di Eleonora Morgantini Clarissa Benoni Gaetano Fascia Giuseppe Scappaticci A chi è rivolto il master Questo master universitario di II livello è rivolto a coloro che sono in possesso della Laurea almeno quadriennale secondo il vecchio ordinamento oppure coloro che sono in possesso della Laurea Magistrale. Il master prevede lo svolgimento di 300 ore d’aula. 2 Indice • • • • • • • • • • • • Cos’è la criminologia? Origini storiche Le teorie criminologiche Attività e ruolo del criminologo Metodologia e fonti della ricerca criminologica Le fasi della ricerca criminologica Prevenzione e sicurezza: la prevenzione generale e speciale Cause dei comportamenti criminali giovanili Correlazione tra tossicodipendenza e criminalità giovanile Alcool e criminalità giovanile Modelli di prevenzione L’investigazione: forme, contenuti e disciplina 3 Cos’è la criminologia? La criminologia è la scienza che studia i reati, gli autori, le vittime, i tipi di condotta criminale e le forme possibili di controllo e prevenzione. L'oggetto fondamentale di studio è il reato, la cui definizione è esclusivamente sociale, il reato infatti è frutto di una certa definizione sociale che varia in funzione del tempo (storia) e dello spazio (geografia), ossia varia da cultura a cultura. 4 La criminologia si occupa: • • sia della fenomenologia dei principali delitti, ossia il modo in cui essi si manifestano concretamente sia delle possibili classificazioni dei reati, degli autori dei reati e dei motivi sottostanti ai reati stessi 5 Origini storiche della criminologia (1) I primi albori della criminologia si hanno con l'affermarsi della cultura illuminista nel XVIII secolo e in particolare con l'intellettuale italiano Cesare Beccaria e il suo trattato «Dei delitti e delle pene». Nasce in questo contesto la cosiddetta scuola classica, imperniata sui concetti liberistici del diritto penale. Successivamente, nell'Ottocento, con lo sviluppo delle scienze empiriche nasce la scuola positiva, che si articola in due direzioni: • lo studio dell'uomo che delinque secondo l'approccio medico- biologico dell'antropologia criminale • lo studio sociologico delle condizioni che favoriscono la commissione differenziale di reati in funzione del ceto sociale di appartenenza. 6 Origini storiche della criminologia (2) Attualmente la criminologia si configura come una scienza multidisciplinare ed interdisciplinare che ricorre ad un approccio multifattoriale. Non c'è infatti un'unica causa universale dell'agire criminoso, bensì una costellazione mutevole di possibili variabili causali, che andrebbero valutate caso per caso nello specifico contesto sociale. L'idea dominante è quella della nuova difesa sociale: è giusto che la società si difenda dalle condotte criminali ma è imperativo il massimo rispetto dei principi dello stato di diritto, puntando al pieno reintegro nella società per chi ha commesso dei reati. 7 Le teorie criminologiche Sono state proposte molte teorie per spiegare i fenomeni criminali. Esse si possono dividere in: • teorie biologiche • teorie psicologiche • teorie sociologiche La tendenza della criminologia contemporanea procede verso l'integrazione di più teorie particolari in teorie multifattoriali che cercano di interpretare il comportamento criminoso secondo più parametri esplicativi e a livelli diversi di lettura. 8 Le teorie biologiche Fra le prime teorie biologiche vanno ricordati gli studi di Cesare Lombroso sul delinquente nato e sui fattori genetici, ormonali, psicopatologici e neurologici dell'agire criminoso. Nei decenni passati ebbe un certo credito la teoria del cromosoma Y soprannumerario. In un certo numero di casi di soggetti ricoverati in manicomi criminali, o incarcerati per gravi reati, si è osservata la presenza della trisomia XYY, cioè la presenza di un cromosoma Y aggiuntivo. Poiché la frequenza statistica dell'anomalia XYY appariva piuttosto elevata tra i soggetti internati e caratterizzati da comportamenti violenti, si è pensato che questa anomalia potesse essere una delle basi della condotta criminale. In realtà in questi studi: manca il confronto con un gruppo di controllo di non internati, per questo in assenza del confronto con il gruppo di controllo, non è possibile trarre alcuna conclusione attendibile. 