“INGHILTERRA E OLANDA” PROF. DANIELE CASANOVA Università Telematica Pegaso Inghilterra e Olanda Indice 1 L'INGHILTERRA DA ELISABETTA TUDOR A CARLO I STUART -------------------------------------------- 3 2 OLIVER CROMWELL ------------------------------------------------------------------------------------------------------- 6 3 LA GLORIOSA RIVOLUZIONE ------------------------------------------------------------------------------------------ 8 4 L’OLANDA DEL ‘600-------------------------------------------------------------------------------------------------------- 10 5 INGHILTERRA E OLANDA NEL MEDITERRANEO -------------------------------------------------------------- 12 CRONOLOGIA ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 16 BIBLIOGRAFIA --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 17 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 2 di 17 Università Telematica Pegaso Inghilterra e Olanda 1 L'Inghilterra da Elisabetta Tudor a Carlo I Stuart La divisione religiosa che affliggeva l'Europa centro-settentrionale si ripresentava in Inghilterra, dove al breve regno di Maria Tudor (1553-1558), figlia di Enrico VIII e di Caterina d'Aragona, seguì quello della sorellastra Elisabetta I (1558-1603), figlia di Anna Bolena. La sua prima preoccupazione fu la risoluzione del problema religioso. Attraverso l'emanazione di un Atto di Supremazia ripristinò la confessione anglicana come religione del Regno ed escluse dalle cariche pubbliche i seguaci sia del cattolicesimo e sia del calvinismo. Tuttavia i tentativi di riportare l'Inghilterra nell'orbita cattolica si protrassero per tutto il periodo del suo lungo regno, soprattutto dopo l'arrivo in Inghilterra della cugina, la cattolica regina di Scozia Maria Stuart, cacciata nel 1568 dai protestanti scozzesi guidati da John Knox. Maria divenne ben preso il punto di riferimento di tutti i cattolici inglesi, che organizzarono a più riprese una serie di sollevazioni contro Elisabetta. I tentativi cattolici fallirono e nel 1587 la regina fece condannare a morte la pretendente cattolica al trono inglese. Anche nella politica estera Elisabetta si schierò dalla parte dei protestanti in funzione antispagnola. L'ingerenza di Filippo II nella lotta di successione al trono di Francia indusse Elisabetta a schierarsi a fianco dell'ugonotto Enrico di Borbone e ad intervenire direttamente nei Paesi Bassi, in rivolta contro la Spagna, con l'invio di un esercito in aiuto dei ribelli olandesi. L'età elisabettiana fu anche segnata da importanti trasformazioni sociali ed economiche. Elisabetta si mostrò particolarmente abile nel mantenere una pace sociale in tutti i territori sottomessi alla monarchia. La nascita di un esercito moderno, basato sull'arruolamento diretto e non più sulla leva feudale, favorì il coinvolgimento inglese nella guerra contro la Spagna e permise di reprimere le rivolte scoppiate in Irlanda alla fine del Cinquecento. L'aumento della popolazione europea e la crisi delle manifatture italiane stimolarono l'industria tessile inglese, che iniziò a produrre grandi quantitativi di tessuti di lana più economici e leggeri che invasero i mercati europei e del Levante. Lo sviluppo industriale fu accompagnato dall'incremento delle attività delle compagnie commerciali, associazioni riconosciute dalla corona e dotate di diritti commerciali esclusivi, che formavano una vera e propria utilizzabile in caso di guerra. Infine, come nel resto d'Europa, si accentuarono i fenomeni di pauperismo cui si rispose con una serie di provvedimenti legislativi sulla mendicità e con un'apposita legge sui poveri, la Poor Law. A Elisabetta, morta nel 1603 senza lasciare eredi diretti, successe il re di Scozia, il figlio di Maria Stuart, Giacomo I (1603-1625), che unificò le due corone. I principali problemi che