Compendio di criminologia Cap. 1 Introduzione allo studio della

Compendio di criminologia
Cap. 1 Introduzione allo studio della criminologia
La criminalità non è altro che uno dei tanti modi di agire e di comportarsi
nella società. E’, dunque, fondamentale studiare le dinamiche psicologiche e
1. PREMESSE
delle interrelazioni fra individui che sono alla base del comportamento
umano.
Scienze Criminali: studiano i fenomeni delittuosi.
Diritto penale: che studia, analizza e approfondisce il complesso delle
norme giuridiche le quali divengono in forza di legge, regole di condotta, è
in stretta relazione con la criminologia. Il delitto, che è il campo di interesse
della criminologia viene definito dal diritto penale.
Altre discipline: che si occupano di fatti delittuosi sono: la storia, la
filosofia e la sociologia del diritto.
Le Scienze Criminali comprendono anche:
- Diritto penitenziario: che ha come oggetto di studio l’insieme
delle disposizioni legislative e regolamentari che disciplinano la
fase esecutiva del procedimento giudiziario penale.
2. LE SCIENZE
Attualmente questa branca del diritto comprende anche
CRIMINALI
l’aspetto risocializzativo e le misure penali in libertà e le
alternative al carcere.
- Psicologia giudiziaria: che studia gli attori, la persona umana
quale attore (testimone, imputato, vittima etc…. ossia, le
persone umane e le interrelazioni psicologiche di coloro che
partecipano alle indagini e al processo).
- Politica penale o criminale: configura molteplici filoni di
pensiero e studia ed elabora gli strumenti necessari per
combattere la criminalità
La criminalistica, non va confusa con le scienze criminali e con la
criminologia. Essa si occupa delle molteplici tecnologie che vengono
utilizzate per l’investigazione criminale
Per ciò che attiene ai fatti delittuosi bisogna precisare che:
- Reato: ha un significato meno stigmatizzante ed implica
reazioni emotive meno forti della parola:
- Delitto:
- Crimine: Atti particolarmente efferati accompagnati da una
intesa reazione sociale di sdegno e colpevolizzazione
dell’autore.
- Atto illegale o illegalità o illeciti penali: hanno un significato
meno stigmatizzante e sono più neutri.
- Comportamento disonesto: ancor minore reazione di censura
3. PRECISAZIONI La criminologia si occupa anche della reazione sociale al delitto.
SEMANTICHE
Per quanto attiene all’uso giuridico dei termini:
- Reati: tutte le azioni penalmente perseguibili
-Delitti:
-Contravvenzioni:
Vi sono differenze di termini a seconda delle lingue e paesi di origine. Ad
esempio assasinat termine giuridicoche da noi non esiste, in Francia indica
l’omicidio premeditato.
Per quanto riguard i termini relativi all’attore del crimine:
- Reo, delinquente, condannato: quando è stata pronunciata
sentenza irrevocabile
- Indiziato, indagato,imputato, appellante, ricorrente: a
4. OGGETTO E
SPECIFICITÀ DELLA
CRIMINOLOGIA
5. LA
CRIMINOLOGIA
QUALE SCIENZA
6. RELATIVITÀ DEL
SIGNIFICATO
AVALUTATIVO E
NEUTRALE DELLA
CRIMINOLOGIA.
seconda delle fasi del processo.
Il criminologo deve tendere, per quanto possibile; a spogliare le parole
delinquente, criminale etc. da implicazioni emotive e da giudizi etici.
Si effettuano differenziazioni a seconda della gerarchia dei valori violati
(criminale è lo stupratore e non chi ha commesso un illecito finanziario).
In criminologia non si deve generalizzare è inoltre opportuno utilizzare
espressioni possibilistiche.
La criminologia si differenzia dalle altre scienze criminali per:
- Ampiezza del campo d’indagine
- studio dei fatti criminosi
- studio degli autori del delitto
- diversi tipi di reazione sociale
- conseguenze esercitate dal crimine sulle vittime
- studia il fenomeno della devianza.
- Scienza multidisciplinare: richiede competenze molteplici e
deve saper integrare in una visione sintetica, conoscenze,
approcci etc…
- Scienza interdisciplinare: necessita di un dialogo con le altre
scienze.
Una scienza dell’uomo: studia il comportamento umano.
La criminologia è una scienza. Per parlare di scienza bisogna che vi siano
determinate caratteristiche:
- Sistematicità: l’insieme delle conoscenze acquisite in
determinati ambienti del sapere integrate in un complesso
strutturato e armonico.
- Controllabilità:
- Capacità teoretica
- Capacità cumulativa: costruire teorie in derivazione l’una
dall’altra.
- Capacità predittiva: con i limiti delle scienze umane.
La criminologia è ritenuta da molti una scienza empirica. Però vi sono delle
eccezioni. Il carattere avalutativo e neutrale è stato fortemente
ridimensionato. E’ una scienza descrittiva e ha il carattere di scienza
eziologia nel senso che ricerca le cause dei fenomeni da lei osservati.
Bobbio ha distinto:
- Scienze di fatto: scienze empiriche
- Scienze di valore: scienze speculative
- La criminologia ha inoltre la caratteristica di scienza
applicativa
La criminologia è anche una scienza applicativa.
Popper definisce scientifiche le teorie che sono falsificabili. Non vi è una
verità assoluta, ma piuttosto un succedersi di verità. La criminologia non
può essere solo scienza empirica, ma è anche scienza etico-normativa.
Bisogna sottolineare il carattere relativo delle verità enunciate dalla
7.VERITÀ E TEORIE criminologia.
CRIMINOLOGICHE Vi sono teorie unicausali e teorie multicausali. La bontà di una teoria si
misura nella sua utilità.
8. IL CONCETTO DI Abitualmente si designa come causa di un fatto un antecedente necessario e
CAUSA IN
sufficiente al suo accadimento. Ciò che si indica come causa deve costituire
una condizione sufficiente, si deve, cioè, individuare tra gli infiniti
CRIMINOLOGIA
antecedenti necessari quello che ha provocato l’effetto: cioè la causa. Si
cercherà la causa efficiente. La causalità pragmatica implica il fatto di
poter concentrare il proprio interesse su un aspetto in particolare per poterlo
modificare. La causalità lineare implica il derivare un effetto direttamente
dalla causa, ma oggi, questo genere di causalità è stata superata e soppiantata
da una causalità circolare (teoria dei sistemi che considera il tutto, più della
somma delle sue parti e considera l’interazione e l’influenza degli altri) .
feedback.
Il CRIMINOLOGO dovrà astenersi dal formulare giudici, poiché questo
compete solo al giudice.
Il delitto è un fatto sociale e non naturale. I criteri di pericolosità, crimini dei
diritti umani, delitti politici o terrorismo e gravità no possono essere
parametri atti a definire la competenza della criminologia. IL PARAMETRO
PER DELIMITARE I CONFINI DEL CAMPO DEGLI INTERESSI DELLA
CRIMINOLOGIA PUÒ ESSERE SOLO QUELLO DELLA LEGGE. La definizione di
9. IL CAMPO DELLE
INDAGINI
CRIMINOLOGICHE
10. IL DELITTO
QUALE
CONVENZIONE
SOCIALE: SUA
RELATIVITÀ
STORICA
11. STRUMENTI DI
CONTROLLO
SOCIALE
un fatto quale reato, può essere stabilito solo dalla legge.
La prospettiva giusnaturalistica prevede l’esistenza di leggi immutabili
La prospettiva antropologica prevede, al contrario, che le leggi mutano in
continuazione.
Non esiste il diritto naturale, perché altrimenti, sarebbe patrimonio ereditario
presente nel nostro DNA.
Il delitto è fatto sociale, e non fatto naturale. L’idea del delitto naturale è
inaccettabile. Anche la gravità non è un elemento valido per stabilire il
campo di indagine della criminologia.
Anche i delitti politici dovrebbero essere esclusi dall’ambito della
criminologia.
IL PARAMETRO PER LDELIMITARE I CONFINI DEL CAMPO DEGLI INTERESSI
DELLA CRIMINOLOGIA PUÒ ESSERE SOLO QUELLO DELLA LEGGE. Ciò
nonostante la criminologia non si trova in un a posizione passiva e
subordinata nei confronti della legge.
Il concetto di delitto è relativo, poiché la norma penale dipende dai valori e
interessi prevalenti in una determinata società. In larghi lassi di tempo sono
stati puniti reati che poi, in seguito, non sono più stati ritenuti tali(stregoneria
etc…). Nella stessa epoca, poi, in Paesi diversi, vi sono concezioni difformi
circa alcuni reati. LE LEGGI PENALI SONO DA INTENDERSI COME UNO DEI
NUMEROSI SISTEMI DI CONTROLLO SOCIALE. Anche la definizione di reato è
mutevole, cioè non è assoluta.
Ogni condotta dell’uomo è suggerita, prevista e regolamentata da una
miriade di norme. La legge penale esercita un controllo. C’è inoltre, un
controllo esercitato in modo informale dai gruppi sociali (derisione,
emarginazione etc…).
Nessun sistema sociale può sussistere senza regole. Fondamentali sono le
Agenzie
di
riduzione
dell’ansietà
(comunità,
aggregazioni
spontanee,partiti, organizzazioni sportive etc…). Il loro venir meno si riflette
in un aumento di ansia sociale. Tra i sistemi di controllo sociale vanno
distinti:
- SISTEMI DI CONTROLLO ISTITUZIONALIZZATI (o sistemi di controllo
formale): esercitato da organi pubblici: leggi codici etc…
- SISTEMI DI CONTROLLO INFORMALE: famiglia, scuola, Chiesa, sindacato,
servizi sociali….
- CONTROLLO DI GRUPPO: si esercita da persona a persona con
approvazione, derisione, emarginazione etc.
12. CONNESSIONI
TRA CULTURA LETTI
E POTERI
13. METODI E FONTI
DELLE CONOSCENZE
EMPIRICHE
14. IL “NUMERO
OSCURO”
I sistemi di controllo formali e informali sono efficienti quando vi è stabilità
sociale, quando il sistema culturale è completamente accettato e condiviso.
CULTURA: insieme di contenuti di valori, delle ideologie, delle conoscenze,
dei costumi, della morale e delle credenze caratteristici di ogni società. La
definizione del bene e del male si realizza nel contesto della società, in una
data società esiste un insieme complesso e articolatissimo di valori, taluni
dei quali si concretizzano in leggi. Uno dei fini delle leggi è quindi quello di
assicurare la continua coerenza e funzionalità fra la struttura della società e il
tipo della cultura. In ogni società coesistono conflitti e coesioni. Si può
parlare di:
- Struttura: tipo di sistema economico di una società.
- Sovrastruttura: insieme di valori di una società.
La piena corrispondenza culturale tra valori culturali di generale
accettazione e valori culturali dei gruppi più potenti, si ha solo nei periodi
storici caratterizzati da stabilità sociale. In società come la nostra, dove vi
sono gruppi diversi e in contrasto questo non accade.
La criminologia è una scienza empirica (cioè fondata sull’osservazione
della realtà), anche se ha anche componenti di scienza speculativa. Non vi è
un esclusivo metodo di ricerca per studiare i fenomeni delittuosi. Ci si
avvale di:
 STATISTICHE DI MASSA: per esaminare l’estensione dei fenomeni e le
caratteristiche più generali dei fatti criminosi (frequenza,
diffusione….).
 OSSERVAZIONE
INDIVIDUALE:
per
studiare
caratteristiche
psicologiche, tipica della criminologia clinica. L’investigazione
individuale, può ad esempio estendersi a più soggetti aventi la
medesima caratteristica delittuosa es serial killer.
 RICERCHE SU GRUPPI CAMPIONE: la rq viene svolta su un numero di
soggetti che diventa “rappresentativo” dell’intera popolazione.
 INDAGINI SUL CAMPO: il ricercatore si inserisce materialmente
nell’ambiente
 RICERCHE SETTORIALI: senza che il ricercatore si inserisca. Ad es. nel
carcere…
Questi tipi di indagine vengono svolgi con:
 Interviste dirette;
 Questionari
 RICERCHE OPERATIVE: controllano gli effetti degli interventi. Si tratta
di Indagini CATAMNESTICHE: che analizzano i risultati a distanza di
tempo.
 STUDI PREDITTIVI
 RICERCHE STORICHE
Il numero dei delitti che vengono consumati è in genere superiore a quello
che emerge alla superficie. A ciò fanno riferimento gli studi sul numero
oscuro. L’indice di occultamento varia a seconda dei reati:
- Reati noti: omicidi volontari, rapine;
- Reati non noti: truffe.
A numero oscuro, si aggiunge anche quello della mancata identificazione
dell’autore del crimine. La causa dell’elevato indice del numero oscuro è
riscontrarsi:
 Impossibilità di identificare tutti i reati a causa dell’elevato
numero e delle scarse strutture di indagine;
 Atteggiamento della vittima e qualità del reato: non tutti i reati
15. STATISTICHE DI
MASSA
16. INCHIESTE SU
GRUPPI CAMPIONE
17. LE
OSSERVAZIONI
INDIVIDUALI
18. QUESTIONARI E
INTERVISTE
19. INDAGINI
PREDITTIVE
vengono denunciati dalle vittime (es. rapimenti, stupro, spaccio,
racket).
 Atteggiamento degli organi istituzionali: le iniziative di indagine, a
volte vengono orientate in modo selettivo verso certi settori di
delittuosità piuttosto che verso altri (es. delittuosità dei colletti
bianchi è stata a lungo tollerata).
 Qualità dell’autore del reato: si è più benevoli nei confronti degli
anziani, ragazzi di buona famiglia, donne.
Le statistiche di massa vengono utilizzate per fornire indicazioni circa
l’entità della criminalità e la diffusione geografica. Di particolare interesse
sono le correlazioni statistiche che possono essere positive (aumento
immigrazione+aumento criminalità), negative e indifferenti. Si deve
affermare che il fatto che due fenomeni si modifichino con andamento
parallelo, non sempre indica che l’uno sia causato dall’altro. Vi sono, inoltre,
numerosi fattori di errore (es. variabili non considerate o nascoste).
Le indagini campionarie sono quelle che consentono di ricercare talune
caratteristiche su di un gruppo ristretto di persone, scelte però in modo tale
da rappresentare la totalità della popolazione. Es. verifica utilità di un
trattamento di risocializzazione.
Con questo metodo si studiano i singoli criminali o piccoli gruppi.
L’indagine può essere rivolta a fattori ereditari, psicologici, psicosociali etc.
Talune indagini possono assumere la forma di storie di vita.
o QUESTIONARI: sono interviste strutturate
o INTERVISTA LIBERA: COLLOQUIO (risente del grado di sincerità
dell’intervistato).
o INCHIESTE CONFIDENZIALI: es. tra le vittime che non hanno
denunciato il loro carnefice. Grazie a queste inchieste è stato
possibile restringere il numero oscuro.
La valutazione della pericolosità è questione che si presenta in qualsiasi
momento dell’iter penale. Tra i metodi utilizzati:
o CRITERIO STATISTICO:
o Il metodo più noto è quello di Glueck Glueck che utilizza vari indici
(famiglia, carattere, personalità).
Cap. 2 Lo sviluppo storico del pensiero criminologico
20. IDEOLOGIA
E
CRIMINOLOGI
A
La criminologia nasce come scienza solo a partire dal XIX° sec. Quando per la
prima volta viene affrontato in modo empirico e sistematico lo studio degli eventi
delittuosi.
