TUMORI DELLA VESCICA EPIDEMIOLOGIA ü 35-45% di tutti i tumori urologici ü 6-8% dei tumori nel maschio e 2-3% nella femmina ü Età: 50-70 aa ü Rapporto M/F di 4:1 ü 30/100.000 per 3000 decessi/anno in Italia ü 3% dei decessi per neoplasia l’anno FATTORI DI RISCHIO ü Esposizioni Professionali (COLORANTI, PELLAMI) ü Abitudini Di Vita (FUMO, CAFFE, SACCARINA) ü Fattori Iatrogeni (Irradiazioni, F.A.N.S.) ü Fattori Endogeni (Carenze Vitaminiche, Gruppo A) ü Infezioni Delle Vie Urinarie ASPETTI MACROSCOPICI Forma Papillare: - Sessile - Peduncolata Forma Non Papillare: - Esofitica Solida - Piatta MONOFOCALE O PLURIFOCALE ASPETTI MACROSCOPICI Papillare ASPETTI MACROSCOPICI Non Papillare ASPETTI MACROSCOPICI Papillare Peduncolato Papillare Sessile ASPETTI MACROSCOPICI Non Papillare Esofitico Non Papillare Piatto (C.I.S.) ASPETTI MICROSCOPICI O ISTOLOGICI Ø Tumore A Cellule Transizionali (90-95%) Ø Carcinoma Squamoso (2-3%) Ø Adenocarcinoma (2-3%) Ø Carcinoma Indifferenziato (1-2%) Ø Sarcomi, Leiomiomi Ø Carcinoidi, Feocromocitomi Ø Linfomi Ø Endometriosi Vescicale CLINICA ü Ematuria (Micro E Macroscopica) ü Sintomatologia Cistitica (Cis) ü Ritenzione Acuta Di Urina ü Dolore Sovrapubico ü Ostruzione (Sbocchi Ureterali) ü Calo Ponderale ü Anemizzazione DIAGNOSI ü Anamnesi E Visita Medica ü Esame Delle Urine E C.T.M. ü Ecografia ü Rx-urografia ü Uretrocistoscopia ü Biopsia Mirata O Mapping Vescicale ü Tc ü Rmn ü Rx-torace ü Ecografia Epatica ü Scintigrafia Ossea ESAMI RADIOLOGICI ü Per il rilievo di una lesione neoplastica ü Per valutare l’estensione loco-regionale e/o le metastasi linfonodali ed a distanza ü Per il follow-up La diagnosi deve essere comunque confermata da esame citologico o istologico QUANDO SI FA DIAGNOSI DI TUMORE VESCICALE BISOGNA TENERE CONTO CHE: ü Le neoplasie vescicali possone essere multifocali e puo’ esserci un interessamento simultaneo delle alte vie urinarie (3% dei casi); e’ necessario quindi valutare l’apparato urinario nella sua totalita’ ü Le lesioni infiltranti sono da considerare “gravi” e la prognosi peggiora quando esiste infiltrazione del grasso perivescicale o invasione linfonodale ü Le recidive sono frequenti ECOGRAFIA SOVRAPUBICA RX UROGRAFIA TOMOGRAFIA COMPUTERIZZATA -TC- NEOPLASIA A LIVELLO DELLA PARETE LATERALE SINISTRA IN ENHANCEMENT CHE CONTRASTA CON L’URINA RISONANZA MAGNETICA –RM- NEOPLASIA Ta IN SEQUENZA T2 NEOPLASIA Ta DOPO SOMMINSTRAZIONE DI GADOLINIO STADIAZIONE - SISTEMA TNM - GRADO ISTOLOGICO T ESTENSIONE DEL TUMORE N METASTASI AI LINFONODI REGIONALI M METASTASI A DISTANZA G GRADO DI DIFFERENZIAZIONE ISTO-CITOLOGICA STADIAZIONE ESTENSIONE LOCALE DEL TUMORE T Tx : Il tumore primitivo non può essere determinato T0 : Non evidenza del tumore primitivo SUPERFICIALE Ta: Tumore papillare non invasivo (con rispetto della membrana basale) Cis: Carcinoma in situ (piano, con rispetto della membrana basale) T1: Invasione connettivo sottoepiteliale STADIAZIONE ESTENSIONE LOCALE DEL TUMORE T T2 Invasione strato muscolare T2a:Invasione dello strato musolare superficiale (meta’ interna) T2b:Invasione dello strato muscolare profondo (meta’ esterna) STADIAZIONE ESTENSIONE LOCALE DEL TUMORE T T3 Invasione del grasso perivescicale T3a: Microscopica T3b: Macroscopica STADIAZIONE ESTENSIONE LOCALE DEL TUMORE T T4 Invasione di strutture perivescicali T4a : Invasione di prostata, utero e/o vagina T4b : Invasione della parete addominale e/o della parete pelvica STADIAZIONE N METASTASI AI LINFONODI REGIONALI (perivescicali, presacrali, ipogastrici, otturatori, iliaci esterni) STADIAZIONE N METASTASI AI LINFONODI REGIONALI Nx: Non è possibile determinare l’ interessamento linfonodale N0: assenza di metastasi linfonodali N1: Interessamento di 1 linfonodo di diametro < 2 cm STADIAZIONE N METASTASI AI LINFONODI REGIONALI N2: Interessamento di 1 linfonodo 2-5 cm o Ln multipli con < 5 cm STADIAZIONE N METASTASI AI LINFONODI REGIONALI N3: Interessamento di 1 o piu’ linfonodi di diametro > 5 cm STADIAZIONE M METASTASI A DISTANZA Mx: Non è possibile determinare la presenza di metastasi M0: Assenza di metastasi a distanza M1: Metastasi a distanza Organi interessati: Polmone, Fegato, Encefalo, Scheletro GRADING (GRADO DI DIFFERENZIAZIONE ISTO-CITOLOGICA) G1: Ben differenziato G2: Moderatamente differenziato G3: Poco differenziato o indifferenziato PROGNOSI Fattore prognostico principale: STADIO üTumori superficiali prognosi migliore rispetto ai tumori profondi üCis prognosi notevolmente piu’ severa rispetto ai tumori papillari di pari estensione (Ta) üL’interessamento linfonodale (25% dei casi) cosi come quello metastatico a distanza (10% dei casi in assenza di Mtx Ln; 30% dei casi in presenza di Mtx Ln) peggioranno notevolmente la prognosi PROGNOSI SOPRAVVIVENZA A 5 ANNI üTa: 85% üT1: 70% üT2: 60% üT3: 30% üT4: 0.5% PROGNOSI INTERESSAMENTO LINFONODALE üpCis: 1-5% üpTa: 0-2% üpT1: 5% üpT2: 10% üpT3: 20% üpT4: 40% PROGNOSI SOPRAVVIVENZA LINFONODI + ü54% a 1 anno ü20% a 2 anni ü15% a 5 anni PROGNOSI METASTASI A DISTANZA üpCis: 1% üpT1: 5-10% üpT2: 20-30% üpT3: 40-50% üpT4: 60% Sopravvivenza a 5 anni praticamente NULLA TERAPIA pTa pT1 Strategia di trattamento: üEradicare le lesioni nella vescica con una tecnica endoscopica. üL'approccio endovescicale viene utilizzato per prevenire un'eventuale recidiva e nella speranza di evitare una progressione della malattia. üLa resezione transuretrale della vescica (TURB) üRimozione sia della porzione endoluminare della lesione sia del sottostante muscolo detrursore ( controllo locale del 30%) TERAPIA pTa pT1 La resezione transuretrale della vescica (TURB) Rimozione sia della porzione endoluminare della lesione sia del sottostante muscolo detrursore ( controllo locale del 30%). Recidivano localmente in circa il 50% dei pazienti entro 6-12 mesi. Per i pazienti con un basso rischio di ripresa, pazienti, cioè, con stadi di TCC esclusivamente Ta, grado 1-2 , non è raccomandata nessuna terapia postoperatoria. TERAPIA pTa pT1 Il trattamento intravescicale: La somministrazione di chemioterapia intravescicale o l'immunoterapia associata alla TURB, allo scopo di ridurre l'incidenza di recidiva è raccomandata nei pTa G3 e nei pT1. Il BCG intravescicale sembra avere una maggior efficacia rispetto alla chemioterapia nella prevenzione di (recidive e) progressione. La terapia intravescicale permette al farmaco di arrivare in prossimità del tumore, evitando la tossicità della terapia sistemica. TERAPIA pTa pT1 Altre opzioni terapeutiche: La cistectomia radicale : La cistectomia radicale è raccomandata, per quei pazienti ad alto rischio, con un grado G3 multifocale o con ripresa di malattia o, ancora, nei casi di presenza contemporanea di CIS e nei I tumori G3 T1 La radioterapia (RT) : Se la cistectomia è controindicata data l'età o a causa delle cattive condizioni generali del paziente, la radioterapia può essere presa in considerazione TERAPIA Carcinoma in situ (Cis, pTis) Il trattamento intravescicale: La somministrazione di BCG intravescicale con 3 trattamenti settimanali ogni 6 mesi per 3 anni è la prima opzione. Cistectomia radicale nei casi refrattari La somministrazione di chemioterapia intravescicale con MitomicinaC è un alternativa valida TERAPIA pT2, pT3, pT4 or N+ 1. CHIRURGIA A CIELO APERTO ü Cistectomia Parziale ü Cistectomia Radicale 2. CHEMIOTERAPIA NEOADIUVANTE La chemioterapia neo-adiuvante è considerata adatta per uso clinico individualizzato per quei pazienti con stadi di malattia operabili che desiderino tentare un approccio chirurgico conservativo della vescica TERAPIA pT2, pT3, pT4 or N+ 1. CHEMIOTERAPIA ADIUVANTE La chemioterapia adiuvante è largamente impiegata dopo la cistectomia in pazienti con tumore pT3-pT4a e/o pN+ M0, al fine di ritardare la ripresa della malattia e prolungare la sopravvivenza 2. RADIOTERAPIA In associazione alla chemioterapia preoperatoria in casi selezionati. Se la cistectomia è controindicata data l'età o a causa delle cattive condizioni generali del paziente, la radioterapia può essere presa in considerazione TERAPIA Malattia Metastatica 1. CHEMIOTERAPIA La chemioterapia Platino-based è un opzione valida In caso di paziente Frail o anziano o con IRc valida alternativa il carboplatino. 2. RADIOTERAPIA PALLIATIVA ü ü ü In caso di ematuria a scopo emostatico In caso di dolore da lesioni ossee In caso di dolore pelvico da infiltrazione degli organi pelvici