Unità Operativa Complessa di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva
Direttore Dott. Gianpiero Manes
CONSENSO ALLA ECOENDOSCOPIA (EUS)
IO SOTTOSCRITTO
Nome e cognome………………………………………………Data di nascita………………Nazionalità………………..
-In caso di paziente minorenne:
Nome e cognome del padre………………………………….Nome e cognome della madre ..……………………………
-Esistono limitazioni legali o naturali che non consentono la libera espressione del consenso al trattamento proposto?
Si [ ]
No [ ]
Dati del rappresentante legale: Nome e cognome…………………………................Data di nascita…………………
-Il consenso è stato acquisito attraverso interprete o mediatore culturale?
Si [ ]
No [ ]
Dati dell’interprete o mediatore culturale : Nome e cognome………………………...............Data di nascita……………
DICHIARO
di essere stato informato/a sulla natura e gli scopi della procedura ………………………………………..………………………….
che mi sono stati spiegati in modo chiaro e comprensibile dal Dr………………………………………………………, con
l’ausilio di un prospetto cartaceo che io ho letto attentamente.
Dichiaro di essere stato informato sugli obiettivi dell’esame/procedura, sui possibili insuccessi, rischi e complicanze immediati o
futuri, sui vantaggi offerti dalla procedura, sugli svantaggi conseguenti alla sua mancata esecuzione e sulle alternative alla
procedura stessa. Ho avuto inoltre rassicurazione che durante la esecuzione della procedura sarò assistito da personale qualificato
per far fronte a qualsiasi evenienza e che verranno usate apparecchiature a norma di legge. Sono stato informato inoltre del mio
diritto a revocare in qualsiasi momento il mio consenso alla procedura in oggetto. Alle domande da me poste, il medico che mi ha
in cura ha risposto in modo comprensibile ed esauriente.
Consapevolmente, quindi:
Con sedazione □
Acconsento
□
Non Acconsento
□
□
a sottopormi alla procedura/esame propostomi,
Senza sedazione ,
e a tutte le procedure infermieristiche relative all’esame e ad
eventuali prelievi bioptici e/o misure terapeutiche che si rendessero necessarie nel corso o dopo l’esecuzione dell’esame stesso.
Firma del paziente…………………………………………………………………..
Nome Cognome………………………………………………………..Genitore
□
Legale rappresentante
□
Nome Cognome………………………………………………………..Genitore
□
Legale rappresentante
□
Il sottoscritto Medico che ha acquisito il presente consenso, dichiara di avere verificato la piena comprensione da parte del
Paziente (o altra figura come sopra indicato) di quanto sopra esposto in merito al presente trattamento sanitario;
Luogo e data: ………………………………………… Firma e timbro del medico ………………………………………
Dichiaro di revocare il consenso
Firma………………………………………..data……………………ora…………..
Sede Legale: viale Forlanini, 95 – 20024 Garbagnate Milanese – Tel.02.994.301 – Cod. Fisc. e Part. IVA: 09323530965
posta elettronica certificata: [email protected]
web:www.asst-rhodense.it
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Unità Operativa Complessa di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva
Direttore Dott. Gianpiero Manes
P. Ospedaliero Rho
Corso Europa 250, 20017, Rho
Tel 02 99430.3264;
Fax 02 99430.3271
Coordinatore
Infermieristico Endoscopia
Sig.ra Maria Teresa Grassi
Coordinatore
Infermieristico Degenza
Sig.ra Alessandra Croci
______________________
P. Ospedaliero Garbagnate
Viale Forlanini 121,
20024, Garbagnate M.se
Tel 02 99430.2533;
Fax 02 99430.1905
Coordinatore
Infermieristico Polo
Endoscopico
Sig.ra Leonarda Tisci
______________________
Dirigenti Medici
Dott.ssa Ilaria Arena
Dott.ssa Cristina Bezzio
Dott.ssa Germana de Nucci
Dott. Massimo Devani
Dott. Enzo Mandelli
Dott.ssa Daniela Morganti
Dott.ssa Barbara Omazzi
Dott.ssa Raffaella Reati
Dott. Davide Redaelli
Dott. Simone Saibeni
Prospetto informativo alla ecoendoscopia
Gentile paziente,
sta per essere sottoposto ad un esame che si chiama ecoendoscopia (anche detta EUS),
un esame che consente di eseguire una ecografia di vari organi introducendo con un
endoscopio una sonda ecografica all’interno dell’apparato digerente. Con tale tecnica
potremo vedere in modo estremamente preciso tutta una serie di organi ed inoltre, se
necessario, potranno essere effettuate biopsie, ossia prelevati piccoli pezzettini di organo o
eseguiti piccoli interventi.
