COMBATTERE L'INSONNIA Buone abitudini © sul cuscino Il riposo notturno è fondamentale per ritemprare il corpo e la mente. Per prevenire o combattere sonni agitati è importante osservare tante piccole regole quotidiane di comportamento. Se il problema si fa più serio ci si può rivolgere ai centri medici specialistici. In ogni caso i sonniferi vanno usati il meno possibile. Sono circa 12 milioni gli italiani che soffrono di problemi di insonnia. Attenzione, però: il disturbo non riguarda tanto la durata del sonno, perché a questo proposito non esiste una regola assoluta. Il tempo ideale da trascorrere sotto le coltri varia infatti da individuo a individuo ed è legato alle abitudini di vita e all'età (vedi nelle pagine seguenti il riquadro "Quando non si chiude occhio"). I problemi sono invece connessi alla qualità del sonno e si possono manifestare in differenti modi: notti in bianco, fatica a prender sonno, risvegli nel cuore della notte, risvegli precoci al mattino… Insomma, si parla di insonnia quando, al di là delle ore di sonno, ci si sveglia non riposati. Il sonno del giusto Dato che una bella dormita è essenziale per cancellare le fatiche e ricaricare corpo e mente, le conseguenze dell'insonnia si ripercuotono inevitabilmente durante le successive ore di veglia, causando stanchezza, difficoltà di concentrazione, problemi di memoria e anche irritabilità. Che cosa bisogna fare per ritrovare la pace nel letto? 18 SALUTEST n° 30 febbraio 2001 Naturalmente, non esiste una formula magica applicabile indistintamente a tutti i casi. Vi sono differenti soluzioni, ciascuna delle quali può rivelarsi la carta vincente per sconfiggere quel nemico chiamato insonnia. L'importante è conoscere le ragioni che impediscono di lasciarsi andare tra le braccia di Morfeo. Dato che queste ultime cambiano da persona a persona, in caso di disturbi del sonno è comunque vietato il "fai da te": se si fatica a chiudere occhio, il primo passo da fare è senz'altro quello di rivolgersi al medico di famiglia. Sonniferi solo in pochi casi Se usato solo in situazioni ben precise, un sonnifero può rivelarsi utile. Ma troppo spesso i pazienti tendono ad abusare di questi farmaci, diventandone consumatori cronici. In questo errato tipo di comportamento qualche volta c'è anche lo zampino del dottore di famiglia. I medici di base, infatti, non sempre hanno conoscenze specifiche sui disturbi del sonno, in particolare su quelli di una certa gravità: in alcuni casi finiscono per prescrivere sonniferi, reiterando tale indicazione (magari aumentando la dose) anche quando il paziente ritorna in ambulatorio perché i farmaci non hanno ottenuto il risultato sperato. Da usare con il contagocce I sonniferi maggiormente prescritti dai medici di base sono quelli che appartengono al gruppo delle benzodiazepine o simili (vedi la tabella "I farmaci antinsonnia"). Il loro impiego va soppesato molto attentamente, perché il loro uso prolungato può provocare conseguenze indesiderate. Negli Stati Uniti alcune case I FARMACI ANTINSONNIA CLASSIFICAZIONE Farmaci che possono essere impiegati sotto controllo medico e per brevi periodi Farmaci che possono essere impiegati per insonnie leggere, la cui efficacia è dubbia o poco indicata Farmaci sconsigliati (e non più utilizzati) perché possono dare troppo facilmente dipendenza ESEMPI A CHE CATEGORIA DI FARMACI APPARTENGONO Xanax (1) o meglio il suo generico Alprazolam EG (1), Tavor (1) o meglio il suo generico Lorazepam Dorom (1)… Benzodiazepine con una durata di effetto breve Imovane (1), Stilnox (1), Nottem (1)… Analoghi alle Benzodiazepine Valeriana, Passiflora, Tiglio, Biancospino, Camomilla e associazioni di questi prodotti Sono tutti prodotti fitoterapici – ma si trovano in farmacia anche come farmaci da automedicazione – la loro efficacia non è stata del tutto provata Nopron (1), Nytol Sono antistaminici, cioè farmaci nati come antiallergici che hanno un forte effetto collaterale sedativo e per questo motivo vengono utilizzati contro l'insonnia Gardenale (2), Luminale (2), Quanil (2)… Barbiturici, Meprobamato e loro associazioni (1) Farmaci vendibili su prescrizione medica (2) Farmaci vendibili su prescrizione