Triplice prospettiva:
- Esplicativa: perché si delinque
- Finalistica: a qual fine punire?
- Operativa: come punire?
La norma rappresenta il normale parametro regolatore della condotta degli
uomini. Prima del XVIII° sec. In ogni delitto era implicito anche un contenuto di
infrazione morale e nel passato più remoto i due concetti coincidevano. Poiché la
morale etica coincideva con quella religiosa, il delitto era identificato con il
peccato. Solo col XVIII° sec alla morale religiosa fu affiancata quella laica.
o Nell’ottica della prospettiva Esplicativa il quesito era: perché si pecca?
o Nella prospettiva Operativa nei tempi passati era prevalente la pena
capitale. La limitazione della pena capitale avvenne con il Beccarla nel
XIX° sec. Nelle epoche più remote vennero usate pene corporali:
21.L’ILLUMINI
SMO E
L’IDEOLOGIA
PENALE
LIBERALE
22. LA SCUOLA
CLASSICA
fustigazione, lapidazione etc.Si dovrà arrivare ai tempi nostri per
individuare come pena, la detenzione e la mancanza di libertà.
o Per quel che concerne la prospettiva Finalistica bisogna premettere che il
principio sanzionatorio è irrinunciabile in qualsiasi società. Anticamente
vigeva la legge del taglione (occhio x occhio), altra finalità fu quella della
vendetta. Solo più tardi l’autorità ha avocato a sé l’amministrazione della
giustizia. La finalità intimidativa costituiva nel passato l’unica modalità
di prevenzione che veniva messa in atto, di solito, con la pubblicità della
punizione da eseguirsi sulle pubbliche piazze. In quei tempi una delle
finalità della punizione era anche la riconciliazione con Dio. In tutto ciò
si può ravvisare un’anticipazione delle nostre attuali finalità della pena:
risocializzazione.
Il pensiero penalistico moderno nasce con l’Illuminismo. L’esercizio della
giustizia era arbitrario. E vari aspetti quali, l’impossibilità di difendersi, i
privilegi di casta etc. erano aspetti di un dispotismo arbitrario che si ancorava a
una ideologia assolutistica che mirava a mantenere inalterati i privilegi delle
classi potenti, contro la volontà di mutamento delle altre classi in ascesa. Il
delinquente era percepito alla stregua di un malvagio attentatore dell’autorità del
sovrano. A questa situazione reagì il nuovo indirizzo di pensiero
dell’ILLUMINISMO che voleva liberare l’uomo dal mito e dall’ignoranza
proponendo tramite lo strumento della ragione, valori quali: libertà e
uguaglianza. Il principio di UGUAGLIANZA degli uomini di fronte alla legge, risale
a Voltaire e Montesquieu. Durante questo periodo, si affermò la borghesia che si
sostituì alla nobiltà e al clero. La necessità di una nuova struttura giuridiconormativa trovò in Cesare Beccarla un valido sostenitore e la sua opera “Dei
delitti e delle pene” pubblicata anonima nel 1764 per paura della censura,
rappresentò il più valido contributo all’esposizione della nuova concezione
liberale del diritto penale:
 La funzione della pena è quella di rispondere alle esigenze di una
determinata società anziché a principi morali (separando morale religiosa
ed etica pubblica).
 Il diritto deve garantire la difesa dell’imputato
 I privilegi di casta devono essere aboliti e deve essere garantita a tutti
uguaglianza di trattamento penale.
 La pena deve avere un significato retributivo anziché vendicativo
 Devono essere esclusi i supplizi e le pene corporali.
 La pena deve colpire il delinquente unicamente nella misura del reato
commesso.
 Il delinquente non deve essere più percepito come peccatore ,a come
individuo dotato di libero arbitrio.
Le esigenze di un vero adeguamento del diritto penale ai principi liberali
dell’illuminismo avvennero dopo la rivoluzione francese con una prima
attuazione del codice napoleonico (1804). In Italia i nuovi principi si articolarono
nel XIX sec con la SCUOLA CLASSICA del diritto penale (Carmignani, Rossi,
Carrara). Tale scuola muoveva dal postulato del libero arbitrio e poneva a
fondamento del diritto penale la responsabilità morale del soggetto. Questa
scuola si incentrava su tre fondamentali principi:
1) LA VOLONTÀ COLPEVOLE: poiché il colpevole viene percepito come persona
libera di scegliere
2) L’IMPUTABILITA: capacità di intendere e di volere
3) RETRIBUZIONE DELLA PENA: che doveva essere: affittiva, proporzionata,
determinata e inderogabile. La pena era priva di finalità risocializzative.
23. LE CLASSI
PERICOLOSE
24. PRIMI
STUDI
STATISTICI E
SOCIOLOGICI
25.
DETERMINISM
O SOCIALE
26. CESARE
LOMBROSO LA
CRIMINOLOGI
A
DELL’INDIVIDU
Il marxismo, considero la SCUOLA CLASSICA la tipica espressione del
capitalismo ottocentesco. Alla SCUOLA CLASSICA va comunque il merito, di aver
posto le basi di un sistema normativo che difenda il cittadino e le libertà
personali, basti pensare ai suoi principi di: legalità, non punibilità per analogia,
principio garantistico, principio di certezza del diritto.
Crimine associato alla povertà. Si affermò il concetto di classi pericolose:
attribuendo agli abitanti delle zone più misere, un’innata mancanza di senso
morale. Alla povertà era associata una valenza negativa, talché i self made man”
erano, invece, stimati. Dovette passare quasi un secolo per raggiungere la
convinzione che i reati quali furti, rapine etc. erano sì prevalenti nelle classi
povere, ma perché i reati dei “colletti bianchi” come le frodi, illeciti finanziari
etc. sono a lungo rimasti impuniti. Fu infatti Sutherland che nel 1934 identificò i
“delitti dei colletti bianchi” per indicare che anche gli imprenditori compivano
reati, ma che questi non venivano perseguiti e dunque non figuravano nelle
statistiche. A fianco di tale colpevolizzazione delle classi povere, sorse un filone
ideologico cristiano e filantropico, che aveva fini assistenziali-umanitari (esercito
della salvezza etc.). Con la probation , con la quale si mirava a redimere il reo
con alternative al carcere, si cercò di percepire il reo non come delinquente ma
come persona bisognosa di aiuto.
All’indirizzo incentrato sul concetto di classi pericolose va il merito, comunque,
di aver dato l’avvio alle ricerche sul campo e di aver sottolineato la connessione
tra depressione socio-ambientale e condotta criminale.
Nel XIX° sec la concezione della SCUOLA CLASSICA quale astratta entità di
diritto, fu superata con l’utilizzo dei primi studi statistici impiegati per
l’approccio scientifico ai fatti criminosi. Prescindendo dalla questione delle classi
pericolose, questi studi chiamarono in causa l’ambiente sociale in cui l’individuo
agisce, mentre in precedenza il reato era percepito quale azione mavagia di un
individuo astratto dal suo contesto.
A.j. Quételet e A.M. Guerry utlizzarono per primi i dati statistici. Fu per la
prima volta studiata l’incidenza dei reati in relazione all’età, il sesso, la razza etc.
Tutto ciò aprì la strada alla COMPRENSIONE DEL DELITTO QUALE FATTO SOCIALE.
Con tali studi, si apriva la strada ad un certo grado di prevedibilità e ad una
percezione del crimine di tipo deterministico.
Durkeim: fatto sociale
Tarde: si occupò di “archeologia criminale sottolineando l’aumento del crimine
nel corso del XIX° sec. L’aumento dei delitti era, secondo Tarde, da imputare
all’inizio di una nuova prosperità con la conseguente instabilità sociale e con la
generale tendenza degli individui a migliorare il proprio status. La maggior
delinquenza era il prezzo da pagare al maggior benessere. Imitazione
Con gli studi statistici si giunse alla conclusione che il crimine non dipendeva
solo dalla volontà del singolo, ma che su di lui agivano anche fattori legati alla
società. Nasce così la visione deterministica della condotta criminosa, col
mutamento dalla concezione liberale del delitto verso una percezione
positivistica (XIX° sec). Con tale visione vi era la convinzione che era
all’interno della società che dovevno ritrovarsi i fattori determinanti il crimine ,
dunque, si negava la responsabilità morale dell’individuo. Tale determinismo
sociale si contrappose al determinismo biologico di Lombroso.
CESARE LOMBROSO Diede il via all’indirizzo individualistico della
criminologia, secondo il quale lo studio doveva polarizzarsi sulla personalità del
delinquente. Pensava fosse importante studiare le componenti morbose del
delinquente. I suoi studi comportarono il superamento delle precedenti visioni
esclusivamente legali, morali o sociali del diritto, allora dominanti. Applicò per
O E IL
DETERMINISMO
BIOLOGICO
primo i metodi di ricerca biologica per lo studio del singolo autore del reato e
diede il via ad un indirizzo organico e sistemtico nello studio della delinquenza
(Scuola di antropologia criminale), cosicché la criminologia come scienza si
impose. Tra le principali teorie:
 TEORIA DEL DELINQUENTE NATO: disposizioni congenite (epilessia ed altre
patologie)
 TEORIA DELL’ATAVISMO: la condotta criminosa è data da una sorta di
regressione o di fissazione a livelli primordiali.
Lombroso riconobbe anche l’esistenza dei delinquenti occasionali. Carattere
saliente del pensiero di Lombroso è il determinismo biologico. IL DELITTO PER
LUI RAPPRESENTAVA UN EVENO LEGATO A QUALCOSA DI PATOLOGICO O DI
ANCESTRALE (visione manichea e deresponsabilizzante del crimine). Il reato è
27. LA SCUOLA
POSITIVA
28. PRIMI
INDIRIZZI
MARXISTI IN
CRIMINOLOGI
A
visto come una malattia che va curata, questo approccio è deresponsabilizzante
nei confronti della società. Lombroso ha ispirato i più recenti studi di
“criminologia clinica”.
Ferri, Garofano e Lombroso divulgarono i principi di quella che prese il nome di
Scuola Positiva (che si contrapponeva alla Scuola Classica). I principali postulati
della Scuola Positiva erano:
 Il delinquente è un individuo anormale
 Il delitto è la risultante di tre fattori: antropologici, psichici e sociali
 La delinquenza non è la conseguenza di scelte individuali ma è
condizionata da tali fattori
 La sanzione non deve avere finalità punitive ma deve mirare alla
neutralizzazione e alla risocializzazione.
In questo approccio veniva considerata più la personalità del criminale che il
reato commesso. Fondamentale era considerata la pericolosità sociale del
criminale. Le misure di difesa dovevano perdurare fino alla cessata pericolosità
dell’individuo.
La giustizia doveva proteggere la società, i cittadini seguendo due indirizzi:
1) SISTEMA DEL DOPPIO BINARIO: a fianco delle pene tradizionali
commisurate alla gravità del reato, venivano affiancate misure di
sicurezza per i delinquenti ritenuti pericolosi (malati di mente etc…)
2) PENA INDETERMINATA: la cui durata effettiva non era preventivamente
stabilita dal giudice, ma dipendeva dalle possibilità di successo del
reinserimento sociale.
Il contributo positivo di questa Scuola risiede nell’aver promosso l’introduzione
nel diritto penale della valutazione delle caratteristiche della persona
(individualizzazione della sanzione e del trattamento individualizzato del
delinquente.
Marx ed Engels si erano occupati di della criminalità, affermando che il delitto
era una conseguenza della Società Capitalistica. I delinquenti venivano percepiti
come facenti parte, non il proletariato, ma il sottoproletariato che non aveva
acquistato coscienza di classe).
Bonger: coniugo il marxismo con il pensiero positivo sostenendo che un sistema
concorrenziale era strutturalmente contrario allo sviluppo di un’etica sociale e di
legami di solidarietà reciproca. Tutti i tipi di reato riflettevano i rapporti tra
classi. Per quel che concerne i contenuti positivistici Bonger riconosceva
l’esistenza di differenze innate tra gli individui, ma a suo avviso era solo
nell’ambiente sociale che dovevano essere ricercati i fattori atti a provocare io
passaggio dalla potenziale aggressività al comportamento criminoso.
Polemica Ferri (importanti fattori individuali) Turati (importanti fattori
ambientali).
29.
FILONE SOCIOLOGICO: ricercare le cause nella società
INTEGRAZIONE FILONE ANTROPOLOGICO: individuo.
FRA APPROCCIO Il reciproco collegamento e integrazione dei due filoni consente una migliore
SOCIOLOGICO E comprensione dei fatti legati alla criminalità.
ANTROPOLOGIC
O
Nella prima metà del XX° sec si sviluppo negli USA la sociologia criminale.
Shaw compì uno studio della criminalità nelle aree criminali. Studio proseguito
DELLE AREE
in seguito dalla Scuola di Chicago. Teoria Ecologica dà conto del fatto che
CRIMINALI O
esistono delle aree criminali, ossia zone delle città dove risiede la maggior parte
TEORIA
della criminalità comune. Per tale teoria l’ambiente di vita p il fattore più
ECOLOGICA
importante. E’ una teoria a medio raggio.
Tali teorie sottolineano l’importanza del mutamento e instabilità delle moderne
società. L’aumento della criminalità è stato dunque imputato, da questo
orientamento, al mutamento e alla conseguente instabilità. Si tratta di
“disorganizzazione sociale” in quanto perdono di efficacia gli abituali strumenti
31. TEORIE
di controllo sociale (in particolare quello di gruppo e familiare).
DELLA
Sutherland ha parlato di disorganizzazione sociale, riferendosi però alle
DISORGANIZZA
contraddizioni normative.
ZIONE
Johnson: 1960 –ha studiato il conflitto di norme affermando che avviene
SOCIALE
quando:
- la socializzazione è difettosa o mancante
- le sanzioni sono deboli
- Inefficienza o corruzione dell’apparato giudiziario
Sellin 1938 – La TEORIA DEI CONFLITTI CULTURALI dà conto del fatto che in un
medesimo individuo si contrappongano diversi sistemi culturali e questa sarebbe
una delle principali cause del venir meno degli abituali parametri regolatori della
condotta sociale. Sellin elaborò tale teoria analizzando l’imponente flusso
immigratorio verificatosi negli USA nei primi decenni del 1900. L’A. esaminò
32. TEORIA
che questi immigrati non diedero un grande contributo alla criminalità, mentre
DEI CONFLITTI
quelli di 2° generazione (i figli) contribuirono in maniera massiccia alla
CULTURALI
delinquenza poiché avevano perso i valori di origine dei padri e non avevano
assimilato i valori del paese ospitante. Sellin distingue tra:
 Conflitti culturali primari: disagio del singolo individuo per l’attrito di
due sistemi culturali;
 Conflitti secondari: discriminazione e rigetto da parte della società.
Lo struttural-funzionalismo (USA anni ’30), studiò la DEVIANZA. I principali
esponenti furono Parsone, Merton, Jhonson. Secondo l’orientamento in
questione, il comportamento sociale può andare dalla conformità alla devianza.
Conformità è lo stile di vita orientato e coerente con l’insieme delle norme.