dovette Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 3 di 17 Università Telematica Pegaso Inghilterra e Olanda affrontare furono gli stessi che avevano afflitto il regno di Elisabetta: il dissesto finanziario dello Stato causato dalla guerra contro la Spagna e dalla rivolta dell'Irlanda, e la risoluzione del problema religioso. Di confessione protestante ed essendo per gli inglesi un monarca straniero, Giacomo dovette guadagnarsi il favore dei propri sudditi e lo fece attraverso la generosa concessione di titoli onorifici, che però gli alienarono le simpatie della nobiltà di antico lignaggio, in quanto la moltiplicazione dei titoli ne sviliva il valore. L'inasprimento della pressione fiscale e il rafforzamento della Chiesa anglicana direttamente sottoposta alla monarchia, lo mise in urto sia con il Parlamento e la piccola nobiltà (gentry), e sia con gli scozzesi e i puritani, i protestanti contrari alla creazione di una Chiesa di Stato, la cui liturgia e organizzazione era ritenuta troppo simile a quella della Chiesa di Roma. Il malcontento si acuì dopo l'ascesa al trono di Carlo I Stuart (1625-1649), che governò in modo autoritario e volle imporre ovunque l’anglicanesimo, perseguitando quanti non si conformavano ad esso. Per sottrarsi alle sue persecuzioni, gruppi di puritani e di dissidenti politici lasciarono il paese per andare a fondare quelle colonie oltre oceano da cui dovevano sorgere più tardi gli Stati Uniti d’America. La repressione dell'opposizione religiosa, l'adozione di provvedimenti adottati senza la consultazione del Parlamento e lo sfarzo della corte e dei suoi ministri accrebbero lo scontro tra il re e i membri della Camera dei Comuni, un ostilità che si manifestò apertamente in occasione di un prestito forzoso richiesto dalla corona. Convocato il Parlamento nel 1628 per farsi approvare un aumento delle spese statali, i rappresentanti delle città e della gentry si opposero alla sua politica ed elaborarono una Petizione del diritto, con la quale denunciavano i soprusi e le illegalità del re in materia fiscale. Dopo questo episodio Carlo sciolse il Parlamento e non lo convocò per ben undici anni, durante i quali il re cercò fonti alternative di finanziamento, che vennero individuate nel ripristino di antiche tasse e nella vendita di licenze che consentivano di esercitare un'attività in condizioni monopolistiche. Tuttavia non furono queste misure a destabilizzare il paese, bensì la rivolta dei calvinisti scozzesi, che minacciarono la secessione dopo che il re pretese di estendere anche alla Scozia puritana l'organizzazione anglicana. Per procurarsi il denaro necessario a fronteggiare la rivolta e organizzare un esercito, nel 1640 Carlo I fu costretto nuovamente a convocare il Parlamento. Ma l'atteggiamento ostile dei nuovi membri indusse il sovrano a sciogliere il Parlamento dopo tre settimane (Parlamento Corto). La minaccia scozzese di invadere l'Inghilterra se il re non avesse ritirato le misure religiose, indusse Carlo I a indire nuove elezioni, dalle quali, però, emerse una rappresentanza ancora più ostile alla politica della corona, che sarebbe passato alla storia come il Lungo Parlamento (1640-1660). Intanto a Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 4 di 17 Università Telematica Pegaso Inghilterra e Olanda Londra, nel 1642, il malcontento popolare e la preoccupazione di un complotto papista contro l'Inghilterra protestante, sfociarono in una violenta sollevazione contro il re che fu costretto a lasciare la capitale. