ALCUNE CONSIDERAZIONI SUL RETAIL BRANDING PREMESSA Queste considerazioni sul branding dei negozi non vogliono fornire soluzioni per tutti i problemi relativi alla costruzione delle marche siano esse marche di prodotti o marche di negozi. Vogliono invece fornire uno schema orientativo che imposti correttamente lo sviluppo e la direzione strategica della marca. Se è vero infatti che ogni marca di prodotti o di retail è diversa dall’altra ed ognuna è un caso a se, è anche vero che la creazione di un sistema orientativo è possibile. IL SISTEMA ORIENTATIVO DELLA MARCA Ogni marca è formata da due distinte tipologie di valori: • • I valori del mercato o istituzionali I valori unici di marca I primi sono i valori che appartengono al mercato e quindi a tutti i concorrenti in un certo mercato (per esempio per lo Scotch Whisky i valori del mercato sono quelli relativi alla Scozia, il fatto che viene prodotto con l’acqua dei glen scozzesi, con i cereali delle highland, il suo alto grado alcolico, il fatto che sia generalmente considerato un consumo sociale etc.). Per definizione una marca non può impossessarsi di questi valori e renderli biunivocamente propri (nel caso dello Scotch Whisky questi valori appartengono a tutti gli Scotch Whisky). I secondi sono valori tipici e unici della marca e per definizione non devono appartenere ai concorrenti. Volendo rappresentare il concetto di marca con una formula si potrebbe dire che : Marca = P+dF+dI 1 dove P = performance di prodotto e cioè i requisiti di base per appartenere al mercato (il potere detergente in un detersivo, il pomodoro nel concentrato etc.) dF = le differenze funzionali del prodotto ( i plus del prodotto sui concorrenti ) dI = tutti gli altri valori non funzionali, simbolici e riconosciuti alla marca come unici e permanenti. Le caratteristiche di dF e di dI sono quelle che compongono il livello di fungibilità di una marca e cioè quanto una marca può essere sostituita da un concorrente. I livelli di fungibilità che una marca può assumere sono diversi e per maggiore chiarezza e comodità possiamo rappresentare questi diversi livelli con la seguente retta. ALTA FUNGIBILITA’ BASSA FUNGIBILITA’ Le marche a bassa fungibilità sono quelle con valori di marca altissimi e cioè quelle collocate sull’estremo a destra della retta. Se non trovo la marca che voglio nel negozio, cambio negozio perché solo quella marca può soddisfare i miei bisogni. Le marche a bassa fungibilità sono fondate su valori di marca profondi e biunivoci, unici ed originali. Per questa tipologia di marca i valori del mercato di appartenenza e quindi comuni a tutti i concorrenti non sono molto importanti. Per contro le marche ad alta fungibilità quelle collocate cioè sull’estremo a sinistra della retta sono invece quelle con pochi valori unici di marca e dove invece i valori del mercato di appartenenza sono molto forti. In termini visuali le marche Alta Fungibilità e bassa fungibilità possono essere così descritte: 2 BASSA FUNGIBILITA’ Valori di marca Valoridel del mercato Valori mercato ALTA FUNGIBILITA’ Valori del mercato Valori di marca Come si vede le marche Alta Fungibilità sono composte da valori istituzionali molto profondi e valori unici di marca molto deboli. Al contrario le marche bassa fungibilità sono composte da deboli valori istituzionali e da fortissimi valori unici di marca. Le marche Bassa Fungibilità tendono ad avere bassa elasticità al prezzo in relazione alla loro insostituibilità. Le marche Alta Fungibilità sono molto elastiche al prezzo, in relazione alla loro alta sostituibilità, infatti appena un concorrente aumenta i prezzi, l’altro se ne avvantaggia. Solo una minoranza delle marche esistenti appartiene ad uno di questi due estremi: la maggior parte delle marche é distribuita sulla nostra ideale retta senza caratteristiche estreme di altissima o bassissima fungibilità. Un esempio di tutto questo è il caso dei repertori di marca: si parla di repertorio di marca quando le marche sono sostituibili tra di loro solo