ottobre 2015 Diagnostic Update Ipotiroidismo nel cane L’ipotiroidismo è un’endocrinopatia frequente nel cane. La diagnosi corretta in alcuni pazienti è complessa, poiché la malattia può decorrere in modo silente nel corso degli anni e la manifestazione clinica è altamente variabile. Inoltre, tutti i test diagnostici di laboratorio disponibili presentano dei limiti. In particolare possono condizionare l’esito del test la presenza di altre malattie e l’uso condi farmaci, rendendo potenzialmente difficile la corretta interpretazione. La sola diminuzione della concentrazione di T4 totale (TT4) non basta a confermare una diagnosi di ipotiroidismo. Eziologia In base alla sede del disturbo all’interno dell’asse ipotalamoipofisi-tiroide possiamo differenziare 3 forme di ipotiroidismo acquisito. Ipotiroidismo primario Più del 95% dei casi di ipotiroidismo acquisito nel cane è riconducibile a una riduzione della sintesi e del rilascio degli ormoni tiroidei in sede tiroidea. Nella maggioranza dei casi, questo è dovuto a una tiroidite linfocitaria (circa il 50 %) (Graham et al. 2007) oppure a un’atrofia idiopatica. Negli animali con tiroidite linfocitaria si osserva un’infiammazione immunomediata della tiroide e la presenza di autoanticorpi anti-tireoglobulina (anti-TG) e, in alcuni casi, di anticorpi anti-T3 e T4. La progressiva distruzione dovuta allo stato infiammatorio del follicolo tiroideo è un processo lento, i cui sintomi clinici si manifestano solo quando è distrutto più del 75 % del parenchima. Nei casi di atrofia idiopatica si osserva la sostituzione del tessuto funzionale tiroideo con tessuto connettivo e la presenza di autoanticorpi anti-TG non è evidenziabile. Non è del tutto chiaro se si tratti di un processo patologico autonomo o dello stadio finale di una tiroidite linfocitaria (Scott-Moncrieff 2015). Altre cause da citare sono le neoplasie e l’iperplasia adenomatosa che peró sono molto più rare. Partendo dal presupposto che l’atrofia idiopatica rappresenta lo stadio finale della tiroidite linfocitaria, si possono distinguere 4 diversi stadi nella patogenesi di un ipotiroidismo atrofico (Graham et al. 2007): 1. T iroidite subclinica Assenza di sintomi clinici Positività agli anti-TG, TT4 nell’intervallo di riferimento, TSH < 0,5 ng/ml 2. Ipotiroidismo subclinico Assenza di sintomi clinici Tiroide distrutta per il 60 – 70 % circa Positività agli anti-TG, TT4 nell’intervallo di riferimento, livelli aumentati di TSH 3. Ipotiroidismo positivo agli anticorpi Sintomi clinici Tiroide distrutta per il 75 % circa Anti-TG evidenziabili, livelli ridotti di TT4, livelli aumentati di TSH 4. Ipotiroidismo atrofico non infiammatorio Sintomi clinici evidenti Tessuto tiroideo sostituito da tessuto adiposo e connettivo Anti-TG non (più) evidenziabili, livelli ridotti di TT4, livelli aumentati di TSH L’ipotiroidismo secondario (ridotto rilascio di TSH dall’ipofisi) è una forma molto rara di ipotiroidismo (<5 %). Le cause riportate sono: ipoplasia ipofisaria con nanismo ipofisario, traumi, formazioni neoplastiche o alterazioni cistiche (Scott-Moncrieff 2015). La diagnosi di ipotiroidismo secondario o ipofisario è molto complessa, poiché la sensibilità diagnostica del test per il TSH Ipotalamo – TRH Ipofisi TSH T4 T4 Tiroide T4 Proteine T4 T4 fT4 fT3 T3 T3 T3 Proteine T3 T3 Circolazione Tessuto fT4 fT4 fT3 fT3 modificato secondo: Manual of Small Animal Endocrinology 1998 attualmente disponibile non è sufficiente ai fini della differenziazione tra concentrazioni di TSH fisiologiche e concentrazioni molto basse. Pertanto, non è da escludere che la frequenza di ipotiroidismo secondario nei cani sia superiore a quanto si sospetti (Scott-Moncrieff 2015). L’ipotiroidismo terziario (ridotto rilascio di TRH dall’ipotalamo) è stato descritto in letteratura una sola volta come case report (Shiel et al. 