ADHD: modalità didattiche ed educative a scuola dott.ssa Sara Bernardelli Dott.ssa Francesca Offredi Prognosi: 25-35% recupero dei sintomi, ma con residuali difficoltà nelle FE 15-20% evoluzione verso altre patologie (es. abuso di sostanze; personalità antisociale) 40-50% persistenza dei sintomi; Basso grado di scolarizzazione Difficoltà occupazionali Difficoltà sociali Periodo preadolescenza (10-13 anni) Crescita fisica e motoria aumento di altezza e peso pubertà (f :11-13 anni ; m :13-15 anni) gaffaggine “complessi” Crescita cognitiva periodo delle operazioni formali pensiero ipotetico-deduttivo verifica di ipotesi discussioni su grandi tematiche “potenza” del pensiero ricerca di modelli di riferimento per la formazione della propria identità Spazio psic. libero movim. Si espande di nuovo a livello fisico messa alla prova delle nuove forze e abilità condivisione di “imprese” con i pari Relazioni e vita affettiva forti interessi extrafamiliari amico del cuore banda di amici dello stesso sesso senso di sé più storicizzato, ma non ancora del tutto plausibile nel futuro Socialità e gruppo importanza del gruppo gruppo con propri ruoli e leggi ricerca di rapporti paritari Rapporti con i genitori spesso compromessi perché c’è movimento di distacco e autonomia marginalità volontaria rispetto alla famiglia movimento di uscita e ritorno contrasto rispetto ai valori Rapporti con insegnanti provocatorietà richiesta di rapporti ”alla pari” prestazioni scolari con alti e bassi Preadolescenza ed Adolescenza Problematiche principali: - Sviluppo fisico - Formazione dell’identità - Accettazione nel gruppo dei pari Sviluppo fisico Forte accelerazione della crescita del corpo Le parti del corpo crescono a velocità diverse (prima le ossa lunghe), le fattezze sono disarmoniche, i movimenti sgraziati Le modifiche ai genitali e le mestruazioni creano ansie e timori Formazione dei ruoli maschile e femminile Cambia il ruolo del corpo anche nei rapporti con l’altro sesso Difficoltà nel riconoscimento del corpo; utilizzo di mezzi per abbellirlo Formazione dell’identità Conquista del pensiero formale (ipotesi; deduzioni; comprensione di eventi complessi) Conflittualità con le figure genitoriali Scelta di nuovi modelli (a volte distanti, ad es. cantanti, attori, sportivi) Desiderio di autonomia Bisogno di conferma da parte degli adulti Formazione di un proprio sistema di valori, desideri, scopi L’uso di mezzi informatici sta accelerando l’esposizione alle “cose del mondo” e di conseguenza l’emancipazione dei ragazzi Gruppo dei pari Superamento dell’egocentrismo dell’infanzia Sviluppo di capacità di condivisione e cooperazione Amici aiutano nella conquista di indipendenza Nell’elaborazione di un sistema valoriale proprio Nella distinzione rispetto a gruppi con altri riferimenti L’uso di mezzi informatici sta accelerando l’esposizione alle “cose del mondo” e di conseguenza l’emancipazione dei ragazzi Preadolescenti ed adolescenti con Adhd Desiderio di libertà più intenso Desiderio di decidere da soli (bassa tolleranza ai confini) Intensa labilità emotiva, con reazioni aggressive, depressive, con sfoghi impulsivi Impazienza ed insofferenza, atteggiamento polemico, dichiarazioni perentorie Scollamento fra abilità di giudizio (buone) e modulazione del comportamento Difficoltà a decentrarsi dalla propria prospettiva Percezione di inadeguatezza, anche fisica Percezione di “diversità” e aggregazione con simili, anche sperimentando: uso di sostanze, rischio e novelty seeking Assunzione di ruoli sociali anche marginali (buffone) Preadolescenti ed adolescenti con Adhd Mostrano difficoltà: - a livello attentivo (distraibilità, procrastinazione, sogni ad occhi aperti, giocherellare, dimenticanza di richieste e materiali, errori di annotazione sul diario, difficoltà di decisione per troppi stimoli) - a livello di attenzione sostenuta (completamento dei lavori, mantenimento di hobby e attività sportive) - a livello di sforzo (ricerca di stimoli nuovi, frequente sensazione di noia) Preadolescenti ed adolescenti con Adhd Mostrano difficoltà: - a livello pianificativo (ordine e cura di materiale scolastico, difficoltà nella percezione del tempo e nella collaborazione in lavori di gruppo) -a livello di impulso (difficoltà di modulazione comportamentale, di attivazione di risposte inibitorie, ad attendere, a riflettere sulle conseguenze delle azioni prima di agire, nel modulare le emozioni) - a livello di attività motoria (irrequietudine interna, ridotto bisogno di sonno) Autostima e ADHD Dipende da fattori interni (soggettiva visione del mondo e di sè) ed esterni (successi, qualità dei messaggi che riceviamo dall’esterno) Autostima Quali sono le mie abilità? Capacità? Funziono nei rapporti sociali? Avrò successo nel mio futuro? Valutazione circa le informazioni contenute nel concetto di sè Vi racconto una storia... Luca è un ragazzo di 12 anni e frequenta la scuola media. Durante la scuola primaria gli è stato diagnosticato l’ADHD. Veniva descritto da insegnanti e genitori come un bambino “terribile”, incontrollabile, impossibile. Tutti avevano conosciuto la sorella maggiore che era sempre brava, tranquilla...non aveva mai dato problemi. Ma Luca?!? Un DISASTRO. Sempre in movimento, aveva tempi di concentrazione minimi, dava risposte a caso e, spesso, aveva avuto comportamenti aggressivi. Nemmeno l’allenatore di basket lo voleva più in squadra. Durante la scuola primaria Luca ha cambiato due scuole, ma non è servito: le sue difficoltà non sparivano. Quando Luca ha iniziato la scuola media era molto entusiasta: finalmente un nuovo ambiente, dove conoscere nuovi amici e farsi nuove amicizie...ma dopo pochi mesi, le cose si sono rivelate più difficili del previsto. Luca faceva molta fatica a rimanere concentrato e a controllare il suo comportamento; veniva spesso ripreso dagli insegnanti che gli chiedevano: “Ma perchè non riesci a controllarti?”. Anche con i compagni la situazione era molto difficile; Luca non riusciva a trovare dei modi per relazionarsi con i compagni in modo positivo. Lui ci provava, ma ogni volta era un fallimento e i compagni lo escludevano, si era stancati delle sue provocazioni, atteggiamenti sbagliati e, in alcuni momenti, un po’ “su di giri”... insomma... anche gli ormoni avevano iniziato a farsi sentire. A casa la situazione era precipitata: continue liti, tensione. Non c’era giorno in cui a Luca non venisse ricordato che non ce la faceva proprio a rispettare le aspettative degli adulti... Un giorno Luca cambiò, si chiuse in se stesso, mollò su tutto. Iniziò a pensare che era un ragazzo stupido, sbagliato e che nessuno lo avrebbe mai voluto come amico. Era la pecora nera in famiglia, a scuola, nello sport... Cosa succede nel bambino ADHD? nL’autostima è strettamente correlata alle competenze di autocontrollo e autoregolazione comportamentale= riesco a controllarmi? Allora sono Okay, ma se non ci riesco... non sono okay nL’autostima è influenzata dal fatto di riuscire a rendere il proprio comportamento socialmente accettabile e adeguato perchè questo porterà con maggiore probabilità a ricevere approvazione e considerazione positiva da parte degli altri nI ragazzi con ADHD, a causa delle difficoltà di autoregolazione, vanno incontro a un maggior numero di insuccessi, percependo un minore