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Due o tre cose
le devi sapere
con il patrocinio del
Ministero della Salute
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ue o tre cose che contano. Per noi.
Il barone Pierre de Coubertin, francese, l’uomo che fece rinascere, a fine
Ottocento, le Olimpiadi, sognava il miglioramento dell’uomo attraverso lo sport
e l’affratellamento dei popoli. Prima del suo tempo lo sport più praticato dagli
uomini erano le guerre. De Coubertin diceva che l’importante era dare il meglio
di sé, in ogni campo, e lo sport poteva aiutare i giovani a crescere più sani.
Al Barone si attribuisce comunemente una frase – “l’importante non è vincere,
bensì partecipare” – che non era sua. Fu pronunciata per la prima volta nella
cattedrale di Westminster, a Londra, dall’arcivescovo di Canterbury, poco prima
dell’inizio dell’Olimpiade di Londra, nel 1908.
Quella frase vale a maggior ragione oggi, in un tempo che promuove, in
apparenza, solo il successo come valore da perseguire. Ma partecipare significa
dare sempre il meglio di sé, avendo come primo avversario se stesso. “Chi
vince, nello sport, deve ringraziare anche l’ultimo classificato e gli intermedi.
Senza di loro la competizione non avrebbe senso”. Parola di Nelson Mandela,
premio Nobel per la Pace.
Vincere ad ogni costo è un non valore. Anche se alcuni ci credono.
Ricorrere a pratiche illecite, nello sport come nella vita, significa imbrogliare.
E nemmeno se il fenomeno fosse generalizzato – “tutti dopati” per qualcuno
vuol dire “nessun dopato” – meriterebbe una giustificazione: perché non ha
senso, per alcun motivo, rischiare la salute.
Direttore Responsabile: Pietro Calabrese
Finito di stampare nel mese di marzo 2002 per i tipi di N.I.I.A.G. - Bergamo
Graphic Design a cura di
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Indice:
La responsabilizzazione dei cittadini
Le vostre domande
Il doping è un reato, si va in galera
La repressione, una parte del problema
Le sostanze doping più diffuse
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a responsabilizzazione dei cittadini
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Con l’avvio della nuova legislatura, il Ministero della Sanità ha cambiato nome
ed è diventato Ministero della Salute. Questo passaggio rispecchia il nuovo
ruolo che il Dicastero è chiamato a svolgere per la promozione e la tutela
della salute dei cittadini nel contesto del progressivo trasferimento alle
Regioni di poteri gestionali organizzativi e legislativi nel campo dell’assistenza sanitaria. In questo scenario, al Ministero spetta il compito fondamentale
di delineare le linee strategiche della sanità italiana, che vengono condivise
con le Regioni, alle quali poi compete l’attuazione.
L’educazione fisica fa parte delle strategie che il Ministero ha già, tra l’altro,
inserito nel nuovo Piano sanitario nazionale.
Contiamo cioè – anche con l’utilizzo di iniziative come questa – di promuovere,
a cominciare dai giovanissimi, la sana abitudine all’attività fisica, da accompagnare con un’alimentazione corretta e con stili di vita più equilibrati. L’esercizio
fisico regolare, infatti, aiuta a controllare il peso corporeo, riduce l’ipertensione arteriosa e la frequenza cardiaca ed aumenta il benessere psicofisico. Del
resto, il nostro sistema sanitario non può permettersi che un italiano su tre sia
sovrappeso od obeso. È un fenomeno che sottrae salute agli individui e finanze
allo Stato. Nell’ambito di questo obiettivo strategico le Regioni potranno poi
individuare le risposte adeguate a richieste specifiche come quella dei controlli
medici per gli sportivi sia professionisti che dilettanti.
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Naturalmente fa parte della promozione di stili di vita corretti anche la lotta al
doping. È un fenomeno difficile da arginare, come dimostrano i dati delle
ricerche più recenti, ma è anche vero che la legge varata nel dicembre del 2000
deve ancora produrre i suoi effetti concreti. È un provvedimento che porta profonde innovazioni sia alla disciplina, introducendo la sanzione penale che chi
assume, somministra o favorisce l’uso di sostanze dopanti, sia ai criteri e alla
metodologia dei controlli antidoping. Come previsto da questa legge, il
Ministero ha provveduto a istituire un’apposita Commissione per la vigilanza e
il controllo sul doping e per la tutela della salute nelle attività sportive, che si
è insediata la scorsa estate e che sta già operando con puntualità. È a questo
organismo che spetta, tra l’altro, garantire la trasparenza dei controlli e
aggiornare continuamente la lista delle sostanze vietate. Ma le verifiche non
esauriscono l’impegno a contrastare un fenomeno frequente anche nell’attività
non agonistica. Occorrono campagne di informazione e promozione dei valori
sportivi nelle scuole. La carta vincente contro il doping è quella della responsabilizzazione dei cittadini. È una risposta culturale che andare di pari passo
con il rigore dei controlli.
