Lezione 11 - Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione

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Corso di laurea in Comunicazione Interculturale
A. A. 2015 / 2016
Linguistica Generale
Prof. Giorgio Francesco Arcodia
([email protected])
1. Formazione di parola: derivazione e composizione
Morfemi derivazionali: servono a formare nuove parole a partire da parole (o morfemi
lessicali) esistenti
Ess.: in-desider-a-bil-e, ri-formul-a-zion-e
(www.ilgiornale.it/news/valanga-tasse-parma-ecco-rivoluzione-5-stelle-902095.html)
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Funzioni e valori semantici della derivazione:
(a) aggiunta di informazioni rilevanti: allarme vs. preallarme, cantare vs. canticchiare
(b) cambiamento di classe lessicale: giustificare vs. giustificazione, dente vs. dentale
(c) creazione di una parola dal significato connesso con la ‘base’: pizza vs. pizzeria (luogo),
employ vs. employer ‘datore di lavoro’ (agente) vs. employee ‘dipendente’ (paziente),
child vs. childhood ‘infanzia’ (condizione), latino vs. latinista (professionista), mangiare
vs. mangiabile (che può essere X-ato / che è piacevole da X-are), moderno vs.
modernizzare (rendere X), etc.
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Famiglia di parole: insieme delle parole formate tramite derivazione a partire da uno
stesso morfema lessicale
Es.: alcune parole formate dalla base socio
dissociare
società
societario
riassociare
socialista
socialistico
sociale
socializzare
socio
associare
socializzazione
associazione
associativo
→
[socio]N >
[sociale]AGG
asociale
>
socialmente
[socializzare]V
3
>
[socializzazione]N
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Esempi di analisi:
sociale
→
soci-al-e
radice del
nome socio
suffisso derivazionale,
forma aggettivi da nomi
socializzare
→
desinenza flessiva,
indica numero singolare
soci-al-izz-a-re
radice del
suffisso derivazionale, suffisso derivazionale,
nome socio forma aggettivi da nomi forma verbi da aggettivi
con il significato di
‘rendere X’
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desinenza flessiva,
indica infinito presente
vocale tematica
della 1° coniug.
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1.1 Suffissazione e prefissazione
Suffissazione
→ procedimento derivazionale più produttivo in italiano
Ess.: spedizione, sconvolgimento, arciere, vinaio, venditore, rugoso, comunale, italiano,
francese, stalinismo, velocizzare...
→ i suffissi in italiano sono (quasi!!) sempre portatori di una classe lessicale (nome,
verbo...) e possono causare lo spostamento dell’accento di parola:
[tradire]V vs. [traditore]N, [cane]N vs. [canino]AGG, [moderno]AGG vs. [modernizzare]V
cambiàre vs. cambiamènto, moràle vs. moralìsmo, dènte vs. dentàle
→ cfr. morfologia valutativa (o alterazione): diminutivi (gattino), accrescitivi (gattone),
peggiorativi (gattaccio), suffissi che non cambiano mai la categoria lessicale della base e
che possono aggiungersi a basi di diverse classi ([tavolino]N vs. [benino]AVV vs.
[bravino]AGG)
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Prefissazione
Ess.: inutile, premoderno, sleale, disimpegnato, acritico, ex-presidente, antiallergico...
→ la prefissazione in italiano (e in altre lingue europee) di norma non cambia né la classe
lessicale della base, né la posizione dell’accento:
[onesto]AGG vs. [disonesto]AGG, [fare]V vs. [rifare]V, ma [gelo]N vs. [antigelo]AGG
cambiàre vs. ricambiàre, moràle vs. immoràle
→ nelle lingue del mondo, i suffissi sono più comuni dei prefissi; l’inizio di una parola è
più importante della fine per il suo riconoscimento e, pertanto, la radice lessicale (parte
più importante) si colloca preferibilmente prima degli affissi
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1.2 Prefissoidi e suffissoidi: i costituenti ‘neoclassici’
Sociologia = studio del socio? → studio della società
socio-logia
‘società’
(-logi-a)
‘studio di’
→ cfr. psicologia, astrologia, zoologia, cardiologia...
→ cfr. sociolinguistica, sociobiologia, socioculturale, sociosanitario...