senso di competenza e raccogliendo frequenti manifestazioni di disapprovazione da parte dell’adulto nATTENZIONE: tra i ragazzi con ADHD c’è un forte rischio di sviluppare comportamenti antisociali, abuso di sostanze, depressione, disturbi d’ansia. (tra il 20% e il 50% dei ragazzi con ADHD presenta comportamenti antisociali, Swanson et al., 1998). n Spesso hanno una pessima immagine di sè n Sono ragazzi emotivamente fragili che spesso devono affrontare sentimenti di isolamento, frustrazione e solitudine. n Il divario tra sè reale e sè ideale diventa sempre più marcato Il ruolo delle attribuzioni n Se ho avuto un successo/insuccesso perchè è successo? n Le attribuzioni possono essere globali o specifiche, stabili o instabili, interne o esterne n Attribuzioni globali: generalizzano senza considerare la situazione “Non ho fatto bene l’interrogazione perchè non capisco niente” n Attribuzioni specifiche: limitano la spiegazione delle cause di un certo evento ad una situazione specifica attuale: “Non ho fatto bene l’interrogazione perchè non ho capito bene questo argomento” n Attribuzioni stabili: la causa di una situazione è data dal fatto che in passato sono accadute situazioni simili e, quindi, si ripeteranno in futuro: “Siccome in passato ho avuto difficoltà in matematica, mi succederà sempre di non andare bene” n Attribuzioni instabili: la causa di una situazione è un fatto isolato, quindi, non necessariamente si verificherà anche in futuro: “Questa volta non sono riuscito a fare bene la verifica di matematica, ma non vuol dire che non ce la farò mai” n n Attribuzioni interne: individuano la causa di ciò che è successo a se stessi: “Non è andata bene perchè non ho studiato bene” Attribuzioni esterne: E’ andata male perchè l’insegnante ce l’ha con me” Il ragazzo con ADHD: nNon è in grado di individuare in modo adeguato tutte le variabili in gioco in una determinata situazione nRicorre a interpretazioni poco realistiche e poco funzionali, pensando: “Non valgo niente” o “Sono stato fortunato” nQuesto interpretazioni lasciano poco spazio al cambiamento e all’impegno nSono causa di emozioni disfunzionali di frustrazione, svalutazione e bassa autostima nInfluenzano negativamente la motivazione scolastica Favorire attribuzioni SPECIFICHE, INSTABILI e INTERNE Il ruolo dell’insegnante n Fare notare al ragazzo il tipo di attribuzione che sta facendo: è utile o dannosa? n Fargli notare come influenzano i suoi pensieri e il suo stato d’animo e, di conseguenza, i suoi comportamenti scolastici n n Quando c’è un compito o un’attività in cui riesce o no, riflettere insieme sui CAUSE che hanno portato ad un certo risultato Stimolare le attribuzioni specifiche, instabili, interne n Aiutare i ragazzi a capire cos’è l’ADHD; questo può aiutarlo ad evitare che pensino di essere stupidi o di sentirsi in colpa per le cose che trova difficile fare n Incoraggiarlo e lodarlo ogni volta che se ne ha occasione; gli elogi devono essere fatti verso cose specifiche n Stabilire un sistema di ricompensa n Fare critiche costruttive e concrete n Evitare i paragoni n Dare al ragazzo regolari opportunità di riuscita. Stimolarlo a fare attività che si basino sui suoi punti di forza (che dobbiamo conoscere) e i suoi interessi Alcuni input da dare al ragazzo n Sii gentile con te stesso: aiutarlo ad abituarsi a fare considerazioni positive, come: “Sono bravo a giocare a calcio”, “ce l’ho messa tutta” n Trova qualcosa in cui sei bravo: Ricordare che tutti sono bravi in alcune attività e meno in altre. Aiutarlo ad essere consapevole di quali sono le attività in cui lui/lei riesce bene n Non preoccuparti di sbagliare: ricordare