L’essere conformi è il frutto di una socializzazione ben riuscita, fondamentali
33.
sono i meccanismi psicologici più complessi dell’identificazione e
STRUTTURAL- interiorizzazione. Il rafforzamento e il mantenimento della conformità è favorito
FUNZIONALISM dai sistemi di controllo sociale. All’interno del comportamento conforme si
O E TEORIA
possono distinguere:
o Il momento dell’apprendimento delle norme (processi di socializzazione)
DELLA
o Mantenimento e rinforzo dell’apprendimento normativo
DEVIANZA
La devianza comprende le condotte che violano le norme penali, sia le regole
sociali generalmente accettate che conservino ancora credibilità e che vengano
ritenute importanti dalla società. Sia ha devianza solo quando la violazione è
frutto di una precisa scelta. La devianza presuppone nell’attore un atteggiamento
di ambivalenza: da un lato riconosce la norma come imperativa, dall’altro non ne
30. TEORIA
34. L’ANOMIA
COME CAUSA DI
DEVIANZA
35. TEORIA
DELLE
ASSOCIAZIONI
DIFFERENZIAL
I
36. LA
CRIMINALITÀ
DEI COLLETTI
BIANCHI
37. GLI
SVILUPPI
DELL’INDIRIZZ
O
INDIVIDUALIST
ICO E LA
CRIMINOLOGI
A CLINICA
accetta l’autorità normativa.
Si ha ANOMIA quando vengono a mancare le norme che si pongano come
riferimento per gli individui. Durkheim (frattura delle regole sociali, carenza di
norme, di limiti). Per Durkheim le cause dell’anomia erano da ricercarsi
nell’iperstimolazione delle aspirazioni che la società industriale ha indotto negli
individui i quali non sono mai soddisfatti e vogliono sempre di più.
Merton: si ha anomia quando la società propone delle mete ma non i mezzi per
raggiungerle. mete culturali/mezzi:
- Conformità + +
- Innovazione + - Ritualismo - +
- Rinuncia - - (vagabondi, alcolizzati)
- Ribellione -+ -+ (sostituzione delle mete culturali con mete diverse: ribelle,
contestatore…).
SUTHERLAND con la TEORIA DELLE ASSOCIAZIONI DIFFERENZIALI afferma
che il comportamento delinquenziale è appreso, non dalla semplice imitazione,
ma mediante l’associazione interpersonale con altri individui delinquenti. IL
termine associazione differenziale dà conto della semplice partecipazione a certi
gruppi sociali “differenti”. S:Voleva formulare una teoria valida universalmente.
Per S: non esisterebbe una criminalità innata. Non tutti i gruppi hanno la
medesima capacità di influenzare la condotta degli individui, dunque sono quelli
frequentati con
- maggiore intensità
- maggiore durata e anteriorità
Tarde parlò di imitazione sociale.
SUTHERLAND – La CRIMINALITÀ DEI COLLETTI BIANCHI riguarda quei reati
compiuti dai dirigenti delle imprese, industriali, finanziarie, commerciali e dai
professionisti. I reati riguardano: frodi nei bilanci, evasioni fiscali, bancarotta
fraudolenta. Questi studi aprirono la strada alle indagini sul numero oscuro.
Principali caratteristiche:
- ha luogo dove si producono beni e servizi
- Indice di occultamento molto elevato
- gli autori godono di alto tasso di impunità
- è minore l’atteggiamento di censura da parte della società (disonesto invece di
delinquente).
La fine della IIa Guerra Mondiale ha comportato la nascita dei due grandi
blocchi USA URSS. Anche l’ambito della sociologia risentì di questo clima
dando vita ai due filoni:
 Criminologia di sinistra: di ispirazione marxista;
 Criminologia di destra: ancorata agli ideali di democrazia e libertà.
L’indirizzo individualistico, non subì l’influsso di una particolare corrente
politica, ma fu soprattutto incentrato su una nuova politica penale di
risocializzazione.
Criminologia di passaggio all’atto: perché certi individui a parità di condizione
e ambiente passano ad agire in maniera criminosa e altri no.
Criminologia clinica: Benigno di Tullio. Cultore di criminologia anche durante
il fascismo. Tale disciplina venne concepita come volta allo studio non dei
fenomeni generali ma del singolo delinquente a fini diagnostici, prognostici e
terapeutici. Fu molto importante la stretta collaborazione tra diritto penale e
criminologia. Alla CC spetta il ruolo di attuare la prevenzione speciale,
attraverso la osservazione scientifica del reo. Il carcere serviva a punire, ma
soprattutto a curare.
38. LA NUOVA Nell’ambito del Welfare State la rieducazione socializzativa costituisce un
nuovo diritto del cittadino e un nuovo impegno dello Stato. Ciò doveva essere
DIFESA
SOCIALE E LA messo in atto con gli strumenti della psicologia clinica.
POLITICA
F. Grammatica 1961 “PRINCIPI DI DIFESA SOCIALE”, proponeva di sostituire il
PENALE DELLA diritto repressivo con un sistema punitivo di reazione contro l’antisocialità.
RISOCIALIZZAZI “NUOVA DIFESA SOCIALE” di Marc Ancel 1954. Si rifiuta il determinismo
ONE
sociologico e antropologico e si rivaluta il libero arbitrio.
CRIMINOLOGIA DEL CONSENSO: Ricondurre i devianti alla conformità
–
Antropologici e individualistici.
–
Criminologia
pragmatistica
(interventi
operativi)
Leo
Radzinowicz 1966
39.
–
Teorie multifattoriali: Teoria non direzionale (Glueck) – Teoria dei
contenitori
(Rekless)
CRIMINOLOGI
A DEL
CRIMINOLOGIA DEL CONFLITTO: (indirizzo di sinistra). Questo filone fu
CONSENSO
denominato anche criminologia della reazione sociale. Giustificazionista.
- Teorie delle sottoculture giovanili
- Teoria della cultura delle bande criminali (Cohen)
- Teoria delle bande giovanili (Cloward e Ohlin 1960)
- Teoria dell’etichettamento
Teorie multifattoriali: considerano contestualmente individuo e ambiente
(fanno parte della criminologia del consenso).
Teoria non-direzionale dei Glueck. Volta all’identificazione dei fattori
familiari-situazioni più frequenti tra i giovani criminali. Furono posti a confronto
due gruppi di giovani uno con precedenti penali e l’altro con condotta
normale(stessa età, sesso, razza e provenienza sociale e geografica), per scoprire
quale fattore incidesse affinché un gruppo fosse incline alla delinquenza e l’altro
no. Emerse che fondamentale era il fattore relativo alle e diverse caratteristiche
40. LE TEORIE di personalità e dell’ambiente familiare di ogni soggetto. Le caratteristiche
MULTIFATTORI principali del gruppo dei delinquenti sono:
ALE
- corporatura robusta
DELL’INTEGRA - temperamento irrequieto, impulsivo, introverso
ZIONE PSICO- - atteggiamento ostile, risentito, sospettoso.
AMBIENTALE - Capaci di apprendere con modalità diretta.
- Per ciò che attiene all’ambiente familiare: inadeguatezza dei genitori.
Tali valutazioni, hanno, però, valore solo statistico.
Teoria dei contenitori di Reckless: mira a spiegare in generale il
comportamento sociale identificando quei fattori che favoriscono il contenimento
della condotta nell’ambito della legalità. Distingue tra:
- Contenitori interni: aspetti della struttura psicologica (buon autocontrollo,
stima di sé).
- Contenitori esterni: insieme delle caratteristiche dell’ambiente.
41.
Gli ispiratori teorici furono gli esponenti della Scuola di Francoforte. Ideologie di
CRIMINOLOGI sinistra influenzate dalla teoria critica della società. Contestazione del ’68.
A DEL
- Teorie delle sottoculture giovanili.
CONFLITTO
42. TEORIE
DELLA
SOTTOCULTUR
A GIOVANILE
Al concetto di cultura (noto quello di Taylor “complesso insieme che include
conoscenze, fede, arte, morale e altre capacità acquisite dall’uomo in quanto
membro della società), si associa quello di gruppo e questo ultimo si associa a
quello di cultura di gruppo. L’appartenenza al gruppo è fatto dinamico.
In caso di gruppo con una propria cultura fortemente differenziata rispetto a
quella dominante, si parlerà di sottogruppo caratterizzato da una sua propria
sottocultura (es. sottocultura degli zingari). Vi è una sottocultura
43. TEORIA
DELL’ETICHET
TAMENTO
delinquenziale.
 Teoria della cultura delle bande criminali (Cohen 1955) volta ad
identificare le dinamiche che portano alla delinquenza nelle grandi città i
giovani delle classi più sfavorite. Per Cohen la sottocultura delinquenziale dei
giovani di bassa estrazione sociale nasce dal conflitto con la cultura della
classe media. I giovani per riparare a ciò cercano di organizzare nuovi e
diversi rapporti interpersonali con proprie norme, mettendo in atto un
meccanismo difensivo di formazione reattiva che consente di sostiuire nelal
coscienza i sentimenti che provocano angoscia. Tale teoria non dà conto del
perché alcuni giovani che vivono nelle aree criminali delinquano e altri no
(risposta data dai Glueck con il riferimento alla famiglia).
 Teoria delle bande giovanili Cloward Ohlin 1960. Si colloca nell’ambito
della sociologia di sinistra. In questi autori è chiara l’influenza di Merton di
società anomica perché non permette di conseguire le mete culturali proposte.
Per questi autori la limitazione delle opportunità è data da differente: razza,
ceto, sesso etc. e favorisce il confluire in sottoculture di banda. Persiste lo
stereotipo di una delinquenza esclusivamente derivante da classi sociali
ifneriori.
Le Bande giovanili originano dal bisogno di aggregazione tra soggetti
socialmente sfavoriti e possono assumere tre forme:
1. Bande criminali: dediti ad attività illecite quali il furto e la rapina
2. Bande conflittuali: dediti a violenza e vandalismo sistematico, mirano alla
distruzione di simboli del successo.
3. Bande astensioniste: giovani che cercano di fuggire dalla società riparando
nella droga e nell’alcol.
Oggi suona sicuramente anacronistica la distinzione netta fra due classi. Ci sono
maggiori opportunità per tutti. L’approccio di queste teorie è rigidamente
deterministico.
La TEORIA DELL’ETICHETTAMENTO (nuovo indirizzo della criminologia del
conflitto) Becker, Kitsuse, Lemert si basa sui seguenti punti:
- Visione rigida e dicotomica delle classi sociali
- Non univoca accettazione delle norme legali
- Valorizzazione del concetto di reazione sociale
- Percezione della devianza non quale comportamento negativo ma mero
frutto di un etichettamento esercitato dal potere.
Il deviante non è tale perché commette azioni illecite, ma perché la società
etichetta come deviante chi commette quelle azioni. Tale teoria è anche della
reazione sociale. La condotta deviante è ritenuta utile alla società , il deviante è
un capro espiatorio.
Consolidamento della devianza: colui definito come deviante si consolida in
una carriera deviante.
 DEVIANZA PRIMARIA: non mette in moto reazioni sociali, il deviante non si
percepisce come tale.
 DEVIANZA SECONDARIA: si realizza come effetto della reazione sociale e il
deviante si percepisce tale.
CRITICHE ALLA TEORIA:
 - Non distingue tra devianza e criminalità.
 - Tale teoria ben si adatta alla microcriminalità da strada ma non alla
devianza più grave.
 Tale teoria risulta deterministica, perché la persona che ha subito lo stigma
sembra non potersi sottrarre da un destino da delinquente e
deresponsabilizzante, perché equipara delinquenti e devianti e finisce per
44. TEORIA
DELLA
DEVIANZA
SECONDO
MATZA
45.
CRIMINOLOGI
A CRITICA
46. IL NUOVO
REALISMO
47.NEO
CLASSICISMO
E
ABOLIZIONISM
O
48. APPROCCIO
ECONOMICO
RAZIONALE
49. LA
CRIMINOLOGI
A IN RUSSIA
attenuare la colpevolezza dei primi.
Anni ’70. Matza superò la teoria della sottocultura (Cohen) e
dell’etichettamento. Criticò la teoria delle sottoculture criminali, poiché gli autori
dei questa teoria intendono la sottocultura delinquenziale come il risultato di un
processo di costruzione e mantenimento di valori antagonisti a quelli della classe
media.
La devianza per Matza non è frutto dell’apprendimento di imperativi o di valori
devianti, ma dell’acquisizione di particolari tecniche di auto-giustificazione.
Tecniche di neutralizzazione: sono procedimenti psicologici di
autogiustificazione:
 Negazione della propria responsabilità
 Minimizzazione del danno provocato
 Negazione della vittima: si afferma che la vittima meritava quel
trattamento.
 Condanna di coloro che condannano: es. polizia ipocrita, giudici
parziali.
 Richiamo a ideali più alti
Drift: motivazione all’agire deviante non rigidamente vincolante.
‘70-80 criminalità come fatto politico. La criminologia critica identificò la
devianza con il dissenso.
Primo filone attorno al National Deviancy conference a Londra. Attorno alla
rivista “La questione criminale” in Italya e Germania.
- DEVIANZA INDIVIDUALE: priva di prospettive
- DeVIANZA ORGANIZZATA: politicizzata.
Seconda metà ’80. Pur rimanendo su posizioni di sinistra si diede vita al Nuovo
Realismo. Considera la criminalità come una realtà di fatto e non solo come
contestazione. Si rivolge l’attenzione all’osservazione empirica (street crimes).
Viene posto l’accento sul malcontento, la deprivazione relativa e la
marginalizzazione delle classi meno favorite.
ABOLIZIONISMO: massima espressione della critica alla carcerazione, ritenuta
inefficace quale strumento per combattere la criminalità.
- Abolizionismo carcerario
- Abolizionismo penale
Christie il più noto esponente di questo orientamento, propone in alternativa al
carcere, risoluzioni in chiave privatistico-risarcitoria e un controllo disciplinare
esercitato dalle comunità.
NEOCLASSICISMO: Pena come retribuzione.
In seguito al declino dell’ideologia comunista i fattori legati all’economia si sono
fatti strada pure nel pensiero criminologico. Secondo Becker, anche per l’agire
criminale vi è una valutazione in termini di costi-benefici. (0 = P,F,U).
Costi del delitto:
- costi diretti: connessi all’organizzazione del reato.
- costi indiretti collegati al rischio di venire 1) individuati e 2) condannati.
Benefici: più difficile calcolarli. Per Bowls ammonta alla cifra che si potrebbe
offrire al criminale per fagli commettere il reato.
Un settore al quale sono stati brillantemente applicati questi principi è quello dei
reati dei “colletti bianchi”.
In Russia la totale assenza di pluralismo ha fatto sì che i contenuti della
criminologia si uniformassero con l’ideologia ufficiale. Il dogmatismo
ideologico è poi andato scemando con l’89.
Cap. 3 Psicologia e criminalità.
50. LA
CRIMINOLOG
IA
INCENTRATA
SULL’INDIVID
UO
51.
PERSONALITÀ
,
TEMPERAMEN
TO,
CARATTERE
52.
PSICOANALISI
53.
PSICOANALISI
E
COMPONENTI DELLA VULNERABILITÀ INDIVIDUALE: fattori diversi da persona a
persona.
- teorie psicologiche della personalità
- prospettiva biologica
- disturbi mentali
La persona umana è un’entità unica e irripetibile, è dunque necessario per un
corretto studio della criminologia considerare in modo congiunto i fattori
ambientali e quelli dovuti alle variabili individuali.
Comportamento: complesso coerente di atteggiamenti che ogni individuo assume
in funzione dei suoi obiettivi e degli stimoli che provengono dall’ambiente.
L’ATTIVITÀ PSICHICA È COSTITUITA DA: 3 ASPETTI:
 Sfera cognitiva: conoscenza, pensiero, intelligenza.