2007). L’ipotiroidismo congenito è raro nel cane, anche se è possibile che l’incidenza effettiva sia sottostimata, poiché spesso esita nella morte prematura dei cuccioli interessati (Scott-Moncrieff 2015). Regolazione La sintesi e il rilascio degli ormoni tiroidei sono sotto il controllo del TSH, prodotto dal lobo ipofisario anteriore (adenoipofisi), che, a sua volta, è regolato dall’ipotalamo attraverso il rilascio di TRH. Sotto l’effetto del TSH si osserva un aumentato rilascio di T3 e T4 dalla tiroide. Il T4 viene sintetizzato nella tiroide, mentre il T3 si forma per l’80 % circa in regione periferica nelle cellule target attraverso un meccanismo di deiodazione. Gli ormoni tiroidei sono legati in circolo alle proteine plasmatiche. Solo una minima parte (circa l’1 %) è libera e rappresenta la frazione metabolicamente attiva degli ormoni tiroidei (T3 libero (fT3) e T4 libero (fT4)). Solo fT3 e fT4 sono responsabili del feedback negativo sull’ipofisi e sull’ipotalamo. Se la concentrazione degli ormoni tiroidei liberi in circolo diminuisce, l’assenza di feedback negativo determina un aumento della sintesi di TSH nell’ipofisi. Quadro clinico L’ipotiroidismo è una malattia che colpisce il cane in età adulta-geriatrica, anche se, in alcune razze predisposte, i sintomi possono insorgere prima. Il sesso o la castrazione non hanno alcun effetto sull’esordio della malattia. Sono interessati da questa patologia soprattutto i cani di taglia medio-grande. Nella letteratura anglo-americana le razze predisposte sono i Golden Retriever, i Labrador Retriever e i Dobermann (ScottMoncrieff 2015) ma, nella tipologia di pazienti dell’Università di Zurigo, tale predisposizione di razza non ha trovato conferma (Boretti et al. 2003). I sintomi clinici di ipotiroidismo sono vari e rispecchiano sia i diversi effetti degli ormoni tiroidei sul metabolismo nel suo complesso sia la loro influenza su molteplici sistemi e organi. Alla base vi sono alterazioni metaboliche (letargia, aumento ponderale, intolleranza all’esercizio, intolleranza al freddo), circa l’80 % dei pazienti evidenzia alterazioni dermatologiche (modificazioni della struttura o del colore del pelo, alopecia, ipertricosi, seborrea, otite esterna ...). A causa della lenta progressione della malattia, i vari cambiamenti non vengono rilevati tempestivamente dal proprietario del cane e vengono correlati al processo di invecchiamento fisiologico. In casi isolati insorgono anche sintomi neurologici, che sono stati riportati da soli o in associazione ad altri sintomi di ipotiroidismo (Cizinauskas et al. 2000). Il sistema nervoso periferico può essere coinvolto (neuropatia periferica come paresi o paralisi, sindrome vestibolare periferica, paresi facciale, megaesofago) così come il sistema nervoso centrale (coma da mixedema, crisi epilettiformi). Attualmente la correlazione causale diretta tra neuropatia periferica e ipotiroidismo è messa in discussione, perché in un modello sperimentale di ipotiroidismo non è stato possibile riprodurre una neuropatia periferica (Rossmeisl 2010). D’altro canto in letteratura sono riportati casi in cui, dopo somministrazione di T4, le crisi neurologiche scomparivano (Scott-Moncrieff 2015). Più volte, invece, è stata documentata la presenza di una miopatia, caratterizzata da aumentati livelli di CK, AST e LDH. Tali alterazioni contri-buiscono presumibilmente all’intolleranza all’esercizio che si riscontra nei soggetti ipotiroidei. Raramente si osservano sintomi gastrointestinali, cardiaci e oculari. Disturbi di fertilità sono stati descritti nella cagna (Pancierra et al. 2012). Diagnosi Alterazioni dei parametri ematologici e chimico-clinici nel cane ipotiroideo L’alterazione più frequente è una marcata ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia a digiuno (Boretti et al. 2003, Mooney et al. 2012). I