KANT Brevi appunti sulla “Critica della ragion pura” “Due cose riempiono l’animo di ammirazione sempre nuova e crescente,quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse : il cielo stellato sopra di me e la legge morale in me.” Kant,Critica Kant,Critica della Ragion pratica,Conclusione Prof. Alessandra Galeazzi Una “rivoluzione copernicana” Il fondamento della conoscenza si sposta dall’oggetto al soggetto,come la rivoluzione di Copernico ha spostato il centro dell’universo dalla Terra al Sole. “…Sinora si è ammesso che ogni nostra conoscenza dovesse regolarsi sugli oggetti,ma tutti i tentativi di stabilire intorno ad essi qualche cosa a priori,per mezzo dei concetti,coi quali si sarebbe potuto allargare la nostra conoscenza,assumendo un tal presupposto,non riuscirono a nulla. Si faccia,dunque,finalmente la prova di vedere se saremo più fortunati nei problemi della metafisica,facendo l’ipotesi che gli oggetti debbano N.Copernico regolarsi sulla nostra conoscenza:ciò che si accorda meglio colla desiderata possibilità d’una conoscenza a priori,che stabilisca qualcosa relativamente agli oggetti,prima che essi ci siano dati. Qui è proprio come per la prima idea di Copernico,il quale,vedendo che non poteva spiegare i movimenti celesti ammettendo che tutto l’esercito degli astri rotasse intorno allo spettatore,cercò se non potesse riuscir meglio facendo girare l’osservatore,e lasciando invece in riposo gli astri.” Kant,Critica della ragion pura,Prefazione alla II edizione,1787. Un ribaltamento di prospettiva Il soggetto , nell’atto del conoscere, proietta sull’oggetto la propria capacità sintetica (ecco la “rivoluzione copernicana”). E’ un ribaltamento di prospettiva che sposta dall’oggetto al soggetto il fondamento della conoscenza. La filosofia trascendentale,(quella di Kant) non si occuperà più degli oggetti in sé stessi,ma degli elementi a priori che nel soggetto rendono possibile la conoscenza di quegli oggetti. Prof. Alessandra Galeazzi Il “legislatore della natura” Il soggetto conoscente non gravita più passivamente attorno all’oggetto, per raccogliere la conoscenza di un mondo già costituito secondo principi e leggi,ma con la sua attività a priori ordina i dati sensibili e diventa Legislatore della natura L’ammonimento di David Hume “Lo confesso francamente: l’ammonimento di David Hume fu ciò che,molti anni fa,per primo mi svegliò dal sonno dogmatico.” Oggi si dubita della validità storica di questa affermazione,sicuramente però Hume costituì un interlocutore essenziale per Kant. Analizzando la nozione di causalità,Hume aveva mostrato,e Kant accoglie questa critica,che l’esperienza fornisce solo una successione temporale e una contiguità spaziale di fenomeni,e non la necessità della connessione causale. Usando la terminologia kantiana possiamo dire : la necessità causale non può essere data da alcun giudizio a posteriori (d’esperienza). (continua) Prof. Alessandra Galeazzi L’ammonimento di David Hume (continuazione) Hume:la causalità come abitudine “…Ecco una palla da bigliardo che sta ferma su un tavolo ed un’altra palla che si muove verso di essa con rapidità;le due palle si urtano e quella delle due che prima era ferma,ora acquista movimento….E’ evidente che le due palle si sono toccate l’una con l’altra prima che il movimento fosse comunicato alla seconda e che non vi fu intervallo fra l’urto e il movimento della seconda palla…il movimento che è causa precede il movimento che è effetto…..Facciamo la prova con altre palle qualsiasi della stessa specie in circostanze uguali e troveremo sempre che l’impulso dell’una produce il movimento dell’altra…In questa causa non posso scoprire nulla oltre a queste tre circostanze della contiguità,della priorità e della congiunzione costante….non vi posso trovare nulla di più. ….Supponiamo che io veda una palla che si