G. MiGNOSi (Palermo - Italia) EQUAZIONI ALGEBRICHE IN UN CORPO FINITO RISOLUBILI PER RADICALI In un lavoro precedente (l) del quale è apparso un breve sunto nel « Bollettino deiru. M. I. » del 15 giugno 1928 (VI), Anno VII, N. 3 (pp. 149-150), l'A. ha dimostrato che la risoluzione di una equazione cubica in un corpo finito r (il cui ordine è sempre una potenza N=pm di un numero primo p) può sempre ridursi alla risoluzione di equazioni binomie, salvo, ove occorra, un prolungamento di r, trasportando alle equazioni cubiche in r qualcuno dei procedimenti «lassici relattivi alle equazioni algebriche di 3° grado nel corpo complesso. In quella occasione egli ha soltanto notato che la risolubilità per equazioni binomie di una equazione algebrica qualunque in T è legata intimamente alla risolubilità per radicali dell'equazione stessa interpretata nel corpo complesso, così che il risultato ottenuto in quel lavoro s'inquadra in un fatto assai più generale, e, cioè, che : « Affinchè una equazione algebrica qualunque in un corpo finito r sia risolubile per radicali in T è necessario e sufficiente che esista una interpretazione dell'equazione nel corpo complesso K risolubile per radicali ». Lo scopo della nuova Memoria dell'A. è appunto la dimostrazione di questo importante teorema, il quale riconducendo la questione della risolubilità per radicali in T all'analoga relativa a K, permette di utilizzare direttamente per i corpi finiti i classici risultati italiani sulla risoluzione algebrica delle equazioni. 1. - La Memoria si compone di 4 capitoli. Nel primo di essi è risoluta la questione esistenziale della radice nm& di un numero a (non nullo) di un corpo finito r e in ordine a ciò è stabilita la seguente proposizione: I). Se Tè un corpo numerico d'ordine N = p m (pprimo) ed n un numero intero positivo qualunque non divisibile per p, l'equazione binomia in x: xn=a in r, ammette sempre, qualunque sia a, n soluzioni distinte in un corpo (1) G. MIGNOSI, Risoluzione apiristica della equazione generale cubica in un corpo numerico [Rend. Cire. Mat. di Palermo, t. 58, a. 19291Atti del Congresso. 6 82 COMUNICAZIONI finito r ^ derivato da r mediante un polinomio irriducibile in JT, di un certo grado h, le quali sono in astratto unicamente determinate da P ed a. P 0 S t 0 * Ti, UT * \ ò=D(N-l,n), delle dette soluzioni soltanto ò, o nessuna, appartengono a T secondo che sia o non sia soddisfatta la condizione: a ò =1. In particolare r conterrà sempre e soltanto ô radici nme dell'unità. Se co è una di esse che sia primitiva, denotanto con *ya la classe delle dette soluzioni e con |/a una di esse, si avrà, come nel corpo complesso: n n *fä=cortfä, (r=0,1, 2,.... n-l). In rih\ quindi, ogni radicale d'indice n sopra un numero a di r, ha n determinazioni distinte e ogni espressione radico-razionale sopra numeri di r ha sempre significato in JT o in un prolungamento JH"> di F (il corpo relativo all'espressione) con tante determinazioni generalmente distinte quanto è il prodotto degli indici dei radicali che vi figurano. 