Rivista Italiana di Genetica e Immunologia Pediatrica - Italian Journal of Genetic and Pediatric Immunology Anno I numero 2 - luglio 2009 | direttore scientifico: Carmelo Salpietro - direttore responsabile: Giuseppe Micali Condrodisplasia metafisaria di Schmid: descrizione di un caso Giovanna Elisa Calabrò, Vanessa Raffa, Antonella Talenti, Donatella Comito, Andreea Deak, Piera Vicchio, Italia Loddo, Maria Concetta Cutrupi, Silvana Briuglia Dipartimento di Scienze Pediatriche, UOC di Genetica e Immunologia Pediatrica, Università di Messina Abstract We described a 16 years old girl, the third daughter of health non consanguineous parents. She was born at term by normal pregnancy. At 2 years old she showed bowing of legs. At 9 years old she was treated with GH hormone for short stature, without improvement. X-ray of skeleton showed bilateral coxa vara, methaphyseal abnormalities of femurs and tibias, normal bone age and spine. At 12 years old she underwent orthopedic treatment, without a specific diagnosis of her disease. We examined the patient at the age of 16. She had short stature with short and bowing legs. Face and hands were normal. Clinical and radiographic data were suggestive for the diagnosis of Schmid's metaphyseal dysplasia. Chondrodysplasia Schmid type is a rare disorder characterized by moderately small size usually diagnosed during the 2nd or 3rd year of life. The abnormalities are short limbs, bow legs, coxa vara, normal hands and metaphyseal lesions of limbs. Orthopedic correction is the only possible treatment for the moment. Transmission is autosomal dominant. It is due to mutations in the gene coding for collagen X. We are waiting for the result of the molecular analisys. We reported this case because of the diagnostic difficulty of chondrodysplasias is the cause of the tardy diagnosis and long medical pilgrimage. Caso clinico Descriviamo il caso di un’adolescente di 16 anni, figlia di genitori non consanguinei con anamnesi familiare positiva per genodermatosi. Terzogenita, nata a termine da gravidanza fisiologica esitata in TC per pregresso. All’età di 2 anni riferito riscontro di incurvamento delle gambe, per cui ha effettuato esami ematochimici di routine e studio del metabolismo del calcio risultati negativi e/o nella norma. A 9 anni, per scarsa crescita, effettuava dosaggi ormonali che evidenziavano deficit di GH per cui ha avviato terapia sostitutiva per un anno circa senza beneficio. Successivamente ha effettuato RX scheletro (Fig. 1-2-3) che documentava: coxa vara bilaterale, metafisi di femori, tibie, caviglie e polsi slargate, età ossea conforme all’età cronologica e rachide nella norma. All’età di 12 anni veniva sottoposta ad osteotomia di tibia e perone e varismo agli arti inferiori. Nel corso degli anni le vennero poste diverse diagnosi quali: “ Deficit di GH, Ipocondroplasia, Displasia scheletrica non ben precisata”, senza un inquadramento diagnostico certo. La ragazza è giunta alla nostra osservazione all’età di 16 anni. All’esame obiettivo presentava: bassa statura, accorciamento degli arti con estremità normali (Fig. 4), facies normale e QI nella norma. I dati anamnestici ed il fenotipo della ragazza ci hanno orientato verso la diagnosi di Condrodisplasia metafisaria tipo Schmid. In corso è l’indagine genetica per le mutazioni del gene COL10A1 (6q21-q22.3), che codifica per la catena alfa1 del collagene tipo 10, le cui mutazioni sono associate a questa rara forma di displasia scheletrica. Fig. 1, 2, 3: RX scheletro che documentava: coxa vara bilaterale, metafisi di femori, tibie, caviglie e polsi slargate. Epifisi risparmiate. 1 di 2 Fig. 4: Mani della paziente all’età di 16 anni Discussione La Condrodisplasia Metafisaria tipo Schmid è una rarissima displasia pseudorachitica delle matafisi delle ossa lunghe. Si trasmette con carattere autosomico dominante per cui il rischio di ricorrenza è del 50% dei figli indipendentemente dal sesso. Sono stati descritti rari casi sporadici da nuova mutazione. Il gene malattia è il COL10A1, mappato sul cromosoma 6 (6q21-q22), che codifica per la catena alfa1 del collagene X (1, 2, 3, 4). Generalmente è dovuta a mutazioni puntiformi e a delezioni come mostrano Outi Makitie et al. (5) in un loro lavoro, descrivendo le seguenti come le mutazioni più frequenti: 1952G>A, 1845T>A, 1844delA, 2001T>g, 1989C>G, 1783G>A, 1771T>C, 1851T>A, 1860delT, 1942G>A. La Displasia Metafisaria tipo Schimd non presenta predilezione di sesso. La prevalenza non è nota. Si manifesta solitamente verso il 2-3° anno di vita (6). I sintomi clinici principali sono costituiti da: accorciamento degli arti con estremità normali; tumefazioni articolari con modesta rigidità (abduzione rotazione delle anche ridotte) ; varismo degli arti inferiori; incurvamento della tibia prevalentemente sovramalleolare; intelligenza normale; bassa statura (da 130 a 160 cm con una media di 140 cm). L’esame radiologico dimostra: epifisi risparmiate, metafisi allargate con interessamento prevalente di spalle, anche (coxa vara), ginocchia (frequente varismo) e caviglie; diafisi corte, estremità indenni. Il decorso è favorevole con conservazione dell’articolarità, nonostante il varismo degli arti inferiori. La diagnosi è basata su criteri clinici (bassa statura, arti incurvati, modesta limitazione funzionale) e radiologici (alterazioni pseudo-rachitiche delle metafisi). Il trattamento prevede la correzione