muove in linea retta verso un’altra;immediatamente concludo che esse si urteranno e che la seconda si metterà in movimento. Questo è l’inferenza dalla causa all’effetto;e di questa natura sono tutti i ragionamenti che facciamo nella condotta della vita;su ciò si fonda tutta la nostra credenza nella storia e di qui deriva tutta la filosofia,con la sola eccezione della geometria e dell’aritmetica….Se un uomo fosse creato,come Adamo,nel pieno vigore della sua intelligenza,egli senza esperienza non sarebbe in grado di inferire dal movimento ed impulso della prima palla il movimento della seconda…” D.Hume,Trattato D.Hume,Trattato sulla natura umana. umana Prof. Alessandra Galeazzi Il giudizio sintetico a priori In assenza di un legame necessario tra le cause e gli effetti dei fenomeni,la scienza non potrebbe formulare delle leggi sul mondo naturale, né fornire previsioni sul suo comportamento futuro. Obiettivo di Kant è quello di salvare la validità oggettiva di tutti i concetti di cui la scienza si serve per dare leggi alla natura. Ma quale tipo di proposizioni o ,usando la terminologia kantiana,di giudizi presenta il carattere della validità scientifica ? Per Kant sono necessari due requisiti: 1. 2. I giudizi devono produrre nuova conoscenza, cioè devono aggiungere qualcosa di nuovo al concetto che fa da soggetto I giudizi devono avere validità universale e per questo non sono sufficienti i giudizi nei quali il predicato è aggiunto al soggetto sulla base dell’esperienza (sempre particolare e contingente). (continua) Prof. Alessandra Galeazzi Il giudizio sintetico a priori (continuazione) Il giudizio analitico a priori è quello in cui il concetto del predicato è già contenuto nel concetto del soggetto.E’ indipendente dall’esperienza e quindi è universale,ma ha lo svantaggio di essere sterile,ossia di non produrre nuova conoscenza in quanto analitico,cioè fondato sul principio di identità. (Es.: il corpo è esteso) . Il giudizio sintetico a posteriori è quello in cui due concetti diversi sono uniti sulla base dell’esperienza. Ha il vantaggio di essere fecondo,perché produce nuova conoscenza,ma è particolare, perché fondato sull’esperienza che è sempre particolare e contingente, e quindi è privo di validità scientifica. (Es.:l’erba è verde) I giudizi sintetici a priori accrescono la conoscenza,in quanto sintetici,ma si basano su un fondamento necessario e universale,in quanto a priori. Qui la sintesi fra soggetto e predicato non è data dall’esperienza,ma da un principio a priori interno al soggetto conoscente. Il loro fondamento è dato dall’ IO PENSO, cioè dall’unità originaria dell’intelletto che permette di unificare i dati provenienti dall’esperienza, sulla base delle leggi a priori del pensiero,universali perché possedute da tutti. Prof. Alessandra Galeazzi A priori Per i razionalisti Indipendentemente dall’esperienza Idee innate Principi razionali posseduti dall’anima Prof. Alessandra Galeazzi Per Kant Indipendentemente dall’esperienza Attività dello spirito umano Funzione dell’intelletto Il “tribunale della ragione” La ragione umana è tormentata da problemi che non può evitare,perché sono posti dalla sua stessa natura,ma dei quali non può trovare la soluzione,perché “oltrepassano ogni suo potere”. L’ambito in cui la ragione dibatte questi problemi,facendo ricorso a “princìpi che oltrepassano ogni possibile uso empirico”,incorrendo così in “oscurità e contraddizioni” ,è la metafisica. Secondo Kant tuttavia, nemmeno lo statuto gnoseologico delle scienze esatte (matematica e fisica) è del tutto chiaro. E’ indubitabile che esse siano possibili (la loro esistenza e validità è un dato di fatto),ma non è evidente in che modo esse siano possibili. Occorre dunque instaurare un “tribunale della ragione” in cui quest’ultima, giudice e imputato insieme, determini i limiti e le