A Aureliano Pacciolla Mara Romiti Marianna Pacciolla Personalità, pedofilia e DSM– Come i sex offenders raccontano le loro storie Presentazione di Nicolò Marcello D’Angelo Postfazione Cristina Bresciani, Francesco Catozzella Copyright © MMXVI Aracne editrice int.le S.r.l. www.aracneeditrice.it [email protected] via Quarto Negroni, Ariccia (RM) () ---- I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. I edizione: agosto Indice Presentazione di Nicolò Marcello D’Angelo Introduzione Parte I Personalità, parafilie e DSM– Capitolo I Personalità e DSM– .. Premessa, – .. Definizione di disturbo di personalità, – .. Il funzionamento della personalità, – .. I tratti di personalità, – .. Il PID– test, – .. Conclusione, – Allegati (scaricabili on–line), . Capitolo II Diagnosi qualitativa della personalità e DSM– .. Premessa, – .. Il punto di vista di Paris, – .. Il punto di vista di Wright, – .. La diagnosi sui self–report nel DSM–, – .. DSM– e diagnosi multi–dimensionale, – .. Questioni specifiche sui DP nel DSM–, – .. Conclusione, . Capitolo III Personalità, parafilie e pedofilia .. Premessa, – .. Le parafilie nel DSM–, – .. Chiarimenti e specificazioni sulle parafilie nel DSM–, – .. Dimensione psicogiuridica delle parafilie, – .. L’accertamento della pedofilia e la diagnosi di Disturbo Pedofilico, – .. Chiarimenti e specificazioni sul Disturbo Pedofilico, – .. Conclusione, – Allegati (scaricabili on–line), . Indice Parte II Tre ricerche sui sex offenders Capitolo I Prima ricerca .. Premessa, – .. TAT e personalità, – .. Meccanismi di difesa e TAT, – .. Stili di personalità e T.A.T., – .. Conclusioni sulla prima ricerca, – .. Conclusione, – Allegati (scaricabili on–line), . Capitolo II Seconda ricerca .. I soggetti della ricerca, – .. Conclusioni sulla seconda ricerca, . Capitolo III Terza ricerca .. Premessa, – .. Il SAC, questionario sul “Senso di Appartenenza e Condivisione”, – .. Risultati del TCI e del SAC, – .. Commento dei risultati emersi al TCI e al SAC, – .. Risultati al Test del Chi Quadro, – .. Prima conclusione della terza rierca, – .. Il TAT, Thematic Apperception Test, – ... Commento dei risultati emersi, – .. Conclusioni della terza ricerca, – Allegati (scaricabili on–line), . Capitolo IV Sintesi conclusiva delle tre ricerche .. Discussione, – .. Conclusione, . Parte III Abusi sessuali, diritto canonico e pedopornografia Capitolo I Pedofilia e clero cattolico .. Introduzione, – ... Aggiornamenti della Chiesa Cattolica in tema di pedofilia, – .. Il Congresso Verso la guarigione ed il Rinnovamento, – .. Le linee guida per i casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici (CEI – gennaio ’), – .. Conclusione, . Indice Capitolo II Abusi sessuali e legislazione ecclesiastica .. Cos’è l’abuso sessuale nel diritto canonico, – .. Deroghe e cambiamenti, – ... Come procedere nei suddetti casi?, – .. Il caso italiano: concordato, costituzione e codice penale, – ... La “dispensa” dall’obbligo di denuncia da parte dei Vescovi e l’art. c.p., – ... La facoltà per i Ministri di culto di astenersi dal deporre in dibattimento e l’esenzione dal dovere di esibizione di atti, documenti e altri materiali ex art. c.p.p. e , comma , c.p.p., – ... La responsabilità civile della Curia per danni derivanti dai reati di violenza sessuale, – .. La CDF (congregazione per la dottina della fede), i delicta graviora, – .. Attuali procedure e prassi della CDF in materia di abusi sessuali, – .. Principi guida, notitia criminis e investigatio praevia, – .. La comunicazione del caso alla CDF, – Allegati (scaricabili on–line), . Capitolo III La pedopornografia Conclusione Postfazione di Cristina Bresciani, Francesco Catozzella Presentazione N M D’A∗ I comportamenti deviati insiti in ogni contesto sociale e nelle più