livelli di fruttosamine sono spesso vicini al limite superiore dell’intervallo di riferimento o comunque superiori alla norma a fronte di una euglicemia. La causa è da ascriversi a una più lenta metabolizzazione delle fruttosamine nel paziente ipotiroideo (Reusch et al. 2002). Circa il 50 – 70 % dei cani ipotiroidei evidenzia un’anemia lieve, al limite moderata, non rigenerativa. Sullo striscio si possono riscontrare leptociti (Panciera 2001). •Trigliceridi Û •Colesterolo Û •Fruttosamine Û •Anemia lieve, non rigenerativa •Creatinchinasi (CK) Û Û •Enzima epatico (50 – 88 %) (70 – 80 %) (~ 70 %) (50 – 70 %) (30 – 35 %) (~ 30 %) Fattori che influenzano la concentrazione basale di TT4, fT4 e TSH Williamson et al. 2002, Daminet et al. 2003, Scott-Moncrieff 2015 Fattori TT4 fT4 TSH Età: < 3 mesi > 6 anni Û Ü Peso: < 10 kg > 30 kg Û Ü Razza: (per es. levriero) Ü Obesità Û Digiuno Ü = Sforzo fisico intenso Û = Ü Gestazione (progesterone) Û Carprofene Ü =oÜ Ü Aspirina Ü =oÜ = Glucocorticoidi Ü =oÜ =oÜ Furosemide Ü Metimazolo Ü Ü Û Fenobarbital =oÜ =oÜ =oÛ Fenilbutazone Ü Sulfamidici Ü Ü Û Integrazione di iodio Ü Ü Û Autoanticorpi anti-T4 ÛoÜ in base al test utilizzato fT4 dosaggio Solo se immunoanche logico: ÛfT4 ipotiroideo (procedura dialitica): nessun effetto Ü Panciera 2001, Boretti et al. 2003, Mooney 2012, Scott-Moncrieff 2015 Test per la valutazione della funzione tiroidea Prima della determinazione degli ormoni tiroidei e del cTSH è essenziale: •escludere malattie non tiroidee (NTI) •raccogliere un’anamnesi farmacologica accurata, poiché le concentrazioni di ormoni tiroidei e i livelli di TSH subiscono gli effetti di numerosi farmaci. In particolare i sulfamidici possono determinare, a livello clinico ed emato-biochimico, un quadro di ipotiroidismo. Nell’ambito di studi sperimentali sugli animali (Williamson et al. 2002) è stato possibile dimostrare che i sulfamidici inibiscono la perossidasi tiroidea e, di fatto, determinano una riduzione della sintesi degli ormoni tiroidei, con il risultato che, a fronte di un calo di concentrazione del T4 complessivo e a titolo compensatorio, si determina un aumento della sintesi e del rilascio di TSH. La concentrazione di T4 totale (TT4) La concentrazione di T4 totale (TT4) comprende la quota di ormone libero (fT4) e quella legata a proteine (T4). Il T4 fisiologico viene prodotto, diversamente dal T3, esclusivamente in sede tiroidea e pertanto è un parametro molto utile ai fini dell’esclusione della presenza di ipotiroidismo, poiché solo una percentuale minima di cani affetti da ipotiroidismo evidenzia concentrazioni di TT4 all’interno dell’intervallo di riferimento (elevata sensibilità) (Scott-Mon-crieff 2015). Valori al di sotto dell’intervallo di riferimento non confermano la presenza dii ipotiroidismo (bassa specificità), poiché esistono svariate altre cause (variazioni naturali, un calo ponderale dovuto all’invecchiamento, la correlazione con la razza, altre malattie concomitanti e molti farmaci) che possono determinare una riduzione della concentrazione di T4. Anche la somministrazione topica di glucocorticoidi può in breve tempo dare origine a un calo di questo valore (Gottschalk et al. 2011). In presenza di autoanticorpi anti-TT4 esiste l’eventualità che si determinino valori di TT4 falsamente alti o bassi indotti dalle interferenze sul test, in base al singolo metodo. In particolare valori falsamente elevati possono determinare un mancato riconoscimento di ipotiroidismo, poiché, a causa dell’interferenza nel test, i valori TT4 risultano nell’intervallo di riferimento. Nel cane ipotiroideo gli autoanticorpi T4 compaiono con una percentuale dell’8 %, rispetto a quelli verso T3 (28 %) (Graham et al. 2007). Qualora si rilevino livelli elevati di TT4 in un cane che non manifesta sintomi clinici di ipotiroidismo, si consiglia di raccogliere