6. Monopolio
Riferimenti Bibliografici:Organizzazione Industriale, D.W. Carlton, Perloff J.M.
Capitolo 4
- Il monpolio multiprodotto
- Il monopolio di beni durevoli (quando il monopolista crea la propria concorrenza)..
- Il potere di monopolio e la discriminazione di prezzo
Economia dei Sistemi Industriali 1
Prof. Paolo Mancuso
430/ESI1
6. Monopolio
In questa ultima parte del corso torniamo a parlare di monopolio in modo più
approfondito rispetto a quanto visto nei corsi di microeconomia.
Ci concentriamo, in particolare, su una serie di ―tattiche‖ di prezzo e non di prezzo
che le imprese monopolistiche possono adottare. Le ragioni sono essenzialmente
due:
1.
2.
esistono nella realtà situazioni in cui esiste un potere di monopolio (In molte
regioni, per esempio, esiste un solo gestore per gli impianti di risalita nel raggio
di 80 km; o analogamente esiste un solo parco giochi per una grande area
metropolitana;
quanto verrà discusso in termini di tattiche può essere esteso a tutti quelle
situazioni in cui si è in presenza di concorrenza imperfetta.
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431/ESI1
1
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio multiprodotto
Nella realtà ci potremmo trovare ad acquistare beni che per essere utilizzati necessitano di altri
che che sono prodotti da una stessa azienda:
a) Il cd ed il lettore cd, polaroid e rullino, i-pod e accessori, etc
Altre volte possiamo scegliere fra beni che sebbene prodotti da una stessa azienda sono fra
loro sostituibili:
b) Coca cola in lattina vs barattolo; prosciutto fresco vs confezionato al supermercato
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432/ESI1
6. Monopolio
In alcuni casi un monopolista, con un orizzonte temporale superiore al singolo periodo,
potrebbe avere convenienza a fissare un prezzo iniziale basso ―lancio‖ e poi accrescerlo con
l’obbiettivo di:
c) creare un mercato ―vasto‖,
d) accrescere l’efficienza attraverso il learning by doing
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433/ESI1
2
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio multiprodotto
Consideriamo un’impresa che produca più beni, n, e che sia monopolista per tutti i beni che
produce. Cerchiamo di capire in che modo l’impresa che ha potere di mercato si comporta nel
fissare il prezzo su ogni prodotto mercato.
Ipotesi di base del modello:
qi  qpi 
i : 1,2,..., n
funzione di domanda associata ad ogni prodotto
CTi  ci q i 
i : 1,2,..., n
funzione di costo totale associata ad ogni prodotto
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434/ESI1
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio multiprodotto
Primo caso: domande per i beni e costi di produzione indipendenti.
In simboli:
qi
0
p j
i  j; j  1,2,..., n
CTi
0
q j
i  j; j  1,2,..., n
La funzione di profitto per la produzione degli n beni è data da :
n
   p i q i  c i q i 
i 1
Imponendo le condizioni del primo ordine otteniamo:
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435/ESI1
3
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio multiprodotto

 
.....
 q  0

 1
.....
.....


p  c i' q i 
p q
1
 

 0  L i  i
 i i 

pi
q i p i i
 q i

.....



   0 ........
 q n

Questo risultato rappresenta la forma più semplice di determinazione dei prezzi secondo il
criterio di Ramsey (Ramsey Prices) e descrive come i mark-up dovrebbero variare al variare
dell’elasticità della domanda. Se consideriamo uno stesso bene venduto su più mercati la
precedente regola implica che i prezzi di vendita siano distinti
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436/ESI1
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio multiprodotto
Esempio di Ramsey Prices nel settore dell’auto.
A series of studies by the European Bureau of Consumers Unions shows that pretax prices
for identical car models may vary by over 90% across countries. The following table presents
estimates for the margins of a few models in a few countries.
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437/ESI1
4
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio multiprodotto
Esempio di Ramsey Prices nel settore dell’auto.
These differences can be interpreted in different ways. For example, it may be that the level
of collusion is greater in some countries than in others. Alternatively, import quotas can be
the reason for high prices in some countries. Finally, spatial price discrimination may also
explain the observed patterns. Econometric evidence suggests that price discrimination is
indeed quite important. Demand elasticities are different in different countries, and
manufacturers set different prices accordingly. One pattern that is noticeable from the
numbers above is that markups are higher in the country in which each car is produced (e.g.,
Fiat in Italy). This may correspond to a national bias that is reflected in a lower demand
elasticity (e.g., Italian buyers are so keen on Fiat cars that their demand is inelastic). By
contrast, the disparity of markups for Japanese cars (e.g., the Nissan Micra) can be explained
by the restrictive import quotas in France and Italy.
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438/ESI1
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio multi-prodotto
Secondo caso: domande per i beni dipendenti e costi di produzione indipendenti.
q i  D(p1 , p 2 ,...p n )
CTi  ci q i 
i  1,2,..., n
i : 1,2,..., n
funzione inversa di domanda
funzione di costo totale associata ad ogni prodotto
La funzione di profitto per la produzione degli n beni è data da :
n
   p i q i  c i q i 
i 1
Imponendo le condizioni del primo ordine otteniamo:
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439/ESI1
5
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio multiprodotto

 

 p  0
.....
 1
.....
.....


q C q
q C q
q C q
 
 
0 
 p1 1  1 1  ....  q i  pi i  i i  ...  p n n  n n  0


p

p

p

q

p

p

q

p
pi q n pi
i
i
i
1
i
i
i
i


.....



   0 ........
 p n


(2)
fissando l’attenzione sull’imo prodotto e raggruppando i termini comuni la precedente può
essere scritta come

q  n q j n C j q j Ci q i
 q i  p i i    p j


p i  j1 p i j1 q j p i q i p i

j i
j i
(3)
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440/ESI1
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio multiprodotto
La (3) può ancora riscriversi come:
p  C qp
'
i
i
dove C i' 
i
n

 q i   p j  C 'j
j1
j i
i
Ci
;
q i
C 'j 
qp
j
C j
q j
e ancora moltiplicando la precedente per
p  C    p
'
i
i
pi
(4)
i
p i 1
q i p i
q j p i 1 q i q j p i
qi n
  p j  C 'j
q i p i j1
p i q i p i q i q j p i

i

(5)
j i
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441/ESI1
6
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio multiprodotto
e ancora
Li 
p  C  
'
i
i
pi


'
1 n p j  C j ij q j

ii j1 ii R i
(6)
j i
dove
q p
1
p q
  i i , ij   j i , R i  piqi
ii
qi pi
pi q j
Quindi il margine relativo nell’i-mo mercato dipende dall’elasticità della domanda del
bene, ii dai margini ottenuti sugli altri n-1 mercati e dalle elasticità incrociate, ij
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442/ESI1
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio multiprodotto
Nella relazione (6) un ruolo fondamentale viene giocato dalle elasticità incrociate. Rispetto a
queste possiamo considerare due sottocasi: beni sono succedanei e beni complementari.
Se i beni sono succedanei o sostituti la relazione fra margine relativo ed elasticità è la seguente.
q j
p i
 0  ij  0  L i 
1
ii
In questo caso l’indice di Lerner per ciascun prodotto i è maggiore dell’inverso dell’elasticità
della domanda. Quando massimizzare il profitto congiunto, il monopolista ―internalizza‖ gli
effetti che la vendita di un bene ha sulla domanda degli altri. Nel caso di 2 beni sostituti questo
implica che il monopolista dovrebbe aumentare i prezzi di entrambi i beni rispetto a una
situazione in cui ha trattato i due beni separatamente.
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443/ESI1
7
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio multiprodotto
Se i beni sono complementari la relazione fra margine relativo ed elasticità è la seguente.
q j
p i
 0  ij  0  L i 
1
ii
In questo caso l’indice di Lerner per ciascun prodotto i è minore dell’inverso dell’elasticità
della domanda.
Nota: se esiste una forte complementarità fra i due beni si potrebbe arrivare a fissare un
prezzo inferiore al costo marginale per un bene al fine di accrescere la domanda per il bene
complementare.
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444/ESI1
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio multiprodotto
Vodafone
Tutto Facile Small+: il costo è di 54 euro al mese, suddivisi tra i 25 euro per il
canone del piano e i 29 per lo smartphone. L’abbonamento ha una durata
minima di 30 mesi e include 1 GB di traffico Internet e 400 minuti di chiamate
+ sms. Il contributo iniziale varia invece a seconda del modello scelto: l’iPhone
4S da 16 GB non prevede pagamenti iniziali, quello da 32 GB costa 49 euro
all’attivazione, mentre quello da 64 GB ne costa 149.
H3G
Top 400: il costo mensile è di 29 euro e include 100 minuti di chiamate e 25
sms a settimana più 2 GB di traffico Internet al mese. Il vincolo contrattuale ha
una durata di 30 mesi ed è richiesto un anticipo di 99 euro per l’iPhone 4S da
32 GB e di 199 per quello da 64 GB.
TIM
Tutto Smartphone: questo piano prevede navigazione Internet senza limiti di
tempo, chiamate e SMS verso tutti a 9 centesimi e il prezzo è di 10 euro al
mese, a cui vanno aggiunti altri 20 euro per l’iPhone 4S da 16 GB e 25 per
quello da 32 GB. La caratteristica di Telecom Italia Mobile è quella di non
prevedere alcun contributo iniziale.
Tutti e tre gli operatori prevedono 4 piani tariffari
http://software.tuttogratis.it/news/iphone-4s-prezzi-vodafone-3-italia-tim-e-wind-con-confronto-tra-piani-tariffari/P105655/
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445/ESI1
8
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio multiprodotto
Tutto Smartphone: questo piano prevede navigazione Internet senza limiti di tempo, chiamate
e SMS verso tutti a 9 centesimi e il prezzo è di 10 euro al mese, a cui vanno aggiunti altri 20
euro per l’iPhone 4S da 16 GB e 25 per quello da 32 GB. La caratteristica di Telecom Italia
Mobile è quella di non prevedere alcun contributo iniziale.
l’AGCOM ha disatteso comunque la richiesta della Commissione Europea che ha chiesto, per bocca della
Reding, che si arrivasse a soli 3.5€cent/minuto.
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446/ESI1
Euronics mette in offerta l’iPhone 4 da 16GB, vendendolo al prezzo di 589€ (10€ in meno rispetto al prezzo della 3
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio multiprodotto
Tutto Smartphone: questo piano prevede navigazione Internet senza limiti di tempo, chiamate
e SMS verso tutti a 9 centesimi e il prezzo è di 10 euro al mese, a cui vanno aggiunti altri 20
euro per l’iPhone 4S da 16 GB e 25 per quello da 32 GB. La caratteristica di Telecom Italia
Mobile è quella di non prevedere alcun contributo iniziale.
Euronics mette in offerta l’iPhone 4 da 16GB, vendendolo al prezzo di 589€ (10€ in meno rispetto al
prezzo della 3 e 75€ in meno rispetto al listino Apple => 664
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447/ESI1
9
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio multiprodotto
Un caso particolare di beni complementari è rappresentato dalla fissazione del prezzo nel tempo.
Tale situazione è spesso indicata con il termine di avviamento.
Senza perdere in generalità consideriamo due periodi temporali (t=1,2) e supponiamo che la
capacità che un’impresa ha di vendere domani un bene non durevole dipende da quello che ha
venduto oggi. In simboli la precedente assunzione diviene:
q1  D1 (p1 ); q 2  D 2 (p1 , p 2 ) :
q1
q
q
q
 0, 1  0; 2  0, 2  0
p1
p 2
p 2
p1
(1)
Ora se d, d[0,1],è il tasso di sconto, il profitto intertemporale per l’impresa è dato da
  p1q1  C1 q1   dp2q2  C2 q2 
Ponendo, q 2  dq 2 ; C 2 q 2   dC 2 q 2 
possiamo riscrivere il profitto come quello di un monopolio per più prodotti con domande
interdipendenti: i due beni non sono altro che lo stesso prodotto in due diversi momenti
temporali.
~
~
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448/ESI1
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio multiprodotto