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 5 di 17 Università Telematica Pegaso Inghilterra e Olanda 2 Oliver Cromwell Si apre così una terribile guerra civile, in cui alle motivazioni politiche si uniscono dissidi religiosi. Ai partigiani del re e della Chiesa anglicana, i Cavalieri, si opposero i fautori del Parlamento, le Teste rotonde, dall'austera foggia puritana di portare i capelli corti. I Cavalieri esprimevano l'alta nobiltà, mentre le Teste Rotonde gli interessi della borghesia londinese, che si batteva per la libertà di coscienza e per la libertà dei traffici commerciali. Il conflitto si trascinò sino al 1643, quando il Parlamento inglese affida al deputato Oliver Cromwell (1599-1658), il compito di reclutare un corpo di cavalleria. Cromwell arruola tra le file della piccola borghesia puritana soldati ben pagati, rigidamente disciplinati e convinti della causa per la quale combattono. Nacque così, non solo la temibile cavalleria detta Ironsides (fianchi di ferro), che nel 1644 a Marston Moor inflisse una dura sconfitta alle forze realiste e nel 1647 riuscirono a catturare Carlo I. Il re fu giudicato da un tribunale militare fu condannato a morte e decapitato. Per la prima volta nella storia d’Europa, un popolo chiamava in giudizio il suo re e lo condannava. Il principio calvinista del controllo dei magistrati sulle azioni dei principi aveva avuto la meglio sul venerando principio del diritto divino dei re. Soppresso il re, fu abolita la monarchia e instaurata la repubblica, lo stesso Parlamento fu epurato e abolita la Camera dei Lords. Dopo aver domato le rivolte in Irlanda (1649) e in Scozia (1651), Cromwell dedica le sue energie alla situazione internazionale. La rivalità commerciale con l’Olanda lo induce a emanare nel 1651 l’Atto di navigazione, in base al quale nei porti inglesi possono sbarcare solo merci trasportate da navi inglesi oppure da navi che avessero l’equipaggio del paese di provenienza delle merci. Si trattava di un attacco diretto ai traffici olandesi, che detenevano un monopolio nei traffici con i paesi del Baltico. Il rifiuto dell’Olanda provocò la guerra tra i due paesi, I guerra dell’Atto di navigazione (1652-1654), che si risolse a vantaggio dell’Inghilterra. La strategia espansionistica di Cromwell prevedeva un’alleanza con la Francia in funzione antispagnola, che le fruttò la conquista dell’isola della Giamaica e l’ingresso di navi inglesi nel Mediterraneo, così l’Inghilterra repubblicana si imponeva come una potenza marittima e commerciale di prim’ordine. Le flotte inglesi si lanciavano all’attacco dell’impero coloniale spagnolo, penetravano nell’Oceano Indiano e facevano concorrenza agli Olandesi. Forte dei suoi successi militari, Cromwell, nel 1653 nomina un nuovo Parlamento, ma è costretto a scioglierlo per il prevalervi dei Livellatori, un movimento diffuso tra i ceti medi, il cui Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 6 di 17 Università Telematica Pegaso Inghilterra e Olanda programma prevedeva la tolleranza religiosa e la democratizzazione di tutta l’organizzazione sociale. Decide allora di governare col solo aiuto dell’esercito, facendosi nominare Lord Protettore e imponendo al paese una dittatura militare. La precarietà della repubblica puritana fu evidente dopo la sua morte, I disordini che si verificarono consigliarono al Parlamento di restaurare la monarchia Stuart mettendo sul trono Carlo II (1660-1685) figlio di Carlo I. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 7 di 17 Università Telematica Pegaso Inghilterra e Olanda 3 La Gloriosa Rivoluzione Il paese accolse con grande entusiasmo la restaurazione della monarchia, ma iniziò nuovamente ad irritarsi quando si accorse che anche Carlo II si stava avviando verso la via dell’assolutismo. Il re, educato alla corte di Luigi XIV, propendeva segretamente per il cattolicesimo, cercava di evitare la convocazione del Parlamento e per non ricorrere a quest’ultimo, accettava sovvenzioni in denaro dalla Francia, impegnandosi ad appoggiare la sua politica estera. All’irritazione degli ambienti protestanti per le tendenze religiose del re, all’odio