Dall`educazione alla pedagogia. Avvio al lessico pedagogico

Dall’educazione alla pedagogia.
Avvio al lessico pedagogico
Capitolo 4
L’INTENZIONALITA’ E LE SUE REGIONI
CHE COS’È L’INTENZIONALITÀ?
Definizione (L’universale di Filosofia – Le Garzantine)
Il riferimento interno di un atto o uno stato mentale a un
determinato oggetto
Storia etimologica e semantica molto lunga e complessa
Oggi
Intenzionalità come “espressione riassuntiva” in quanto
impiegata per riferirsi a quattro significati
(intrecciati, ma concettualmente distinguibili, tanto da poter
parlare di quattro differenti regioni della più ampia
“intenzionalità umana)
I QUATTRO SIGNIFICATI
DELL’INTENZIONALITÀ
1. Intenzionalità come DIREZIONE (o relazione)
2. Intenzionalità come RAPPRESENTAZIONE ed
ESECUZIONE DI INTENZIONI
3. Intenzionalità come ANALISI FORMALE DELLE
RAPPRESENTAZIONI
4. Intenzionalità come COSCIENZA, AUTOCOSCIENZA
INTENZIONALITA’ COME DIREZIONE
(o RELAZIONE)
•
Brentano:
L’intenzionalità è “direzione verso un oggetto”, poiché ogni
fenomeno psichico implica la presenza di un oggetto che
sarà percepito, desiderato, ecc…
L’intenzionalità è la caratteristica originaria degli stati mentali
che li mette in relazione con oggetti diversi
(cit. Bertagna p. 96)
•
Problema:
il contenuto che noi diamo all’oggetto intenzionato, è indipendente
dagli oggetti fisici che sono fuori dalla nostra mente?
INTENZIONALITA’ COME RAPPRESENTAZIONE
ED ESECUZIONE DI INTUIZIONI
Se l’intenzionalità è “direzione verso un oggetto”, questa
direzione implica un movimento
Livello biologico
Nel cervello umano esistono diverse aree che si occupano del movimento:
- area prefrontale (decisione dello scopo del movimento)
- area premotoria (pianificazione dell’esecuzione per raggiungere quello
scopo)
- area motoria (esecuzione concreta del programma pianificato)
INTENZIONALITA’ COME RAPPRESENTAZIONE
ED ESECUZIONE DI INTUIZIONI
Cosa ricaviamo da quello che i neurofisiologi
affermano?
Importanza dello skopòs
(in greco: “l’oggetto su si fissano gli occhi”; dunque il traguardo, la meta)
È come, perciò, se il movimento umano si attivasse solo in
presenza di una precisa rappresentazione del traguardo che è
chiamato a raggiungere (la sua intenzione, il suo scopo).
INTENZIONALITA’ COME RAPPRESENTAZIONE
ED ESECUZIONE DI INTUIZIONI
Tale rappresentazione può essere:
• Precisa, ma inconsapevole
(es: togliere la mano dal fuoco)
• Precisa, ma del tutto consapevole
(es: abbraccio)
In entrambi i casi, i nostri movimenti sono regolati dai vincoli
fisici imposti dall’ambiente e dal nostro stesso corpo
INTENZIONALITA’ COME RAPPRESENTAZIONE
ED ESECUZIONE DI INTUIZIONI
Problema:
il movimento è un effetto dei neuroni delle diverse
aree cerebrali oppure è la causa dell’attivazione
dei neuroni?
1.
Si può riconoscere ai neuroni la funzione di causa delle
intenzioni per quei movimenti che stanno sotto la soglia
dell’accorgersi e che appartengono alla sfera degli
automatismi viscerali
INTENZIONALITA’ COME RAPPRESENTAZIONE
ED ESECUZIONE DI INTUIZIONI
2.
È molto difficile se non impossibile che l’automatismo si
abbia per quei movimenti che stanno sopra questa soglia e
che sono deliberati da ciascuno di noi per scelta
per due ragioni:
- perché “accorgersi” di un movimento inconsapevole è già in un
qualche modo un essere consapevoli di quel movimento;
- perché possiamo, da una parte, inibire volontariamente e usare ad
altri scopi movimenti automatici inconsapevoli e, dall’altra, attribuire
l’esistenza di questi movimenti inconsapevoli ad un’intenzionalità
teleologica superiore
INTENZIONALITA’ COME RAPPRESENTAZIONE
ED ESECUZIONE DI INTUIZIONI
“Oltre i neuroni”
Nell’uomo (unico tra tutti gli animali) si manifesta la capacità di:
• Rappresentarsi mentalmente scopi da realizzare e modi
diversi per realizzarli;
• Scegliere tra scopi diversi e realizzarli (prescindendo anche
dai condizionamenti operanti in natura)
Considerare l’uomo solo a livello biologico
= forma di riduzionismo ontologico
INTENZIONALITA’ COME ANALISI FORMALE
DELLE RAPPRESENTAZIONI
Livello biologico
L’uomo è attrezzato per due generi di operazioni:
1.
Motoria
(seconda regione dell’intenzionalità)
2.
