Domande - STORIA DELLA MECCANIZZAZIONE AGRICOLA

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DOMANDE DI ESAME DI MECCANICA AGRARIA
(Prof. P. Biondi AA 2010/11)
Domande - STORIA DELLA MECCANIZZAZIONE AGRICOLA
Qual è la causa dell'impennamento del FORDSON uno dei primi trattori agricoli
1. Eccessiva potenza della trattrice
2. Presenza dell'attacco a tre punti
3. Cingolatura inefficiente
4. Trattrice corta e leggera
5. Baricentro troppo basso
Quale tra questi è un vantaggio della meccanizzazione in agricoltura
1. Specializzazione del lavoro
2. Dipendenza dai prodotti petroliferi
3. Erosione eolica
4. Riduzione dei tempi d'intervento
5. Produzioni più di quantità che di qualità
Quando è stata introdotta massicciamente la meccanizzazione agricola in Italia
1. All'inizio del secolo, di pari passo con l'evoluzione delle macchine agricole
2. Durante la I guerra mondiale, per sopperire alla carenza di manodopera causata dalla partenza dei giovani per
il fronte.
3. Durante il periodo del fascismo e la seconda guerra mondiale per aumentare la produzione di grano.
4. Furono introdotte dall'arrivo degli americani, e dalla nascente Repubblica Italiana.
5. Negli anni '60 con il boom economico, lo spopolamento delle campagne e legislazioni di favore verso la
meccanizzazione agricola.
Quanto è la richiesta di tempo complessiva per un ettaro seminato a grano con le moderne tecnologie in Italia?
1. 2 h/ha
2. 2-4 h/ha
3. 10-30 h/ha
4. 50-60 h/ha
5. 60-80 h/ha
A quando risale la prima macchina strappatrice utilizzata per la raccolta del grano
1. Fu inventata dagli etruschi.
2. Era utilizzata dai romani in Gallia
3. Fu inventata in Germania del medioevo
4. Fu inventata negli stati uniti a metà del '700
5. È un'invenzione inglese della prima rivoluzione industriale.
La meccanizzazione dell’agricoltura sorge negli Stati Uniti a metà dell’ottocento a causa
1. dell’abbondanza di terra
2. dell’abbondanza di manodopera
3. dell’abbondanza di terra e scarsezza di manodopera
4. della maggiore economicità delle macchine
5. di legislazioni di favore verso le macchine
Le prime mietitrebbiatrici razionali ed efficienti furono costruite negli Stati Uniti da
1. Henry Ford I
2. Henry Ford II
3. B. Holt
4. H. Ferguson
5. John Deere
Cosa causò in Italia l'arrivo di cereali a basso costo prodotti dagli Stati Uniti grazie alle prime macchine per la raccolta
1. Un forte aumento dei consumi interni di cereali.
2. Forte stimolo alla ricerca e alla meccanizzazione dell'agricoltura.
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3. Crisi dell'agricoltura, povertà ed emigrazione di massa.
4. Non ci furono particolari effetti.
5. Nessuna delle precedenti.
Chi introdusse tra i primi in Italia il “trebbiatoio” per i cereali
1. Napoleone Bonaparte.
2. Camillo Benso conte di Cavour.
3. Francesco Crispi.
4. Fu introdotta dai Savoia.
5. Nessuna delle precedenti.
Chi sviluppò in Italia il primo versoio razionale (elicoidale)
1. Bettino Ricasoli
2. Camillo Benso conte di Cavour
3. Lambruschini-Ridolfi
4. Nardi
5. Nessuna delle precedenti
La prima trattrice agricola FIAT fu costruita:
1. Nel 1902
2. Nel 1910
3. Subito dopo la prima guerra mondiale
4. Tra le due guerre mondiali
5. Dopo la seconda guerra mondiale
La prima trattrice a 4RM e telaio articolato fu costruita in Italia
1. dalla Fiat
2. dall’Ing. Pavesi
3. dalla Landini
4. dalla Same
5. da Cassani
L’attacco a tre punti fu messo a punto da:
1. Henry Ford I
2. Henry Ford II
3. Pavesi
4. H. Ferguson
5. John Deere
L’attacco a tre punti ebbe una prima applicazione su trattrice agricola:
1. negli anni venti
2. negli anni trenta
3. negli anni quaranta
4. negli anni cinquanta
5. negli anni sessanta
Domande di cinematica
Che si intende per grandezza fisica:
1. una grandezza che presenta un’unità di misura
2. una grandezza vettoriale misurabile con strumenti e metodi opportuni riproducibili nel tempo e nello spazio
3. una grandezza scalare misurabile con strumenti e metodi opportuni riproducibili nel tempo e nello spazio
4. una grandezza misurabile con strumenti e metodi opportuni riproducibili nel tempo e nello spazio
5. solo le grandezze elettromagnetiche
Nel Sistema Internazionale le grandezze meccaniche e termiche fondamentali sono:
1. radiante, steradiante, metro, secondo, ampere
2. radiante, steradiante, metro, secondo
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3.
4.
5.
radiante, steradiante, metro, chilogrammo
radiante, steradiante, metro, chilogrammo, kelvin
radiante, steradiante, metro, chilogrammo, kelvin, ampere
Nel Sistema Internazionale k e K significano rispettivamente
1. kelvin e chilo (il multiplo di ogni unità di misura 10 3)
2. chilogrammo e tonnellata
3. tonnellata e chilogrammo
4. chilo (il multiplo di ogni unità di misura 103) e il kelvin
5. chilogrammo e chilometro
Nel Sistema Internazionale il simbolo m sta a significare
1. metro
2. chilometro
3. mole
4. metro e milli (un sottomultiplo 10-3 di ogni unità di misura)
5. milli (un sottomultiplo 10-3 di ogni unità di misura)
Nel Sistema Internazione il simbolo M sta a significare:
1. metro
2. massa
3. mega (multiplo 106 di ogni unità di misura)
4. giga (multiplo 109 di ogni unità di misura)
5. non è un simbolo del Sistema Internazionale
Nel Sistema Internazione il simbolo G sta a significare:
1. grammo
2. chilogrammo
3. mega (multiplo 106 di ogni unità di misura)
4. giga (multiplo 109 di ogni unità di misura)
5. non è un simbolo del Sistema Internazionale
Nel Sistema internazionale il simbolo “ha” sta a significare:
1. 10 m2
2. 100 m2
3. 1.000 m2
4. 10.000 m2
5. 100.000 m2
Nel Sistema Internazionale il radiante è una misura dell’angolo piano ed equivale in gradi sessagesimali a
1. 45/
2. 
3. 
4. 
5. 
Macchina si può definire in senso fisico:
1. qualsiasi dispositivo fisico che converte energia termica in lavoro utile
2. qualsiasi dispositivo fisico che trasforma energia meccanica
3. qualsiasi dispositivo fisico che trasforma energia termica
4. qualsiasi dispositivo fisico che amplia le capacità umane
5. impossibile qualsiasi definizione di macchina in senso fisico
Le macchine semplici (leva, ruota, piano inclinato…)
1. riducono il lavoro necessario
2. riducono la forza ed il lavoro necessari
3. riducono la forza necessaria ma aumentano il lavoro
4. riducono la forza necessaria ma il lavoro teoricamente rimane uguale
5. aumentano la forza necessaria ma riducono il lavoro
Motore si può definire qualsiasi macchina che
1. converte energia termica in lavoro utile
2. converte una qualsiasi forma di energia in lavoro utile
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3.
4.
5.
converte energia termica in calore utile
converte lavoro utile in calore
converte energia termica in energia radiante
Un motore termico converte
1. energia meccanica in lavoro utile
2. energia termica in calore utile
3. energia termica in lavoro utile
4. energia cinetica in lavoro utile
5. energia elettrica in lavoro utile
Il rendimento di un motore si può definire come:
1. energia utile in uscita diviso energia degradata rilasciata a temperatura ambiente
2. energia degradata rilasciata a temperatura ambiente diviso energia utile in uscita
3. energia in ingresso diviso energia utile in uscita
4. energia utile in uscita diviso energia in ingresso
5. nessuna delle risposte precedenti
Il rendimento complessivo di due macchine in serie è
1. la media aritmetica dei due rendimenti
2. la media pesata dei due rendimenti con pesi dati dalle due energie degradate
3. la somma dei due rendimenti
4. il prodotto dei due rendimenti
5. la media geometrica dei due rendimenti
Il prodotto scalare di due vettori A e B è definito come
1. un vettore ottenuto dal prodotto dei moduli dei due vettori per il coseno dell’angolo compreso, con direzione
ortogonale al piano dei due vettori e verso quello in cui si vede avvenire la rotazione di A su B in senso
antiorario
2. uno scalare ed è dato dal prodotto dei moduli dei due vettori per il seno dell’angolo compreso
3. uno scalare ed è dato dal prodotto dei moduli dei due vettori per il coseno dell’angolo compreso
4. la risultante dei due vettori secondo il procedimento del parallelogramma
5. nessuna delle risposte precedenti
Il prodotto vettoriale di due vettori A e B è definito come
1. un vettore ottenuto dal prodotto dei moduli dei due vettori per il coseno dell’angolo compreso, con direzione
ortogonale al piano dei due vettori e verso quello in cui si vede avvenire la rotazione antioraria di A su B
2. uno scalare pari al prodotto dei moduli dei due vettori per il seno dell’angolo compreso
3. uno scalare e pari al prodotto dei moduli dei due vettori per il coseno dell’angolo compreso
4. la risultante dei due vettori secondo il procedimento del parallelogramma dei due vettori
5. un vettore ottenuto dal prodotto dei moduli dei due vettori per il seno dell’angolo compreso, con direzione
ortogonale al piano dei due vettori e verso quello in cui si vede avvenire la rotazione di A su B in senso
antiorario
La velocità tangenziale è:
1. una grandezza scalare che misura lo spazio percorso nell’unità di tempo
2. una grandezza scalare che misura la variazione della direzione nell’unità di tempo
3. una grandezza vettoriale il cui modulo misura lo spazio percorso nell’unità di tempo
4. una grandezza tipica dei moti uniformi
5. una grandezza relativa alla dinamica dei sistemi
La velocità tangenziale si misura nel SI
1. in radianti al secondo e suoi multipli e sottomultipli
2. in steradianti al secondo e suoi multipli e sottomultipli
3. in m/s2 e suoi multipli e sottomultipli
4. in m/s e suoi multipli e sottomultipli
5. è una grandezza adimensionale
L’accelerazione tangenziale misura:
1. la variazione di traiettoria del corpo mobile
2. la componente del vettore spostamento nella direzione della velocità
3. una grandezza vettoriale il cui modulo misura la variazione del modulo della velocità nell’unità di tempo
4. una grandezza vettoriale il cui modulo misura la variazione della direzione della velocità nell’unità di tempo
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5.