con urgenza l’anamnesi alimentare. Spesso, a seguito di somministrazione di alimenti crudi da frattaglie con trachea essiccata, si può verificare un aumento della concentrazione di TT4 (Köhler et al. 2012). T4 libero Il T4 libero (fT4) è la forma metabolicamente attiva, non legata a proteine, del TT4 ed è responsabile del feedback negativo sul rilascio di TSH dall’ipofisi. Poiché l’fT4 rappresenta la forma attiva del T4, sono state riposte grandi speranze nella determinazione dell’fT4. Tuttavia è emerso che anche la concentrazione di T4 libero (fT4) legata all’uso di farmaci e alla presenza di malattie non tiroidee subisce degli effetti, anche se non nella stessa misura del TT4. Ai fini della determinazione di fT4 esistono due procedure di misurazione diverse dal punto di vista metodologico e del principio: Procedura analogica (dosaggi immunologici) Questo metodo ha dimostrato che il veterinary-tT4-Assay utilizzato da IDEXX Laboratories ha un’ottima concordanza con i risultati ottenuti mediante la procedura dialitica di fT4 (ScottMoncrieff 2014). Solo in presenza di autoanticorpi anti-T4 le procedure dialitiche sono superiori al veterinary-fT4, poiché non comportano un’interferenza nel test. Altri tipi di test usati in medicina umana sono, in linea di principio, sconsigliabili (Scott-Moncrieff 2014). Procedura dialitica Nella procedura dialitica il T4 legato alle proteine è trattenuto da una membrana semipermeabile, che solo l’fT4 riesce ad attraversare. Il Dialysat misura i livelli di fT4 mediante RIA. La determinazione della concentrazione di fT4 mediante procedura dialitica è consigliabile in pazienti con sospetta presenza di autoanticorpi anti-T4, poiché solo questa procedura consente di ottenere il valore corretto relativo alla concentrazione di fT4 (Scott-Moncrieff 2014). Questa procedura molto complessa è attualmente disponibile in Europa presso il Laboratorio di riferimento IDEXX cTSH Una riduzione degli ormoni tiroidei in circolo determina un aumento della secrezione di TSH dall’ipofisi attraverso l’eliminazione del meccanismo di feedback negativo. In presenza di un’anamnesi e sintomatologia compatibili è sufficiente, in molti casi, rilevare l’insorgenza comune di un calo della concentrazione di TT4 e un aumento del TSH, al fine di formulare la diagnosi di ipotiroidismo. Tuttavia, circa il 30 % dei cani ipotiroidei non mostra un aumento di TSH (Scott-Moncrieff 2014). Attualmente, si discute sull’eventualità che la forma secondaria di ipotiroidismo (riduzione della sintesi e della secrezione di TSH) sia sottovalutata, (Scott-Moncrieff 2015). Inoltre, si suppone che, con il saggio altamente specifico per il TSH, non tutti gli isomeri del TSH siano rilevati (Boretti et al.2015). Anche le variazioni nella secrezione del TSH dovute ad un esaurimento dell’ipofisi in presenza di ipotiroidismo di lunga durata (Diaz-Espineira et al. 2008) o ad un mixedema ipofisario sono in corso di valutazione quali possibili cause (D. C Ferguson 2007). IL TSH può subire un aumento anche in assenza di ipotiroidismo clinicamente rilevante. Si tratta di un fenomeno che interviene in corso di convalescenza da una malattia non tiroidea, in presenza di ipotiroidi-smo subclinico (TT4, fT4D nell’intervallo di riferimento, TSH) e dopo somministrazione di alcuni farmaci, in particolare sulfamidici o trilostano (Williamson et al. 2002, Boretti et al. 2015). T3 Il T3 viene prodotto dalla tiroide solo in quantità minima, ma la gran parte origina da deiodazione da T4 nelle cellule target. In presenza di ridotta produzione di T4 si determina spesso, a titolo compensatorio, un aumento della conversione da T4 in T3 (forma ormonalmente attiva, ad azione più rapida). Nel cane ipotiroideo, la concentrazione di T3 risulta spesso all’interno dell’intervallo di riferimento. La valutazione dei livelli di T3 ai fini