degli antichi seguaci di Cromwell, duramente perseguitati, si aggiungeva così il malumore degli ambienti commerciali che dopo la definitiva vittoria inglese sull’Olanda, in seguito alla II guerra dell’Atto di Navigazione (1665-1667), si preoccupavano per il crescente impulso dato dalla Francia alla propria marina ed alla propria espansione coloniale. In un clima di diffidenze e congiure si aprì la campagna di successione al trono. Carlo II era privo di figli e perciò alla sua morte il trono sarebbe passato al fratello Giacomo, cattolico dichiarato. Sulla questione il Parlamento si divise in due fazioni, da una parte i tories, fautori della successione di Giacomo, dall’altra i whigs, suoi oppositori. Il partito Whig rappresentava gli interessi del ceto borghese ed industriale, contrario all’alleanza con la Francia. Conservatore autoritario, il partito Tory esprimeva gli interessi dell’aristocrazia terriera e dell’alto clero anglicano. La vittoria sembrò arridere ai whigs, che riuscirono a far approvare nel 1679 dal Parlamento una legge tuttora considerata fondamentale nel sistema politico inglese: lo Habeas Corpus Act, secondo il quale la persona ed il domicilio del cittadino inglese sono inviolabili per chiunque, compreso il re stesso, a meno che non vi sia un ordine esplicito di un giudice. Successivamente, però, Carlo II riuscì a sventare il tentativo di estromettere il fratello dalla successione e nel 1685 Giacomo II divenne re d’Inghilterra. La politica autocratica, filo cattolica e filo francese di Giacomo II (1685-1688) gli alienò anche le simpatie del partito tory e quando con la nascita di un figlio maschio fece capire che sul trono si sarebbe perpetuata una dinastia cattolica, il Parlamento si rivolse al protestante Guglielmo d’Orange, governatore d’Olanda e marito della figlia di Giacomo II, Maria, che sbarcò in Inghilterra e mise in fuga il suocero (1688), permettendo così al Parlamento di destituirlo senza spargimento di sangue e di offrire la corona all’Orange. Guglielmo e Maria (1689-1702) salirono così al trono d’Inghilterra grazie a quella che fu definita una Gloriosa Rivoluzione incruenta, e a patto che accettassero la Bill of Rights (Dichiarazione dei Diritti), un atto solenne nel quale si sanciva la Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 8 di 17 Università Telematica Pegaso Inghilterra e Olanda libertà di stampa e di parola in Parlamento e si definivano i limiti dei poteri del re, che perdeva il diritto di sospendere le leggi, di imporre tributi e mantenere un esercito senza il consenso del Parlamento. In questo modo l’Inghilterra assumeva quella caratteristica fisionomia di una monarchia costituzionale, che doveva continuare a mantenere sino ai giorni nostri. La rivoluzione inglese, il protettorato di Cromwell, la restaurazione e il regno di Maria e Guglielmo III furono un periodo di intensa attività intellettuale ed elaborazione politica. Particolarmente importanti per il futuro del pensiero politico furono le teorie assolutistiche di Hobbes e quella liberale di Locke. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 9 di 17 Università Telematica Pegaso Inghilterra e Olanda 4 L’Olanda del ‘600 Nel 1579 le province settentrionali dei Paesi Bassi dichiararono decaduta la sovranità della Spagna e si costituirono in una repubblica indipendente. Il nuovo Stato ebbe un’organizzazione politica poco strutturata che rispecchiava le tradizioni di autogoverno delle città e delle province della regione. Le forze armate erano comandate da uno stadhouder (luogotenente), una carica tradizionalmente ad appannaggio della famiglia degli Orange- Nassau, invece, la politica estera e la ripartizione delle imposte erano decise dagli Stati generali, un organismo formato dai rappresentanti delle sette province ribelli. Ogni provincia aveva un