimento vero e proprio, come molti alimenti solidi, e questo vale per molte altre sostanze che si bevono. Ippocrate, nel libro “Dieta da tenersi durante i morbi acuti” pone il Vino tra i medicamenti...................................... .............................. Tra tutti i Vini, i rossi e densi sono quelli più adatti a generar rapidamente Sangue; subito dopo vengono i neri, densi e dolci; poi vengono quelli rossi e neri, densi e dotati di una parte astringente; nutrono di meno i bianchi densi e astringenti; ancora meno i bianchi e leggeri, simili all’ Acqua e adatti a fare l’Idromele (che generalmente era prodotto mescolando Acqua e Miele e poi facendoli fermentare-ndr). Che i Vini densi siano più nutrienti è la loro natura che ce lo mostra e l’esperienza quotidiana. Sono però più facili a digerire nello stomaco quelli dolci e si distribuiscono meglio di quelli astringenti, dato che sono di natura più Calda; quelli eccessivamente densi e pesanti si digeriscono e si distribuiscono assai più lentamente. Tuttavia, se questi ultimi troveranno lo stomaco tanto robusto da ben digerirli, essi conferiranno all’organismo abbondante nutrimento. Osserviamo inoltre che come i Vini densi sono superiori ai leggeri per potere nutritivo, i leggeri sono superiori ai densi per l’azione diuretica.>>. Il Castore Durante, ne “Il Tesoro della Sanità” dedica una intera sezione dell’opera al Vino e ci pare utile trarne solo una breve selezione; le informazioni sono desunte da una larga messe di fonti, tra le quali quella di Galeno stesso, ma notevole importanza hanno altre opere di autori di epoca romana (Plinio, Columella, Varrone, Virgilio, etc.) e medievale (“Regimen Sanitatis” della Scuola Salernitana e i medici di lingua araba). <<.......agli huomini è molto dilettevole, ristora l’Umido radicale e letifica il cuore. E’ il Vino un liquore soavissimo, ottimo restauratore di tutte la facoltà e sicurissimo sussidio della vita nostra, e per gl’antiqui la sua pianta, Vite, quasi che fosse vita, chiamaro; ma bisogna usarlo con dodice regole infrascritte:.....>> Segue l’elecazione delle “dodici regole” che permettono l’uso salutare del Vino e che per comodità riassumiamo: 37 38 1 - il Vino troppo forte va annacquato, altrimenti nuoce per eccesso di Calore e per la produzione di vapori che annebbiano la testa; attenzione però a non annacquare il Vino leggero, altrimenti esso trasporta dentro l’organismo troppa Umidità; 2 - non si beva il Vino dopo i pasti o almeno finchè non è terminata la “cozione”; 3 - non si beva Vino raffreddato con Neve o con Acqua gelida, poichè nuocerebbe al cervello, ai nervi, al petto, ai polmoni, allo stomaco, all’intestino, alla milza, ai reni, alla vescica e ai denti; addirittura chi soffre di disturbi respiratori deve berlo caldo; ad esempio il berlo troppo freddo provoca spasmi colici ed altri disturbi gastrointestinali; 4 - non si beva a digiuno; provoca i disturbi sia di cui al punto 1 e al punto 3; 5 - non si beva dopo aver mangiato frutta fresca, piena di scorie di Freddo e Umidità, dato che il Vino, essendo fortemente penetrante, favorisce anche la penetrazione delle scorie perverse; a volte, bevuto in piccola quantità in queste circostanze <<...corregge la malignità di questi cibi...>>. 6 - nell’ambito dello stesso banchetto, si inizi dal Vino più leggero e si finisca con quello più forte, dato che questo, alla fine del pasto <<...conforta la bocca dello stomaco e aiuta la digestione...>> (uso questo che gli intellettuali della Corte pontificia avranno sicuramente attribuito al Cristo stesso, in occasione delle nozze di Cana!); 7 - quanto più il cibo è pesante, indigesto e Freddo, tanto più si usi Vino forte; quanto più il cibo sia leggero, Caldo e digeribile, tanto più si usi Vino leggero <<...e per questo quei che mangiano carne vaccina e pesce devono bere il Vino più gagliardo di quelli che mangiano le galline...