possibilità della conoscenza umana. Prof. Alessandra Galeazzi Un trattato sistematico La “Critica della ragion pura”,come le altre maggiori opere di Kant,è scritta sotto forma di trattato sistematico. La scelta non è casuale,in quanto per Kant la sistematicità è un’esigenza intellettuale e metodologica irrinunciabile:”Infatti l’unità sistematica è ciò che prima di tutto fa di una conoscenza comune una scienza,cioè di un semplice aggregato d’essa un sistema.” Prof. Alessandra Galeazzi Le 3 domande fondamentali Il programma della “filosofia critica”si apre con 3 domande fondamentali: 1. Com’è possibile una matematica pura ? 2. Com’è possibile una fisica pura ? 3. Com’è possibile la metafisica come scienza ? Prof. Alessandra Galeazzi La domanda fondamentale Una conoscenza propriamente scientifica si esprime attraverso giudizi sintetici a priori,per cui le 3 domande fondamentali con cui si apre la “Critica” devono essere ricondotte all’unica domanda fondamentale: Come sono possibili giudizi sintetici a priori ? Prof. Alessandra Galeazzi La filosofia trascendentale Trascendentale non indica qualcosa che è nostra ragione , giacchè in questo caso parlare di trascendente. al di là della si dovrebbe Trascendentale è un attributo che si riferisce a quanto non è riconducibile all’esperienza,ma la rende possibile. Il termine trascendentale indica un elemento non ricavabile dall’esperienza e che non oltrepassa la ragione e l’intelletto,ma è una facoltà di essi. Per Kant trascendentali sono le leggi del pensiero, in virtù delle quali il soggetto pensante ordina la realtà oggettiva. (continua) Prof. Alessandra Galeazzi Un ribaltamento di prospettiva Il soggetto , nell’atto del conoscere, proietta sull’oggetto la propria capacità sintetica (la “rivoluzione copernicana”). E’ un ribaltamento di prospettiva che sposta dall’oggetto al soggetto il fondamento della conoscenza. La filosofia trascendentale,(quella di Kant) non si occuperà più degli oggetti in sé stessi,ma degli elementi a priori che nel soggetto rendono possibile la conoscenza di quegli oggetti. Prof. Alessandra Galeazzi La struttura dell’opera Critica della ragion pura Dottrina degli elementi Estetica trascendentale Dottrina del metodo Logica trascendentale Dialettica trascendentale Analitica trascendentale Analitica trascendentale dei concetti Analitica trascendentale dei princìpi Prof. Alessandra Galeazzi Dottrina degli elementi : analizza le componenti della ragione umana Dottrina del metodo : analizza il metodo della conoscenza Estetica trascendentale sensibilità,spazio e tempo : studia le forme a priori della Logica trascendentale : studia le forme a priori del pensiero Dialettica trascendentale : analizza la ragione e le idee Analitica trascendentale dei concetti : deriva la tavola delle categorie Analitica trascendentale dei princìpi : analizza la facoltà dell’immaginazione , gli schemi trascendentali che essa produce e i princìpi generali dell’intelletto. La dottrina del metodo ha un’estensione e un’importanza assai minori e quindi ci concentreremo sulla prima parte:la dottrina degli elementi. Prof. Alessandra Galeazzi La dottrina degli elementi (estetica e logica trascendentali) L’estetica trascendentale (da àisthesis,sensazione) ha per oggetto la dottrina della sensibilità La logica trascendentale riguarda l’elemento del pensiero,considerato prima nella facoltà dell’intelletto,poi in quella della ragione ed è ulteriormente bipartita in: Analitica trascendentale (intelletto) Dialettica trascendentale (ragione in senso proprio) Prof. Alessandra Galeazzi Estetica trascendentale (è possibile la matematica come scienza?) Ogni conoscenza comincia con l’esperienza. Essa fornisce a posteriori il materiale,mentre le forme a priori del soggetto condizionano e rendono possibile la ricezione del materiale stesso. Il “materiale