 Sfera affettiva: umore, sentimenti, emozioni.
 Sfera volitiva: riguarda le azioni o omissioni volte a determinati fini.
Personalità: nei luoghi comuni: abilità o accortezza sociale. Impressioni che si
suscitano negli altri, insieme qualità e caratteristiche di un soggetto, ASPETTI
UNICI IRRIPETIBILI E Più RAPPRESENTATIVI DI UNA PERSONA. Tra
individuo e società vi è un continuo processo di reciprocità. Al fine della
criminologia: complesso delle caratteristiche di ciascun individuo quali si
manifestano nelle modalità del suo vivere sociale.
 Temperamento: base innata, poco modificabile.
 Carattere: risultante della interazione fra temperamento e ambiente.
Componente dinamica che si modifica col tempo.
CONCETTO DI INCONSCIO E DI VISIONE DINAMICA.
FREUD:
Es: nucleo centrale. Inconscio. Composto da fattori ereditari
IO: principio della realtà.
Super IO: rappresentante interiore dei valori etici e norme sociali. Arbitro morale
interno.
La concezione psicoanalitica della realtà è essenzialmente dinamica.
Quando l’IO viene sopraffatto da uno stimolo eccessivo che non riesce a dominare
subentra Angoscia o ansia ( disagio e timore che sono l’espressione di una non
realizzata soluzione delle conflittualità tra le istanze interiori e l’ambiente), per
Freud 3 tipi:
 Ansia reale: timore di un pericolo facente parte della realtà oggettiva.
 Ansia sociale: timore della riprovazione degli altri.
 Ansia nevrotica: timore della severità del SUPER-IO. La più temibile.
Normalmente l’ IO è ingrado di risolvere i contrasti in modo armonico, quando non
riesce entrano in gioco i Meccanismi di difesa dell’IO:
 Rimozione
 Dislocazione
 Sublimazione
 Proiezione
 Formazione reattiva sostituzione di un impulso che genera angoscia con il
suo opposto.
 Identificazione quando si mira ad essere simili ad una persona eletta quale
modello.
Si possono utilizzare le chiavi di lettura della psicoanalisi anche per l’identificazione
di alcuni meccanismi della criminogenesi. Il più organico contributo psicoanalitico
nell’ambito criminologico è quello di Alexander e Staub: la condotta criminosa è
CRIMINALITA’
54. LA
PRISOCLOGIA
ANALITICA DI
JUNG
vista da questi autori come lo svincolo dal controllo del Super-Io seguendo lo
schema:
 Normalità
 Delinquenza fantasmatica
 Delinquenza colposa dislocazione delle pulsioni aggressive.
 Delinquenza nevrotica delittuosità per senso di colpa.
 Delinquenza occasionale e affettiva.
 Delinquenza normale il controllo del Super-Io cessa completamente.
L’adeguamento alla vita sociale è da vedersi in funzione dell’efficienza del SuperIO. Esso puo’ essere:
 Anomalo:
 Debole:
 Assente:
Secondo lo schema di Alaexander e Staub si possono distinguere due tipi di
delinquenza:
 DELINQUENZA ACCIDENTALE
 DELINQUENZA CRONICA
Le recenti tendenze della psicoanalisi hanno rivalutato l’importanza e
l’indipendenza dell’IO. Un cattivo rapporto con le figure di allevamento possono
favorire la condotta criminale, si possono anche verificare sindromi da carenza
affettiva.
Si possono distinguere:
 DELINQUENZA PER SENSO DI COLPA: alcuni soggetti agirebbero in modo
criminale per poi essere puniti ed espiare un bisogno inconscio di
espiazione (raro)
 FISSAZIONE ALLA FASE DEL PRINCIPIO DEL PIACERE: dar soddisfacimento
diretto alle pulsioni.
 ACTING OUT: passaggio all’atto. Il reato rappresenta una scarica o un
sollievo da una tensione emotiva.
 BASSA SOGLIA DI TOLLERANZA ALLA FRUSTRAZIONE: meccanismo di
risposta violenta alla frustrazione.
 INCAPACITÀ DI IDENTIFICARSI COL PROSSIMO: DEFICIENZA GLOBALE DI
IDENTIFICAZIONE, IDENTIFICAZIONE SOLTANTO PARZIALE, PROCESSSI DI
IDENTIFICAZIONE PARTICOLARI.
 PROIEZIONE: ci si sente vittime più che colpevoli.
 INCAPACITÀ DI SUBLIMAZIONE DELLA LIBIDO: miranti a soddisfare i bisogni
nella maniera più istintuale.
IL RISCHIO DELLA LETTURA IN CHIAVE PSICODINAMICA, E’ QUELLO DI
DERESPONSABILIZZARE L’ATTORE, GIUSTIFICANDO IL SUO OPERATO POICHÉ DOVUTO A
FORZE DA LUI NON GOVERNABILI.
CAZZULLO: i delinquenti si possono distinguere per :
carenza affettiva – carenza di identificazione in figure-modello valide – per
identificazione in modelli anomali – fissazione della evoluzione affettiva a stadi
immaturi – reazione a situazioni conflittuali.
JUNG ha distinto oltre ad un inconscio individuale anche uno collettivo (che
trascende la persona). Mentre Freud risale all’infanzia, JUNG risale ai nostri
antenati. L’individuo per JUNG vive sia di scopi che di cause. Questo autore
considera sia il passato che la proiezione vero il futuro. Gli individui rispondono ai
conflitti in modo bipolare:
 ATTEGGIAMENTO ESTROVERSO: orienta l’individuo verso la realtà esterna.
Sofferenza per gli altri. Atteggiamento alloplastico, ego-sintonico.

55.
PSICOLOGIA
SOCIALE:
ADLER
FROMM
56. PSICO
SOCIALE:
IDENTITÀ
PERSONAE E
TEORIA DEI
RUOLI
57. PSICO
SOCIALE:
DEVIANZA
EMARGINAZI
ONE E
MARGINALIT
À
58. ALTRI
CONTRIBUTI
ATTEGGIAMENTO INTROVERSO: indirizza l’attività psichica verso il mondo
soggettivo. Atteggiamento autoplastico e ego-distonico. Conflitto con se
stessi.
La PSICOLOGIA SOCIALE studia le relazioni interpersonali nel contesto sociale.
La psicologia ADLERIANA (Alfred Adler) considera l’individuo come mosso dalle
prospettive e dai bisogni legati al suo essere inserito nella società. Per questo autore
l’uomo è mosso dalla volontà di potenza un impulso che sostituisce ciò che per
Froid è la libido e l’eros. L’uomo po’ essere vittima di un complesso di inferiorità o
del opposto complesso di superiorità.
Vi è chi può trovare alimento da queste dinamiche psicologiche per imporsi
attraerso il crimine.
Per FROMM importante è il senso di solitudine che l’individuo può provare se non è
armoniosamente inserito nella società. L’UOMO HA QUINDI BISOGNO DI:
- Relazioni
- Trascendenza
- Schemi di riferimento
- Identità personale
L’inappagamento o la frustrazione possono essere possibili spinte alla
compensazione tramite la condotta delittuosa.
IDENTITÀ PERSONALE: unicità, qualità della propria persona.
RUOLO: aspettative relative ad attitudini che nella società si formano nei confronti di
ogni individuo. ERIKSON ha dedicato parte dei suoi studi alle disarmonie della
identità personale. La formazione dell’identità si realizza tramite:
- L’identificazione con successivi modelli significativi;
- Attraverso i ruoli.
Tale iter ha il suo culmine durante l’adolescenza. In tale fase e anche
successivamente un rapporto disarmonico con la famiglia o i vari gruppi può
comportare una disturbata strutturazione dell’identità personale, poiché questa è
influenzata dall’atteggiamento degli altri. Si ha il caso di profezia che si
autoadempie quando l’attore realizza stabilmente con la condotta criminosa il
giudizio negativo che ha subito da parte della famiglia o di altri (da te non posso
aspettarmi nulla di buono). La società, può talvolta condurre ad un’immagine di sé
svalorizzata identità negativa. Per MAILLOUX sono fondamentali le aspettative dei
genitori o figure di allevamento.
La formazione dell’identità sono influenzati dallo status (posizione nella società: es
status di padre) (ciò che può attendersi dagli altri). Il ruolo è l’insieme di aspettative
circa l’osservanza dei compiti spettanti a chi occupa un certo status (ciò che gli altri
si attendono da lui). UNA SERIE DI status SQUALIFICANTI FACILITANO L’ASSUNZIONE
DI ruoli CHE FAVORISCONO LA SCELTA COMPORTAMENTALE DELINQUENZIALE.
GOFFMAN ha parlato delle istituzioni totali in relazione alla limitazione delle
prospettive di queste strutture.
DEVIANZA: originariamente (struttural-funzionalismo) era considerato tale il
comportamento anomalo sotto il profilo statistico che non si conformava alle regole.
Poi è stato molto generalizzato. E’ fondamentale ricordare che:
- Si devono considerare devianti quei comportamenti che generino una reazione
intensa di censura con richiesta di sanzione.
MARGINALITÀ è la condizione statica di alcuni individui che si trovano ai margini
della società (invalidi, malati di AIDS, devianti e delinquenti).
EMARGINAZIONE è un processo dinamico messo in atto da singoli o gruppi per
escludere alcuni soggetti.
La FENOMENOLOGIA mira a comprendere l’uomo dall’interno.
TEORIA DEL CAMPO (K. LEWIN) Concetto ripreso dalla fisica, di campo
DELLA
PSICOLOGIA
59.
COMPORTAM
ENTISMO
60.
PSICOLOGIA
COGNITIVA
elettromagnetico che influenza tutto quello che è intorno. L’individuo secondo
questa teoria, è costantemente influenzato dall’ambiente e non può essere studiato
isolatamente da esso.
TEORIA DEI SISTEMI (BATESON) : analizza l’influenza degli altri nell’ambito di un
rapporto interpersonale. Modello mutuato dalla cibernetica feedback ogni parte è
contemporaneamente causa e effetto. Fondamentale è il contesto (concetto di
sistema), nel quale si svolge l’interazione. Nell’ambito della criminologia, interessa
il rapporto tra reo e vittima.
STUDI SULLA COMUNICAZIONE (HALEY) sia la comunicazione non verbale che
quella verbale possono essere distorte (uomo rifiutato che poi si arrabbia e
aggredisce).
Per ciò che attiene alla PSICOLOGIA DELLA TESTIMONIANZA si afferma che può
accadere che vengano commessi errori da parte dei testimoni durante l’osservazione
dei fatti.
COMPORTAMENTISMO fornisce una teoria della personalità legata alle metodologie
empiriche delle scienze naturali. Si limita ad osservare come l’uomo reagisce agli
stimoli provenienti dall’ambiente.
WATSON: influenza dell’ambiente (stimolo – risposta), modificando l’ambiente può
indirizzarsi il comportamento nel senso voluto.
SKINNER rinforzi sia positici che negativi che possono modificare il comportamento.
In criminologia, sono stati studiati quei rinforzi e stimoli che provenendo
dall’ambiente conducano ad un modo di agire criminoso.
DOLLARD: TEORIA DELLA FRUSTRAZIONE-AGGRESSIONE. L’emergere di un
comportamento aggressivo, presupporrebbe sempre l’esistenza di una frustrazione
(stimolo) ed esso condurrebbe all’aggressione (risposta). L’impedimento al
raggiungimento di un intento può essere una delle cause della condotta criminosa.
U. NEISSER mente simile al computer. Il cognitivismo nasce in opposizione al
comportamentismo, secondo questo orientamento la mente non è passiva, ma agisce
elaborando secondo un preciso progetto comportamentale. Nell’ambito della
criminologia: la condotta criminosa è vista come frutto di un progetto
comportamentale.
Cap. 4 Biologia e criminalità
61.
APPROCCIO
Tale approccio può essere limitativo se si considera l’uomo come essere
esclusivamente biologico.
NATURALISTI
CO
62. TEORIE
PREDISPOSIZI
ONE: EREDITÀ
E DELITTO
La predisposizione innata al delitto è da escludersi. Esistono invece delle relazioni
fra la struttura biologica degli individui e certi aspetti della loro mente che possono
favorire la criminalità: ereditarietà e predestinazione. L’aggressività ha una matrice
genetica. Bisogna separare i fattori genetici da quelli ambientali: Es. gemelli
omozigoti allevati in contesti familiari diversi ed esaminati a distanza di anni, hanno
fatto rilevare alcuni tratti comportamentali e aspetti psichici simili.
Sono state anche studiate le famiglie di criminali ed è emerso che il maggior
numero di criminali presenti all’interno di dette famiglie è dovuto, non tanto a
fattori ereditari, quanto all’ambiente familiare depravato e al pessimo modello dei
genitori.
Rapporto tra costituzione e criminalità Benigno di Tullio (padre della
criminologia italiana 1940) ha individuato tre fattori (più psicologici che somatici):
1. Delinquente occasionale ipoevoluto: scarso sviluppo dell’intelligenza e della
critica.
2. Delinquente occasionale psico-nevrotico
3. Delinquente occasionale psicopatico disturbi della personalità.
Sheldon ha individuato tre tipi:
1) COSTITUZIONE ENDOMORFA: struttura morbida e rotondeggiante alla quale
corrisponde socievolezza e bisogno di affetto.
2) COSTITUZIONE MESOMORFA: struttura corporea forte e muscolosa alla quale
corrisponde un comportamento aggressivo. Tipo riscontrato in maggior numero
tra i detenuti.
3) COSTITUZIONE ECTOMORFA: struttura corporea longilinea caratterizzata da forte
autocontrollo e timore della gente.
Negli anni ’60 si avanzarono ipotesi circa tendenze innate alla criminalità dovute ad
63. TEORIE
anomalie nei cromosomi. Studiano il DNA (programma Genoma) si è riscontrato
PREDISPOZISI
che tratti quali l’intelligenza, l’aggressività e la timidezza abbiano una componente
ONE: GENI E
ereditaria. Sta, inoltre, prendendo piede un nuovo determinismo biologico che ha
LA MENTE
trovato alimento con lo sviluppo delle neuroscienze.
Delinquenti si nasce o si diventa?
Secondo il vecchio ORIENTAMENTO ISTINTIVISTICO per istinto si intendeva la
tendenza ad agire senza uno scopo (potenzialità innata). LORENZ ed altri etologi,
64. TEORIE hanno temperato questa visione assolutistica, affermando che gli istinti sono
DEGLI ISTINTI: “schemi generali – schemi di azione” e anche l’importanza dell’ambiente (ochette di
ORIENTAMEN Lorenz).Per questo autore qualsiasi essere vivente e il suo ambiente naturale non
TO
sono concepibili separatamente e si influenzano.
ISTINTIVISTIC L’ORIENTAMENTO AMBIENTALISTICO si contrappone a quello istintivistico e
OE
prevede l’ambiente quale principale fattore inducente le varie modalità di condotta.
AMBIENTALIS L’ORIENTAMENTO CORRELAZIONISTICO prevede l’interazione tra istinto e
TICO
ambiente. Gottlieb propone due distinti tipi di comportamento:
1) COMPORTAMENTO INNATO
2) COMPORTAMENTO ACQUISITO: risultante integrata sia dei fattori genetici sia dei
fattori ambientali.