→ entrambi i morfemi hanno valore lessicale, ma non sono immediatamente riconducibili
a parole del lessico italiano. Inoltre, hanno spesso posizione fissa e un significato stabile;
vengono pertanto etichettati talvolta come affissoidi (prefissoidi e suffissoidi)
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Costituenti neoclassici: morfemi di origine greca o latina, dotati di un significato
autonomo, che non possono generalmente essere usati in isolamento e non sono, pertanto,
parole → *la biologia e le altre logie
Ess.: bio−, antropo−, −logia, −grafia…
→ detti anche semiparole, possono combinarsi sia con altri costituenti neoclassici che
con parole, ed anche con morfi derivazionali: biologia, biochimico, fonico, antropomorfo,
biomeccanico, antropico…
→ le parole formate con gli affissoidi o costituenti neoclassici vengono anche dette
composti neoclassici
bio− ‘vita’ < gr. bíos
→
biografia, bioetica, biochimica...
pseudo− ‘falso’ < gr. pseudḗs
→
pseudoscientifico, pseudodemocrazia...
−fobia ‘paure’ < gr. phóbos
→
agorafobia, aracnofobia, aerofobia...
−grafia ‘scrittura’ < gr. graphía
→
crittografia, etnografia, cartografia...
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1.3 Le parole composte
Le parole composte sono costitiuite a partire da due (o più) parole esistenti (o, meglio,
due o più radici lessicali)
Ess.: italiano portacenere
caposquadra
dolceamaro
inglese
blackboard
redhead
truck driver
francese poisson-chat
beaux-arts
coffre-fort
tedesco
Donaudampfschifffahrtsgesellschaft ‘Società dei battelli a vapore del Danubio’
Donaudampfschifffahrtsgesellschafstkapitän
‘capitano della società (...)’
Donaudampfschifffahrtsgesellschaftkapitänsmütze ‘cappello del capitano (...)’
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Modelli di composizione in italiano:
Nome + Nome →
porta finestra, pescecane
Aggettivo + Aggettivo →
dolceamaro, verdeazzurro
Verbo + Verbo →
saliscendi, giravolta
Avverbio + Avverbio →
sottosopra
Verbo + Nome →
apriscatole, fermacarte
Verbo + Avverbio →
buttafuori, posapiano
Nome + Aggettivo →
camposanto, cassaforte
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Nome + Verbo →
manomettere, crocefiggere
Aggettivo + Nome →
giallo oro, verde bottiglia
Preposizione + Nome →
sottopassaggio, oltrecortina
Preposizione + Verbo →
contraddire, sottomettere
→ la composizione, in italiano, forma prevalentemente nomi; la combinazione di un
nome ed un verbo può formare verbi (manomettere), quella di due aggettivi o,
sporadicamente di un aggettivo e di un nome (blucerchiato), di un avverbio e di un
aggettivo (maleducato) o di un verbo ed un nome (mozzafiato) può formare aggettivi
→ presenza di un numero limitato di composti avverbiali: sottobraccio, malvolentieri
→ composti sintagmatici (contenenti un costituente pseudo-sintattico)
Es.: malpancista (< mal di pancia), saccopelista (< sacco a pelo), celodurismo (< ...), ;
ingl. floor of a birthcage taste, (a) ate too much headache
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1.3.1 Composti e altre espressioni di più parole
Unità lessicali plurilessematiche (dette anche polirematiche): espressioni composte da
più parole che veicolano, insieme, un significato unitario, non desumibile da quello delle
singole parole che lo compongono → tipicamente costituite da più parole grafiche
Ess.: gatto delle nevi (non è un tipo di gatto!!), lacrime di coccodrillo; essere al verde,
partire in quarta, arrampicarsi sui vetri
→ quando entro una parola polirematica compare un verbo, esso può apparire in forma
non flessa formalmente, cristallizzata (va e vieni), oppure subire normale flessione (sono
partiti in quarta)
→ diversi gradi di coesione interna:
gatto delle nevi vs. *gatto delle bianche nevi
lacrime di coccodrillo vs. *lacrime di un grande coccodrillo
essere al verde vs. sono sempre al verde
arrampicarsi sui vetri vs. si arrampica continuamente sui vetri
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Binomi coordinati: sale e pepe, anima e corpo, usa e getta → possono essere considerati
un tipo particolare di unità lessicale plurilessematica
→ cfr. inglese bow and arrow ‘arco e frecce’ → assenza dell’articolo
he armed himself with bow and arrow / *?bow and rifle / a bow and a rifle
→ ordine (normalmente) fisso (binomi irreversibili): bianco e nero vs. *nero e bianco,
gratta e vinci vs. *vinci e gratta
Unità lessicali bimembri: lista nozze, ufficio informazioni, centro trapianti, scuola guida,
parola chiave, sedia elettrica; sempre separati nello scritto, mantengono la loro
individualità fonologica
→ detti anche composti larghi; cfr. tragicomico, biancazzurro
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1.3.2 Relazione tra i costituenti di un composto
Come viene “costruito” il significato di una parola composta?