all’interno di un gruppo. Il gruppo o repertorio non è però fungibile o è poco fungibile con un altro repertorio formato da altre marche. All’interno di ogni repertorio la fungibilità è alta ma i vari repertori non sono molto fungibili tra loro. Per quanto il fenomeno dei repertori sia presente qualche volta anche tra le marche a bassa fungibilità, lo si trova molto più di frequente tra le marche a media e alta fungibilità. Le conseguenze pratiche dell’essere più o meno fungibile per una marca si vedono nei percorsi strategici di marketing che una marca dovrebbe 3 percorrere. Infatti una marca tendenzialmente Alta fungibilità dovrà puntare molto sulla distribuzione (se una marca è fungibile è suo dovere farsi trovare ovunque altrimenti il consumatore cambia marca molto facilmente) e sulla notorietà e caratterizzazione (non esistono o sono piccoli i valori unici e biunivoci; i valori istituzionali non sono appropriabili perché appartengono a tutti i concorrenti e quindi l’unica strada comunicativa che costruisca su basi di biunivocità è quella di ottenere più notorietà e caratterizzazione possibile su nome e marchio). Per quanto riguarda i percorsi strategici delle marche Bassa-Fungibilità la distribuzione é molto meno importante che nel caso precedente, per il fatto che, tendenzialmente, il consumatore è molto più disposto ad andarsele a cercare quando non le trova facilmente reperibili. In questo caso sarà invece cruciale rafforzare con tutti gli strumenti del marketing i valori di marca che la rendono unica. L’appartenenza ad una tipologia di marca o ad un’altra dipende da naturali atteggiamenti, tendenze, abitudini dei consumatori per un certo mercato e cioè dal rapporto dei consumatori con una particolare merceologia. Tali abitudini ed atteggiamenti compongono un naturale terreno di coltura in cui può crescere una marca di un tipo o di un altro. Questa situazione è difficilmente modificabile dall’azione della comunicazione commerciale. Le situazioni possono cambiare ma in massima parte non per l’azione delle marche e della loro comunicazione ma per processi che hanno più a che fare con il cambio di atteggiamenti culturali e quindi con i processi storici. Da un terreno di coltura quindi nasce un tipo di marca possibile, cercare di modificarne la natura è sempre un grosso rischio. Per esempio le marche di benzine sono marche ad Alta Fungibilità. Tentare di renderle con adeguate politiche di comunicazione e di marketing marche a Bassa Fungibilità significa rischiare di dilapidare inutilmente risorse. E’ molto meglio cercare di ottenere il massimo dalla tipologia di marca che le benzine naturalmente sono, piuttosto che cercare di cambiarne la natura. E’ quindi importante capire che genere di marca si ha di fronte per capire quale strategia applicare. 4 QUALE TIPO DI MARCA : IL SISTEMA INDIZIARIO Per capire il tipo di marca ed effettuare i corretti interventi di comunicazione ci si deve affidare ad un sistema indiziario che analizzi alcuni fatti: Il comportamento del consumatore La dinamica delle quote di mercato, la quota di mercato con riferimento alla sua distribuzione (la quota trattanti della AC Nielsen per esempio) i movimenti delle quantità vendute in riferimento ai movimenti dei prezzi possono fornire utili indicazioni. Gli atteggiamenti del consumatore La ricerca di mercato di tipo qualitativo e quantitativo se condotta con attenzione alla qualità è normalmente estremamente chiarificatrice dei rapporti profondi che legano i comportamenti di acquisto dei consumatori ad un certo tipo di prodotti. Nonostante il fatto che i clienti e le agenzie normalmente sappiano molto del mercato in cui operano e dei loro consumatori, le ricerche di mercato aprono sicuramente spiragli nuovi di conoscenza dei consumatori ed offrono nuove opportunità di miglioramento delle definizioni degli obiettivi della marca e delle strategie per raggiungerli. Possibili differenze dF Il nostro prodotto è veramente diverso da quello dei concorrenti? E se si, questa diversità