Linea a vuoto ed in corto circuito Linea a vuoto In questo studio, come in quello che faremo sulla linea in corto circuito, si considera una linea ideale senza attenuazione cioè con α = 0. Una linea si dice a vuoto quando risulta chiusa su di un carico di grandezza infinita ZL Questa condizione si ottiene lasciando i morsetti aperti. È evidente che in uscita la corrente presenta valore nullo, la tensione è massima e quindi si ha un punto di ventre di tensione. Dalla relazione che fornisce il coefficiente di riflessione sul carico (3-2) si ottiene: KVu 1 Z 0 Vr Z L Z 0 ZL 1 Vd Z L Z 0 1 Z 0 ZL (4-1) Questa relazione ci dice che la tensione riflessa è uguale a quella diretta e le due grandezze sono tra loro in fase (caso di riflessione totale). Il rapporto onda stazionaria diviene quindi: ROS = Si è già detto che tra un ventre e un nodo di tensione esiste una distanza pari a λ/4 per cui a distanza x = λ/4 dal carico avremo un nodo di tensione con corrispondente ventre di corrente. Essendo ROS= ∞ e la tensione riflessa uguale a quella diretta, la tensione totale risulta nulla. In figura 4-1 si può osservare la variabilità delle due grandezze. Si noti come ad un ventre di tensione corrisponda un nodo di corrente e viceversa. L’origine (punto di ascissa uguale a zero), o la terminazione della linea con carico infinito è un punto di ventre di tensione. 11 L’impedenza, pari ad infinito sul carico, varia da punto a punto: è possibile ricavare la sua espressione matematica dalla relazione generale (3-5) ottenuta nel precedente capitolo. Si ha: Z x j Z 0 cot g (x) (4-2) fig. 4-2 impedenza della linea a vuoto 12 Come si vede dall’espressione matematica in una linea a vuoto l’impedenza è in ogni punto puramente reattiva (manca cioè la parte reale). In particolare nel primo tratto di linea, fino al punto di ascissa x=λ/4, essa è di natura puramente capacitiva ed il suo modulo passa da infinito a zero (infatti questo è un punto di nodo di tensione con corrente massima e tensione nulla). Come si vede dalla figura, spostandosi di altri λ/4 e cioè fino a distanza x=λ/2 dal carico la situazione si inverte: si avrà un ventre di tensione e un nodo di corrente e impedenza di nuovo di valore infinito. L’impedenza di questo tratto di linea, da λ/4 a λ/2, assume un carattere puramente induttivo. È utile mettere in evidenza come in un tratto limitato di linea di lunghezza pari a λ/2 il modulo dell’impedenza assuma tutti i valori possibili da +∞ a -∞ rimanendo sempre puramente reattiva: di tipo capacitivo nel primo tratto (da zero a λ/4) e di tipo induttivo nel secondo tratto (da λ/4 a λ/2). Questa proprietà verrà sfruttata per l’adattamento quando si dovrà creare uno STUB per realizzare reattanze di qualsiasi valore. Il comportamento di tensione corrente e impedenza si ripeterà inalterato come nel primo tratto di lunghezza λ/2. Linea in corto circuito Consideriamo, come nel caso precedente, una linea senza perdite caratterizzata da costante di attenuazione nulla: anch’essa viene adoperata per costruire tronchi di linea per l’adattamento, in quanto, come nella linea a vuoto, si verifica che essa presenta in ogni punto impedenza sempre di tipo reattivo. La linea in corto circuito si ottiene ponendo l’impedenza di carico Zu =0; è palese che in questa condizione la tensione totale di uscita è nulla e la corrente massima. Dal fatto che la tensione totale è nulla si deduce che la tensione riflessa è uguale e contraria a quella diretta per cui avremo condizioni di riflessione totale con modulo del coefficiente di riflessione uguale all’unità e rapporto onda stazionaria ROS = ∞. Le condizioni sopra specificate ci dicono che l’uscita è un punto di ventre di corrente e quindi nodo di tensione. A distanza λ/4 la situazione si inverte: si otterrà un ventre di tensione con nodo di corrente. Conseguentemente l’impedenza dal valore nullo dell’uscita passerà a valore infinito a distanza λ/4. Si può dimostrare che l’espressione matematica dell’impedenza della linea in corto circuito è la seguente: Z x j Z 0tg (x) (4-2) Come si vede anche in questo caso essa è sempre puramente reattiva. Tutte le considerazioni fatte per la linea a vuoto possono essere adattate alla linea in corto circuito scambiando i termini tensione con corrente, reattanza capacitiva con reattanza induttiva, ventre con nodo, cotangente con tangente (legge di dualità). Da queste considerazioni derivano subito i diagrammi delle grandezze riportati nelle figure seguenti: si può dire che esse siano speculari a quelle ottenute in precedenza. Si noti in particolare l’andamento dell’impedenza: essa è puramente induttiva nel primo tratto di lunghezza λ/4 e poi capacitiva da λ/4 a λ/2. L’andamento si ripete poi in modo simile lungo tutta la linea. Come si può notare da queste figure confrontandole con quelle della linea a vuoto viene rispettato la legge della dualità. 13 Fig. 4-3 tensione e corrente nella linea in c.c. Fig. 4-4 impedenza nella linea in c.c. 14