Lezione Psic gruppi sociali 16 e 22.11.16

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Università degli Studi
di Enna “Kore”
Insegnamento di
Psicologia dei gruppi sociali
Prof.ssa Irene Petruccelli e Dott.ssa Miccichè Angela
[email protected]
Lezioni del 16 e 22 novembre 2016
A.A. 2016-2017
Basi teoriche della comunicazione
non verbale (cnv)
Diverse discipline si sono occupate di
comunicazione non verbale:
ü  biologia
ü  antropologia
ü  sociologia
ü  psicologia
Ø  Origini biologiche e
innate della cnv nei
comportamenti sociali.
Charles Darwin
“L'espressione delle
emozioni nell'uomo e negli
animali”:
Il comportamento sociale,
negli animali ma anche
nell'uomo, comprende
segnali corporei.
Ø  Antropologica: Primi studi metà del
novecento quando certe differenze e
specificità culturali erano ancora
facilmente percepibili.
Efron (1941) studiò le comunità
italiane ed ebree negli Stati Uniti e
notò come queste utilizzassero il
linguaggio non verbale allo stesso
modo dei popoli d'origine e che le
adattavano a quello degli americani
quando parlavano con loro,
dimostrando l'influenza culturale su
tali espressioni.
Hall (1968) Introduce il concetto di
prossemica (relazione dell'uomo con
lo spazio fisico) analizza le differenze
culturali della distanza interpersonale.
Ø  Sociologica
Certi segnali non verbali hanno
funzioni importanti nel gestire
diverse regole sociali.
Goffman (1969)
Gli individui utilizzano
particolari comportamenti,
come l'adozione di un certo
tipo di abbigliamento e
accessori o l'esecuzione di
gesti per trasmettere una certa
immagine di sé; esistono atti
non verbali dotati di
particolari significati
culturalmente condivisi.
All'interno di una medesima cultura,
lo stesso segnale non verbale può
avere significati differenti in contesti
sociali diversi, come in una
rappresentazione di ruoli.
Ø  Psicologica
Si suddivide
•  Psicologia sperimentale
•  Psicologia sociale
.
Psicologia sperimentale si sviluppa nei
primi decenni del novecento seguendo
l'interesse della psicologia della Gestalt.
Sin dagli anni venti alcuni ricercatori
studiavano le espressioni facciali delle
emozioni, le vocalizzazioni e i gesti
spontanei rispetto a quelli simulati. Gli
psicologi sperimentali si proponevano di
verificare se le espressioni facciali delle
emozioni fossero coerenti… o veridiche
(rispetto allo stato emotivo).
Psicologia sociale sottolinea come i
fattori contestuali possano avere un peso
sui diversi modi in cui le espressioni non
verbali possono essere giudicate. Il
contesto e i processi di attribuzione
svolgono un ruolo fondamentale nelle
interpretazioni delle espressioni facciali
Anche nella psicologia clinica lo
studio della comunicazione non
verbale risulta importante (doppio
legame, comunicazioni
schizofrenogeniche…).
Modelli teorici dello studio della
cnv
I modelli che si sono sviluppati nella
letteratura psicologico sociale
riguardanti la comunicazione si sono
maggiormente concentrati sulla
comunicazione verbale rispetto a
quella non verbale.
Krauss e Fussell (1996)
modello encoder/decoder
(codifica/decodifica) è stato
quello dominante nella ricerca
sulla cnv.
Secondo tale modello, la
rappresentazione mentale del
parlante è trasformata in una
rappresentazione linguistica, grazie al
codice linguistico del parlante, e viene
trasmessa attraverso il parlato.
Attraverso la decodifica della
rappresentazione linguistica, il
ricevente può crearsi una
rappresentazione mentale del
parlante.
Altri autori hanno studiato le
possibili fonti delle incomprensioni
tra chi ascolta e chi parla
introducendo il concetto di "rumore”.
.
Teorie dell'adattamento
interpersonale
In ambito psicologico sociale diversi
ricercatori hanno tentato di far luce sul
fenomeno che è stato chiamato
"adattamento non verbale": le persone
compiono aggiustamenti interattivi nei
loro comportamenti non verbali legati
alla caratterizzazione delle relazioni.
Una persona compie dei
cambiamenti nei propri
comportamenti in modo che questi
siano più o meno simili a quelli del
proprio partner, si verifica una
reciprocità o convergenza.