solo voto e tutte le decisioni dovevano essere prese all’unanimità. Tuttavia l’Olanda, la provincia più ricca e potente, insieme alla città di Amsterdam esercitava una sorta di egemonia politica ed economica sulle altre. I primi anni della Repubblica furono caratterizzati dalla contrapposizione tra pacifisti e coloro che erano favorevoli ad un proseguimento della guerra contro la Spagna per la liberazione dei Paesi Bassi meridionali. Dopo una tregua di 12 anni, nel 1621 si riaccese il conflitto con la Spagna che si concluse definitivamente nel 1648 con la pace di Vestfalia. Fu a partire dagli ultimi decenni del XVI secolo che le Province Unite videro crescere smisuratamente la loro ricchezza. Le massicce emigrazioni di protestanti francesi, inglesi e tedeschi, nonché quelle di ebrei portoghesi e spagnoli, attirati dalla notevole tolleranza religiosa, assicurarono al nuovo Stato manodopera specializzata, capitali finanziari e soprattutto una fitta rete di relazioni con il resto del continente, che fornirono al mercato di Amsterdam la disponibilità di un sistema di informazioni senza uguali in Europa. Gli abitanti dei Paesi Bassi da tempo si erano specializzati nel commercio marittimo. In particolare le loro navi assicuravano gran parte degli scambi tra le materie prime dei paesi baltici, grano, minerali e legname e i manufatti dell’Europa occidentale. Inoltre, il fatto di essere inseriti nell’orbita dell’impero spagnolo favorì non poco lo sviluppo olandese. Le attività commerciali erano portate avanti da compagnie commerciali che si costituivano di volta in volta, in vista di una specifica impresa. Tuttavia alcune spedizioni, in particolare quelle oceaniche, erano pericolose e richiedevano la formazione di convogli armati di artiglieria. Per queste ragioni nel 1602 dieci compagnie olandesi si fusero nella Compagnia delle Indie orientali, dando vita alla prima vera compagnia per azioni. La Compagnia era una sorta di Stato nello Stato, disponeva di una potente flotta e di propri uomini armati. In breve tempo fu quindi in grado di sostituirsi al Portogallo nella penetrazione dei mercati orientali e nel dominio su di essi. In cambio era tenuta a Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 10 di 17 Università Telematica Pegaso Inghilterra e Olanda cedere allo Stato un terzo dei suoi profitti. Gli olandesi si stabilirono a Giava e a Sumatra e danno vita ad un impero coloniale che ha per capitale la città di Batavia, da loro fondata nel 1619. La necessità di tutelare le proprie rotte spinge Abele Tasman, un audace navigatore olandese, a scoprire un nuovo continente l’Australia. Nel 1662 gli olandesi cacciarono via i portoghesi dal Capo di Buona Speranza e s’installano al loro posto. Ivi affluiscono allevatori di bestiame e contadini olandesi (boeri) di religione calvinista, dando vita così ad una numerosa popolazione bianca che si organizza in modo indipendente dalla patria e con ordinamenti patriarcali. Al pari dei mercati asiatici, concorrono a fare dell’Olanda il centro commerciale dell’Occidente, anche il mercato europeo e americano. Attorno alla metà del Seicento lo Stato formato dalle Sette Provincie Unite é all’apogeo della propria floridezza economica. Nel paese si era sviluppata una progredita agricoltura, l’allevamento dei bovini e un’industria casearia senza pari in Europa. Inoltre, l’industria tipografica di Leyda, le ceramiche di Delft e i tessuti di Harlem s’imponevano su tutti i mercati. La pesca del merluzzo e delle aringhe era nelle mani dei pescatori delle Sette Province. La borsa di Amsterdam e la sua banca erano i centri più importanti della finanza europea. Il benessere del paese si tradusse in un aumento della domanda di beni di tutti generi, facilitata dal fatto che le città portuali olandesi erano diventati tra i principali empori commerciali europei. Una serie di grandi artisti, tra cui spiccano Frans Hals (c.1582-1666), Rembrandt van Rijn (1606-1669), Johannes Vermeer (1632-1675), insieme a molti altri pittori, incisori e tipografi resero grande e famosa la civiltà olandese del Seicento, ma contribuirono a fare dell’arte figurativa un bene di consumo di massa. Si sviluppò così un mercato dell’arte che svincolò i pittori dalla sudditanza dei committenti e rese possibile loro di vivere del proprio lavoro affidandosi al gusto del pubblico. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 11 di 17 Università Telematica Pegaso Inghilterra e Olanda 5 Inghilterra e Olanda nel Mediterraneo Sino alla fine del Cinquecento, come si è detto, la scoperta e lo sfruttamento delle rotte atlantiche da parte dei portoghesi, non aveva costituito una seria minaccia per i traffici mediterranei, dove continuavano a transitare ancora la maggior parte delle spezie e dei prodotti orientali provenienti dall’India. Fu solo con l’arrivo nell’Oceano Indiano di navi inglesi e olandesi che l’equilibrio si spostò decisamente a vantaggio della rotta che giungeva in Europa attraverso il Capo di Buona Speranza. La stessa Venezia, sino ad allora, ancora una delle maggiori potenze commerciali e una delle più raffinate città europee, nonostante lo spostamento dei traffici e le conquiste turche dei suoi domini mediterranei, sino ai primi decenni anni del Seicento riuscì a controbilanciare in parte gli effetti negativi della mutata posizione. La città lagunare agli inizi del Seicento deteneva ancora il monopolio del commercio nell’Adriatico e riusciva a esportare nei mercati levantini intorno ai venticinquemila pannilana all’anno. Le sue fiorenti attività produttive, come quella del vetro di murano, delle sete di Bergamo o delle armi di Brescia, gli consentirono, sempre nella prima parte del secolo, di ampliare i rapporti commerciali con le regioni che si estendevano oltre la sponda orientale dell’Adriatico. La duttile politica della Serenissima in materia di pedaggi, di dazi e di imposte, attirò nel suo porto numerose navi olandesi e inglesi, che se da una parte accrebbero le sue entrate finanziarie, dall’altra decretarono la sua marginalità nei nuovi traffici mediterranei, soprattutto dopo l’inizio della Guerra dei Trent’anni, che non solo ridusse i suoi scambi con l’area germanica, suo tradizionale partner commerciale, ma diminuì drasticamente la costruzione di navi e ciò contribuì ad accelerare il suo declassamento a piazza mercantile di dimensione regionale. Dopo l’annessione spagnola del Portogallo e la cattura da parte di Filippo II di tutte le navi olandesi negli scali portoghesi, per non perdere il loro ruolo di intermediari con il Nord Europa delle merci orientali che affluivano a Lisbona, gli olandesi si spinsero nel 1595 a doppiare per la prima volta il Capo di Buona Speranza. Appena sorta la piccola Repubblica delle Sette Province Unite, di cui come si è detto l’Olanda rappresentava la provincia più importante, divenne una grande potenza commerciale e riuscì a mettere insieme una poderosa flotta mercantile e da guerra, costituita a metà Seicento da circa ventimila navi. L’accaparramento olandese dei prodotti orientali per la via atlantica, che non raggiungevano più Anversa, bensì Amsterdam, il più attivo emporio commerciale d’Europa, bloccò il transito delle spezie verso i porti del Levante, isolando così il Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 12 di 17 Università Telematica Pegaso Inghilterra e Olanda Mediterraneo dall’Oceano indiano. Un’analoga vicenda si era verificata per l’Inghilterra, la cui flotta mercantile già sotto il prospero regno di Elisabetta (1558-1603) costituì la più temibile concorrente per la marineria olandese. Gli inglesi, dopo il sacco spagnolo di Anversa (1576), si