Formale e rappresentativa
(assume i concetti concepiti nella precedente operazione oppure prodotti per
combinazione di precedenti e li analizza per giudicarli)
L’intenzionalità umana non si manifesta solo come direzione degli atti psichici
(1), ma sia che si rappresenti scopi per movimenti a cui dà seguito sia
che rifletta in maniera formale su tali scopi motori (2), essa si palesa
come fenomeno che ha a che fare con una specie di oggetti che sono
mentali alla doppia potenza, pensieri di pensieri (3)
INTENZIONALITA’ COME ANALISI FORMALE
DELLE RAPPRESENTAZIONI
La scoperta dell’obbligazione:
L’intenzionalità è anche la scoperta che il pensabile non è meno reale del
sensibile e che, in questa sua realtà, non solo non annulla il sensibile, ma
lo modella, gli si può imporre dall’esterno, ob-ligandolo (“legandolo da
fuori”)
Sensibile e sovrasensibile non si contrappongono, al contrario, sono regola
l’uno dell’altro
pura forma: pensare qualcosa che non abbia più in sé i residui dell’empirico
e del sentimentale, ma chi vive nell’esperienza e nel sentimento come gli uomini
non può immaginare di poter giungere al puro spirito
INTENZIONALITA’ COME ANALISI FORMALE
DELLE RAPPRESENTAZIONI
L’incontro fra sensibile e soprasensibile avviene
• sul piano morale
(quando ci chiediamo se ciò che abbiamo fatto è ciò che
sarebbe stato bene fare)
• sul piano estetico
(quando esprimiamo le ragioni del nostro giudizio estetico)
• sul piano tecnico
(quando sentiamo l’esigenza di costruire qualcosa secondo
il nostro modello mentale)
INTENZIONALITA’ COME COSCIENZA E
AUTOCOSCIENZA
La quarta regione dell’intenzionalità è sia causa che risultato delle tre regioni
precedenti:
La coscienza è il luogo in cui gli atti psichici umani, la
processualità teleologica, il giudizio sulle forme mentali in
rapporto all’esperienza si rendono possibili e si unificano
Intenzionalità come “coscienza aperta a”
- al continuo guardare in una direzione
- a continui scopi e mezzi per realizzarli
- alle continue rappresentazioni formali dell’esperienza e delle
rappresentazioni stesse
INTENZIONALITA’ COME COSCIENZA E
AUTOCOSCIENZA
L’intenzionalità, dunque, esige:
- un soggetto
- un oggetto
oggetto che non si può dare se non con la
direzione, il senso, l’ordine e il giudizio
colto dal soggetto stesso
L’oggetto è sempre co-originario al soggetto
(coscienza, corpo e mondo sempre insieme come e
in quanto coscienza del corpo e del mondo,
sebbene essa non sia riducibile agli altri due)
INTENZIONALITA’ COME COSCIENZA E
AUTOCOSCIENZA
Tuttavia questa dimensione co-originaria si rivela non solo come
“coscienza di” qualcosa, ma soprattutto quando l’oggetto
della coscienza è la coscienza stessa
Autocoscienza
= la coscienza che prende se stessa, come coscienza del corpo
e del mondo, a proprio oggetto
INTENZIONALITA’ COME COSCIENZA E
AUTOCOSCIENZA
• La “coscienza della coscienza” non può cogliere interamente
se stessa (deve operare una selezione tra oggetti
potenzialmente infiniti)
intenzionalità come direzione
• Può però far diminuire un’eventuale distanza fra il suo
“essere” e il suo “dover essere”
intenzionalità della coscienza come teleologia e come analisi formale della
coscienza
• Soggetto (auto-coscienza) e oggetto (coscienza) generano una
spirale senza soluzione di continuità.
INTENZIONALITA’ COME COSCIENZA E
AUTOCOSCIENZA
Concludendo:
• La coscienza guardata non si può dare e manifestarsi se non a volta a volta
con una direzione, un’intenzione, un senso e un ordine.
• Non conta, come non pochi hanno anche pensato nella storia, che la
coscienza degli uomini possa essere comune a tutti e perfino pre-esistere
a ciascuno di essi o esistere come entità anche fuori da ogni essere
umano, per possederli solo temporalmente, mentre vivono, e poi tornare
a se stessa, quando muoiono.
• Quando però la coscienza è “coscienza di sé”, allora si presenta talmente
individua e specifica da non ammettere che ne possa esistere un’altra
uguale o che possa coincidere con un’autocoscienza universale
CONCLUSIONI
Problema
Origine dell’intenzionalità
• Molti sostengono la teoria di una provenienza solamente fisio-psichicobiologica
- Nietzsche
- Crick
- Pinker
• Altri scienziati e filosofi sono persuasi che non si possa spiegare
scientificamente la nostra coscienza razionale. E sarebbero per ora
impossibili risposte chiare e condivise
(carattere irriducibilmente misterioso dell’intenzionalità)
CONCLUSIONI
• Altri autori restano convinti, con buoni argomenti, anche senza entrare in
un’ottica di fede, che le ragioni dell’intenzionalità abbiano caratteristiche
così eccezionali e qualitativamente diverse da qualsiasi altra
manifestazione umana di matrice materiale, pur dandosi in e attraverso la
materia, da esigere una spiegazione ultrasensibile di sé, ovvero
trascendente.
Nonostante le diverse opinioni e teorie, è indubitabile che
L’INTENZIONALITA’ SI COLLOCA AL CULMINE DELLE
MANIFESTAZIONI DELLA VITA UMANA, ESSENDONE SUA
PERFEZIONE E SUA CONDIZIONE