empirico” e le forme soggettive si incontrano dando luogo all’ intuizione sensibile Essa conterrà in sé due aspetti: 1. La materia 2. La struttura formale ogni vera conoscenza sarà sintesi di materia + forma Prof. Alessandra Galeazzi Le forme a priori della sensibilità (nell’estetica trascendentale) Kant individua come forme a priori della sensibilità spazio e tempo Spazio = forma a priori del senso esterno Tempo = forma a priori del senso interno Spazio e tempo sono precedenti ad ogni esperienza possibile e costituiscono le condizioni a priori di qualsiasi rappresentazione sensibile.Tutto ciò che è dato dall’intuizione sensibile viene necessariamente rappresentato nello spazio e nel tempo. Prof. Alessandra Galeazzi Spazio e tempo fondamenti della matematica 7 + 5 = 12 Il concetto di 12 non è contenuto né nel 7 né nel 5. Pertanto si tratta di un giudizio sintetico. L’aggiunta successiva di un’unità ad un’altra è resa possibile dall’intuizione pura della continuità temporale e quindi è a priori. “La linea retta è la più breve tra due punti” Il concetto di retta non contiene niente che riguardi la grandezza, ma soltanto una qualità. Quindi il concetto “la più breve” contiene qualcosa di nuovo rispetto al concetto di retta e pertanto è sintetico. Le figure geometriche si possono tracciare nello spazio e la contiguità spaziale è un’intuizione pura,è il nostro senso esterno,cioè è a priori. Analitica trascendentale (è possibile la fisica come scienza?) Ogni conoscenza comincia con l’esperienza. Essa fornisce a posteriori il materiale,mentre le forme a priori del soggetto condizionano e rendono possibile la ricezione del materiale stesso. Il “materiale empirico” e le forme soggettive si incontrano dando luogo all’ intuizione sensibile Essa conterrà in sé due aspetti: 1. La materia 2. La struttura formale ogni vera conoscenza sarà materia + forma Prof. Alessandra Galeazzi Le categorie Le intuizioni sensibili sono formate da una molteplicità di dati empirici a cui l’intelletto dovrà dare un’unificazione. L’intelletto pensa ciò che nella sensibilità era semplicemente intuito. Quindi opera non più mediante intuizioni (rappresentazioni immediate),ma attraverso concetti (rappresentazioni discorsive). La funzione del concetto consiste nell’ordinare diverse rappresentazioni sotto una rappresentazione comune,dando loro un’unità. L’atto con cui i concetti dell’intelletto esplicano la loro forza unificante è il giudizio. L’intelletto può svolgere questa azione unificante attraverso i concetti puri,altrimenti detti da Kant categorie (continua) Prof. Alessandra Galeazzi Le categorie (continuazione) Le categorie sono le forme a priori,le regole,mediante le quali l’intelletto giudica unificando le rappresentazioni. Il molteplice delle intuizioni date dall’esperienza viene unificato dalle categorie,che sono i modi universali del pensiero,come in Aristotele lo erano dell’essere. Quindi,a differenza delle categorie aristoteliche oggettive,le categorie kantiane sono soggettive. Prof. Alessandra Galeazzi che erano Le categorie (continuazione) ARISTOTELE KANT Le categorie sono i 10 supremi modi di essere delle cose,stanno all’apice della generalità e sono insiti nelle cose stesse. Questo significa che un ente non può essere tale se non ha, ad esempio, una certa sostanza, una certa qualità, una certa quantità, se non è in un determinato luogo e così via… Secondo Kant l’intelletto analizza il mondo fenomenico mediante 12 strumenti di valutazione detti categorie. Le categorie sono proprietà dell’intelletto e quindi non sono oggettive,ma soggettive e servono all’intelletto per analizzare ed esprimere giudizi nei confronti dell’oggetto percepito dall’estetica. La categoria suprema è l’ ”IO PENSO”, mediante la quale il soggetto ha coscienza della propria identità nella sua attività sintetizzatrice. Questa