Capitolo 3
I fondamenti
dell’economia del
benessere
Politica Economica 2/ed – Introduzione ai modelli fondamentali
Roberto Cellini
Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl
L’economia del benessere
• L'economia del benessere (in inglese, welfareeconomics) è la branca della scienza economica
che si occupa di fornire criteri per valutare
socialmente (e quindi ordinare) allocazioni
alternative.
• L'economia del benessere studia anche quali
giudizi di valore (ideologici) siano impliciti in
ciascun possibile ordinamento sociale di
allocazioni diverse.
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Linee di ricerca
• 1. La "vecchia economia del benessere"
• 2. La "nuova economia del benessere"
• 3. La terza linea di studi ritiene che la
scelta sociale sia da attribuire all'esito di
votazioni, e pertanto dà luogo alla "teoria
delle votazioni".
• 4. La scuola delle public choices
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Criterio individualista di Pigou
SW  f U1 ,U 2 ,...,U i ,...U N 
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Funzione di benessere sociale
di Bentham
SW  i 1U i  U 1  U 2  ...  U N
N
Il benessere della collettività è la somma del benessere dei
singoli individui.
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Altre diverse forme funzionali possibili per
l'equazione
dove ai rappresentano "pesi".
Questa funzione, nel caso di una società
con due individui si riduce all'espressione
Oppure:
meritano più attenzione (cioè un peso
maggiore) le esigenze di quelle persone
che stanno "peggio".
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Funzione di benessere sociale di Rawls
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Funzione di benessere sociale
alla Nietzsche
• Il benessere sociale coincide con l’utilità
dell’individuo che sta meglio
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Il criterio paretiano - 1
• Una configurazione X è preferibile ad una configurazione Y, se tutti i
soggetti nello stato X stanno almeno non-peggio che nello stato Y, e
almeno un soggetto sta strettamente meglio.
• Il criterio, evidentemente, si basa sul concetto di ottimo paretiano:
un'allocazione, infatti è un ottimo paretiano (o è "Pareto-efficiente"),
quando è impossibile trovare un'allocazione differente in cui almeno un
individuo stia strettamente meglio e ciascuno degli altri stiano almeno
non peggio.
• Pertanto, uno stato del mondo S1 sarà un ottimo paretiano rispetto a S2
(e quindi S1 sarà socialmente preferibile a S2, secondo il criterio di
Pareto), quando tutti gli individui sono concordi nell'affermare che
preferiscono S1 a S2.
• La preferenza deve essere stretta per almeno un individuo.
• Il criterio paretiano richiede la unanimità di valutazione.
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Il criterio paretiano - 2
• PRO del criterio paretiano: è molto semplice da
capire ed applicare.
• DIFETTO: conduce ad una soluzione chiara
quando i confronti si presentano come ovvi,
mentre è inconcludente nei casi più frequenti ed
interessanti.
• La principale ragione per cui gli economisti sono
interessati a valutare la Pareto-efficienza delle
allocazioni è però un'altra: esiste una
corrispondenza tra gli equilibri concorrenziali e
le allocazioni Pareto-efficienti.
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Allocazione di equilibrio
economico generale (EEG)
• Un'allocazione di equilibrio economico generale è da intendersi
come un insieme di prezzi e di quantità domandate e offerte, che
soddisfano simultaneamente tutte le seguenti condizioni:
– a) ogni consumatore, caratterizzato da una struttura di preferenze e da un
insieme di dotazioni date, fronteggia prezzi che assume come dati e domanda
quantità dei beni in modo da rendere massima la propria utilità, nel rispetto del
vincolo di bilancio;
– b) ogni impresa produce beni utilizzando input secondo una tecnologia data;
essa fronteggia prezzi che considera dati; essa esprime la domanda di fattori
produttivi e la offerta di output in modo da massimizzare i propri profitti, nel
rispetto dei vincoli tecnologici;
– c) sul mercato di ogni bene si realizza l'equilibrio, cioè la somma delle quantità
domande (dati i prezzi) risulta uguale alla somma delle quantità offerte (dati i
prezzi).
• Una siffatta situazione:
– non sempre esiste (problema dell'esistenza dell'equilibrio economico generale),
– non sempre è stabile (problema della stabilità dell'equilibrio economico
generale),
– non sempre è unica (problema dell'unicità).
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Il primo teorema fondamentale
dell’economia del benessere
Ogni allocazione di equilibrio economico
generale di perfetta concorrenza è un
ottimo paretiano.
Interpretazione politica di questo teorema: difesa del
meccanismo di libero mercato, capace, sotto determinate
condizioni, di garantire il raggiungimento dell'efficienza
paretiana
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Condizioni di validità del primo teorema
fondamentale dell’economia del benessere
•
•
•
•
•
a)
Ciascun soggetto non può, col proprio comportamento,
modificare i prezzi prevalenti, ossia non possono esistere
mercati non concorrenziali.
b) L'utilità di ogni individuo deve dipendere unicamente dai
livelli di consumo da egli effettuato, ossia non possono
esistere esternalità propriamente dette e anche esternalità
reciproche che danno luogo a situazioni di interdipendenza
strategica.
c) Debbono essere chiaramente definiti i diritti di proprietà
dei beni, ossia non possono esistere beni pubblici o quasipubblici.
d) Devono esistere i mercati per tutti i beni esistenti, ossia,
ciascun bene può essere scambiato (ipotesi di “completezza
dei mercati”).
e) L’informazione deve essere completa e simmetrica (tutti
gli elementi rilevanti devono essere noti a ogni individuo).
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Il secondo teorema fondamentale
dell'economia del benessere - 1
Ogni allocazione Pareto-efficiente - nella quale
si consumano e producono quantità positive
di tutti i beni, e in presenza di preferenze e
tecnologie "ben conformate"- può essere
raggiunta da un'economia di libero scambio,
a patto di redistribuire appropriatamente le
dotazioni iniziali.
La responsabilità dell'iniquità distributiva non è imputabile
al meccanismo istituzionale del libero scambio ma alla
allocazione iniziale delle risorse.
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Il secondo teorema fondamentale
dell'economia del benessere - 2
• Il 2° TFEB assicura che il mantenimento del libero
mercato, corretto con un'appropriata redistribuzione
iniziale delle risorse, consente di pervenire ad
un'allocazione la quale –oltre che Pareto efficiente (in
virtù del primo teorema) – è anche equa.
• Il contenuto "operativo" di tale teorema è però
problematico:
– bisognerebbe conoscere esattamente la struttura di preferenza
di tutti i soggetti,
– non si vede perché tale redistribuzione non possa portare
direttamente sull'allocazione finale
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