nessuna delle risposte precedenti
Il modulo dell’accelerazione normale misura:
1. la variazione di traiettoria del corpo mobile
2. la componente del vettore spostamento nella direzione della velocità
3. la variazione del modulo della velocità nell’unità di tempo
4. la variazione della direzione della velocità nell’unità di tempo
5. nessuna delle risposte precedenti
L’accelerazione nel SI si misura:
1. in radianti al secondo e suoi multipli e sottomultipli
2. in steradianti al secondo e suoi multipli e sottomultipli
3. in m/s2 e suoi multipli e sottomultipli
4. in m/s e suoi multipli e sottomultipli
5. è una grandezza adimensionale
In un moto circolare uniforme l’accelerazione normale e tangenziale hanno valore (con v la velocità tangenziale e r
raggio del cerchio descritto):
1. v/r e zero rispettivamente
2. zero e v2/r
3. v2/r e zero
4. zero e v/r
5. nessuna delle risposte precedenti
In un moto di rotazione si definisce velocità angolare una grandezza:
1. scalare che misura l’angolo descritto nell’unità di tempo
2. vettoriale che misura l’angolo descritto nell’unità di tempo, verso giacente nel piano della traiettoria e verso
concorde con l’avanzamento
3. vettoriale che misura l’angolo descritto nell’unità di tempo, verso ortogonale al piano della traiettoria e verso
concorde con l’avanzamento
4. vettoriale che misura l’angolo descritto nell’unità di tempo, verso ortogonale al piano della traiettoria e verso
quello in cui si vede avvenire il moto in senso antiorario
5. nessuna delle risposte precedenti
La velocità angolare della lancetta dei minuti è definita in modulo, direzione e verso come
1. /h rad/s, ortogonale al piano dell’orologio e verso uscente dallo stesso piano
2. /h rad/s, ortogonale al piano dell’orologio e verso uscente dallo stesso piano
3. /h rad/s, ortogonale al piano dell’orologio e verso entrante nello stesso piano
4. /h rad/s, ortogonale al piano dell’orologio e verso entrante nello stesso piano
5. /(12h) rad/s, ortogonale al piano dell’orologio e verso uscente dallo stesso piano
Se un albero motore gira a 3.000 giri al minuto, la sua velocità angolare risulta:
1. 10 rad/s
2. 25 rad/s
3. 50 rad/s
4. 75 rad/s
5. 100 rad/s
La velocità tangenziale di un punto è data in funzione della velocità angolare () e della distanza orientata OP (centro di
rotazione O e punto considerato P)
1. dal prodotto scalare  per OP
2. dalla somma vettoriale  e OP
3. dal prodotto vettoriale  per OP
4. dal prodotto vettoriale OP per 
5. non c’è alcuna relazione in un moto rotatorio tra velocità tangenziale e angolare
L’accelerazione centripeta o normale in funzione della velocità angolare è pari in modulo a
1. r
2. r2
3. /r
4. r
5. r2
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Nella meccanica dei sistemi rigidi un qualsiasi atto di moto istantaneo di rotazione con velocità angolare  è riducibile
1. ad una rotazione intorno al centro di massa
2. ad una traslazione con velocità pari a quella del centro di massa r e ad una rotazione con velocità angolare
qualsiasi rispetto ad un centro di rotazione assegnato
3. ad una traslazione con velocità pari a quella del centro di massa r e ad una rotazione pari a  intorno al centro
di massa
4. il moto di rotazione istantaneo dei sistemi rigidi non è riducibile a semplici moti componenti
5. nessuna delle risposte precedenti
Nel moto ideale di una ruota rigida su terreno rigido la velocità tangenziale della sommità della ruota rispetto al terreno
è pari in modulo
1. alla velocità di traslazione del centro di massa della ruota
2. a due volte la velocità di traslazione del centro di massa della ruota
3. a due volte e mezzo la velocità di traslazione del centro di massa della ruota
4. a tre volte la velocità di traslazione del centro di massa della ruota
5. alla velocità del punto di contatto ruota-terreno
Un trattorista vede i cingoli del trattore (che si muove con velocità di traslazione pari a v) muoversi ad una velocità
relativa rispetto a lui pari
1. -v
2. +v
3. -2v
4. +2v
5. zero: li vede immobili
Un passeggero si muove ad una velocità relativa di -5 km/h rispetto ad treno che si muove a 100 km/h, la sua velocità
assoluta rispetto al terreno risulta:
1. 105 km/h
2. -105 km/h
3. 95 km/h
4. -95 km/h
5. -100 km/h
Se un carico viene spostato su rulli che rotolano sul terreno con una velocità di traslazione v, quanto vale la velocità di
traslazione del carico:
1. v
2. 2v
3. -v
4. -2v
5. zero
Domande su pneumatici slittamento
Gli elementi costitutivi di un pneumatico risultano
1. cerchione e copertone
2. copertone, battistrada e tallone
3. battistrada, fianco, tallone, pacco tele
4. camera d’aria (presente o assente tubeless) e copertone
5. camera d’aria (presente o assente tubeless) e fianco
Gli elementi costitutivi di un copertone radiale risultano
1. battistrada e pacco tele
2. battistrada, fianco, tallone
3. battistrada, fianco, pacco tele, tallone
4. battistrada, fianco, pacco tele, cintura, tallone
5. cerchione, battistrada, fianco, pacco tele, cintura, tallone
Il tallone del pneumatico con il cavetto d’acciaio circonferenziale consente
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1.
2.
3.
4.
5.
maggiore stabilità in curva
maggiore resistenza del pneumatico
minore usura e maggiore durata del pneumatico
“l’incollaggio” del pneumatico sul cerchione
nessuna delle risposte precedenti
Il pacco tele o carcassa di un copertone può risultare come costruzione
1. diagonale o radiale
2. cinturato o diagonale
3. radiale o cinturato
4. tessuto o non tessuto
5. nessuna delle risposte precedenti
La carcassa radiale di un pneumatico consente essenzialmente
1. maggiore durata
2. migliore aderenza e riduzione dell’attrito di rotolamento
3. maggiore velocità
4. migliore resistenza al punzonamento
5. basso costo
La carcassa diagonale di un pneumatico presenta
1. una migliore aderenza
2. una riduzione dell’attrito di rotolamento
3. una migliore stabilità in curva
4. una migliore resistenza al punzonamento
5. nessuna delle risposte precedenti
Sul fianco del pneumatico sono presenti delle marcature che individuano le principali caratteristiche:
1. geometria della sezione e indici di velocità e di carico
2. il diametro di calettamento (cerchione corrispondente) e indici di carico e velocità
3. geometria della sezione, diametro di calettamento (cerchione corrispondente) e indici di carico e velocità
4. casa costruttrice e nome del prodotto
5. geometria della sezione, diametro di calettamento (cerchione corrispondente), indici di carico e velocità e casa
costruttrice e nome del prodotto
Il raggio di rotolamento di un pneumatico rappresenta
1. il raggio sotto carico a pressione e carico prefissati
2. il raggio indisturbato del pneumatico a pressione e carico prefissati
3. il raggio che assume il pneumatico quando montato in una ruota portante
4. il raggio che assume il pneumatico quando montato in una ruota motrice
5. il raggio della circonferenza percorsa in un giro completo del pneumatico in condizioni prefissate (come
pressione, carico e ruota portante)
Se un pneumatico agricolo ha il battistrada con risalti d’aderenza è sicuramente
1. per ruote portanti
2. per trattori che lavorano in risaia
3. per trattori allestiti per lavorare su letti di semina
4. per ruote motrici
5. per ruote motrici e trattori da risaia
I pneumatici con risalti d’aderenza per avere possibilità di autopulizia
1. possono essere montati indifferentemente rispetto al verso di avanzamento del trattore
2. devono essere montati in maniera che i risalti d’aderenza presentino in sommità dei canali inclinati all’indietro
rispetto al verso di avanzamento (dalla mezzeria verso l’esterno)
3. devono essere montati in maniera che i risalti d’aderenza presentino in sommità dei canali inclinati in avanti
rispetto al verso di avanzamento (dalla mezzeria verso l’esterno)
4. devono avere opportune altezze dei risalti di aderenza
5. nessuna delle risposte precedenti
Le ruote a gabbia sono tipiche per trattori che operano
1. in aratura
2. in terreni in pendenza
3. in orticoltura
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4.