9 Le teorie psicologiche Tra queste ha avuto notevole diffusione la teoria della frustrazioneaggressione di Dollard e Miller. Studi sperimentali hanno provato che la frustrazione tende a generare aggressività, la quale può scaricarsi sia direttamente sulla causa o fonte della frustrazione, sia indirettamente su altri soggetti per così dire più accessibili. Secondo questa teoria dunque alla base del comportamento criminale potrebbe esserci un accumulo di aggressività da frustrazione. Gli studi di Bowlby hanno invece provato che condizioni precoci di deprivazione affettiva e relazionale possono avere effetti duraturi sulla personalità individuale, portando alla tendenza ad atteggiamenti rivendicativi e di compensazione, della quale alcune manifestazioni possono consistere proprio in condotte devianti. 10 Le teorie sociologiche Fra le teorie sociologiche si ricordano la teoria del conflitto culturale e le teorie fondate sul concetto di anomia (maggiore è la tendenza anomica in una società, maggiore è la frequenza di reati in quella stessa società). I sociologi hanno anche evidenziato l'importanza dei processi di stigmatizzazione nella formazione dell'identità criminale e nel suo consolidamento in un vero e proprio progetto di vita deviante. In altre parole, talvolta è la stessa reazione sociale squalificante ed emarginante nei confronti della devianza e della criminalità ad agire come fattore criminogeno. 11 Il ruolo del criminologo E’ una figura professionale in grado di fornire competenze interdisciplinari e multidisciplinari che lo portano ad una visione complessiva dell’evento criminoso. Consente l’integrazione dei diversi approcci utilizzati da specifici professionisti quali: funzionari di polizia, medici legali, tecnici balistici. Al criminologo compete la rilevazione, la valutazione e l’interpretazione dei dati alla luce delle scienze psichiche e comportamentali, nonché l’ampia conoscenza del fenomeno criminale e la reazione sociale ad esso connessa. 12 L’attività del criminologo I campi di intervento del criminologo sono molteplici e interessano: • l'ambito penitenziario • l’ambito della prevenzione del crimine • l’ambito della sicurezza urbana e industriale • l’ambito dell'intelligence 13 Metodologia e fonti della ricerca criminologica La moderna criminologia deve avere come obiettivo il superamento dei limiti delle singole discipline per tramutarli in risorse di complementarietà. In primo luogo il criminologo deve affrontare e superare, o almeno spiegare nel modo più chiaro e corretto, tutti i problemi di natura etica e deontologica connessi alla ricerca. Le tipologie di ricerca sono: • ricerche di tipo quantitativo • ricerche di tipo qualitativo • ricerche trasversali o «cross-sezionali» • ricerche longitudinali o «catamnestiche» • ricerche con metodo sperimentale 14 Le fasi della ricerca (1) • Scelta del fenomeno da esaminare e suo studio • Formulazione delle ipotesi da verificare • Pianificazione e disegno della ricerca • Raccolta dei dati • Elaborazione dei dati • Verifica delle ipotesi di partenza 15 Prevenzione e sicurezza Quali sono le vie della lotta contro il crimine? • L’idea-base retributiva, per cui al bene segue il bene e al comportamento antisociale la reazione sociale negativa. • La prevenzione generale, che consiste nell’azione diretta a distogliere la generalità dei consociati dal commettere reati. • La prevenzione speciale che consiste nell’azione diretta sul singolo per impedirgli di cadere o ricadere nel delitto. 16 La prevenzione generale (1) La prevenzione generale sociale ha la funzione di eliminare o attenuare le verosimili cause sociali della criminalità mediante attività di carattere legislativo, amministrativo e più genericamente sociale e culturale. La prevenzione generale penale, consiste nell’azione volta a distogliere la generalità dei consociati dal compiere i reati mediante la minaccia di una pena. 17 La prevenzione generale (2) La prevenzione generale penale quindi deve essere considerata un sistema unitario e, perciò, deve coerentemente operare al triplice livello della attività legislativa, giudiziaria ed esecutiva. Prevista in una norma, la minaccia è, infatti, concretizzata e resa credibile attraverso l’attività: • della polizia • della magistratura • dell’amministrazione carceraria 18 La prevenzione speciale (1) La prevenzione speciale sociale consiste nell’insieme di attività di: • controllo • assistenza • solidarietà sociale Sono volte a favorire il reinserimento sociale del soggetto rimesso in libertà. 