al ragazzo/a che non può pretendere di fare sempre tutto giusto n Essere diverso va bene: molti ragazzi si sentono diversi dai loro coetanei in modo negativo ADHD e mondo emotivo I ragazzi con ADHD: n vivono emozioni forti e travagliate n si sentono soli e senza aiuto hanno la convinzione che nessuno possa davvero aiutarli, perchè nessuno li può capire fino in fondo n n n n Danno molta importanza al giudizio che proviene dall’esterno “Tutti mi guardano perchè sono brutto” Si sottovalutano totalmente: “Io non ce la farò mai”; “Non valgo niente” Si considerano profondamente diversi dai coetanei. Da qui il bisogno di aggregarsi a ragazzi “stravaganti” simili a loro n Le emozioni che i ragazzi con ADHD fanno molta fatica a controllare sono la RABBIA e la FRUSTRAZIONE n Vivono anche le altre emozioni che possono far fatica a controllare a causa della loro difficoltà di autoregolazione n n Strettamente legato alle emozioni che vivono è la difficoltà a stabilire rapporti positivi con i coetanei Questo è causato soprattutto dall’irruenza con cui spesso loro si pongono nei rapporti interpersonali n Spesso arrecano anche disturbo in classe n RISULTATO: sono ragazzi che risultano antipatici al resto della classe n Un’altra complicanza è data dal fatto che spesso questi ragazzi presentano: 1. Distorta percezione degli eventi sociali 2. Errata attribuzione di intenti 3. Intenti ostili Aspetti da rinforzare n Autoistruzioni n Riconoscere gli aspetti non verbali della comunicazione n Riconoscere le emozioni n Come unirsi ad un gruppo n Come fare e rifiutare richieste n NB: la classe è una grande risorsa per fare questo Autoistruzioni n n n Favorire la discussione con domande, quali: “Quand’è che per voi è difficile andare d’accordo con gli altri?” “Quando è facile?” ecc... Strategia del “Pensa ad alta voce”: 1) Qual’è il problema? 2) Cosa posso fare? 3) Funziona fare così? 4) Com’è andata? (da scrivere su alcuni cartoncini) Poi si ricorda la strategia al ragazzo ogni volta che serve Riconoscere le emozioni n n n Il ragazzo deve “allenarsi” a riconoscere le emozioni dentro di sè e degli altri Quando accadono episodi “caldi” si aiuta con alcune domande: 1) Tu cosa stavi provando? 2) Secondo te, il tuo compagno come si è sentito? 3) Quale può essere un altro modo più utile per esprimere la tua emozione? Utilizzare il problem solving 1.DEFINISCO IL COMPITO: “Cosa devo fare?” • PENSO A TUTTE LE SOLUZIONI • PENSO I VANTAGGI E GLI SVANTAGGI DELLE SOLUZIONI CHE HO PENSATO • SCELGO LA SOLUZIONE CHE MI SEMBRA PIU’ UTILE . LA VERIFICO: “Com’è andata?” 5 Trovano difficoltà nel farsi queste domande: • Come mi sono sentito io? Come si sente l’altro se dico/faccio una cosa? • Qual’è il modo migliore per esprimere la mia emozione? • Utilizzo del role playing • Bisogni psicologici dei ragazzi con ADHD n Avere dei punti di riferimento stabili n Li cercano in persone con cui riescono a stabilire rapporti stretti n Spesso sono anche rapporti turbolenti perchè caratterizzati da: 1) Gelosia 2) Ipercontrollo 3) Forti emozioni di tistezza se delusi CHI BEN COMINCIA... 5 L’osservazione del comportamento Fase 1 osservazione non strutturata inventario di comportamenti negativi descritti in modo operazionale Fase 2 osservazione strutturata Azioni negative, antecedenti e conseguenti; frequenza nell’arco della giornata Fase 3 riflessione sui dati Individuare gli scatenanti, cosa mantiene i comportamenti, i momenti nei quali si manifestano con maggior frequenza Selezione dei comportamenti inadeguati n Attraverso SCHEDE DI OSSERVAZIONE SISTEMATICA SCOPO: avere un’idea chiara dei comportamenti attuati da quello specifico