Che cosa è la ecoendoscopia?
La ecoendoscopia è una procedura che è basata sulla introduzione attraverso la bocca o
l’ano di un endoscopio, molto simile agli endoscopi tradizionali, che però porta sulla
propria punta una piccola sonda ecografica. Con questo esame potremo valutare
mediante tecnica ecografica in modo preciso la parete dell’ esofago, dello stomaco e
della prima e seconda porzione del duodeno, la struttura del pancreas, della colecisti,
delle vie biliari, del lobo epatico di sinistra, del rene, del surrene sinistro e della e milza. E’
inoltre possibile valutare la presenza e le caratteristiche ecografiche dei linfonodi delle
principali stazioni del mediastino (la regione del torace posta tra i due polmoni) e
dell’addome, studiare la estensione di alcune neoplasie polmonari, delle neoplasie del
retto e valutare alcune patologie ginecologiche, soprattutto l’endometriosi. Inoltre, se
necessario, è possibile effettuare prelievi di eventuali lesioni (dette biopsie), mediante
utilizzo di aghi sottili che aspirano cellule e frammenti di tessuto sospetto (tale tecnica è
detta FNA, aspirazione con ago sottile) lesioni che verranno poi analizzate. La ecoendoscopia consente anche il drenaggio di alcune raccolte che si formano in addome, in
genere come conseguenza di infiammazione del pancreas, le pseudocisti e le raccolte
necrotiche pancreatiche, o come conseguenza di infezioni di varia natura, gli ascessi
addominali e pelvici. Una ulteriore possibilità terapeutica è data dalla cosiddetta neurolisi
del plesso celiaco, ossia la iniezione di alcol all’interno di alcuni nervi dell’addome al fine di
trattare il dolore a partenza dal pancreas.
La preparazione alla ecoendoscopia
La preparazione all’esame dipende dal tipo di esame che si voglia eseguire. Per esami
eseguiti attraverso la bocca dovrà essere digiuno dalla sera prima o da almeno 12 ore
(nella fase di digiuno è concessa la assunzione di acqua). Non sarà necessario sospendere
le terapie in atto (se non altrimenti indicato), ma dovrà assumere le compresse almeno 2
ore prima dell’esame. Per eseguire l’esame attraverso l’ano è necessario che il suo colon
sia pulito, ossia senza feci. Dovrà quindi fare un clistere da un litro la sera prima ed un
secondo clistere un paio di ore prima dell’esame. Il giorno dell’esame si ricordi di venire
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accompagnato. Continui ad assumere tutte le terapie che fa abitualmente anche la mattina
dell’esame. Se assume anticoagulanti (Coumadin, Sintrom, Pradaxa, Eliquis, Xarelto) o
antiaggreganti (Aspirina, Plavix, Ticlopidina) consulti il suo medico o il Centro di Endoscopia
per la eventuale sospensione o sostituzione dei farmaci. Comunichi all’endoscopista, prima
dell’esame, se è portatore di pace-maker, defibrillatori impiantati o di protesi valvolari
cardiache. Se è diabetico consulti il suo medico curante che le consiglierà come assumere i
farmaci antidiabetici durante la preparazione.
La sedazione durante la ecoendoscopia
La anatomia
dell’apparato
digerente
La posizione del
paziente durante la
eco endoscopia
eseguita attraverso
l’ano.