~
  p1q1  C1 q1   p2~
q2  C2 q 2 
(2)
Imponendo le condizioni del primo ordine alla relazione (2) e ordinando si ottiene:
 p  C1'   1  p2  C~2' q~212
L1  1
p1
11
R111
'
 p  C2   1  p1  C~1' q~121
L2  2
p2
22
R2 22




Le precedenti, in virtù della relazione (1) divengono:
L1 
p  C  
'
1
1
p
p1

1
11
 C'2
1

p2
22
Il monopolista si rende conto che un prezzo inferiore oggi aumenta la domanda domani: egli
assumerà una prospettiva dinamica sacrificando parte del profitto di breve periodo per
incrementare i profitti futuri
L2 
2
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449/ESI1
10
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio multiprodotto
Terzo caso: domande per i beni indipendenti e costi di produzione dipendenti.
Tracciare una tassonomia dei costi dipendenti è più complesso. Ricordando che ci riferiamo ai
costi marginali è, tuttavia, possibile identificare un caso interessante. In alcuni settori industriali,
la riduzione dei costi avviene nel tempo semplicemente imparando (learning by doing). Negli
anni 20, ad esempio, il comandante della base aerea Wright- Patterson notò che il numero di ore
di lavoro necessarie ad assemblare un aeroplano diminuiva all’aumentare del numero totale dei
velivoli assemblati.
Senza perdere in generalità consideriamo due periodi temporali (t=1,2), supponiamo che le
domande siano indipendenti e che la quantità prodotta nel primo periodo mi permetta di ridurre i
costi nel secondo periodo. In simboli:
q t  D t (p t ); t  1,2
CT1  C1 q1 ; CT1  C2 q 2 , q1 ;
funzione inversa di domanda
C2
 0;
q 2
C2
0
q1
funzioni di costo
Passando al profitto intertemporale attualizzato
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450/ESI1
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio multiprodotto
  p1q1  C1 q1   dp 2 q 2  C 2 q 2 , q1 
Imponendo le condizioni del primo ordine alla precedente e ordinando si ottiene:
q C q
C q
1
C 1
1
 

 q1  p1 1  1 1  d 2 1  0 L1 
d 2 
 p1
p1 q1 p1
q1 p1

11
q1 p1 11

 
q C q
1

 q 2  p2 2 - 2 2
 0  L2 
 p 2

p 2 q 2 p 2
22

Il monopolista per sfruttare i processi di learning by doing fissa nel primo periodo un
prezzo più basso di quello di monopolio. Questa politica gli permette di vendere di più, il
che fa aumentare la produzione e l’esperienza.
Economia dei Sistemi Industriali 1
Prof. Paolo Mancuso
451/ESI1
11
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio nel caso di beni durevoli
Come evidenziato nei lucidi precedenti nel caso di un prodotto che crei un effetto di avviamento,
l’impresa dovrebbe assumere una prospettiva dinamica e sacrificare parte dei profitti correnti per
aumentare quelli futuri. Nei lucidi che seguiranno analizziamo un altro tipo di legame
intertemporale della domanda, quello legato alla durabilità dei beni. Contrariamente al caso
dell’avviamento per i beni non durevoli, un cliente che acquisti oggi un bene durevole ha
pochissime probabilità di acquistarne uno domani. In altri termini i beni offerti da un
monopolista, se durevoli, sono sostituti più che complementi. Questo implica che il monopolista
tende a creare da solo la propria concorrenza.
Inoltre i consumatori, potendo usufruire di un bene durevole per un certo numero di periodi,
effettueranno l’acquisto oggi in base alle loro aspettative sul prezzo di domani (gli acquisti
effettuati oggi sono un sostituto imperfetto di ciò che acquisteranno domani). Se il monopolista
tende a ridurre frequentemente il prezzo il suo profitto intertemporale può annullarsi
(Congettura di Coase)
Una diretta conseguenza della precedente è che il monopolista che produce un bene durevole,
quando è possibile, preferirà noleggiare il bene anziché venderlo.
Economia dei Sistemi Industriali 1
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452/ESI1
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio nel caso di beni durevoli
Una formalizzazione della congettura di Coase (1972)
1. Il mercato è composto da consumatori che
presentano differenti prezzi di riserva per il bene
durevole
2. Il monopolista non conosce il comportamento di
ogni singolo consumatore (non conosce il prezzo
di riserva)
pt
1
3. Il prezzo di riserva di ogni consumatore varia da 0
a1
4. L’orizzonte temporale è di due periodi, t=1,2.
5. qt=1- pt
funzione inversa di domanda (t=1,2).
6. Ct=0
costi totali impresa (t=1,2)
1
qt
7. d  tasso di sconto
Economia dei Sistemi Industriali 1
Prof. Paolo Mancuso
453/ESI1
12
Economia dei Sistemi Industriali 1: monopolio e imprese dominanti
Il monopolio
Il monopolio nel caso di beni durevoli
La massimizzazione del profitto nel primo periodo, t=1:
1  p1q1  1  q1 q1

1
1
1
 0  q1   p1  ;
q1
2
2
Il monopolista fissando un prezzo pari a 0.5 spingerà all’acquisto i soli consumatori con un
prezzo di riserva superiore a 0.5. Quindi, nel secondo periodo rimarranno i consumatori che
presentano prezzi di riserva più bassi.
Prof. Paolo Mancuso
Economia dei Sistemi Industriali 1
454/ESI1
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio nel caso di beni durevoli
La massimizzazione del profitto nel secondo periodo, t=2:
p2
Domanda nel primo periodo
1
 2  p 2 q 2  0.5  q 2 q 2

Domanda nel secondo periodo
0.5
1
 2
1
1
 0  q2   p2  ;
q 2
4
4
q2
Quindi, nel secondo periodo il monopolista per vendere il prodotto ai consumatori con prezzi
di riserva più bassi è costretto, per massimizzare il profitto, a ridurre il prezzo di vendita del
bene.
Economia dei Sistemi Industriali 1
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455/ESI1
13
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio nel caso di beni durevoli
Ora per comprendere il comportamento del consumatore nella decisione di acquisto
consideriamo il suo surplus
Sia p°=0.5 +  il prezzo di riserva di un generico consumatore (00.5) nel primo periodo.
Quindi, il surplus intertemporale di chi acquista nel primo periodo (t=1) sarà paria a:
CS1  p  p1 1  d  1  d
(0d1)
Mentre, il surplus intertemporale di chi acquista nel secondo periodo sarà paria a:
1 
CS2  dp  p2   d   
4 
Economia dei Sistemi Industriali 1
(0d1)
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456/ESI1
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio nel caso di beni durevoli
Ora il consumatore posticipa l’acquisto se il suo surplus nel periodo 2 (t=2) è maggiore di
quello conseguito nel periodo 1 (t=1).
CS2  CS1
La precedente e verificata se e solo se