coscienza è comune a tutti gli uomini. Prof. Alessandra Galeazzi Gli schemi trascendentali (ovvero in che modo applichiamo le categorie alle intuizioni) Le categorie sono intellettuali,mentre le intuizioni sono sensibili. Cosa ci permette di applicare le prime alle seconde?Come possiamo congiungere due cose così eterogenee? La dottrina dello schematismo trascendentale Dobbiamo trovare un termine intermedio che sia omogeneo con il carattere sensibile delle intuizioni e con la natura intelligibile delle categorie. Questa facoltà è quella che Kant chiama “immaginazione pura o produttrice”. Essa opera una prima sintesi dei dati empirici che prepara la “sintesi trascendentale” che farà l’intelletto. Ciò che permette il raccordo tra intuizioni e categorie sono gli “Schemi trascendentali puri” prodotti dall’immaginazione. Prof. Alessandra Galeazzi I principi a priori (ovvero in che modo applichiamo le categorie alle intuizioni) I PRINCIPI A PRIORI PERMETTONO L’APPLICAZIONE DELLE CATEGORIE ALLA MOLTEPLICITÀ DEI DATI SENSIBILI. Sono regole così generali da fondare ogni conoscenza. Essi esprimono le strutture più generali del pensiero,senza le quali non è possibile pensare. L’immaginazione produttrice (vedi : “Gli schemi trascendentali”) rielabora i dati sensibili e forma degli schemi ancora legati al sensibile,ma che,nello stesso tempo,appartengono già al concetto. Ad esempio: Lo schema del triangolo: esso presuppone l’esperienza di un triangolo particolare (scaleno, equilatero…) e ne preannuncia il concetto. FANNO DA TRAMITE FRA LA SENSAZIONE E IL CONCETTO Prof. Alessandra Galeazzi Come avviene la conoscenza FACOLTA’ CONOSCITIVE SENSIBILITA’ (passività,ricettività) IMMAGINAZIONE INTELLETTO (attività,spontaneità) SOGGETTO OGGETTO SPAZIO E TEMPO MOLTEPLICITA’ DEI DATI SENSIBILI (intuizioni pure) INTUIZIONI EMPIRICHE GLI SCHEMI TRASCENDENTALI PURI SI APPLICANO ALLE INTUIZIONI EMPIRICHE SINTESI EMPIRICA LE CATEGORIE SI APPLICANO AL MATERIALE EMPIRICO PREORDINATO DALL’IMMAGINAZIONE L’ IO PENSO RIFERISCE A Sè TUTTE LE RAPPRESENTAZIONI E RENDE POSSIBILE L’UNIFICAZIONE DELLE INTUIZIONI SENSIBILI PER MEZZO DELLE CATEGORIE. OGGETTI DELLA CONOSCENZA (concetti empirici) Schemi Prof. Alessandra Galeazzi In questi schemi la sensibilità (il fenomeno come appare) è rappresentata dalla zona esterna. Mentre l'intelletto (il pensiero che giudica) è rappresentato da quella interna. All'esterno, non conosciute né conoscibili, stanno le cose in sé (il puro intelleggibile oggetto dell'intuizione intellettuale divina, cioé il noumeno). La Ragione è la parte migliore e più alta dell'intelletto. Nell'intelletto, le categorie vengono applicate ai fenomeni (pensati) per arrivare alla formulazione dei giudizi; l'Io penso (appercezione trascendentale, cioè autoconsapevolezza di percepire) è la funzione unificatrice delle stesse categorie, che sono le forme a priori dell'intelletto. L'intelletto è ben distinto dalla sensibilità: per Kant si tratta di due facoltà completamente diverse ed occorre pensare allo schematismo trascendentale come «ponte» fra di esse. Tuttavia l'intelletto non può che poggiare sulla sensibilità, rendendo esprimibile ciò che essa percepisce. La sensibilità è una facoltà percettiva che non produce conoscenze o giudizi, ma registra solo l'apparire del fenomeno (dato nell'intuizione sensibile) in base alle sue forme a priori (intuizioni pure) di spazio e tempo. Le cose in sé sono 'oggetti' (qualche cosa) esterni al soggetto e per lui neanche percepibili. Prof. Alessandra Galeazzi Fenomeno - Noumeno FENOMENO NOUMENO Soltanto il fenomeno(ciò E’ solo pensabile che appare) può (noùmenon = pensato) essere oggetto della e non sperimentabile. conoscenza umana. La “Cosa in sé” non può essere conosciuta,se lo fosse sarebbe un fenomeno. Prof. Alessandra Galeazzi La dialettica trascendentale