Quando invece si discosta da quello
dell'altro, abbiamo una compensazione o
divergenza. Indicatori non verbali di
coinvolgimento e intimità sono: la
diminuzione della distanza interpersonale,
il contatto, il sorriso, l'orientazione diretta
del corpo, lo sguardo reciproco, i quali
segnalano la disponibilità alla
comunicazione e inviano messaggi di
intimità fisica e psicologica e di calore
interpersonale.
Una delle prime trattazioni teoriche dei
processi di adattamento interpersonale è la
teoria del conflitto affiliativo o teoria
dell'equilibrio di Aryle e Dean (1965).
Questa teoria si basa sull'assunzione che
coloro che interagiscono tentano di
mantenere lo status quo del grado d'intimità
stabilito nella relazione; vale a dire che essi,
per mezzo di modalità comunicative non
verbali, cercano di mantenere un livello di
coinvolgimento coerente con il livello
d'intimità del loro rapporto.
Teoria della violazione delle attese
(Expectancy Violations Theory,
Burgoon, 1978). Secondo tale teoria
ognuno ha delle aspettative. Tali attese
possono essere predittive o
prescrittive. Predittive: comportamenti
usuali. Prescrittive: che accada qualcosa
di appropriato o desiderato.
La violazione delle
attese in particolare
di quelle
prescrittive, può
provocare diversi
tipi di risposta,
negativa o positiva.
La valenza della violazione è positiva
quando i comportamenti effettivi sono
valutati più favorevolmente dei
comportamenti attesi. Es. in caso di
comportamenti non verbali non attesi di
avvicinamento da parte del partner, che
segnalano desiderio di intimità, un
interagente che da valenza positiva a tale
violazione attiverebbe comportamenti di
reciprocità cioè comportamenti non
verbali d'intimità.
Nel caso in cui invece il
comportamento dell'altro
vìoli le attese relazionali e
tale violazione è valutata
negativamente, saranno
attivate risposte
compensatorie, cioè
aumento della distanza
interpersonale.
Quindi è evidente che gli aspetti verbali e
non verbali siano strettamente interconnessi
tra loro e che solo il messaggio verbale non è
sufficiente a spiegare l'insieme dei significati
e atteggiamenti che caratterizza il
comportamento sociale.
L'integrazione tra comunicazione verbale e
non verbale con funzione interpersonale
riguarda sicuramente lo stretto legame tra
gestualità e linguaggio parlato. Teoria
dell'integrazione gesti-parlato di McNeil
(1992): i gesti delle mano hanno una
funzione interpersonale poiché aiuterebbero
il parlante nella produzione linguistica e nel
richiamo lessicale delle parole.
Teoria dell'accomodamento
della comunicazione
(Communication
Accommodation Theory, C.A.T.
1999): si riferisce in particolare,
ai comportamenti comunicativi.
Secondo tale modello, gli
individui usano comportamenti
strategici per negoziare la
distanza sociale.
Queste strategie, che sono anche
il fulcro delle premesse su cui si
basa la C.A.T., sono strategie di
approssimazione (convergenze,
divergenze, mantenimento e
complementarietà), di gestione e
interpretazione del discorso e di
controllo sociale.
Le persone si adattano al
comportamento degli altri rendendo il
proprio più o meno simile a quello dei
loro interlocutori (convergenza/
divergenza).
La convergenza sarebbe quella
strategia per mezzo della quale le
persone adattano la propria
comunicazione cosi da rendere i loro
comportamenti visivi, vocali e/o
verbali più simili ai comportamenti
dei propri partner interazionali.
Questi comportamenti comunicativi
includono espressioni facciali,
sguardi, posture, segnali prossemici,
contatti corporei, toni vocali, accenti
ecc.
La convergenza migliora
l'efficacia degli episodi
comunicativi. La premessa è
che più i due interlocutori
sono simili dal punto di vista
non verbale, più si
piaceranno.
La convergenza è
associata con
valutazioni favorevoli se
l'intento accomodativo
(di adattamento) è
percepito
favorevolmente e non
come imitazione o
accondiscendenza.
La convergenza può occorrere anche in
situazioni di potere tra gli interagenti e, a
seconda del loro status sociale, può
essere verso l'alto o verso il basso. Di
solito l'adattamento è diretto verso chi
ha più potere da parte di chi ne ha
meno.
Secondo tale visione, in
situazioni di simmetria
interazionale entrambi
gli interlocutori
convergono, mentre in
situazioni sociali
simmetriche, solo una
persona (quella meno
potente) converge.
La C.A.T. propone che la
convergenza rifletta il
bisogno della persona di
integrazione sociale con
l'altro (o con un gruppo).