d
4
Quindi per prezzi di riserva bassi ( piccolo) al consumatore conviene posticipare l’acquisto
così come in presenza di un tasso di sconto elevato
Bullow (1982) ha mostrato che il tasso di sconto d può essere esplicitato in funzione del tasso
di interesse i e della lunghezza, D, dell’intervallo temporale fra due successivi aggiustamenti
di prezzo nel modo seguente:
d  eiD
Quindi, quando D tende a zero, ovvero il monopolista cambia velocemente il prezzo perde
completamente il proprio potere di monopolio.
Economia dei Sistemi Industriali 1
Prof. Paolo Mancuso
457/ESI1
14
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio nel caso di beni durevoli
Come abbiamo visto l’esistenza di beni durevoli comporta complicazioni da parte di un
monopolista che voglia massimizzare un profitto intertemporale. Infatti è il monopolista stesso
che crea la propria competizione attraverso un mercato secondario: l’usato.
In secondo luogo, abbiamo visto come il prezzo che il consumatore è disposto a pagare oggi è
fortemente legato alle aspettative di prezzo future. Se il consumatore si attende delle riduzioni
di prezzo nel futuro tenderà ad aspettare e conseguentemente a ridurre la domanda di mercato
di oggi a ―danno‖ del potere di monopolio
Tuttavia il monopolista può mettere in atto delle strategie per ridurre un tale fenomeno.
Reputazione. Il monopolista può investire in reputazione evitando di cadere nella
tentazione di aumentare l’offerta. Il monopolista investe in reputazione semplicemente
cercando di non perseguire un guadagno di breve. Questa perdita di guadagno, costo
opportunità, è controbilanciata dalla possibilità di mantenere un potere di monopolio nel
futuro.
Economia dei Sistemi Industriali 1
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458/ESI1
6. Monopolio
Il monopolio nel caso di beni durevoli
Il monopolio
Reputazione (esempio). Disney. I film sono un bene durevole. Con l’introduzione delle
videocassette, la casa di produzione americana ha avuto la possibilità di invadere un
nuovo mercato, quello dell’home entertainment per bambini. In ogni casa, era infatti
possibile vedere i classici Disney: Bambi, Cenerentola, etc. Ma anche per la Disney la
congettura do Coase rappresentava un reale problema: come incentivare, oggi, i
consumatori ad acquistare una videocassetta ad un prezzo alto?
La strategia messa in atto fu quella di commercializzare i video per un limitato intervallo
temporale accompagnando la vendita con una martellante campagna pubblicitaria dove si
spiegava che il cartone sarebbe stato venduto per un periodo limitato di tempo e non oltre.
Il cartone Bambi nel mercato USA è stato venduto per soli due mesi nella primavera
del 1997 con la seguente pubblicità: "Disney will stop selling Bambi March 31”.
Se la Disney con tale strategia è riesce a creare una reputazione credibile nel non vendere
in futuro lo stesso bene allora sarà possibile mantenere un prezzo iniziale alto. L’analisi
condotta sembra confermare la correttezza della strategia adottata. Bianca neve ed i sette
nani il, primo lungometraggio animato Disney del 1937, è stato venduto in 30 milioni
di copie nei primi tre mesi di vendite, dei sei previsti, nel 1994. This prompted a senior
Disney executive to remark: "Disappearing Classies media campaigns have prove n very
suceesseful, boosting sales of limited-time available classics in excess of 400 percent.
Economia dei Sistemi Industriali 1
Prof. Paolo Mancuso
459/ESI1
15
6. Monopolio
Il monopolio nel caso di beni durevoli
Il monopolio
Commitement Contrattuali. I commitment attraverso i contratti sono di due tipi, ma
entrambi hanno l’obiettivo di internalizzare le perdite sulle unità inframarginali,
eliminando, in questo modo, l’incentivo del monopolista di accrescere l’offerta.
Il primo tipo di contratto è basato sulla promessa del monopolista di riacquistare il bene al
prezzo di vendita originario nel caso della riduzione del prezzo del bene stesso. Tuttavia,
questo tipo di contratto non risulta applicabile quando i beni sono difficilmente
trasportabili.
Il secondo è basato sulla cosiddeta clausola: best-price clauses. In questo caso il
monopolista si impegna a restituire la differenza di prezzo a coloro che hanno acquistato
ad un prezzo più alto.
Limitare la capacità. Se le facility produttive non possono essere facilmente replicate
questo rappresenta di per se un commitment credibile a non aumentare l’offerta nel futuro.
Nel campo artistico tale obiettivo viene raggiunto con la distruzione delle matrici con le
quali vengono fatte le litografie.
Il tempo di produzione. In questo caso il monopolista non è in grado di produrre tutto
quello che il mercato richiede in tempi brevi. Nel mercato dei CD alcuni successi sono
ristampati a prezzi convenienti con la dicitura "Nice Price" or "Best Buys". Altri, tuttavia,
non sono ristampati ma semplicemente eliminati dal catalogo. Il consumatore, che non
acquista questo CD immediatamente dovrà aspettare molto tempo per poterlo acquistare
nuovamente.
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460/ESI1
6. Monopolio
Il monopolio nel caso di beni durevoli
Il monopolio
Pianificazione nel tempo dell’obsolescenza. In generale, in alcuni settori industriali
(software, componenti elettrroniche) esiste un forte incentivo a introdurre nuove versioni di un
prodotto per sostituire le vecchie. Ciò comporta un sovrainvestimento in R&S. Boyce and
Collins (1993) mostrano, analizzando i dati di Xerox e IBM, che eiste una correlazione
positiva significativa fra le spese in R&S effettuate e la connessa difficoltà di sostenere un
prezzo per un prodotto.
Caso di Studio. Nel 1930 la determinazione del potere di monopolio detenuto dall’ALCOA
nel mercato dell’alluminio ha avuto come fattore critico l’inclusione, o meno, del mercato
dell’alluminio riciclato. In quegli anni, la quota dell’industria americana, sul mercato primario
(alluminio estratto), era circa del 90%. Tuttavia, tale quota si riduceva al 65% non appena il
mercato dell’alluminio secondario veniva introdotto nell’analisi. L’Alcoa fu condannata per
abuso di potere di potere di monopolio. Infatti, l’economista Suslow studio l’evoluzione
dell’indice di Lerner. Trovo che nel breve periodo era intorno al 59% e che nel lungo periodo,
quando era presente la frangia, si assestava intorno al 65%. Le ragioni erano semplici:
(i) l’alluminio riciclato non è un perfetto sostituto di quello estratto; (ii) il lag temporale con il
quale l’industria del prodotto riciclato entra nel mercato è lungo; (iii) nei periodi di
espansione della domanda il mercato secondario ha scarsa importanza.
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461/ESI1
16
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio nel caso di beni durevoli
Una formalizzazione:.beni durevoli, vendita vs noleggio
Ipotesi del modello:
1. Orizzonte temporale di due soli periodi t=1,2.
2. Il monopolista può decidere se vendere o noleggiare.
3. Il bene prodotto non subisce obsolescenza nel periodo 2. Ma alla fine del periodo 2 il bene è
obsoleto.
4. qt=1- pt ,
5. Ct=0 ,
funzione inversa di domanda.
costi totali impresa.
Il monopolista ha due possibilità: noleggiare e venderlo in ogni periodo. Nel secondo caso,
esiste un mercato di rivendita in cui il bene acquistato nel primo periodo può cambiare
proprietà nel secondo. In ogni periodo i proprietari del bene possono noleggiarlo a
consumatori diversi se preferiscono
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Economia dei Sistemi Industriali 1
462/ESI1
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio nel caso di beni durevoli
Una formalizzazione: beni durevoli, vendita vs noleggio
Iniziamo dal Noleggio (N)
Profitto nel primo periodo (t=1):
1N  p1 q1  1 - q1 q1
(1)
Imponendo le condizioni del primo ordine alla (1) :
 N 1
1N
1 p1  2
N
 0  q1   
2  N  1
q1N
 1 4
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(2)
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463/ESI1
17
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio nel caso di beni durevoli
Il profitto nel secondo periodo (t=2) coincide con quello del primo periodo visto che i beni
sono noleggiati:
1
1
p 2N  , q 2N 
2
2
(3)
 2N 
1
4
Se d è il tasso di sconto (0<d1) il profitto intertemporale per l’azienda che noleggia è dato
da:
 N  1N  d2N 
1  d
4
Economia dei Sistemi Industriali 1
(4)
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464/ESI1
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio nel caso di beni durevoli
Passiamo ora alla Vendita (V)
Quando il monopolista decide di vendere, la quantità venduta nel primo periodo può essere
rivenduta nel secondo periodo. Quindi il monopolista dovrà fissare un prezzo nel secondo
periodo tenendo conto di ciò che è accaduto nel primo periodo:
p 2  1  q1  q 2
(5)
Quindi il profitto nel secondo periodo sarà dato da:
 V2  p 2 q 2  1 - q1  q 2 q 2
(6)
Imponendo le condizioni del primo ordine alla (6) :
 V2
q V2
1  q1
1  q1
2
 0  1  q1  2  q V2 

2
1

q1 

2
 V2  

 2 
Economia dei Sistemi Industriali 1
p V2 
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(7)
465/ESI1
18
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio nel caso di beni durevoli
Nel primo periodo il prezzo che i consumatori sono disposti a pagare è funzione delle
aspettative sul prezzo di mercato sul secondo periodo o prezzo atteso pa2 e del prezzo
corrente di vendita (1-q1):
p1  1  q1  dp a2
(8)
Senza perdere in generalità supponiamo che i consumatori prevedano esattamente il prezzo:
p a2  p V2 
1  q1
2
da cui:
 d
p1  1  q1 1   (9)
 2
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466/ESI1
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio nel caso di beni durevoli
Tenendo conto della (6), (8) e (9) il profitto intertemporale è pari a:

 d d
 V  1V  dV2  q1 1  q1 1    1 - q1
 2 4

2
(10)
Imponendo le condizioni del primo ordine alla (10) :
 2  d  d 
p1V  
1  
2
 4  d  2 
V
 0  q1 

2
4  d  V   2  d   d 2  d2
q1V


4  d
44  d 2
 V
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(11)
467/ESI1
19
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio nel caso di beni durevoli
Confrontiamo ora i profitti derivanti dalla vendita (V) con quelli legati al noleggio (N)
2  d2  2  d   d  2  d2
2  d
V  

 d
 1   
4  d
44  d 2  4  d   4  44  d
2
N 
2
1  d
4
è immediato ottenere:
V   N
osservando che:
2  d2  
 1  d , per d  0,1
4  d
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468/ESI1
6. Monopolio
Il monopolio
Il monopolio nel caso di beni durevoli
Conclusione. Noleggio vs Vendita
Quindi il fatto che il monopolista preferisca il noleggio alla vendita ci suggerisce che nel
caso della vendita il monopolista non riesce a far valere tutto il suo potere di monopolio
(il bene prodotto nel primo periodo gli crea una concorrenza nel secondo periodo).
Questo risultato è legato alla mancanza di minacce di entrata. Infatti, una vendita riduce
la domanda potenziale per l’entrante, mentre il noleggio non impegna i consumatori a
rimanere fedeli all’impresa sul mercato in caso di una nuova entrata.
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469/ESI1
20
6. Monopolio
Il monopolio
Il cartello di imprese
The formation and sustained operation of cartels by means of repeated interaction among
colluding firms is not only a theoretica1 possibility but a rea1 phenomenon. Illegal cartel
continue to emerge in practice even though exp1icit price fixing is illegal in the U.S., the
European Union, and many other developed countries. If the price-increasing effects of the
cartels were relative1y small, their persistence might not warrant much concern. However, the
evidence is clear that cartels raise prices by a substantia1 amount. For examp1e, Froeb Koyak,
and Werden (1993) found that a price-rigging scheme invo1ved in supplying frozen fish to the
V.S. military raised prices by 23 to 30 percent.
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470/ESI1
6. Monopolio
Il monopolio
Il cartello di imprese
FATTORI CRITICI:
Mercati concentrati, barriere all’entrata,
simmetria tecnologica, contatti frequenti.
Economia dei Sistemi Industriali 1
ordini frequenti e regolari, prodotti omogenei,
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471/ESI1
21
6. Monopolio
Il cartello di imprese
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472/ESI1
6. Monopolio
Il monopolio
Il cartello di imprese
Il cartello di imprese può essere considerato un caso particolare del monopolio multi-prodotto
con domande dipendenti. Questa struttura industriale si realizza quando un certo numero di
imprese coordinano le loro attività in modo da comportarsi come un monopolio. In questi casi
si parla, molto spesso, di collusione tacita.
n
p  a  b  qi
funzione di domanda
i 1
CTi  F  ci q i2
i : 1,2,..., n
funzione di costo associata ad ogni prodotto
Massimizzazione dei profitti del cartello
n
n
n
Max   Max  a  b  q i   q i   CTi 
q ,q ,....,q
q ,q ,....,q 
i 1 i 1
i 1

1
2
n
1
2
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n
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473/ESI1
22
6. Monopolio
Il monopolio
Il cartello di imprese
Imponendo le condizioni del primo ordine e ponendo poi q1=q2=... qi=...qn=q è
immediato ottenere:


n
a
na
abn  2ac
  i
 a  2b q i  2q i c  0  q* 
; Q* 
; p* 

2bn  c 
2bn  c 
2(bn  c)
i 1
 q i

ed ancora:
2


abn  2c
a
a
a2
  F 
 

 c  
F
2bn  c 2bn  c
4bn  c 
 2(bn  c) 
*
i
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474/ESI1
6. Monopolio
Il monopolio
Il cartello di imprese
L’effetto della variazione del numero di imprese sul prezzo e sul profitto di ogni impresa nel
cartello può essere analizzato attraverso le relazioni seguenti:
p*
2ba (bn  c)  2ba (bn  2c)
2bac


0
2
n
4bn  c 
4bn  c 2
 *i
4ba 2

0
2
n
4bn  c 
Quindi, se aumenta il numero di imprese che aderiscono al cartello, il prezzo si abbassa e i
profitti si erodono
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475/ESI1
23
6. Monopolio
Il monopolio
Economia dei Sistemi Industriali 1
Il cartello di imprese
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476/ESI1
6. Monopolio
Il monopolio
Economia dei Sistemi Industriali 1
Il cartello di imprese
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477/ESI1
24
6. Monopolio
Il monopolio
Il cartello di imprese
p*
2ba (bn  c)  2ba (bn  2c)
2bac