5.
su stoppie
su letti di semina
Le ruote a denti sono tipiche per trattori che operano
1. in aratura
2. in terreni in pendenza
3. in orticoltura
4. in risaia
5. su letti di semina
Lo slittamento è definito rispetto alla velocità teorica (vt) di avanzamento in funzione di quella reale v come
1. (v-vt)/v
2. (v-vt)/vt
3. (vt-v)/v
4. (vt-v)/vt
5. non si definisce rispetto a v e vt
Lo slittamento è definito rispetto al numero di giri di una ruota motrice a vuoto (n 0)e sotto carico (n) come
1. (n0-n)/n
2. (n0-n)/n0
3. (n-n0)/n
4. (n-n0)/n0
5. non si definisce rispetto a n e n0
Se lo slittamento è s (non in percento) il rendimento di slittamento è pari a
1. s-1
2. 1-s
3. (1-s)/s
4. (s-1)/s
5. non si definisce il rendimento di slittamento rispetto a s
Uno slittamento di una ruota motrice diventa percettibile all’occhio umano intorno al
1. 5%
2. 10%
3. 15-20%
4. 25%
5. 30%
Attualmente è possibile misurare lo slittamento delle ruote motrici di un trattore con la misura della velocità effettiva di
spostamento mediante
1. sistemi accelerometrici
2. sistemi radar (onde elettromagnetiche) che sfruttano l’effetto doppler
3. sistemi gravimetrici
4. sistemi piezoelettrici13/11/2010
5. non è possibile in via fisica la misura della velocità effettiva di spostamento di un trattore
Le tipologie caratteristiche costruttive dei trattori agricoli risultano
1. 2RM e DT
2. DT e cingolati
3. 2RM, DT e 4RM
4. 2RM, DT, 4RM e cingolati
5. piccola e grande potenza
I trattori a 4RM (quattro ruote motrici sempre inserite e isodiametriche) hanno una ripartizione statica dei pesi sugli
assali:
1. maggiore sull’assale anteriore
2. maggiore sull’assale posteriore
3. uguale tra i due assali
4. indifferentemente maggiore sull’assale posteriore o anteriore a seconda delle case costruttrici
5. indifferentemente uguale o maggiore sull’assale anteriore a seconda delle case costruttrici
Nei trattori DT le ruote anteriori, se motrici, hanno normalmente una velocità teorica di avanzamento rispetto alle
posteriori
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2.
3.
4.
5.
minore
uguale
maggiore
dipende dalle casi costruttrici
dipende dalla potenza
Domande di sterzatura e Cardano
Come si definisce il passo di un trattore:
1. la distanza tra le due ruote dell’assale anteriore
2. la distanza tra le due ruote dell’assale posteriore
3. il raggio di volta
4. il raggio di ingombro
5. la distanza tra i due assali
Come si definisce la carreggiata o scartamento di un trattore
1. il raggio di volta
2. il raggio di ingombro
3. la distanza tra i due assali
4. la distanza tra le due ruote di un assale
5. nessuna delle risposte precedenti
Il raggio minimo di volta di un trattore si definisce come
1. la distanza tra gli assali
2. la distanza tra le due ruote di un assale
3. il raggio della circonferenza minima descritta dalla ruota più esterna in voltata
4. il raggio di ingombro
5. nessuna delle risposte precedenti
Il raggio minimo di volta di un trattore dipende
1. solo dalla lunghezza
2. solo dalla carreggiata
3. dalla lunghezza e carreggiata
4. dal passo
5. dal passo e dall’angolo di sterzatura delle ruote direttrici
Il quadrilatero di sterzo trapezio consente una voltata cinematicamente corretta fino ad angoli di sterzata di circa
1. 10°
2. 20°
3. 30°
4. 40°
5. 50°
Un autoveicolo con ruote direttrici anteriori è più manovrabile (ha raggi di sterzata più piccoli)
1. in marcia avanti che in marcia indietro
2. in marcia indietro che in avanti
3. è indifferente all’avanti-indietro
4. dipende dalla ripartizione dei pesi sugli assali
5. ogni autoveicolo ha le sue particolarità
Perché nelle mietitrebbie le ruote direttrici sono quelle posteriori
1. per non sovra-caricare le ruote motrici anteriori
2. per una tradizione costruttiva
3. per facilitare la costruzione della macchina
4. per avere un passo conveniente
5. per controllare meglio la testata in voltata
Un triciclo con ruota anteriore direttrice rispetto ad un veicolo a due ruote direttrici ha a parità di passo e carreggiata
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5.
un raggio di sterzata più contenuto in qualsiasi condizione
un raggio di sterzata più contenuto a parità di angolo di sterzata
un raggio di sterzata più grande
un raggio di sterzata indifferente
dipende da molti particolari costruttivi
Per un piccolo raggio di voltata occorre avere
1. trattori corti e leggeri
2. trattori corti e con piccoli angoli di sterzata delle ruote direttrici
3. trattori lunghi e potenti
4. trattori lunghi e potenti
5. trattori corti e con grandi angoli di sterzata delle ruote direttrici
Tipicamente il raggio di voltata di un trattore 2RM a parità di passo
1. è più grande di quello di un DT
2. è più piccolo di quello di un DT
3. uguale a quello di un DT
4. dipende da casa a casa costruttrice
5. nessuna delle risposte precedenti
I trattori articolati a 4RM con ruote isodiametriche presentano un tipo di volta
1. a granchio
2. a 2 ruote direttrici
3. a 4 ruote direttrici
4. con sterzatura a livello dei due semi-telai
5. nessuna delle risposte precedenti
I carri raccolta-frutta presentano spesso una soluzione costruttiva
1. a volta corretta con sterzatura a livello dei due semi-telai
2. con quattro ruote direttrici orientabili a volta corretta
3. con quattro ruote direttrici orientabili a granchio
4. con quattro ruote direttrici orientabili a volta corretta o a granchio
5. a tre ruote
Un trattore DT sull’assale anteriore presenta
1. solo differenziale e doppio cardano (o giunto omocinetico)
2. solo doppio cardano (o giunto omocinetico) e riduzione finale alle ruote
3. solo differenziale e riduzione finale alle ruote
4. solo riduzione finale a rotismi epicicloidali
5. differenziale, doppio cardano (o giunto omocinetico) e riduzione finale
In un giunto cardanico se la velocità angolare dell’albero di ingresso è costante
1. è costante anche quella dell’albero di uscita istante per istante
2. quella dell’albero di uscita non è mai uguale a quella di ingresso neanche come media
3. quella dell’albero di uscita non è uguale a quella di ingresso istante per istante ma come media in un quarto di
giro
4. quella dell’albero di uscita non è uguale a quella di ingresso istante per istante ma come media ogni mezzo giro
5. nessuna delle risposte precedenti
In un albero cardanico la velocità dell’albero di uscita
1. è sempre pari a quella di ingresso per qualsiasi geometria di collegamento degli alberi
2. è sempre diversa a quella di ingresso per qualsiasi geometria di collegamento degli alberi
3. dipende dall’albero intermedio
4. il montaggio dei tre alberi e dei giunti deve rispettare delle condizioni di simmetria
5. esiste solo un tipo di montaggio per ottenere sempre uguaglianza tra velocità di ingresso e di uscita
Gli alberi cardanici come organi in rapida rotazione sono pericolosi per possibili avvolgimenti e vanno protetti
1. con cuffie e carter sempre mantenuti in efficienza
2. non sono affatto pericolosi
3. basta tenersi a debita distanza
4. non sono pericolosi anche se cuffie e carter sono rotti
5. nessuna delle risposte precedenti
Domande di Meccanica Agraria
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Per giunti omocinetici si intendono
1. dei giunti universali
2. dei giunti come il giunto cardanico
3. dei dispositivi meccanici che permettono il collegamento tra due alberi disallineati
4. i rotismi della riduzione finale
5. dei giunti tra due alberi disallineati con velocità dell’albero di uscita sempre pari a quella di ingresso
Domande di dinamica
Nel Sistema Internazionale delle unità di misura l’unità di misura della forza è il
1. chilogrammo massa (kg)
2. chilogrammo peso (kgp)
3. libbra
4. pound
5. il newton (N)
Il newton (N) è definito come
1. la forza che applicata al chilogrammo massa ne determina una accelerazione di 9,8 m/s 2
2. la forza equivalente ad 1 kgp
3. la forza equivalente ad un pascal (Pa)
4. la forza che applicata al chilogrammo massa ne determina una accelerazione di 1 m/s 2
5. nessuna delle risposte precedenti
Un chilogrammo peso (kgp)è equivalente a
1. 1 N
2. 2 N
3. 1 W
4. 1 J
5. 9,8 N
Perché nel SI delle unità di misura si utilizza la massa come grandezza fondamentale e non il peso
1. per convenzione senza alcuna motivazione pratica o teorica
2. per tradizione dalla fine dell’ottocento è stata fatta questa scelta che viene tuttora mantenuta
3. la massa è una grandezza scalare quando la forza-peso è vettoriale
4. la massa è una caratteristica dei corpi mentre il peso è variabile in funzione del valore della gravità
5. è una scelta di comodo senza alcuna convenienza scientifica
Il peso volumico dell’acqua vale nel SI delle unità di misura
1. 1 t/m3
2. 1000 kgp/m3
3. 1 N/m3
4. 10 N/m3
5. 9.810 N/m3
La pressione nel SI si misura in pascal (Pa) che equivale a
1. 1 atm
2. 1 bar
3. 1 N/m2
4. 10 N/m2
5. 100 N/m2
La pressione di 1 bar nel SI equivale a
1. 1 kPa
2. 10 kPa
3. 100 kPa
4. 1000 kPa
5. nessuna delle risposte precedenti
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Se un pneumatico fosse un sistema totalmente flessibile la pressione di contatto al suolo
1. sarebbe più elevata della pressione di gonfiaggio
2. sarebbe meno elevata della pressione di gonfiaggio
3. sarebbe uguale alla pressione di gonfiaggio
4. sarebbe funzione del tipo di suolo
5. nessuna delle risposte precedenti
Un trattore cingolato spesso si utilizza sui letti di semina in quanto
1. è facilmente manovrabile
2. è particolarmente sicuro
3. è facilmente accoppiabile alle seminatrici
4. determina una pressione al suolo bassa con limitato compattamento del terreno
5. un trattore gommato avrebbe problemi di aderenza
Il momento di una forza rispetto ad un punto è definito come
1. prodotto scalare forza per il braccio della forza
2. prodotto vettoriale della forza per il braccio della forza (segmento orientato dal polo e normale alla direzione
della forza)
3. prodotto vettoriale del braccio della forza (distanza orientata dal polo alla direzione della forza) per la forza
4. prodotto modulo della forza per il braccio
5. nessuna delle risposte precedenti
Quando un sistema di forze è riducibile ad una singola forza (risultante)
1. se la risultante ha un momento risultante rispetto ad un polo qualsiasi diverso da zero
2. un sistema di forze non è mai riducibile ad un’unica forza risultante
3. se la risultante ha un momento rispetto ad un polo qualsiasi pari alla risultante dei momenti delle singole forze
rispetto allo stesso polo
4. un sistema di forze presenta solo una coppia risultante
5. nessuna delle risposte precedenti
Una coppia di forze uguali in modulo, parallele e discordi
1. ammette un’unica forza risultante diversa da zero
2. ammette un unico momento risultante
3. ammette una risultante diversa da zero ed un momento risultante
4. dipende dalle singole forze se esiste una risultante
5. nessuna delle risposte precedenti
Il lavoro di una forza è definito come
1. il prodotto della forza per lo spostamento
2. il prodotto scalare della forza per la velocità di spostamento
3. il prodotto scalare della forza per lo spostamento
4. il prodotto vettoriale della forza per lo spostamento
5. il prodotto vettoriale della forza per la velocità di spostamento
Il lavoro di una forza o di un momento si misura nel SI in
1. J, joule
2. W, watt
3. N, newton
4. m, metri
5. kW, chilowatt
Il lavoro di un momento è definito come
1. il prodotto del momento per lo spostamento angolare
2. il prodotto scalare del momento per la velocità angolare
3. il prodotto scalare del momento per lo spostamento angolare
4. il prodotto vettoriale del momento per lo spostamento angolare
5. il prodotto vettoriale del momento per la velocità angolare
La potenza si definisce come
1. il lavoro compiuto nell’unità di spostamento
2. il lavoro compiuto nell’unità di tempo
3. il lavoro compiuto ad una certa velocità di spostamento
4. la forza applicata nell’unità di tempo
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5.