>>; 8 - quelli che bevono molto Vino non devono mangiare molto, dato che il Vino di per sè è già un notevole nutrimento; 9 - meglio bere il Vino annacquato che il Vino naturalmente leggero, che va facilmente a male; 10 - quelli che hanno il cervello debole e lo stomaco o il fegato troppo Caldi e vivono in paesi Caldi, devono bere poco Vino e leggero; quelliche sono di costituzione Fredda e vivono in paesi Freddi, possono bere Vino più forte e potente; 11 - occorre stare attenti anche alla stagione: d’Inverno bisogna bere poco Vino forte, l’Estate Vino più leggero o annacquato; 12 - occorre stare attenti all’età: il Vino è dannosissimo per i fanciulli mentre è utilissimo ai vecchi, ai quali compensa l’eccesso di Freddo, acquisito con l’età; il Durante ricorda che Platone proibì il Vino ai ragazzi, lo concesse con moderazione ai giovani ed invece lo consigliò con larghezza agli anziani, <<...dicendo che i fanciulli fino ai venticinque anni non devono bevere Vino, perchè aggiungerebbe Fuoco a Fuoco, e la gioventù non deve bere Vino gagliardo, ma ben temperato.>>. Successivamente il Durante riporta le qualità particolari di vari tipi di Vini che oggi non esistono più e riteniamo che i dati riportati siano del tutto irrilevanti alla nostra trattazione; più interessanti sono le considerazioni sui benefici dovuti al Vino bevuto con moderazione e i danni ricevuti dal Vino bevuto in eccesso: il Vino bevuto con moderazione <<...rende l’animo più mansueto, l’anima si dilata, gli spiriti si confortano, l’allegrezze si moltiplicano e i dispiaceri si scordano, chiarifica l’intelletto, eccita l’ingegno, raffrena l’ira, leva la Malinconia, induce allegrezza, vivifica gli spiriti; e dona audacia, muta i vizi in virtù facendo l’uomo di empio pio, di avaro liberale, di superbo umile, di pigro sollecito, di taciturno facondo, di goffo astuto, e conduce la mente umana dalla potenza 38 39 all’atto...>>. All’organismo conferisce nutrimento, resiste alle putredini, aiuta le “cozioni”, favorisce la produzione del Sangue, fluidifica la Flemma troppo viscosa, ridona colorito sano, dissolve le flatulenze, favorisce il sonno e l’appetito, ridà forza ai debilitati, apre le ostruzioni, porta a termine le “cozioni” per gli Umori “crudi”, è sudorifero e diuretico <<...onde a ragione fu il Vino dagli antichi detto Teriaca Magna, essendo che riscalda il cor Freddo e il Caldo lo rinfresca, come anco Dissecca l’Umido e Umetta il Secco.>>. Per quanto riguarda il vino bevuto “immoderatamente” <<...fa effetti contrari, imperrocchè generà infirmità Frigide (per dispersione di Calore dovuta all’eccesso di Calore - vedi nota 6 ndr) come l’apoplessia, paralisia, letargo, mal caduco, spasmo e tremore, offende la testa, perturba i sensi, snerva la memoria e fa morti repentine.......... ..............fa gl’ uomini ignoranti, loquaci, ingiuriosi, forsennati, stupidi, omicidiali e lussuriosi, corrompe la mente, risolve l’animo, distrugge le potenzie animali e naturali, e se l’ ebriachezza si frequenta apporta molte offese al corpo umano.>>. Onde evitare i danni dovuti al Vino, il Durante consiglia di evitare certi cibi (dolci e stimolanti l’appetito), mentre sono da preferire cose amare e astringenti, come l’Assenzio che impedisce gli eccessi, oppure mangiare sette Mandorle amare o una insalata di foglie di Cavolo; giova anche lo Zafferano bevuto con Mosto cotto, i frutti di Mirto, la radice d’Eringio, i Porri, i noccioli di Pesca, la Cotognata e <<...altre cose astringenti dopo il cibo.>> (22). Considerazioni particolari meritano il consumo di Vino nuovo (<<...è difficile da digerire, offende il fegato e gli intestini, gonfia il ventre per l’ebollizione che fa nel corpo.......provoca l’orina, induce dissenteria, fa sognare cose terribili, è di nutrimento denso...di buono solve il ventre.