0
2
n
4bn  c 
4bn  c 2
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478/ESI1
6. Monopolio
Il monopolio
Il cartello di imprese
L'Agenzia per l'energia chiede all'Opec di aumentare la produzione.
«Sarà impossibile convincere qualcuno ad aprire i rubinetti – ha detto il libico al-Badri – perché l'offerta
di petrolio non manca, anzi, è sovrabbondante». L'Opec quindi respinge al mittente per l'ennesima volta le
richieste dell'Agenzia internazionale dell'Energia, che a nome dei Paesi consumatori continua a chiedere
un aumento dell'offerta, che il Cartello ha ridotto nella prima parte del 2007 con tagli produttivi per un
totale di 1,7 milioni di barili al giorno (mbg). Il mercato al momento non viene in soccorso delle tesi dei
consumatori. Ieri al Nymex il West Texas per consegna in ottobre ha ceduto 24 cents, atterrando a 71,73
dollari al barile.
29/08/2007. Il sole 24ore
Aumento del greggio a 96 dollari a barile. Opec: "Pronti ad aumento produzione". L'organizzazione
di Vienna si dice "pronta ad aumentare la produzione", nel corso del meeting del 5 dicembre, per
fronteggiare eventuali carenze dell'offerta. Tuttavia, per il segretario generale del cartello dei paesi
produttori, Abdullah al-Badri, "non c'è assolutamente mancanza di rifornimenti di greggio, il mercato è
ben fornito, il prezzo è determinato dal mercato ed è diventato un investimento finanziario". Al-Badri
ribadisce che i prezzi elevati sono frutto dei "timori dei consumatori e dei produttori" e non sono un bene
per nessuno. L'Opec tenta così di frenare la corsa del greggio ma - come si è visto - senza effetti
significativi.
08/11/2007. Repubblica.it
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479/ESI1
25
6. Monopolio
Il monopolio
Il cartello di imprese
Le condizioni generali che favoriscono la creazione di cartelli:
Capacità di aumentare il prezzo nell’industria
Bassi costi organizzativi e bassi costi legati alla punizione da parte delle autorità
Ulteriori condizioni che favoriscono la cooperazione
Minacce
Grado di Concentrazione del mercato, numero di mercati su cui le aziende
competono
Clausole di vendita
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480/ESI1
6. Monopolio
Il monopolio
Il cartello di imprese
Coordinare i mercati: i diamanti e DeBeers
Country A
Country B
Zaire
URSS
Paesi produttori
Central Selling Organization
(CSO). London
DeBeers (CSO):
• Classifica e prezza i diamanti
• Stabilizza la domanda
• Rende il diamante un bene pubblico per l’industria
Economia dei Sistemi Industriali 1
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DeBeers
80% del mercato
481/ESI1
26
6. Monopolio
Il monopolio
Il cartello di imprese
Coordinare i mercati: i diamanti e DeBeers
Since diamonds last forever, in order to keep prices up the Central Selling
Organization had a policy of never lowering prices and, indeed, its price increases
for the first fifty or so years of its existence exceeded the rate of inflation. In order to
maintain its reputation the CSO must ensure that prices of uncut gems do not fall. It
manages the price of gems by regulating the supply of gems and withholding excess
supplies—diamonds that are then stockpiled. It regulates supply through its exclusive
supply contracts with cartel members and by buying diamonds on the open market
from independent sources and ―leaked‖ diamonds from cartel members.
De Beer’s pledge to maintain the price of diamonds has been expensive. It succeeded
in maintaining prices in 1984 despite dumping by the USSR of large volumes of
diamonds on the world market to finance its war in Afghanistan. Over the period
1985–1996 prices increased at an annual average rate of 5.4%, well above the rate of
inflation.
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482/ESI1
6. Monopolio
Il monopolio
Il cartello di imprese
Coordinare i mercati: i diamanti e DeBeers
Over the period 1985–1996 prices increased at an annual average rate of 5.4%, well
above the rate of inflation. Similarly in 1995, the ability of De Beers to maintain
prices was severely tested as the Russians sold an estimated $1 billion worth of
gems outside of the agreement. This amounted to almost 16% of total world
demand. This, coupled with sales by the U.S. government from its strategic
stockpile and non cartel producers, caused the price of some lower-quality gems to
fall by 15%. The extent of the defection and the end of the five year agreement
between Russia and De Beers seemed to put the existence of the CSO in doubt.
However, at the beginning of 1996, Russia and De Beers were able to reach a new
agreement.
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483/ESI1
27
6. Monopolio
Il monopolio
Il cartello di imprese
Numero di mercati su cui le aziende competono: le rotte aeree
Nel 1988 venne effettuato uno studio sulle 1000 top rotte americane. Dallo studio
è emerso che:
• American e Delta hanno in comune 527 rotte
• American e NorthWest in 357 rotte
• Delta e Northwest in 323 rotte
•Numero medio contatti (527+357+323)/3=402.3
Su queste rotte le tre imprese non hanno mai effettuato riduzioni di prezzo
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484/ESI1
6. Monopolio
Il monopolio
Il cartello di imprese
Clausole di vendita: General Electrics and Westinghouse
Clausola di Nazione Privilegiata:
clausola di vendita che garantisce all’acquirente che il venditore non venda a un prezzo
inferiore a un altro compratore
(La GE e la Westinghouse adottarono separatamente un tale meccanismo nel segmento delle
turbine elettriche dal 1963 al 1975.
Il contratto prevedeva che ogni cliente poteva essere rimborsato se nei successivi sei mesi il
prezzo della turbina fosse sceso)
Garantiamo il prezzo più basso:
contratto di vendita che garantisce all’acquirente che, se un’altra impresa offre un prezzo
inferiore il venditore lo uguaglierà o scioglierà l’acquirente dal contratto.
Economia dei Sistemi Industriali 1
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485/ESI1
28
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Introduzione
Il primo esempio che consideriamo è relativo al tour mondiale, Bridges to Babylon, che i
Rolling Stones hanno nel 1997-98. I biglietti del concerto sono stati venduti con largo
anticipo al prezzo di 65$ dollari a biglietto. I fan pur di acquistare i biglietti si sono
accampati davanti alle biglietterie anche per tre giorni. Man mano che la data del concerto
si avvicinava il prezzo del biglietto saliva ed arrivò a toccare quota 300$.
Ciò che sorprende è il prezzo del un biglietto. . . solo $ 65. Un tale prezzo genera un eccesso
di domanda, che tuttavia può scontentare tutti coloro che sono disposti ad acquistare ad un
prezzo più alto ma inferiore ai 300$ del mercato nero. Strumenti per evitare quanto
accaduto esistono , allora perché la band non li ha adottati?
Una possibile spiegazione sta nel fatto che loro non vendono biglietti, ma un bene più
complesso ovvero un ―bundle‖. Infatti ad un concerto è legata la vendita di compact disc,
T-shirt, giacche, accendini, occhiali, poster, etc. I fan ―fanatici‖ sono quelli che sono
disposti a spendere di più per il cosiddetto merchandise. A questo punto un problema
complicato si genera nel momento in cui accanto ai fan scatenati esistono fan che sono
disposti a pagare un prezzo più alto per il biglietto ma che spendono meno, in media, per il
merchandise o, ancora fan, che non sono disposti a comprare il biglietto a 65$ ―adolescenti‖
ma che comunque spendono per i prodotti di merchandise.
Economia dei Sistemi Industriali 1
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486/ESI1
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Introduzione
I prezzi elevati dei biglietti escluderebbero gli adolescenti riducendo il ricavo complessivo dal
concerto. Ma se il prezzo è basso non è detto che un elevato numero di giovani acquisti il
biglietto. D’altra parte un eccesso di biglietti potrebbe portare ad un eccesso di rivendite sul
mercato nero che a loro volta potrebbero causare una riduzione dei proventi dal merchandise.
La soluzione di questo complicato rompicapo è di trovare un metodo di allocazione dei
biglietti,
che
consenta
agli
adolescenti
la
possibilità
di
andare
al
concerto, basato sull’uso del tempo (costo opportunità) e sul prezzo di riserva: gli adolescenti
dispongono di più tempo e i fanatici sono fortemente invogliati ad acquistare merchandise
legati al concerto.
Questo comporta l’adozione del principio di vendita dei biglietti: primo arrivato primo servito.
Tuttavia, senza vendite di prodotti di merchandising, questo meccanismo di allocazione
sarebbe inefficiente. Ma con le vendite di merci (merchandise), il meccanismo assomiglia ad
un forma di discriminazione di prezzo, dove il prodotto è concepito come un ―bundle‖.
I promotori del concerto perseguono l’obiettivo di separare un gruppo di consumatori,
in giovani e fan meno facoltosi, da parte di acquirenti dei biglietti più vecchi e più ricchi.
Come vedremo, questo tipo di strategie, che può essere chiamato strategie di
segmentazione del mercato, costituiscono la base per la discriminazione di prezzo molto
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487/ESI1
29
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Introduzione.
Esempi.
•
In molti paesi del mondo, il servizio telefonico locale è disponibile a una tariffa flat mensile,
indipendentemente dal numero di chiamate effettuate. Così il prezzo medio per chiamata è inferiore per
frequenti utenti che per gli utenti poco frequenti.
•
Le caramelle costano meno quando le compri in grandi quantità rispetto ad acquistarle singolarmente.
•
Un pranzo in un raffinato ristorante vi costerà 70€ ma quasi esattamente lo stesso pasto fruito in ora di
cena può costare 80 €.
•
Una s TV via cavo o satellitare molto probabilmente vi permette di acquistare "pacchetti" di canali, due
o più scelte, ma non vende separatamente ogni canale.
•
I prodotti confezionati spesso contengono buoni sconto che consentono di effettuare il successivo
acquisto del prodotto a un prezzo inferiore. In effetti questi buoni consentono a un'impresa di far pagare
ai consumatori che comperano il prodotto per la prima volta un o più elevato di quelli che lo acquistano
ripetutamente.
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488/ESI1
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Introduzione
Casi reali: i farmaci
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489/ESI1
30
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Introduzione
Casi reali
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490/ESI1
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Introduzione
Come abbiamo osservato nell’introduzione al corso e come abbiamo richiamato nei
precedenti lucidi un monopolista che produce un solo bene e lo venda ad un prezzo uniforme
(per unità di prodotto). Lascia una parte del surplus ai consumatori. Un prezzo uniforme può
essere un caso adeguato per gran parte dei mercati al dettaglio; tuttavia, abbondano gli
esempi in cui lo stesso bene economico è venduto a prezzi differenti a consumatori diversi.
Molte imprese, però, fissano prezzi non uniformi come abbiamo visto. In generale, con il
termine discriminazione di prezzo indicheremo tutte quelle strategie che le imprese possono
mettere in atto per estrarre il surplus dai consumatori.
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491/ESI1
31
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Anche se non è possibile enucleare le diverse strategie di discriminazione, consideriamo le
principali:
tariffa in due parti: un'impresa fa pagare a un consumatore una quota fissa (la prima parte
della tariffa) per il solo diritto ad acquistare un numero illimitato di unità, pagando poi queste
unità a un prezzo prestabilito (la seconda parte della tariffa). Per esempio, un circolo sportivo
può far pagare ai soci una quota annuale di iscrizione e quote aggiuntive per l'uso di
particolari strutture. In generale si può adottare una tariffa in due parti ogni qualvolta il
consumo variabile di un bene sia legato al consumo fisso di un prodotto complementare
(stampanti e carta per la stampa; pellicola e macchina fotografica Polaroid);
sconti sulla quantità: in questo modo il prezzo varia con il numero di unità del bene
