Tripanosomosi Africana Philum Sarcomastigophora Classe Zoomastigophore Ordine Kinetoplastida Famiglia Trypanosomatidae Genere Trypanosoma Sezione SALIVARIA Epidemiologia 50 milioni di persone a rischio <20% sotto sorveglianza 20,000 nuovi casi/anno epidemie periodiche e devastanti 200 foci endemici Tripanosomosi Africana Distribuzione Tripanosomi africani : § Trypanosoma brucei gambiense § Trypanosoma brucei rhodesiense § Trypanosoma brucei brucei (agente eziologico del “nagana”-malattia dei ruminanti) EPIDEMIOLOGIA T.b.gambiense Diffuso nelle zone umide fluviali dell’Africa centrooccidentale VETTORE: Glossina palpalis che vive in ambienti umidi SERBATOI: - uomo - maiale T.b.rhodesiense Diffuso nelle savane delle regioni africane sudorientali VETTORE: Glossina morsitans che vive in zone secche SERBATOI: - diverse specie animali (insetti zoofili) - solo occasionalmente l’uomo Trypanosoma brucei gambiense E’ diffuso nell’Africa centro occidentale e si distingue in due sottopopolazioni: gruppoI -limitata variabilità genetica -bassa virulenza negli animali di laboratorio gruppoII - maggiore variabilità genetica -media virulenza negli animali di laboratorio Trypanosoma brucei rhodesiense E’ diffuso nell’Africa orientale, è capace di infettare l’uomo ed è più virulento Gene SRA: - conferisce resistenza - elemento di distinzione certa traT.b.rhodhesiense e T.b.brucei Trypanosoma brucei gambiense e Trypanosoma brucei rhodesiense Agenti eziologici della malattia del sonno trasmessa all’uomo da ditteri ematofagi del genere Glossina (mosca tse tse) Glossina uomo Glossina infetta CICLO VITALE NELL’UOMO Uomo Tripomastigoti metaciclico è depositato nel derma (infiammazione) • linfonodi e sangue Tripomastigoti snelli Tripomastigoti tozzi Assunti dalla glossina • Tali forme sono dipendenti dal “glucosio” come fonte di energia che viene metabolizzato nei glicosomi. - linfa -sangue -liquor cefalorachidiano Glossina Tripomastigoti tozzi Uomo infetto CICLO VITALE NEL VETTORE intestino medio Tripomastigoti prociclici snelli - cambia il proprio metabolismo in funzione della principale fonte energetica dell’insetto costituita prevalentemente dalla prolina - viene sostituita la VSG con un’altra glicoproteina che è la prociclina Tripomastigoti mesociclici = perdita dell’infettività verso il mammifero Epimastigoti Tripomastigoti metaciclici ghiandole salivari sostituiscono la superficie di prociclina con VSG Forme di tripanosomi Morfotipi nel vettore: Tripomastigote Epimastigote Tripomastigote metaciclico Morfotipi nell’uomo: Tripomastigote Sottile Tripomastigote intermedio Tripomastigote tozzo Nell’uomo:Tripomastigoti ematici sono caratterizzati da due forme 1) forma snella - membrana cellulare ondulante - flagello libero - nucleo ovale - incessante attività riproduttiva - trasformazione della propria struttura antigenica di superficie determinata dalla glicoproteina VSG (Variant Surface Glicoprotein) permette l’evasione dalle difese immunitarie dell’ospite 2) forma tozza - nucleo rotondeggiante - priva di flagello libero ( poco mobile) l’unica forma infettante per il vettore Nell’insetto: § Tripomastigoti tozzi intestino medio § Tripomastigoti prociclici snelli intestino anteriore ghiandole salivari § Epimastigoti § Tripomastigoti metaciclici Sole forme infettanti per l’ospite mammifero I vettori Glossine spp 22 specie habitat ombreggiati (20-30oC) Si nutrono di giorno Il parassita si sviluppa in 10-14 giorni Vettori Tripanosomosi Africana • Glossina morsitans • T. brucei rhodesiense • Glossina palpalis • T. brucei gambiense African Sleeping Sickness T.b.gambiense • • • • • Virulence Reservoir Zoonotic Vector Distribution Less Human/animal Less G.palpalis Western Africa T.b.rhodesiense More Human/animal More G.morsitans Eastern Africa MALATTIA DEL SONNO La malattia del sonno o tripanosomosi africana si estende dal Sud del Sahara al Nord del Kalahari e si manifesta in due forme: § CRONICA dovuta a T.b.gambiense (manifestazione lenta della malattia) § ACUTA dovuta a T.b.rhodesiense (manifestazione rapida e grave della malattia) PATOGENESI I tripanosomi metaciclici inoculati dalla Glossina § si moltiplicano localmente negli spazi intracellulari “chancre” cutaneo - edema - danno tissutale locale § penetrano attraverso la via linfatica nel