>>); il Vino invecchiato oltre i quattro anni è classificato come Caldo e Secco nel III° grado ed invecchiando ancora, acquista ulteriore Calore; il migliore deve essere aromatico, potente, alcolico, nè amaro n acido, ma assolutamente gradevole; tonifica la Virtù espulsiva, dissolve gli Umori perversi e le ventosità; giova a coloro che hanno “Umori crudi” nelle vene; va usato puro più come medicamento che come bevanda ordinaria; bevuto troppo e troppo spesso crea al massimo grado tutti i danni previsti nell’uso smodato del Vino comune; nuoce ai giovani ed alle persone di costituzione Calda, soprattutto d’Estate; giova invece ai vecchi ed ai Flemmatici (Freddo-Umidi). Poi è preso in considerazione il Vino dolce nuovo (Caldo in I° grado e Umido moderatamente), nuoce agli anziani ed ai Flemmatici, genera Sangue pieno di scorie, oscuro e vaporoso e nuoce al sistema digerente ed al fegato; il Vino dolce maturo è Caldo al II° grado e Umido come il precedente; fa bene se è leggero, nutre e giova all’apparato respiratorio, ma ostruisce fegato e milza, dà sete e genera calcoli renali; il “Vin brusco”, definito anche dal sapore, rappresenta tutta una varietà di sapori simili tra di loro (agrestino, pontico, stitico, acerbo) e partecipano dei sapori - questa volta modernamente riconoscibili - acidulo, astringente e con una punta di amarognolo; questo tipo di Vino ha così poco Calore che non arriva al I° grado ma è Secco nel II°; è adatto per il gran caldo dell’Estate, nelle febbri quotidiane, nelle infiammazioni del fegato e nello stomaco troppo Secco; in generale rinfresca e disseta; nuoce ai vecchi ed ai Flemmatici e chiude l’apparato respiratorio; non fa buon Sangue e non fa sudare. Il Vino rosso è Caldo alla fine del I° grado, per il resto è equilibrato; è buono quello di sostanza leggera, limpido e chiaro come un rubino, nutre bene, genera buon Sangue; se invece è di sostanza densa ostruisce il fegato e la milza; il rosso e dolce fa bene alle vie respiratorie; i Vini 39 40 rossi e aspri sono diuretici; quello nero e dolce nutre e nel contempo ostruisce; quelli neri ed astringenti generano Bile nera in abbondanza. Il Vino bianco, aromatico e potente, è Caldo all’inizio del II° grado e Secco nel I°. Non deve avere più di un anno, altrimenti diverrebbe troppo Caldo, deve essere splendente e limpidissimo e fatto con Uve mature di collina. Ripulisce le vene dagli Umori perversi, ridona il buon colorito, resiste ai veleni ed alla putrefazione, da forza a tutto il corpo e rallegra il cuore, è diuretico, sudorifero, sonnifero, febbrifugo, rafforza lo stomaco; annacquato giova in ogni stagione, a tutte le età e per tutte le costituzioni, purchè: • • • se ne beva poco; non sia troppo vecchio; chi lo beve non deve avere testa ed altri organi deboli. Considerazioni finali e conclusioni. Come possiamo notare, il III° Libro del “Della natura e virtù dei cibi” di Galeno ha poco a che vedere con l’uso delle piante, ma ci è molto utile da almeno due punti di vista: 1 - ci apre molte e notevoli vie di comprensione della Dottrina Umorale, soprattutto quando il Maestro si Pergamo si sofferma sugli aspetti che oggi definiremmo “metabolici” del percorso che i vari cibi compiono attraverso l’organismo per portare il nutrimento; 2 - ci aiuta a costruire un sistema dietetico fondato su esperienze millenarie nella nostra area geografica; inoltre ci permette di chiarire quanto siano diverse le condizioni e le circostanze per la produzione e la preparazione dei cibi da allora (o anche solo dalla fine del XVI° secolo) rispetto alle nostre. Per il punto 1, Galeno espone con una grande moltitudine di esempi il concetto di “succo umorale” o “kymia”, separata da quello di Qualità e prevalente su questa; in realtà, che un alimento sia Caldo o Freddo o Secco o Umido è si importante, ma le sue caratteristiche intrinseche di far formare buoni o cattivi Umori è decisivo nella scelta di un determinato cibo. Per il punto 2, ci vengono in mente alcune considerazioni sulla produzione di carni e sulla