La ecoendocopia è un esame che può determinare fastidio o, talvolta, dolore. Per rendere
l’esame più facilmente sopportabile e per garantire la sua massima collaborazione potrà
essere sedato attraverso la somministrazione di uno o più farmaci. La sedazione consiste nel
somministrare per via endovenosa dei farmaci che determinino una riduzione dell’ansia,
dell’agitazione e dello squilibrio emotivo che l’esame endoscopico può determinare. La
sedazione in genere non altera le funzioni cognitive (lo stato di coscienza sarà rallentato, ma
lei rimarrà nel complesso reattivo agli stimoli esterni) e non influenza le funzioni respiratorie e
cardiocircolatorie. Lei quindi potrà respirare spontaneamente, senza bisogno dell’aiuto di un
anestesista. Si definisce questa sedazione “sedazione cosciente” e viene ottenuta
somministrando per via endovenosa un farmaco della classe delle benzodiazepine, in genere
il Midazolam o Diazepam. Talvolta alla sedazione si aggiunge una “analgesia” ossia la
somministrazione endovenosa di un farmaco che riduca il dolore, in genere un derivato dalla
morfina, la Meperidina o il Fentanile. La somministrazione di un secondo farmaco accentua in
genere la sedazione e riduce dunque la capacità di rispondere agli stimoli esterni senza però
alterare la capacità di respirare spontaneamente. Tali farmaci verranno somministrati dal
medico coadiuvato da uno o più infermieri. Poiché l’ansia e la soglia del dolore, così come la
sensibilità ai vari farmaci, sono variabili da soggetto a soggetto, è impossibile prevedere a
priori il livello di sedazione ottimale per ciascun paziente. Il medico doserà dunque i farmaci
sulla base delle sue caratteristiche fisiche e della sua risposta, ma talvolta si possono
raggiungere livelli di sedazione più profondi rispetto a quelli preventivati. In questo caso potrà
essere necessaria la somministrazione di farmaci che bloccano quelli utilizzati e talvolta
l’assistenza delle funzioni respiratorie e cardio-circolatorie da parte di un anestesista.
N.B. Durante la procedura potrebbe essere necessario iniettare dei farmaci allo scopo di
rallentare la motilità gastro-intestinale e facilitare le manovre endoscopiche.
Inoltre, nel corso di esami volti a diagnosticare e differenziare lesioni sospette per neoplasia
potrebbe essere iniettato endovena un mezzo di contrasto ecografico (Sonovue) che
consente di valutare, potenziandola, la vascolarizzazione della lesione oggetto di studio e del
tessuto circostante.
Nel caso di interventi operativi, punture o interventi su cisti del pancreas, su lesioni vicino al
retto, nel mediastino, e in tutte le procedure di drenaggio verrà somministrata una copertura
antibiotica a largo spettro per ridurre la possibilità di varie complicanze infettive.
La posizione del
paziente durante la
esofago-gastroduodeno-scopia.
In caso di procedure ecoendoscopiche combinate con ERCP o di procedure di drenaggio
potrebbe essere necessario iniettare liquido di contrasto radio opaco attraverso l’orifizio della
papilla di Vater o all’interno delle raccolte o dei dotti pancreatici per ottenere immagini
radiologiche. Dal momento che queste procedure contemplano l’utilizzo di raggi X tutte le
donne in età fertile devono avere certezza di non essere in gravidanza mediante esecuzione
di test pre procedura (richiesta produzione di referto scritto). Per le procedure combinate con
ERCP le verrà comunque proposto un consenso a parte.
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Come si effettua la econdoscopia?
