LA tossicodipendenza

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Programma
Dipendenze
Regionale sulle
n° 06
Anno
2009
LA
tossicodipendenza
Cosa dice la ricerca
Programma Regionale sulle Dipendenze - Regione Veneto
TEEN’s PAPER
n° 06 - Anno 2009
A cura di:
Dipartimento delle Dipendenze - Azienda ULSS 20 Verona
Programma Regionale sulle Dipendenze, Regione Veneto
Direttore Scientifico: dott. Giovanni Serpelloni
Tratto da:
http://www.scholastic.com/headsup - Headsup Real News about Drugs and your body
(in collaborazione con National Institute on Drug Abuse - NIDA)
Traduzione e adattamento:
Annalisa Rossi, Dipartimento delle Dipendenze - Azienda ULSS 20 Verona
Progetto Grafico:
Alessandra Gaioni, Dipartimento delle Dipendenze - Azienda ULSS 20 Verona
Introduzione
S
econdo il National Institute on Drug Abuse
(NIDA), la dipendenza da sostanze psicoattive è
“una malattia cronica, recidivante caratterizzata dalla
ricerca e dall’uso compulsivo di droga, e da modifiche
neurochimiche e molecolari nel cervello.” Come altre
malattie croniche, la tossicodipendenza può compromettere seriamente il funzionamento degli organi del corpo. Può anche aumentare il rischio di
contrarre altre malattie, come l’HIV e l’epatite virale, non soltanto tra coloro che si iniettano sostanze,
ma anche attraverso comportamenti a rischio che
derivano dall’incapacità di giudizio indotto dalla
droga.
La tossicodipendenza è spesso il risultato dell’uso
di droghe illegali o dell’uso inappropriato di droghe
legali finalizzato a produrre piacere, ad alleviare lo
stress, o a modificare o evitare la realtà (o tutte e tre
insieme). I fattori di rischio e i fattori protettivi per
la dipendenza (vedi Tabella 1) possono essere sia
ambientali che genetici. Si stima che i fattori genetici, tra cui gli effetti ambientali su questi geni, ammontino al 40-60% della vulnerabilità alla dipendenza di una persona. La ricerca recente ha iniziato
a rendere noti quali geni rendono una persona più
vulnerabile, quali geni proteggono una persona dalla dipendenza e in che modo i geni di una persona
e l’ambiente interagiscono. Vi sono anche evidenze
scientifiche che gli individui con disturbi mentali
abbiano un rischio molto maggiore di abuso e di dipendenza rispetto alla popolazione generale.
La
tossicodipendenza
L
a tossicodipendenza può portare a :
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•
Malattie cardiovascolari
Cancro
Ictus
HIV/AIDS
Epatite C
Malattie polmonari
Obesità
Disturbi mentali
Tabella 1. I fattori di rischio e protettivi per la dipendenza di un individuo
Fattori di rischio
Fattori influenti
Fattori protettivi
Comportamento
aggressivo precoce
Sè
Auto-controllo
Mancanza di
supervisione parentale
Famiglia
Monitoraggio parentale
Abuso di sostanze
Pari
Competenze accademiche
Disponibilità di sostanze
Scuola
Politiche antidroga
Povertà
Comunità
Forte attaccamento
La dipendenza
LA DIPENDENZA E’ UNA MALATTIA COMPLESSA
Nessun fattore singolo può predire chi diventerà dipendente dalle sostanze. La dipendenza è influenzata da una serie di fattori che comprendono i geni
di una persona, l’ambiente e l’età di primo utilizzo.
La scienza della paura:
le ultime novità
LA DIPENDENZA
E’ UNA MALATTIA DELLO SVILUPPO
Ha inizio generalmente durante l’adolescenza, persino nell’infanzia, quando il cervello continua ad
essere sottoposto a cambiamenti. La corteccia prefrontale, che è situata dietro la fronte, presiede la capacità di giudizio e di decisione ed è l’ultima parte
del cervello che si sviluppa. Questo fatto potrebbe
aiutare a spiegare il motivo per cui gli adolescenti
sono inclini al rischio, e particolarmente vulnerabili
all’abuso di sostanze. Spiega anche perché l’esposizione alle droghe durante gli anni dell’adolescenza
può influire sulla futura dipendenza di un individuo.
LA PREVENZIONE E L’INTERVENTO PRECOCE
FUNZIONANO MEGLIO NEGLI ANNI
DELL’ADOLESCENZA
Poichè il cervello è ancora in via di sviluppo, potrebbe essere più ricettivo agli interventi per modificare
il corso della dipendenza. La ricerca ha dimostrato
che sono numerosi i fattori di rischio che portano
all’abuso di sostanze e alla dipendenza: la malattia
mentale, l’abuso fisico o sessuale, il comportamento aggressivo, problemi scolastici, scarse abilità sociali, e una cattiva relazione genitore-figlio. Queste
acquisizioni, oltre ad una migliore conoscenza del
funzionamento del cervello dell’adolescente, possono aiutare a prevenire l’abuso di droghe sin dall’inizio o a intervenire precocemente per interromperla
all’insorgere dei segnali.
Figura 1
L
a ricerca mostra che le persone che sostanzialmente temono un’esperienza avversa hanno una
biologia diversa di quelli che la tollerano meglio.
Alcuni studi, attraverso l’impiego di tecniche di
imaging del cervello con MRI, hanno osservato l’attività cerebrale in non consumatori di sostanze che
aspettavano un breve shock elettrico (l’esperienza
avversa). Ai soggetti veniva data la possibilità di
scegliere tra uno shock di maggiore intensità ma di
più breve durata, o uno shock più lieve per un lasso
di tempo più lungo.
Gli scienziati hanno individuato due gruppi: i “forti
paurosi”, che non potrebbero tollerare un ritardo e
preferirebbero uno stimolo doloroso immediato e
più forte ; e i “paurosi moderati” che tollererebbero
un ritardo per uno shock più lieve. Gli studi indicano che la paura deriva in parte dall’attenzione e non
è semplicemente una reazione da paura o da ansia.
Continuare ad utilizzare droghe nonostante un esito sgradevole è un segnale indicativo di tossicodipendenza. Il risultato di questo studio costituisce
la base per una ricerca futura per determinare se i
consumatori di sostanze mostrano un malfunzionamento dei sistemi cerebrali che elaborano la paura—l’anticipazione delle conseguenze sgradevoli.
Figura 2
Link utili per la prevenzione:
www.nida.nih.gov/drugpages/prevention.html
www.drugsbuse.gov
www.teens.drugabuse.gov
A cura di:
Programma
Dipendenze
Regionale sulle
c/o Dipartimento delle Dipendenze
Azienda ULSS 20 Verona
Via Germania, 20 37136 - Verona
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