bambino 8 Perchè osservare il comportamento? Si usa uno strumento chiamato ABC A B Antecedents Behavior C Consequences - È un programma di modificazione del comportamento - Finalizzato ad un intervento psicoeducativo comportamentale Antecedenti: - attuare il cambiamento PRIMA che il problema si presenti n Conseguenze: - includono tutti gli interventi che possiamo fare dopo che il comportamento disfunzionale si è manifestato - tutti gli interventi volti a favorire l’incremento di comportamenti funzionali n Behavior: - È il comportamento effettuato dal bambino - Deve essere qualcosa di osservabile - Non «Non ha voglia di fare», ma «Dice no quando è il momento di fare un’attività» - Bisogna valutare la frequenza - Dobbiamo «fotografare» i comportamenti Formulazione delle ipotesi funzionali Definire il comportamento in termini di: forma, durata, frequenza, situazione contingente Dobbiamo farci una domanda: Identificare lo scopo del comportamento (cosa ottiene il bambino? Quale cosa è “positiva” per lui, tanto da mantenere il comportamento?) Contesto facilitante: creiamo un contesto prevedibile ★ ★ ★ ★ Disposizione dei banchi Routine e regole (+ strutturazione e capacità di prevedere e regolarsi) Attività strutturate nei momenti fluidi e di transizione Organizzazione dei materiali 27 28 Organizzazione dei materiali Cartelloni dei materiali (per giorni o materie) “Come faccio a non dimenticare niente?” a)Programma con sistema a punti b)Schede ritagliabili da usare sul diario c)Verifica del materiale d)Gratificazione o costo della risposta 30 Il problema dei tempi fluidi e di transizioni Possono diventare “scatenanti” per condotte negative INTERVALLO Stabilire regole; fare giochi anche di movimento; non privarne il bambino; regolare i passaggi; attività di decompressione Tempo libero dopo la mensa SPOSTAMENTI Calibrare i tempi; ricordare le regole MENSA Ruoli di controllo; economia a gettoni e premio mensa; contratto comportamentale con premio a casa L’INTERVENTO SULLE CONSEGUENZE n Consequences Cosa succede intorno al bambino dopo che ha attuato un comportamento? - Premi-Rinforzi positivi - Punizioni - I BAMBINI ADHD HANNO BISOGNO DI MOLTI RINFORZI POSITIVI Esempi di rinforzi positivi - Rinforzi tangibili: premi materiali - Rinforzi sociali: complimenti, sorrisi, carezze, elogi, riconoscimenti ecc… Rinforzi simbolici: bollini o gettoni premio che una volta accumulati vengono scambiati con premi tangibili o danno diritto a qualche forma di rinforzo dinamico - - Rinforzi dinamici: attività gratificanti o privilegi particolari che hanno una valenza positiva per Quando funziona un rinforzo positivo? Qualsiasi evento, oggetto o comportamento che favorisce la ricomparsa di una azione alla quale la gratificazione stessa sia seguita come conseguenza È’ importante: Gratificare piuttosto che punire Definire operativamente l’azione Individuare effettive gratificazioni per il bambino, soprattutto quelle di tipo sociale Usare piccoli privilegi o attività gradevoli Limitare parzialmente l’accesso alle attività usate come gratificazione Usarle in modo coerente e per un tempo giusto Non gratificare involontariamente azioni negative Non usare “false gratificazioni” Corrette informazioni per miglior controllo Se una cosa è stata ripetuta molte volte l’adulto la ritiene assodata. Il bambino sa cosa e come dovrebbe fare, ma non recupera l’informazione al momento giusto. Cosa fare? Interrompere il comportamento con informazioni, non con rimproveri Essere coerenti fra canale verbale e non verbale Evitare toni aggressivi Controllare frequentemente il lavoro Ricordare che voti e note sono feedback sulla correttezza