Lo sport, oltre a essere una delle armi più efficaci nella prevenzione delle
malattie è anche il più titolato docente della disciplina e degli stili di vita
utili alla salute.
Prof. Girolamo Sirchia
Ministro della Salute
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E VOSTRE DOMANDE
Non ho ben capito Il termine doping viene da “doop”, un miscuglio di sostanze energetiche che i
cos’è il doping. marinai olandesi già quattro secoli fa ingerivano prima di affrontare una tempesMe lo spiegate? ta sull’oceano. “Doop” vale la leggendaria pozione magica usata dai Galli nel
fumetto Asterix per moltiplicare le loro forze e sconfiggere i Romani.
Da “doop” si è arrivati nel Novecento al verbo inglese “to dope” (e al sostantivo
“doping”) che significa un additivo che modifica il rendimento. Perché alcuni, mal
consigliati da chi li circonda, tentano di vincere ad ogni costo, grazie a sostanze
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(farmaci) e metodi (trattamenti) in grado di migliorare la prestazione sportiva o
di attenuare il senso della fatica. Doping è anche far assumere agli atleti farmaci
che mascherano l’assunzione di altre sostanze, sempre illecite, affinché non
risultino “positivi ai controlli antidoping”.
Il doping equivale Nella quotidianità doping significa “ladri” e antidoping “guardie”, ma è un gioco ben
sempre a un diverso dal vecchio “guardie e ladri” che divertiva i nonni: doping vuol dire un farmaimbroglio? co o un metodo utilizzato per uno scopo diverso (e improprio) rispetto a una determinata malattia, per la quale quel farmaco (o metodo) è stato studiato, con tutte le
cautele per i possibili effetti collaterali.
Gli atleti sono soggetti sani, in ottime condizioni fisiche e non hanno bisogno di
trattamenti inopportuni. Chi assume farmaci per un uso improprio nello sport
rischia comunque la salute.
Il doping mi farà A tutti è capitato di pensare, vedendo in azione il campione di uno sport, “gli
diventare un campione? riesce tutto così facile, posso provarci con successo anch’io ”. La prova dei fatti è
spesso deludente. Lo sport comporta applicazione e spirito di sacrificio. Campioni
si può nascere, grazie a mamma e papà geneticamente ben predisposti, ma non si
diventa senza rigore e determinazione. E un pizzico di fortuna, utile in ogni occa-
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Il doping
migliora sempre
la prestazione. O no?
Ricorro al doping
per non allenarmi
e vincere ugualmente?
Ci sono alternative
al doping?
Che rischi corro,
dopandomi?
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sione della vita. Nello sport primeggia solo chi ha talento e lo esercita
allenandosi con razionalità e associando un’alimentazione razionale, ricca di
verdura e di frutta, povera di zuccheri semplici (quindi senza merendine e
senza bibite dolci, quali cole ed aranciate), distribuita in tre pasti principali e
due spuntini, e con un buon apporto di proteine, derivate in particolare da carni
magre (petto di pollo o di tacchino, e pesce, ricco di Omega 3). Secondo gli studi
più aggiornati, è bene che le calorie derivino per il 40% dai carboidrati, per il
30% dalle proteine e per un altro 30% dai grassi. Fra questi ultimi, il condimento
da preferire è senza dubbio l’olio extravergine di oliva.
In realtà il doping dà - ma non sempre - qualche vantaggio, ma non è quantificabile negli esiti. Dipende da individuo-a individuo; ciascuno risponde in maniera
diversa a un trattamento farmacologico: infatti, su alcuni atleti determinate
sostanze non producono alcun effetto. E su altri possono invece dare risposte
evidenti.
Purtroppo no, senza allenamento non si ottiene nulla. La quota di miglioramento legata al doping è minima rispetto a quanto occorre per vincere: essa non va
oltre il 10 per cento. Parola di chi imbroglia, cioè si è dopato e ha confessato.
Certo che ci sono: l’allenamento e la corretta alimentazione. Opportunamente
dosati, l’uno e l’altra, senza eccessi. Gli eccessi non funzionano in alcun ambito,
tantomeno nello sport.