WILSON Sociobiologia – la nuova sintesi. Studio sistematico delle basi biologiche
65. TEORIE di ogni forma di comportamento sociale. Ogni comportamento sarebbe frutto di una
DEGLI ISTINTI: strategia biologica rivolta alla conservazione della specie, dunque egoismo o
SOCIOBIOLOGI altruismo non avrebbero alcuna valenza etica o morale. In sociobiologia è
A
fondamentale l’utilizzo della teoria dell’evoluzione quale paradigma valido per
spiegare anche il comportamento umano.
E’ dimostrata l’esistenza di un rapporto dinamico tra rabbia e paura e tra ansia e
aggressività (proto-emozioni). L’ambiente esercita un ruolo fondamentale.
66.
L’aggressività in campo animale è solitamente rivolta a :
L’AGGRESSIVI - scelta sessuale
TÀ NELLA
- controllo del territorio
PROSPETTIVA - organizzazione gerarchica – semplici rituali aggressivi. Postura etc.
BIOLOGICA
- difesa della prole
Bisogna distinguere tra aggressività interspecifica (molto rara) e aggressività
intraspecifica.
TEORIA TRIUNITARIA (MC LEAN) fornisce informazioni sull’organizzazione
evolutiva del cervello umano che sarebbe costituito da tre tipi di sistemi:
67.
1) Struttura filogneticamente più antica: attività istintuale difesa del territorio,
AGGRESSIVIT
caccia etc
ÀE
2) Controllo stati emozionali (rabbia, paura etc)
NEUROSCEINZ
3) Sistema più recente: capacità intellettive
E
Suddetta teoria, può fornire un modello atto a spiegare taluni comportamenti
delittuosi come i reati d’impeto.
68. LA
CRIMINALITÀ
VIOLENTA
69.
AGGRESSIVIT
À UMANA E
CULTURA
70.
STRUTTURA
BIOLOGICA E
LIBERTÀ
Va inoltre segnalato un certo rapporto tra: DIFETTI NEUROLOGICI E PROPENSIONE
ALL’AGGRESSIVITÀ. LA VIOLENZA COMPULSIVA O ESPLOSIVA È TALVOLTA CONNESSA
CON SPECIFICHE PATOLOGIE DEL CERVELLO. Le difficoltà emotive e le deprivazioni
affettive danno conto di una condotta più incline alla criminalità. Dunque, ecco
spiegato il perché taluni individui prescindendo dalle condizioni ambientali, sono
più inclini alla violenza.
AGGRESSIONE: COMPORTAMENTO LESIVO DI PERSONE.
AGGRESSIVITA’: disposizione o atteggiamento psichico favorevole
all’aggressione.
- l’aggressività può essere diretta verso cose e sull’ambiente
- può essere diretta in modo solo verbale
- può rivolgersi sotto forma di violenza sessuale
- verso se stessi
Nell’uomo l’aggressività è più rilevante che nell’animale e non ha meccanismi di
contenimento come per gli animali. L’aggressività umana è stata definita da E.
Fromm aggressività maligna o distruttiva. Egli ha distinto due specie di
aggressività:
- benigna-difensiva comune a tutte le specie animali superiori
- maligna o distruttiva non istintuale che dipende dalla struttura sociale.
L’aggressività è divenuta un valore culturale. La società umana poggia
fondamentalmente sulla violenza, che è lo strumento di regolazione di tutti i rapporti
di potere. Per contenere la violenza si è fatto ricorsi a strumenti quali le leggi, le
norme etc. però ciò ha creato una situazione di contraddittorietà (messaggi contrari
alla violenza e cultura della violenza sono in contrasto) e ambivalenza (norme, leggi
e religione lanciano messaggi che mirano a inibire l’aggressione, ma nello stesso
tempo valorizzano l’aggressività nei confronti dei nemici e dei diversi).
La condotta aggressiva non può essere spiegata solo in riferimento alle differenze
del patrimonio genetico, ma devono essere considerate anche le esperienze, le
sollecitazioni e il tipo di ambiente nel quale l’individuo ha vissuto. Importante è la
plasticità del cervello che consente sempre di creare nuovi programmi in funzione
delle informazioni assunte dall’ambiente.
Cap. 5 – Tipologia e correlazioni
71.
DELINQUENZA
E DELITTI
72. L’ETÀ
DELINQUENZA: termine generico per indicare comportamenti per i quali sono
previste dal codice sanzioni penali.
REATO: usato per singoli atti delittuosi, in senso strettamente giuridico.
DELITTO: per infrazione legge penale.
La fenomenologia dei delitti indica come si manifestano, seguendo un approccio
descrittivo.
CRIMINODINAMICA “COME”
CRIMINOGENESI “PERCHE’”
 Delinquenza dei minorenni rilevante.
 Delinquenza infraquattordicenni baby killers.
 Adulti 18-65: fornisce il più alto contributo.
- più giovani: furti auto, moto, rapine, scippi, atti osceni, violenza carnale.
- più maturi: frode, bancarotta, pedofilia, esibizionismo.
 Oltre i 65 anni: i vecchi delinquono meno dei giovani.
- Violenza verbale
- Pedofilia e reati di natura sessuale
Maggiori cause:
Caduta freni inibitori;
73. LA
DELINQUENZA
FEMMINILE
74. LA
DELINQUENZA
COMUNE
75. LA
SOTTOCULTUR
A
DELINQUENZIA
LE
76. I DELITTI DI
ALTRE
SOTTOCULTURE
Emarginazione
I Recidivi persistenti, di solito hanno iniziato molto presto la loro condotta
criminale.
Negli ultimi anni è in modesto aumento. Questa criminalità riguarda i reati contro
il patrimonio e meno reati contro la persona. Però il numero di reati non conosciuti
(numero oscuro) potrebbe essere più elevato rispetto a quello maschile. Tra i reati
più commessi:
- Furto al supermarket, taccheggio, furti delle colf, favoreggiamento del
congiunto etc.
Le cause della disparità quantitativa:
 diversa posizione della donna nella società.
 Il maggiore accesso al mondo lavorativo non ha comportato un conseguente
aumento della criminalità .
 Atteggiamento indulgenziale da parte della polizia.
 La prostituzione consente alla donna di guadagnare e non incorrere in sanzioni
penali.
Per ciò che concerne le motivazioni psicologiche:
 Maggiore introversione
 Differenza nei processi di socializzazione
 Tradizione educativa di ubbidienza
Spiegazione in chiave biologica:
 Minore quantità dell’ormone maschile del testosterone.
Sono DELINQUENTI COMUNI tutti coloro che sono stabilmente inseriti nella
sottocultura criminale (delinquenza abituale e professionale). Vi rientrano:
 Delinquenti violenti.
 Singoli individui o piccoli gruppi.
 Criminalità organizzata non mafiosa.
NON FANNO PARTE DELLA DELINQUENZA COMUNE:
DELINQUENZA OCCASIONALE che si differenzia dalla delinquenza comune, e
riguarda le persone che non sono abitualmente dedite alla delinquenza. Non fanno
parte della delinquenza occasionale i reati gravi. Vi possono essere delle
circostanze favorevoli alla delinquenza occasionale:
 furti nei magazzini, uffici, colf etc
DELITTI PER SITUAZIONI CRITICHE:
 situazioni difficili (bisogno di soldi).
DELINQUENZA COLPOSA: quella che non riguarda un atto volontario, ma
negligenza o imprudenza.
La sottocultura si riferisce al concetto di gruppo e al senso di appartenenza che
esso comporta. Nella sottocultura delinquenziale non costituisce motivo di
discredito l’inosservanza del codice penale. E presente un gergale proprie, regole
etiche non scritte dalle quali scaturiscono valori, ritualità condivise dal gruppo e in
contrasto con la morale vigente. L’apprendimento di tali regole avviene per
rapporto diretto.
 SOTTOCULTURA
DEGLI ZINGARI.: furti in appartamento, taccheggi.
Elevatissimo recidivismo. Donne e bambini – provvedimenti detentivi
 SOTTOCULTURE VIOLENTE: gruppi sociali nei quali la violenza rappresenta
una componente primaria.
 SOTTOCULTURE DELLE BANDE GIOVANILI: hanno alla loro origini, ragioni di
tipo psicologico e sociale: ribellione adolescenziale, bisogno di aggregazione,
mancanza di ideali collettivi, rifiuto del mando degli adulti, marginalità dei
giovani.
Shaffer e Ferracuti (1987) studianto 1300 bande minorili di Chicago ne hanno
77.
ASSOCIAZIONI
DI TIPO
MAFIOSO
78. IMPRESE
CRIMINALI
79.
CRIMINALITÀ
ECONOMICA
distinte 4 tipi:
1. Banda diffusa:
2. Banda solidificata
3. Banda concenzionalizzata: tipo club atletico
4. Banda criminale
Fra i vari tipi di bande vi sono:
- Quelle che condividono una conflittualità nei confronti della società
- Bande informali
 CLUB ULTRAS:
 STOCCULTURA DEI DROGATI: prima c’era una sorta di ideologia . Cultura
Hippy. Spaccio, furti, rapine, scippi.
Le associazioni di tipo mafioso sono chiamate criminalità organizzata.
 IMPRESE CRIMINALI: criminalità organizzata di stampo non mafioso
 ASSOCIAZIONI DI TIPO MAFIOSO: criminalità organizzata di tipo mafioso. Si
distinguono per:
- estensione multinazionale dei loro traffici
- fonti di reddito delittuose
- riciclaggio denaro sporco
- organizzazione interna e loro struttura
HANNO UNA REMOTA ORIGINE STORICA:
 Mafia tradizionale dei galeotti (Sicilia)
 Mafia Italo-americana anni ’30 emigranti siciliani
 Mafia italiana del primo dopoguerra (pubblci appalti, speculazione aree
urbane)
 Mafia recente: mercato della droga e delle armi.
CARATTERISTICHE DELLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA DI TIPO MAFIOSO.
 Edificare un impero finanziario
 Fisionomia associativa gerarchicamente organizzata
 Accumulo di enormi quantità di denaro liquido
 Reinvestimeno di capitali illeciti
 Segretezza
Il sistema criminale tende a costituire uno Stato nello Stato, fondamentale è il
controllo del territorio.
Le IMPRESE CRIMINALI si differenziano da quelle di tipo mafioso per:
 Non si propongono come Stato nello Stato
 Non trafficano in stupefacenti
 Hanno solitamente una facciata legale (aziende export etc)
 Non hanno collusioni con il potere governativo.
 Si occupano di Auto rubate – usura – furto merci TIR – tratta prostitute
internazionali – contrabbando sigarette.
Riguardano illeciti realizzati nello stesso contesto dove si producono beni e servizi
(criminalità dei colletti bianchi).
 PROFESSIONISTI O PUBBLICI FUNZIONARI
 CRIMINALITÀ DELLE IMPRESE: riguardano singoli individui che occupano posti
di responsabilità nelle imprese.
 LUCRO PERSONALE
 ACCRESCERE IN MANIERA ILLECITA IL PROFITTO DI UN’IMPRESA: evasione
fiscale.
L’indice di occultamento di questi reati è elevatissimo. La sanzione penale
spaventa assai poco i colletti bianchi.
Negli USA è stato sperimentato il sistema Middleground sanctions sanzioni a metà
80.DELITTUOSI
TÀ DEL POTERE
POLITICO
81. IL
TERRORISMO
82. DELITTI
PER LUCRO
1°
83.
DELITTUOSITÀ
AGGRESSIVA
2°
84. DELITTI
SESSUALI
strada civili-penali detti anche Ibridi di Yale vengono applicate elevate sanzioni
pecuniarie come se fossero una pena.
Due tipi di delitti del potere politico:
 MOTIVAZIONE PECUNIARIA es: finanziamento illecito ai partiti.
 SOPRAFFAZIONE DEI GRUPPI POLITICI OSTEGGIATI tipici dei paesi a regime non
democratico.
Il TERRORISMO ha assunto le attuali caratteristiche dopo la 2a guerra mondiale
quando la lotta politica si è posta l’obiettivo di ingenerare terrore nella
popolazione. Il TERRORISMO oltre a colpire gli appartenenti alla classe politica
colpisce la popolazione. In Italia il C.P. distingue tra:
1) REATO POLITICO VERO E PROPRIO: che offende un interesse politico dello stato o
un diritto del cittadino.
2) DELITTO COMUNE DETERMINATO IN TUTTO O IN PARTE PER MOTIVI POLITICI: il
terrorismo rientra in questa categoria perché tira in ballo soprattutto la
sicurezza della convivenza sociale. Ciò è in parte dettato dal fatto che la
qualifica di reato politico implica una maggiore mitezza nelle pene e del
divieto di estradizione.
Per quanto concerne una suddivisione in funzione del movente (motivazione a
delinquere consapevole) vi sono i DELITTI PER LUCRO. Accade di volersi
appropriare di beni per altri motivi:
 Valore simbolico;
 Delinquenza ludica: attuato per il gusto del rischio
Quando il reddito procapite cresce, aumentano anche le rapine e i furti.
Le pulsioni aggressive vengono normalmente regolate da norme, leggi e valori
etici. Accade di sublimare tale pulsioni in attività socialmente accettate: carriera
militare, caccia, sport competitivi etc. La DELITTUOSITÀ AGGRESSIVA è la
motivazione a delinquere che è seconda solo a quella del lucro. Il delitto per
motivazione psicologica direttamente aggressiva si realizza quando le
pulsionalità violente prevalgono e si dirigono direttamente contro l’avversario. Vi è
inoltre
 aggressività verbale
 aggressività sulle cose.
 Condotta aggressiva transitoria
 Violenza culturale legata ai valori violenti del contesto sociale
 Aggressività per paura
 Il più rilevante è senz’altro l’omicidio I motivi possono essere i più svariati:
lucro, amore, odio, invidia, vendetta etc. Vi sono poi gli omicidi commessi dai
disturbati mentali. Si differenziano anche a seconda dell’ambiente: ambiente
mafioso, prostituzione, famiglia etc. Inoltre vi è chi compie più omicidi serial
killers.
Ad eccezione degli USA il numero di omicidi è inversamente proporzionale al
benessere: si uccide di più nei paesi poveri.
I più significativi tra i DELITTI SESSUALI sono sicuramente i delitti sessuali violenti,
però sono da includere nella medesima categoria anche:
 Incesto tra adulti consenzienti
 Delitti di offesa al pudore
 Atti osceni in luogo pubblico
Non vi rientrano quelli relativi alla prostituzione.
I DELITTI SESSUALI sono compresi tra i “delitti contro la persona”. Con la
normativa del 1996 tutti i reati sessuali sono unificati e non più divisi come nel
codice Rocco. La nuova legge, ha inoltre aumentato la pena per i reati sessuali, che
85. LA
DELITTUOSITÀ
DELLA
FAMIGLIA
86.
CORRELAZIONI
TRA FAMIGLIA
E
DELINQUENZA
87. CARIERA
SCOLASTICA E
CRIMINALITÀ
88.
DELINQUENZA
POVERA E
RICCA
89.
CRIMINALITÀ E
però è diminuita per quelli di minor gravità. Sono previsti aggravi di pena in caso
di minori, violenza sessuale di gruppo, induzione all’atto sessuale. Ne sono
esclusi gli atti sessuali tra minori con più di 13 anni e con meno di 3 anni di
differenza tra loro.
Possono avere luogo per:
 Conflittualità di natura economica.: contrasti ereditari, pagamento alimenti
 Moralità: induzione alla prostituzione dei figli o moglie.
