P334 Ricerca di mutazioni in una famiglia ADNFLE 1 2 1 V. Sansoni , L. Ferini Strambi , R. Combi 1 Dip. di Biotecnologie e Bioscienze, Università di Milano-Bicocca, Milano 2 Centro Malattie del Sonno, Università Vita e Salute San Raffaele, Milano L’epilessia notturna del lobo frontale (NFLE) è un’epilessia focale, con insorgenza nella tarda infanzia, caratterizzata da cluster di crisi originatesi a livello del lobo frontale che provocano manifestazioni motorie prevalentemente notturne. Per tale patologia sono stati riportati sia casi sporadici che casi familiari (in questo caso si parla di ADNFLE, ovvero di NFLE a trasmissione autosomica dominante). In una minoranza (circa 10%) dei pazienti, sono state identificate mutazioni a carico dei geni codificanti per le subunità α-2, α-4 e ß-2 (CHRNA2, CHRNA4 e CHRNB2) del recettore nicotinico neuronale per l’acetilcolina. Nell’ambito di un ampio progetto di ricerca delle basi genetiche dell’ADNFLE, è stato raccolto presso il Centro del Sonno dell’ospedale S. Raffaele di Milano, il DNA dei membri di una famiglia composta da quattro fratelli, che da uno studio genetico precedentemente svolto in un altro laboratorio erano risultati tutti portatori di una variante del gene MTHFR, dei quali due (un maschio e una femmina) affetti da ADNFLE. Un ampliamento dell’anamnesi famigliare alla generazione precedente e successiva ha mostrato come il padre (attualmente deceduto) fosse affetto da morbo Parkinson e RBD (REM sleep Behavior Disorders), la madre sana, e una delle figlie della donna affetta da ADNFLE presentasse spina bifida in quanto portatrice di due varianti nel gene MTHFR (una ereditata e una de novo).Al fine di identificare le basi molecolari dell’ADNFLE in questa famiglia è stato effettuato il sequenziamento diretto delle porzioni codificanti e delle giunzioni introne-esone dei geni noti (CHRNA2, CHRNA4, CHRNB2, CRH). Tale analisi ha portato all’identificazione di una nuova mutazione missenso nel gene CRH presente in eterozigosi negli individui affetti da ADNFLE e localizzata nella porzione codificante la regione pro della pre-pro proteina. Il gene codifica, infatti, per un pre-pro ormone di 196 aminoacidi, che in seguito a processamento origina un ormone attivo di 41. Attualmente è in corso uno studio funzionale per valutare la presenza di eventuali effetti della mutazione identificata sul corretto processo di maturazione della proteina, considerando il fatto che in letteratura i meccanismi di processamento del CRH non sono ben noti.