produzione del Latte: nessuna delle condizioni, considerate determinanti dagli antichi per ottenere un buon prodotto, è rispettata nei moderni allevamenti. Per Galeno (ma anche per il Durante ed il Sacchi), gli animali allevati devono vivere all’aperto, mangiare i cibi che a loro siano più adatti, non soffrano particolari costrizioni; il Latte poi deve essere consumato molto fresco e solo in certe epoche dell’anno; ogni specie di mammifero da tipi di Latte non adatti a tutte le costituzioni (del resto anche le carni dei vari animali possiedono una sorta di “specificità” che le rende adatte ad alcuni e dannose per altri); i derivati del Latte vanno preparati con determinati accorgimenti e consumati secondo precise regole, sempre con l’occhio attentissimo a costituzioni, età, stagioni, disturbi, etc. In definitiva, possiamo dire che - secondo gli antichi Maestri - la maggior parte dei cibi animali, consumati al di fuori di regole da essi stabilite attraverso l’esperienza di innumerevoli generazioni, non possono che dare luogo a patologie, soprattutto nel lungo periodo, dato che è tipico degli alimenti non permettere la rilevazione di uno squilibrio in tempi brevi; per fare un esempio particolarmente incisivo possiamo dire che ci accorgiamo subito che il Pepe è piccante e che potrebbe provocarci (o aggravarci) un processo infiammatorio, ma ci accorgeremo solo dopo anni che il consumo sistematico di un derivato del Latte non adatto per noi ci sta provocando la formazione di calcoli renali. 40 41 Non basta poi considerare solo i derivati animali come fonte possibile di patologia: negli articoli precedenti abbiamo riportato le sezioni dell’opera Galenica dedicate ai cibi vegetali: quanti tengono in debito conto il Freddo e l’ Umidità (che sono i fattori di patologia “classici”) assunti attraverso l’uso sconsiderato e sistematico di frutta e verdure crude per poter assorbire viatmine, sali minerali e “antiossidanti”? Oppure il consumo sistematico di un certo cereale integrale non adatto alla nostra costituzione, può disseccarci troppo o rendere la nostra digestione troppo lunga e difficoltosa. Ovviamente il discorso rimane aperto; stiamo mettendo a disposizione dei professionisti e degli appassionati dei documenti troppo a lungo dimenticati e sostituiti da altri o troppo moderni (ricordiamo che la Chimica - ed è un Chimico che lo dice - è nata dopo la vita e dopo migliaia di anni di civiltà, nell’ambito della quale l’umanità si è alimentata con grande razionalità e senso della misura, pur in assenza delle conoscenze chimiche e biochimiche moderne) o troppo lontani dall’area mediterranea (è cosa ragionevole che tutti i popoli abbiano cercato di scoprire ed applicare le regole per una corretta alimentazione ed un corretto regime di vita per rimanere in salute il più a lungo possibile, ma adattandole alle proprie caratteristiche ed ai propri climi), per cui è assolutamente necessario che ci si riappropri della nostra cultura, della nostra tradizione ed in definitiva delle nostre regole ancestrali. NOTE. 1) Ricordiamo ai lettori che Galeno iniziò la sua carriera medica come “direttore sanitario” di una celebre Scuola di Gladiatori, nella propria città natale, Pergamo nella Misia (regione meridionale della odierna Turchia). 2) Edemi da insufficiente funzionalità epatica, ovvero eccesso di Freddo nel fegato. 3) Vale a dire che genera scorie Caldo-Secche perverse (perversione della Bile gialla/ /Fuoco) che favoriscono l’insorgenza di fatti infiammatori, dermatosi irritative, irascibilità, etc. 4) Garum: salsa di pesce fermentato; oggi ancora in uso in estremo oriente (Indonesia, Filippine, Singapore) 5) Il formaggio pecorino fatto all’ inizio della Primavera, se preparato per essere consumato da fresco, tende ad assumere un aspetto plastico, morbido, tipo “stracchino” (nel Sud della Toscana è detto “Marzolino”, dato che lo si produceva - un tempo - solo nel mese di Marzo). 