acquistate dal cliente. Gli sconti sulle quantità se si effettuano acquisti di volume elevato
sono piuttosto comuni. Le bollette della luce vengono spesso calcolate in base a una tabella a
blocchi decrescenti secondo la quale le prime unità di consumo sono assoggettate a una
tariffa molto elevata e quelle successive a tariffe via via decrescenti;
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492/ESI1
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Anche se non è possibile enucleare le diverse forme di discriminazione, consideriamo le
principali:
vendite abbinate di due o più beni (bundle): con questo metodo, un cliente può acquistare
un prodotto solo se ne acquista anche un altro. Un esempio comune di vendita abbinata è
quella di un bene durevole, che può essere fatta a condizione che il consumatore acquisti dal
venditore anche tutti i servizi di riparazione o i pezzi di ricambio. Le imprese possono
vendere fotocopiatrici a condizione che i clienti acquistino anche le forniture connesse (per
esempio i prodotti chimici per lo sviluppo o la carta) dal venditore. Le macchine fotografiche
potrebbero essere vendute a condizione che gli acquirenti acquistino le pellicole dal
venditore;
discriminazione della qualità: un'impresa offre ai consumatori prodotti di qualità diversa
allo stesso prezzo o a prezzi che non riflettono pienamente la differenza di qualità. Offrendo
invece un prodotto di alta qualità a un prezzo elevato ai consumatori che attribuiscono un
valore elevato al bene, e un prodotto di bassa qualità a un prezzo ridotto agli altri
consumatori, un'impresa può separare i due tipi di clienti e far pagare prezzi più elevati a
quelli che sono disposti a farlo.
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493/ESI1
32
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
DEFINIZIONE DI DISCRIMINAZIONE DEI PREZZI:
È difficile dare una definizione esaustiva del concetto di discriminazione dei prezzi: a grandi
linee, si può dire che il produttore discrimina il prezzo quando due unità dello stesso bene
fisico sono vendute a prezzi diversi allo stesso o a diversi consumatori.
CONDIZIONI PER POTER DISCRIMINARE:
1. Un'impresa deve avere potere di mercato (ossia deve poter fissare il prezzo sopra i costi
marginali e realizzare profitti), altrimenti non potrà mai riuscire a far pagare ad alcun
consumatore più del prezzo di concorrenza.
2. L'impresa deve conoscere, o essere in grado di inferire, la disponibilità dei consumatori a
pagare per ciascuna unità del bene. Tale disponibilità deve variare tra i consumatori e da una
unità all'altra. In altre parole, l'impresa deve essere in grado di individuare a chi far pagare il
prezzo più elevato.
3. Un'impresa deve essere in grado di impedire o limitare la rivendita del bene da parte dei
clienti che pagano un prezzo inferiore a coloro che pagano un prezzo maggiore (arbitraggio).
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Prof. Paolo Mancuso
494/ESI1
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Possiamo identificare due forme di arbitraggio: quella legata alla trasferibilità di un bene e
quella legata alla trasferibilità della domanda.
Trasferibilità di un bene. Se i costi di transazione (arbitraggio) tra due consumatori sono
bassi, qualunque tentativo di vendere il bene a due consumatori a prezzi diversi incontrerà
il problema che il consumatore che paga il prezzo basso può comprare il bene per
rivenderlo a quello che dovrebbe pagare il prezzo alto. I costi di transazione danno un'idea
di"quando sia possibile attuare la discriminazione di prezzo. Servizi quali le cure mediche
o i viaggi sono molto meno trasferibili della maggior parte dei beni venduti al dettaglio.
Allo stesso modo, è difficile che i consumatori pratichino arbitraggio per l'elettricità o le
chiamate telefoniche.
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495/ESI1
33
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Trasferibilità della domanda. In questo caso, non esiste un trasferimento fisico di beni tra i
consumatori. Il consumatore sceglie semplicemente tra le diverse combinazioni o gruppi di
prodotti offerti dal produttore. Tuttavia, in assenza di informazioni sull'identità di ciascun
consumatore, il produttore deve assicurarsi che ciascuno scelga la combinazione pensata per
lui e non quella di un altro. Ad esempio, il viaggiatore al quale è rivolto il servizio di prima
classe non vorrà viaggiare in seconda, perché il risparmio di prezzo non compensa la perdita
di qualità.
Osservazione. Riguardo alle conseguenze della discriminazione, i due tipi di arbitraggio sono
naturalmente molto diversi. La trasferibilità del prodotto tende ad impedire la discriminazione,
mentre la trasferibilità della domanda può indurre il produttore ad incrementare la
discriminazione.
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496/ESI1
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
L’arbitraggio. Come evidenziato nei lucidi precedenti la trasferibilità del prodotto o, come
spesso definita, rivendita può essere un vincolo alla discriminazione. Tuttavia in alcuni casi è
inesistente ed in altri può essere fortemente attenuata.
Servizi. La maggior parte dei servizi non può essere rivenduta. Per tale motivo, la
discriminazione del prezzo nei servizi è più probabile di quanto non avvenga nell'industria
(Kessel,1958).
Garanzie. Un produttore può rendere nulla una garanzia se il prodotto viene rivenduto. Per
esempio, un produttore potrebbe stabilire che la garanzia su un prodotto è valida solo per il primo
acquirente, il che impone un maggior costo a colui che compera un prodotto da un precedente
acquirente.
Adulterazione. Un produttore può adulterare un bene per renderlo inadatto ad altri usi. L'a1col,
per esempio, si può bere e si può usare per scopi medicinali.
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497/ESI1
34
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Costi di transazione. Se i consumatori incorrono in costi elevati di transazione per rivendere il
prodotto, le rivendite sono meno probabili. Supponiamo per esempio che ad alcuni consumatori
vengano spediti dei buoni che consentono loro di acquistare un prodotto a un prezzo inferiore
rispetto agli altri. I costi di transazione insiti nel trovare consumatori senza buoni sono troppo
elevati perché valga la pena di acquistare il prodotto per poi rivenderlo. In genere, in molti
mercati i costi di immagazzinamento, ricerca o di altro genere sono troppo elevati perché si
verifichi la rivendita. Due esempi importanti di costi di transazione sono i dazi doganali (che un
governo impone sulle merci importate) e i costi di trasporto.
Clausole contrattuali All'interno delle proprie condizioni di vendita, un'impresa può impedire
contrattualmente la rivendita. Molte università e college americani, per esempio, predispongono
l'acquisto di computer a prezzi inferiori a quelli di mercato per gli studenti e i membri dello staff.
Per acquistare a un prezzo basso è necessario firmare un contratto nel quale si accetta di non
rivendere il computer.
Intervento del governo. Il governo può emanare delle leggi che consentono alle imprese di
un'industria concorrenziale di agire collettivamente per impedire la rivendita.
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498/ESI1
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Tipi di discriminazione
Discriminazione di primo grado (o perfetta). Il produttore conosce esattamente la curva di
domanda di ogni consumatore e, conseguentemente, riesce ad appropriarsi di tutto il suo
surplus.
Discriminazione di secondo grado. Il produttore non conosce le caratteristiche della funzione di
domanda dei consumatori. L’appropriazione del surplus è parziale ed avviene mediante
meccanismi di autoselezione.
Discriminazione di terzo grado. Il produttore conosce alcune caratteristiche della funzione di
domanda dei consumatori. L’appropriazione del surplus è parziale ed avviene sfruttando le
caratteristiche note.
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499/ESI1
35
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Tipi di discriminazione
Discriminazione di primo grado (o perfetta)
p
In figura è rappresentata la domanda
del singolo consumatore. In che
modo il
monopolista riesce ad
appropriarsi delle due aree blu
(surplus del consumatore e perdita
secca)?
pm
c’
q=q(p)
R’
q
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Economia dei Sistemi Industriali 1
500/ESI1
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Tipi di discriminazione
Discriminazione di primo grado (o perfetta)
p
pm
pc
c’
q=q(p)
R’
qc
Economia dei Sistemi Industriali 1
q
La prima soluzione. Un monopolista
perfettamente discriminante fa pagare un
prezzo diverso per ciascuna unità del
prodotto venduta e quindi, praticando prezzi
diversi a seconda delle quantità acquistate,
ottiene tutto il surplus del consumatore da
ciascun cliente. Il monopolista fa pagare un
prezzo elevato per la prima unità consumata,
un prezzo più basso per l'unità successiva
(segmenti rossi) e così via fino a quando fa
pagare c’, il costo marginale, per l'ultima
unità. In altre parole, il monopolista fissa la
griglia dei prezzi che decide di far pagare in
modo che essa coincida con la curva di
domanda di ogni
cliente.
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501/ESI1
36
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Tipi di discriminazione
Discriminazione di primo grado (o perfetta)
p
pm
pc
c’
q=q(p)
R’
q
qc
La tariffa in due parti:
La seconda soluzione. Un metodo alternativo
ed equivalente di discriminazione perfetta del
prezzo consisterebbe nel far pagare una tariffa
in due parti in cui ogni cliente paga una quota
fissa per il solo diritto ad acquistare il bene,
più un prezzo unitario pari a c’ per ogni unità
consumata indipendentemente dal numero di
unità acquistate da ciascun consumatore. Se il
surplus di un consumatore è CS (triangolo
rosso) quando il prezzo è c’, il monopolista
pone la quota fissa esattamente pari a CS. Il
consumatore è indifferente tra acquistare e
non acquistare, perché il monopolista estrae
tutto il suo surplus. Questo metodo di
determinazione del prezzo produce un livello
di output pari a quello concorrenziale e lo
stesso profitto del precedente metodo di
discriminazione perfetta del prezzo.
T(A,qc)=A+pq = CS+c’qc
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Economia dei Sistemi Industriali 1
502/ESI1
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Tipi di discriminazione
Discriminazione di primo grado (o perfetta)
Osservazioni.
p
pm
pc
c’
q=q(p)
R’
qc
Economia dei Sistemi Industriali 1
q
1. La discriminazione di primo grado è
efficiente in senso statico. Infatti,
viene generato lo stesso output che si
genera in concorrenza perfetta e non
esiste alcuna perdita di benessere.
Tuttavia da un punto di vista
distributivo, solo il monopolista si
appropria dei benefici.
2. E’ difficilmente applicabile vista
l’esistenza di arbitraggio e soprattutto
la mancanza di informazioni sulle
preferenze e, quindi sulla domanda,
dei singoli consumatori.
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503/ESI1
37
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Tipi di discriminazione
Discriminazione di primo grado (o perfetta)
La tariffa in due parti. Abbiamo introdotto nel precedente lucido la tariffa in due parti.
Questa forma di tariffazione è frequentemente utilizzata in due tipi di discriminazione.
Quelle di primo e secondo grado. Vediamone le sue caratteristiche ed alcuni esempi.
T(A,q)=A+pq
Il prezzo legato all’acquisto di un bene/servizio si compone di due parti:
1. una componente fissa (premio) che il consumatore paga indipendentemente dal
consumo del bene/servizio (A)
2. una componente variabile legata alla quantità consumata del bene/servizio (p)
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504/ESI1
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Tipi di discriminazione
Discriminazione di primo grado (o perfetta)
Definizione:
Nella tariffa in due parti, si definisce pricing schedule o tariffa l’ammontare complessivo di
denaro T che il consumatore deve pagare in funzione del suo consumo q
Con la tariffa in due parti la quota media che un consumatore paga per ogni unità di consumo
è
Tq  A  pq A