disparate forme di aggregazione, trovano in questo sforzo editoriale di Aureliano Pacciolla (et al.) un interessante analisi che si fonda sul doppio binario del dato esperienziale e dell’approccio scientifico. In tanti anni di carriera di poliziotto, vissuta all’insegna dell’aderenza con il territorio e, conseguentemente, vicina a varie problematiche, ho potuto apprezzare il valore aggiunto che può derivare dall’incontro intelligente del mondo della sicurezza con quello accademico. Non vi è dubbio, infatti, che il concetto di “maggior sicurezza” non debba mai essere associato a quello di “più Polizia”, spesso frettolosamente indicato come soluzione unica a situazioni di deterioramento sociale. Va piuttosto ricercato e sviluppato un approccio sistemico in cui l’istituzione Polizia — che nel modello italiano si declina attraverso la coesistenza di una pluralità di Forze e Corpi facenti parte del sistema della sicurezza nazionale — acquisisce capacità di interagire con enti pubblici esponenziali delle realtà territoriali, sviluppa forme di partenariato con enti privati e, non ultimo, fa crescere in se la capacità di conoscersi, studiarsi, auto–criticarsi con il preciso obiettivo di crescere e mantenere alto il livello di risposta ai cittadini. In questo libro sono illustrati esempi in cui le forze di Polizia, la Magistratura e la Psicologia si sono integrate in maniera efficace sul fronte della polizia di contrasto al crimine che poggia sull’attività di polizia giudiziaria. Si tratta di un modello vincente. È per questo che, nell’ambito della Questura di Roma, che ho l’onore di presiedere, si sta cercando di mettere l’esperienza operativa al servizio della ricerca ed i risultati di questa a disposizione della formazione. Sono in atto esperienze didattiche attraverso lezioni nei master di psicologia delle emergenze, psicologia giuridica da parte di operatori esperti e stage direttamente presso la sede della Questura. ∗ Questore di Roma. Presentazione In termini prospettici sono molteplici i campi di indagine sui quali l’agire di polizia e la psicologia possono avviare progettualità di analisi e formazione in grado di assicurare indubbi progressi nel campo della prevenzione. Alcuni esempi sono già in fase di avanzato sviluppo come nel caso dell’importante ricerca condotta su un campione di oltre persone, frequentatori dello Stadio Olimpico di Roma, relativamente alla percezione delle misure varate nell’ambito del nuovo modello organizzativo dello “Stadio Olimpico”. L’obiettivo è stato quello di migliorare gli standard di sicurezza, all’interno ed all’esterno dello stadio, attraverso l’acquisizione di contributi diretti dei tifosi, sia per avere un report della reale percezione delle nuove misure in atto, sia per valutare possibili suggerimenti che ne migliorino l’efficacia preventiva. Non può sfuggire a nessuno, infatti, che il tema dei comportamenti violenti connessi a manifestazioni sportive non lascia indenne alcuna realtà né alcun paese, come hanno dimostrato anche i recenti campionati europei in Francia. Peraltro anche le più recenti analisi ci confermano come, nel contesto di un significativo abbattimento degli incidenti a livello nazionale, le maggiori criticità si sono registrate negli incontri internazionali che hanno visto alcune tifoserie straniere, principalmente dell’est Europa, creare vere e proprie difficoltà per la gestione dei servizi di Ordine e Sicurezza Pubblica. In sintesi, garantire la sicurezza è un dovere di tutte le professioni di aiuto e tale concetto è asportabile anche al contesto internazionale che non può più sottrarsi a confronti aperti e franchi su tematiche che travalicano i confini domestici. Dunque le Forze dell’Ordine insieme agli psicologi devono saper affrontare, con il metodo