la forza applicata nel periodo di tempo considerato
Il kWh è un’unità di misura consentita nel SI
1. della potenza
2. del lavoro
3. del calore
4. del calore, energia, lavoro
5. non è misura consentita del SI
1 kWh è equivalente
1. a 3 MJ
2. a 3,6 MJ
3. a 4 MJ
4. a 3 kJ
5. a 3,6 kJ
La potenza si misura nel SI in
1. N, newton
2. J, joule
3. W, watt
4. N/s
5. Wh
La potenza in un moto rotatorio si può esprimere come
1. prodotto vettoriale del momento per la velocità angolare
2. prodotto vettoriale della velocità angolare per il momento
3. prodotto scalare del momento per la velocità angolare
4. prodotto velocità angolare per il momento
5. nessuna delle risposte precedenti
Se un albero motore ruota a 2.400 giri/min erogando una coppia di 200 Nm, la potenza fornita è
1. 4  kW
2. 8  kW
3. 12  kW
4. 16  kW
5. 20  kW
Le condizioni dell’equilibrio dei corpi si possono tradurre nelle due condizioni vettoriali (con
angolare)

1.  Fe

2.  Fe

3.  Fe

4.  Fe
 l’accelerazione




 ma,  M e  Iω


 0,  M e  I


 ma ,  M e  0

 0,  M e  0
5. nessunadelle formule precedenti




Le relazioni fondamentali della statica  Fe  0,  M e  0 significano per un corpo rigido
1. che esiste una accelerazione tangenziale del centro di massa e che non esiste una accelerazione angolare
intorno al baricentro
2. che non esiste una accelerazione tangenziale del centro di massa e che esiste una accelerazione angolare
intorno al baricentro
3. che non esiste una accelerazione tangenziale del centro di massa e che non esiste una accelerazione angolare
intorno al baricentro
4. che non esiste una accelerazione tangenziale del centro di massa
5. che non esiste una accelerazione angolare intorno al baricentro
Le relazioni fondamentali della statica  Fe  0,  M e  0 significano per un corpo
1. che la risultante delle forze esterne è nulla
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2.
3.
4.
5.
che il momento risultante delle forze esterne è nullo
che la risultante delle forze esterne è nulla e che il momento risultante delle forze esterne è nullo
che il corpo non è sollecitato
nessuna delle risposte precedenti
Per equilibratura di un corpo rotante (ad esempio una ruota) si intende che
1. la risultante delle forze centrifughe è nulla
2. il momento risultante delle forze centrifughe è nullo
3. la risultante delle forze centrifughe è nulla ma non nullo il momento risultante
4. il momento risultante è nullo ma non la risultante delle forze centrifughe
5. è nulla la risultante delle forze centrifughe ed è nullo il momento risultante delle forze centrifughe
Domande sulle resistenze passive
Le resistenze passive sono delle forze che presentano vantaggi e svantaggi
1. aiutano le forze motrici e non consentono la locomozione
2. aiutano le forze motrici e consentono la locomozione
3. si oppongono alle forze motrici e non consentono la locomozione
4. si oppongono alle forze motrici ma consentono la locomozione
5. nessuna delle risposte precedenti
Le resistenze passive sono per definizione
1. l’attrito connesso al moto di un corpo su una superficie
2. l’attrito (moto di un corpo su una superficie), la resistenza che si sviluppa nel moto relativo tra un corpo solido
e un fluido
3. l’attrito (moto di un corpo su una superficie), la resistenza che si sviluppa nel moto relativo tra un corpo solido
e un fluido e l’attrito interno relativo al moto proprio di un fluido
4. l’attrito (moto di un corpo su una superficie), la resistenza che si sviluppa nel moto relativo tra un corpo solido
e un fluido, l’attrito interno relativo al moto proprio di un fluido e la resistenza che incontra un corpo vincolato
nel suo moto
5. l’attrito (moto di un corpo su una superficie), la resistenza che si sviluppa nel moto relativo tra un corpo solido
e un fluido, l’attrito interno relativo al moto proprio di un fluido e la resistenza che incontra la corrente
elettrica in un conduttore
L’attrito radente dinamico (T) si può esprimere mediante la forza normale (N) agente e il coefficiente di attrito
dinamico come
1. T=N/fd
2. N=fd/T
3. N=fdT
4. T=fdN
5. fd=N/T
Il coefficiente di attrito di primo distacco (fs) rispetto al coefficiente di attrito dinamico (fd) risulta
1. sempre eguale
2. sempre minore
3. sempre maggiore
4. dipende dal singolo caso considerato
5. certe volte maggiore, altre minore
Il coefficiente di attrito dinamico (fd) dipende
1. dalla velocità e dalla pressione di contatto
2. solo dallo stato delle superfici di contatto
3. solo dalla natura delle superfici di contatto
4. dalla velocità, dalla pressione di contatto, dallo stato delle superfici di contatto e dalla loro natura
5. dallo stato delle superfici di contatto e dalla loro natura
Il coefficiente di attrito di rotolamento è funzione
1. della forza normale agente
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2.
3.
4.
5.
della forza normale agente e dell’inverso del raggio della ruota
della forza normale agente, della deformazione al contatto ruota-terreno (u) e dell’inverso del raggio della
ruota
della deformazione al contatto ruota-terreno (u) e dell’inverso del raggio della ruota
solo del raggio della ruota
Il coefficiente di attrito di rotolamento su suoli duri è in genere
1. maggiore del coefficiente di attrito radente dinamico
2. circa uguale al coefficiente di attrito radente dinamico
3. minore del coefficiente di attrito radente dinamico
4. a seconda dei casi maggiore o minore dei coefficienti di attrito radente
5. nessuna delle risposte precedenti
La resistenza di auto-dislocamento di una trattrice è definita come
1. la resistenza che presenta una trattrice ad avanzare su un certo tipo di terreno assegnato
2. la potenza dissipata nel moto di avanzamento
3. il tiro sviluppato assegnate le condizioni di lavoro
4. la resistenza che presenta una trattrice per avanzare su pista di prova
5. nessuna delle risposte precedenti
La resistenza di auto-dislocamento di una trattrice è misurabile
1. operando il traino in folle della trattrice con un’altra trattrice
2. mediante la registrazione dei consumi di gasolio istantanei
3. pesando la trattrice e la macchina operatrice collegata
4. operando il traino in folle della trattrice con un’altra trattrice e misurando con un dinamometro il tiro
necessario
5. nessuna delle risposte precedenti
Se la resistenza di auto-dislocamento di una trattrice su di un certo terreno è pari a 600 N e si muove a 10 m/s, la
potenza impegnata è pari a
1. 1/60 W
2. 60 W
3. 600 W
4. 6 kW
5. 6 kJ
Il tiro massimo esercitabile da una trattrice dipende
1. dalla potenza erogabile dal motore
2. solo dalla forza di aderenza disponibile
3. solo dal tipo di trattrice se gommata o cingolata
4. dalla forza di aderenza disponibile meno la resistenza di auto-dislocamento
5. dalla resistenza di auto-dislocamento
Per aderenza si intende la forza motrice che si sviluppa al contatto ruote motrici e terreno ed è pari
1. al peso aderente
2. al coefficiente di aderenza
3. al prodotto peso aderente per coefficiente di aderenza meno la resistenza di auto-dislocamento
4. al prodotto peso aderente per coefficiente di aderenza
5. nessuna delle risposte precedenti
Se si vuole migliorare l’aderenza e quindi migliorare la capacità di tiro e ridurre lo slittamento delle ruote motrici
occorre generalmente
1. diminuire il peso aderente
2. ridurre la velocità di avanzamento
3. aumentare il peso aderente (zavorrare)
4. aumentare la velocità di avanzamento
5. guidare con prudenza
La potenza di una trattrice agricola influenza
1. la capacità di tiro
2. a parità di tiro lo slittamento
3. l’aderenza
4. a parità di tiro la velocità di avanzamento
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nessuna delle risposte precedenti
Per peso aderente si intende generalmente
1. il peso complessivo della trattrice
2. il peso della trattrice che si scarica sulle ruote portanti
3. il peso della trattrice che si scarica sulle ruote motrici
4. il peso complessivo trattrice più attrezzo collegato
5. nessuna delle risposte precedenti
E’ modificabile il coefficiente di aderenza dato un sistema suolo-ruota
1. no è un valore immodificabile del sistema suolo-ruote
2. dipende solo dal sistema suolo
3. in genere è immodificabile
4. può essere modificato per esempio agendo sulle ruote motrici (sgonfiaggio, catene, ramponi di aderenza…)
5. nessuna delle risposte precedenti
Una trattrice agricola con DT inserita con peso di 4.000 N si muove su un terreno con coefficiente di aderenza pari a
0,5: quanto vale l’aderenza?