19 La prevenzione speciale (2) Il fine è quello di offrire un’opportunità di inserimento sociale ed un attestato di fiducia, oltre che costituire espressione di un fondamentale principio personalistico di solidarietà umana, può servire anche per spezzare quel meccanismo della identità negativa che, rafforzato dalla condanna del giudice, porta alla stabilizzazione criminale del soggetto deviante. 20 Cause dei comportamenti criminali giovanili • Conflitto o forte ambivalenza con le figure genitoriali • Difficoltà di proiettarsi nel futuro e di fare investimenti a • • • • lungo termine Immaturità Scarsa capacità di riflettere su se stessi e sulle conseguenze delle proprie azioni Scarsa tolleranza alle frustrazioni che porta a una facilità di passaggio all’atto criminoso in ogni situazione minimamente frustrante Uso precoce, non sistematico, ma frequente, di sostanze psicotrope 21 Correlazioni fra tossicodipendenza e criminalità giovanile • Criminalità diretta: risultato della commissione di reati sotto l'effetto di sostanze psicoattive. • Criminalità da sindrome da carenza: risultato della commissione di reati durante tale situazione clinica. • Criminalità indiretta: risultato della necessità di procurarsi il denaro per acquistare le sostanze usate. • Criminalità da ambiente: risultato della interazione fra il contesto sottoculturale di alcuni tossicodipendenti e le aree criminose nelle quali essi sono soliti confluire. 22 Alcool e criminalità giovanile L’alcol ha la facoltà di far emergere l’aggressività concretizzandola in atti criminosi così individuabili: • reati riferibili all’alcolismo cronico (delitti sessuali, lesioni personali, omicidi) • reati riferibili ad un abuso saltuario (litigi, risse, disinibizione sessuale) • reati commessi dopo aver ingerito alcol per «farsi coraggio» (delitto premeditato) • reati riferibili ad una realtà propria di un gruppo di appartenenza che utilizza l’alcol per evadere e trasgredire 23 Modelli di prevenzione Conoscere la realtà del mondo giovanile evidenziando stili di vita, comportamenti, situazioni che creano il malessere nei giovani. Ideare e potenziare politiche di prevenzione in grado di stroncare sul nascere ogni forma di disagio giovanile. Individuare indicatori, fattori e strategie utili a evitare l’insorgenza delle problematiche connesse con le tossicodipendenze e l’alcolismo. 24 L’investigazione: definizione Indagine, condotta in genere dalla polizia giudiziaria, volta a individuare il responsabile di un qualsiasi reato, tramite la raccolta di prove, interrogatori, testimonianze e analisi psicologica delle azioni del criminale, in modo da delineare un profilo che possa poi portarne all'identificazione. 25 L’investigazione: le figure chiave (1) • Il sospettato • I testimoni (oculari e non) 26 L’investigazione: le figure chiave (2) «L'investigatore può fare tante «mosse» quante gliene suggeriscono la fantasia, la capacità professionale e l’esperienza. E proprio come in una partita a scacchi, di fondamentale importanza si rivelerà per l'investigatore la scelta dei tempi per ciascuna mossa.» 27 L’investigazione: la scena del crimine • Una forma di comunicazione lasciata da chi ha commesso il crimine • Essenziali le prime 48 ore di indagine post-criminem 28 L’investigazione: le principali attività criminali • • • • • • • • • • • Criminalità organizzata Furto Estorsione Omicidio Rapina Reati informatici Riciclaggio Sequestro di persona Terrorismo Usura Violenza sessuale 29 Bibliografia e Sitografia • Manganelli A., e Gabrielli F., Investigare. Manuale pratico delle tecniche di indagine, • • • • • • • • • • • • CEDAM, 2007 Marotta G., Teorie Criminologiche, da Beccaria al Postmoderno, LED 2004 Marotta G., Temi di criminologia, LED 2004 Massaro G., La Figura del serial killer tra diritto e criminologia Palermo G.B., Mastronardi V.M., Il profilo criminologico, dalla scena del crimine ai profili socio psicologici, Giuffrè 2005 Picozzi M., Zappalà A., Criminal Profiling. Dall’analisi della scena del delitto al profilo psicologico del criminale, Mc Graw Hill 2002 www.cedostar.it www.criminologia.it www.criminologia.org www.istitutoaffarisociali.it www.scienzesocialiweb.it www.unikore.it www.uniroma1.it 30 P. W. «Master in scienze criminologiche investigative e della sicurezza» Grazie per l’attenzione 31