IL DOPING Che cos`è il doping ? Quando si parla di doping

IL DOPING
Che cos’è il doping ?
Quando si parla di doping abbiamo a che fare con sostanze che sono in prevalenza farmaci, usati non
per curare malattie ma per migliorare le prestazioni sportive. Il termine “to dope” deriva dall'inglese e
significa “drogarsi” a causa del parallelismo che si può fare tra la pratica del doping e la
tossicodipendenza. Doping e tossicodipendenza ad esempio, passano tra identici meccanismi di
DIPENDENZA ed ASSUEFAZIONE. Nel primo caso il nostro organismo diviene dipendente dalla
sostanza usata e non né può più fare a meno. Nel secondo l' organismo necessita, con il passare del
tempo, di dosi sempre maggiori per ottenere gli stessi benefici.
Anche per reperire le sostanze si usano gli stessi canali dello spaccio e cioè pusher, medici
compiacenti o web (siti internet). Il doping oltre che sportivo rappresenta un reato penale, punito dal
nostro ordinamento giuridico con il carcere. Il ricorso al doping migliora indubbiamente i risultati
ottenibili con il solo allenamento, ma questo mette in serio pericolo la salute e la vita stessa di chi ne
fa uso. Non esistono studi o statistiche ufficiali sugli effetti del doping essendo la pratica vietata dalla
legge, ma si ha la chiara consapevolezza che queste sostanze provochino l'insorgere di patologie
gravi quali tumori al fegato, infarti, arteriosclerosi, impotenza.
La morte in giovane età di campioni dell'atletica, del ciclismo o quella di famosi wrestler in apparenza
sani come pesci, fa riflettere. Chissà quanti decessi provocati dal doping ci sono stati ma non ne
sappiamo nulla. Capire perchè si ricorre a simili scorciatoie è facile se si pensa a quanti soldi e quanto
successo ottengono gli sportivi professionisti. Meno chiare sono le motivazioni dei dilettanti, di coloro
cioè che praticano sport per divertimento o passione.
Le sostanze vietate
CATEGORIA A stimolanti. Possono essere FORTI (anfetamine e cocaina) oppure BLANDI (caffeina).
Gli effetti sono assuefazione, dipendenza, disturbi del sonno, depressione, inappetenza, alterazione
della percezione di stanchezza e dolore.
CATEGORIA B narcotici e analgesici ovvero morfina, eroina e metadone.
CATEGORIA C steroidi anabolizzanti. Sono creati in laboratorio e rappresentano la versione sintetica
dell'ormone testosterone prodotto dal nostro corpo, Sono usati per aumentare la massa muscolare, la
forza e per diminuire i normali tempi di recupero tra un allenamento e l'altro. Vedi
documentario“Muscoli d'acciaio con il doping” (Youtube).
CATEGORIA D diuretici
CATEGORIA E ormoni . Famosa è l’eritropoietina (EPO) e il CERA (eritropoietina di nuova generazione)
che causa l’aumento di globuli rossi nel sangue. + globuli rossi = + ossigeno ai muscoli = migliori
prestazioni di resistenza. Sostanza molto usata da ciclisti e maratoneti. L’aumento di densità
sanguigna può provocare trombosi e arresti cardiaci.
Casi famosi di doping
Marco Borriello - E' risultato positivo a prednisone e prednisolone (cortisone) al test anti-doping in
seguito alla partita di serie A Roma-Milan nel 2007. E' stato sospeso per tre mesi.
Diego Armando Maradona – Probabilmente il più grande calciatore di tutti i tempi, Dai primi '80 fino al
2004 Maradona fu dipendente da cocaina: egli ammise di aver iniziato a far uso di droga dal 1983
quando militava nel Barcellona. Durante il suo soggiorno a Napoli il consumo divenne una vera e
propria tossicodipendenza. Ai Mondiali di USA '94 fu trovato positivo ad un controllo e per questo
squalificato. Negli anni successivi al suo ritiro, la sua salute peggiorò progressivamente; durante una
vacanza in Uruguay dovette essere trasportato d'emergenza in ospedale dove gli fu riscontrato un
grave problema al cuore a causa dell'abuso di droga.
Marco Pantani - Soprannominato "il pirata" ottenne i suoi migliori risultati nelle corse a tappe: è
l'ultimoitalianoad avere vinto ilTour de France (nel 1998 33 anni dopo Gimondi) e l'ultimo ciclista
dopo Coppi ad aver vinto il Giro d'Italia e il Tour nello stesso anno. Escluso dal Giro d'Italia del
1999 a seguito di un controllo, Pantani risentì del clamore mediatico suscitato dalla vicenda e pur
tornato alle gare non molto tempo dopo, non raggiunse più i livelli di prima. Caduto in depressione,
morì il 14 febbraio 2004 in uno squallido albergo a Rimini dove viveva in completa solitudine,
per arresto cardiaco provocato da overdose da cocaina. Nella sua carriera da professionista
ottenne 46 vittorie alcune delle quali memorabili.