PRATICA TEORIA RISORSE SPECIALE Alimentatori a caduta A FARE ELETTRONICA - GENNAIO 2005 Pratica 96 limentatori a caduta capacitiva, ovvero: come risolvere elegantemente ed a poco costo, tutti quei piccoli problemi d’alimentazione a bassissima potenza e rinfrescare le conoscenze sui condensatori. Quante volte vi sarà capitato di dover alimentare spie di segnalazione, luci di cortesia o piccoli carichi direttamente dalla presa di corrente ed esservi imbattuti in un assurdo: l’alimentatore risulta più grosso e complesso del carico stesso! Certo, una bella resistenza, un paio di diodi, un condensatore e magari uno Zener possono aiutare ma la potenza da dissipare sul resistore costringe all’utilizzo di grossi componenti da tenere ben sollevati dallo stampato con tanti saluti alla compattezza del circuito... Un trasformatore? Si, certo... peccato che il suo costo sia incomparabile rispetto al Led che deve alimentare. E allora? Allora ecco che dove non arriva la forza bruta, gli studi scolastici stravincono: un bel condensatore ed è tutto risolto! IL CONDENSATORE Spesso bistrattato, il condensatore copre un ruolo fondamentale nei circuiti elettronici. Usualmente si legge nelle liste componenti dei vari progetti, solo il valore capacitivo e la tensione di lavoro ma quasi mai la tecnologia costrut- tiva (plastico, ceramico od altro). Questo risulta molto strano, visto che la tecnologia influisce pesantemente sul comportamento del componente. Ad esempio, provate a costruire un lampeggiatore usando un ceramico con dielettrico Y5V: ammettendo di volere un lampeggio al secondo, ci troveremmo con un tempo più lungo quando fa caldo e più corto quando rinfresca! Ebbene si, pensavate di soffrire solo voi di metereopatismo? Tecnologie costruttive Partiamo dalla nozione base: un condensatore è costruito da due conduttori chiamati “armature” separati elettricamente da un isolante detto “dielettrico”. Tutto qui. Tutto qui?!? Col cavolo! Se le armature sono dei conduttori, usando del rame oppure alluminio o addirittura oro si risolve il problema, ma per il dielettrico il discorso cambia in quanto la sua caratteristica o costante “dielettrica” influenza il comportamento in temperatura, frequenza e perdita. Quindi ci troviamo davanti ad una scelta: cosa piazzare in mezzo alle armature per ottenere la caratteristica cercata? Oggi i condensatori più comuni si dividono in tre grandi famiglie: ceramici, plastici ed elettrolitici. Successivamente ogni famiglia è composta da sotto insiemi dalle diverse caratteristiche. Ad esempio i plastici vantano dielettrici di tipo Teflon e vari polimeri. I ceramici si dividono in “Alta costante dielettrica” (X7R e Y5V sono i più comuni) e “Compensati” (C0G e U2J). Gli elettrolitici possono essere “Tantalitici” o ad altri elementi solidi, semisolidi e liquidi. In più, i condensatori possono essere costruiti in tecnologia a “disco” oppure “avvolti” o ancora “multistrato”. A questo punto ci rendiamo conto che il “sem- di Massimiliano Premoli [email protected] capacitiva plice” condensatore non è, in verità, tanto semplice... In effetti il circuito equivalente è composto da diversi elementi quali resistenza, induttanza e capacità. Analisi in bassa frequenza Vista la presenza di componenti reattivi nel circuito equivalente, si rende necessario affrontare l’analisi in due parti distinte: bassa e alta frequenza. Il circuito equivalente di un condensatore in bassa frequenza diventa quello di figura 2. 97 dove R è il valore della resistenza equivalente, F è la frequenza applicata e C è il valore nominale della capacità. Per un condensatore di buona qualità, R è molto bassa (nell’ordine del milliOhm) quindi l’impedenza coincide con buona approssimazione alla reattanza cioè un valore “resistivo” dipendente dalla frequenza. In figura 4 è mostrato il comportamento tipico della reattanza per una capacità da 100nF. Pratica La capacità C, ovviamente, rappresenta la componente capacitiva; la resistenza R e l’induttanza L i componenti parassiti chiamati rispettivamente “Resistenza Equivalente” e “Induttanza Equivalente”. Sotto questa nuova luce, notiamo che il condensatore è alla fine un circuito con una sua determinata funzione di trasferimento che dipende dalla frequenza, dalla temperatura e anche dalla tensione applicata. continua o bassa frequenza è un semplice conduttore) nel range di frequenze dalla continua alle decine di KHz. L’analisi si limita quindi a definire un’impedenza caratteristica del dipolo data da: Analisi in alta frequenza In alta frequenza – dalle decine di KHz in su – il circuito equivalente da considerare è quello completo mostrato in figura 1. La sua impedenza ad una determinata frequenza è data da: La differenza rispetto al precedente è la mancanza dell’induttore in quanto il suo apporto è trascurabile (ricordiamo che un induttore in Figura 2 Circuito equivalente del condensatore in BF Figura 3 Reattanza di un condensatore da 100nF FARE ELETTRONICA - GENNAIO 2005 Figura 1 Circuito equivalente del condensatore PRATICA PRATICA TEORIA RISORSE RISORSE SPECIALE Alimentatori a caduta capacitiva FARE ELETTRONICA - GENNAIO 2005 Pratica 98 dove R è sempre la resistenza equivalente, C la capacità nominale e L l’induttanza equivalente che è costituita dai terminali del componente e dalle sue connessioni interne. Analizzandone il comportamento in frequenza notiamo