6) La cottura se da un lato porta Calore alle cose Fredde (per apporto), può raffreddare (o comunque moderare) quelle troppo Calde (per dispersione). Ad esempio, le droghe molto Calde, come l’ Aglio, la Senape ed anche il Miele, per cottura prolungata perdono l’ eccesso di Calore. Così il Siero cotto è meno acre ed aggressivo di quello crudo; le affermazioni di Galeno sottintendono che il Siero sia da considerare Caldo e Secco, in contrasto con l’opinione di autori successivi come lo stesso Castore Durante, la cui opera (“Il Tesoro della Sanità”) abbiamo preso come paragone e conferma. La tesi di Galeno ci pare tuttavia più convincente e razionale. Tale ipotesi è confermata dal medico di Bagdad Mesuè detto il Vecchio (Yuhanna ibn Masahawi - IX° secolo d.C.), che nel suo “I Semplici solutivi” qualifica il Siero come Caldo e Secco tra il I° e la fine del II° grado. Il trattato “I Semplici solutivi” si trova in lingua volgare vagamente italiana nel “Collectorio” (= “Raccolta”, edizione veneziana del 1612). 41 42 Una ulteriore conferma alla tesi di Mesuè ci è data dalla pratica popolare: secondo l’opinione di caseificatori di campagna (e questa è notizia riportata dalla nonna - buonanima - dello scrivente, classe 1899), il formaggio pecorino dal quale non è stato fatto ben scolare il siero, acquista facilmente il gusto piccante (non da tutti apprezzato) e come sappiamo tale gusto manifesta il Caldo-Secco in grado elevato; in questo caso la fermentazione successiva rappresenta una sorta di ulteriore “cozione”. 7) Purtroppo tra il XVI° ed il XVII° secolo si crearono una serie di equivoci sul termine “grasso”; in questo caso - meno male! - i significati coincidono; in realtà il termine “grasso” deriva dalla fusione di due termini latini, “crassus” e “grossus”, che sono sinonimi; il primo usato prevalentemente nel latino letterario, il secondo più usato nel parlare comune. Ambedue significano “denso”, “spesso”, “fitto”, “grossolano” e solamente in seconda istanza indica il “grasso” in senso moderno ed in genere in relazione al suo aspetto denso e pastoso e non ad altre qualità. In realtà il termine proprio latino per indicare le materie grasse è “adeps” (dal quale deriva l’italiano moderno “adipe”). Il termine “adeps” rappresenta il calco latino del greco ” (“lipos”), dal quale l’ italiano moderno “lipide”. “ 8) Implicito riferimento alla difficile digeribilità del Latte, dovuta al coagulo caseoso che si forma dopo l’ingestione. 9) Galeno fa spesso riferimento a questa carestia che colpì l’Asia minore tra il I° ed il II° secolo d.C. e che indusse gli strati più poveri delle popolazioni del luogo ad alimentarsi con materie e tecniche “d’emergenza”; l’altra importante opera nella quale si parla esplicitamente dei danni da ” (ovvero “Dei “vitto d’emergenza” è il “ buoni e cattivi succhi umorali”). Galeno guarda sempre con sospetto - a nostro parere giustificato - le “devianze” da una alimentazione fondata su alcuni cereali (soprattutto i vari tipi di Frumento), alcuni legumi, poche verdure e frutta, pochi tipi di carni; tra i maggiori fattori di perversione degli Umori è l’assunzione di cibi crudi. Non a caso il termine greco per indicare le alterazioni metaboliche, tra le la digestione dei cibi e la produzione degli Umori, è “ ” (“pepsis”) = cottura (tra il XVI° ed il XVIII° secolo si usò il termine “cozione”). 10) La Scammonea (Convolvulus scammonia - fam. Convolvulaceae) ed il Titimalo (Euphorbia titimalus - fam. Euphorbiaceae) sono droghe contenenti resine e glicoresine ad azione drastica molto violenta; riteniamo che sia un esempio-limite, dato che ci pare difficile che un animale si cibi di queste piante, soprattutto di una Euforbiacea, che secerne un lattice ad azione immediatamente e violentemente irritante sulla mucosa della bocca. 11) Con i termini “Lachana” e “Rhyemita” - forse - Galeno intende delle focaccie condite, il primo tipo costituite da farina, Miele e Olio ed il secondo tipo solo da farina e Miele. 