L’uso della salagione al fine di conservare i tessuti organici è noto sin dall’antichità, infatti Cinesi ed Egiziani se ne servivano per la mummificazione dei cadaveri. Inoltre anche in ambiente domestico è diffuso l’uso del sale per conservare carni, pesci e verdure, oltre che per fornire particolari caratteristiche organolettiche. La conservazione con il sale (NaCl) è data dalla somma di alcune azioni a carico di microrganismi che aumentano la pressione osmotica ai danni delle cellule microbiche, aumentando la concentrazione della soluzione esterna alla cellula sino a valori molto più alti rispetto al succo cellulare; un’elevata quantità d’acqua passa dall’interno all’esterno disidratando la cellula: ciò comporta il rallentamento delle funzioni vitali dei microrganismi che necessitano d’acqua. Questo processo nelle cellule vegetali è chiamato “plasmolisi”. La pressione osmotica dipende esclusivamente dal numero di particelle di soluto presenti in una soluzione e non dalla loro dimensione. Il sale ha una maggiore pressione osmotica e quindi conserva meglio i prodotti del saccarosio: quest’ultimo infatti agisce per aumento della pressione osmotica a carico delle cellule microbiche così come si è visto per quelle di NaCl, ma la sua azione conservante è minore rispetto al sale in quando le molecole che lo compongono hanno delle dimensioni maggiori e il numero di particelle cui dà origine è minore. Infatti, il sale sciogliendosi si scinde negli ioni Na+ e Cl-, mentre il saccarosio (C6H22O11) solubilizza formando legami a idrogeno con l’acqua. Per ottenere risultati soddisfacenti è necessario quindi utilizzare alte concentrazioni di zucchero, 65-70% (marmellate, gelatine di frutta, canditi): concentrazioni più elevate portano alla cristallizzazione, mentre più basse devono essere abbinate ad altri metodi di conservazione come la concentrazione (latte concentrato zuccherato). E’ possibile usare concentrazioni inferiori (40%) utilizzando monomeri: zuccheri a minor peso molecolare come glucosio e fruttosio. Conservazione con cloruro di sodio La conservazione con NaCl sfrutta le seguenti caratteristiche dell’acqua: • diminuzione di aw ossia dell’attività dell’acqua: gli ioni tendono a solvatarsi, legando le molecole d’acqua circostanti e diminuendo dunque la quantità di acqua libera disponibile all’attività metabolica dei microrganismi • formazione di composti (quali idrossidi) tra gli ioni Na+ e Cl- e l’acqua con ulteriore riduzione dell’acqua libera L’azione del sale è prevalentemente batteriostatica mentre non esistono garanzie circa una sua azione battericida. O H +H H +H O- - + NaCl(s) + n H2O(l) → Na (H2O)x,(aq) + Cl (H2O)y,(aq) + - Il sale utilizzabile per i processi di salagione è quello derivante dall’evaporazione dell’acqua di mare; non può essere usato in campo alimentare quello derivante come sottoprodotto da processi industriali. La salagione può avvenire: • A secco: l’alimento viene messo a diretto contatto con il sale (baccalà). Si usa preferibilmente il sale grosso con temperature basse (4-5°C) per rendere più lento e omogeneo il processo di trasferimento dell’ acqua verso l’esterno e per evitare la formazione di una crosta che potrebbe compromettere l’efficacia del trattamento. • A umido o in salamoia: si effettua con una soluzione di acqua e sale (salamoia) e può avvenire per iniezione della salamoia nel prodotto (arteria femorale del prosciutto) o per immersione (Parmigiano Reggiano).