In tal modo è un riflesso
del desiderio di
approvazione.
La divergenza, si riferisce al
modo in cui coloro che
comunicano accentuano le
differenze tra sé e gli altri
attraverso i comportamenti non
verbali.
I motivi per la divergenza,
spesso di natura sociale,
possono riguardare ad
esempio lo sdegno
personale per l'altro e
l'enfasi di un'identità di
gruppo.
In generale gli interagenti hanno
aspettative riguardanti i livelli
ottimali di convergenza e di
divergenza, che possono essere
basate su stereotipi, norme sociali
d'interazione, linee guida per un
comportamento accettabile in
particolari situazioni. La
comunicazione spesso non è tanto
scambio di informazioni, quanto
negoziazione di identità.
Modello dei processi paralleli di
Patterson
Patterson (1982) critica i modelli di
adattamento o accomodamento interpersonale
definendoli modelli reattivi, in quanto non
terrebbero conto del fatto che nella realtà dei
rapporti sociali, spesso le reazioni
comportamentali non verbali delle persone
non sono dettate o influenzate solo dai
sentimenti nei confronti degli altri ma, più
frequentemente, da regole sociali e culturali
che si applicano a determinati contesti e
situazioni interattive.
Classificazione della cnv
Aspetto esteriore:
ü Conformazione fisica
ü Abbigliamento
Comportamento spaziale:
ü Distanza interpersonale
ü Contatto corporeo
ü Orientazione
ü Postura
Comportamento cinesico:
ü Movimenti di busto e gambe
ü Gesti delle mani
ü Movimenti del capo
Volto:
ü Sguardo e contatto fisico
ü Espressione del volto
Segnali vocali:
ü Segnali vocali verbali
ü Segnali vocali non verbali
ü Silenzio
La comunicazione non verbale
—  La
comunicazione non verbale è
quella parte della comunicazione che
comprende tutti gli aspetti di uno
scambio comunicativo non
concernenti il livello puramente
semantico del messaggio, ossia il
significato letterale delle parole che
compongono il messaggio stesso. "
La comunicazione non verbale viene
suddivisa in quattro componenti:
—  Sistema
paralinguistico "
—  Sistema cinestesico "
—  Prossemica "
—  Aptica "
Influenza di fattori individuali, relazionali
e del contesto socio-culturale…"
Sistema paralinguistico
Indica l'insieme dei suoni emessi nella comunicazione verbale,
indipendentemente dal significato delle parole, ed è
caratterizzato da diversi aspetti:
—  Tono: influenzato da fattori fisiologici (età, costituzione fisica) e
dal contesto.
—  Frequenza: un sottoposto che si trova a parlare con un superiore
tenderà ad avere una frequenza di voce più bassa rispetto al
normale.
—  Ritmo (parlare ad un ritmo lento, inserendo delle pause tra una
frase e l'altra, dà un tono di solennità a ciò che si dice; al
contrario parlare ad un ritmo elevato attribuisce poca importanza
alle parole pronunciate; nell'analisi del ritmo va considerata
l'importanza delle pause, che vengono distinte in pause vuote
(rappresentano il silenzio tra una frase e l'altra) e pause piene
(tipiche interiezioni, come "mmm", "beh“… prive di significato
verbale, inserite tra una frase e l'altra).
—  Silenzio: anche in questo caso gli aspetti sociali e gerarchici
hanno una parte fondamentale.
Sistema cinestesico
comprende tutti gli atti comunicativi espressi
dai movimenti del corpo:"
—  Movimenti oculari"
—  Mimica facciale"
—  Gesti "
—  Postura "
Prossemica "
Ognuno di noi tende a suddividere lo
spazio che ci circonda in quattro zone
principali (“bolla d’aria”):
—  Zona intima (da 0 a 50 centimetri)
—  Zona personale (da 50 cm ad 1 metro)
—  Zona sociale (da 1 m a 3 o 4 m)
—  Zona pubblica (oltre i 4 m)
Aptica
— 
— 
— 
Messaggi comunicativi espressi tramite contatto
fisico. "
Anche in questo caso si passa da forme comunicative
codificate (la stretta di mano, il bacio sulle guance
come saluto ad amici e parenti), ad altre di natura più
spontanea (un abbraccio, una pacca sulla spalla)."
L’aptica è un campo nel quale le differenze culturali
rivestono un ruolo cruciale: ad esempio la quantità di
contatto fisico presente nei rapporti interpersonali fra
le persone di cultura sud-europea verrebbe
considerata come una violenta forma di invadenza dai
popoli nord-europei."
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