è percepita o apprezzata dai consumatori? Anche in questo caso le ricerche di mercato, oltre al know how del cliente, sono preziose: i blind product test ci possono chiaramente indicare le similarità e le diversità del nostro prodotto rispetto la concorrenza. Possibile differenze dI In questo caso la ricerca di mercato è veramente essenziale per stabilire i valori e gli aspetti emotivi che si attribuiscono alla marca. E’ molto importante cioè evidenziare le differenze nel “vissuto” della nostra marca e dei suoi concorrenti, le differenze nei profili d’immagine, l’unicità della nostra marca rispetto i concorrenti e quindi il livello di fungibilità. 5 Aspettative di differenziazione da parte del consumatore E’ possibile che il consumatore abbia aspettative che il prodotto o il mercato non soddisfano. In questo caso se si riesce a sviluppare un prodotto innovativo che soddisfa bisogni inespressi dal mercato o che apra una vera e propria nuova categoria di prodotti la marca può modificare notevolmente il suo livello di fungibilità. Il ruolo dell’ esercente Parlare con gli esercenti dei negozi e osservare il comportamento degli stessi con i consumatori può dire molto sul tipo di mercato e di marche. Esistono mercati per esempio dove la scelta della marca da parte del consumatore passa necessariamente dal suggerimento del negoziante. Tutte queste informazioni sono importanti tessere che compongono un mosaico in grado di dirci la tipologia di marca che stiamo trattando. IL NEGOZIO MARCA Il sistema delle marche appena descritto può essere applicato non solo ai prodotti ma anche alla distribuzione. Anche quando la distribuzione non assume dimensioni industriali gode in molti casi di quelle caratteristiche e quei vantaggi tipici delle marche. Alcuni prestigiosissimi negozi, pur avendo un solo negozio al mondo sono definibili come delle vere e proprie marche. Ma anche senza parlare di negozi di prestigio mondiale vediamo che, per molte persone, il libraio di fiducia o anche la lattaia che forniscono expertise, fiducia, consulenza e simpatia possono avere quelle caratteristiche di insostituibilità tipica delle marche. Un negozio può essere una marca a tutti gli effetti. Come le marche-prodotto trascendono i meri valori funzionali del prodotto così le marche della distribuzione trascendono i meri valori distributivi . Esistono diverse catene in tantissimi settori merceologici, catene che vendono prodotti propri o prodotti di altri, catene con merceologie, tradizionali o 6 innovative ma tutte possono considerarsi delle marche se hanno la capacità di fornire valori unici e di trasformare l’esperienza di acquisto. Per fare dei semplici esempi Starbucks, Benetton o Ikea hanno queste caratteristiche. Rispetto alle marche-prodotto le marche- negozio presentano alcune differenze non tanto nelle caratteristiche intrinseche della marca ma negli strumenti di comunicazione del proprio sistema di valori e della loro promessa. Una marca- negozio oltre agli strumenti classici del marketing usati dalle marche- prodotto può utilizzare infatti: Il servizio fornito nel negozio Il servizio, se adeguatamente utilizzato, può essere un formidabile veicolo comunicativo dei valori della marca (alla Starbucks il personale dei negozi conosce tutto del caffè, alla Nordstrom, department store americano, i commessi sono i principali veicoli di comunicazione della mission aziendale basata sul massimo di customer care). La comunicazione retail La comunicazione retail è quella che viene fatta sul punto di vendita e dal punto di vendita ed è composta da: 1) Retail architecture Studio degli spazi; dare più o meno superficie ad un settore del negozio piuttosto che ad un altro, inserire o meno servizi aggiuntivi, salotti, bar, etc Tutto questo è un modo di comunicare valori. 2) Segnaletica decorativa Si tratta della decorazione e arredamento del negozio e può essere ampiamente utilizzata per comunicare concetti e valori della marca negozio. 