1. 1.000 N
2. 1.000 N/m
3. 1.000
4. 2.000 N
5. 2.000
Una trattrice agricola sviluppa al gancio di traino una forza di 2 kN e si muove a velocità di 10 m/s, la potenza
sviluppata al gancio di traino vale
1. 2 kW
2. 10 kW
3. 5.000 W
4. 20.000 W
5. 40 kW
La resistenza aerodinamica di un corpo dipende tra l’altro
1. dalla velocità e da un opportuno coefficiente dimensionale
2. dal quadrato della velocità e da un opportuno coefficiente dimensionale
3. dal cubo della velocità
4. dal quadrato della velocità e da un opportuno coefficiente adimensionale
5. dalla massa volumica del corpo e dal quadrato della velocità
La lubrificazione ha molti scopi, tra gli altri
1. aumentare l’attrito tra gli organi lubrificati
2. diminuire l’attrito tra organi in moto, raffreddare e uniformare le temperature, detergere dalle impurità
3. migliorare le caratteristiche dei combustibili
4. regolare le caratteristiche di funzionamento dei motori a combustione interna
5. permettere il funzionamento dei sincronizzatori nei cambi meccanici
La viscosità dinamica che si definisce nella formula di scorrimento viscoso di un fluido =v/h ha dimensioni fisiche
1. Pa
2. Pa/m
3. Pa/s
4. Pas
5. mm2/s
L’indice di viscosità per un lubrificante è una misura
1. dell’influenza della pressione sulla viscosità
2. dell’influenza della velocità sulla viscosità
3. dell’influenza della composizione chimica sulla viscosità
4. dell’influenza della temperatura sulla viscosità
5. nessuna delle risposte precedenti
Le classificazioni dei lubrificanti sono
1. solo basate sulla temperatura
2. solo basate sull’impiego
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3.
4.
5.
solo basate su prove di omologazione caratteristiche
basate sulla viscosità, l’impiego e prove di omologazione caratteristiche
basate sulla velocità, viscosità, l’impiego e prove di omologazione caratteristiche
Domande stabilità trattori
L’introduzione delle strutture di protezione (ROPS) sui trattori nuovi di fabbrica nel 1974 in Italia ha determinato
1. un aumento contenuto degli infortuni mortali in agricoltura
2. una riduzione drastica degli infortuni mortali in agricoltura
3. un aumentato forte degli infortuni mortali in agricoltura
4. nessuna variazione del numero degli incidenti mortali in agricoltura
5. nessuna delle risposte precedenti
Le strutture di protezione (ROPS) per un trattore possono consistere
1. solo una cabina di sicurezza
2. solo un telaio a quattro montanti o cabina di sicurezza
3. solo un arcone abbattibile
4. un arcone abbattibile o non abbattibile o un telaio a quattro montanti
5. un arcone abbattibile o non abbattibile o un telaio a quattro montanti o una cabina di sicurezza
Attualmente le strutture di protezione (ROPS) devono essere installate
1. solo sui trattori nuovi di fabbrica
2. solo sui trattori usati a ruote
3. su tutti i trattori nuovi di fabbrica o usati
4. solo sui trattori a ruote
5. solo sui trattori cingolati
Per un trattore cingolato in moto a velocità costante le tre forze agenti (T, tiro; G, peso; R, reazione del terreno) devono
costituire
1. un sistema a momento risultante nullo
2. un sistema a risultante nulla
3. un sistema a risultante e momento risultante nulli
4. un sistema a risultante e momento risultante non nulli
5. un sistema con risultante con direzione la velocità di avanzamento e verso concorde
Per un trattore a 2RM in moto a velocità costante le quattro forze agenti (T, tiro; G, peso; R, reazione del terreno sulle
ruote posteriori; Rb, la reazione del terreno sulle ruote anteriori) devono costituire
1. un sistema a momento risultante nullo
2. un sistema a risultante nulla
3. un sistema a risultante e momento risultante nulli
4. un sistema a risultante e momento risultante non nulli
5. un sistema con risultante con direzione la velocità di avanzamento e verso concorde
Contro il ribaltamento laterale sono favoriti
1. trattori larghi ed alti
2. trattori bassi e larghi
3. trattori bassi e stretti
4. trattori larghi e leggeri
5. i trattori a ruote
Generalmente il ribaltamento laterale avviene
1. in voltate larghe a grande velocità
2. in terreni in pendenza in discesa
3. in terreni in pendenza in salita
4. in terreni accidentati
5. in concomitanza di avanzamento su cigli di scarpate in terra con frana della scarpata
L’impennamento è un fenomeno repentino favorito da
1. trattori lunghi e leggeri
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2.
3.
4.
5.
trattori lunghi e pesanti
trattori corti e pesanti
trattori corti e leggeri
trattori cingolati
Una operazione estremamente dannosa ai fini dell’impennamento è
1. zavorrare anteriormente il trattore
2. effettuare collegamenti volanti di un trasporto con catene agganciate più in basso del gancio di traino
3. effettuare collegamenti volanti di un trasporto con catene agganciate più in alto del gancio di traino
4. mantenere velocità elevate nei tratti in discesa
5. mantenere velocità elevate nei tratti in salita
Per trasferimento dinamico del carico si intende il seguente fenomeno
1. in presenza di tiro parte del carico si trasferisce dall’assale posteriore sull’assale anteriore
2. in presenza di tiro parte del carico si trasferisce dall’assale anteriore sull’assale posteriore
3. in presenza di tiro si appesantiscono sia l’assale anteriore che posteriore
4. in presenza di tiro si alleggeriscono sia l’assale anteriore che posteriore
5. nessuna delle risposte precedenti
L’attacco a tre punti è un collegamento tra trattore e attrezzo asservito ad un sollevatore idraulico messo a punto
1. dalla casa Massey-Harris negli anni ‘30
2. da H. Ferguson negli anni ‘50
3. da H. Ferguson negli anni ‘30
4. dalla casa Massey-Harris negli anni ‘50
5. dalla FIAT negli anni ‘20
L’attacco a tre punti è un collegamento tra trattore e attrezzo che presenta molti vantaggi
1. maggiore sicurezza e manovrabilità degli attrezzi
2. maggiore sicurezza e trasportabilità degli attrezzi
3. maggiore sicurezza, trasportabilità e manovrabilità degli attrezzi
4. maggiore sicurezza, trasportabilità e manovrabilità degli attrezzi, ma difficoltà di gestione da parte del
trattorista
5. maggiore sicurezza, trasportabilità, manovrabilità degli attrezzi e maggiore trasferimento dinamico del carico
L’attacco a tre punti è costituito da
1. due bracci porta-attrezzi e sollevatore idraulico agente su tali bracci
2. un puntone centrale e due bracci porta-attrezzi
3. un puntone centrale e sollevatore idraulico
4. sollevatore idraulico degli attrezzi
5. un puntone centrale, due braccia porta-attrezzi e sollevatore idraulico agente su tali bracci
Il sollevatore idraulico può funzionare a
1. solo sforzo controllato
2. solo sforzo e posizione controllati
3. solo a posizione controllata
4. solo flottante
5. a posizione controllata, a sforzo controllato, a posizione e sforzo controllati, flottante
Se il sollevatore idraulico funziona a sforzo e posizione controllati questo significa che
1. l’attacco a tre punti con l’attrezzo collegato segue le ondulazioni del terreno
2. l’attacco a tre punti in funzione dello sforzo impostato può oscillare solo tra la superficie del terreno e la
profondità impostata (mai superandola)
3. l’attacco a tre punti lavora a profondità prefissata e pari a quella impostata
4. l’attacco a tre punti lavora a sforzo controllato variando la profondità di lavoro dell’attrezzo senza restrizioni
5. nessuna delle risposte precedenti
Se il sollevatore idraulico funziona in flottante questo significa che
1. l’attacco a tre punti con l’attrezzo collegato segue le ondulazioni del terreno
2. l’attacco a tre punti in funzione dello sforzo impostato può oscillare solo tra la superficie del terreno e la
profondità impostata (mai superandola)
3. l’attacco a tre punti lavora a profondità prefissata e pari a quella impostata
4. l’attacco a tre punti lavora a sforzo controllato variando la profondità di lavoro dell’attrezzo senza alcun limite
5. nessuna delle risposte precedenti
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Se il sollevatore idraulico funziona a sforzo controllato questo significa che
1. l’attacco a tre punti con l’attrezzo collegato segue le ondulazioni del terreno
2. l’attacco a tre punti in funzione dello sforzo impostato può oscillare solo tra la superficie del terreno e la
profondità impostata (mai superandola)
3. l’attacco a tre punti lavora a profondità prefissata e pari a quella impostata
4. l’attacco a tre punti lavora a sforzo controllato variando la profondità di lavoro dell’attrezzo
5. nessuna delle risposte precedenti
Il sistema di misura classico della forza di trazione negli attacchi a tre punti per trattori di medio-grande potenza è
costituito da
1. barra di torsione
2. molla ad U che lavora in compressione
3. barra a flessione
4. barra di trazione/compressione
5. nessuna delle risposte precedenti
Domande sui motori
La prima legge della termodinamica afferma
1. l’energia non è costante in un sistema isolato
2. l’energia si può presentare in molteplici forme
3. l’energia in un sistema isolato è costante
4. l’energia termica e l’energia meccanica sono equivalenti
5. l’energia termica non può trasformarsi integralmente in energia meccanica
La seconda legge della termodinamica afferma
1.