erano spinti alla ricerca dei prodotti coloniali e delle merci orientali, mettendo in piedi prima la Compagnia della Russia e poi la Compagnia del Levante (1581) che ad Aleppo faceva incetta delle partite che sfuggivano al controllo olandese. Essi portavano stagno, tessuti e armi, comprandovi, come i loro concorrenti, seta, vini dolci, tappeti e uva passa. Lo sviluppo mercantile inglese e olandese era supportato dall’incremento dell’attività manifatturiera e armatoriale che si estendeva su scala internazionale. La formazione in Inghilterra, in Olanda e successivamente in Francia di grandi compagnie commerciali, che necessitavano di enormi capitali, ci dà la misura dei cambiamenti di natura economica in corso in una parte del mondo occidentale. Esse ben presto diventeranno delle potenze internazionali agendo in sintonia con i governi dei propri paesi, che gli accordarono privilegi e privative riguardo lo sfruttamento e il monopolio commerciale delle colonie e stabilirono la parziale o totale esenzione dei tributi. Le grandi navi inglesi e olandesi, i galeoni, velieri armati concepiti per la navigazione oceanica e che fungevano sia da nave da guerra e sia da legno mercantile, grazie alla lunga tregua tardo cinquecentesca tra turchi e spagnoli, riuscirono ad acquisire una supremazia non solo negli scambi tra il Mediterraneo e l’Europa nord-occidentale, ma anche all’interno del Mediterraneo. Gli Olandesi intorno alla metà del Seicento impiegavano regolarmente per i loro traffici mediterranei circa duecento navi di una stazza media di trecentosessanta tonnellate. In particolare, per gli scambi interni, le marinerie nordiche introdussero nel Mediterraneo un nuovo tipo di nave, il cosiddetto bertone, che rispetto alle galee, le tradizionali navi circolanti nel Mare interno, richiedeva costi più ridotti per equipaggiarle, era più veloce e portava più cannoni. Le caratteristiche offensive dell’imbarcazione, aprirono una nuova fase di ostilità. Inglesi e olandesi navigavano non solo come commercianti, ma anche come pirati, rendendo così l’area di navigazione ancora più insicura per il naviglio locale. Molti avventurieri nordici si insediarono a Tripoli, a Tunisi, ad Algeri e a Salè, principali avamposti corsari, e insegnarono ai musulmani a utilizzare le loro tecniche di combattimento e di navigazione. Iniziava così una nuova fase per i corsari barbareschi, che intorno al 1620 disponevano di circa centocinquanta bertoni. Naturalmente non è che le navi del nord venissero risparmiate alla pirateria, dal 1617 al 1625 gli algerini catturarono ben duecento navi olandesi, solo che vista la mole dei loro traffici, col tempo riuscirono a imporre ai pirati il rispetto Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 13 di 17 Università Telematica Pegaso Inghilterra e Olanda delle proprie bandiere. Verso la metà del XVII secolo, infatti, olandesi e inglesi, dislocarono, in parte a tale scopo, delle squadre navali nel Mediterraneo a difesa delle loro flotte e conclusero trattati con Salè, Algeri e Tunisi. In tali circostanze le uniche imbarcazioni che potevano navigare con sicurezza erano quelle dotate di potenti bocche da fuoco come quelle della Compagnia inglese del Levante, mentre, le galee italiane e le navi spagnole e ottomane, erano, ormai, inadeguate al nuovo scenario marittimo mediterraneo. In particolare, Venezia, che sino alla fine del Cinquecento rappresentava la maggiore potenza marittima d’Europa, agli inizi del Seicento dovette difendere il proprio naviglio nell’Adriatico dagli Uscocchi, pirati cattolici di origine serbo-croata sostenuti dagli Asburgo d’Austria, e, addirittura, nel 1616 dovette ricorrere all‘intervento di navi olandesi per difendersi da un attacco marittimo spagnolo. Se gli Stati mediterranei persero il loro primato, i nuovi venuti riuscirono a