3) Segnaletica orientativa e di reperimento Tutta la segnaletica che spiega i reparti del negozio ed il reperimento delle merci. Anche se minore, pure questa forma di comunicazione necessita coerenza. 4) Segnaletica di comunicazione eventi E’ questa la segnaletica normalmente chiamata POP che serve a comunicare sconti, eventi e promozioni. 7 IL POTERE DI ATTRAZIONE DEL NEGOZIO E LA MARCA Ogni negozio tende ad attrarre un certo numero di clienti da una certa distanza. Esempio: • • Una edicola 500-1000 metri Ikea 80-100 kilometri Abbiamo precedentemente visto che la sostituibilità di una marca può essere considerata l’unità di misura della sua forza: più è insostituibile per il consumatore/acquirente più la marca è forte. Parimenti nella distribuzione una marca di negozio è forte quando è capace di attrarre clienti da grosse distanze. Più una marca attrae da grande distanza più è forte perché questo significa che è poco sostituibile ed il consumatore/acquirente è disposto a percorrere lunghe distanze pur di non cambiare negozio. Se analizziamo l’esempio precedente, appaiono chiari i motivi per i quali un’edicola attrae fino a 500-1000 metri ed Ikea fino a 100 kilometri (queste misure non sono state misurate da specifiche ricerche di mercato ma grosso modo possiamo considerarle credibili): se devo comperare il giornale, andrò evidentemente nell’edicola più vicina perchè se andassi in una edicola un pò più lontana comprerei lo stesso giornale o rivista allo stesso identico prezzo. Ora, esistendo in media, in una grande città italiana, una edicola quasi ad ogni angolo di strada, si può supporre che mediamente la capacità di attrazione di una edicola sia più o meno 500-1000 metri. Una edicola difficilmente offre un servizio unico e per questo è in generale una tipologia di negozio altamente sostituibile. Al contrario Ikea offre invece una gamma di prodotti, uno stile di prodotti, un livello di prezzo, un’esperienza di acquisto (arredamento e layout negozi, bar, servizi vari, ristoranti con cucina svedese) e cioè una promessa, tale da renderlo, sul suo target, poco sostituibile. Ne deriva che il target è disponibile a muoversi per distanze lunghe pur di acquistare da Ikea. E’ bene nuovamente chiarire che queste enormi differenze nei comportamenti nella scelta del negozio da parte dei consumatori nei diversi mercati (come abbiamo visto nei capitoli precedenti) dipendono da naturali atteggiamenti ed inclinazioni dei consumatori nei confronti delle diverse tipologie di negozio e merceologie ed è molto difficile cambiarli o almeno nel breve periodo. 8 Difficilmente è possibile costruire marche forti nei mercati in cui il consumatore non ha gli atteggiamenti favorevoli alla costruzione di una marca forte. Difficilmente il business delle edicole per esempio, anche se industrializzato, fornito di risorse e marketing potrà essere un business con ampio potere di attrazione (almeno che non si riconsideri completamente il cuore del suo business e la sua offerta). La possibilità di costruire marche forti dipende insomma dagli atteggiamenti che i consumatori hanno rispetto a quel mercato e a quelle merci: comperare un giornale ( non scegliere quale giornale comperare) o una rivista è infinitamente meno coinvolgente che arredare la casa o parte di essa e per queste ragioni una edicola tendenzialmente vale l’altra ed un negozio di arredamento no . Da queste diverse capacità dei diversi negozi di attrarre i consumatori derivano indicazioni sul numero teorico ed ideale di negozi in un certo territorio per una certa catena. Se infatti una catena sa che la sua capacità di attrazione è per esempio più o meno 100 kilometri, una volta evidenziate le aree geografiche di interesse (dove cioè si suppone esistano concentrazioni di target sufficienti per rendere profittevole l’apertura di un negozio) il numero ideale di negozi è quello che non lascia scoperta una sola area di attrazione. Esiste ovviamente un know-how specifico su quanti negozi aprire per un determinato business e dove aprirli ed esiste un metodo di studio specifico