I farmaci usati in maniera impropria, cioè per doparsi o per altri trattamenti
illeciti, sempre al fine di doping, rappresentano una grave minaccia per la
salute, soprattutto futura, di chi pratica una qualsiasi attività sportiva. Ma
questo aspetto è poco noto. Per qualcuno parlare di minaccia alla salute significa dire che lo sport fa male. Ma non è assolutamente vero. Gli eccessi (il doping)
fanno male a chi fa sport.
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l doping è un reato, si va in galera
Lo sport conosce il doping - le pratiche illecite e le sostanze che possono
influenzare la prestazione sportiva – dall’antichità dell’uomo. Allora si usavano erbe medicinali con capacità energetiche, e la stessa carne, in quantità
innaturali, perché dava forza.
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La chimica di sintesi, nella seconda metà del Novecento, ha aggiornato il problema del doping grazie a farmaci che gli studiosi dello sport hanno sperimentato come ricerca e che invece altri – “praticoni” o “fattucchiere” dello sport
(medici, massaggiatori, allenatori e preparatori atletici senza scrupoli) - hanno
poi impiegato con disinvoltura.
Tutti gli Stati oggi affrontano il problema doping con determinazione, perché
tutti sono consapevoli che esso rappresenta una minaccia per la salute,
soprattutto futura, di chi pratica una qualsiasi attività sportiva.
Ma il doping, lo ripetiamo, fa parte di una sottocultura dell’imbroglio, non dello
spirito di lealtà, e arreca danni rilevanti alla salute.
Non c’è solo lo sport, vissuto come fenomeno di successo, che porta soldi e
notorietà. C’è una vita da vivere, dopo lo sport, e da vivere serenamente.
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a repressione, una parte del problema
Anche l’Italia e il suo parlamento hanno approvato una legge antidoping, a
tutela dello sport e di chi lo pratica. Una legge, la n. 376 del 14 dicembre 2000,
che anche molti stranieri riconoscono tra le più moderne.
Per doping, la legge definisce “la somministrazione o l’assunzione di farmaci o
di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive”.
È doping anche “l’adozione o la sottoposizione a pratiche mediche non giustificate
da condizioni patologiche e idonee a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell’organismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti”.
E la legge punisce, incarcera e multa chi trasgredisce, cioè in pratica chi imbroglia.
In sintesi: il doping è finalmente un reato anche al di fuori delle leggi dello
sport, un reato che non si valuta solo in base agli effetti dell’assunzione di
sostanze vietate o alla pericolosità dei farmaci prescritti. È reato anche somministrare o assumere sostanze non giustificate da disturbi o patologie specifiche in corso, le sole che autorizzino l’impiego di certi medicinali.
C’è di più: chiunque somministra sostanze proibite (vedi tabella I), non soltanto il medico, l’infermiere o qualsiasi altro operatore sanitario, può essere
accusato di doping, ma anche chi le assume, gli atleti, qualora siano a
conoscenza del fine illegale per cui lo fanno.
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Tabella
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Elenco di riferimento delle classi farmacologiche di
sostanze e metodi doping
(Legge 522 del 29.11.1995)
1 Classi di sostanze
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A.Stimolanti
B.Narcotici
C.Agenti anabolizzanti
D.Betabloccanti
E.Diuretici
F.Ormoni peptidici e affini
2 Metodi di doping
A.Emotrasfusione illecita
B.Manipolazione Farmacologica
3 Classi di sostanze
soggette a determinate restrizioni d’uso
A.Alcool
B.Marijuana
C.Anestetici locali
D.Corticosteroidi
È doping anche il ricorso a pratiche mediche non motivate dalle condizioni
cliniche del soggetto, quali l’emotrasfusione illecita e la manipolazione farmacologica, chimica e fisica. Come prima, operatore sanitario e sportivo rispondono
della stessa imputazione.
In caso di patologie documentate e certificate dal medico, l’atleta può essere
curato con i farmaci di riferimento (cioè quelli ritenuti dopanti), a patto che
siano rispettati i dosaggi e le indicazioni terapeutiche approvati all’atto della
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registrazione del medicinale. L’atleta in questo caso può partecipare a competizioni sportive, ma deve rendere noto questo suo stato prima della gara, e deve
essere certificato dal medico curante.