medica da conservare e trattenere da parte del farmacista farmaceutiche sono finite nell'occhio del ciclone, con tanto di cause legali intentate da consumatori, per la produzione di medicine antinsonnia rivelatesi pericolose. Il caso più eclatante è stato quello dell'Halcion, farmaco a base di benzodiazepine, accusato di provocare rischiose e imprevedibili alterazioni del comportamento. In seguito al ricorso al tribunale, questa medicina è stata sospesa da alcuni mercati europei e, nei paesi dove è rimasta in commercio (come l'Italia), la sua posologia è stata ridotta. • I farmaci a base di benzodiazepine devono essere utilizzati solo per insonnie di breve durata e legate a stress o disturbi passeggeri. • Dato che bisogna andarci con i piedi di piombo, è consigliabile la somministrazione di dosi minime per un periodo di tempo breve (mai per oltre 4 settimane). • Meglio ancora utilizzare solo farmaci il cui effetto sparisce dopo brevissimo termine, cioè da 2 a 5 ore (vedi tabella "Quanto dura l'effetto"), così da non incappare in fenomeni di sonnolenza anche durante la giornata. • Il trattamento non deve mai essere interrotto bruscamente, ma bisogna ridurre gradualmente le dosi nell'arco di più giorni. Se dopo 4 settimane dall'inizio della cura a base di farmaci permangono i problemi di insonnia, è meglio non insistere con le medicine, ma rivolgersi a un centro specializzato (vedi più avanti nel testo). Gli effetti indesiderati Il consumo prolungato di sonniferi può provocare numerosi effetti indesiderati. • Le benzodiazepine danno assuefazione: dopo circa 2 o 3 settimane QUANTO DURA L'EFFETTO Durata effetto Emivita* lunga (più di 40 ore) Emivita media (24-40 ore Emivita breve (meno di 20 ore) Emivita ultrabreve (2-5 ore) Principio attivo Clorazepato Diazepam Prazepam Flunitrazepam Nitrazepam Alprazolam Bromazepam Lorazepam Triazolam Transene Valium Prazene Roipnol Mogadon Xanax Lexotan Tavor Halcion Generico No Sì No No No Sì No Sì No ▲ * : temine tecnico riferito all'indice della durata dell'effetto Esempio di nome commerciale dall'inizio del loro impiego possono perdere efficacia; viene allora la tentazione di aumentare la dose, con il rischio di dipendenza fisica e psichica. Quest'ultima provoca perdita di memoria e disturbi dell'umore e del comportamento (ansia, aggressività…). Esiste inoltre il rischio della cosiddetta sindrome di disassuefazione: quando la cura viene interrotta di colpo possono infatti sorgere problemi d'insonnia ancora più gravi di quelli per cui si è iniziato a prendere i farmaci. • L'elenco degli effetti indesiderati delle benzodiazepine non finisce qui: durante la cura possono verificarsi abbassamenti dell'attenzione nelle ore diurne (con il rischio di incappare in sonnolenze mentre si è alla guida dell'automobile), rischi di cadute (soprattutto per le persone anziane), reazioni allergiche a livello cutaneo (eritemi, eczemi, pruriti…), disturbi psichici (aggressività, eccitazione…). • Rispetto alle benzodiazepine vere e proprie, i farmaci simili hanno gli stessi effetti collaterali, ma la loro manifestazione è meno frequente. • Vi sono poi alcuni antistaminici che possono essere usati per insonnie leggere, sempre però sotto controllo medico perché possono provocare stipsi e ritenzioni urinarie. • Ormai poco utilizzati, e comunque assolutamente da sconsigliare in ogni caso, sono i barbiturici, a causa delle loro numerose e pesanti controindicazioni e del rischio di dipendenza. SALUTEST n° 30 febbraio 2001 19 ▲ Il cuscino verde Per forme di insonnia leggere si può anche ricorrere a prodotti fitoterapici o a rimedi omeopatici, anche se va specificato che dal punto di vista scientifico la loro efficacia non è del tutto provata. Sono numerose le piante a cui tradizionalmente si assegnano proprietà calmanti, utilizzate come sonniferi: valeriana, passiflora, camomilla… Se presi nelle dosi consigliate, i prodotti fitoterapici non sono per nulla tossici e non causano alcun effetto collaterale. Attenzione, però: il fatto che esistano dubbi sulla loro efficacia non significa che non abbiano alcun effetto. La valenza sedativa del tiglio o della passiflora, per esempio, è provata sugli animali. Ancora: riguardo alla valeriana, più di una ricerca ha dimostrato che facilita il sonno e ne migliora la qualità. Vi sono poi farmaci a base di succhi omeopatici che possono essere utilizzati da adulti e bambini. L'efficacia dell'omeopatia non è però mai stata dimostrata rispetto ai problemi d'insonnia. Infusi e tisane a base di erbe possono essere efficaci per combattere forme di insonnia leggere. 