di queste problematiche e questa non è la sede per trattarle; esistono altresì, nella decisione da prendere sul numero di negozi, molte altre considerazioni da fare; nonostante ciò quelle appena fatte sul potere di attrazione dei negozi non possono non avere influenza sul modello di business e sul numero ideale di negozi che una catena dovrebbe aprire. NEGOZIO AD ALTA E A BASSA FUNGIBILITA’ Nei precedenti paragrafi abbiamo definito il modello Alta–Bassa fungibilità. Abbiamo anche descritto il concetto di forza di attrazione di negozio come valutazione della sua forza e tipologia di marca. Vediamo come questo modello sia applicabile anche ai negozi o alle catene distributive. Le marche di negozi Bassa Fungibilità tendono ad avere valori di marca profondi ed esprimono una promessa non facilmente sostituibile. In questo caso la marca ha grandi capacità di attrazione e fidelizzazione della clientela. Le marche di negozi Alta Fungibilità invece possono essere sostituite con molta maggiore facilità perché hanno valori unici di marca poco importanti ed esprimono una promessa più confondibile con i concorrenti. La loro capacità di attrazione é decisamente inferiore alle marche Bassa fungibilità. 9 Ovviamente la maggior parte delle marche - negozio (come per le marche prodotto), non si collocano agli estremi della linea Alta-Bassa fungibilità ma piuttosto in vari punti distribuiti tra i due estremi. Il fatto, anche per un negozio marca, di collocarsi in un punto o in un’altro nella retta Alta-Bassa fungibilità dipende, non tanto dalle strategie commerciali delle varie marche, ma dal naturale rapporto che hanno i consumatori con il prodotto /servizio e quindi le marche-negozio possono scegliere le strategie giuste o sbagliate all’interno del segmento di appartenenza in termini di livello di fungibilità e attrazione ma difficilmente possono cambiarlo. Esistono quindi business che naturalmente si collocano nei vari punti della nostra retta a seconda dei principali atteggiamenti e comportamenti dei consumatori. In generale le marche negozio che vendono prodotti a marchio proprio tendono ad essere più uniche, meno fungibili ed ad avere una maggiore capacità di attrazione di una marca negozio che distribuisce prodotti di altri. Per esempio Ikea é una marca più Bassa fungibilità di Wal-Mart o Esselunga. Queste ultime due catene sono dotate di un marketing di grande qualità che punta alla fidelizzazione della clientela attraverso un efficiente uso delle armi a loro disposizione: cura ossessiva dei prodotti e del servizio, innovazione di prodotto, comunicazione, carte fedeltà ecc. Ciò non toglie che per sua natura il loro business soffre di un livello di fungibilità superiore a quello di Ikea che disegna e fa produrre ogni singolo prodotto. Feltrinelli é sicuramente un retail brand con valori di marca abbastanza forti ma sarà sempre più fungibile di Franco Maria Ricci che vende solo prodotti editoriali propri. Il motivo è evidente: se voglio comperare un libro dell’editore Sellerio, forse preferirei comprarlo da Feltrinelli per i valori di marca che Feltrinelli veicola ma posso comunque trovarlo in un’altra libreria più vicina di Feltrinelli, se voglio comperare un libro di FMR no. 10 QUALI STRATEGIE La prima riflessione sulle strategie commerciali dei negozi marca, alla luce delle considerazioni sulla Alta e Bassa fungibilità e potere di attrazione, é sul loro differente modello di business. Quantità di negozi + Fungibilità - Una catena di negozi del tipo Alta fungibilità, Basso potere di attrazione deve, se vuole crescere, aumentare il numero dei suoi negozi. Dal momento che quella data marca, in quel dato business ha: 1. una capacità di attrazione geografica del consumatore estremamente limitata . 