CAPITOLO 12 Positivismo Il positivismo è un movimento filosofico e culturale che nasce in Francia nella prima metà dell’Ottocento. Il termine positivo ha due significati: 1) ciò che è reale, sperimentale in opposizione all’astratto; 2) fecondo, pratico e efficace. Il positivismo è una celebrazione della scienza con una serie di convinzioni di fondo: La scienza è l’unica conoscenza possibile e il metodo della scienza è l’unico valido. La metafisica è prima di valore La filosofia coincide con l’enunciazione dei principi comuni alle varie scienze. Il metodo della scienza va esteso a tutti i campi: la sociologia assume molta importanza Il progresso della scienza rappresenta lo strumento per una riorganizzazione globale della vita in società. Il positivismo nella sua prima fase si pone come proposta di superamento di una crisi sociopolitica e culturale. Nella seconda fase si presenta come riflesso e stimolo di un progresso. Il decollo del sistema industriale, della scienza, della tecnica determina un clima di fiducia. Questo ottimismo si traduce in un vero e proprio culto per il pensiero scientifico e tecnico. Il positivismo esalta la figura dello scienziato. Il positivismo è l’espressione culturale delle speranze e dell’ottimismo che ha caratterizzato tutto un tratto della storia moderna. Esso si sviluppa nelle nazione che appaiono all’avanguardia del progresso industriale e appare anche come l’ideologia tipica della borghesia liberale dell’Occidente. Il positivismo si configura come una ripresa originale dell’illuminismo. Le loro somiglianze sono: Fiducia nella ragione e nel sapere, come strumenti di progresso Esaltazione della scienza a scapito della metafisica Visione laica Le principali differenze sono: il momento storico diverso e la minor carica polemica dei positivisti, portati a considerare le vecchie forme culturali come realtà anacronistiche destinate ad essere spazzate via dal progresso, mentre gli illuministi hanno dovuto combattere contro forze culturali e sociali ancora dominanti facendosi promotori della borghesia. Inoltre l’illuminismo è tendenzialmente rivoluzionario, mentre il positivismo è antirivoluzionario. Mentre gli illuministi sono indirizzati ad una fondazione critica della scienza i positivisti ritengono che il compito della filosofia sia quello di ordinare il quadro complessivo delle scienze o di proporre una sintesi unificatrice. Inoltre l’illuminismo appare lontano da una dogmatizzazione dei poteri della scienza, mentre il positivismo si nutre di un esplicita assolutizzazione della scienza. Le differenze col romanticismo sono: il romanticismo nasce in Germania in relazione ai problemi suscitati da Kant, il positivismo in Francia e si riconnette all’illuminismo. Il primo parla in termini di filosofia speculativa e di spirito e di dialettica, mentre il secondo in termini di scienza umanità e progresso. Il primo si afferma in una società dove non c’è stata la rivoluzione borghese, mentre l’altro esprime gli interessi e le ideologie della borghesia. C’è anche una analogia tra positivismo e romanticismo. il positivismo si rivela come il romanticismo della scienza ossia come l’infinitizzazione del sapere positivo assunto ad unica verità: come i romantici caricavano la filosofia di significati assoluti i positivisti attribuiscono alla scienza questi significati assoluti. Ci sono principalmente due forme di positivismo: quello sociale di Comte, Saint Simon e Mill e quello evoluzionistico di Spencer. © Federico Ferranti www.quintof.com