dell’approccio sistemico, tutte le sfide che nascono da comportamenti deviati del vivere sociale. Con la descritta chiave di lettura, questo nuovo libro sulla personalità e la pedofilia assume una particolare rilevanza per la formazione sia degli psicologi che dei poliziotti. È infatti la dimostrazione che la conoscenza empirica della polizia, unita alla conoscenza clinica degli psicologi, può risultare una importante chiave di lettura e comprensione strumentali al contrasto di un gravissimo fenomeno che ha dimensioni planetarie. La prima parte di questo libro analizza i più recenti studi sulla personalità e gli strumenti di indagine psicologica che verranno poi applicati nelle tre ricerche presentate nella seconda parte. Come è Presentazione ovvio aspettarsi, le conclusioni di queste ricerche su soggetti detenuti per reati sessuali su minori non possono essere definitive ma di certo — nel loro insieme — si possono considerare come delle ipotesi abbastanza probabili oppure dei nuovi punti di partenza per ulteriori ricerche. Nei precedenti due volumi — Abuso sessuale e Pedofilia — (di Aureliano Pacciolla e Italo Ormanni — con i quali ho lavorato su diversi casi giudiziari) erano state studiate alcune problematiche specifiche come le correlazioni con la Chiesa Cattolica e la pedopornografia. Anche in questo volume, nella terza parte, vengono considerate in modo aggiornato le procedure previste dal Diritto Canonico in questi casi e alcune procedure per il controllo della pedopornografia. Introduzione La maggior parte delle ricerche effettuate sui pedofili non sono state fatte su persone con una diagnosi di Disturbo Pedofilico. In effetti sono soggetti cosiddetti sex offenders oppure serial sex offenders (detti anche “predatori” sessuali recidivi o seriali). Una domanda importante sia dal punto di vista metodologico e sia per l’interpretazione dei risultati è la seguente: perché generalmente si studiano i sex offenders seriali per poter studiare i pedofili? Per studiare la personalità dei pedofili non sarebbe logico studiare direttamente coloro che soddisfano la diagnosi clinica di Disturbo Pedofilico (ora, secondo i criteri del DSM–)? La risposta è affermativa ma questo è praticamente impossibile. Infatti, reperire un campione di soggetti che soddisfano in pieno la diagnosi di Disturbo Pedofilico con dimostrabilità scientifica è quasi impossibile per almeno tre motivi: a) la non obiettivabilità dei criteri ; b) la negazione dei soggetti ; c) l’egosintonia . . Infatti, dal DSM–III–R () al DSM–IV–TR , per una diagnosi clinica di pedofilia (F. Pedofilia [.]) il primo criterio diagnostico necessario è: « Durante un periodo di almeno mesi, [ha avuto] fantasie, impulsi sessuali, o comportamenti ricorrenti, e intensamente eccitanti sessualmente, che comportano attività sessuale con uno o più bambini prepuberi (generalmente di anni o più piccoli) » (criterio A). Il secondo criterio per diagnostico necessario per la diagnosi clinica di pedofilia è: « La persona ha agito sulla base di questi impulsi sessuali o gli impulsi o le fantasie sessuali causano considerevole disagio o difficoltà interpersonali ». (criterio B). Le novità del DSM– saranno trattate a parte ma per quanto riguarda la ricerca, nella sostanza, non è cambiato nulla. . A parte i comportamenti esterni obiettivabili con prove e testimonianze, le fantasie e gli impulsi sessuali sono facilmente negabili perché fanno parte della realtà interna al soggetto. Infatti nessun pedofilo ha mai ammesso (se non rarissime eccezioni motivati da sconti di pena o da altri presunti vantaggi) che « durante un periodo di almeno mesi, [ha avuto] fantasie e impulsi sessuali [. . . ] bambini prepuberi ». Anche in futuro nessun imputato capace di intendere e volere potrà mai