2. una possibilità elevata che il consumatore cambi negozio non trovando la marca negozio in questione nelle vicinanze ( in queste situazioni di mercato il fattore proximity svolge un ruolo di enorme importanza). L’ottimizzazione delle risorse di quella marca passa attraverso una strategia commerciale che fornisca al consumatore più “availability” possibile e quindi più negozi possibili. Se la marca in questione si trovasse nel quadrante C e se si ponesse obiettivi di crescita dovrebbe tentare di salire nel quadrante A e se si trovasse nella parte bassa di A dovrebbe cercare di salire nella sua parte alta. Quindi in 11 sintesi aumentare il numero dei negozi e distribuirli in modo razionale a seconda del potere di attrazione nelle aree desiderate la distribuzione è l’azione giusta. Per quanto invece riguarda le marche Bassa Fungibilità/Alta attrazione il discorso è l’opposto. Proprio perché la loro capacità di attrazione é elevata, il numero di negozi é molto meno importante nel caso ci si ponesse obiettivi di crescita. In questo caso invece, il continuo rinforzo dei valori della marca e della sua promessa attraverso la comunicazione é la strada sicuramente più efficiente. Parlando di negozi, fungibilità e potere di attrazione un particolare cenno merita il fenomeno dei “category killers” e cioè quella tipologia di negozio che tratta una certa categoria merceologica con ampiezza di gamma estremamente superiore a quella dei concorrenti e che, generalmente, “soffoca” ogni negozio in quella categoria merceologica in quella area. Il “category killer” può esistere e prosperare in mercati che hanno un livello di fungibilità che va da media ad alta, dove cioé i valori del mercato (del category appunto) sono superiori a quelli marca. Sono negozi, in generale, che vendono principalmente prodotti non a marchio proprio . I NEGOZI AD ALTA E A BASSA FUNGIBILITA’ : LA COMUNICAZIONE In questo capitolo cercheremo di approfondire le implicazioni sulle strategie di comunicazione che emergono dal modello Alta-Bassa fungibilità. Prima di parlare di strategie di comunicazione però è necessario introdurre un nuovo criterio su cui misurare la tipologia di marche negozio: la posizione della sua quota di mercato. Una marca negozio (o una marca di prodotti) può avere una quota di mercato alta, media o bassa rispetto i concorrenti. Se la marca è il leader del suo mercato, come per esempio Feltrinelli, ha tutto l’interesse a fare comunicazione istituzionale in modo da rafforzare ed allargare i valori del proprio mercato (nel caso di Feltrinelli il mercato della cultura). Il vantaggio del leader a rafforzare ed allargare i valori del proprio mercato si spiega con il fatto che ogni mercato, in generale, é in concorrenza con altri 12 mercati (si potrebbe definire il mercato della lettura in concorrenza con altre attività del tempo libero come andare al cinema, al ristorante ecc.). Per un leader quindi più é ampio e solido il proprio mercato e meglio é. Se una marca invece occupa una piccola nicchia del mercato o anche un importante segmento ma non è il leader, i suoi sforzi comunicativi devono essere direzionati non sugli aspetti istituzionali del mercato ma sui valori della propria marca. In altre parole tutta la comunicazione (dalla architettura alla campagna pubblicitaria) di una marca negozio non leader di mercato, non deve essere volta ad allargare o rinforzare un mercato/category di cui non è padrone ma ad allargare e migliorare solo la forza della propria marca all’interno di questo mercato e questo si ottiene parlando dei propri valori specifici di marca. Se incrociamo su un grafico i criteri di fungibilità Alta/Bassa con la posizione della quota di mercato, otteniamo il seguente grafico con le seguenti direttive strategiche. + VALORI ISTITUZIONALI VALORI DI MARCA Identità (obiettivo secondario) Valori Istituzionali (obiettivo secondario) MARKET A SHARE IDENTITA’ C VALORI DI MARCA RICONOSCIBILITA’ - CARATTERIZZAZIONE B + D FUNGIBILITA’ – Nel quadrante A si collocano le marche che sono in mercati ad che sono leader di mercato. Quali obiettivi comunicativi devono essere perseguiti dalla punto vendita, dalla segnaletica decorativa, dalla grafica e pubblicitaria di una marca negozio che si colloca nel quadrante alta fungibilità e