Capitolo 16
I regimi di disequilibrio
macroeconomico
Politica economica - Introduzione ai modelli fondamentali – R. Cellini
Copyright © 2004 – The McGraw-Hill Companies srl
I 4 disequilibri nel modello macroeconomico 2x2
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Consideriamo un sistema economico con:
– 2 soggetti (famiglie ed imprese)
– 2 mercati (lavoro e beni)
– Un terzo soggetto che ha un ruolo passivo (Governo)
– Esiste un terzo bene, la moneta, il cui mercato è sempre in
equilibrio.
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Le famiglie domandano beni ed offrono lavoro mentre l’opposto fanno
le imprese. La moneta è il bene numerario ed indichiamo con P il
prezzo dei beni e W il prezzo del lavoro.
Assumiamo anche la domanda (offerta) di beni sia decrescente
(crescente) in P e che l’offerta (domanda) di lavoro sia crescente
(decrescente) in W.
Ricordiamo anche che per la legge di Walras se in un sistema di N
mercati (N-1) sono in equilibrio, allora vi sarà equilibrio anche sul
mercato rimanente.
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I 4 disequilibri nel modello macroeconomico 2x2
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Dato che il mercato della moneta è sempre in equilibrio bisogna
verificare la presenza di equilibrio in uno dei rimanenti mercati
diversamente saranno entrambi in disequilibrio.
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Inoltre, quando su un mercato non vi è equilibrio fra domanda
ed offerta, la quantità effettivamente scambiata coincide con la
minore fra quella domandata e quella offerta (regola del lato
corto).
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Il soggetto che non riesce a realizzare i suoi piani ottimali si dice
razionato.
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Possiamo dunque avere 4 casi di disequilibrio teoricamente
possibili.
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I regimi
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I - in questo caso i lavoratori saranno razionati sul mercato del
lavoro, mentre le imprese lo saranno sul mercato dei beni.
Si avrà disoccupazione del fattore lavoro e tale regime viene
denominato regime di disoccupazione keynesiana.
II - i lavoratori sono razionati sia sul mercato del lavoro sia sul
mercato del bene. Si parla di regime di disoccupazione classica.
III - le famiglie sono razione sul mercato del bene, mentre le
imprese sono razione sul mercato del lavoro. Regime di
inflazione repressa.
IV - le imprese sono razionate in entrambi i mercati. Si parla di
quarto regime che è soltanto una curiosità teorica senza alcun
risvolto reale.
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Regime di inflazione repressa
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Le famiglie non riescono a soddisfare la loro domanda di beni
anche se riescono a realizzare i loro desideri nel mercato del
lavoro.
Tuttavia le imprese producono una quantità di beni non
sufficiente per accontentare le famiglie e vorrebbero impiegare
un maggior numero di lavoratori.
Tale modello descrive abbastanza bene le condizioni dei paesi
dell’Europa dell’Est con economie pianificate fra il 1945-1990.
Da un punto di vista teorico, si dovrebbe verificare un aumento
dei prezzi ed un aumento dei salari per riassorbire l’eccesso di
domanda sul mercato dei beni e del lavoro.
Tuttavia in tali economie i prezzi erano fissi. Per tale motivi si
parla di inflazione repressa. All’inizio degli anni Novanta, tutti i
paesi ad economia pianificata hanno conosciuto un forte
aumento dei prezzi.
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Regimi di disoccupazione keynesiana e classica
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La differenza tra questi due regimi risiede nel fatto che, in
disoccupazione classica, le imprese producono meno di quanto
le famiglie desiderano, mentre in disoccupazione keynesiana, le
imprese producono più di quanto desiderato dai consumatori.
Nel caso di disoccupazione classica, la ricetta di politica
economica prevede un aumento dei prezzi ed una diminuzione
dei salari. Infatti secondo i neoclassici la flessibilità dei prezzi è
in grado di condurre i mercati in equilibrio.
Nel caso di disoccupazione keynesiana, la riduzione dei salari
sarebbe dannosa. Infatti si tradurrebbe in un decremento della
domanda di beni aggravando il disequilibrio nel mercato dei
beni.
In altre parole il meccanismo dei prezzi non sempre è efficace
nel ridurre gli squilibri. La ricetta di politica economica
keynesiana prevede un incremento della domanda da operarsi
esogenamente da parte dell’Autorità di politica economica.
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