Scribano I percorsi intrecciati dell’Etica di Spinoza Nell’Etica si compendia la riflessione filosofica di Spinoza, il cui fine è fondare la morale e individuare la via che porta l’uomo alla beatitudine. Secondo Emanuela Scribano, che si è occupata di teologia razionale e teoria della conoscenza nel pensiero moderno, bisogna tener presente questo obiettivo dell’Etica per comprendere la struttura dell’opera e cogliere i nessi logici tra le parti dell’esposizione. Spinoza segue il filo che porta alla verità secondo un rigoroso ordine interno. Come già accadeva nel Breve trattato, l’Etica comprende tutta la filosofia, dalla metafisica alla morale, tanto che Spinoza, inizialmente, si riferiva all’Etica chiamandola genericamente “filosofia”. L’Etica si compone di cinque parti, ognuna dedicata a un ambito della filosofia: alla metafisica la Parte prima, alla teoria della conoscenza la seconda, alla psicologia e allo studio delle passioni la terza, alla morale la quarta e la quinta. Non si tratta della somma di parti autonome, che, nel loro insieme, vadano a comporre un sistema filosofico. La fondazione della morale, la teoria dell’eternità della mente e della beatitudine sono gli scopi cui tende l’opera, e quindi la metafisica, la teoria della conoscenza e la teoria degli affetti devono intendersi come gradini di una scala, indispensabile al raggiungimento della meta. La finalità dell’opera verrà ricordata di tanto in tanto da Spinoza, a evitare una lettura parcellizzata o una richiesta di completezza delle singole parti. Si veda, a puro titolo di esempio, come Spinoza introduce la teoria della conoscenza che occupa la Parte seconda. Spinoza avverte che in questo luogo si spiegheranno le cose che seguono dall’essenza di Dio, ma non tutte, bensì “soltanto quelle che possono condurci quasi per mano alla conoscenza della mente umana e della sua somma beatitudine”. La finalità dell’opera non va persa di vista nella lettura, e nemmeno il rapporto di dipendenza tra le parti: se non conosciamo quale sia la relazione che intercorre tra gli enti finiti e la sostanza infinita, non potremo sapere qual è la natura della mente e come conosce; se non sappiamo qual è la natura della mente non potremo avere una teoria delle passioni, e così via. Tuttavia la Parte prima presuppone e utilizza teorie che saranno esplicitate solo nella Parte seconda, e alcune tesi contenute nella Parte seconda divengono comprensibili solo alla luce di quanto sarà chiarito nella Parte quinta. Una teoria di Spinoza sottende a questa procedura: la convinzione, anch’essa esplicitata nella Parte seconda, secondo la quale la verità è norma di se stessa, ovvero la verità si impone alla mente e non deve essere ulteriormente giustificata. [...] Il progetto di Spinoza presuppone la convinzione che la morale sia dimostrabile come lo sono i teoremi della geometria, un progetto, quello di una morale scientifica e per questo definitiva, di fronte a cui Cartesio si era arrestato. Ma poiché per arrivare alla morale è necessario conoscere a fondo tutto quel che appartiene all’uomo, Spinoza ritiene che anche quel che è estraneo alla ragione, come l’immaginazione e l’emotività umana, possa divenire oggetto di una conoscenza scientifica. L’irrazionale ha le sue leggi, di cui la ragione può produrre scienza certa come produce scienza della natura e della matematica. In questo senso, l’opera di Spinoza è emblematica di un secolo che ha massimamente esaltato il potere della ragione umana ed esteso gli ambiti ai quali esso può applicarsi: da Dio alle passioni, alla morale. [E. Scribano, Guida alla lettura dell’Etica di Spinoza, Laterza, Roma-Bari 2008, pp. 7-10] Competenze Individuare e comprendere 1 Perché per Spinoza è importante capire la relazione tra enti finiti e sostanza infinita? (max 3 righe) 2 Cos’è la verità per Spinoza? (max 3 righe) Riflettere e valutare 3 In che senso per Spinoza la morale è dimostrabile? Con quale metodo? (max 5 righe) 1