2. - Nel secondo Capitolo è data la forma apiristica delle determinazioni di *|/a fondandosi sulla nozione fondamentale di sistema completo di grado ò di numeri di JP (cioè di un sistema r&(&=l, 2,...., - —j di numeri di JT, le cui potenze ó me siano tutte e sole le potenze <5me di P) e sul teorema di CIPOLLA relativo alle congruenze binomie (mod. p), esteso dallo SCORZA ai corpi finiti, per mezzo della proposizione generale seguente : II). Se r è un corpo d'ordine N = p m (p primo), a un numero qualunque (non nullo) di r ed n un intero positivo non divisibile per p, le n n determinazioni sioni apiristiche: (1) n h di *|/a nel corpo jH > relativo a *fä, ammettono le espres- A 1 ( i . - ^ 1 , r=0,1,...., n - l ) fc-aT^AfW, i,0 dove co è una radice n ma primitiva dell'unità, appartenente a r^, A^=-n^rfm™'" t (2) h,l ed rh ( k = l , 2,...., k) un sistema completo di grado n di numeri di r^\ 3. - Nel capitolo terzo, esaminati successivamente i casi particolari dei radicali quadratici e cubici, si passa alla costruzione effettiva dei sistemi completi G. MiGNOSi: Equazioni algebriche in un corpo finito 83 r(fc/l) di grado n di f W per mezzo di quelli rjc, di egual grado n, di T e con l'uso delle (1) e (2) se ne deducono le espressioni apiristiche delle determinazioni di *fa in jfW mediante le rk di JT. Pel caso generale si suppone per semplicità che n (non divisibile per p) sia un divisore di N— 1 e che il polinomio irriducibile in r secondo cui JTW è derivato da F abbia la forma binomia xn—v (quindi v non potenza nma in JH). Si perviene così alla seguente proposizione: III). Se r è un corpo d'ordine N = p m (p primo), n un divisore di n N — 1 , non divisibile per p, ed x —v un binomio irriducibile in F, le determin nazioni di "fa, con a numero qualunque (non nullo) di JT esistono nel corpo T^ derivato da r mediante xn — v, e sono date dalle finali : (3) *fa=cor{o0A(a)xn + oìA(ap)zn~i + .... +Gn-iA(avn-1)], (r=0,1,...., dove co è una radice primitiva n ma dell'unità, appartenente ficienti o\ e i polinomi A(a) sono definiti ponendo : y,o sempre formule n-l) a F; i coef- t,o ed N-i n Ai=-n^rr\ 4,1 essendo r k f k = l , 2,...., ) wn sistema completo di grado n di numeri di r. Il secondo membro della (3) può essere ordinato secondo le potenze di a, e si ottiene l'altra forma : (3') : fe=£ ^AtPiMa*, i polinomi in x, Pi(x), essendo definiti da : n-l Pi(x) = ^Àvsix'~n, (i=0,1,...., iV-2). 5,0 La (3'), confrontata con l'altra : *=ì-l (4) r *fä=co ^?iAiai, 2,0 valevole nel caso in cui a sia potenza nma in F (a \a n ==1), 1 ) , indica bene le modin ficazioni da apportare ai polinomi (4) per ottenere le determinazioni di *^a nel caso in a sia un numero qualunque (non nullo) di r. 84 COMUNICAZIONI Le (3) ammettono pure una forma ridotta assai semplice, che permette di controllare indirettamente e in modo facile l'esattezza delle (3). Basta osservare che esiste uno ed un solo valore i0 dell' indice i per cui av^ è potenza nma in F. Allora si ha: OL= e per ^ 4 ^ 0 T.I ; Gi = Q, e quindi: (3") D'altra parte, essendo Ìa=-x'y'lK)A(va% N—l (av''*)~n = 1 , la (4) è applicabile al numero av*0 e si ha : An(avi,)) = avio, e poi appunto : --—-A(av')\ =a. 4. - Dopo le questioni riguardanti il significato e la costruzione delle espressioni apiristiche dei radicali in F, con l'ultimo capitolo è compiuta la ricerca delle equazioni algebriche risolubili per radicali in F. La teoria generale dei corpi finiti (magistralmente esposta dallo SCORZA) consente di ricondurre il problema alle equazioni algebriche nel corpo complesso K. Si dimostra, anzitutto, come sia possibile interpretare nel corpo K il corpo finito F : Il corpo F d'ordine N=pm (p primo) contiene un corpo C d'ordine p (il sottocorpo fondamentale di r) isomorfo alla classe: degl'interi relativi ordinari r contradistinti dalla relazione di congruenza (mod. p). È pure noto che ogni corpo finito F d'ordine N=pm (p primo) è isomorfo ad un corpo algebrico [ C, P] derivato da C mediante un polinomio P(x) in C di grado m, irriducibile in C, ossia alla classe dei polinomi Pi(x), di grado m — 1, al massimo, in x, a coefficienti arbitrari in C, i quali polinomi siano contradistinti dalla relazione di congruenza (mod P(r)). In tale corpo [C, P\x è uno zero di P(x). Ciò posto, fissato un particolare sistema completo d'interi relativi incongrui <mod.