l’energia non è costante in un sistema isolato
2.
l’energia si può presentare in molteplici forme
3.
l’energia in un sistema isolato è costante
4.
l’energia termica e l’energia meccanica sono equivalenti
5.
l’energia termica non si può trasformare integralmente in energia meccanica
Il rendimento massimo di un motore termico ideale associato ad un ciclo di Carnot (indicando con T1 e T2
rispettivamente la temperatura assoluta della sorgente calda e fredda) è pari a
1. (T1-T2)/T2
2. (T1-T2)/T1
3. (T2-T1)/T1
4. (T2-T1)/T2
5. non è definibile mediante una formula
Un motore a benzina per autotrazione si può definire come
1. un motore a combustione interna volumetrico alternativo ad accensione spontanea
2. un motore a combustione interna volumetrico alternativo ad accensione comandata
3. un motore a combustione interna volumetrico rotativo ad accensione comandata
4. un motore a combustione interna continuo ad accensione comandata
5. un motore a combustione interna continuo ad accensione spontanea
Un motore diesel non ha un impianto di accensione in quanto
1. il gasolio è preriscaldato ed esiste un impianto di preriscaldamento dell’aria in fase di compressione
2. nella fase di compressione l’aria raggiunge una temperatura superiore alla temperatura di ignizione del gasolio
3. esiste un impianto di preriscaldamento dell’aria in fase di compressione
4. si utilizza un combustibile (gasolio) che ha un basso punto di ignizione
5. esistono candelette di accensione che si comportano come candele
Orientativamente il rendimento massimo reale di un motore termico da autotrazione è dell’ordine
1. di 1/2
2. di 1/3
3. di 1/4
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4.
5.
di 1/5
di 1/6
Il bilancio termico di un motore a combustione interna si può ritenere in prima approssimazione
1. 1/3 di lavoro utile, 1/6 di energia persa allo scarico dei fumi, 3/6 di energia persa con l’impianto di
raffreddamento
2. 1/3 di lavoro utile, 3/6 di energia persa allo scarico dei fumi, 1/6 di energia persa con l’impianto di
raffreddamento
3. 1/6 di lavoro utile, 3/6 di energia persa allo scarico dei fumi, 1/3 di energia persa con l’impianto di
raffreddamento
4. 1/3 di lavoro utile, 1/3 di energia persa allo scarico dei fumi, 1/3 di energia persa con l’impianto di
raffreddamento
5. 1/6 di lavoro utile, 1/3 di energia persa allo scarico dei fumi, 3/6 di energia persa con l’impianto di
raffreddamento
Il Potere calorifico inferiore di un combustibile è definito come
1. la quantità di calore rilasciata dall’unità di massa del combustibile in un processo di combustione completa
(con aria stechiometrica) e con i fumi raffreddati fino a 15 °C
2. la quantità di calore rilasciata dall’unità di massa del combustibile in un processo di combustione incompleta
(in difetto d’aria) e con i fumi raffreddati fino a 100 °C
3. la quantità di calore rilasciata dall’unità di massa del combustibile in un processo di combustione completa e
con i fumi raffreddati fino a 100 °C
4. la quantità di calore rilasciata dall’unità di massa del combustibile in un processo di combustione incompleta
(con aria stechiometrica) e con i fumi raffreddati fino a 15 °C
5. la quantità di calore rilasciata dall’unità di massa del combustibile in un processo di combustione
Il Potere calorifico superiore di un combustibile è definito come
1. la quantità di calore rilasciata dall’unità di massa del combustibile in un processo di combustione completa
(con aria stechiometrica) e con i fumi raffreddati fino a 15 °C
2. la quantità di calore rilasciata dall’unità di massa del combustibile in un processo di combustione incompleta
(in difetto d’aria) e con i fumi raffreddati fino a 100 °C
3. la quantità di calore rilasciata dall’unità di massa del combustibile in un processo di combustione completa e
con i fumi raffreddati fino a 100 °C
4. la quantità di calore rilasciata dall’unità di massa del combustibile in un processo di combustione incompleta
(con aria stechiometrica) e con i fumi raffreddati fino a 15 °C
5. la quantità di calore rilasciata dall’unità di massa del combustibile in un processo di combustione
Il Potere calorifico superiore di un combustibile differisce dal Potere calorifico inferiore
1. per il calore di condensazione del vapor d’acqua contenuto nei fumi
2. per il calore sensibile ceduto dai fumi nel raffreddamento da 100 a 15 °C
3. per il calore di condensazione del vapor d’acqua contenuto nei fumi e per il calore sensibile ceduto dai fumi
nel raffreddamento da 100 a 15 °C
4. sono due definizioni tra loro indipendenti e non in relazione tra loro
5. nessuna delle risposte precedenti
Nelle caldaie a condensazione si parla nella pubblicità di rendimenti termici maggiori di uno perché
1. rendimenti maggiori di uno sono sempre possibili
2. rendimenti maggiori di uno non sono possibili e in questo caso i calcoli sono fatti rispetto al Potere calorifico
inferiore del combustibile quando si recupera il calore latente di condensazione del vapor d’acqua nei fumi; in
questo caso più correttamente si dovrebbe condurre il calcolo del rendimento con il potere calorifico superiore
3. è un errore che non trova alcuna giustificazione
4. sono semplici trovate pubblicitarie
5. nessuna delle risposte precedenti
Il potere calorifico inferiore dei combustibili petroliferi è dell’ordine di
1. 10 MJ/kg
2. 20 MJ/kg (5.000 kcal/kg)
3. 30 MJ/kg
4. 40 MJ/kg (10.000 kcal/kg)
5. 50 MJ/kg
Il rapporto di compressione in un motore a combustione interna si definisce come
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1.
2.
3.
4.
5.
il rapporto del volume del cilindro quando il pistone è al punto morto superiore e quello della camera di
combustione
il rapporto del volume del cilindro quando il pistone è al punto morto inferiore e quello della camera di
combustione
il rapporto del volume del cilindro quando il pistone è al punto morto superiore e quello quando il pistone è al
punto morto inferiore
il rapporto del volume del cilindro quando il pistone è al punto morto inferiore e quello quando il pistone è al
punto morto superiore
il rapporto delle temperature massime e minime toccate nel ciclo termodinamico
La cilindrata unitaria in un motore a combustione interna si definisce come
1. la differenza del volume del cilindro quando il pistone è al punto morto superiore e quello della camera di
combustione
2. il volume del cilindro quando il pistone è al punto morto inferiore
3. la differenza del volume del cilindro quando il pistone è al punto morto superiore e quello quando il pistone è
al punto morto inferiore
4. il rapporto delle temperature massime e minime toccate nel ciclo termodinamico
5. la differenza del volume del cilindro quando il pistone è al punto morto inferiore e quello quando il pistone è al
punto morto superiore
Il rendimento termodinamico in un ciclo Otto o in un ciclo diesel è funzione principalmente:
1. del fluido che percorre il ciclo
2. del reale motore impiegato
3. della velocità con cui si percorre il ciclo
4. del rapporto di compressione
5. nessuna delle risposte precedenti
A parità di rapporto di compressione il rendimento termodinamico risulta
1. più elevato per il ciclo diesel
2. più elevato per il ciclo Otto
3. uguale per i cicli diesel ed Otto
4. dipende dai motori effettivi in prova
5. nessuna delle risposte precedenti
Il rendimento totale di un motore a combustione interna è dato
1. dal rendimento termodinamico
2. dal rendimento indicato
3. dal prodotto rendimento termodinamico e indicato
4. dal prodotto del rendimento termodinamico e meccanico
5. dal prodotto del rendimento termodinamico, indicato e meccanico
Il consumo specifico è legato al rendimento totale del motore:
1. non c’è alcuna relazione tra consumo specifico e rendimento
2. sono grandezze tra loro legate: il consumo specifico può essere calcolato come energia termica necessaria per
ottenere un’unità di energia meccanica e risulta quindi l’inverso del rendimento totale
3. sono grandezze tra loro legate: il consumo specifico può essere calcolato come energia meccanica ottenuta da
un’unità di energia termica e risulta quindi proporzionale direttamente al rendimento totale
4. è assai complicato ricavare una relazione tra consumo specifico e rendimento totale che sono grandezze tra
loro assai lontane
5. nessuna delle risposte precedenti
Per un motore a combustione interna si intende per funzionamento a 4 tempi
1. che il combustibile viene immesso in quattro tempi diversi
2. che un ciclo di funzionamento si compie in un giro dell’albero motore
3. che un ciclo di funzionamento si compie in due giri dell’albero motore
4. che un ciclo di funzionamento si compie in tre giri dell’albero motore
5. che un ciclo di funzionamento si compie in quattro giri dell’albero motore
Le curve caratteristiche di un motore sono
1. le curve di potenza, coppia e consumo specifico in funzione del numero di giri ottenute a manetta
(acceleratore) al minimo
2. le curve di potenza e consumo specifico in funzione del numero di giri ottenute a manetta (acceleratore) al
minimo
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3.