20 SALUTEST n° 30 febbraio 2001 QUANDO NON SI CHIUDE OCCHIO Diciamo, prima di tutto, che è sbagliato parlare di una "durata normale" del sonno. Ciascun individuo può infatti avere bisogno di un differente periodo di tempo per risvegliarsi riposato. Negli adulti, comunque, la durata media del sonno è di 8 ore, fermo restando che possono appunto verificarsi variazioni anche consistenti da persona a persona. Occasionale o cronica L'insonnia occasionale, come indica il nome, tocca persone che solitamente non soffrono di questo tipo di problema. Si manifesta in conseguenza di fattori ben definiti, ma saltuari e passeggeri: uno stress, un viaggio con cambiamento di fuso orario, l'utilizzo di particolari farmaci (per esempio, anfetamine, antidepressivi…), il consumo eccessivo di caffè o di alcolici e così via. L'insonnia occasionale solitamente non dura per più di 3 settimane e scompare quando viene meno il fattore scatenante. L'insonnia cronica è invece decisamente più grave, perché può protrarsi per più mesi o addirittura per diversi anni. Spesso prende origine da un forte stress che trasforma un'insonnia occasionale in una cronica. Il disturbo si "autoalimenta" nel paziente: prima ancora di affrontare il cuscino crescono le ansie legate alla paura di non dormire e questo rende ancora più difficile prendere sonno. Stress, ansie, fobie Sono diversi i fattori psicologici legati ai disturbi cronici del sonno. Non ci si riesce ad addormentare o a dormire bene a causa di una preoccupazione che gira per la testa, uno stress, un'eccessiva agitazione… I motivi possono essere differenti: problemi sul posto di lavoro, sovraccarico professionale, liti in famiglia, ma anche la visione di un film horror, per esempio, possono provocare un'eccitazione psichica che finisce per allontanarci dalle braccia di Morfeo. Anche la depressione, così come i problemi psichiatrici (angosce, fobie, ossessioni…), porta spesso con sé disturbi del sonno. Malattie associate al sonno Alcune persone si svegliano nel cuore della notte a causa dei movimenti delle loro gambe. Tale disturbo, chiamato sindrome delle gambe senza riposo, si manifesta con scosse involontarie e ripetute degli arti inferiori oppure con formicolii persistenti. Colpisce in particolare chi soffre di insufficienze respiratorie o renali, i diabetici, le donne incinte e coloro che abusano di alcolici. La sindrome delle apnee del sonno consiste in periodici e frequenti arresti della respirazione durante la notte. Tali fenomeni, a volte associati al russare, causano risvegli ripetuti che portano all'insonnia. Le persone a rischio sono gli uomini dai 40 ai 60 anni e gli obesi. Cambiamento di ritmi tra il giorno e la notte In ciascuno di noi, il ritmo veglia/sonno è regolato da un personale "orologio" interno durante tutte le 24 ore. Il cambiamento delle abitudini di vita può agire negativamente sul funzionamento di questo orologio, creando problemi di sonno. È il caso di coloro che lavorano alternando turni notturni e diurni (vedi il riquadro "Rispettare i propri turni"), che viaggiano spesso cambiando fuso orario oppure che soffrono della cosiddetta sindrome da fase di sonno ritardata. In quest'ultimo caso sia l'approccio al sonno sia il risveglio sono ritardati rispetto alla media generale: è quindi impossibile mettersi a letto e riuscire ad addormentarsi a un'ora "classica" (diciamo, per esempio, tra le nove di sera e mezzanotte). Una volta iniziato a dormire, però, il sonno si mantiene poi senza difficoltà, finendo per causare un risveglio altrettanto ritardato rispetto alla media generale. Al centro del sonno Quando rivolgersi? Solitamente ci si rivolge a una di queste strutture su indirizzo del medico generico, se le prime cure non hanno portato benefici. Dato che si