ammettere questo criterio A per una diagnosi di pedofilia. Inoltre, nessuno con una ipotesi di reato di pedofilia ammetterà mai il criterio B per la diagnosi di pedofilia; ossia che « ha agito sulla base di questi impulsi sessuali o gli impulsi o le fantasie sessuali causano considerevole disagio o difficoltà interpersonali ». . Per “egosintonia” si intende la particolare percezione sintomatologica come non– Introduzione Soprattutto per questi tre motivi diventa praticamente impossibile avere in tutto il mondo un campione congruente di soggetti con diagnosi di pedofilia. Per questo le ricerche sulla personalità dei pedofili scarseggiano e il campione più prossimo è costituito dai soggetti recidivi con condanna definitiva per l’art. quater (abuso sessuale su minore). Questa tipologia di soggetti può essere reperita solo in istituti di pena ma anche in alcuni rarissimi casi di psicoterapia privata . Questa è la condizione della quasi totalità dei ricercatori psicologi o psichiatri di tutto il mondo che cerca di studiare la personalità dei soggetti con diagnosi di pedofilia. Ovviamente, la conoscenza clinica molto scarsa si ripercuote sulle difficoltà ad avere un protocollo di intervento per il trattamento e la prevenzione delle ricadute. Un chiarimento. Spesso si usano come sinonimi “abusante sessuale seriale di minori” (child abuser, serial sex offenders of underaged) e “pedofilo”. Una delle differenze sostanziali sta nella soddisfazione dei criteri per una diagnosi di Disturbo Pedofilico (vedi le note a piè pagina nn. , e ) e questo implica una certezza non assoluta sulla autenticità del campione. Per esempio, volendo fare una ricerca sulla struttura di personalità di un paziente con una qualunque diagnosi di ansia o di depressione non avremmo il problema della autenticità del campione. È piuttosto facile fare una diagnosi di un disturbo d’ansia e/o depressione; o per lo meno i soggetti non avrebbero motivo di mentire sui propri sintomi, sulla loro frequenza e sulla loro incapacità di compensare da soli questi disturbi. Non è la stessa cosa con i presunti pedofili o con coloro che soddisfano i criteri di Disturbo Pedofilico. problema; anzi come la soddisfazione di un bisogno ritenuto soggettivamente buono e lecito. Oltre alla pedofilia la persona con diagnosi di anoressia non ritiene d’avere un problema anzi il dimagrire corrisponde alla soddisfazione di un suo bisogno. Tra tanti altri esempi di configurazione sintomatologica egosintonica c’è quella dell’antisociale. La caratteristica clinicamente gravissima delle sintomatologie ego sintoniche sta proprio nell’assenza di una percezione di bisogno di aiuto. « Dal momento che una tendenza non è per me un problema, anzi mi è fonte di piacere e/o vantaggi, perché pagare per curarmi? ». . Lo psicoterapeuta di una struttura pubblica è un pubblico ufficiale e quindi rivelare una tendenza pedofila in quel contesto può apparire molto più rischioso che non in una psicoterapia in privato. Tuttavia, anche lo psicoterapeuta privato è tenuto all’obbligo di referto. Questa differenza è ancora oggi molto dibattuta non solo nelle legislazioni dei diversi Paesi dell’Unione Europea ma anche in altri Paesi e tra i vari Stati dello stesso Paese, come avviene per esempio, negli Stati Uniti d’America. Introduzione Infatti, tutti coloro che hanno commesso degli abusi sessuali su minori, anche ripetutamente e anche con condanna definitiva, insistono che nel proclamarsi innocenti oppure che non vi sono altri episodi all’infuori di quelli per cui sono stati condannati con prove schiaccianti ed inconfutabili. Di fronte a questa realtà ogni ricercatore sulla pedofilia non potrà mai essere certo sulla autenticità del suo campione dal momento che non potrà mai sapere se i soggetti da studiare