It. cassaforte
N
[cassa]N
[forte]AGG
→ cassa è un nome, mentre forte è un aggettivo; la categoria lessicale del composto
viene da cassa, che è quindi la testa del composto.
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Ingl.. swordfish
N
[sword]N
[fish]N
→ sia sword che fish sono nomi, ma sword è un nome inanimato (indica un oggetto),
mentre fish è un nome animato, così come swordfish; inoltre, swordfish ‘È UN’ fish, non
una sword (così come la cassaforte ‘È UNA’ cassa). Quindi, fish è la testa del composto.
→ cfr. it. pesce spada: il genere maschile del composto ‘viene’ da pesce
→questo tipo di composti, in cui abbiamo una testa identificabile, viene detto
endocentrico
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Non tutti i composti hanno una testa identificabile:
pellerossa, apriscatole non hanno una testa “esplicita” all’interno della parola ma hanno
(semplificando) una testa “esterna” → un parlante italiano “sa” che la parola pellerossa
identifica un nativo nordamericano, e apriscatole identifica un attrezzo
→ questi composti sono detti esocentrici
→ composti esocentrici ‘verbo-nome’ modello produttivo in italiano (e in altre lingue
romanze): pelapatate, apribottiglie, cavatappi; sp. sacapuntas ‘temperamatite’, fr. essuievitre ‘tergicristallo’
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Tre possibili relazioni grammaticali tra i costituenti di un composto:
apriscatole: scatole è l’oggetto del verbo aprire; relazione di subordinazione
cassaforte: forte è un attributo di cassa; relazione di attribuzione/apposizione
cassapanca, dolceamaro: i costituenti hanno lo stesso status (una cassapanca è sia cassa
che panca, ciò che è dolceamaro è sia dolce che amaro), relazione di coordinazione
→
per ognuna di queste relazioni, possiamo avere composti endocentrici o esocentrici
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COMPOSTI
subordinati
attributivi/appositivi
coordinati
endoc.
esoc.
endoc.
esoc.
endoc.
capostazione
lavavetri
cassaforte
pellerossa
attore-cantante saliscendi
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esoc.
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Posizione della testa nei composti
Nei composti endocentrici, la posizione della testa (a destra vs. a sinistra) è fissa per
alcune lingue
Ess.:
Ingl.
Ital.
Viet.
blackboard
rattlesnake
→
testa a destra (cfr. a tall boy)
capoclasse
pesce gatto
→
testa a sinistra (cfr. un ragazzo alto)
piscologia
scuolabus
→
testa a destra; modelli di altre lingue
máy bay ‘aeroplano’
→
testa a sinistra, modello nativo
phi cơ
→
testa a destra, modello straniero (cinese)
‘aeroplano’
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2. Flessione
stanz-e, corr-ono, alt-o, debit-o, simpatic-a... → morfemi flessionali (o flessivi)
→ non modificano il significato (lessicale) della radice / parola (≠ derivazione);
esprimono valori di categorie grammaticali obbligatorie della lingua
→ categorie flessionali (genere, numero, caso, tempo, persona...)
→ categorie e valori delle categorie: numero > singolare, plurale; tempo > presente,
passato, futuro; genere > maschile, femminile, neutro...
→ le categorie flessionali non corrispondono necessariamente alle categorie
dell’esperienza: ted. das Mädchen ‘la ragazza’ (genere neutro), it. giraffa, ippopotamo
Es.: flessione aggettivale in italiano
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→ a quattro uscite:
Numero
singolare
genere
plurale
maschile
alt-o
alt-i
femminile
alt-a
alt-e
Numero, genere: categorie
Maschile, femminile, singolare, plurale: valori
→ a due uscite:
Numero
singolare
felic-e
plurale
felic-i
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Forma di citazione (o lemma): esponente generale di una parola, forma elencata nei
dizionari
Ess.: aggettivo italiano → maschile singolare (bello)
nome russo → nominativo singolare (voda ‘acqua’)
verbo italiano → infinito presente (correre)
verbo latino → prima persona singolare del presente attivo (currō)
→ morfemi flessionali come marche (realizzazioni concrete) di valori di una (o più)
categorie grammaticali:
intelligent-e
→
marca di singolare
carin-i
→
marca di maschile, plurale
scriv-o
→
marca di prima persona, singolare, presente, indicativo
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3. Categorie grammaticali
Categorie grammaticali = “espressione linguistica di alcune dimensioni cognitive
fondamentali dell’esperienza umana, quali la nozione di numerosità o quella di tempo”
(Basile, G. et al., 2010, Linguistica Generale, Roma, Carocci)
Es.: genere e numero (bello, belle), tempo e modo (correva, mangerei)
Ogni categoria ha più valori:
Genere
Numero
Tempo
Maschile
Femminile
Neutro
...