tratta di centri specialistici, è necessario avere l'impegnativa del proprio dottore per beneficiare del regime convenzionato. I tempi di attesa variano da pochi giorni fino a circa due mesi. Quali trattamenti? Dato che i disturbi del sonno e le relative cause sono molteplici, il paziente segue un trattamento differente a seconda del proprio problema. • Comune a tutti è ovviamente una prima visita preliminare (se occorre ne possono seguire altre simili), durante la quale viene ricercata l'origine dell'insonnia. Per individuarne le cause con precisione, a volte al paziente viene chiesto di annotare per una decina di giorni su un diario gli orari in cui si corica, quando si addormenta, quando si sveglia, gli eventuali risvegli notturni, le ripercussioni durante la giornata successiva e così via, in modo da monitorarne il comportamento. Possono essere necessarie anche registrazioni di diverse attività (cerebrale, cardiaca, respiratoria…) durante il sonno o altri esami simili. • Una volta individuate le cause viene poi decisa la cura, che può prevedere trattamenti psicoterapici e farmacologici; in caso l'origine dei problemi sia di carattere respiratorio, può essere anche necessario intervenire chirurgicamente. Un trattamento non farmacologico ha una durata media di 3 mesi, con incontri settimanali o quindicinali, ma ▲ Chi non riesce a dormire sonni tranquilli può rivolgersi ai centri medici specializzati nella cura dei disturbi del sonno. Alcuni studi americani hanno dimostrato che le tecniche impiegate da questi centri migliorano i tempi necessari ad addormentarsi, mentre sono meno chiari gli effetti sulla durata totale del sonno; in ogni caso, sempre secondo questi studi, due terzi dei pazienti che si sono rivolti a queste strutture hanno ottenuto buoni risultati. possono esserci variazioni di tempi in base alle tecniche impiegate e alle risposte del paziente. • Il costo totale di una cura varia a seconda degli esami, dei tempi e del differente trattamento. Dato che i centri antinsonnia sono collocati presso strutture sanitarie pubbliche, i prezzi fanno riferimento ai vari ticket (visite specialistiche, esami…). Dove indirizzarsi In Italia sono 16 le strutture accreditate presso l'Associazione italiana di medicina del sonno (AIMS), integrate a strutture pubbliche come ospedali o cliniche universitarie. Per conoscere dove si trova il centro più vicino, potete rivolgervi alla pagina Internet www.irccs.oasi.en.it/unop/sonno/ma in.htm oppure chiedere alla vostra Asl. @ RISPETTARE I PROPRI TURNI A volte si mettono a letto quando cala il sole, come tutti, ma altre volte quando gli altri dormono loro sono svegli. Poi, quando gli altri si alzano dal letto, loro si infilano tra le lenzuola. Sono coloro che lavorano alternando turni diurni e notturni (medici e infermieri, forze dell'ordine, militari, trasportatori…). Questa categoria di persone è tra le più a rischio riguardo ai problemi d'insonnia. Il corpo umano è infatti naturalmente portato a seguire sempre le fasi naturali della giornata: così, il sonno è associato alla fase di buio, mentre la veglia alla fase di luce. Chi è costretto a lavorare a volte di notte e altre di giorno non riesce a seguire questa disposizione naturale, ma neanche riesce a invertirla in modo continuo e regolare. Da ciò può scaturire un duplice problema: di notte rimane comunque la voglia, inappagata, di dormire, mentre durante il giorno il sonno rischia di essere breve e soprattutto poco riposante. La stanchezza legata a questo problema finisce per generare disturbi (debolezza di memoria, difficoltà di concentrazione ma anche ansia, irritabilità, depressione…) che si possono riflettere negativamente anche nell'ambito familiare e sociale. Che fare, allora? Per cercare almeno di prevenire gli scompensi, è opportuno fare attenzione anche a piccole cose che possono però rivelarsi importanti in rapporto alla ricerca di un sonno riposante. Per esempio, il lavoratore che fa i turni dovrebbe cercare di andare a letto il prima possibile dopo la fine del lavoro, fare in modo che la camera da letto sia buia e silenziosa (se necessario indossare una mascherina e i tappi per le orecchie), non mangiare