4.
5.
le curve di potenza e coppia in funzione del numero di giri ottenute a manetta (acceleratore) al minimo
le curve di potenza, coppia e consumo specifico in funzione del numero di giri ottenute a manetta
(acceleratore) al massimo
le curve di potenza e consumo specifico in funzione del numero di giri ottenute a manetta (acceleratore) al
massimo
Il consumo specifico minimo in genere si presenta nelle curve caratteristiche
1. a massima potenza
2. a coppia massima
3. a metà della potenza massima
4. al numero di giri massimo
5. tra coppia massima e potenza massima
La riserva di coppia in un motore per autotrazione è particolarmente utile in quanto
1. consente di ottenere velocità più elevate
2. di sopperire a sovraccarichi limitati solo con la riduzione del numero di giri del motore senza cambiare marcia
3. di ottenere prestazioni più elevate e consumi più bassi
4. di avere coppie motrici più elevate
5. di sfruttare meglio il cambio
Un consumo specifico tipico di un motore per trazione agricola diesel aspirato risulta dell’ordine di
1. 100 g/kWh
2. 200 g/kWh
3. 300 g/kWh
4. 400 g/kWh
5. 500 g/kWh
Le maggiori innovazioni sui motori diesel nell’ultimo decennio hanno riguardato
1. l’elettronica di gestione
2. l’elettronica di gestione e il “common rail”
3. l’elettronica di gestione, il “common rail” e la sovralimentazione con unità turbo
4. l’introduzione di materiali ceramici per la camera di combustione
5. non c’è stata una significativa evoluzione tecnologica nell’ultimo decennio
DOMANDE SULLE TRASMISSIONI
Per trasmissione principale di un trattore si intende
1. il sistema che permette la facile gestione di tutta la componentistica di gestione del motore
2. il sistema idraulico che permette il funzionamento del sollevatore idraulico
3. l’impianto di frenatura
4. il sistema che permette la trasmissione della potenza del motore alle ruote motrici
5. il sistema di guida del trattore
Funzioni di una trasmissione principale di un trattore sono quelle
1. di variare opportunamente la coppia motrice alle ruote motrici in funzione del carico incontrato
2. di permettere un facile innesto/disinnesto dal motore della trasmissione
3. di facilitare la gestione dell’attacco a tre punti e del sollevatore idraulico
4. di facilitare il comfort di guida
5. di variare opportunamente la coppia motrice alle ruote motrici in funzione del carico incontrato e di permettere
un facile innesto/disinnesto della trasmissione dal motore
In funzione della costituzione la trasmissione principale di un trattore di può distinguere in
1. meccanica
2. meccanica, idrostatica
3. meccanica, idraulica
4. meccanica, idraulica, mista
5. manuale, semi-automatica, automatica
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In funzione del tipo di azionamento una trasmissione principale si può distinguere in
1. manuale
2. manuale, semiautomatica (power shift)
3. meccanica, manuale
4. meccanica, idraulica, mista
5. manuale, semiautomatica (power shift), automatica
Per power shift elementare si intende
1. la possibilità di cambiare la marcia di un riduttore (veloce/lenta) senza frizionare
2. la possibilità di cambiare la marcia a parità di gamma senza frizionare
3. la possibilità di cambiare tutte le marce (anche di gamma) senza frizionare
4. un cambio totalmente automatico
5. una trasmissione idrostatica
Per power shift a gamme si intende
1. la possibilità di cambiare la marcia di un riduttore (veloce/lenta) senza frizionare
2. la possibilità di cambiare la marcia a parità di gamma senza frizionare
3. la possibilità di cambiare tutte le marce (anche di gamma) senza frizionare
4. un cambio totalmente automatico
5. una trasmissione idrostatica
Per power shift totale si intende
1. la possibilità di cambiare la marcia di un riduttore (veloce/lenta) senza frizionare
2. la possibilità di cambiare la marcia a parità di gamma senza frizionare
3. la possibilità di cambiare tutte le marce (anche di gamma) senza frizionare
4. un cambio totalmente automatico
5. una trasmissione idrostatica
La trasmissione di un trattore alle ruote motrici prevede essenzialmente i seguenti organi
1. frizione, cambio, coppia conica
2. frizione, cambio, coppia conica, differenziale
3. frizione, cambio, coppia conica, differenziale, riduzione finale
4. frizione, coppia conica, differenziale, riduzione finale
5. frizione, cambio, coppia conica, differenziale, riduzione finale, freni
La trasmissione di un trattore alle ruote motrici e direttrici prevede essenzialmente i seguenti organi
1. frizione, cambio, coppia conica
2. frizione, cambio, coppia conica, differenziale
3. frizione, cambio, coppia conica, differenziale, riduzione finale
4. frizione, cambio, coppia conica, differenziale, giunto omocinetico, riduzione finale
5. frizione, cambio, coppia conica, differenziale, giunto omocinetico, riduzione finale, freni
La presa di potenza di un trattore nella versione più completa può essere realizzata con possibilità di
1. sincronizzazione al cambio
2. sincronizzazione al cambio e al motore, in quest’ultimo caso con possibilità di rotazione a 540 giri/min
3. sincronizzata al motore con possibilità di rotazione a 540 e 1.200 giri/min
4. sincronizzata al cambio e al motore, in quest’ultimo caso con possibilità di rotazione a 540, 1.200 e 2.000
giri/min
5. sincronizzata al cambio e al motore, in quest’ultimo caso con possibilità di rotazione a 540 e 1.200 giri/min
La presa di potenza sincronizzata al cambio è utile
1. in ogni caso per operare tutti gli attrezzi collegati con l’attacco a tre punti
2. nel caso di traino di rimorchi con gancio di traino
3. in ogni caso di traino di rimorchi
4. nel caso di traino di rimorchi con assale motore soprattutto in condizioni difficili (strade di montagna)
5. nessuna delle risposte precedenti
Le frizioni con molla a diaframma sono particolarmente diffuse perché presentano molti vantaggi
1. costruzione più compatta
2. più economiche
3. costruzione più compatta, migliore bilanciamento
4. costruzione più compatta, migliore bilanciamento, più uniforme pressione di serraggio a tutte le velocità di
rotazione
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5.
costruzione più compatta, migliore bilanciamento, più uniforme pressione di serraggio a tutte le velocità di
rotazione, maggiore velocità di rotazione
Il rapporto di trasmissione per ruote di frizione viene definito come
1. la velocità angolare della ruota mossa diviso quella della ruota motrice
2. la velocità angolare della ruota mossa diviso quella della ruota motrice con segno meno se le velocità angolari
sono discordi
3. la velocità angolare della ruota mossa diviso quella della ruota motrice con segno più se le velocità angolari
sono discordi
4. la velocità angolare della ruota motrice diviso quella della ruota mossa con segno più se le velocità angolari
sono discordi
5. la velocità angolare della ruota motrice diviso quella della ruota mossa con segno meno se le velocità angolari
sono discordi
Il rapporto di trasmissione  per ruote di frizione viene definito in funzione dei raggi delle due ruote (1, ruota motrice; 2,
ruota mossa):
1. =r1/r2
2. =r2/r1
3. =±r1/r2
4. =±r2/r1
5. =-r2/r1
Un rapporto di trasmissione ||=1 indica
1. una riduzione di velocità
2. un aumento di velocità o overdrive
3. una ruota oziosa
4. presa diretta
5. ruote interne
Un rapporto di trasmissione ||>1 indica
1. una riduzione di velocità
2. un aumento di velocità o overdrive
3. una ruota oziosa
4. presa diretta
5. ruote esterne
Un rapporto di trasmissione ||<1 indica
1. una riduzione di velocità
2. un aumento di velocità o overdrive
3. una ruota oziosa
4. presa diretta
5. ruote esterne
Per passo si intende per le ruote dentate
1. la circonferenza primitiva diviso l’altezza del dente
2. il fianco del dente
3. l’altezza del dente
4. la circonferenza primitiva diviso il numero dei denti
5. il diametro della circonferenza primitiva diviso il numero dei denti
Il rapporto di trasmissione di due ruote dentate è dato in funzione del numero dei denti (1, ruota motrice; 2, ruota
mossa)
1. =Z1/Z2
2. =Z2/Z1
3. =±Z1/Z2
4. =±Z2/Z1
5. =-Z2/Z1
Per rotismo epicicloidale si intende un rotismo
1. con assi di rotazione delle ruote tutti fissi
2. con assi di rotazione di alcune ruote mobili (alcune ruote sono dotate di moto di rotazione e rivoluzione)
3. costituito da ruote a denti cilindrici
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4.