del comportamento Favorire la comunicazione con la famiglia sui meriti I contratti comportamentali Stesura cooperativa fra bambino e insegnante di un contratto con specifici accordi ALCUNE ACCORTEZZE DA SEGUIRE: Frutto di effettiva collaborazione (incremento di comprensione e motivazione a rispettare l’accordo) Può includere più comportamenti Comportamenti non multicomponenziali Richiesta commisurata alle effettive capacità del bambino (durata e frequenza) Le gratificazioni devono essere effettivamente motivanti e disponibili Quando gli obiettivi sono acquisiti, il contratto va aggiornato o sostituito CONTRATTO a Io sottoscritto, mi impegno a mantenere questi accordi presi con i miei insegnanti: 1) Chiedere di andare in bagno solo una volta all’ora; 2) Stare seduto per almeno 20 min. 3) Controllare che tutto il mio materiale sia nello zaino prima di uscire Per ogni giorno in cui riuscirò a rispettare questi 3 punti, potrò scegliere un premio fra: a) 15 min. di gioco al computer (dopo la mensa) b) Possibilità di fare un disegno libero negli ultimi 15 min. di lezione CONTRATTO b ……. Ogni volta che riuscirò a fare una delle cose elencate in questo contratto, riceverò un punto da aggiungere a quelli già accumulati, fino a un tot. di 50 punti, equivalente a una giornata al luna-park con la mia famiglia. Guadagno un punto ogni volta che: 1) completo 2 schede di lavoro di It. 2) faccio tutti i miei compiti a casa 3) porto tutto il materiale 4) svolgo correttamente una pagina di operazioni Ogni giorno ricorderò all’insegnante di segnare i punti sul cartellone; i miei genitori saranno avvertiti con comunicazione scritta ogni volta che raggiungerò 10 punti. CONTRATTO c ……. Ogni volta che riuscirò a fare una delle cose elencate in questo contratto, potrò scegliere un premio previsto; se non soddisferò almeno uno dei punti, perderò la possibilità di fare la mia attività di lettura libera. Posso guadagnare un premio se: 1) completo 3 schede di It. corrette 2) durante la ricreazione seguo le regole di comportamento della classe 3) mi ricordo di bagnare le piante Per ogni azione corretta potrò scegliere fra: a) Figurine colorate b) Un timbrino smile da mettere sul diario c) Il turno per cancellare la lavagna Conseguenze comportamentali amministrate a casa Stabilire un contatto cooperativo con la famiglia permette di ottenere una serie di vantaggi: Migliora la comunicazione scuolafamiglia (non centrata solo sui problemi) Rende le informazioni regolari e frequenti Il ruolo dei genitori non è solo punitivo I genitori condividono e sostengono il lavoro fatto a scuola Aumentano le informazioni al bambino sulla correttezza del suo comportamento Crescono tipi e quantità di gratificazioni La procedura a scuola viene snellita Le comunicazioni di merito Come costruire una scheda di resoconto scritto adeguata al bambino? Scegliere obiettivi rilevanti (di apprendimento e di comportamento) Includere anche abilità che il bambino mostra già di avere (anche se non stabilizzate) Scegliere un corretto numero di obbiettivi Il resoconto deve essere definito in modo operativo e quantificabile È’ possibile all’inizio osservare solo parte del lavoro e della giornata scolastica Il bambino deve portare a casa regolarmente il resoconto che viene visto dai genitori e brevemente discusso (in maniera non punitiva se anche risultasse negativo) Se il bambino cerca di “sabotare” la procedura è possibile prevedere una procedura di costo della risposta Resoconto giornaliero per comportamenti bersaglio Nome del bambino Data Assegnate al bambino i seguenti punteggi: 3 = ottimo 2 = bene 1 = deve migliorare Comportamenti Partecipazione