 Sessualità: incesto
 Violenza morale
 Violenza fisica
 Conflittualità tra partner: uxoricidio. Uomo che uccide la moglie.
Oggi sono molto più denunciati. Gli omicidi tra le mura domestiche, sono per la
maggior parte compiuti dagli uomini.
Spesso le vittime della violenza familiare sono i bambini (Battered child
syndrome). Per ciò che riguarda l’incesto, esiste un gran numero occulto di questi
casi. Vi sono anche casi di infanticidio.
Nella prospettiva dei valori etico-culturali, la famiglia rappresenta il principale
canale di comunicazione normativo e opera come agenzia di controllo del
comportamento. La perdita dell’autorevolezza della famiglia è tra le cause del
proliferare della delinquenza giovanile. Ma anche l’educazione eccessivamente
rigida può generare future difficoltà. La famiglia fornisce, inoltre, le prime regole
di rapporto gerarchico.
La famiglia rappresenta il principale nucleo di appoggio e di gratificazione
affettiva. In seno alla famiglia hanno luogo i primi processi di identificazione.
Tali fattori sono tutti importanti, perché una delle cause della criminalità è da
individuarsi nella disgregazione e inadeguatezza della famiglia.
Nei delinquenti abituali è facilmente riscontrabile carenze nel curriculum
scolastico, soprattutto fra coloro che provengono da ambienti miseri. Spesso
l’appartenere ad un ambiente di degrado socio-economico può causare anche
l’arresto precoce degli studi scolastici. Altri fattori importanti sono: alcune
caratteristiche individuali: svogliatezza etc. e il ruolo esercitato dal bambino: es
escluso, marginalizzato, eterno ripetente etc.
Povertà e squalificazione sociale furono a lungo considerate le principali cause
della condotta criminale. La correlazione tra povertà e criminalità è solo in parte
vera, ma l’identificare la criminalità come conseguenza diretta di carenze
economiche è assolutamente erroneo.
 DELINQUENZA POVERA: è anche detta microcriminalità o criminalità da
strada. Procura poveri profitti es rubare ferrivecchi, scippi di catenine, etc
Delinquenza povera, commessa da poveri. Tali reati sono compiuti da chi vive
ai margini, da chi integra i sussidi con i magri bottini dei furtarelli.
 DELINQUENZA RICCA: che produce alti proventi e commessa da ricchi es
delinquenza economica dei colletti bianchi, criminalità organizzata magfiosa e
delle imprese criminali. La criminalità è aumentata nei paesi europei più
industrializzati, quindi non è il pauperismo a provocare la criminalità. Il
problema attuale riguarda una diversa distribuzione dei beni di consumo, non
esiste quasi più la povertà ma esiste ancora una sperequazione differenza tra
chi possiede e chi non riesce a possedere. La povertà è una condizione relativa
al tempo e allo spazio e va posta sempre in rapporto a certe situazioni. Oggi è
povero non chi non ha cibo o un tetto, ma chi non può permettersi
elettrodomestici, vestiti alla moda, fare vacanze.
Negli anni ’70 la ricerca criminologica si è a lungo impegnata nello studio del
rapporto tra criminalità e classe sociale allo scopo da un lato di individuare un
CLASSI SOCIALI
90.
DELINQUENZA
E PRIMI FLUSSI
MIGRATORI
91.
CRIMINALITÀ E
NUOVA
IMMIGRAZIONE
IN EUROPA
92.
DELINQUENTI
RECIDIVI
eventuale nesso causale e per verificare quale classe sociale forniva maggior
apporto alla criminalità. L’ideologia marxista influenzò una visione della società
bipolare: borghesi e proletari. Oggi è sempre più rilevante la presenza dei ceti
medi. Una volta la politica rappresentava abbastanza fedelmente le classi sociali.
Oggi esiste una vera e propria classe politica. La criminalità non è oggi più
questione di classe.
Gli emigranti sono in prevalenza uomini di giovane età, spesso sono oggetto di
discriminazione. Per ciò che riguarda il profilo storico:
- - XIX° sec. Flusso immigratorio negli USA anche di Italiani, soprattutto del
meridione. Questo flusso, comportò anche l’innesto della criminalità mafiosa,
produzione e contrabbando di alcolici (all’epoca del proibizionismo),
prostituzione e attualmente traffico di stupefacenti. Ad eccezione di questo
fenomeno, non si riscontrò un aumento della criminalità dovuto esclusivamente
all’emigrazione, vi furono infatti altri fattori, fra i quali la crisi economica del
‘1929. Una ricerca di Sellin dimostrò che la criminalità aumentò tra i figli degli
immigrati poiché tutti i fattori ambientali negativi si ripercossero soprattutto su
di loro. Contrinbuirono alla crimnalità soprattutto gli emigranti negli USA
provenienti dall’America latina.
- Dopo la IIa guerra mondiale da Spagna, Grecia, turchia Italia verso: FRANCIA
BELGIO SVIZERA SVEZIA GERMANIA. L’Italia esportava manodopera. Fu
riscontrata quasi ovunque, minore criminalità. Immigrazione diversa da quella
negli USA perché non comportò un trasferimento in pianta stabile.
- Negli anni ‘50-’70 ci fu un incremento del flusso migratorio tra il meridione e
il triangolo industriale del nord Italia, con discreto aumento della criminalità
dovuta anche al rapido mutamento causato dalla rapida industrializzazione. Si è
piuttosto assistito allo spostamento geografico dal sud al nord di criminalità
organizzata mafiosa.
Negli ultimi anni si è assistito ad un massiccio aumento di flussi immigratori verso
l’Italia e l’Europa. Il cessato bisogno di manodopera di immigrati e l’aumento di
centinaia di persone provenienti da paesi africani poveri, ha fatto lievitare il
numero di clandestini. Questa situazione ha creato un circolo pericoloso per chi
doveva restituire forti somme di denaro alle organizzazioni criminali (che hanno
reso possibile il trasporto e i documenti falsi per gli immigrati), ricorrendo
inevitabilmente ad attività illecite.
La legge distingue gli autori di reati in:
PRIMARI: coloro che non hanno precedenti penali
RECIDIVI:
- Recidivi generici: coloro che commettono reati più volte,
indipendentemente dalla loro natura.
- Recidivi specifici: coloro che commettono reati della stessa indole
(manifestazione di un medesimo impulso delittuoso).
Purtroppo, il recidivismo rappresenta la regola e non l’eccezione.
La criminologia considera il recidivismo non tanto come la semplice successione
cronologica di più reati, ma piuttosto come l’espressione del persistere nel tempo
di motivazioni, di aspetti della personalità, di stile di vita, per i quali il recidivo
tende a perseverare nella condotta delittuosa. Vi sono svariati fattori:
- Fattori ambientali situazionali: tornare nel medesimo gruppo
delinquenziale dopo la pena.
- Interesse economico: fonte di reddito.
- Efficienza del sistema giudiziario; tanto più le pene sono poco severe
tanto meno intimidiscono.
- Effetti della carcerazione; sottocultura carceraria
-
93.
DELINQUENTI
PERICOLOSI
94. COMPUTER
CRIME
95. MASS
MEDIA E
CRIMINALITÀ
96. TIPOLOGIA
DEI
DELIQNEUNTI
SECONDO IL
CRITERIO
DELLA
NORMALITÀ
Effetti della stigmatizzazione ; teoria dell’etichettamento
Aspetti personologici; alcuni disturbi della personalità, maggiore
aggressività etc..
In base al modo di percepire la pena sofferta:
- MOTIVAZIONE FRENANTE
- REALTÀ INDIFFERENTE es mafiosi….
- MOTIVAZIONE FACILITANTE LA RECIDIVA chi ricerca la tutela offerta dal
carcere.
Origine positivista, questa Scuola, infatti, dava importanza alla pericolosità del
criminale, piuttosto che al crimine stesso. L’opposizione della Scuola Classica ha
fatto sì che simile orientamento non venisse inserito nel Codice. Il codice penale
del 1930 ha cercato di fondere le due prospettive creando la figur del delinquente
socialmente pericoloso.
- Delinquenti sani di mente
Delinquente professionale
Delinquente per tendenza
- Delinquenti infermi di mente
Una posizione equilibrata, appare quella che consideri la pericolosità come tratto
eventuale e non come carattere indelebile. Secondo il codice, la gravità della
persona è valutata in base a:
- GRAVITÀ DEL REATO
- CAPACITÀ A DELINQUERE
Soprattutto effettuati a scopo lucrativo-appropriativo. Si distingue in:
- Crimine per mezzo del computer (immissione fraudolenta nella memoria
del PC di dati)
- Crimine che sfrutta l’uso del computer (falsi e truffe).
Trattasi in entrambi i casi di criminalità dei colletti bianchi.
Numero oscuro elevatissimo perché:
 occorre una buona conoscenza dell’informatica per scovarli
 per scongiurare imitazioni, i fatti, spesso non vengono denunciati dalle aziende.
 Sfiducia dei cittadini nelle possibilità di soluzione da parte delle forze
dell’ordine.
I computer crime sono regolati dal CP con l’entrata in vigore della legge del 1993,
n. 547.
 Sono stati accusati di proporre modelli negativi es. visione positiva del
“criminale”,il farsi giustizia da sé etc. Però, l’influenza diretta è stata da molti
contestata. Si può anzi affermare che i mass media esprimono i disvalori insiti
in una data società. Il rapporto tra mezzi di comunicazione e criminalità può
essere immaginato come un sistema circolare: Massi media - destinatario –
valori culturali.
 Col maggiore o minore gradimento, il destinatario viene a influenzare
selettivamente il messaggio stesso.
 Karl Popper scrisse un saggio sull’influenza dei media sui bambini.
Un delitto può essere giudicato normale o anormale, secondo una prospettiva
psichiatrica. Tra i cosiddetti anormali rientrano i: delinquenti con ritardo mentale,
tossicomani, cerebropatici, alcolisti, portatori di disturbi della personalità etc. Fra i
delinquenti, sono predominanti quelli considerati da una prospettiva psichiatrica
come normali (privi di deficienze psichiche). Non si deve pensare che i crimini
più efferati siano opera di anormali poiché, spesso tali crimini sono opera di
soggetti normali. Può parlarsi di anormalità anche in senso psicologico. Ogni
individuo è unico e irripetibile, ciononostante, esistono dei tratti psicologici più
frequenti che si possono rilevare tra coloro che compiono delitti (instabilità,
97. TIPOLOGIA
DELINQUENTI
SECONDO
RESPONSABILIT
À MORALE
immaturità, impulsività, scarsa tolleranza ala frustrazione etc). E’ erroneo voler
identificare il “delinquente tipo”, vi sono piuttosto, un’infinità variabilità di
individui che compiono delitti. Non è lecito far coincidere ciò che una persona fa
con ciò che una persona è. La confusione tra personalità e comportamento ha
causato esisti disastrosi quali ad es. la teoria del Tipo normativo d’autore, di
origine nazista, con la quale si pretendeva di identificare una tipologia psicologica
per ogni reato (la psicologia del ladro, del truffatore etc), e prevedere la pena anche
per il potenziale reo. Ciò che veramente distingue il criminale dal non criminale è
la sua condotta. Per ciò che concerne la normalità in senso sociale solo in tale
prospettiva, il delinquente può essere considerato anormale perché non si adegua
alle norme.
La maggior parte dei delitti sono da considerarsi quale criminalità programmata.
Tutti i crimini qualificabili come frutto di un programma o di un progetto
delittuoso sono la conseguenza di una scelta che è stata effettuata prima di
commettere il fatto. La criminalità come scelta subitanea è invece frutto di un
atto non programmato in precedenza, ma emerso dalle circostanze del momento
(raptus, reato d’impeto). Le due tipologie possono anche coesistere es. rapina
(programmata) con omicidio (uccide per paura). La reazione sociale è differente,
nel caso della criminalità come scelta subitanea, la stigmatizzazione è minore,
poiché si vede nell’atto compiuto una minore responsabilità morale.
Cap. 6 – I disturbi mentali in criminologia.
98.
INTRODUZIONE
99.
EVOLUZIONE
NELLA
PERCEZIONE E
TRATTAMENTO
DELLA
MALATTIA
MENTALE
100.
IMPUTABILITÀ
La maggior parte dei criminali è perfettamente normale da un punto di vista di
psichiatrico, qualcosa di anormale può essere ricercato nella: insufficiente
socializzazione, inadeguatezza dei valori-guida, carenza morale.
- Prima dell’Illuminismo, non esisteva una chiara e univoca visione di ciò che
era denominato follia. Spesso era considerata come malattia, senza una precisa
distinzione tra colpa e malattia.
- Dopo l’Illuminismo, nei primi anni dell’800, si riconobbe il folle come “malato
di mente” e come tale curabile. I malati venivano curati in appositi ricoveri,
dunque sempre esclusi dalla società.
- Nella seconda metà dell’800, nacquero i manicomi. Era la malattia in sé, più
che il singolo malato ad essere considerato pericoloso.
- A partire dalla prima metà del ‘900 il malato cominciò a non essere più
considerato come persona alienata. Nacque la psicoanalisi che evidenziò
l’esistenza di malattie della psiche dovute a fattori psicologici e non organici.
Nello stesso periodo la sociologia dimostrò l’importanza dei problemi
relazionali: individuo-società, individuo-famiglia etc. A questo periodo risale
l’abbandono della visione esclusivamente manicomiale del trattamento dei
malati e le prime iniziative per un loro reinserimento in società.
- Negli anni ’60, il movimento dell’antipsichiatria arrivò a negare l’esistenza
della malattia mentale. Nel 1978 (legge Basaglia n. 180) venne promulgata la
legge che ha sancito la chiusura dei manicomi.
- L’introduzione della psicofarmacologia ha consentito di fare ulteriore passi in
avanti per la cura dei disturbi mentali.
E’ altresì previsto un Trattamento Sanitario Obbligatorio quando: 1) si è in
presenza di alterazioni psichiche 2) non accettazione delle cure 3) assenza di
condizoni per adottare tempestive ed idonee misure sanitarie extraospedaliere.
Già nell’antica Roma il folle non era ritenuto responsabili dei reati commessi e
pertanto non veniva condannato. Nel XIX° sec. Si è andato ovunque diffondendo il
E MALATTIA
MENTALE
101. VIZIO
TOTALE E VIZIO
PARZIALE DI
MENTE
principio giuridico della non imputabilità dei folli o ridotta imputabilità.
 IL METODO PURAMENTE PSICOPATOLOGICO: non punibili il malato che ha
commesso un reato, solo per alcune particolari patologie previste dai codici
(psicosi, ritardo mentale etc).
 METODO ESCLUSIVAMENTE NORMATIVO: è sufficiente che al momento del fatto
il soggetto sia giudicato incapace di intendere e di volere.
 METODO PSICOPATOLOGICO – NORMATIVO: richiede il ricorso di una infermità
mentale e la valutazione dell’incidenza sulla capacità di intendere e di volere.
Capacità di intendere e di volere sono requisiti indispensabili per poter essere
imputabili; l’imputabilità in Italia si acquisisce a partire dal 14° anno di età.
L’intendere prevede la capacità di discernere il bene dal male, il lecito
dall’illecito. Il volere implica l’esercitare in modo autonomo le proprie scelte.
Il CP distingue il Vizio totale di mente e il Vizio parziale. Il concetto di Infermità
è più ampio di quello di malattia per il CP: qualsiasi manifestazione patologica in
grado di interferire sulla capacità di intendere e di volere. Si ha:
 VIZIO TOTALE DI MENTE: se l’infermità comporta la totale perdita delle
capacità di intendere o di volere.