 p  p
q 
q
q
q
L’effetto della parte A della tariffa si riduce all’aumentare del consumo  per il consumatore è
più conveniente acquistare quantità maggiori
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505/ESI1
38
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di primo grado (o perfetta)
Gli effetti della tariffa in due parti sul profitto, sul surplus del consumatore e sul
benessere.
Il monopolista può recuperare la perdita secca di monopolio applicando il prezzo di
concorrenza pc: in corrispondenza di questo prezzo i consumatori acquisteranno qc. Per
recuperare anche il surplus del consumatore il produttore può applicare anche una parte
fissa A di entità pari esattamente a CS di concorrenza
p
Profitto del monopolista:
  T  Cq c   CSc  pcq c  Cq c  
 CSc   c  CSc  PS c  Wc  Wm   m
D
m
D
m
Il profitto aumenta ed inoltre non esiste perdita secca.
Non si verifica alcuna perdita di benessere
Surplus del consumatore
pm
pc
Rendita del produttore
qm qc
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Economia dei Sistemi Industriali 1
q
506/ESI1
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di primo grado (o perfetta)
p
pm
pc
c’
q=q(p)
R’
qc
T(B,q) = B
Economia dei Sistemi Industriali 1
q
Block pricing
Per la discriminazione di primo grado
possiamo utilizzare un terzo tipo di
tariffazione non lineare che ci permette di
raggiungere lo stesso livello di profitto.
Con questo schema chiamato ―block
pricing‖ l’acquirente compra in blocco
tutte le quantità che le sono offerte da un
monopolista ad un prezzo stabilito – pago
x € per entrare in discoteca e consumo y
drink-. La tariffa ottima in questo caso
viene raggiunta fissando:
a) Le quantità offerte a ciascun
consumatore pari alle quantità che il
consumatore comprerebbe
in una
situazione di concorrenza perfetta.
b) Fissare una tariffa Fissa (B) pari alla
disponibilità che il consumatore ha per
acquistare le quantità definite al punto
a).
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507/ESI1
39
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di primo grado (o perfetta). ESEMPIO
L’Alpheus offre la possibilità a Roma di ascoltare musica e di bere drink. Il gestore del locale
dopo anni di esperienza si è reso conto che gli under (u) 25 presentano una minore disponibilità
a pagare degli over (o) 25. Il gestore si chiede quale sia il modo migliore di fissare i prezzi di
acquisto per i propri drink.
Le funzioni di domanda per i due tipi di consumatori sono:
p=Vo-qo
p=Vu-qu
Dove p è il prezzo dei drink, q è il numero dei drink e Vo>Vu è la disponibilità a pagare. I costi
totali legati alla gestione sono pari a C(Q)=cQ, dove Q=qo+qu.
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508/ESI1
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di primo grado (o perfetta). ESEMPIO
p
Over
p
Under
Market
p
Vo
Vu
(Vo+Vu)x0.25-c0.5=p*
c’
pc
R’
qo
qu
q=q(p)
Q
(Vo+Vu)x0.5-c=Q*
Soluzione 1: prezzo uniforme
Funzione inversa di domanda: p=(Vo+Vu)/2-Q/2; Ricavo Totale: RT= [(Vo+Vu)/2-Q/2]xQ
Imponendo le condizioni del primo ordine:
R’=(Vo+Vu)/2-Q=c=C’
Otteniamo il prezzo e le quantità di equilibrio:
Q*=(Vo+Vu)/2-c; p*=(Vo+Vu)/4+c/2
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509/ESI1
40
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di primo grado (o perfetta). ESEMPIO
Soluzione 1: prezzo uniforme
Quantità acquistate dai due tipi di consumatori:
qo=Vo-p*= (3Vo-Vu)/4-c/2; qu=Vu-p*= (3Vu-Vo)/4-c/2;
Cerchiamo di ragionare in termini numerici: Vo=16€, Vu=12€ e c=4€.
Quindi:
p*=(Vo+Vu)/4-c/2=9€; qo=Vo-p*=7; qu=Vo-p*=3; Q*=10
Profitto del proprietario dell’Alpheus
1=(p*-c)Q*=50€;
Surplus dei due consumatori:
CSo=0.5(Vo-p*) qo=24.5; CSu=0.5(Vu-p*) qu=4.5
Dal valore dei surplus dei consumatori concludiamo che con una strategia di prezzo uniforme,
il proprietario del club non riesce ad estrarre completamente il surplus dei clienti.
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510/ESI1
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di primo grado (o perfetta). ESEMPIO
Soluzione 2: tariffa in due parti
Prezzo uniforme per acquisto drink: 9€
Quota solo per l’ingresso
Ao= CSo=0.5(Vo-p*) qo = 24.5 €; Au = CSu= 0.5 (Vu-p*) qu=4.5;
Profitto ottenuto con questa strategia:
2= 1 Ao+Au =50€+ 24.5€+4.5€=79€>50€= 1
Quanto sopra si riesce ad ottenere se all’entrata riesco ad eliminare il problema dell’arbitraggio
discriminando l’ingresso attraverso il controllo della carta di identità.
Il surplus dei clienti, che misura la loro disponibilità a pagare, si azzera senza che diventi negativo
– i clienti entrano nel club-.
La quota d’ingresso è indipendente dal numero di consumazioni acquistate: ciascuna
tipologia di cliente continuerà ad acquistare lo stesso numero di drink.
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511/ESI1
41
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di primo grado (o perfetta). ESEMPIO
Soluzione 3: tariffa in due parti ottima
Il proprietario riduce il prezzo delle consumazioni fino a che il prezzo uguaglia il costo
marginale pc=c’=4.
Le quantità consumate dai due consumatori sono:
qoc = (Vo-pc)=12; quc = (Vu-pc)=9;
Le nuove quote per l’ingresso sono:
Aoc= CSoc=0.5(16-4)2 = 72 €; Auc = CSuc= 0.5 (12-4) 2u=32;
Profitto ottenuto con questa strategia:
3= 104 279>50€= 1
La discriminazione di primo grado, o prezzo personalizzato, è possibile in un mercato come
quello al quale si riferisce l’esempio. Infatti, i frequentatori del club possono essere
facilmente identificati attraverso caratteristiche osservabili (l’età) . Secondo, il club può
rifiutare l’entrata a coloro i quali non pagano il costo di entrata per loro stabilito. Tuttavia,
la discriminazione potrebbe diventare del tutto impossibile nel momento in cui le
caratteristiche del consumatore non sono osservabili. In questi casi la soluzione migliore
passa per una strategia di discriminazione di prezzo di secondo grado…. ma la vedremo fra
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512/ESI1
Economialucido
dei Sistemi Industriali 1
qualche
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di terzo grado
CONSIDERAZIONI. La discriminazione di terzo grado o tariffa di gruppo è definita da tre
elementi principali. Il primo elemento riguarda le caratteristiche dei gruppi che devono
essere facilmente osservabili. Ciò implica che elementi quali età, reddito, localizzazione
geografica o livello di studio possono aiutare a definire gruppi che esprimono differenti
disponibilità a pagare. Il secondo elemento concerne la possibilità di eliminare
l’arbitraggio. Nel caso dei farmaci ciò comporterebbe il divieto di re-importare i farmaci
prodotti in USA e venduti in Canada nuovamente negli USA.
Il terzo elemento che i gruppi presentino diverse valutazioni di uno stesso bene. Le
compagnie aeree sono particolarmente abili ad applicare tale tipo di discriminazione. Si
potrebbero verificare situazioni in cui il numero di differenti tariffe pagate dai passeggeri
in classe economica su un volo è circa pari al numero di passeggeri! Una caratteristica
comune di questo tipo di discriminazione di prezzo è che viene implementata attraverso
una serie di restrizioni sulle caratteristiche del biglietto: esempio vincoli sul tempo in
anticipo con il quale il volo deve essere prenotato, se i voli possono essere modificati, il
numero di giorni tra la partenza e ritorno, etc..
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513/ESI1
42
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di terzo grado
Le grandi catene di vendita che riducono i prezzi dell’abbigliamento, alla fine della stagione
stanno tentando di applicare una discriminazione di prezzo che è funzione del tempo di
acquisto .
I consumatori di solito sono disposti a pagare di più per vedere un film in prima visione
rispetto a vederlo in un secondo momento, seconda visione, o ancora più tardi a casa
attraverso DVD affittato a casa.
In generale una volta che i diversi gruppi di consumatori sono stati identificati e separati, la
regola generale che caratterizza la discriminazione di terzo grado è evidente:
consumatori per i quali l’elasticità della domanda è bassa dovrebbero pagare un prezzo
superiore a consumatori per i quali l’elasticità della domanda è relativamente alta.
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514/ESI1
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di terzo grado
Il tariffario riportato nella Tabella 5.2. ha l'obiettivo di discriminare sulla base del reddito
l’iscrizione all’American Economic Association. Una caratteristica particolarmente
interessante di questo schema è che l'Associazione non fa alcun tentativo per verificare la
veridicità del reddito dichiarato da un potenziale socio. Quello che sembrano far valere è che
gli economisti siano onesti nel pagare in base al loro reddito. Inoltre, l'Associazione deve
anche sperare di evitare il problema arbitraggio secondo la quale i docenti giovani che pagano
un abbonamento a basso rivendano l’abbonamento ai docenti anziani che ne pagano uno alto.
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515/ESI1
43
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di terzo grado
LA TEORIA. Discriminazione di terzo grado. Il produttore conosce alcune caratteristiche
della funzione di domanda dei consumatori. L’appropriazione del surplus è parziale ed
avviene sfruttando le caratteristiche note. In altri termini, il monopolista produce un solo
bene e può dividere la domanda aggregata in m gruppi o mercati in base a variabili esogene
(età, sesso, occupazione, etc.). Gli m gruppi hanno domande distinte che sono note al
monopolista. Non ci può essere arbitraggio fra i vari gruppi, ma non è possibile
discriminare all’interno di uno stesso gruppo. I precedenti concetti possono essere
formalizzati mediante un modello del tutto simile a quello visto nel caso di un monopolio
multi-prodotto con domande e costi indipendenti:
prezzo di vendita ai consumatori del gruppo i (i=1,2,…,m)
pi
qi=qi(pi) quantità domandata dal gruppo i (i=1,2,…,m)
m
Q   qi
quantità complessivamente domandata
i 1
c=c(Q) costi totali sostenuti dal monopolista
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516/ESI1
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di terzo grado
La funzione di profitto per la produzione degli m ―beni‖ è data da :
m
   piqi  ci qi 
i 1
Imponendo le condizioni del primo ordine otteniamo:

 
.....
 p  0

 1
.....
.....


p  c' q 
p q
1
 

 0  L i  i i i   i i 


p
p

q
p

i
i
i
i
i


.....



   0 ........
 p m


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517/ESI1
44
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di terzo grado
Un esempio di discriminazione di prezzo
Elasticità Domanda trasporto passeggeri
Prima Classe
Economica Ordinaria
Turistica
prezzo
0.3
0.4
0.9
Tariffa volo New York – Los Angeles
Prima Classe
Economica Ordinaria
Turistica
Costo
2000
1200
500
reddito
1.2
1.2
1.8
Fonte: New York Times 1987.
518/ESI1
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Economia dei Sistemi Industriali 1
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di secondo grado
Come osservato nei lucidi precedenti la discriminazione di primo grado potrebbe non essere
possibile se ad esempio la variabile per discriminare fosse il reddito. Se infatti si fissasse un
tariffa di accesso pari a 72€ per i ricchi(over) e 32€ per i meno ricchi(under). I ricchi
avrebbero incentivo a non dichiararsi come tali ottenendo un guadagno (il prezzo di vendita
del drink è di 4€).
Supponete che il monopolista adotti una strategia basata sul block-price e caratterizzata da
p
p
due schemi tariffari:
ricchi (r)
meno ricchi (mr)
a) entrata più 12 drink a 120€;
16
b) entrata più 8 drink a 64€.
La risposta è no.
12
32
8
32
32
8
4
32
c’
16
8
32
12
qo
8
qu
Ai ricchi conviene dichiararsi meno ricchi ottenendo un guadagno rispetto al block price in a)
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519/ESI1
45
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di secondo grado
Supponete di servire solo il mercato più remunerativo(ricchi) con un block price (72€, 12)
mostriamo che questa strategia potrebbe non convenire. Infatti, se fissasse un block price pari
a (64€, 8) servirebbe entrambi i mercati ottenendo un profitto:
32x(Nr+Nmr);
Se si usasse la prima tariffa, quella per i ricchi, il profitto sarebbe pari a:
72xNr
p
p
ricchi (r)
meno ricchi (mr)
Da cui la seconda strategia e
16
Più conveniente se:
32xNmr>40xNr
12
32
Ovvero se:
8
Nmr/Nr>40/32=1.25
32
32
8
4
32
c’
16
8
32
12
qo
8
qu
Il problema è che una volta che si perde la possibilità di identificare i due tipi di consumatori
per prevenire l’arbitraggio l’estrazione completa del surplus diventa difficile.
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520/ESI1
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di secondo grado
Tuttavia anche in questi casi è possibile, per il monopolista, adottare una strategia di prezzo che permette
al monopolista di far rivelare al consumatore la sua disponibilità a pagare e quindi consente la separazione
dello stesso da altri consumatori. Tale strategia è chiamata discriminazione di prezzo di secondo grado o
menu pricing. Torniamo all’esempio…
Il proprietario dell’Alpheus ha ormai chiaro
che introducendo le due tariffe (120€, 12) e
(64€, 8) i consumatori più ricchi non
p
p
ricchi (r)
meno ricchi (mr) sceglierebbero la tariffa per loro pensata.
Adottando infatti la tariffa dei meno ricchi
16
avrebbero garantito un surplus di 32€.
A questo punto il proprietario può rendere
12
32
indifferenti i ricchi rispetto al surplus che
8
otterrebbero scegliendo la tariffa per i meno
ricchi (32€) ma garantendo un consumo di 12
32
drink: (88€, 12). In questo caso il proprietario
32
8
c’ aumenta il profitto per i ricchi: 88€4
(4€x12)=40€ contro i 32€. Chiaramente i
32
16
32
meno
ricchi
non
scelgono
questa
combinazione visto che la disponibilità a
12 16 qo
8 12
qu
8
pagare per 12 drink è di 72€
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521/ESI1
46
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di secondo grado e tariffa in due parti
Il produttore non conosce le caratteristiche della funzione di domanda dei consumatori.
L’appropriazione parziale del surplus avviene mediante meccanismi di autoselezione.
p
p*
p
Funzione di domanda
non nota
p**
1
p’ CS
p’
q
q’
Consumatore 1
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CS2
q’’
q
Consumatore 2
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522/ESI1
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di secondo grado e tariffa in due parti
Il produttore ha ridotte informazioni sulle preferenze e quindi sulle funzioni di domanda
dei consumatori. La soluzione a questo problema consiste nel preparare piani tariffari
differenti e o effettuare particolari combinazioni prezzo/prodotto (sconti). In particolare, il
monopolista potrà fissare una tariffa in due parti ―semplice‖:
T=A+pq
O una tariffa in due parti ―doppia‖:
T1  A1  p1  q

T2  A 2  p 2  q
Consideriamo il primo caso e cerchiamo di capire graficamente in che modo individuo la
parte fissa A e il prezzo p.
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523/ESI1
47
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di secondo grado e tariffa in due parti
Il monopolista sceglie una sola tariffa in due parti:
 può fissare una tariffa ove il premio fisso è CS2 e il prezzo e p*
 può fissare una tariffa ove il premio fisso è CS1 e il prezzo e p*
p
p
p*
p*
p**
CS1
CS2
p*
q
q’’
q
q’
Consumatore 2
Consumatore 1
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524/ESI1
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di secondo grado e tariffa in due parti
Fissato p* (per esempio uguale a C’) posso scegliere la parte fissa come il minimo tra tutti i
surplus dei consumatori:
A  min i CSi 
In questo modo, sono certo che tutti i consumatori acquisteranno.
p
p*
p
p**
p* CS
1
2
p* CS
q’
Consumatore 1
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q’’
q
q
Consumatore 2
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525/ESI1
48
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di secondo grado e tariffa in due parti
Un esempio per questo tipo di discriminazione è dato dall’ingresso nei Luna Park. Si fissa un
biglietto di entrata (parte fissa) più un prezzo per ogni corsa effettuata (parte variabile). Una
situazione analoga la si trova nello schema tariffario adottato per accedere ai centri sportivi.
OSSERVAZIONE:
Il risultato ottenuto presuppone che il monopolista serva entrambi i mercati: ciò avviene solo
se il profitto derivante dal servire entrambi i mercati è superiore rispetto al profitto derivante
dal servire solamente il mercato ―più ricco‖. Ma, attenzione…………..
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7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di secondo grado e tariffa in due parti
Le tariffe in 2 parti sono semplici e diffuse. Tuttavia, un monopolista che voglia evitare il
problema dell’arbitraggio può utilizzare schemi tariffari simili al precedente, ma leggermente più
complessi. Concettualmente il monopolista dovrà predisporre di piani tariffari che siano tali da:
a) garantire il consumo del bene,
b) ridurre al minimo le possibilità che i consumatori effettuino arbitraggio.
Le tariffe in due parti doppie rispondono alle precedenti esigenze:
T1  A1  p1  q