5.
costituito da ruote a denti elicoidali
costituito da una coppia conica
Una coppia conica è un rotismo ordinario che permette
1. la trasmissione del moto tra alberi comunque inclinati
2. di differenziare la velocità di rotazione delle ruote in curva
3. di costruire i cambi di velocità
4. la trasmissione del moto tra alberi tra loro a 90°
5. nessuna delle risposte precedenti
In un rotismo ordinario il rapporto di trasmissione a meno del segno è dato dal rapporto
1. del prodotto del numero di denti delle ruote mosse diviso quello delle ruote motrici
2. del prodotto del numero di denti delle ruote motrici diviso quello delle ruote mosse
3. della somma del numero di denti delle ruote mosse diviso quello delle ruote motrici
4. della somma del numero di denti delle ruote motrici diviso quello delle ruote mosse
5. non è un rapporto ma una differenza tra il numero dei denti delle ruote motrici meno quello delle ruote mosse
Un cambio di velocità meccanico tradizionale di un trattore è costituito
1. come per le automobili da una singola unità di cambio
2. da due o più unità di cambio in cascata
3. in genere quattro marce avanti più una retromarcia
4. in genere otto marce avanti e quattro retromarce
5. non è possibile definire una costituzione caratteristica del cambio di un trattore
In un cambio di velocità tradizionale la ruota oziosa è impiegata per ottenere
1. più marce
2. tutte le marce avanti
3. la retromarcia
4. non viene realizzata la ruota oziosa nei cambi tradizionali
5. nessuna delle risposte precedenti
I cambi meccanici moderni si possono definire
1. a ingranaggi mobili
1. a ingranaggi sempre in presa
2. a ingranaggi epicicloidali
3. con differenziale
4. con planetari
I sincronizzatori permettono in un cambio di velocità a ingranaggi sempre in presa di sincronizzare
1. la velocità di rotazione dell’albero di trasmissione con quella dell’albero motore
2. la velocità delle ruote motrici con quella dell’albero di trasmissione
3. la velocità della ruota con quella dell’albero su cui è montata
4. la velocità di rotazione dell’albero di ingresso con quella dell’albero di uscita
5. la velocità di rotazione dell’albero di rinvio con quella dell’albero di uscita
La formula di WILLIS si applica ai rotismi epicicloidali per la determinazione del rapporto di trasmissione tra i
componenti (solare, corona e porta-treno) e sta a significare:
1. che se si studia il rotismo bloccando il solare, il rotismo epicicloidale decade in un rotismo ordinario
2. che il rotismo epicicloidale se si blocca la corona, si può studiare come un normale rotismo ordinario
3. che il rotismo epicicloidale se si blocca il porta-treno, si può studiare come un normale rotismo ordinario
4. che un rotismo epicicloidale è un meccanismo non risolvibile in termini di rotismo ordinario
5. nessuna delle risposte precedenti
La formula di WILLIS si applica ai rotismi epicicloidali per la determinazione del rapporto di trasmissione tra i
componenti (solare, corona e porta-treno) e sta a significare:
1. che se si studiano le velocità relative dei componenti rispetto al porta-treno si possono applicare per il calcolo
del rapporto di trasmissione le stesse regole valevoli per un rotismo ordinario
2. che se si studiano le velocità relative dei componenti rispetto al solare si possono applicare per il calcolo del
rapporto di trasmissione le stesse regole valevoli per un rotismo ordinario
3. che se si studiano le velocità relative dei componenti rispetto alla corona si possono applicare per il calcolo del
rapporto di trasmissione le stesse regole valevoli per un rotismo ordinario
4. che un rotismo epicicloidale è un meccanismo non risolvibile in termini di rotismo ordinario
5. nessuna delle risposte precedenti
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Il differenziale è
1. un rotismo epicicloidale
2. un rotismo ordinario
3. un giunto omocinetico
4. un albero cardanico
5. una coppia conica ipoide
Il differenziale è un rotismo che permette
1. di cambiare le marce con facilità
2. di deviare il moto di 90° tra due alberi
3. di sterzare le ruote direttrici
4. di differenziare opportunamente la velocità delle ruote motrici in curva
5. di differenziare la velocità di rotazione di ruote dentate montate su uno stesso albero
Il differenziale si chiama così perché differenzia
1. la velocità delle ruote motrici in curva senza alcuna relazione tra le rispettive velocità
2. la velocità della presa di potenza da quella delle ruote motrici
3. la velocità delle ruote anteriori da quella delle posteriori
4. la velocità delle ruote motrici in curva in modo che tanto perde la ruota interna tanto guadagna la ruota esterna
5. la velocità di rotazione delle ruote direttrici in modo che tanto perde la ruota interna tanto guadagna la ruota
esterna
Per il differenziale la velocità delle due ruote motrici collegate è tale che
1. la loro media geometrica è sempre pari a quella della corona
2. la loro somma è sempre pari a quella della corona
3. la loro differenza è sempre pari a quella della corona
4. la loro somma è sempre pari a tre volte la velocità della corona
5. la loro media aritmetica è sempre pari a quella della corona
Il rapporto di trasmissione di un differenziale con porta-treno bloccato e considerando il moto dal semiasse sinistro a
quello destro
1. è pari a 0,5
2. è pari a -0,5
3. è pari a 1
4. è pari a -1
5. è pari a -2
Se si potesse far girare una ruota collegata con un differenziale all’altra ruota dello stesso assale, quest’ultima ruota
ruoterebbe
1. con la stessa velocità e verso concorde
2. non ruoterebbe, sarebbe ferma
3. con la stessa velocità e verso discorde
4. con velocità doppia e verso concorde
5. con velocità doppia e verso discorde
Il differenziale presenta l’inconveniente sostanziale che
1. le due ruote motrici possono presentare slittamenti diversi
2. le due ruote possono avere elevati slittamenti
3. aumenta i consumi di gasolio
4. se una ruota slitta completamente l’altra si blocca
5. rende difficile la guida in curva
Il bloccaggio del differenziale permette
1. di fare le curve in sicurezza
2. di non avere il fermo del mezzo per slittamento completo di una ruota motrice
3. di aumentare la sicurezza di guida
4. di ridurre la velocità di avanzamento
5. nessuna delle risposte precedenti
La riduzione finale di un trattore è generalmente
1. un semplice rotismo epicicloidale con solare bloccato, corona collegata al semiasse e porta treno collegato alla
ruota
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2.
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5.
un semplice rotismo epicicloidale con porta-treno bloccato, corona collegata al semiasse e solare collegato alla
ruota
un semplice rotismo epicicloidale con corona bloccata, solare collegato al semiasse e porta treno collegato alla
ruota
un semplice rotismo epicicloidale con corona bloccata, solare collegato al semiasse bloccato e porta treno
collegato alla ruota
nessuna delle risposte precedenti
Domande sui cingolati
La FIAT costruisce i primi cingolati con volante di sterzo
1. negli anni ‘10
2. negli anni ‘20
3. negli anni ‘30
4. negli anni ‘40
5. negli anni ‘50
I cingolati nella loro struttura fondamentale furono messi a punto fin dagli anni ‘30
1. dalla FIAT
2. dalla Landini
3. dalla John Deere
4. dalla Renault
5. dalla Caterpillar
I cingolati tradizionali in cingoli in acciaio presentano come costituzione classica
1. nessuna sospensione
2. la possibilità di sospensioni sia anteriormente che posteriormente dei corpi carrelli cingoli
3. solo una sospensione anteriore dei corpi carrelli cingoli con molla a balestra
4. solo una sospensione posteriore dei corpi carrelli cingoli con molla a balestra
5. dipende dalle singole case costruttrici
La molla a balestra presente anteriormente nei cingolati tradizionali permette
1. una divaricazione su un piano orizzontale dei corpi carrelli cingoli
2. un minore conforto di guida
3. una maggiore velocità di avanzamento
4. una migliore tenuta di strada
5. una dislocazione su piani verticali dei corpi carrelli cingoli per recuperare eventuali disformità del terreno sotto
i due cingoli
La struttura dei cingolati tradizionali unisce saldamente tra loro i due carrelli cingoli
1. mediante una molla a balestra anteriore
2. mediante un ancoraggio ad un albero posteriore dei corpi carrelli cingoli
3. mediante una molla a balestra anteriore e un ancoraggio ad un albero posteriore dei corpi carrelli cingoli
4. non c’è alcun bisogno di collegare tra loro i corpi carrelli cingoli
5. nessuna delle risposte precedenti
Il moto ai cingoli è realizzato in un corpo carrello cingolo
1. mediante una ruota motrice anteriore ed una ruota tendi cingolo posteriore
2. mediante una ruota motrice posteriore ed una ruota tendi cingolo anteriore
3. mediante diverse ruote motrici posteriori
4. mediante diverse ruote motrici anteriori
5. dipende dalle singole case costruttrici
Un cingolato a parità di potenza rispetto ad un gommato
1. presenta un peso inferiore
2. presenta solo un peso superiore, un’area di appoggio sul terreno più piccola, un baricentro più basso ed una
minore velocità di avanzamento
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5.
presenta solo un peso superiore, un’area di appoggio sul terreno più piccola, un baricentro più basso ed una
maggiore velocità di avanzamento
presenta un peso superiore, un’area di appoggio sul terreno più grande, un baricentro più basso ed una minore
velocità di avanzamento
ha un costo minore ed una minore velocità di avanzamento
Un cingolato classico con cingoli in acciaio presenta una forte limitazione
1. nel peso
2. nel costo
3. nella facilità e sicurezza di guida
4. nella velocità di avanzamento
5. nell’aderenza su terreni difficili
Un cingolato classico presenta nella trasmissione del moto alle ruote motrice
1. la soluzione tradizionale cambio, coppia conica, differenziale, riduzione finale
2. cambio, coppia conica, differenziale
3. cambio e coppia conica
4. cambio, coppia conica, riduzione finale
5. cambio e riduzione finale
La sterzatura di un trattore cingolato classico è del tipo
1. a volta corretta
2. a granchio
3. con frizioni e freni di sterzo, in condizioni estreme bloccaggio di un cingolo e rotazione del mezzo rispetto al
cingolo bloccato con strisciamento di questo sul terreno
4. con contro-rotazione dei cingoli: il mezzo ruota rispetto ad un asse passante per il baricentro
5. con rotismi epicicloidali particolarmente complessi
Un’innovazione importante sui cingolati è stata introdotta dalla Caterpillar alla fine degli anni ‘80
1. con dispostivi di sterzo a comando idraulico
2. con cingoli in gomma
3. con macchine di grande e grandissima potenza oltre 500 kW
4. con dispositivi di sterzatura dei cingoli in contro rotazione
5. la Caterpillar ha introdotto delle importanti innovazione nei cingolati solo nei primi anni del 2000
I cingolati con cingoli in gomma presentano un vantaggio sostanziale rispetto a quelli con cingoli in acciaio
1. nell’aderenza sviluppabile sul terreno
2. nel tiro disponibile a parità di terreno e peso
3. nel costo
4. nella facilità di guida
5. nella velocità massima di avanzamento
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