L`impalpabile sintomo che peggiora la vita

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PSICONCOLOGIA
Misurare lo stress
In questo articolo:
stress
psiconcologia
qualità di vita
L’impalpabile sintomo
che peggiora la vita
Spesso i malesseri psicologici accompagnano la malattia
oncologica fin dalle prime fasi: con questo articolo inizia
una breve serie dedicata alla diagnosi e al trattamento
dello stress, considerato dagli esperti il campanello
d’allarme per il benessere del paziente
Difficile
misurare
un disagio
soggettivo
a cura di DANIELA OVADIA
International Psycho-oncology Society (IPOS), che
riunisce gli esperti di benessere psicologico in ambito oncologico, lo ha chiamato il sesto segno vitale dopo i cinque classici parametri del benessere
di un individuo: temperatura, pressione arteriosa, polso, frequenza respiratoria e intensità del dolore. È lo
stress, un parametro tanto subdolo e
impalpabile quanto essenziale nell’influenzare la qualità di vita di tutti
e in particolare dei malati di cancro.
“È ben noto, da tutti gli studi, che
la diagnosi e la cura del cancro si accompagnano a conseguenze psicologiche significative, con manifestazioni di stress che solo negli ultimi anni
sono state prese realmente in carico
e valutate” spiega Lea Baider, psiconcologa e rappresentante di IPOS, che
ha recentemente lanciato una campagna internazionale perché la misurazione dello stress faccia parte delle
valutazioni effettuate di routine
quando si fa una visita oncologica
oppure si è ricoverati. “Studi recenti
dimostrano che le conseguenze dello
stress, in particolare la depressione e
l’ansia, colpiscono il 30-40 per cento
dei pazienti”.
Non a caso, nel 2007, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS)
ha puntato il dito proprio sulla depressione, in particolare su quella
che si manifesta associata a una malattia cronica o duratura, in primo
luogo il cancro. Non solo: gli effetti
dello stress sull’umore persistono durante tutta la cura e anche dopo, specie se non trattati.
’
L
Manca la diagnosi
formale
“Malgrado questi dati, spesso i disturbi dell’umore non vengono formalmente diagnosticati e, soprattutto, non vengono trattati adeguatamente, con farmaci o sostegno psicologico, né si verifica a distanza di
I PUNTI DELLA CAMPAGNA INTERNAZIONALE
Una diagnosi di cancro e il trattamento che ne consegue possono dar luogo a conseguenze
emotive significative da parte dei pazienti
tempo l’andamento degli stessi” afferma ancora Baider nel documento
che lancia la campagna internazionale. Le ricerche dimostrano, tra l’altro, che i pazienti con elevati livelli
di stress non curato sono meno assidui nelle terapie, meno attenti alle
scadenze e, di conseguenza, ottengono risultati inferiori anche nella cura
del tumore stesso.
Le ragioni che giustificano la
mancata presa in carico sono tante,
prima fra tutte la giusta tendenza del
medico a considerare gli aspetti più
urgenti, cioè la chirurgia e i suoi esiti
e poi le eventuali terapie farmacologiche, i loro effetti collaterali e le ricadute.
C’è però un altro problema: mentre i parametri fisiologici si misurano facilmente, con prelievi o test diagnostici, come si può quantificare
l’impalpabile? Come è possibile dare
una misura oggettiva e non solo soggettiva del disagio psicologico?
Gli esperti dell’IPOS propongono
l’uso di scale validate e condivise a livello internazionale, in modo da
poter confrontare i risultati e stabilire linee guida comuni per il trattamento. “Un comitato dell’OMS ha deciso, anni fa, che il disagio psicologico durante la malattia venga considerato sotto la dicitura generica di
stress, che può comprendere sintomi
diversi, dalla depressione all’ansia ai
disturbi alimentari. È un approccio
corretto perché sono tutti sintomi dipendenti dallo stato di malattia,
quindi manifestazioni di un disagio
che ha una causa comune” afferma
Baider.
Un disturbo
multifattoriale
La definizione precisa di stress è
racchiusa in un documento dell’OMS
emesso nel 2003: “È un’esperienza
spiacevole multifattoriale di natura
emozionale, psicologica, sociale o
spirituale che interferisce con la ca-
Trattare lo stress emozionale deve essere considerato parte integrante della qualità
delle cure erogate
Il livello di stress deve essere valutato a ogni visita così come
si fa con gli altri parametri vitali
Quando gli aspetti psicologici della malattia vengono trascurati, aumenta il carico sociale
e finanziario della sua gestione
pacità di far fronte al cancro, ai suoi
sintomi fisici e al trattamento”.
Per identificarlo bisogna quindi
interrogare ogni paziente e non fermarsi al primo colloquio. Oggi molti
ospedali offrono un supporto psiconcologico al momento della diagnosi
ma, se durante il primo incontro il
malato appare tranquillo, non viene
più valutato: lo stress, invece, può
comparire anche a distanza di
tempo, durante la cura oppure persino dopo.
Uno strumento rapido
Nel 1997, il National Comprehensive Cancer Network ha raccomandato a tutti gli oncologi di fare ai pazienti una semplice domanda: “Quanto è stressato?” Da
allora sono stati
elaborati strumenti più sofisticati
per quantificare le
risposte, per esempio chiedendo di
indicare il livello di stress su una
scala da 1 a 10. Ciò consente anche di
valutare se il sintomo sta migliorando o peggiorando nel corso del
tempo. Per facilitare il compito degli
oncologi, che rimangono il primo filtro ma che non sempre hanno un’adeguata formazione psicologica, gli
esperti dell’NCCN hanno adottato un
test “a termometro”, in cui vengono
esaminati diversi parametri di vita
quotidiana, poi valutati in base a una
scala colorata: rosso significa emergenza e disagio, verde benessere, giallo una situazione da tenere sotto controllo prima che sfugga di mano. “È
un sistema già utilizzato per altri
parametri vitali come il dolore” spiega Baider. “Non richiede più di due o
tre minuti e può essere usato in qualsiasi contesto”. A questo si affianca
una lista di azioni: il paziente deve
dire se, nel corso dell’ultima settimana, ha faticato a portarne a termine
alcune. Si va infatti dalla cura dei figli
alle faccende domestiche, dal lavoro
alla vita di relazione, fino alla perdita
di interesse per quelli che fino a quel
momento sono stati i propri interessi
personali. In questo modo si ottiene
una misura precisa delle difficoltà. Le
linee guida dell’NCCN consigliano
un supporto psicologico a chiunque faccia fatica a
svolgere i propri
compiti in cinque
o più aree della
vita, oppure a chi
si situa, quanto a livelli di stress, nella
zona rossa del termometro.
“La funzione delle campagne internazionali e della diffusione di
semplici strumenti di screening è
quella di rendere i medici più consapevoli di un problema, ma anche di
invitare i pazienti, e soprattutto i
loro familiari, a chiedere aiuto e supporto anche per questo aspetto spesso negletto della malattia oncologica” conclude l’esperta.
La verifica
andrebbe
effettuata a ogni
visita di controllo
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