della diagnosi di ipotiroidismo ha, di conseguenza,scarsa utilità. Anticorpi anti-tireoglobulina (anti-TG) In conseguenza della tiroidite linfocitaria si rileva di frequente la presenza di anticorpi anti-tireoglobulina, che sono indicativi di processi patologici in corso a carico della tiroide. Tuttavia, la presenza di anticorpi non è utile per dimostrare un disturbo della funzionalità tiroidea, poiché la loro esistenza è stata rilevata anche in cani eutiroidei e, d’altro canto, non sono evidenziabili nella fase finale di una tiroidite o in presenza di atrofia idiopatica della tiroide. L’assenza di anti-TG non esclude, dunque, una diagnosi di ipotiroidismo e un esito di positività non ne implica necessariamente la presenza. Nell’ambito di uno studio è stato possibile dimostrare che circa il 20 % dei cani positivi agli anti-TG aveva sviluppato ipotiroidismo nell’arco di un anno, ma al contempo circa il 15 % dei pazienti sono tornati nuovamente negativi agli anti-TG nel medesimo lasso di tempo (Graham et al. 2007). Aumentate concentrazioni di anticorpi anti-tireoglobulina possono indicare la presenza di una tiroidite linfocitaria in stadio precoce. Inoltre è stato possibile dimostrare che i cani con autoanticorpi anti-T4 evidenziano al contempo anticorpi anti-TG nel 95 % dei casi (Graham et al. 2007). La determinazione di questo parametro aggiuntivo può contribuire a chiarire l’eziologia o confermare la diagnosi di ipotiroidismo come “test di seconda linea”. Esiste la possibilità che emergano falsi positivi, in particolare subito dopo una vaccinazione o dopo un’infezione virale. Test di stimolazione con TSH Il test di stimolazione con TSH è basato sull’induzione della tiroide mediante somministrazione di una dose sovrafisiologica di TSH e in tal modo sulla valutazione della capacità di riserva. Poiché il TSH bovino non è più disponibile per uso farmacologico, è necessario ricorrere all’uso di TSH umano ricombinato. Il gruppo di lavoro dell’Università di Zurigo (Boretti et al. 2009) ha potuto dimostrare che, nell’impiego di una dose nettamente più alta (150 µg/cane) di quella descritta finora, è stato possibile differenziare correttamente tra ipotiroidismo effettivo e NTI in un numero superiore di pazienti. Esecuzione del test: •Prelievo di sangue e determinazione della concentrazione basale di T4 • Somministrazione (im o ev) di 150 µg rh TSH • Prelievo di sangue dopo 6 ore e determinazione della concentrazione di T4 Interpretazione: T4 post-TSH: un valore <19,3 nmol/l (1,5 µg/dl) è indicativo di ipotiroidismo T4 post-TSH: un valore >32,2 nmol/l (2,5 µg/dl) e un aumento minimo di 1,5 volte il valore basale sono prova di una stimolazione sufficiente. Terapia Per quanto concerne l’approccio terapeutico all’ipotiroidismo, esso prevede la somministrazione giornaliera di L-tirosina sintetica per via orale, con indicazioni di dosaggio comprese tra 10 e 20 µg/kg da una a due volte al giorno in base al produttore. Nel Consensus Statement del 1996 si consiglia una dose iniziale di L-tirosina pari a 20 µg/kg due volte al giorno. La biodisponibilità mostra un’elevata variabilità individuale e si esprime con una percentuale compresa tra il 10 % e il 50 %, in funzione dell’orario dei pasti. Alla luce di tali considerazioni la compressa deve essere somministrata sempre, per quanto possibile, prima o dopo i pasti (Scott-Moncrieff 2014). La dose iniziale massima è 800 µg/cane. In pazienti cardiopatici o nei cani affetti da concomitante nefropatia o epatopatia la dose iniziale è da ridursi alla metà o a un quarto e da aumentarsi successivamente (Scott-Moncrieff 2015). Monitoraggio terapeutico Il primo controllo è previsto dopo 4 – 8 settimane dall’inizio della terapia in base al quadro clinico e alla concentrazione di TT4 nel sangue. In quasi tutti i pazienti, già dopo questo primo intervallo