Singolare
Plurale
...
Presente
Passato
Futuro
...
→ espressione morfologica vs. espressione lessicale; la differenza tra le lingue non sta in
ciò che possono esprimere, ma in ciò che deve essere espresso
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3.1 Alcune categorie grammaticali
Categorie grammaticali marcate sui nominali (nomi, aggettivi, pronomi):
(1) Numero
→ distinzione fondamentale: singolare vs. plurale
it. sedia vs. sedie, sp. amigo vs. amigos
→ duale, triale, paucale
Yimas (lingua della Papua Nuova Guinea):
paŋkt
ŋkul-cpul
noi-PAUC voi-DU-colpire
‘noi (pochi) colpiamo voi (due)’
(Foley, W., 1991, The Yimas Language of New Guinea. Stanford: Stanford University Press)
→ si confrontino: la polizia è efficiente vs. the police are efficient
N.B.: anche le lingue prive dellla categoria morfologica di numero conoscono la
categoria nozionale → cin. yī běn shū ‘un libro’ vs. sān běn shū ‘tre libri’
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(2) Genere
→ maschile vs. femminile vs. neutro, animato vs. inanimato (es.
Ojibwa, lingua algonchina del Canada)
→ l’informazione di genere è inerente nel nome: sole è maschile,
luna è femminile, etc.
→ in italiano, vari criteri (tendenziali) nell’assegnazione del genere:
semantici, mofologici, (mor)fonologici: genere naturale (il
cantante, la gatta); campo semantico (‘mesi’ M, ‘città’ F, etc.);
appartenenza alla classe flessiva (la recluta; cf. kimono, sauna);
suffissi derivazionali (-zione F, -tore M)
→ in inglese, il genere viene determinato solo su criteri semantici
(nomi umani maschili vs. femminili vs. nomi inanimati e di
animali; ma cf. ship ‘nave’ → she); in tedesco, Mädchen ‘ragazza’
è neutro (cf. nederlandese blondje ‘(ragazza) bionda’, neutro),
Löffel ‘forchetta’ è maschile
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(2bis) Classificatori nominali
→ marcatura della ‘categoria’ semantica del nome
(categoria affine al genere)
→ veicolano distinzione legate a varie dimensioni
classificatorie: forma, dimensione, etc.
Es.: alcuni classificatori del cantonese (famiglia sino-tibetana, Hong Kong e Cina del sud)
Classificatore
Uso
Esempio
faai
oggetti dalla superficie piatta
jī
oggetti cilindrici
tìuh
oggetti lunghi e sottili; animali
bá
attrezzi e strumenti (non musicali)
ga
veicoli e altre macchine
bún
volumi
yāt faai mihnbāau
‘una fetta di pane’
géi jī jáu
‘alcune bottiglie di vino’
tìuh louh
‘(la) strada’
bá jē
‘(l’)ombrello’
ga chē
‘(l’)automobile’
sé bún syū
‘scrivere un libro’
(adattato da: Matthews, S., Yip, V., 2011, Cantonese. A Comprehensive Grammar, London, Routledge)
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(3) Caso
→ codifica della funzione sintattica che un referente ricopre in una frase
es.: rus. ja vypil vodu ‘bevvi l’acqua’ vs. voda xolodnaja ‘l’acqua è fredda’
→ nominativo: caso del soggetto, accusativo: caso dell’oggetto, dativo:
marca del ‘complemento di termine’, genitivo: marca del
‘complemento di specificazione’, etc.
→ italiano: tu (nominativo) vs. te (accusativo), lo (accusativo) vs. gli (dativo)
→ lingue caucasiche quali il tabasarano o il lak contano, rispettivamente,
52 e 48 valori diversi per la categoria del caso
→ anche le funzioni associate ad un caso sono in parte idiolinguistiche
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(4) Tempo
→ passato vs. presente vs. futuro
→ opposizione passato vs. non passato (es. giapponese; cf.
italiano domani vado)
→ tempo cronologico e tempo grammaticale non necessariamente
coincidono: saranno le sei, domani vado al mare
(5) Aspetto
→ distinzione fondamentale perfettivo (azione conclusa) vs.
imperfettivo (azione non conclusa) ≠ passato vs. presente
Es.: Giovanni andava a scuola, ma non vi giunse mai
*Giovanni andò a scuola, ma non vi giunse mai
(Bertinetto, P. M., 1986, Tempo, aspetto e azione verbale nel verbo italiano: il
sistema dell’indicativo. Firenze: Accademia della Crusca)
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