Dialettica è per Kant la “logica dell’apparenza”,in contrapposizione al giudizio dell’intelletto,che costituisce la “logica della verità”. Alla dialettica trascendentale Kant affida il compito di svelare l’inconsistenza dei ragionamenti dialettici,anche se essi non potranno mai essere eliminati definitivamente. Dialettica è l’attività della ragione che,oltrepassando l’esperienza,pretende di conoscere la metafisica. La ragione produce i concetti di totalità assolute ( Kant le chiama “IDEE TRASCENDENTALI” ), facendo un uso trascentende delle categorie (cioè andando oltre i confini dell’esperienza). Nell’estetica e nell’analitica trascendentali il problema conoscitivo era rimasto entro l’ambito dell’esperienza,che è un ambito contingente,non assoluto,mentre il nostro spirito,la ragione,ha l’esigenza dell’Assoluto e dell’incondizionato. Pertanto la ragione,per sopperire a tale esigenza,postula 3 realtà assolute (IDEE TRASCENDENTALI). Prof. Alessandra Galeazzi Le idee trascendentali Idea dell’anima Idea del mondo Idea di Dio Prof. Alessandra Galeazzi Un’ “esigenza insopprimibile della ragione” Le IDEE TRASCENDENTALI sono forme a priori mediante le quali la ragione cerca di determinare l’esigenza umana di cogliere l’Assoluto e l’incondizionato (in una parola la metafisica),oltrepassando il mondo dell’esperienza. Vi sono 3 tipi possibili di totalità assolute e quindi 3 saranno le idee della ragione. Kant sa benissimo già in partenza che queste 3 realtà assolute non possono avere un’espressione sperimentabile e che quindi la loro conoscenza scientifica è impossibile (per K. infatti la conoscenza è sintesi di materia e forma – vedi “l’estetica trascendentale”) . Tuttavia il problema della metafisica deve essere posto perché è “un’esigenza insopprimibile della ragione”. Prof. Alessandra Galeazzi Idea dell’anima (psicologica) Tutti i fenomeni dell’esperienza interna vengono riferiti ad una sostanza permanente e immutabile : l’anima. Questa idea secondo Kant conduce ad un paralogismo (falso ragionamento). Noi pensiamo ad un centro unificatore della variabilità e della complessità dei fatti e dei fenomeni che ruotano attorno al nostro io e lo chiamiamo anima. Per Kant tuttavia, l’io è solo una capacità analizzatrice e legislatrice della natura. L’ “io penso” è la categoria suprema, ma è una categoria, ossia una facoltà dell’intelletto mediante la quale il soggetto ha coscienza della propria identità nella sua attività sintetizzatrice. Prof. Alessandra Galeazzi Idea del mondo (cosmologica) Tutti i fenomeni dell’esperienza esterna vengono riferiti ad una realtà totale in cui si unificano tutti i particolari : il cosmo. Questa idea, secondo Kant, conduce alle antinomie o proposizioni antitetiche. Noi tentiamo di unificare tutti i fenomeni del mondo attorno ad un principio sostanziale che spiega e coordina la molteplicità di quanto avviene nello spazio e nel tempo. Tuttavia questo centro unificatore non è sperimentabile e pertanto si cade nelle antinomie. L’applicazione delle categorie al concetto di mondo, che cade fuori da ogni esperienza possibile, è dunque completamente arbitraria e conduce soltanto a vuote costruzioni logiche. Prof. Alessandra Galeazzi Le antinomie Le antinomie sono coppie di proposizioni di cui l’una è la negazione dell’altra , ma tra le quali la ragione non sa decidersi,perché, mancando la possibilità di averne esperienza concreta,entrambe appaiono legittime. Le antinomie sono 4 e sia la tesi che l’antitesi sono logicamente inconfutabili. 