Neurofuzzy system per selezionare i pazienti a rischio di tumore

ESWL in monorene.
Luigi Benecchi, Laura Perucchini, Matteo Quarta, Fabrizio Russo, Mario Tonghini, Carlo Del Boca
Division Of Urology, “Istituti Ospitalieri di Cremona” Cremona (Italy)
INTRODUZIONE
Lo scopo di questo studio è di valutare nella nostra casistica l’efficacia e le complicanze del Trattamento ESWL in pazienti
con monorene congenito od acquisito.
MATERIALI E METODI
Da 1 gennaio 2012 al 30 aprile 2012 abbiamo eseguito 30trattamenti ESWL per litiasi urinaria dei quali 17 per calcoli renali
(14 caliciali e 3 del bacinetto) e 13 per calcoli uretereali.
4 trattamenti ESWL sono stati effettuati in pazienti monoreni (1 monorene congenito, 2 monoreni chirurgici ed un
monorene funzionale). 3/4 pazienti portatori di stent uretrale ed ¼ di nefrotomia per pregressa litotrissia percutanea.
RISULTATI
In 3 dei 4 trattamenti effettuati al controllo ad un mese abbiamo documentato una risoluzione del problema litiasico, mentre
un paziente è stato indirizzato a trattamento endoscopico RIRS (Retrograde intrarenal surgery) per rifiuto del paziente a
ripetere l’ESWL.
Per quanta riguarda le complicanze sono state ematuria in 4 su 4 casi, dolore lombare persistente durante e dopo il
trattamento ESWL in 1 su 4 , anuria renale non ostruttiva con ematoma renale sottocapsulare in 1 su 4.
Il paziente che ha presentato anuria renale non ostruttiva ed ematoma renale sottocapsulare è stato trattato
conservativamente con 2 sedute dialitiche in 4 e 5 giornata dopo l’ESWL, fino alla ripresa della funzione renale, con ritorno
della creatinemia ai valori di partenza dopo 2 settimane.
DISCUSSIONE
Il trattamento ESWL dei pazienti monoreni pur permettendo un approccio minivasivo al problema della calcolosi non è
esente da possibili complicanze anche gravi.
CONCLUSIONI
Il trattamento ESWL in pazienti monoreni comporta una maggiore incidenza di complicanze medio-gravi rispetto ai pazienti
con entrambi i reni. Comunque la gestione delle complicanze è nella maggior parte dei casi conservativa. La presenza di
stents ureterali o tubi nefrostomici permettono una migliore gestione delle complicanze.