temporale, ci si aspetta di rilevare un sensibile aumento della funzionalità e una normalizzazione dei parametri chimico-clinici di laboratorio fuori norma (ScottMoncrieff 2015). Per il monitoraggio della dose di L-tirosina si effettua un prelievo di sangue dopo 4 – 6 ore dalla somministrazione della compressa e contestualmente si determina la concentrazione di TT4. L’obiettivo è raggiungere una concentrazione di TT4 nell’intervallo di riferimento superiore o lievemente al di sopra (Scott-Moncrieff 2015). Trattasi di un valore indicativo, poiché il calcolo del target definitivo è effettuato su base individuale e in considerazione dell’obiettivo clinico della terapia nonché del singolo quadro, per esempio la presenza di altre patologie o la somministrazione di altri farmaci (Scott-Moncrieff 2014). Se, in sede di formulazione della diagnosi, la dose di TSH risulta aumentata, allora anche il controllo e la determinazione parallela del TSH ha un senso. Qualora l’integrazione risulti sufficiente, si prevede che la concentrazione di TSH rientri nella norma. Poiché la sensibilità diagnostica del test con TSH non consente, purtroppo, di misurare correttamente concentrazioni di TSH molto basse, la determinazione della concentrazione di TSH non può comunque rilevare casi di integrazione eccessiva. Se la terapia con L-tirosina prevede una sola somministrazione giornaliera, il prelievo di sangue per la determinazione dei livelli di TT4 e di TSH si effettua subito prima della successiva assunzione della compressa. In tal senso l’obiettivo è raggiungere una concentrazione di TT4 all’interno dell’intervallo di riferimento (Scott-Moncrieff 2015). Qualora sia necessario modificare la dose, il successivo controllo terapeutico sarà fissato dopo 4 – 8 settimane. Se gli esami del paziente evidenziano la presenza di autoanticorpi T4, è necessario procedere al monitoraggio mediante procedura dialitica a causa dell’interferenza nel test rispetto a fT4. Se la diagnosi di ipotiroidismo è corretta, quasi tutti i sintomi clinici sono reversibili con una terapia adeguata. Un’aumentata attività fisica e un diverso comportamento sono rilevabili già entro la prima settimana. La normalizzazione dei parametri di laboratorio fuori norma (per es. ipercolesterolemia) è prevista dopo 2 – 4 settimane. Il miglioramento delle anomalie dermatologiche e neurologiche richiede, invece, fino a 3 – 4 mesi di tempo (Scott-Moncrieff 2015). Qualora persistano alcuni sintomi sebbene sia stata impostata una terapia adeguata, occorre rivalutare attentamente la diagnosi di ipotiroidismo. Dr. med. vet. Elke Huisinga Specialista dei piccoli animali Key Account Manager IDEXX Laboratories Diagnostic Update Sospetto ipotiroidismo Esclusione di altre patologie (nessuna indicazione emersa dalle analisi ematologiche, chimico-cliniche e dall’analisi delle urine) Per quanto possibile, nessuna terapia farmacologica nelle ultime 4 – 6 settimane Misurazione di TT4 TT4 <1,0 µg/dl TT4 : 1,0 – 2,0 µg/dl TT4 : 2,0 – 4,0 µg/dl TT4 > 4,0 µg/dl Possibile eutiroideo Misurazione di cTSH (+ fT4) (fT4 Ô +) cTSH Ó (fT4 Ô +) cTSH n (fT4 Ó +) cTSH Ó Compatibile con ipotiroidismo fT4-D Test di stimolazione con TSH o terapia “diagnostica” in caso di quadro clinico inequivocabile Ô n ipotiroideo eutiroideo Bibliografia: Boretti FS, et al..: Clinical, haematological, biochemical and endocrinological aspects of 32 dogs with hypothyroeidism; Schweiz Arch Tierheild 145 (4) 149-159 (2003) Boretti FS, et al..: Comparison of 2 doses of recombinant human thyrotropin for thyroid function testing in healthy and suspected hypothyroid dogs: J Vet Intern Med 23 (4): 856-861 (2009) Boretti FS, et al.. : Diagnostische und therapeutische Aspekte der canine Hypothyreose; Kleintierpraxis 60 (7) 372-386 (2015) Daminet S and D. 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