Per sottolineare e rendere evidenti i rischi connessi all’utilizzo di sostanze
vietate le confezioni dei farmaci che possono avere un impiego illecito debbono
essere “targate”, cioè recare un apposito contrassegno sull’etichetta e sul foglio
illustrativo, con informazioni dettagliate sulle precauzioni suggerite a chi pratica
un’attività sportiva.
La violazione dei divieti sanciti dalla legge prevede pene molto severe; la reclusione da tre mesi a tre anni e multe da 2.582,28 euro (5 milioni di lire) a
51.652,29 euro (100 milioni di lire) per chiunque procuri, somministri, assuma o
favorisca l’uso delle sostanze vietate e per chiunque adotti o sottoponga gli
atleti a pratiche mediche ingiustificate.
Chi esercita una professione sanitaria e viene accusato di doping rischia l’interdizione temporanea dell’esercizio della professione.
Poiché il doping mette a repentaglio la salute degli atleti e i principi etici e i valori educativi che sono il presupposto fondamentale dell’attività sportiva, se il
fatto è commesso nei confronti di un minorenne, se ne deriva un danno per la
salute o se il fatto è commesso da un componente di un’associazione sportiva, la
legge prevede pene maggiori.
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e sostanze doping più diffuse
Purtroppo le sostanze dopanti, messe a disposizione di chi barando nello
sport mette in gioco la salute, sono aumentate. Ne facciamo una descrizione
per classi di farmaci, al solo scopo di informare sui gravi rischi per la salute
che il doping procura.
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Antidolorifici e antinfiammatori
A cosa servono
"Anti" sta per "contro": sono allora farmaci contro il dolore e contro le infiammazioni, che dolorose lo sono per natura. Gestiti dal medico, antidolorifici
e antinfiammatori sono tra i farmaci più utili per superare i momenti di crisi,
per aiutare l'organismo a non "sentire male", a riorganizzare le difese contro
la malattia.
Perché dopano
Se siete sportivi "onesti", lo sapete bene: gareggiare è fatica. È mal di muscoli, è stringere i denti in vista del traguardo o in attesa che l'arbitro fischi
la fine dell'incontro. Ma se volete barare, ecco il trucco a portata di pillola:
un farmaco che maschera la stanchezza, che blocca i centri nervosi e rende
insensibili allo sforzo. Insomma, un antidolorifico o un antinfiammatorio
assunti di nascosto nel buio di uno spogliatoio...
Perché vanno evitati
Perché col passare del tempo ne servono sempre di più e sempre più "forti". Il
paragone può stupirvi, ma sono veramente come una droga. E come una droga
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generano assuefazione e dipendenza, con il rischio di andare incontro a pericolosissime "overdose".
Narcotici
A cosa servono
In casi estremi, anestetizzano l'organismo, evitando la percezione del dolore.
Ma il dolore è una sensazione naturale che non può e non dev’essere evitata.
Perché dopano
È l'esasperazione di quanto detto per antidolorifici e antinfiammatori: qualsiasi percezione dolorosa viene annullata, la fatica non è più nemmeno un
ricordo. I narcotici "regalano" pure eccitazione ed euforia, fanno quasi sentire invincibili. Ma, dateci retta, la vera gloria sta proprio da un'altra parte.
Perché vanno evitati
Perché alla fine non si riesce più a farne senza. Annullano la soglia del dolore
nel senso tutto diventa doloroso, un minimo sforzo diventa insopportabile e
allora bisogna ricorrere al doping.
Steroidi anabolizzanti
A cosa servono
Derivati dagli ormoni sessuali maschili, favoriscono la sintesi delle proteine e
quindi la costruzione dei tessuti dell’organismo. Sono perciò usati per favorire
la ripresa dei muscoli dopo un trauma o per rafforzare le ossa. Inoltre, vengono
utilizzati in medicina per trattare alcuni tipi di anemia, malattia del sangue che
indebolisce l'organismo.
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Perché dopano
A dosi sino a 10 volte superiori a quelle consigliate in terapia (il che, da solo,
dà l'idea della pericolosità), fanno incrementare la massa muscolare e quindi
aiutano disonestamente la prestazione agonistica di pesisti, lanciatori, lottatori, ma anche dei velocisti.