chirurgica della coxa vara e delle deviazioni assiali del ginocchio, che comportano ripetute osteotomie correttive per la tendenza a recidivare. Eventualmente si può ricorrere all’allungamento degli arti (7). La Condrodisplasia di Schmid entra in diagnosi differenziale principalmente con l'Ipocondroplasia e le sequele dei rachitismi (8). L'Ipocondroplasia è un’osteocondroplasia caratterizzata da bassa statura non armonica, lieve lordosi lombare ed estensione limitata delle articolazioni del gomito. Può essere presente incurvamento degli arti. La prevalenza è stimata in circa 1:33.000. I sintomi clinici diventano di solito evidenti durante l'infanzia. La malattia viene trasmessa come carattere autosomico dominante ed è causata dalle mutazioni nel recettore del fattore di crescita dei fibroblasti di tipo 3 (gene FGFR3; 4p16.3). I segni radiografici tipici dell'ipocondroplasia comprendono la riduzione moderata degli spazi interpeduncolari, l'accorciamento delle ossa tubulari con allungamento distale della fibula, l'accorciamento e l'allargamento del collo del femore. Il trattamento è solo sintomatico. L'altezza adulta varia tra 132 e 147 cm e l'aspettativa di vita è normale (9). La diagnosi di Condrodisplasia tipo Schmid è resa difficile dalla presenza di numerose forme di displasie scheletriche, ed in particolare metafisarie, e dalla rarità, (pochissimi casi descritti in letteratura), di questa forma di condrodisplasia. Le displasie metafisarie sono affezioni scheletriche che interessano le metafisi delle ossa lunghe determinando gravi alterazioni dell’accrescimento longitudinale dell’osso. In queste forme lo sviluppo dei nucli epifisari non è compromesso e l’interessamento della colonna vertebrale è nullo o minimo. Le principali forme, oltre quella tipo Schmid, sono la Condrodisplasia di Jansen e quella di McKusick. La Condrodisplasia metafisaria di Jansen è una displasia molto grave e generalizzata delle ossa lunghe con nanismo micromelico severo. Si trasmette con carattere autosomico dominante. Il gene malattia è mappato sul cromosoma 3 (3p22-p21.1). Il rapporto tra i sessi è di 1:1. L’esordio della malattia avviene nei primi anni di vita. Il quadro clinico è caratterizzato da deformazioni del torace (torace “ a campana”, cifo-scoliosi) e degli arti (micromelia di tipo acondroplastico; incurvamento delle gambe; mani e piedi corti e tozzi) associati a dimorfismi facciali. Anche in questa forma di displasia è presente bassa statura ed intelligenza normale. Il quadro radiologico presenta: alterazioni dello scheletro cefalico (brachicefalia, sclerosi progressiva delle ossa craniche, ipoplasia della mandibola), assiale (platispondilia; ali iliache ipoplasiche) ed appendicolare (epifisi normali; diafisi corte e tozze; grave interessamento delle metafisi di tutti i segmenti scheletrici, con caratteristico rigonfiamento a coppa delle metafisi) (10). La sopravvivenza è normale con precoce insorgenza di artrosi e possibile comparsa di sordità per sclerosi della rocca petrosa. L’unico trattamento previsto è la correzione delle deviazioni angolari degli arti mediante osteotomie. La Condrodisplasia metafisaria tipo McKusick anche detta Ipoplasia della cartilagine e dei capelli è caratterizzata da nanismo di tipo acondroplastico, anomalie dei capelli e alterazioni metafisarie. Si trasmette con carattere autosomico recessivo (gene mappato in 9p24) (11). E’ una forma displasica molto frequente nella popolazione degli Amish (12 . Insorge intorno al 2° anno di vita. I sintomi principali sono: anomalie degli annessi cutanei (capelli chiari, fini e radi; ciglia e sopracciglia scarse o assenti; distrofia ungueale) e dell’apparato scheletrico (pectus escavatum; accentuazione della lordosi lombare; bacino stretto; arti corti con lassità legamentosa delle estremità; mani e piedi piccoli e tozzi; brachidattilia; lieve incurvamento delle gambe; piede piatto). L’altezza definitiva è bassa (in media 120 cm) e l’intelligenza è normale. L’esame radiologico documenta: ipoplasia dell’apofisi odontoide; sterno corto; epifisi normali; alterazioni delle metafisi distali (polsi, ginocchia, caviglie), mentre sono generalmente risparmiate quelle prossimali di omero e femore (manca la coxa vara) ; diafisi corte; ossa carpali e tarsali piccole e irregolari; metacarpi, metatarsi e falangi corti con metafisi irregolari ed epifisi cuneiformi (13). In questa forma di displasia scheletrica l’artrosi secondarie è precoce e la sopravvivenza è compromessa dalla abnorme sensibilità alle malattie virali. Il trattamento prevede la profilassi delle infezioni e gli interventi ortopedici di tipo correttivo. Il rischio di ricorrenza è del 25% dei figli indipendentemente dal sesso. Riportiamo questo caso per evidenziare le difficoltà diagnostiche delle displasie scheletriche, in particolare delle forme molto rare come quella di Schmid, per cui le diagnosi sono frequentemente tardive e successive a lunghi pellegrinaggi sanitari e per sottolineare l’importanza della consulenza genetica, in quanto, essendo le displasie scheletriche un gruppo di malattie eterogeneo anche per quanto riguarda la modalità di trasmissione, è fondamentale, non soltanto per l’inquadramento diagnostico e quindi la prognosi, ma soprattutto per definire il rischio di ricorrenza per le successive gravidanze ed, ove possibile, proporre la diagnosi prenatale. 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