pesante prima di andare a dormire e cercare di seguire abitudini regolari prima di coricarsi (piccoli riti come, per esempio, bere sempre una tisana, poi lavarsi i denti, mettersi il pigiama…). Allo stesso modo, sarebbe utile schiacciare un pisolino di una ventina di minuti prima di recarsi al lavoro, perché i benefici di una dormitina ristoratrice si protraggono per alcune ore. SALUTEST n° 30 febbraio 2001 21 ▲ Imparare le tecniche per rilassarsi In caso di insonnie dovute a problemi psicologici, può rivelarsi utile imparare alcune tecniche di rilassamento, insegnate anche presso i centri specializzati nella medicina del sonno. Tali tecniche hanno l'obiettivo di far raggiungere al paziente un relax fisico e mentale senza dover ricorrere ad aiuti esterni o a farmaci. Anche alcune discipline orientali (come per esempio lo yoga) e il training autogeno permettono di raggiungere obiettivi simili. Secondo gli studiosi, i trattamenti basati sulle tecniche di rilassamento favoriscono la diminuzione dell'ansia legata all'insonnia, riducono le difficoltà a prendere sonno e limitano i risvegli notturni. Meno certi, secondo l'attuale casistica, sono invece i benefici riguardo all'aumento della durata totale del sonno. I CONSIGLI DI MORFEO • Non coricatevi senza mangiare: l'ipoglicemia, cioè la carenza di zuccheri, disturba il sonno; attenzione, però: la cena deve essere la più leggera possibile. • Non fate la doccia prima di andare a letto: agisce come un colpo di frusta che aumenta lo stato di veglia. Preferite, invece, un bagno caldo. • Dopo cena bevete un infuso calmante o rilassante a base di piante (camomilla, tiglio…). • Mettetevi a letto quando avvertite i primi sintomi del sonno (sbadigli, palpebre che si appesantiscono…). • Evitate le bevande eccitanti (caffè, tè, cola…) a partire dal tardo pomeriggio. • Fate in modo che la camera da letto sia aerata, fresca (19 –20 °C), silenziosa e buia. • Non fatevi cogliere dal sonno sul divano, mentre state leggendo o guardando la tv: risvegliarsi per trasferirsi a letto rompe il meccanismo del sonno e causa difficoltà nel riaddormentarsi. • Evitate di praticare sport in serata, perché l'attività fisica intensa non aiuta il buon sonno. • Cercate di coricarvi tutte le sere più o meno alla stessa ora, senza però forzarvi se non avete sonno. • Evitate di lavorare, mangiare o guardare la televisione a letto. • Se siete sotto le coperte da una ventina di minuti e non vi siete ancora addormentati, alzatevi dal letto; ritornateci solo quando vi tornerà sonno. • La mattina cercate di alzarvi sempre più o meno alla stessa ora. • Evitate i superalcolici e moderate il consumo di vino a cena. • Scegliete un materasso confortevole, né troppo duro né troppo molle. • Non fate pisolini durante la giornata. • Evitate di imbarcarvi in discussioni animate o in lavori impegnativi durante il dopo cena, dedicandovi ad attività rilassanti e piacevoli (lettura, ascolto di musica, una piccola passeggiata). 22 SALUTEST n° 30 febbraio 2001 La pratica yoga e le tecniche di rilassamento possono facilitare l'approccio al sonno. IL SONNO DEL NONNO Con l'avanzare dell'età generalmente aumentano i problemi legati al sonno. Oltre i 60 anni spesso diventa più difficile addormentarsi, il sonno si fa più leggero e si riesce raramente a dormire una notte intera senza intermezzi di veglia. Questi fenomeni sono normali e non è dunque il caso di inquietarsi. Non per questo, però, si deve dare ascolto alla diceria che le persone anziane hanno bisogno di dormire di meno. È infatti sbagliato fare di tutta un'erba un fascio: non esistono parametri fissi e ciascun individuo, al di là dell'età, dovrebbe dormire secondo i propri bisogni. Secondo gli ultimi studi, il metodo migliore per combattere le insonnie degli anziani, soprattutto a lungo termine, è il trattamento comportamentale: tecniche di rilassamento e abitudini quotidiane vengono insegnate ai nonni per prevenire o limitare i disturbi del sonno. A causa degli effetti indesiderati, sono invece sconsigliati i sonniferi, da utilizzare solo in casi estremi, sempre sotto stretta sorveglianza medica e per brevi periodi (vedi anche ST n. 22, ottobre 1999). ■