al lavoro in classe Svolgimento dei lavori assegnati in aula Svolgimento dei compiti per casa Comportamento con i compagni Totale punti del giorno Firma Firma del genitore Punti L’intervento sulle conseguenze: Il costo della risposta Al comportamento negativo segue per il bambino la perdita di un privilegio o di un premio o di una attività piacevole; è il “pagare pegno” del bambino per il proprio comportamento Il costo della risposta deve essere: Proporzionale all’azione negativa Corredato da informazioni chiare Controllabile nella sua applicazione Comunicato o concordato in anticipo Non flessibile nella sua applicazione E’ utile soprattutto per comportamenti negativi non gravi, specie in relazione allo scarso impegno (dire bugie, disubbidire, non fare o terminare i compiti, rifiutarsi di svolgere o abbandonare un’attività,..) 44 n Ogni mattina al bambino vengono messi a disposizione un certo numero di punti premio, bollini, gettoni (es. 10) n Con il bambino si concorda un menù di ricompense che gli verranno concesse in base ai punti che riuscirà a conservare e a guadagnare se avrà un comportamento corretto. Si può utilizzare un tesserino raccoglipunti n Al bambino va spiegato che verrà applicata una penalità (= perdita di un gettone) se si verificano i comportamenti indesiderabili definiti all’inizio n Alla fine della mattinata si farà un resoconto dei punti ottenuti e si darà al bambino il premio corrispondente n Cosegnare al bambino un cartoncino con la ricompensa guadagnata affinchè abbia subito un feedback sull’andamento del suo comportamento n Se i punti sono troppo pochi per accedere ad una ricompensa, li 45 potrà accumulare per il giorno successivo n ALCUNE ACCORTEZZE: - Ricordate di preparare l’accordo ogni giorno - Preparate in anticipo la “tessera raccoglipunti” da consegnare al bambino - Lavorate su massimo due/tre regole al giorno - Fate in modo di togliere massimo il corrispondente del 25% dei gettoni giornalieri (es. se 10, max 2/3) - Fate in modo che il bambino possa sperimentare il successo, soprattutto all’inizio - Usate flessibilità - Potrà succedere che usiate conseguenze positive per un comportamento appropriato e conseguenze negative per un comportamento inappropriato 46 Quando il bambino ha comportamenti aggressivi Risultano funzionali: l’intervento sull’interazione con i pari e con l’adulto; il miglioramento dell’immagine del bambino nella classe; l’incremento della percezione di competenza del bambino; favorire i comportamenti collaborativi; ribadire e chiarire le regole di comportamento; coinvolgere il bambino con contratti comportamentali. La punizione, in qualsiasi forma, va utilizzata solo in casi specifici e per comportamenti “gravi” Ignorare i comportamenti inadeguati non gravi L’attenzione dell’adulto è un’efficace gratificazione. Togliere l’attenzione, quindi ignorare i comportamenti inadeguati di scarsa intensità, può essere utile per farli scomparire A quali comportamenti applicarlo? ✴Proteste sproporzionate e “scenate” ✴Dispetti ai compagni ✴Lamenti e piagnucolii ✴Piccole azioni di disturbo ✴Comportamenti finalizzati ad ottenere l’attenzione dell’adulto (es. parolacce) La punizione Qualsiasi evento, oggetto o comportamento che riduca la probabilità che si ripeta il comportamento a cui viene applicata Quando necessaria, deve essere: Spiacevole per il bambino Priva di aggressività Fonte di informazioni Psicologicamente neutra Immediata Proporzionata alla gravità dell’azione Facilmente applicabile ed inevitabile Legata al comportamento e con esso incompatibile È sempre necessario fornire al bambino un’ alternativa per raggiungere gli stessi scopi