Ipertensione Arteriosa - Facoltà di Medicina e Chirurgia

UNIVERSITA’ di FOGGIA
IPERTENSIONE
C.D.L. in Dietistica
AA. 2006-2007
IPERTENSIONE ARTERIOSA
Corso di Medicina Interna
Docente: PROF. Gaetano Serviddio
Le stime più recenti indicano che in
Italia il 21% degli uomini e il 24% delle
donne presentano valori di pressione
arteriosa al di sopra del normale, il che
significa circa
oltre 10 milioni di persone.
L’ipertensione è la più comune malattia
cardiovascolare.
Nei soli Stati Uniti circa 1/4 della
popolazione presenta una pressione
sistolica e/o diastolica superiore a
140/90 mmHg.
L’ipertensione è un fattore di
rischio per l’ictus, per l’infarto
miocardico, per l’insufficienza
cardiaca, per l’insufficienza renale
e nella dissecazione aneurismatica
dell’aorta.
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Il cuore spinge il sangue all'interno del
sistema arterioso durante la fase di
contrazione del ventricolo sinistro: questa
fase viene denominata SISTOLE. La
pressione generata in questo momento,
viene
pertanto
definita
PRESSIONE
ARTERIOSA
SISTOLICA.
Durante la fase successiva il ventricolo
sinistro si "rilassa" e si riempie di sangue:
questa fase è chiamata DIASTOLE.
Mancando la spinta del sangue che proviene
dal ventricolo sinistro, la pressione
arteriosa si riduce: questo valore viene
definito
PRESSIONE ARTERIOSA DIASTOLICA.
PREMESSE
La pressione arteriosa (prevalentemente sistolica)
aumenta con l'età, quale conseguenza principalmente
della maggiore rigidità dei vasi arteriosi
L'ipertensione arteriosa è un aumento della pressione
arteriosa nell'apparato circolatorio.
La pressione arteriosa (sia sistolica che diastolica)
subisce delle variazioni durante la giornata: è più alta al
mattino, appena svegliati, si riduce un po' durante la
giornata e tende ad aumentare nuovamente verso sera.
Durante il sonno invece, la pressione arteriosa si riduce a
valori inferiori rispetto a quelli del giorno.
Per tutti i tipi di ipertensione, la diagnosi richiede una
pressione sanguigna superiore a 140/90 mmHg.
Condizione necessaria e sufficiente per parlare di
ipertensione è che la pressione massima sia maggiore di 140
mmHg e quella minima maggiore di 90mmHg.
La pressione arteriosa aumenta durante uno sforzo fisico
e sovente quale conseguenza di fattori emotivi.
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In base alle ultime linee guida dell'Organizzazione Mondiale
della Sanità si parla di:
· Pressione ottimale: massima inferiore a 120 mmHg, minima inferiore a
80 mmHg
· Pressione normale: massima inferiore a 130 mmHg, minima inferiore a
85 mmHg
· Pressione alta normale: massima da 130 a 139 mmHg, minima tra 85 e
89 mmHg
Quando l'aumento è a carattere
instabile o momentaneo si parla di
semplice reazione pressoria.
· Ipertensione lieve: massima da 140 a 159 mmHg, minima tra 90 e 99
mmHg
· Ipertensione moderata: massima da 160 a 179 mmHg, minima tra 100 e
109 mmHg
· Ipertensione grave: massima uguale o superiore 180 mmHg, minima uguale
o superiore a 110 mmHg
DIAGNOSI
L’aumento della pressione provoca un danno ai
vasi arteriosi con ispessimento e depositi di
L'ipertensione arteriosa, soprattutto nelle fasi
iniziali, non produce dei sintomi caratteristici e
facilmente riconoscibili:
l'unico modo per scoprire di essere ipertesi è
quello di controllare costantemente la pressione.
Per un adulto sano e senza altri disturbi
associati, un controllo annuale è sufficiente.
grassi all’interno delle pareti.
Facilita pertanto lo sviluppo dell’arteriosclerosi
che ostruisce i vasi ed impedisce il flusso di
sangue al suo interno.
La conseguenza di ciò sarà un danno a vari tessuti
nel nostro organismo.
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ictus cerebrale:
l’ostruzione o la rottura
delle arterie del
infarto miocardico:
cervello porterà a morte
per occlusione di una
di una parte del tessuto
cerebrale.
coronaria.
Ciò provocherà la
comparsa di una paralisi
muscolare o comunque la
perdita di alcune
funzioni.
insufficienza renale:
disturbi visivi:
per occlusione dei vasi del
i piccoli vasi che nutrono
rene.
la retina occludendosi o
Quest’ultimo diventa più
piccolo, irregolare e non
rompendosi danneggiano la
vista.
riesce più a depurare il
sangue.
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L’aumento della pressione arteriosa causerà un
APPROCCIO NON FARMACOLOGICO
superlavoro per il cuore che troverà una maggiore
resistenza a spingere il sangue nei vasi.
Prima di tutto bisogna modificare lo stile di vita!
Ciò comporterà la comparsa di una cardiopatia ipertensiva
• ridurre il peso corporeo
con pareti più spesse del normale.
Se la pressione non viene curata, dopo anni di
superlavoro, potrà comparire uno scompenso cardiaco.
• abolire il fumo
•aumentare l’attività fisica
•ridurre l’apporto di sale e di alcoolici
• ridurre lo stress
I farmaci antipertensivi sono classificati
come:
a)
b)
c)
d)
e)
f)
g)
diuretici ;
simpaticomimetici;
simpaticolitici ;
vasodilatatori ;
calcio antagonisti ;
Ace inibitori ;
antagonisti del recettore dell’angiotensina II
( sartani ).
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OBIETTIVO
Nei soggetti giovani, di media età e nei diabetici è di
ridurre la pressione a valori inferiori a 130/85.
Nei pazienti anziani invece la pressione dovrebbe essere
inferiore a 140/90.
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