 VIZIO PARZIALE DI MENTE: se l’infermità è parziale.
Per aversi vizio di mente è sufficiente la parziale riduzione anche solo di una delle
due funzioni.
102. PERICOLOSITÀ DEI MALATI DIMENTE
In psichiatria si parla di DISTURBO MENTALE e non più di malattia mentale.
103. ELEMENTI
L’American Psychiatric Association ha redatto il MANUALE DIAGNOSTICO E
DI NOSOGRAFIA
STATISTICO DEI DISTURBI MENTALI IV VERSIONE (DSM-IV) per unificare a
PSICHIATRICA
livello internazionale la terminologia psichiatrica.
Il RITARDO MENTALE è caratterizzato da un deficit significativo rispetto alla media
del funzionamento intellettivo, comportante inadeguatezza o incapacità
nell’adattamento sociale. Il ritardo mentale può essere:
 LIEVE: alcuni casi possono dipendere da fattori extra organici: grave indigenza,
mancanza di stimoli. Sono persone che partecipando alla vita sociale, possono
avere un ruolo anche nell’attività criminale, ma per la loro vulnerabilità
possono essere più facilmente vittime delle pressioni criminogenetiche del loro
ambiente marginale. Possono essere autori di crimini dettati dall’impulsività.
 MODERATO: Possono essere più che altro strumento dell’attività criminosa
 GRAVE:
 GRAVISSIMO: limitate possibilità di commettere reati.
I FATTORI CAUSALI DI QUESTO DISTURBO, SONO PREVALEMENTE ORGANICI:
104. RITARDO alterazioni cromosomiche, infezioni, traumi etc.
MENTALE E
Per quanto attiene alle Correlazioni tra intelligenza e criminalità può accadere
DEMENZE
che oltre alle deficienze mentali, si unisca l’appartenenza a ceti altamente sfavoriti
e questa condizione può facilitare l’esito in senso criminale delle difficoltà del
vivere. La rilevazione statistica su un gruppo di carcerati, indica un livello di
intelligenza al di sotto della media.
Non si può parlare in generale di correlazione fra insufficienza mentale e
criminalità, bensì solo di una correlazione tra ritardo mentale, avverse condizioni
sociali e criminalità di basso rango.
Le DEMENZE implicano un deterioramento dell’attività psichica dovuta a
(demenza senile, demenza vascolare, pre-senile alzheimer, da intossicazione
alcolica o da stupefacenti o da trauma). La DEMENZA è la perdita il RITARDO
MENTALE è un mancato sviluppo. I reati messi in atto da persone affetti da
demenza sono per lo più legati allo scadimento dei freni inibitori e, sono,
numericamente poco rilevanti.
105. LE
PSICOSI
106.
SCHIZOFRENIA
107. DISTURBO
DELIRANTE
(PARANOIA)
Le PSICOSI sono delle gravi patologie nelle quali la rilevante alterazione di
molteplici funzioni psichiche impedisce l’integrazione con la realtà oggettiva.
 DELIRIO: disturbo del pensiero che consiste in convincimenti e idee che
risultano in aperta contraddizione con la realtà e che non recedono né
all’evidenza né alla persuasione.
 L’ALLUCINAZIONE: vedere, udire o percepire cose che non esiste.
 DISTURBI DEL PENSIERO: DISSOCIAZIONE: perdita dei nessi logici delle idee,
INCOERENZA: il pensiero risulta assurdo, frantumato.
 ALTERAZIONE DELLA COSCIENZA DELL’IO: l’individuo può giungere a non
riconoscersi.
La PSICOSI è una sindrome psicopatologica caratterizzata dal distacco più o meno
accentuato fino alla perdita del contatto con la realtà; non è una specifica entità
morbosa, ma un insieme di sintomi (sindrome) che si manifestano nel corso di
molte affezioni es schizofrenia, paranoia etc.
La SCHIZOFRENIA è uno dei più gravi disturbi psichiatrici. Tale disturbo comporta
una forte alterazione delle funzioni psichiche. Di solito esordisce nella prima
adolescenza e colpisce con uguale frequenza i due sessi. Questo disturba comporta
un grave impoverimento dell’intelligenza e della personalità tale da essere stato
denominato demenza precoce. Inizialmente può anche non esserci deficit
intellettivo, anzi il soggetto può avere un’intelligenza particolarmente brillante, ma
poi può avvenire un deterioramento delle facoltà intellettive. Spesso la storia
infantile può essere caratterizzata da disturbi della personalità (personalità
premorbosa). L’esordio della malattia può avvenire in concomitanza di situazioni
stressanti o di intossicazioni. Non sono ancora state scoperte le cause primogene di
questo disturbo. Nel DSM-IV sono descritti 4 sottotipi di schizofrenia:
- PARANOIDE: presenza di un sistema delirante bizzarro.
- DISORGANIZZATO: profonda disorganizzazione, può avere allucinazioni
acustiche.
- CATATONICO: prevalente espressione motoria catatonia con immobilismo e
altro. Rara
- INDIFFERENZIATO: tipo misto.
- RESIDUO: meno grossolanamente alterato.
Nello schizofrenico prevale il mondo interno. Lo schizofrenico grave normalmente
riceve una pensione di invalidità. Un aspetto clinico della schizofrenia è la mancata
consapevolezza rispetto al proprio stato. Fondamentale per la cura di questo
disturbo è l’assunzione corretta di farmaci. Non è detto che lo schizofrenico sia
pericoloso. Può verificarsi, nel caso in cui i sintomi psicotici prevalgano, il rischio
di aggressioni a persone o cose. Può accadere che la schizofrenia si riveli proprio
durante il compimento di un delitto violento delitto-sintomo. Possono avere luogo
anche psicosi reattive brevi.
Il DISTURBO DELIRANTE (PARANOIA)è caratterizzato da un sistema delirante stabile,
coerente e duraturo, senza deterioramento della personalità. Altro tratto
caratteristico è l’esasperazione del sentimento di certezza nei confronti dei propri
convincimenti con assenza di senso critico. Vi sono varie forme:
 DELIRIO DA PERSECUZIONE: ci si ritiene vittime di ingiustizie, fatti di poco
conto vengono interpretati come gravi e profonde ingiustizie verso se stessi.
Spesso si ricorre alla giustizia per denunciare i presunti malfattori e si giunge al
 DELIRIO DA QUERELA:
 DELIRIO MISTICO-RELIGIOSO: si atteggiano a profeti.
 DELIRIO EROTOMANICO: il soggetto è convinto di essere oggetto di attenzioni
amorose da parte di un particolare individuo, spesso una star dello spettacolo.
 DELIRIO DI GELOSIA: il soggetto è infondatamente convinto che il partner gli
sia infedele.
 PARANOIA INVOLUTIVA O PARAFRENIA: riguarda gli anziani afflitti da senso di
persecuzione di vicini o parenti.
I reati che può compiere il paranoico sono: la calunnia, molestia, ingiuria, le offese
fino ad arrivare all’omicidio, magari del presunto persecutore.
L’umore rappresenta la disposizione a provare sentimenti piacevoli o spiacevoli. I
DISTURBI DELL’UMORE riguardano la possibilità di andare da un estremo di
gioia euforia al suo opposto di sofferenza e dolore malinconia.
UMORE REATTIVO: reazione affettiva a fatti importanti della vita.
UMORE FONDAMENTALE: generale disposizione verso sentimenti piacevoli e
spiacevoli.
La depressione colpisce circa il 20% della popolazione globale e interessa
maggiormente le donne. I disturbi dell’umore hanno un substrato biologico e sono
trasmessi geneticamente. Comunque, i disturbi depressivi si distinguono dalle
108.
normali flessioni dell’umore. L’Episodio Depressivo Maggiore può essere
DISTURBI accompagnato da sintomi psicotici quali deliri congrui e allucinazioni. Forme
DELL’UMOR depressive meno gravi sono la distimia (cronica e priva di deliri) e disturbi
E
dell’adattamento con umore depresso (legati ad un fatto specifico e di breve
durata).
Può accadere che il depresso arrivi a togliersi la vita unitamente a quella dei suoi
cari omicidio-suicidio. Nei disturbi bipolari gli episodi depressivi si alternano in
modo imprevedibile con quelli maniacali. La MANIA è la situazione opposta alla
depressione e comporta una grande euforia. Vi possono essere forme chiaramente
maniacali forme ipomaniacali (sintomi legati alla sola loquacità ed umore elevato).
Lo stato maniacale, per la sua iperattività può causare la commissione di reati
quali: l’aggressione, ingiurie, vilipendio, guida spericolata. Ai fini criminologici è
importante l’intervallo lucido.
I DISTURBI D’ANSIA sono anche denominati NEVROSI (STATI DI SOFFERENZA
SOGGETTIVA). Il disagio del nevrotico si esprime con modalità autoplastica o
egodistonica (verso l’interno). Secondo la psicoanalisi la nevrosi è data da un
conflitto tra l’ES e il SUPER-IO. Per altre scuole psicologiche, in un’ottica di
psico-sociale il disturbo è dovuto ad un conflitto con l’ambiente.
 ANSIA: stato d’allarme
 ANGOSCIA stati d’ansia particolarmente profondi
 PANICO stato d’ansia estrema
Tra i disturbi d’ansia vi sono:
109. DISTURBI  DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATA: stato d’ansia diffuso
D’ANSIA
 DISTURBI DA ATTACCHI DI PANICO: crisi di ansia acutissima che sorgono senza
segnali di preavviso.
 FOBIA: paura immotivata irrazionale di situazioni o animali etc.
 DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO: disturbo tipicamente cronico che si
caratterizza con vere e proprie ossessioni. Le compulsioni sono impulsi e
possono riguardare es. la pulizia, collocare oggetti in un determinato posto,
controllare ripetutamente di aver spento il gas etc.
La nevrosi non è condizione che favorisca condotte criminose. Vi sono però delle
eccezioni: delinquente con senso di colpa, cleptomane, disturbi compulsivi che
sfociano nella violenza sessuale o pedofilia.
110. DISTURBI Gli STATI EMOTIVI E PEASSIONALI non escludono né diminuiscono l’imputabilità.
MENTALI
Emozioni: stati affettivi di breve durata
TRANSITORI E Passioni: condizioni affettive di maggiore durata.
STATI EMOTIVI Tra i reati facenti parte di questo ambito vi sono i delitti d’impeto.
E PEASSIONALI Diverso è il caso di DISTURBI MENTALI TRANSITORI per i quali è prevista una
111. DISTURBI
DI
PERSONALITÀ
112. DISTURBI
CONTROLLO
IMPULSI
113.
PARAFILIE,
DEVINAZE
SESSUALI E
minore imputabilità. La discriminante tra semplice stato emotivo e disturbi mentali
transitori è dato dai seguenti elementi:
- alterazione della coscienza durante la commissione del fatto
- frattura nei confronti della realtà
- perdita della memoria del fatto.
I DISTURBI DI PERSONALITÀ si riferiscono a modelli abituali di comportamento che
devia marcatamente rispetto alle aspettative culturale dell’ambiente in cui si vive.
Vi sono due parametri per riconoscerli:
 CARATTERE ABNORME
 GIUDIZI DI VALORE NEGATIVI DA PARTE DELLA SOCIETÀ
Tra le caratteristiche principali:
Tendenza alloplastica (verso l’esterno)
Egosintonia
Abitualità
Non si riscontra una propensione alla criminalità se non a talune specie di delitti.
E’ scarsa la rilevanza invece per la delinquenza occasionale, dei colletti bianchi e
economica. I disturbi di personalità più significativi sono:
 DISTURBO SCHIZOIDE DI PERSONALITÀ: distacco dalle relazioni sociali, gamma
ristretta di espressioni emotive, freddezza, attività solitarie. Spesso è autore di
reati violenti: rapina, omicidio, violenza carnale. E’ indifferente alle reazioni
altrui: omicidio a freddo dei killer.
 DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITÀ: instabilità nelle relazioni sociali,
promiscuità sessuale, spendere oltre le proprie capacità.
 DISTURBO NARCISISTICO DI PERSONALITÀ: tendenza a rapportarsi con gli altri
in maniera manipolatoria ed esclusivamente nel proprio interesse. Confronti
con realtà frustranti sono da temere.
 DISTURBO PARANOIDE DI PERSONALITÀ diffidenza e sospettosità pervasive nei
confronti della gente che possono anche condurre al delirio di querela. Affini
sono poi le personalità fanatiche le quali si possono riscontrare tra i terroristi e
gli adepti di culti religiosi. Es. suicidi collettivi.
 DISTURBO ISTRIONICO DI PERSONALITÀ si comportano in modo drammatico,
raccontano molte bugie, spesso sono mitomani
 DISTURBO ANTISOCIALE DI PERSONALITÀ spesso sono inosservanti dei diritti
altrui. Già da ragazzi compiono atti vandalici e sono ribelli. Fanno abituale
ricorso ad alcol e droghe. Facilmente sono inseriti in ambienti di sottocultura
giovanile.
 DISTURBO SADICO DI PERSONALITÀ tipico di chi desidera per il proprio gusto,
infliggere sofferenza negli altri. Autori di feroci torture.
 DISTURBO ESPLOSIVO INTERMITTENTE: ricorso a reazioni imprevedibili e
molto violente. Lesioni, percosse, ingiurie.
 CLEPTOMANIA: spesso donne, incapace di resistere all’impulso di rubare.
 PIROMANIA: tendenza a provocare intenzionalmente incendi.
 DISTURBO DA GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO: tendenza impulsiva a
spendere forti somme di denaro al gioco.
 DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE: paura fobica di prendere
peso.
Anoressia: restrittiva – forma evacuativa
Bulimia: esiste un’associazione tra bulimia e cleptomania.
Le PARAFILIE sono particolari disturbi psichici che attengono esclusivamente alla
sfera sessuale. Sono tre i parametri cui fare riferimento per valutare un
comportamento sessuale come abnorme:
1. Criterio medico-biologico:
DELITTI
SESSUALI
114. DISTURBI
MENTALI
CARCERARI
2. Criterio sociologico
3. Criterio giuridico
Le PARAFILIE hanno come caratteristica quella di ricorrere a fantasie o
comportamenti che vanno al di là di quelli che sono gli abituali schemi, per
conseguire l’eccitazione sessuale. Tra le principali vi sono: PEDOFILIA ( di solito
cronica e più frequente tra gli uomini) – GERONTOFILIA – ZOOFILIA - COPROLATIA
TELEFONICA – FROTTEURISMO – NECROFILIA –ESIBIZIONISMO –VOYERISMO –
MASOCHISMO – FETICISMO – TRANSESSUALISMO.
 In una prospettiva biologica l’omosessualità dovrebbe essere considerata una
parafilia.
 Secondo una prospettiva sociologica il comportamento sessuale è sempre
appreso e regolato da norme della cultura.
 Secondo una prospettiva giuridica si parla di DELITTI SESSUALI (violenza
sessuale, atti osceni, incesto) che sono quei comportamenti motivati
dall’impulso sessuale proibiti dalla legge.
Vi è dunque una doppia normativa una morale ed una legale. Gli autori di Stupro
sono spesso persone normali che non presentano perversioni.