imprimere ai circuiti commerciali una nuova ampiezza e molte città conservarono o assunsero proprio in questo periodo un’importante funzione portuale: Beirut, Tripoli, Ragusa, Ancona, Manfredonia, Livorno, Alicante, Palma. La navigazione e il commercio erano ancora essenziali in tutto il bacino del Mediterraneo. Nessun traffico raggiungeva il volume di Istanbul, ma la diversità dei bisogni e il gran numero dei centri di attrazione, assicurarono al Mediterraneo ancora per tutto il Seicento un’intensa attività commerciale. Il grano fu senz’alcun dubbio la derrata strategica degli scambi e il suo approvvigionamento provocò un commercio ad ampio raggio di azione. Fino al 1580 e salvo eccezioni si trattò di un commercio intra Mediterraneo: le regioni con produzione eccedente, Sicilia, Puglia, Africa del nord e Provenza, rifornivano di grano le zone deficitarie soprattutto Genova, Venezia, la Catalogna, le Baleari, Valenza e Murcia. Proprio a testimonianza della notevole importanza che rivestì il commercio del grano, Braudel notò che nella corrispondenza tra Filippo II e il vicerè di Sicilia vi erano sempre raccomandazioni e riferimenti agli affari legati al cereale. La Sicilia, infatti, risultava la maggiore esportatrice di grano: nel 1532 la quota destinata all’estero raggiunse circa cinquecentoventimila quintali (quattro volte il bisogno annuale di Genova) e arrivò, in anni successivi sino a un milione di quintali. Ma, dopo il 1580 il deficit della produzione cerealicola mediterranea diventa strutturale e provoca delle importanti commesse di grano ad Amburgo e a Danzica, soprattutto da parte di Genova e della Toscana. Da questo momento si avvia un grande commercio internazionale che unirà il Baltico al Mediterraneo e vedrà impegnate le marinerie nordiche. Durante il Seicento Amsterdam, oltre a essere il centro internazionale della finanza e del commercio di spezie, divenne il più grande mercato cerealicolo di tutta l’Europa, sostenuto dal predominio olandese nel commercio dei cereali Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 14 di 17 Università Telematica Pegaso Inghilterra e Olanda baltici. Uno scambio molto fruttuoso, in quanto le marine del nord, nel contempo, portavano aringhe e merluzzi, legno, metalli e si caricavano l’allume di Tolfa, il sale, l’olio di oliva e i vini, e spesso, questi ultimi prodotti, attraversavano perfino l’Atlantico. Certamente il commercio intra Mediterraneo conobbe, rispetto al periodo precedente, una stasi, ma i suoi prodotti, tra cui i formaggi sardi, il corallo della Cabilia, lo zucchero andaluso, le sete siciliane, i prodotti serici genovesi, i pannilana veneziani, le lane castigliane, destinate alla Toscana e a Genova, i cuoi e le pelli esportati dalla Tunisia per Genova e Livorno, almeno sino alla metà del Seicento, viaggiarono sempre. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 15 di 17 Università Telematica Pegaso Inghilterra e Olanda Cronologia 1642 Inizio della I Rivoluzione inglese. Lotta tra il Parlamento ed il re Carlo I Stuart 1647 Decapitazione di Carlo I. Dittatura militare di Oliwer Cromwell 1648 Riconoscimento spagnolo dell’Olanda 1651 Guerra dell’Atto di Navigazione tra Inghilterra ed Olanda 1660 Restaurazione della monarchia con Carlo II Stuart 1688 II Rivoluzione inglese. Il re Giacomo II Stuart è abbattuto e sostituito sul trono da Guglielmo III di Orange, stadhouder d’Olanda. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 16 di 17 Università Telematica Pegaso Inghilterra e Olanda Bibliografia L. Stone, Le cause della Rivoluzione Inglese, 1529-1642, Einaudi, Torino, 1982. B. Manning, Popolo e rivoluzione in Inghilterra, Il Mulino, Bologna, 1977. G. M. Trevelyan, La Rivoluzione inglese del 1688-1689, Einaudi, Torino, 1940. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 17 di 17