hanno avuto un singolo episodio di abuso sessuale su minore in tutta la loro vita o alcuni episodi isolati oppure se abitualmente commettono questo reato. In queste ricerche l’ipotesi di un campione “contaminato” deve essere tenuta in massima considerazione perché le persone che ammetteranno di aver avuto per più di sei mesi rapporti sessuali con minori saranno pochissime in tutto il mondo. Infatti, potrebbe essere un campione misto: soggetti con possibile diagnosi di Disturbo Pedofilico e soggetti con possibile diagnosi di discontrollo dell’impulso sessuale. Di certo, in entrambi questi casi, vi sono solo due modi per essere sicuri di quanto essi affermano: a) le prove testimoniali (telecamere e testimonianze); b) l’auto–ammissione. Quest’ultima la possiamo tranquillamente scartare e resterebbe solo la via delle prove testimoniali ma queste non potrebbero mai accertare i pensieri, le fantasie, l’attrazione e l’eccitazione per i prepuberi, come vorrebbe il primo criterio per il Disturbo Pedofilico. Inoltre sarebbe impensabile controllare dei soggetti ore su per più di sei mesi. In sintesi, questo grave limite alla ricerca sulla pedofilia e sul Disturbo Pedofilico non può essere superato ma, allo stesso tempo, non può fermarci e per il momento non resta altro che usare al meglio le poche possibilità che ci restano. I sex offenders seriali sono il campione più vicino ai soggetti con Disturbo Pedofilico e quindi l’ipotesi di partenza dovrà prevedere un campione certo di sex offenders seriali di minori nel quale potrebbero esserci soggetti che potrebbero soddisfare i criteri diagnostici di Disturbo Pedofilico. Introduzione Fatta questa premessa, questo libro vuole continuare le ricerche sulla personalità e sugli abusi sessuali e si articola in tre parti. Nella prima parte si fa un aggiornamento sulla nuova impostazione per la diagnosi dei disturbi di personalità proposta dal DSM–. Si cerca di presentare l’approccio dimensionale che sicuramente andrà a prendere piede sempre più fra gli psicologi e gli psichiatri sia nelle loro attività cliniche, sia nelle applicazioni forensi e sia nelle ricerche. Passare dalla diagnosi categoriale del DSM–IV alla diagnosi dimensionale del DSM– potrebbe non essere facile per alcuni ma sicuramente una volta che si comprende la validità dei tratti con i quali valutare la personalità sarà poi più facile non solo la stessa diagnosi ma anche il trattamento. La diagnosi qualitativa e tutte le osservazioni ed obiezioni su come intendere e come fare una diagnosi qualitativa aiuterà soprattutto la ricerca e le applicazioni psicoforensi del modello del DSM–. Fra pochissimo non sarà più possibile operare con i vecchi criteri del DSM–IV. La diagnosi di personalità potrà essere considerata come una cornice necessaria a qualunque diagnosi sindromica. Pertanto, la diagnosi di una delle otto parafilie o di una qualunque altra parafilia al di là dello otto maggiormente conosciute dovrà essere preceduta dalla diagnosi di personalità e durante tutto il percorso del trattamento e/o dell’applicazione forense (soprattutto nelle perizie) la struttura di personalità non potrà mancare. Ovviamente la personalità del soggetto parafilico è di massimo interesse in questo libro ma — dal mio personali punto di vista — in questo settore della psicologia non siamo neanche ad un punto di partenza. Infatti non vi sono ricerche adeguate sul profilo di personalità del parafilico e quindi la personalità del pedofilo — oggetto di questa pubblicazione — è tutta da scoprire. Questo verrà ribadito nelle conclusioni. La seconda parte è una sintesi delle tre ricerche svolte in alcune carceri italiane. Un accorgimento molto rilevate è stato quello di riportare alcuni trascritti originali per una migliore collaborazione