La puntura di una
lesione del
pancreas con
l’ecoendoscopio
Nel caso di esami eseguiti attraverso la bocca si dovrà sdraiare sul fianco sinistro e le verrà
posto tra i denti un boccaglio all’interno del quale dovrà passare lo strumento. A questo punto
l’endoscopio, opportunamente lubrificato, verrà introdotto e progressivamente fatto avanzare
nella gola e quindi attraverso l’esofago, lo stomaco ed il duodeno. Per favorire la discesa
dell’endoscopio dovrà deglutire al momento del suo passaggio attraverso la gola. L’esame
non è doloroso, ma può essere fastidioso nella prima parte, durante l’entrata dello strumento,
con possibili conati di vomito, eruttazioni e sensazione di soffocamento. In realtà lei potrà
sempre respirare, attraverso la bocca o il naso, poiché le vie respiratorie saranno sempre
libere. Durante l’esame avrà una sensazione di gonfiore legato all’aria che il medico
introduce per distendere e vedere meglio gli organi. Cerchi, per quanto possibile, di trattenere
l’aria evitando di eruttare. La esecuzione durante l’esame di respiri lenti e profondi la aiuterà a
controllare questi fastidi.
Nel caso di esami eseguito attraverso l’ano, dopo aver tolto gli indumenti, si dovrà sdraiare sul
fianco sinistro con le ginocchia ripiegate sull’addome. Prima dell’introduzione dello strumento
il medico effettuerà un’esplorazione dell’ano con il dito lubrificato da gel. Questa manovra
consentirà di constatare la presenza di eventuali patologie nella regione anale e rettale.
Successivamente lo strumento verrà introdotto nel retto e sospinto lentamente per alcuni
centimetri. E’ possibile che durante l’esame le venga chiesto di cambiare posizione ed è
probabile che l’infermiere effettui con le mani una compressione sul suo addome. Durante
l’esame il medico dovrà insufflare aria all’interno del colon al fine di distenderlo ed osservare
meglio la mucosa. L’aria potrà provocare una sensazione di gonfiore e dolore che lei potrà
alleviare effettuando una respirazione lenta e profonda e permettendo all’aria di uscire
dall’ano.
Nel complesso una ecoendoscopia ha una durata dai 30 ai 60 minuti, variabile in base al tipo
di esame eseguito, alla via di introduzione dello strumento e dal tipo di operatività che viene
fatta.
Quali sono le possibili complicanze della ecoendoscopia?
La ecoendoscopia è un esame sostanzialmente sicuro, ma come tutti gli atti medici può dar
luogo a complicanze. Alcune complicanze possono essere legate alla sedazione. Le più
frequenti sono il dolore nel punto di iniezione del farmaco, con infiammazione della vena, le
reazioni allergiche come il broncospasmo o l’orticaria, problemi cardio-respiratori, come
l’alterazione della pressione arteriosa, della frequenza e del ritmo cardiaco, la depressione
respiratoria con apnea, fino a giungere in casi molto rari all’ arresto respiratorio e/o cardiaco.
Nel complesso la possibilità di sviluppare una complicanza grave da sedazione si aggira
intorno a 1-3 casi ogni mille endoscopie, con una mortalità prossima allo zero. Al fine di ridurre
il rischio di complicanze le porremo delle domande riguardo eventuali allergie e malattie di
cui soffre o farmaci che sta assumendo. Inoltre durante l’esame verrà controllato da un
infermiere e verranno monitorati la respirazione, la pressione ed il battito cardiaco con un
apposito strumento.
L’ecoendoscopia diagnostica è una metodica sicura con una tasso di complicanze
(emorragia e perforazione) molto basso e sovrapponibile a quello che si verifica durante una
normale esofagogastroduodenoscopia. L’ecoendoscopia operativa con esecuzione di
aspirazione con ago sottile ha un’incidenza di complicazione bassa, tra l’1 ed il 2%. La
complicanza più frequente è in genere il sanguinamento che può insorgere in corso di biopsia
e che in genere si limita da solo. In corso di FNA di lesione solide o cistiche del pancreas può
verificarsi una pancreatite acuta. La presenza di dolore addominale per 8-24 ore dopo
l’esame o l’insorgenza di dolore a 24 dalla procedura in pazienti sottoposti ad EUS operativa
sul pancreas, potrebbero essere espressione di pancreatite acuta. Nel 90% dei casi la
pancreatite acuta è lieve è guarisce completamente nel giro di pochi giorni. In una piccola
percentuale dei casi la pancreatite può essere grave e tale da richiedere cure più prolungate
ed accurate ed anche un intervento chirurgico.
