Bedrich Smetana nacque in Cecoslovacchia nel 1824 e vi morì nel 1884.
Fu un compositore, direttore d’orchestra e pianista.
A cinque anni già suonava il violino, a sei anni si presentava in pubblico come pianista,
cantava in un coro e tentava di scrivere le prime composizioni.
La sua opera più famosa, eseguita in tutto il mondo, è una sinfonia che prende il nome
da un fiume cecoslovacco, la Moldava.
Questo fiume nasce in una regione montuosa
ricca
di
foreste,
attraversa
le
campagne,
s’ingrossa formando delle rapide dai gorghi
tumultuosi e precipita poi in una grande cascata
di 300 m di altezza. Bagna Praga, la capitale della
Cecoslovacchia, per gettarsi infine in un altro
fiume, l’Elba.
Fin dalle prime note la musica descrive il gorgoglio leggero della sorgente, lo scorrere
del piccolo ruscello che via via s’ingrossa, diventa torrente,
poi fiume e inizia il suo viaggio in mezzo alla campagna ceca.
Allegro e saltellante, lo accompagna il ritmo di una danza
popolare.
Ma il sole tramonta e la Moldava prosegue il suo corso sotto
il chiarore della luna.
Con l’alba riprende la vita e riprende la bella melodia già udita prima.
Ma ecco le rapide, i gorghi, le cascate. La musica descrive l’impressionante vorticare
dell’acqua in mezzo ad una natura aspra e selvaggia.
Poi, finalmente, Praga: trionfante e gloriosa, la Moldava fa il
suo ingresso nella capitale, passa sotto i ponti e si inoltra
nella città per andare a gettarsi e morire nelle acque
dell’Elba.