sangue § invadono il sistema nervoso centrale lesioni a carico delle meningi Tripanosomosi Africana fasi di invasione: • Formazione di un nodulo nel punto di inoculo (chancre) • Invasione di linfoghiandole, fegato e milza Tripanosomosi Africana sintomi in fase emolinfatica • Febbre intermittente • Spleno- ed Epatomegalia • Ingrossamento linfonodi Tripanosomosi Africana sintomi I fase invasiva del SNC (da 3 mesi a diversi anni dopo l’inoculo) • • • • Regressione dei sintomi precedenti Persistenza di febbri intermittenti Insonnia, difficoltà di concentrazione Irritabilità Tripanosomosi Africana sintomi II fase invasiva del SNC (da 3 mesi a diversi anni dopo l’inoculo del parassita) • Infiltrati linfocitari nelle meningi • Infiltrati linfocitari nell’encefalo • Fenomeni di demielinizzazione in encefalo e nervi periferici • Turbe neuropsichiche • Sonnolenza • Coma profondo DIAGNOSI La tripanosomosi africana va sospettata in soggetti residenti o provenienti da aree endemiche • per T.b.rhodesiense la maggior parte dei casi si manifesta allo stato precoce della malattia • per T.b.gambiense la malattia si manifesta dopo mesi o anni, quando è caratterizzata da meningoencefalite Le forme tripomastigote vanno ricercate direttamente nel sangue, liquor, aspirati linfonodali • tecniche parassitologiche dirette • tecniche sierologiche: DAT, ELISA Diagnosis • Direct microscopy – Blood (T.b. rhodesiense.) – Lymph node aspirate (T.b.gambiense) – Lumbar puncture (Late T.brucei.rhod. & T.b.gamb.) • Serology • Animal inoculation Tripanosomosi Africana diagnosi di laboratorio • Reperimento di tripomastigoti nel sangue, nel liquor ed in aspirati da linfonodi TERAPIA Il trattamento chemioterapico specifico per la tripanosomosi africana differisce a seconda dello stadio della malattia § PENTAMIDINA § SURAMINA: indicato nello stadio ematolinfatico § MELARSOPROLO: indicato nello stadio meningoencefalico § Alfa – difluorometilornitina (DFMO): utile su T.b.gambiense in fase terminale LOTTA E PREVENZIONE Lotta: § incendi o estirpazioni della vegetazione dove le mosche tse-tse si moltiplicano § disinfestazioni con insetticidi § distruzione di mandrie di animali selvatici (T.b.rhodesiense) Prevenzione: § esami periodici della popolazione a rischio basati su esame clinico, sierologico e parassitologico § controllo dei maiali (possibili serbatoi della malattia) Mutual self-defence: the trypanolytic factor story Pays E, Vanhollebeke B. Microbes Infect. 2008 10:985-9 Around 1900 Laveran and Mesnil discovered that African trypanosomes (prototype: Trypanosoma brucei brucei) do not survive in the blood of some primates and humans. The nature of the trypanolytic factor present in these sera has been the focus of a long-standing debate between different groups, but recent developments have allowed the proposal of a coherent model incorporating most seemingly divergent views and providing an interesting example of the complex interplay that continuously occurs between hosts and parasites. Possibly as an adaptation to their natural environment, great African apes (Hominoidea) and humans have acquired a new member of the apolipoprotein-L family, termed apoL1. This protein is the only one of the family to be secreted in the blood, where it binds to a subset of HDL particles that also contain another human-specific protein, haptoglobin-related protein or Hpr. T. b. brucei possesses a specific surface receptor for the haptoglobin-hemoglobin (Hp-Hb) complex, as a way to capture heme into hemoproteins that contribute to cell growth and resistance to the oxidative stress of the host. As this receptor does not discriminate between Hp and Hpr, Hpr-containing HDL particles of human serum are efficiently taken up by the parasite, leading to the simultaneous internalization of apoL1, Hpr and Hb-derived heme. Once in the lysosome, apoL1 is targeted to the lysosomal membrane, where its colicin-like anionic pore-forming activity triggers an influx of chloride ions from the cytoplasm. Osmotic effect linked to this ionic flux leads to uncontrolled swelling of the lysosome, ultimately causing the death of the parasite. Mutual self-defence: the trypanolytic factor story Pays E, Vanhollebeke B. Microbes Infect. 