un andamento lineare e la presenza di un ginocchio: questo punto si chiama “frequenza di auto risonanza” o SRF (Self Resonant Frequency) e stabilisce la massima frequenza di utilizzo di quel particolare condensatore; anzi, per stare nel giusto, è meglio considerare come punto limite la SRF meno un 10% circa. Con questo semplice accorgimento, saremo sempre certi di far lavorare il componente come capacità e non come induttore o risonatore... UN SEMPLICE ALIMENTATORE Dopo la teoria è venuto il momento di un po’ di pratica. Nel precedente paragrafo abbiamo capito il concetto di reattanza ed ora lo metteremo al nostro servizio. Poniamo di voler costruire una luce di cortesia per illuminare debolmente un passaggio, in modo che di notte non si sia costretti ad accendere la Figura 4 Impedenza e SRF di un condensatore da 100nF Figura 5 Schema elettrico della luce di cortesia luce principale. Vista l’applicazione desideriamo che il circuito sia semplice, affidabile ed economico. In più, deve essere sufficientemente piccolo da essere inserito in un tappo cieco di dimensioni standard. Essendo una luce di cortesia, sappiamo che sarà alimentata 24 ore il giorno per sette giorni alla settimana... Quindi deve consumare lo stretto indispensabile! Il seguente schema, allocabile in un tappo cieco risolve elegantemente il problema. Elenco componenti Sigla Valore R1 470 Ω 1/2 W C1 150 nF tensione maggiore di 400V tipo GRM55DR72J154K (Murata SMD ceramico) oppure A50PH2150 (Arcotronics – Tradizionale poliestere) D1, D2 Led 5mm rossi o verdi Come si può vedere il circuito è composto da solo quattro componenti. L’analisi risulta molto semplice: la resistenza R1 da 1/2 Watt serve per limitare la corrente in caso si alimenti il circuito nell’istante di massimo del semiperiodo positivo o negativo della tensione di rete: la capacità scarica offrirebbe una resistenza pari a zero e questo potrebbe far scattare il salvavita. I due Led montati in opposizione si accendono alternativamente ad una frequenza di 50Hz. L’utilizzo di due Led offre una luce maggiore e più stabile che una soluzione a singolo emettitore. Ed eccoci alla capacità. La sua funzione è quella di produrre la necessaria caduta di tensione in modo da alimentare i Led; ricordiamo che questi semiconduttori necessitano di circa 2Volt e una decina di milliaAmpere per illuminarsi adeguatamente. Vediamo quindi come calcolare Il valore di questa capacità: 1. Calcolare la resistenza necessaria alla caduta di tensione voluta partendo dai seguenti dati: ■ ■ ■ Tensione di rete = 220V +/- 20% Caduta sui Led = 2V Corrente di alimentazione = 10mA 2. Calcolare il valore di capacità che offre una reattanza a 50Hz uguale alla resistenza calcolata: Costruzione della luce di cortesia Io ho utilizzato, come supporto per i compo- BIBLIOGRAFIA Molti spunti sono stati recuperati dai seguenti siti Internet: www.murata.com per informazioni sui condensatori ceramici e su software di simulazione, www.arcotronics.it per quelli elettrolitici ed in plastica. Per le immagini di prese e mascherine www.bticino.it Figura 6 Luce di cortesia montata FARE ELETTRONICA - GENNAIO 2005 che possiamo tranquillamente arrotondare al valore commerciale di 150nF. Molto importante notare che a parità di servizio reso (la caduta di tensione) la capacità ha una dissipazione di potenza praticamente nulla rispetto ad una eventuale resistenza (circa 3W!) visto che sul condensatore tensione e corrente sono sfasati di 90° e quindi un massimo di tensione equivale ad un minimo di corrente. Attenzione: il condensatore DEVE avere una tensione di lavoro maggiore di 400V in quanto i picchi di rete possono superare i 370V. Circa la tecnologia, consiglio o ceramiche di tipo X7R o plastici tipo Poliestere, visto che entrambi hanno una modesta variazione di capacità rispetto alla temperatura e quindi assicurano una luminosità stabile in tutte le condizioni climatiche. 99 Pratica Notare che è stata considerata la condizione più gravosa per il circuito: la tensione di rete al massimo della tolleranza. Questo serve a due scopi: il primo è quello di dimensionare il circuito in modo da evitare rotture in caso di sovratensione, il secondo è poter permettere la scelta dei valori dei vari componenti senza preoccuparsi troppo se si discostano dai valori calcolati. nenti, una basetta preforata delle dimensioni interne di un tappo cieco serie Living International della BTicino. Ho forato la plastica in corrispondenza dei due Led ed eliminato i piccoli supporti plastici interni per avere più spazio possibile. Una volta assemblati i pochi componenti, ho inserito il circuito nella plastica fissandolo sui bordi con del silicone. La basetta è fissata in modo da lasciare spuntare solo di un paio di millimetri le teste dei due Led. Infine, ho assemblato la luce posizionandola di fianco ad una presa elettrica dalla quale prendo l’alimentazione. Visto il consumo esiguo e l’assenza di calore dissipato (!!!) si può lasciare il circuito indefinitamente sotto tensione, sia di giorno che di notte. Come ultima nota desidero ricordare che il circuito NON è isolato e quindi deve essere maneggiato con estrema attenzione sia quando è sotto tensione sia quando lo si disconnette per eventuali misure: il condensatore da 150nF è caricato a più di 300V ed è in grado di dare una bella scossa, non letale, ma sicuramente fastidiosa.