12) Un antenato dello Yogurt? 13) E questo invece potrebbe essere un antenato del gelato allo Yogurt; l’uso estivo della neve, come abbiamo ricordato in altre occasioni, era privilegio dei ricchi romani, che la facevano conservare la neve compressa - raccolta d’Inverno, da montagne incontaminate - in grotte predisposte ed adattate per questo scopo. 14) Nitroso = alcalino, contrario di acido (da “Nitron”, Carbonato di Sodio minerale). 15) La testa ed il cervello sono la sede di una II.a “cozione”, con la quale si genera la Flemma, l’Umore corrispondente all’Elemento Acqua ed alle Qualità congiunte Freddo e Umido. 16) Innocente nel senso che “non nuoce”. 42 43 17) Probabilmente si intende che predispone alle dermatosi; nel mondo antico l’eruzione cutanea è vista come fenomeno di allontamento da organi interni - più importanti - dei flussi umorali perversi verso la superficie (ove i danno è meno grave). 18) L’ Elemento più leggero e sottile è il Fuoco e quindi l’Umore corrispondente, la Bile gialla, conferisce agli altri Umori ed ai fluidi organici in generale leggerezza e fluidità, oltre al Calore ed alla Secchezza; in questo caso il Sangue con la leggerezza del Fuoco ha acquisito anche il Calore; infatti Galeno dopo poco dirà che tende alla “acredine” (che possiamo tradurre anche con “piccantezza”, “bruciore”). 19) Questa notizia si trova anche in Plinio (“Naturalis historia”) e in Columella (“De Re rustica”). 20) Il Miele dell’Attica come prodotto eccezionalmente buono è notizia presa pari pari dalla “Materia Medica” di Dioscoride. 21) L’ “Acqua Melata” come presidio popolare contro la tosse, specie dei bambini, era largamente in uso nelle campagne toscane dei primi del ‘900 (la fonte è ancora la nonna dello scrivente). 22) Curioso osservare come si usi, per evitare i danni da Vino, l’assunzione di droghe che producono Acido Cianidrico (Mandorle amare e noccioli di Pesca). BIBLIOGRAFIA C. Galeno - “Della natura e virtù dei cibi” - Venezia 1562 traduzione G. Sacchetto C. Galeno - “De alimentorum facultatibus” - Lione/Venezia 1556 traduzione M. Gregorio C. Galeno - “De simplicium medicamentorum facultatibus” - Lione 1547 traduzione T. Gaudano C. Galeno - “De bonis malisque sucis” - D’Auria Editore - Napoli 1987 traduzione A.M. Ieraci Bio Petronio Arbitro - “Il Satiricon” - Epoca/Arnoldo Mondadori Editore - Milano 1969 traduzione P. Chiara Apicio - “L’Arte culinaria” (“De Re coquinaria”) - Tascabili Bompiani - Milano 1990 traduzione G. Carazzali Apicio - “La Cucina nell’antica Roma” (“De Re coquinaria”) - Tascabili economici Newton Compton Editori - Roma 1994 traduzione C. Vesco G. Plinio Secondo - “Storia Naturale” - Einaudi “I Millenni” - Torino ....... C. Columella - “De Re Rustica” (“L’Agricoltura”) - Einaudi “I Millenni” - Torino ...... P. Virgilio Marone - “Bucoliche” e “Georgiche” - varie edizioni C. Durante - “Il Tesoro della Sanità” - Roma 1586 ristampa Serra & Riva Editori - Milano 1982 43 44 B. Sacchi (detto “il Platina”) - “Il piacere onesto e la buona salute” - Einaudi Torino 1985 traduzione E. Faccioli (l’opera originale, “De honesta voluptate et valetudine” fu data in origine alle stampe a Roma nel 1475 circa) B. Castelli - “Lexicon Medicum Graeco-Latinum” - Padova 1762 P.B. Cristini - “Pratica Medicinale et Osservationi” - Bologna 1680 AA. VV. - “L’Arte della Cucina in Italia” - Einaudi - Torino 1987 C. Masino - “Voci di spezieria” dei secoli XIV°-XVIII° - Accademia Italiana di Storia della Farmacia - Piacenza 1988 AA. VV.* - “Una farmacia preindustriale in Val d’Elsa” - Comune di S. Gimignano 1980 AA. VV.* - “Pietro Andrea Mattioli” - Quattro Emme - Perugia 1997 • tra i quali lo scrivente. RINGRAZIAMENTI Si ringrazia l’amica e collega Carla Mattei, Erborista romana, che ha fornito copia dell’edizione italiana del 1562 dell’ opera di Galeno. 44 45 45