2008 10:985-9 Two T. brucei clones, termed Trypanosoma brucei rhodesiense and Trypanosoma brucei gambiense, have managed to resist this lysis mechanism and, therefore, cause sleeping sickness in humans. While the mechanism of this resistance is still not known in the case of T. b. gambiense, the dominant factor responsible for resistance of T. b. rhodesiense has been identified. This protein, named SRA for Serum Resistance-Associated, is a truncated version of the major and variable surface antigen of the parasite, the Variant Surface Glycoprotein or VSG. Presumably due to its defective nature, SRA is not targeted to the plasma membrane as do regular VSGs, but ends up in the late endosomal compartment. In this location SRA is thought to neutralize apoL1 through coiled-coil interactions between alpha-helices. Meccanismi specifici di evasione del T. brucei • Variazione antigenica: le VSG • Attivazione policlonale ed aspecifica di linfociti B • Immunosoppressione dell’ospite • Produzione di gp63-like protein Variazione antigenica: le VSG Struttura: • Glicoproteine dimeriche di superficie • C-terminale ancorata alla membrana, N-terminale caratterizzata da regioni variabili e costanti Variant Surface Glycoprotein 60kd (450aa) glycoprotein (CHO 7-17%) C-terminal anchored in membrane Often as a dimer (alpha helix) Only epitopes in end third of N-terminal exposed Densely clustered 107molecules/parasite Schematic representation of the major surface glycoconjugates of procyclic and metacyclic Trypanosoma brucei Essentials of Glycobiology Second Edition Chapter 40, Figure 2 Variazione antigenica: le VSG La variazione antigenica porta alla mancata eliminazione di subpopolazioni di parassiti. Il sistema immunitario, infatti, non è in grado di esprimere in tempo anticorpi specifici contro gli antigeni temporaneamente espressi. Parasitemia in Af rican Sleeping Sickness 10 Log 10 Trypanosomes per ml 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 0 10 20 Days af ter Inf ection 30 Espressione VSG • Fase infettante (tripomastigote metaciclico) espressione di 10-15 diverse VSG • 7 giorni dall’infezione: inizio switch periodico delle VSG • Fase tardiva: possibile ri-espressione VSG iniziali Production of VSG Gene rearrangement Produces an expression linked copy (ELC) ELC transposed to telomeric end of chromosome replacing existing gene Switch occurs every 106 divisions 100-1000 copies of different VSG’s in clone Genetic mechanisms of antigenic variation. The Trypanosoma brucei genome contains more than 1,000 variant surface glycoprotein (VSG) genes (shown as coloured boxes). Only one of these VSG variants is expressed at any one time. Gene expression occurs in a telomeric expression site (ES), where the VSG gene is co-transcribed with expression-site-associated genes (ESAGs; shown as numbered boxes).The T. brucei genome contains a set of 15–20 similar (but not identical) ESs, 3 examples of which are depicted. In T. b. rhodesiense, one particular ES, known as R-ES, contains the serum-resistance associated (SRA) gene, which confers resistance to lysis by human serum40. Antigenic variation (that is, the expression of a different VSG variant) can result from two mechanisms (indicated in red): transcriptional switching and homologous recombination. Transcriptional switching occurs by a process known as in situ activation, in which expression of the active ES is turned off, and expression of a previously silent ES is turned on. This process does not involve DNA rearrangement. By contrast, homologous recombination involves replacement of the active VSG gene. This can occur by one of two mechanisms: gene conversion, which involves replacement with a copy of a VSG gene from the repertoire; or reciprocal exchange, which involves replacement with a VSG gene from another ES (and thereby exchange of a VSG gene between two ESs). These replacements occur through recombination between homologous regions, such as 70 base-pair repeats. Gain and loss of resistance to human serum. Tsetse flies inject the mammalian host with T. b. rhodesiense in the metacyclic form, and these trypanosomes then transform into long, slender bloodstream forms, in which different VSG ESs can be activated. Only trypanosomes in which the R-ES is active can resist lysis by human serum. Under these conditions, in situ activation (transcriptional switching) of other VSG ESs is counter-selected (indicated by a small red cross), owing to the requirement for SRA expression to resist lysis. Therefore, antigenic variation only occurs through homologous recombination targeted to the active VSG gene. In non-human hosts, expression of the R-ES seems to be counter-selected, although in situ inactivation of the R-ES does require many passages in mice6, 39. This counter-selection might result from the absence of most ESAGs from the R-ES, because these ESAGs might not be completely dispensable. Il meccanismo di variazione antigenica realizzato con le VSG rende particolarmente complesso lo sviluppo di un vaccino contro il T. brucei Meccanismi specifici di evasione del T. brucei • Variazione antigenica: le VSG • Attivazione policlonale ed aspecifica di linfociti B • Immunosoppressione dell’ospite • Produzione di gp63-like protein Attivazione policlonale di linfociti B Le molecole rilasciate dai tripanosomi o le stesse VSG agiscono da mitogeni Espansione clonale non specifica dei linfociti B Produzione massiva di IgM non specifiche IgM eterospecifiche e autoanticorpi contro proteine e acidi nucleici dell’ospite Formazione complessi Ag-Ab con iperplasia di milza e linfonodi Meccanismi specifici di evasione del T. brucei • Variazione antigenica: le VSG • Attivazione policlonale ed aspecifica di linfociti B • Immunosoppressione dell’ospite • Produzione di gp63-like protein Immunosoppressione dell’ospite 1. Alterazione delle funzioni cellulari B e T: – produzione di IgM non seguita da produzione di IgG – soppressione della proliferazione dei linfociti T 2. Alterazione nell’attivazione dei macrofagi: – iperattivazione dei macrofagi da parte di porzioni delle proteine VSG 3. Variazione del pattern di citochine rilasciate da linfociti Prodotti di secrezione dei Tripanosomi (es.proteina T Lymphocyte Triggering Factor) Induzione dei CD8+a produrre alti livelli di IFN-γ Induzione della produzione di una MAP chinasi che contribuisce alla proliferazione dei tripanosomi Diminuzione dell’espressione dei IL-2R e della sintesi dell’IL-2 Soppressione proliferazione linfociti T Attraverso esperimenti di laboratorio, effettuati su ratti e topi, è stato evidenziato che: • i Tripanosomi stimolano la produzione di IFN-γ nei linfociti CD8+ ma non nei CD4+ • la proteina TLTF (T-lymphocytes triggering factor) si lega direttamente alla molecola CD8 esposta sulla superficie dei linfociti • la produzione di IFN-γ induce la produzione di una MAP-chinasi responsabile della proliferazione dei Tripanosomi Meccanismi specifici di evasione del T. brucei • Variazione antigenica: le VSG • Attivazione policlonale ed aspecifica di linfociti B • Immunosoppressione dell’ospite • Produzione di gp63-like protein Produzione di gp63-like protein Anche i Tripanosomi hanno geni codificanti proteine simili alle gp-63 presenti nella Leishmania. Sebbene la loro funzione non sia stata ancora ben definita, si suppone abbiano un ruolo specifico nell’evasione della lisi mediata dal complemento Riassumendo… I tripanosomi utilizzano vari meccanismi per evadere dalla risposta immune, e le strategie dipendono dalle momentanee necessità del parassita (stadio, localizzazione nell’ospite e stato del sistema immunitario). I più comuni sistemi di evasione sono volti a prevenire il confronto tra parassita e sistema immunitario. Si realizzano attraverso: • Secrezione di molecole che modulano il sistema immunitario • Controllo del set di citochine prodotte • Anergia delle cellule immunitarie Nuove evidenze sulla biologia cellulare di T.brucei The genome of the African trypanosome Trypanosoma brucei. Berriman M, Ghedin E, Hertz-Fowler C, Blandin G, Renauld H, Bartholomeu DC, Lennard NJ, Caler E, Hamlin NE, Haas B, Böhme U, Hannick L, Aslett MA, Shallom J, Marcello L, Hou L, Wickstead B, Alsmark UC, Arrowsmith C, Atkin RJ, Barron AJ, Bringaud F, Brooks K, Carrington M, Cherevach I, Chillingworth TJ, Churcher C, Clark LN, Corton CH, Cronin A, Davies RM, Doggett J, Djikeng A, Feldblyum T, Field MC, Fraser A, Goodhead I, Hance Z, Harper D, Harris BR, Hauser H, Hostetler J, Ivens A, Jagels K, Johnson D, Johnson J, Jones K, Kerhornou AX, Koo H, Larke N, Landfear S, Larkin C, Leech V, Line A, Lord A, Macleod A, Mooney PJ, Moule S, Martin DM, Morgan GW, Mungall K, Norbertczak H, Ormond D, Pai G, Peacock CS, Peterson J, Quail MA, Rabbinowitsch E, Rajandream MA, Reitter C, Salzberg SL, Sanders M, Schobel S, Sharp S, Simmonds M, Simpson AJ, Tallon L, Turner CM, Tait A, Tivey AR, Van Aken S, Walker D, Wanless D, Wang S, White B, White O, Whitehead S, Woodward J, Wortman J, Adams MD, Embley TM, Gull K, Ullu E, Barry JD, Fairlamb AH, Opperdoes F, Barrell BG, Donelson JE, Hall N, Fraser CM, Melville SE, El-Sayed NM. Science. 