MALATTIA MENTALE E PARAFILIA: i parafilici non vivono il proprio disturbo
come malattia. La loro perversione non è mette in dubbio la loro capacità di
intendere e di volere e dunque non riduce la loro imputabilità. Quando invece si
manifestano in soggetti con malattie psichiche l’imputabilità verrà valutata
secondo i criteri che si adottano abitualmente.
Può accadere che durante la permanenza in carcere, a causa dell’isolamento dalla
società, del regime di vita imposto, della lontananza dagli affetti, si verifichino
problemi di patologia mentale. Nei casi di delitto-sintomo il reo può manifestare
per la prima volta ad esempio la schizofrenia. Può verificarsi la slatentizzazione di
forme paranoiche o meccanismi psicotici prima latenti e poi, dopo la
carcerizzazione, sviluppatisi in tutta la loro violenza. Si possono verificare:
 REAZIONI ABNORMI: nella fase iniziale della detenzione. A causa del
particolare ambiente carcerario: depressione con tentato suicidio, eccitazione,
autolesionismo.
 PSICOSI CARCERARIE: forme morbose caratterizzate dalla specificità del
legame fra disturbo e stato di detenzione.
 PSICOSI DELIRANTI: forme paranoiche con senso di persecuzione.
 SINDROME DI PRISONIZZAZIONE: forma morbosa di tipo deteriorativo dovuta
alla routine e alla mancanza di stimoli e informazioni. Prisonizzazione è un
termine coniato da Clemmer 1940 che fa riferimento non a forme patologiche
quanto a modificazioni della personalità del detenuto. Vere e proprie
modificazioni del sé.
 SINDROME DI GANSER: forme di tipo isterico messe in atto al fine di essere
reputati incapaci di intendere e di volere. Si verifica soprattutto tra quei
carcerati in attesa di giudizio. Rientrano nel medesimo ambito le pseudodemenze.
Cap. 7 – Abuso di sostanze e criminalità
115. SOSTANZE
VOLUTTUARIE
Le SOSTANZE PSICOATTIVE inducono una modificazione dello stato psichico che è
tipica e diversa per ogni sostanza. Ad es. l’alcol è una sostanza psicoattiva che
produce ebbrezza, sicurezza di sé e produce effetti su varie funzioni mentali.
Sono SOSTANZE VOLUTTUARIE (alcol, tabacco, caffè, tè, sostanze stupefacenti) che
producono effetti piacevoli. Alcune possono provocare seri danni se consumate a
lungo nel tempo: dannosità di ordine fisico, psichico e comportamentale.
DROGHE: sostanze psicoattive di cui l’uso è illegittimo. La legge distingue tra
droghe pesanti, leggere e droghe pallide (psicofarmaci utilizzati come sostitutivi
116. DROGHE:
degli stupefacenti). L’assunzione di stupefacenti può causare dipendenza fisica e/o
CARATTERISTIC
psichica. La mancata assunzione può provocare la sindrome da astinenza che
HE GENERALI
varia a seconda delle sostanze. La capacità di uncinamento di una droga è la
capacità di agganciamento nel senso di provocare dipendenza.
Nell’800 e fino agli anni ’60 il problema droga non esisteva. Si è diffusa poi negli
USA e in Europa in concomitanza con i movimenti di contestazione. La ricerca ha
117.
DIFFUSIONE creato mercato. Nei tempi a noi più vicini, le motivazioni ideologiche sono andate
scomparendo, legando all’assunzione di droga, solo la ricerca di piacere. Alcuni
DROGA E
soggetti sono più attratti dalle droghe, altri no, ciò dipende da una loro particolare
MOTIVI
struttura psicologica tossicofilia ossia la propensione di coloro per i quali la droga
CONSUMO
è un bene appetibile. Le cause sono varie…e di natura psicologica.
Si effettua una distinzione a seconda di due parametri: il tipo di dipendenza e il
tipo di funzionamento sociale:
 CONSUMATORI: utilizzano dosaggi innocui , non comporta significativi disturbi
118. DIVERSE
nell’inserimento sociale. Es. droghe leggere, alcol
MODALITÀ
 TOSSICODIPENDENTI: coloro nei quali si è instaurata la dipendenza.
INDIVIDUALI DI
L’individuo può essere ancora recuperato ed è spesso in grado di mantenere
COINVOLGIMEN
ruoli e legami suoi propri nella società. Può accadere che per bisogno di
TO CON LA
procurarsi denaro faccia ricorso a mezzi illegittimi.
DROGA
 TOSSICOMANI: di solito eroinomani, per loro la droga diviene l’unica ragione di
vita. Non riescono a mantenere ruoli e legami preesistenti con la società, spesso
vivono ai margini e delinquono.
 EROINA la più pericolosa è un derivato semisintetico della morfina. Su di essa
gravitano i colossali interessi della grande criminalità organizzata. Causa gravi
danni fisici: coma o morte per overdose, carie, amenorrea nelle donne e
impotenza negli uomini, AIDS e infezioni come l’epatite a causa delle siringhe
infette. Non si rilevano particolari danni psichici se non una modificazione del
carattere o un deterioramento intellettivo.
 COCAINA: è un alcaloide estratto dalle piante di coca. E’ eccitante del sistema
nervoso. Secondo un primo orientamento la cocaina non avrebbe dato luogo
dipendenza, successivamente venne segnalata la possibilità di una dipendenza
psichiatrica, attualmente si utilizza il termine di neuroadattamento. La
dipendenza è frequente ma spesso poco imperativa. La cocaina viene utilizzata
anche per migliorare le proprie prestazioni lavorative, aderendo maggiormente
così ad alcuni attuali valori sociali.
119. VARI TIPI  CANNABIS INDICA: provengono dalla pianta della canapa sia marijuana che
DI DROGA
hashish. Possono causare una dipendenza psichica. Il consumatore mantiene
inalterati lo standard e il proprio inserimento sociale. In alcuni paesi europei
l’uso di questa sostanza è tollerato anche se non legalizzato. In Italia viene
contrastata la liberalizzazione per due motivi 1) il consumatore entra in
contatto con una sottocultura delinquenziale 2) l’assunzione di queste droghe
può provocare a lungo andare una sindrome demotivazionale.
 ALLUCINOGENI: sostanze in grado di provocare allucinazioni. Oltre ai naturali
es peyote c’è LSD. I rischi sono legati al fatto che questa droga può indurre
gravi disturbi dell’attività mentale (psicosi). Non da dipendenza fisica e
permette di mantenere i precedenti standard di vita sociale.
 AMFETAMINE: Sostanze chimiche ad azione eccitante sul sistema nervoso.
Inducono dipendenza.
 NUOVE DROGHE: ad es.l’ecstasy. Sono droghe sintetiche, possono provocare
allucinazioni. Può causare il colpo di calore con aumento del battito cardiaco e
crampi che può portare anche alla morte.
Il grado di tolleranza nei confronti delle differenti sostanze
120. ABUSO DI SOSTANZE
stupefacenti varia da cultura a cultura. In Italia vengono
VOLUTTUARIE E DI DROGHE COME
bandite soprattutto per i danni fisici e mentali che possono
CONDOTTA DEVIANTE
causare.
Non vi è coincidenza tra il concetto di devianza (fatto socialmente e moralmente
riprovato) e quello di criminalità (violazione di norme giuridica). Nei confronti
degli stupefacenti è stata da tempo fatta la scelta di ostacolarne il consumo e il
traffico mediante il ricorso alla legge.
STRATEGIE PER CONTRASTARE L’OFFERTA:
consiste nella lotta contro i narcotrafficanti e le organizzazioni criminali (attraverso
il controllo dei capitali derivanti dal traffico). Vi sono normative nazionali e
internazionali. Gli obiettivi sono:
1) IMPEDIRE O RIDURRE LA PRODUZIONE DI DROGA: se ne occupano istituzioni
internazionali facenti capo all’ONU.
2) COMBATTERE IL TRASFERIMENTO DELLA MATERIA PRIMA DAI LUOGHI DI
PRODUZIONE: viene messo in atto tramite la collaborazione delle polizie dei vari
paesi coinvolti nel fenomeno e mirano ad individuare i laboratori clandestini.
3) REPRIMERE LA DISTRIBUZIONE CAPILLARE:
si cerca di reprimere la
distribuzione al minuto.
4) COLPIRE LE ORGANIZZAZIONI CRIMINALI: legge Rognoni-La Torre per
controllare i capitali sporchi.
STRATEGIE PER CONTRASTARE LA RICHIESTA:
si attua tramite
121.
STRATEGIE DI
LOTTA CONTRO
LA DROGA
1) LEGGI INIBENTI IL CONSUMO:

PROIBIZIONE DELL’USO

LIBERALIZZAZIONE

NON PUNIBILITÀ DEL CONSUMATORE
In Italia fino al ’75 era punibile anche la sola detenzione, con la legge del 22 dec ’75
venne sancito il principio del consumo personale di per sé non punibile. Con il DPR
del ’90 era stato scelto di punire penalmente la produzione e il traffico applicando
sanzioni amministrative (ritiro patente e passaporto) anche con segnalazione ai SERT
dei tossicodipendenti che facessero di sostanze stupefacenti uso personale e non
superassero la dose media giornaliera. Con la legge del ’93 il principio di dose media
giornaliera è stato abrogato
2) TRATTAMENTI DI RECUPERO DEI TOSSICODIPENDENTI: tre modelli:

OBBLIGATORIETÀ DI SOTTOPORSI A TRATTAMENTI TERAPEUTICI la
legge oggi in vigore è orientata in senso terapeutico, considerando il drogato come
malato e non colpevole.

LIBERTÀ DI SOTTOSTARE AGLI INTERVENTI (DPR ’90)

ALTERNATIVA TRA SANZIONE PENALE PER IL CONSUMO E
ACCETTAZIONE DEL RECUPERO.
3)
PREVENZIONE
MODALITÀ DI TRATTAMENTO E RECUPERO DEI TOSSICODIPENDENTI
L’attuale legislazione, prevede interventi a vari livelli:
Trattamenti in ambulatori e centri specializzati
Trattamenti farmacologici
Ricoveri ospedalieri per disintossicazione medica.
Comunità alloggio di tipo aperto
Comunità terapeutiche chiuse
PREVENZIONE
Gli interventi sono rivolti ai giovani con appositi programmi. Recentemente è stata
fatta una campagna ideata dal Ministero per la solidarietà sociale e riguarda le
nuove droghe.
122 DROGA E
CRIMINALITÀ
123.
ALCOLISMO
124. EFFETTI
DELL’ETILISMO
ACUTO E
CRONICO
125.
ALCOLISMO E
CRIMINALITÀ
E’ aumentata la violenza. A livello mondiale, connessa alle imprese criminali che
gestiscono il traffico di droga. Le lotte tra cosche sono più crudeli e non
risparmiano né donne né bambini. Per ciò che attiene alle correlazioni tra droga e
criminalità del tossicomane vanno distinte:
 CRIMINALITÀ DIRETTA: reati eseguiti sotto effetto di droghe. Molto rari.
 CRIMINALITÀ DA SINDROME DI CARENZA: atti delittuosi commessi in una
particolare condizione di sofferenza angosciosa (rapine, furti impulsivi).
 CRIMINALITÀ INDIRETTA: per necessità di procurarsi il denaro per acquistare
droga; si tratta di eroinomani che possono compiere: furti, prostituzione, rapine
e scippi e sono perciò dotati di una particolare pericolosità sociale.
 CRIMINALITÀ DA AMBIENTE: connessa con la sottocultura e le aree criminose.
Fra i delinquenti comuni l’uso di droghe è molto diffuso.
Abuso di bevande alcoliche. In Italia sostanze voluttuarie più diffuse. Può indurre
dipendenza sia fisica che psichica. L’alcol costituisce problema medico e/o sociale
solo quando ne venga fatto abuso. Due prospettive:
1) CONCENTRAZIONE MOMENTANEA - INTOSSICAZIONE ALCOLICA ACUTA (la
sintomatologia scompare
2) PROLUNGAMENTO NEL TEMPO : si manifesta etilismo cronico o alcolismo
propriamente detto.
INTOSSICAZIONE ALCOLICA CRONICA (vengono lesi in modo più o meno
permanente certe strutture organiche con alterazioni fisiche e psichiche anche in
periodi di astinenza – duplice sintomatologia: una dovuta al frequente succedersi di
stati di ebbrezza acuta e l’altra legata alle alterazioni provocate dall’abuso protratto
per anni). Tra i fenomeni psicopatologici: deterioramento intellettivo, alterazioni
della memoria, irritabilità.
Gli abusi di alcol determinano sfavorevoli conseguenze sociali: condotte
antisociali.
All’alcolismo che prima riguardava i braccianti e i contadini (diminuito) si è
andato affiancando quell’alcolismo legato al benessere (superalcolici) che riguarda
anche le donne e i più giovani.
Fra le motivazioni individuali che inducono all’alcolismo: tratti psicologici legati
all’insicurezza, depressione, immaturità. Vi è anche l’influenza di fattori sociali e
culturali quali la tolleranza della ns cultura verso il consumo di alcol.
Gli effetti tossici che si manifestano sul cervello danno luogo ai tipici sintomi
dell’etilismo acuto. L’azione farmacologica dell’alcol è di tipo depressivo sui
centri nervosi, agendo come un narcotico.
Primo stadio di ubriachezza: effetto piacevole di euforia e disinibizione.
Secondo stadio: depressione dei centri nervosi, calma, rflessi lenti e insicurezza
nei movimenti
Terzo stadio: coscienza compromessa, subentra torpore sonno profondo e nei
bambini è possibile il coma e rari casi di morte.
Si possono avere casi di ebbrezza patologica con conseguente aggressività verso
persone e oggetti. Si può incorrere nei reati di: guida in stato di ebbrezza con
conseguenti incidenti stradali. L’alcol è una sostanza che favorisce per effetto
diretto la commissione di reati.
I Casi più gravi danno origine a : psicosi alcoliche, deliri di gelosia, delirium
tremens, demenza alcolica.
L’alcolismo si può considerare come fattore selettivo nel facilitare le condotte
delittuose. La correlazione tra criminalità ed etilismo dei genitori è espressione
delle gravi ripercussioni sui figli dei bevitori. L’etilismo cronico agisce sia
direttamente sulla condotta delittuosa che indirettamente, ossia attraverso
alterazioni dello stile di vita. Sono invece più chiare le correlazioni tra etilismo
126. ABUSO DI
SOSTANZE E
IMPUTABILITÀ
acuto e criminalità (stato di ebbrezza che slatentizza la violenza e si posso
verificare reati di: aggressione, violenza sessuale, percosse incidenti stradali).
Non sono considerati dal legislatore rilevanti sull’imputabilità gli effetti psichici di
sostanze alcoliche o stupefacenti, poiché ciascuno deve essere in grado di
controllarne l’uso. Sono quindi perseguibili gli attori di reati commessi sotto
l’effetto di sostanze stupefacenti. Es. intossicazione colposa (incidente in auto),
intossicazione acuta preordinata (assunzione di sostanze per facilitare il proprio
compito nel crimine, in tal caso la pena è aumentata), solo in caso fortuito o di
forza maggiore l’imputabilità può essere compromessa.
Le INTOSSICAZIONI CRONICHE sono idonee a ridurre o abolire l’imputabilità.
Per ciò che riguarda i TOSSICOMANI sono ritenuti imputabili. Ci possono essere
delle attenuanti se il crimine si è verificato durante una crisi acuta di astinenza.
L’ABUSO ABITUALE di sostanze comporta una maggiorazione della pena.