architettura del dalla campagna A? 13 Comunicare i valori del mercato/category per il leader di mercato è un obiettivo di natura strategica per i motivi che abbiamo appena detto. In seconda battuta l’altro obiettivo è quello di raggiungere una buona dose di identità, riconoscibilità e caratterizzazione della marca attraverso colori, loghi, grafica tipica, riconoscibile e biunivoca. Nel quadrante B si collocano le marche ad alta fungibilità con quote di mercato basse. In questo caso l’architettura e la segnaletica dei negozi come pure la comunicazione grafica e pubblicitaria non dovranno puntare sui valori del mercato/category (perché infatti allargare un mercato di cui non si é il leader ?) ma invece dovranno incentrarsi su caratteristiche di biunivocità ed unicità della marca. Non esistendo in questi mercati valori di marca profondi, gli elementi di unicità e biunivocità rimangono quelli relativi alla awareness ed alla riconoscibilità, alla caratterizzazione della marca: colori tipici, loghi caratterizzati, grafica ed architetture riconoscibili, campagne pubblicitarie volte a rinforzare il puro ricordo della marca. Nel quadrante C si collocano i leader dei mercati a bassa fungibilità, le marche di negozio con alto potere di attrazione del consumatore. In queste situazioni competitive la politica comunicativa che paga è quella di lavorare sui propri valori di marca, sui valori tipici ed unici della marca. Un leader può tenere presente come obiettivi secondari anche i valori istituzionali del field ma in questo caso generalmente devono rimanere appunto secondari. Nel quadrante D (bassa fungibilità/bassa quota) gli obiettivi devono essere solo ed esclusivamente quelli di rinforzo ai valori unici e biunivoci della marca. Non devono esistere preoccupazioni di veicolare valori del mercato perché una marca a bassa fungibilità non leader di mercato é bene che non comunichi istituzionalità. LA COMUNICAZIONE PUBBLICITARIA E LA MARCA NEGOZIO La necessità di campagna pubblicitaria nel caso di costruzione di una marca negozio varia di caso in caso. In questo breve paragrafo cercheremo comunque di fissare alcuni punti di riferimento orientativi in materia. Esistono svariati casi di marche negozio che sono nate, cresciute e prosperano senza grossi investimenti in pubblicità o in alcuni casi senza. 14 Bodyshop, Wal-Mart, Starbucks nel mondo o Feltrinelli in Italia hanno avuto livelli bassi di investimento pubblicitario, rispetto alla forza della loro marca e in alcuni casi non hanno investito affatto. Eppure la marca é stata costruita anche in assenza di advertising e prospera . La possibilità di costruire una marca nel retail con la sola comunicazione che trasmette il negozio e quindi il suo arredamento, la sua grafica, il suo servizio, i suoi prodotti è ancora una volta funzione di una serie di variabili che di seguito elenchiamo, di cui il livello di fungibilità e attrazione del negozio sono i più importanti. In generale maggiori sono le necessità di comunicazione sulle diversità del negozio, sulla complessità ed unicità della promessa e la profondità del sistema di valori della marca, maggiore sarà la necessità di comunicazione pubblicitaria. Di converso minori sono queste necessità, minore é la necessità di pubblicità per comunicare diversità che non esistono. Più importante invece sarà in questo caso una comunicazione che alzi i livelli di awareness. Se una marca retail debba o meno fare pubblicità e quanta ne deve fare è una questione che, come abbiamo appena detto varia di caso in caso e dipende in massima parte dai seguenti quattro punti: 1- Livello di fungibilità/attrazione. Più una marca negozio é ad alta fungibilità meno ha bisogno di pubblicità. Più importante della pubblicità è invece la disponibilità, il numero di negozi. Nel caso si facesse pubblicità, questa dovrà avere come obiettivo costruire una conoscenza alta. Più una marca è bassa fungibilità/alta attrazione più necessita di campagna pubblicitaria. Facciamo degli esempi: Starbucks è cresciuta