^), ad esempio: R o ^ 0 , !, 2,...., p-1], si sostituiscano i cofficienti di P(x) coi corrispondenti numeri di RQ, e si denoti con 0 uno zero del polinomio P0(x) così ottenuto. G. MiGNOSi : Equazioni algebriche in un corpo finito 85 Si sostituiscano, poi, i coefficienti dei polinomi Pi(x) con elementi qualunque della classe E, e si cambi in essi x in 0. Si ottiene allora una classe infinita R(6) di numeri complessi (algebrici). Se gli elementi di R(Q) si contradistinguono mediante la relazione di congruenza a doppio modulo (mod. p, PQ(B)), mentre gli elementi di F formano un corpo finito rispetto all' eguaglianza in F, i corrispondenti elementi di R(6) formano un corpo finito isomorfo a F rispetto alla relazione di congruenza (mod. p, P0(6)). Assunti, ad arbitrio, N=pm elementi di R(6), incongrui (mod. p, P0(6)), si ottiene un sistema R'(B) di numeri complessi (algebrici) al quale appartiene uno ed un solo numero / che sia corrispondente di un elemento dato y di F nelT isomorfismo tra F ed R(0). Il sistema R'(B) si dirà una interpretazione di F nel corpo complesso K, e si conchiude, intanto, che: IV). Ogni corpo finito F ammette infinite interpretazioni^f(6), R"(6),...nel corpo complesso K. Data, poi, una equazione algebrica: (5) f(x) = aö + aLx + a2x2 + .... + ahx'l=0 nel corpo F, si potrà supporre che F sia prolungato così che le espressioni radieo-razionali che occorre considerare abbiano significato in F. Si sostituiscano i coefficienti at della (5) coi numeri complessi a/ che corrispondono alle ai nell'interpretazione di F in K. Allora alla equazione in F corrisponderà in R(0) la congruenza condizionale in x: f'(x) = a0f + a/x + a/x2 + .... + an'xa =_ 0 (mod. p, P0(0)). Or bene, l'equazione in x nel corpo complesso K: (5') f(x) = a0f + aL'x + a2'x2 + .... + an'xn = 0 si dirà Y interpretazione in iT della (5), corrispondente all'interpretazione R'(0) di F in K, e, naturalmente, esisteranno infinite interpretazioni della (5) in K. Dopo ciò, non presenta difficoltà la dimostrazione della prop, fondamentale: V). Affinchè una equazione algebrica (5) nel corpo finito F sia risolubile per radicali in F, è necessario e sufficiente che esista una interpretazione dell'equazione (5) nel corpo complesso K, risolubile per radicali in K. Ne segue subito che le equazioni algebriche dei primi quattro gradi in F sono sempre risolubili in F o in un conveniente prolungamento di F, con le medesime espressioni radicali relative alle equazioni algebriche ordinarie in K. La forma apiristica delle formule di risoluzione si potrà poi dedurre applicando le formule (3) o (3') o (3") precedenti. 86 COMUNICAZIONI Osservando, poi, che se la (5) è l'equazione generale di grado n in F, essa ammette una sola interpretazione in K, si potrà anche estendere alle equazioni nei corpi finiti il teorema di RUFFINI, e concludere che anche pei corpi finiti sono risolubili per radicali le sole equazioni generali dei primi quattro gradi. Infine, supponendo, particolarmente che F si riduca al suo sottocorpo fondamentale C(N=pm, m = l) o se si vuole alla classe R degl'interi relativi contradistinti daUa relazione di congruenza (mod. p), si può ritenere compiuta con le note formule classiche, la risoluzione apiristica delle congruenze condizionali di 3° e 4° grado.