Perché vanno evitati
In base all’età e al sesso, chi ne fa uso subisce differenti conseguenze. Negli
adolescenti si può arrestare il processo di sviluppo per chiusura delle cartilagini di accrescimento; così come sono possibili inestetiche forme di acne di
varia gravità. Nei maschi adulti il rischio è un'atrofia (riduzione di volume)
dei testicoli, con conseguente compromissione della fertilità per riduzione o
alterazione nella produzione di spermatozoi; ma può anche verificarsi un'indesiderata perdita di capelli o, peggio, una disfunzione grave a livello del
fegato. Nelle donne, infine, possono comparire caratteri sessuali maschili (le
famose atlete "barbute" di alcuni stati dell'Est) e, verificarsi alterazioni del
ciclo mestruale. Per tutti, poi, gli steroidi anabolizzanti contemplano un pericoloso aumento dell’aggressività, alternato a fasi depressive.
Ormoni
A cosa servono
Gli ormoni sono sostanze prodotte naturalmente dal nostro corpo. Sono molto
importanti perché, immessi nella circolazione del sangue, controllano funzioni
essenziali dell’organismo umano e regolano l'azione di particolari tessuti. A
volte, però, per un problema ghiandolare (come ad esempio un disturbo alla
tiroide) o del metabolismo, non vengono più prodotti dall'organismo e vanno
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allora somministrati "artificialmente" con opportune (e soprattutto controllate) terapie.
Perché dopano
Testosterone (il principale ormone maschile), gonadotropine (HCG, indispensabili
per la fertilità maschile e femminile), l'ormone della crescita (GH) e altre
sostanze che stimolano la ghiandola surrenale (ACTH), sono assunti illecitamente
dagli sportivi per aumentare la muscolatura e quindi la forza e la resistenza
atletica, nonché l'aggressività agonistica. In particolare, alcuni ormoni
"maschilizzano" la femmina, rendendola fisicamente più potente.
Perché vanno evitati
I guai maggiori sono quelli cui vanno incontro le atlete a lungo trattate con
ormoni maschili: un'antiestetica crescita di peluria sul viso e sul corpo è solo il
primo passo verso una serie di gravissimi disturbi del metabolismo. L'ormone
della crescita (GH), che tra l'altro non è rintracciabile attraverso l’esame delle
urine, può invece indurre un rialzo della glicemia (iperglicemia, condizione che
può favorire la comparsa del diabete) e un nocivo accumulo di tossine (chetosi).
Doping ematico
A cosa serve
In campo medico, il prelievo e quindi la reinfusione del proprio sangue è un
trattamento che serve a evitare i rischi legati alla trasfusione dopo ad esempio
un intervento chirurgico. A volte, poi, per facilitare il recupero di una persona
operata, lo stesso sangue viene arricchito con anticorpi prima della reinfusione.
Perché dopa
In ambito sportivo, invece, il trattamento serve
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per aumentare la resistenza alla fatica dopo aver prelevato e quindi arricchito
il sangue con globuli rossi o sostanze affini.
Perché va evitato
Perché alte concentrazioni di globuli rossi fanno elevare la densità del
sangue, aumentando proporzionalmente i rischi di embolie.
Eritropoietina (EPO)
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A cosa serve
Tra le sostanze dopanti è probabilmente oggi la più nota, quella finita più spesso sulle prime pagine dei giornali. In medicina, però, viene utilizzata "senza
scandali" per favorire la produzione di globuli rossi e di emoglobina nel sangue
di pazienti colpiti da particolari malattie o che hanno subìto forti traumi.
Perché dopa
Stimolando la produzione di globuli rossi e di emoglobina, l'Epo aumenta artificialmente il trasporto di ossigeno ai muscoli e, conseguentemente, la
prestazione fisica, con un minor senso di fatica a parità di sforzo.
Perché va evitata
Ad alte dosi (quelle assunte ad esempio da alcuni atleti), l'Epo aumenta pericolosamente la densità del sangue, rendendola simile a quella... della salsa di
pomodoro. A rischio sono allora cuore e circolazione; rischio che è più alto
quando l'atleta è a riposo (soprattutto mentre dorme).
Amfetamine e stimolanti
A cosa servono
Le amfetamine sono oggi utilizzate in medicina per curare complicate malat-
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tie del sistema nervoso centrale, come ad esempio la "narcolessia" (raro disturbo che induce un'eccessiva e cronica sonnolenza).
Perché dopano
In gara non è infrequente il ricorso a sostanze psicostimolanti (amfetamina e
amfetamino-simili) per ridurre il senso di fatica e attenuare i segnali di fatica che l’organismo invia al cervello. Oltre alle amfetamine, spesso vengono
utilizzate hashish e marijuana, eroina e cocaina.