2005 Jul 15;309(5733) La funzione flagellare è essenziale per la forma sanguigna del Trypanosoma. L’induzione di un danno flagellare potrebbe essere il punto di partenza per curare la malattia del sonno Sia la forma sanguigna che quella prociclica (nel vettore) del Trypanosoma Brucei presentano un flagello che emerge da un pocket flagellare posteriore. Tale flagello comprende: 1- assonema circondato da membrana 2- PFR - ”paraflagellar rod” Come si può impiegare la proteomica del flagello per la lotta al Tripanosoma? -Isolamento di assonema, PFR associato e corpo basale del flagello della forma prociclica -Separazione delle proteine mediante elettroforesi. - Digestione delle bande ottenute con tripsina - Analisi dei peptidi risultanti con LC – MS -Identificazione di 331 proteine costituenti il Proteoma Flagellare di T. brucei (TbFP) Le proteine del TbFP presentano omologhi nel genoma di T.Cruzi e L.Major. La comparazione tra le proteine del TbFP e del proteoma flagellare di Chlamydomonas e Tetrahymena thermophila ha confermato invece la presenza di un ampio numero di proteine nel TbFP non codificato negli altri 2 organismi. Molto probabilmente queste proteine risiedono nel PFR che rappresenta una struttura flagellare specifica del Tripanosoma. L’identificazione di omologhi del TbFP nell’uomo responsabili delle malattie ereditarie legate alla motilità ciliare ha fornito lo spunto per bloccare la funzionalità flagellare nel T.brucei Identificazione, oltre alle 3 dineine assonemali, di omologhi di altre 7 proteine direttamente implicate in patologie umane. Tra le proteine ci sono: Hydin, PACRG e Scorpion. Analisi funzionale con la tecnica dell’RNAi della proteina Hydin nella forma prociclica del Trypanosoma GRAVE DIFETTO DI MOTILITA’ Analisi di altre 10 proteine del TbFP con l’approccio dell’RNAi, 8 delle quali mostrano in seguito ad ablazione, un fenotipo flagellare. 2 geni (Tb PACRGA e Tb PACRGB) non hanno effetti se ablati singolarmente ma la repressione simultanea determina la paralisi del flagello. Tutti gli esperimenti di RNAi a cui sono state sottoposte le forme procicliche dei Tripanosomi mostrano che la motilità può essere seriamente compromessa mentre la proliferazione cellulare rimane inalterata. Uso della stessa tecnica di RNAi inducibile contro 5 proteine del TbFP della forma sanguigna. Tutte le 5 analisi risultano in un Trypanosoma che non completa la citochinesi, formando cellule mostruose incapaci di proliferare. Trypanosoma 1 Kinetoplasto 1 Nucleo 1K1N Sono replicati 1 volta durante il ciclo cellulare RNAi induced Le cellule cessano di dividersi ma continuano a progredire attraverso il ciclo cellulare. Le cellule iniziano nuovi cicli di fase S e mitosi,portando a grandi cellule contorte contenenti più Kinetoplasti e più nuclei MOSTRI Cellule 4K4N e cellule 8K8N Cellule non indotte hanno morfologia normale, producendo un nuovo flagello durante il ciclo cellulare prima della citochinesi, con il flagello che emerge dal pacchetto flegellare e che si estende lungo il Trypanosoma In seguito ad induzione con RNAi e ablazione di PFR2 eTAX1, le cellule producono un nuovo flagello ma non completano la divisione e perdono tutti i normali assi morfogenetici diventando contorte e multiflagellate. La spiegazione del fenotipo letale nelle cellule circolanti è che la citochinesi fallisce come primo evento in assenza della corretta motilità flagellare I cicli cellulari successivi formano nuovi flagelli in posizioni inappropriate La mancanza di assi morfogenetici precisi compromette l’equilibrio membrana/ citoscheletro durante la morfogenesi del pocket flagellare La compromissione della funzione flagellare cui consegue l’incapacità del parassita di dividersi “POTREBBE” aprire una nuova prospettiva per il controllo della malattia.