T2  A 2  p 2  q
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49
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di secondo grado e tariffa in due parti
La composizione delle tariffe in due parti doppie:
S
p
e
s
a
T1
S
p
e
s
a
T2
q
q
In generale i consumatori che presentano maggiore consumo sono disposti a pagare una
parte fissa, A, più elevata ed una ―unitaria‖, p, più bassa.
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7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di secondo grado e tariffa in due parti
La composizione delle tariffe in due parti doppie: un esempio
Nel 1996 il mercato della telefonia mobile inglese era caratterizzato da quattro
operatori:Vodaphone, Cellnet, Orange e One2One. La One2One nell’ottobre dello stesso anno
presentò i seguenti schemi tariffari
Canone Mensile
Costo per scatto nel Week-end
One2One Bronze
£ 17.50
29p
One2OneGold
£ 36
18p
Fonte. Cabral L.M. B. Introduction to Industrial Organization. MIT Press. 2000
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50
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di prezzo: esempio
Anche TIM ha una propria offerta per acquistare iPhone 4S. Le
modalità disponibili sono due: con ricaricabile oppure in
abbonamento. La caratteristica di Telecom Italia Mobile è quella di
non prevedere alcun contributo iniziale. Ecco i diversi piani tariffari:
Tutto Smartphone: questo piano prevede navigazione Internet
senza limiti di tempo, chiamate e SMS verso tutti a 9 centesimi e il
prezzo è di 10 euro al mese, a cui vanno aggiunti altri 20 euro per
l’iPhone 4S da 16 GB e 25 per quello da 32 GB.
Tutto Smartphone Messaging: anche questo piano prevede
navigazione Internet senza limiti di tempo e chiamate verso tutti a 9
cent, ma in più ci sono 1000 SMS e MMS compresi. Il costo sale a
10 euro al mese, a cui vanno aggiunti i soliti 20 euro per l’iPhone 4S
da 16 GB e 25 per quello da 32 GB.
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530/ESI1
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di prezzo: esempio
Tutto Compreso 500: questo piano prevede 500 minuti di chiamate verso
tutti a 29 euro al mese (19 se si passa a TIM), a cui vanno aggiunti la
navigazione Internet senza limiti di tempo a 10 euro al mese e altri 12,5
euro per l’iPhone 4S da 16 GB e 15 per quello da 32 GB.
Tutto Compreso 1000: questo piano prevede 1000 minuti di chiamate verso
tutti a 49 euro al mese (29 se si passa a TIM), a cui vanno aggiunti di nuovo
la navigazione Internet senza limiti di tempo a 10 euro al mese e altri 12,5
euro per l’iPhone 4S da 16 GB e 15 per quello da 32 GB.
Tutto Compreso 1500: questo piano prevede 1500 minuti di chiamate verso
tutti a 69 euro al mese (39 se si passa a TIM), a cui vanno aggiunti ancora la
navigazione Internet senza limiti di tempo a 10 euro al mese e altri 12,5
euro per l’iPhone 4S da 16 GB e 15 per quello da 32 GB.
Che tipo di discriminazione effettua il monopolista e che tipo di
strategie di prezzo impiega?
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51
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di prezzo: il caso del trasporto aereo
Il trasporto aereo passeggeri rappresenta un utile caso di studio per comprendere come la
discriminazione dei prezzi sia largamente utilizzata, quando possibile nella realtà.
Il trasporto aereo è un servizio che presenta una notevole complessità. Tuttavia è possibile
identificare alcune importanti caratteristiche dal lato della domanda e dell’offerta.
Offerta. Nel trasporto aereo essa viene predisposta con largo anticipo rispetto al momento
della vendita, non è immagazzinabile ed ha un andamento discontinuo (che dipende dal tipo di
aeromobile prescelto e dal numero di voli operati sulla rotta).
Domanda. Le finalità sottese al trasporto aereo possono essere le più disparate. Tuttavia,
possiamo fare una prima distinzione tra passeggeri di tipo business e leisure. Questo permette
di identificare all'interno della domanda potenziale tipologie di passeggeri che presentano
caratteristiche, preferenze ed elasticità rispetto al prezzo e al tempo, più in generale
articolazione del servizio, sensibilmente differenti.
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7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di prezzo: il caso del trasporto aereo
Le due precedenti osservazioni sulla domanda e sull’offerta implicano le due seguenti
strategie di base da parte di un vettore di trasporto aereo:
a) la predeterminazione della quantità di posti offerti sulla rotta impone al vettore di
ottenere il massimo riempimento possibile dell'aeromobile;
b) la presenza di segmenti di domanda contraddistinti da caratteristiche molto diversesuggerisce alla compagnia di attuare una opportuna discriminazione di prezzo, che
consenta di avvicinarsi il più possibile al prezzo di riserva di ciascuna tipologia di
consumatori.
Osservazione. Occorre ricordare che la discriminazione di prezzo presuppone
l'omogeneità del servizio offerto, dal punto di vista del vettore, in termini di equivalenza
del costo marginale ed è possibile è soltanto in assenza di un mercato secondario. Questo
ultimo ―problema‖, che prende il nome, come abbiamo visto di arbitraggio, è garantita
dall'emissione di biglietti nominativi e non cedibili (non endorsable).
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52
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di prezzo: il caso del trasporto aereo
Poniamo ora la nostra attenzione sulle caratteristiche della domanda. Infatti, la differenza
fondamentale fra i clienti di tipo business e leisure risiede nella loro ―sensibilità‖ a due
elementi, caratteristiche, fondamentali nel trasporto aereo: il prezzo e il tempo.
I consumatori di tipo time sensitive, spesso denominati anche business, sono particolarmente
interessati alla flessibilità del servizio. Infatti, il bisogno sotteso al viaggio aereo, tipicamente
di carattere professionale, deve essere soddisfatto in un preciso luogo e in un determinato
momento. La scarsa elasticità, rispetto al prezzo, della domanda di tali tipi di consumatori
dipende:
a) dalla impossibilità di utilizzare una rotta assimilabile o fare ricorso ad una modalità
alternativa di trasporto, che consenta di raggiungere la meta e di ritornare in tempi e modi
compatibili con le esigenze professionali,
b)da una forma di asimmetria contrattuale, tale per cui il fruitore del viaggio spesso non
coincide con il soggetto che ne sopporta i costi.
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7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di prezzo: il caso del trasporto aereo
Da un punto di vista teorico il caso del trasporto aereo rientra in parte nella discriminazione di
terzo tipo e in parte in quella di secondo tipo. In particolare:
a) la discriminazione di terzo tipo viene praticata attraverso la previsione di tariffe particolari
per determinate classi di passeggeri, quali bambini (prezzi per child e infant), gruppi e altre
categorie minori (militari, clero, sportivi).
a) La discriminazione di secondo tipo, che maggiormente rileva nell'ambito del meccanismo
di pricing strategico, è attuata attraverso la definizione di classi di prenotazione, alle quali
corrispondono particolari regole tariffarie, che incidono sulla qualità del servizio offerto,
eminentemente in termini di flessibilità nella fruizione.
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7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di prezzo: il caso del trasporto aereo
Dalla precedente tabella è immediato osservare come, nell'ambito dell'articolazione tariffaria,
sono individuabili, da un lato, tipologie di biglietto che identificano un diverso contenuto di
servizio; dall' altro lato, classi di prenotazione che riguardano il medesimo servizio ma
comportano differenti modalità di fruizione.
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7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di prezzo: il caso del trasporto aereo
Le politiche di tariffazione o di revenue management sono legate a due fasi fondamentali
quella del pricing e seat allocation.
Il pricing costituisce il momento strategico in cui il vettore definisce il menù di offerta,
vale a dire i prodotti (classi di prenotazione) proposti alla vendita. Ad ogni classe di
prenotazione corrisponde una modalità di fruizione del servizio - definita dalle regole
tariffarie - ed un prezzo di riferimento.
La seat allocation ha una connotazione più tattica, dal momento che ha la funzione di
applicare i prodotti di pricing a ciascun volo, incidendo sul numero di posti venduti per
ciascuna classe di prenotazione, mediante la gestione dell' apertura e chiusura delle singole
classi, con 1'obiettivo di massimizzare la redditività.
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7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di prezzo: il caso del trasporto aereo
Il problema della compagnia aerea sotteso a questa strategia è quello di contemperare due
vincoli che, agendo in direzione opposta, condizionano l'efficacia della discriminazione.
Dall' altra parte, il "vincolo di partecipazione“ comporta che ogni
consumatore sia incentivato ad acquistare il biglietto (ovvero a servirsi
della compagnia aerea), avendo trovato una proposta tariffaria inferiore al
proprio prezzo di riserva per quel tipo di servizio (participation
constraint).
Da una parte, il "vincolo di incentivazione" richiede che ogni tipologia
di consumatore scelga la tariffa disegnata dal vettore sulla base di
caratteristiche associate a quella specifica tipologia (incentive
compatibility constraint).
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7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di prezzo: il caso del trasporto aereo
Il vincolo di incentivazione e quello di partecipazione se non correttamente gestiti possono
portare a situazioni in cui il vettore si troverà nella situazione in cui una parte del target di
domanda non acquista (se fallisce il "vincolo di partecipazione"), ovvero subirà fenomeni
cd. di dilution o slide over (se non viene soddisfatto il "vincolo di incentivazione"), che
possono vanificare l'obiettivo di discriminazione tariffaria.
Si ha dilution quando un passeggero riesce a collocarsi in una classe di
prenotazione non destinata al proprio segmento di appartenenza e di prezzo
inferiore, ottenendo comunque caratteristiche del servizio coerenti con le proprie
preferenze. Il fenomeno della dilution è possibile grazie alla situazione di
interdipendenza esistente fra i mercati considerati (time sensitive e price
sensitive).
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55
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di prezzo: il caso del trasporto aereo
In assenza di interdipendenza fra mercati (assunzione alquanto irrealistica in riferimento al
caso del trasporto aereo), non si avrebbero per definizione fenomeni di opportunismo, dal
momento che i consumatori preferirebbero sempre un tipo di servizio rispetto all'altro, a
prescindere dal prezzo, e, pertanto, l'attività di pricing da parte delle compagnie aeree
risulterebbe meno complessa. L'articolazione in classi di prenotazione, caratterizzate da
diversi vincoli di fruizione, risponde pertanto ad una strategia attraverso la quale le
compagnie aeree cercano di segmentare i mercati riducendone il grado di interdipendenza.
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7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di prezzo: il caso del trasporto aereo
Cerchiamo di comprendere il fenomeno della diluition utilizzando le curve di indifferenza.
Dove sulle ascisse riportiamo il prezzo e sulle ascisse la rigidità del consumatore in funzione
del piano tariffario
Il consumatore ―rosso‖ è un
tipico consumatore business
mentre
quello
―blu‖
è
chiaramente un leisure.
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541/ESI1
56
7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di prezzo: il caso del trasporto aereo
B
La ―diluition‖ potenziale si
verifica nelle aree B\M, B\L,
B\M\L
M
L
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7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di prezzo: il caso del trasporto aereo
Il vettore si confronta con la 'spezzata soglia e deve
adottare combinazioni di prezzo/rigidità che si situino
in prossimità dei punti di intersezione - ossia (O, PB)
per la clientela time sensitive, (PM,rM)per la categoria
intermedia e (PL,rL)per il segmento price sensitive.
Infatti, le tariffe PB , PM e PL corrispondono al prezzo
di riserva di ciascuna tipologia di clientela - essendo il
prezzo massimo che i consumatori di quel segmento
sono disposti a pagare -, mentre i livelli di rigidità O,
rMe rL sono quelle idonee a indirizzare le diverse
tipologie di clientela verso il proprio prezzo di riserva,
determinando un meccanismo di autoselezione
ottimale ai fini di una discriminazione di secondo
livello.
Tariffe ottime: PB, PM, PL
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7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di prezzo: il caso del trasporto aereo
Torniamo ora alla gestione tattica. Una volta definiti i piani tariffari occorre procedere alla
vestizione dell’aereo, ovvero, alla seat allocation.
Poiché l'offerta di posti del singolo volo è limitata, è necessario che il vettore privilegi la
clientela disposta ad acquistare biglietti relativi alle classi di prenotazione maggiormente
redditizie. In assenza di perfetta informazione circa 1'entità dei diversi segmenti di domanda,
il vettore deve proporre anche classi di prenotazione meno remunerative, giacché non è in
grado di sapere se la sola domanda time sensitive è sufficiente a saturare 1'offerta. Nel caso
limite in cui ritenesse di poter saturare la capacità offerta soltanto rivolgendosi alla clientela
time sensitive, la compagnia aerea non avrebbe alcun interesse a stimolare i segmenti di
domanda meno redditizi e quindi potrebbe decidere di non mettere a disposizione neppure un
posto alle classi di prenotazione meno costose.
Lo sviluppo temporale della domanda:
la clientela time sensitive tende a manifestarsi soltanto in prossimità della partenza, mentre i
segmenti di clientela meno remunerativi, vale a dire quelli price sensitive, sono disponibili ad
acquistare con largo anticipo per usufruire delle tariffe più vantaggiose.
Rischi. Non riempire l’aero o riempirlo dei segmenti di domanda meno remunerativi:
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7. Il Monopolio e la discriminazione di prezzo
Discriminazione di prezzo: il caso del trasporto aereo
L’attenuazione del ―rischio‖ avviene utilizzando diversi strumenti.
Innanzitutto è possibile distinguere tra collegamenti di tipo principalmente business e tratte di
tipo leisure. Ai primi è associata una aspettativa di redditività media superiore, data la
prevalente presenza di clientela time sensitive, che consente al vettore di limitare la
disponibilità di biglietti a tariffa inferiore, avendo la ragionevole aspettativa di poter collocare
successivamente un rilevante numero di biglietti alle tariffe più alte, in prossimità della
partenza.
Se le vendite dei biglietti alle tariffe più basse risultano superiori alle vendite attese a quella
data, l'operatore - route controller - può decidere di chiudere le classi di prenotazione più
convenienti e lasciare aperte quelle a tariffa elevata, per verificare se nelle classi più redditizie
vi siano potenzialità di vendita maggiori del previsto. Se poi il tentativo non avesse successo, il
vettore potrebbe decidere di riaprire classi a tariffa inferiore, per stimolare la domanda.
Con la seat allocation la compagnia aerea procede per adattamenti successivi, con l'obiettivo di
associare il maggior numero possibile di passeggeri alle classi più remunerative, senza tuttavia
rinunciare ad acquisire un certo numero di passeggeri price sensitive, importanti per
l'ottenimento di un loadfactor soddisfacente.
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