Perché vanno evitati
Pericolosi sono gli effetti sull’apparato cardiorespiratorio e sui centri che
regolano la temperatura dell'organismo (in questo caso e facile andare incontro
a ipertermie mortali). Il rischio più grave, però, è il superamento della soglia di
affaticamento, che l’organismo non registra più. Infine, l’abuso di queste
sostanze può generare forme paranoidi, psicosi, dipendenza anche grave.
Caffeina
A cosa serve
Una buona tazzina di caffè dà la sveglia al mattino. La caffeina, a giuste dosi,
ha dimostrato di tonificare cuore e circolazione.
Perché dopa
Ad alte dosi, la caffeina permette di trasformare in energia gli acidi grassi:
motivo per il quale è spesso contenuta nei “beveroni” che infestano il mercato
dell’illecito sportivo. Non è considerata dopante al di sotto dei 12 microgrammi
per millimetro nelle urine, dose pari a quella che si assumerebbe bevendo 7
tazzine di caffè in 2/3 ore.
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Perché va evitata
Nelle dosi usate per doping la caffeina, psicostimolante e cardiostimolante,
procura eccitazione, insonnia, tremori e scompensi cardiaci (tachicardia, fibrillazioni, tachiaritmie).
Betabloccanti
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A cosa servono
Sono princìpi attivi di farmaci utilizzati di solito contro l'ipertensione o per
curare l'ansia.
Perché dopano
Sono illecitamente usati nelle discipline che richiedono concentrazione e precisione (tiro a segno e al piattello su tutti).
Perché vanno evitati
Assunti senza una reale necessità medica, e magari a dosi da cavallo, possono
rallentare in modo anomalo il battito cardiaco, dare i sintomi di cali degli zuccheri (ipoglicemia) e affaticamento muscolare.
Beta2agonisti
A cosa servono
Sono normalmente impiegati per la cura dell’asma. È bizzarro il fatto che molti
atleti di livello sostengono di essere affetti da questa malattia respiratoria.
Perché dopano
Favoriscono l’aumento della massa e quindi della potenza muscolare. Ma è un risultato "rubato" alla salute, come rubate sono le vittorie così ottenute.
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Perché vanno evitati
Nel lungo periodo e a certe dosi causano insonnia, vertigini, orticaria, palpitazioni, ipotensione. In alcuni casi, poi, la loro scorretta assunzione è all'origine di infarto.
Diuretici
A cosa servono
Favorendo la produzione di urine, aiutano a rimuovere un eventuale eccesso di
liquidi nell'organismo (edemi). Inoltre, riducendo la pressione del sangue, vengono di solito prescritti ai soggetti ipertesi.
Perché dopano
Nello sport sono furbescamente impiegati per due motivi: per perdere velocemente chili ed etti così da “fare artificialmente il peso”, come si dice nel
mondo pugilistico (in realtà tolgono acqua, cioè disidratano pugili, lottatori,
judoka e fantini che li utilizzano in casi estremi); per diluire le urine e ridurre
la concentrazione di altre sostanze dopanti in circolo nell’organismo. Come
“agenti mascheranti”, oltre ai diuretici, possono essere utilizzate anche
sostanze come il bromantan, l’epitestosterone e il probenecid.
Perché vanno evitati
Perché non sono proprio da sottostimare i loro effetti collaterali: a partire da
squilibri chimici nel sangue, con scarsi livelli di sodio e potassio, minerali
indispensabili alla salute dell'organismo. Inoltre, il frequente abbinamento
diuretici-eritropoietina può indurre crampi, disturbi di termoregolazione, aritmie che possono arrivare a causare la morte dell'atleta.
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Coordinamento nazionale dei quattro progetti antidoping italiani
approvati e finanziati dalla Commissione Europea, presente all'85°
Giro d'Italia con i progetti:
"Carta Etica dello Sportivo", progetto pilota sviluppato dalla Provincia di
Caserta che prevede: la Carta Etica, il manifesto europeo antidoping, il
Consultorio Antidoping, la guida antidoping, cd-rom e sito web;
"Prevenire il doping tra gli studenti e i giovani sportivi", dell'istituto Einaudi di Carrara, azione di sensibilizzazione nelle scuole di tutta Italia;
"Tallone d'Achille: come partecipare senza farsi male", promosso
ed attuato dalla Provincia di Modena; fiore all'occhiello del progetto è l'attivazione del Numero Verde Nazionale per la lotta al doping 800 170001;
"Dracula doesn't drink doping", promosso ed attuato dalla UISP Nazionale,
dedicato al coinvolgimento diretto dei giovani italiani nell'elaborazione del materiale informativo e della campagna di sensibilizzazione antidoping.