1.Il mondo è finito oppure infinito nello spazio e nel tempo 2.Il mondo è divisibile fino ad un certo punto o divisibile all’infinito 3.Nel mondo vi è una causalità libera oppure tutto è governato da leggi naturali 4.Il mondo dipende da un essere necessario oppure in esso tutto è contingente Prof. Alessandra Galeazzi Idea di Dio (teologica) Tutti i fenomeni dell’esperienza interna ed esterna vengono riferiti ad un principio assoluto nel quale tutti gli esseri si unificano e si accomunano (Dio). Compito della dialettica sarà quindi mostrare l’inconsistenza delle tre prove storiche dell’esistenza di Dio: 1. La prova ontologica (Sant’Anselmo d’Aosta) 2. La prova cosmologica 3. La prova fisico-teologica (San Tommaso d’Aquino) Prof. Alessandra Galeazzi La prova ontologica Sant’Anselmo affermava che noi possediamo nella nostra mente la nozione di un ente perfetto di cui non se ne può pensare uno maggiore. Dobbiamo dunque ammettere che questo ente esista,altrimenti gli mancherebbe l’attributo positivo dell’esistenza , attributo essenziale, e dunque non sarebbe più perfetto. Kant osserva che l’esistenza non entra nella determinazione del concetto,cioè l’esistenza o la mancanza di essa,nulla aggiunge o toglie alla perfezione del concetto. Se io penso di avere 100 talleri in tasca- dice Kant – questo non significa che li possegga,ma nulla toglie al concetto di tallero.Infatti sul piano logico il concetto “100 talleri” è perfetto,sia che esistano o che non esistano,ma sul piano reale c’è una grande differenza tra le due circostanze. Prof.Alessandra Galeazzi La prova cosmologica argomento “teleologico” Secondo questa prova, dall’ordine e dalla regolarità dei fenomeni della natura,che sembrano tendere verso un fine ultimo,si deduce l’esistenza di un Dio creatore . Secondo Kant questo potrebbe dimostrare l’esistenza di un “Ordinatore” della materia , ma non di un Dio creatore. Anche in questo caso tuttavia,per affermare l’esistenza di un ente creatore, bisogna applicare il concetto di causa (che per Kant è una categoria),ad un contenuto che l’intuizione sensibile non può fornire. Prof.Alessandra Galeazzi La prova fisico teologica Le 5 vie tomistiche L’argomento “a posteriori” di San Tommaso è espresso in “5 vie” ,fondate tutte sul principio di causa. Dall’ordine e dalla finalità osservabili nel mondo,si risale a Dio come suprema causa.Dalla particolarità si risale all’unicità. 1. Via ex motu (da tanti moti si risale ad un motore immobile) 2. Via ex causa (da tante cause si risale ad una causa prima incausata) 3. Via ex contingentia (dalla contingenza si risale ad un essere necessario) 4. Via ex gradu (da tanti gradi diversi si risale a qualcosa di grado sommo) 5. Via ex fine (da un ordine generale si risale ad una mente ordinatrice) Il concetto di causa (che per Kant è una categoria),è soggettivo e non oggettivo. Prof.Alessandra Galeazzi Conclusioni Terminata la critica delle tre idee della ragione, Kant precisa che ciò non comporta il completo abbandono delle idee stesse. Esse invece svolgono un’importante funzione nell’organizzazione della conoscenza. Infatti per promuovere l’unità sistematica del sapere è indispensabile il concetto della “totalità incondizionata” a cui sono riconducibili tutte le idee. Solo se abbiamo un’idea complessiva dell’immagine da costruire possiamo collocare al posto giusto le tessere di un mosaico e così solo mediante il riferimento al tutto possiamo determinare la collocazione specifica delle singole conoscenze. Se la dialettica trascendentale ha escluso la possibilità di dimostrare,per le vie della scienza,l’esistenza del mondo sovrasensibile,ha escluso anche la possibilità di dimostrarne la non-esistenza. La metafisica per Kant è inconoscibile,ma per questo egli non la dichiara inesistente. La ragione umana non può conoscere (agnosticismo) ciò che è al di là del fenomeno,ma l’aspirazione ad un’esperienza totale ed assoluta rimane viva e indistruttibile. Le tre idee della ragione corrispondono al bisogno ineliminabile che l’uomo ha della metafisica e dimostrano indirettamente che anima,universo e Dio non possono essere semplici apparenze. Prof.Alessandra Galeazzi