come azienda e come marca solo con i negozi/bar. Starbucks è collocato in un mercato caratterizzato da bassa attrazione alta fungibilità; chi vuole un caffè va generalmente nel bar migliore che la “zona” in cui ci si trova in quel momento fornisce. Nonostante il magnifico lavoro di comunicazione dei valori aziendali e della sua missione Starbucks non ha modificato drammaticamente le caratteristiche del suo mercato: se un consumatore esce dall’ufficio per bersi un caffè, tendenzialmente non va dall’altra parte della città per berlo ma sceglierà il locale all’interno di una zona da lui considerata “comoda” la zona che definisce il “proximity”. Se all’interno di quella zona c’è Starbucks, data la forza di questa marca è probabile che sia scelta più frequentemente dei concorrenti, ma solo all’interno dell’area considerata comoda o di proximity. 15 In una situazione come questa è più efficiente investire in un negozio in un’area in cui non si è presenti o piuttosto investire gli stessi soldi in una campagna pubblicitaria che costruisca su una immagine di Starbucks così forte che porti i consumatori per esempio a cambiare quartiere pur di bere il caffè di Starbucks? La soluzione è sicuramente la prima. La seconda soluzione infatti in questo mercato permeato dal problema della prossimità è infinitamente più inefficiente della prima. Ikea è invece cresciuta con pochi negozi e molta pubblicità. Il tipo di business di Ikea è caratterizzato da Bassa Fungibilità /Alta Attrazione. La marca Ikea ha valori profondi in funzione dei quali è molto più difficilmente sostituibile di Starbucks. Ciò fa si che per Ikea aprire nuovi negozi sia certamente efficiente in una certa misura, ma che la comunicazione pubblicitaria incentrata sui propri valori di marca sia ancora più efficiente perché in grado di muovere i consumatori per chilometri. L’esempio Feltrinelli si colloca probabilmente a metà tra Starbucks e Ikea. Non ha bisogno di una availability enorme come Starbucks perché gode di un potere di attrazione superiore ma probabilmente non così elevata da permettere ad una campagna pubblicitaria di essere sempre più efficiente di una nuova apertura di negozio . Se Feltrinelli vuole attrarre clienti dalla periferia di Milano sarà indubbiamente più logico aprire un negozio in periferia piuttosto che fare una campagna di affissione locale per rinforzare i valori di marca di Feltrinelli affinché i clienti vengano più attratti dai negozi Feltrinelli dalla periferia al centro. 2 - Se il messaggio che la marca veicola è più o meno esprimibile attraverso il negozio. L’architettura dei negozi, la loro decorazione , il servizio fornito possono in molti casi non essere sufficienti a veicolare tutto il messaggio che è necessario veicolare. In questi casi quindi l’advertising è necessario. L’esempio Benetton è chiarificatore: Benetton utilizza massicciamente lo strumento pubblicitario in tutto il mondo. L’immagine di Benetton è fatta di colore ma anche di trasgressione, gioventù, umanità, cosmopolitismo; tutto questo non è facilmente comunicabile con gli strumenti di comunicazione dell’architettura e decorazione dei negozi, né con il servizio fornito nei negozi. Va da sè che la comunicazione pubblicitaria è in questo caso uno strumento necessario. 16 3 - Se la marca negozio vende o meno prodotti a marchio proprio. E’anche questo una problematica che va affrontata caso per caso. Esistono retail brands che non vendono prodotti a marchio proprio che necessitano e investono in campagna pubblicitaria (Esselunga, Coop, Feltrinelli) ed altri invece no (Limoni). In generale chi investe in pubblicità non è un puro distributore ma vende anche a marchio proprio. 4 - Se il negozio esprime o meno una categoria merceologica innovativa e unica. Anche in questo caso é necessario analizzare caso per caso. Una catena di negozi altamente innovativa potrebbe avere un bisogno vitale di pubblicità per spiegare la novità o potrebbe non averne alcun bisogno perché i prodotti ed i negozi spiegano tutto. 17