Analisi chimica - mineralogica delle concrezioni degli stent ureterali

Confronto prospettico tra Tamsulosina e Renalit Combi Colic come trattamento espulsivo
della calcolosi reno-ureterale dopo litotrissia extracorporea (ESWL)
A. Zordani, G. Pirola, R. Galli, MC Sighinolfi, A. Mofferdin, S. Micali, G. Bianchi
Scopo del lavoro: In questo preliminare studio prospettico confrontiamo l’efficacia della terapia
espulsiva con Tamsulosina 0.4 mg rispetto ad un’associazione di Dimettosi-Diidrossi-Aporfina 250
mcg, Arbutina 60 mg ed Umbelliferone (Renalit-Combi Colic) dopo ESWL. L’Aporfina è da tempo
nota per la sua azione alfa-litica, essendo un’antagonista diretta degli adrenorecettori di tipo 1a e 1b.
Recentemente è stata combinata con l’arbutina ad azione infiammatoria per l’inibizione dell’enzima
fosfolipasi A2, l’asparagina ad azione diuretica e l’herniaria con azione antiadesiva sulle cellule
dell’urotelio.
Materiali e metodi: Da Gennaio 2013 abbiamo considerato in maniera prospettica 51 pazienti
candidati a trattamento ESWL per calcolosi reno-ureterale (età media: 54 +/- 14,8 ; 35 uomini, 16
donne). L’ESWL è stata condotta mediante Dornier Lithotripter S XXP, utilizzando il puntamento
sia ecografico che fluoroscopico. Al termine del trattamento i pazienti sono stati randomizzati a
ricevere terapia espulsiva mediante: a) aporfina (Renalit Combi Colic®) per 12/die; b) tamsulosina
0,4 mg/die per 20/die (gruppo di controllo). Il follow up è stato condotto a circa 30/die dal
trattamento ESWL mediante ecografia renale e, in casi selezionati, radiografia dell’addome. Le
variabili considerate sono state: sede e dimensione dei calcoli; apparente frammentazione del
calcolo in corso di trattamento; espulsione di frammenti o evidente riduzione di dimensioni del
calcolo. Le variabili ottenute sono state inserite in un apposito data base ed analizzate mediante
SPSS 12 per Window, mediante l’utilizzo di test parametrici e non parametrici (chi square).
Risultati: 24 pazienti sono stati sottoposti a terapia con aporfina (A) e 27 pazienti a terapia con
tamsulosina (B) dopo ESWL. Le dimensioni medie dei calcoli nei due gruppi erano pari a 8,3 mm e
9,5 mm rispettivamente (p=0.058). La localizzazione era prevalentemente pielica ed ureterale in
entrambi i gruppi (21/24 pazienti del gruppo A, 23/27 pazienti del gruppo B, p=0.8). 6 casi sono
stati esclusi dall’analisi per assenza di significativa frammentazione in corso di trattamento.
L’espulsione di frammenti o comunque un’evidente riduzione delle dimensioni del calcolo al follow
up è avvenuta in 90,4% (19/21) pazienti in terapia con aporfina e in 91,6%% (22/24) pazienti in
terapia con tamsulosina (p=0.64). Nei restanti pazienti non è stata documentata alcuna evidenza di
espulsione di frammenti. Non si sono registrati effetti collaterali (connessi ad ESWL o a terapia
medica) in entrambi i bracci di trattamento.
Discussione: L’utilizzo di Renalit Combi Colic® in questa preliminare esperienza sembra mostrare
un’efficacia sovrapponibile a quella della tradizionale tamsulosina in termini di espulsione dei
frammenti. Questa formulazione consente inoltre di superare le difficoltà che spesso si incontrano
nella prescrizione di un farmaco off label in alcune categorie di pazienti, come le donne ed i
bambini.
Conclusioni: Ulteriori studi su campioni più ampi e selezionati potranno confermare l’efficacia
dell’aporfina come terapia espulsiva dopo ESWL.