con i colleghi ricercatori. Siccome la modalità originale del TAT è stata . P A., Personalità e Diagnosi, Ediz. LaurusRobuffo, Roma . P A., Personalità e Caso Clinico, Ediz. LaurusRobuffo, Roma e Personalità e Oncologia (con M. Mazzani) Ediz. LaurusRobuffo, Roma . . P A., Abuso Sessuale: Una Guida interdisciplinare (con I. Ormanni), ° Ediz. LaurusRobuffo, Roma . P A., Pedofilia: una guida alla normativa e alla consulenza. (con I. Ormanni), Ediz. LaurusRobuffo, Roma . Introduzione ampliata, sarà importante anche un feed–back sulla metodologia della somministrazione del TAT anche per la clinica e perle applicazioni psicoforensi. Ad alcuni gruppi di detenuti sono stati somministrati altri reattivi strutturati per tentare di capire sempre meglio la personalità dei sex offenders. In particolare la nostra attenzione era rivolta alle funzioni metacognitive. Come si potrà osservare nella sintesi delle tre ricerche, è cambiata la nostra opinione in merito alla personalità dei pedofili (sex offenders seriali come riferimento più prossimo al Disturbo Pedofilico). In passato, nelle pubblicazioni citate, pensavamo che la personalità del pedofilo (come all’epoca era denominato il soggetto con diagnosi di Disturbo Pedofilico secondo il DSM–) era caratterizzato dai tratti del disturbo antisociale di personalità oppure dai tratti del disturbo narcisistico di personalità. La mancanza di rimorso e di empatia sembrava che fossero delle caratteristiche comuni. Dopo queste ricerche non possiamo più sostenere la stessa opinione. La nostra ipotesi è che non vi sia uno stile o disturbo di personalità specifico che possa caratterizzare i soggetti con Disturbo Pedofilico. Né abbiamo evidenze scientifiche per poter ipotizzare un profilo di personalità secondo i tratti indicati dal DSM– o altri tratti di personalità. Con un linguaggio non tecnico potremmo affermare che vi possono essere pedofili di tutti gli stili di personalità. Le caratteristiche da noi evidenziate nelle nostre ricerche e che saranno indicate nelle conclusioni potrebbe essere delle buone indicazioni per le future ipotesi di ricerca ma non si può affermare che siano delle conclusioni certe. La terza parte di questa pubblicazione tratta un aspetto molto delicato della pedofilia: il contesto del clero cattolico e della legislazione canonica. Uno dei motivi per giustificare questo approfondimento è quello della cultura rilevante. Infatti in molti Paesi del mondo la religione cristiana ed il clero cattolico è presente come parte integrante della società e quindi di notevole interesse per molti. Inoltre, già nelle precedenti pubblicazioni ci eravamo occupati di questo stesso aspetto e quindi ci è sembrato giusto metterci in continuità aggiornando le considerazioni. Per quest’ultimo motivo la terza parte si conclude con un piccolo approfondimento sulla pedopornografia. Infatti le innovazioni sono così frequenti e così urgenti dal punto di vista pedagogico, clinico e forense che riteniamo i contenuti di quest’ultimo paragrafo come oggetti di costante aggiornamento. Introduzione Un’ultima caratteristica di questo volume è la vastità del pubblico al quale è diretto. Il tema degli abusi sessuali e della pedofilia è una preoccupazione costante in tutto il mondo e i parametri considerati sono altrettanto ampi; infatti il DSM ed il Diritto Canonico costituiscono un punto di riferimento universale. Il nostro augurio è che le ricerche sugli abusi sessuali possano continuare perché la conoscenza di un problema è indispensabile alla sua soluzione. Non importa se le nostre ipotesi possano essere confermate o smentite. Il nostro massimo interesse è proteggere la crescita. Un altro auspicio è quello di proseguire con le ricerche sul trattamento di coloro che ci impediscono di crescere.