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Un’altra possibile complicanza della puntura con ago è la comparsa di una infezione,
soprattutto quando vengono punte cisti di vario tipo (tumori cistici, pseudocisti pancreatiche),
e lesioni poste vicino al retto e nel mediastino. In questi casi è utile a scopo preventivo
somministrare al paziente un antibiotico ad ampio spettro. Quando si esegue la puntura di un
tumore esiste il rischio che cellule tumorali possano disseminarsi lungo il tragitto dell’ago
(seeding); tale rischio è però estremamente basso in quanto la cavità peritoneale non viene
mai toccata dall’ago.
Le procedure di tipo interventistico, quali il drenaggio di raccolte pancreatiche e/o
pseudocisti mediante aspirazione e posizionamento di protesi, possono determinare
complicanze in una percentuale di casi variabile tra l’ 1 ed il 18% dei pazienti. Si potranno
avere emorragie, perforazioni, infezione e dislocazione dello stent nella cavità gastrica,
intestinale o all’interno dell’addome. Tali complicanze sono in genere gestibili con una terapia
medica o con la esecuzione di una nuova endoscopia, ma possono in alcuni casi richiedere
un intervento chirurgico.
Se dopo la procedura o nei giorni seguenti alla dimissione dovessero insorgere disturbi che
ritiene possano essere collegati alla procedura, è utile contattare il Suo medico curante o il
nostro servizio al numero 02 994302418 (dalle ore 8 alle ore 16). In altri orari è necessario
rivolgersi al pronto soccorso.
Quale è la alternativa alla ecoendoscopia?
In genere l’EUS viene eseguita come indagine di terzo livello al termine di un percorso
diagnostico e terapeutico per una patologia sospetta o già accertata con altri esami, per
eseguire la stadiazione accurata di una patologia neoplastica o per la esecuzione di una
terapia specifica. Con tali indicazioni la EUS è in assoluto l’esame più efficace e preciso e non
presenta alternative ugualmente valide. Alcuni esami radiografici come la TAC o la risonanza
magnetica possono dare alcune informazioni simili a quelle offerte dalla EUS. Le biopsie di
lesioni possono essere fatte talvolta dall’esterno con aghi inseriti su guida radiologica. Alcuni
interventi terapeutici possono essere eseguiti per via chirurgica. Si tratta di alternative in
genere meno precise e spesso gravate da un maggior rischio di effetti collaterali ed
insuccesso.
Cosa succede dopo la ecoendoscopia?
Alla fine dell’esame potrà rimanere confuso per i farmaci che le sono stati somministrati e
potrà avere per alcune ore una lieve dolenzia o gonfiore alla pancia. Se ha fatto la
colonscopia senza sedazione potrà lasciare l’ambulatorio entro pochi minuti dalla fine
dell’esame. Nel caso di sedazione sarà invece necessario un periodo di osservazione di
almeno 30 minuti che potranno diventare di più nel caso in cui abbia fatto una procedura
operativa o presenti dei fastidi. In questo frattempo verrà controllato dal personale medico ed
infermieristico che deciderà il momento in cui potrà lasciare l’ambulatorio.
N.B. Dopo una sedazione si raccomanda di non guidare, non fare lavori impegnativi e non
prendere decisioni importanti per almeno 12 ore. È dunque importante che venga
accompagnato da una persona che possa ricondurla a casa dopo l’esame.
Se è convinto di aver capito le spiegazioni datele ed è d’accordo a sottoporsi all’esame la
preghiamo di firmare il consenso informato. Se desidera ulteriori informazioni, il medico che
praticherà l’esame sarà a sua disposizione nel rispondere ai quesiti che lei porrà.
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